Ben presto anche il proprio canticchiare solitario iniziò a dare noia a Mahiru che continuò giusto perché non aveva di meglio da fare. I fruscii del bosco erano i suoi unici accompagnatori e gli alberi striminziti il suo unico pubblico. Piuttosto deludente in effetti, tanto che la ragazzina fu tentata di evocare Hōseki per fare due chiacchiere. Lui avrebbe certamente definito quel luogo, lugubre e spettrale. Sottolineando ancora una volta di come la testa della sua Shujin dovesse essere un bel casino vista da dentro. Sì, sì, lo avrebbe detto con lo stesso sorriso di Kasai, lo stesso tono, la stessa indole scherzosa.
Tuttavia non ci fu bisogno di richiamare il ragazzino dai capelli di grano, perché ben presto, in lontananza, iniziarono a farsi sentire dei fruscii più pesanti degli altri che bloccarono il canto della piccola Shura. Decisamente non sembravano provocati dal vento, nossignore. Troppo grossolani, troppo rozzi per poter essere accomunati ad esso. Tanto più che tutto quel casino era riconducibile più che altro a qualcosa che si muoveva a terra: rami spezzati, terriccio scavato e…passi, non erano certamente prerogative dell’aria. infondo. Tutt’altro, pareva proprio che stesse arrivando una o più persone con un carico pesante. Mahiru fece giusto in tempo ad alzarsi in piedi, per sporgersi un po’ nella direzione da cui sentiva provenire quei rumori - in modo da poter scrutare vagamente tra i rami dello Shoji - che venne colta alla sprovvista da qualcuno che le arrivò giusto alle spalle. Troppo concentrata sulla presenza che aveva notato, non sentì la seconda arrivarle da dietro, tanto che non appena le venne rivolta la parola, quasi sobbalzò voltandosi. Era il Pallidino di Konoha della volta scorsa, quello che aveva fatto ingelosire Shinya! …delle Nevi? Perché delle Nevi? Io sono di Taki, mica di Yuki.
Pazienza, va’, era una stupidaggine infondo. Più che altro era davvero curioso che anche lui si trovasse lì. Che anche lui avesse ricevuto una lettera “sbagliata”? “Raion…giusto?” Se non ricordava male il nome era quello “Tutto bene. Ma…sei qui da solo? Il tuo amico non c’è?”
Fu a quel punto che i rumori precedentemente uditi da Mahiru, tornarono ad attirare la sua attenzione. Ormai talmente vicini che sarebbe stato impossibile sbagliare, mentre si facevano strada tra i rami degli alberi, lungo un immaginario sentiero che si snodava all’interno del boschetto, apparvero Fujie-sama e il suo fido cane. Sembravano divertirsi un sacco! O almeno…il cane. La Rossa stava cercando in tutti i modi di acchiapparlo, mentre questi si dilettava nel sfuggirle, nascondendosi di qua e di là tra gli arbusti che la Donna della Sabbia stava trasportando. Proprio tra un’acchiapparella e l’altra, Fujie si accorse di non essere sola nel bosco ed uscendo da quel groviglio di rami alla bell’e meglio, con tanto di cappello che le pendeva davanti al viso, salutò Mahiru sbandierando una mano a destra e a manca. Anche non volendo, di fronte a quella scena sarebbe stato difficile resistere dal non ricambiare con altrettanta energia. Per qualche motivo sembrava che Fujie-sama fosse in grado di portare il buon umore. Non che quel giorno Mahiru ne avesse bisogno, eh - solo l’idea di poter rivedere il fantasma era bastata ad elettrizzarla! - però quella era la sensazione che le dava.
“Ohayō Fujie-sama!” Salutò quindi di rimando attendendo che la donna arrivasse a portata prima di rispondere alle sue domande “Io…Beh, credo che a Konoha si siano sbagliati ad inviare qualche ordine. Mi è arrivata una lettera, ma era evidentemente rivolta a te.” Ridacchiò dando un’occhiata al carretto colmo di alberelli da piantare “Tuttavia, per non sbagliare, ho deciso di venire lo stesso. Non si sa mai che riappaia il fantasma!” Il sorriso a trentadue denti che fece a quel punto la ragazzina, fu più che eloquente riguardo al vero motivo che l’avesse spinta a raggiungere quel boschetto da Taki. Gli occhi le brillavano di curiosità ed aspettativa, ma questo non significava che non avrebbe dato una mano se ce ne fosse stato bisogno. “Il viaggio è stato meno peggio di quel che pensavo. Scendere dal monte Kigen è stato forse il tratto peggiore con questo gelo…dovevo stare attenta a dove mettevo i piedi. Il resto è andato liscio!” Corrucciò un attimo lo sguardo, squadrando la donna, sudata da capo a piedi, e il carico che si era portata dietro “Di sicuro, il mio viaggio è stato meno impegnativo del tuo. Passare dal caldo di Suna a questo freddo e per di più ritirare quel carico, non deve essere stata una passeggiata.”
Proprio a quel punto, si fece avanti tra le fronte il quarto del gruppo. Neanche a farlo apposta era Kiiro! Mahiru aveva chiesto sue notizie a Raion giusto qualche attimo prima ed ora ecco lì, il biondino. Non sembrava al massimo della forma, però: aveva gli occhi rossi come se non avesse dormito e l’espressione quasi persa, come se… E’ fatto?!
Mahiru conosceva bene le erbe. Sapeva come miscelarle e trattarle per ottenere dei rimedi naturali, ma sapeva anche come utilizzarle per crearne delle droghe. E Kiiro aveva davvero la faccia di uno totalmente assuefatto. Ora, quale fosse il motivo che lo avesse spinto a ridursi a quel modo, proprio non lo conosceva - e non era nemmeno sicura di volerlo conoscere - però aveva seri dubbi fosse un bene che fosse capitato lì in quelle condizioni. Tanto più che, proprio come per Raion, non aveva proprio idea del perché e il per come fosse giunto a quel boschetto. Una strana coincidenza? Un ordine sbagliato? Forse…oppure era arrivato come tutta quella gente che si stava lentamente ed inesorabilmente accalcando ai margini dello Shoji.
Erano tantissimi e di tutte le età! Molti portavano seco carta e penna, probabilmente alla ricerca del coraggio di farsi avanti per chiedere un autografo al Nashibi, proprio come era accaduto la volta scorsa con uno dei furbetti che avevano causato tutto quel trambusto. Ma si tenevano tutti a debita distanza, senza valicare il margine dell’area devastata da Fujie. Osservando un po’ la folla, Mahiru vide anche i due biondini del gruppo di burloni che avevano organizzato lo scherzo del fantasma tempo prima. Quei due sì dovrebbero dare una mano! Tutto questo disastro è avvenuto per colpa loro! Tuttavia, proprio come gli altri curiosi, se ne stavano a distanza.
La piccola Shura stava giusto per rivolgersi a quei due per dirgliene quattro, quando una sensazione familiare la colse alla sprovvista. Un brivido gelido le corse sulla schiena, mettendola sul chi vive. Era un freddo diverso, profondo, che non si limitava a penetrare nelle ossa e graffiare le carni. Una presenza conosciuta, ma ugualmente angosciante. Proveniva da vicino, accanto al carretto o forse sottoterra, difficile a dirsi così su due piedi. E’ lui! Ne sono sicura! Anche guardandosi attorno, Mahiru non riuscì a vedere nulla, tuttavia gli effetti di quel gelo innaturale non tardarono a manifestarsi. Una delle piantine sul carretto, rattrappì rapidamente. Una delle giovani foglioline, si fece grigia per poi accartocciarsi su sé stessa come una pallina di carta. Fu presto evidente che, continuando a quel modo, tutti gli alberelli da piantare avrebbero fatto quella fine. Non che la piccola Shura li avesse troppo a cuore, tuttavia sembrava che per salvare le piante ed ottenere ciò che lei stessa voleva, la soluzione fosse la stessa: stanare il fantasma. Il problema era il capannello di persone lì attorno.
Anche la volta precedente il Randagio se n’era rimasto celato fino a quando tutti, tranne loro quattro, non si erano allontanati o avevano perso i sensi. Era impensabile riuscire a farlo uscire allo scoperto con tutta quella folla di curiosi! L’ideale sarebbe stato farli allontanare o svenire. Una Genjutsu? Ma non ne so fare di così forti…forse Fujie-sama, ma non ne sono sicura. Da quello che ho visto la volta scorsa, mi pare che il suo punto forte sia la forza bruta. Forse una scusa…un falso allarme. Tuttavia non funzionerà se detto da una Genin come me. Non mi prenderebbero mai sul serio! Ma non era mica sola, no? Una delle Kunoichi più famose del continente ninja era lì con lei, ed era stata proprio Fujie-sama ad attirare tutta quella curiosità! Era certa che anche la Donna si fosse accorta della presenza, quindi decise di andare dritta al punto. “Fujie-sama” La chiamò “Eviterei di cercare di stanare lo Spettro con la forza bruta se non vogliamo dover piantare l’intero Shoji la prossima volta.” Prevenire è meglio che curare…si sa mai che alla donna venisse in mente di provare a far uscire il Randagio con un pugno sul terreno. “Più che altro…penso uscirebbe da solo se non ci fosse tutta questa gente. L’altra volta è andata così. Però non so che dire per farli allontanare e, comunque, non penso avrei grande presa su di loro.” Fece una pausa per rivolgere un sorriso furbo alla Rossa, muovendo appena un dito verso di lei, per indicarla “Ma TU! Tu sei famosissima! Prenderanno per oro colato qualsiasi cosa dirai!”