Iscrizioni Iwa

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view post Posted on 24/7/2016, 10:49
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Molto bene, mi pare che le modifiche apportate possano andare; l'unico errorino di distrazione che ho notato nel BG è quando parli della preferenza sui libri rispetto ai giochi. Hai scritto "Il ragazzo crebbe pertanto circondato dai libri, imparando ad amarli e preferendo ad essi i giochi che normalmente attraggono i bambini della sua età: ciò lo rese fin da subito molto schivo e riservato." che praticamente è il contrario di quello che vuoi dire. Basta che cambi la parte che ti ho sottolineato con "e preferendo essi ai giochi" e sei apposto. Una volta fatto, puoi procedere come segue:

CITAZIONE (¬BloodyRose. @ 30/6/2016, 10:39) 
Abilitato, adesso leggi passo passo la Guida alla creazione della scheda e primi passi. Lo Staff a breve ti aprirà la scheda fornendo il codice che dovrai modificare e ripresentare nello stesso topic. Appena possibile lo Staff verrà a controllare che tu abbia inserito bene i dati convalidando la scheda e aggiornando il post di apertura.

A quel punto potrai richiedere di fare l'Esame Genin nel topic Accademia, nella modalità che preferisci.

Benvenuto alla Roccia e per qualsiasi domanda o dubbio, hai a disposizione la mia casella MP. ^^
 
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-Mimante-
view post Posted on 2/9/2016, 20:53




Nome: Katashi

Cognome: Degawa

Clan: Nessuno

Aspetto Fisico e Caratteriale: Un fisico non particolarmente granitico distribuito lungo centimetri un poco esuberanti per la sua età, caratterizzato da una muscolatura appena abbozzata che inizia a far mostra di sè affiorando ogni giorno di più dalle rotondità morbide della prima fanciullezza. Lineamenti leggeri, che poco sembrano aver tratto dalla vicinanza con le monolitiche costruzioni del suo villaggio natale, trovano chiosa nel loro centro con iridi azzurre insonnolite da palpebre un poco cadenti. Castani capelli chiari sono portati con uno spartano taglio corto, leggermente più lungo nella porzione centrale, incorniciano un volto squadrato, non perfettamente simmetrico ma regolare.
Si distingue per una personalità riservata sebbene aperta al prossimo, con una predilezione per i lunghi silenzi che spesso lo limita nei rapporti di più fresca data. Sebbene sempre a suo agio in compagnia di terzi, non ama le luci della ribalta e le troppe attenzioni. Vanta numerose amicizie negli anni dell'accademia, passati ad intessere legami con un'ampia cerchia di coetanei, anche se considera pochi i veri conoscenti su cui fare totale affidamento.
Un ragazzetto a tratti indolente anche per le vicende che lo toccano più da vicino, sobissa questa superficie con un carattere, in profondità, indurito per gli eventi di un'infanzia a tratti burrascosa. Un'indole intarsiata nella dura e nuda pietra che fa della fermezza e la rigidità, soprattutto nei propri confronti, le punte taglienti e irregolari che vanno spesso ad abradere la lucente patina descritta. Convinzioni così radicate in lui da rendergli spesso difficile assumere diversi punti di vista, difettandolo di un'empatia che talvolta pare essere il peggiore nemico della sua natura. Raramente smosso dalle altrui azioni, mai dalle parole, ha tratto alcuni puerili insegnamenti dalle poche esperienze fatte nella sua breve vita che lo conducono per sentieri di pensiero complessi, recanti sempre a morali e risultati simili tra loro.
Come sempre uguali sono le rocche che circondano la vallata in cui la sua Iwa si erge.

Storia:

Non rammentava con esattezza come fosse quella sera, ricordando soltanto una brezza insolitamente calda per il clima che da giorni avvolgeva le catene montuose attorno al villaggio. Il freddo della terra sotto di lui, in uno spoglio abbraccio con la propria guancia sinistra premuta con forza, sembrava volersi quasi prendere gioco di quella bava di vento piacevole.
Le labbra andavano ad umettarsi della rena dello spoglio giardino che lo circondava, mentre gli occhi fissavano la figura femminile in piedi sulla soglia di casa. Un salto indietro nel tempo, con un colpo di reni della mente, lo riportò alla visione di un'altra figura sulla porta, con un'espressione frastornata in volto mentre le ultime forti parole di sua madre spezzavano ogni speranza di mantenere l'equilibrio che la sua famiglia aveva conosciuto fino a quei giorni. L'uomo aveva voltato le spalle chiudendo la porta lentamente, sparendo dietro di essa senza fare più ritorno dinanzi ai presenti.
Eppure quella porta era stata chiusa da molto, quando egli aveva permesso che la miseria si impadronisse di quelle mura domestiche, artefice del proprio fallimento e reo di una debolezza che Katashi, ancora forse troppo piccolo per affrontare simili questioni, non riusciva a comprendere. Un modico benessere, quello della sua famiglia, sperperato dal padre in gioco d'azzardo e forti liquori nelle bettole della Roccia laddove a malapena riusciva a reggersi in piedi nelle ore di lavoro nelle cave della periferia per portare sulla loro tavola un tozzo di pane.
Se da un lato mai un gesto di violenza mosse contro sua moglie, lui o sua sorella, più piccola di un paio di anni, liti continue allontanarono la compagna dall'uomo di casa sempre più. Il silenzio spadroneggiò a lungo nelle stanze della loro dimora, portando seco un frastuono carico di conseguenze.
Non aveva memoria del giorno esatto, se questo avesse avuto una mattina di limpido sole oppure le dita di lunghe ombre nell'oscurità di un cielo ammantato di nuvole. La certezza era che da un qualche dì la figura di un diverso uomo iniziò a vagare di tanto in tanto tra gli spazi vuoti della casa. Quando suo padre era assente un vecchio amico d'infanzia di sua madre, mercante itinerante di stoffe preziose il cui nome in passato era appena stato accennato in rare occasioni, veniva spesso a fare loro visita. Agli occhi ancora inesperti di mondo del ragazzino gli sguardi tra i due protagonisti ormai di molti dei lunghi pomeriggi privi della voce del padre erano scabri di ogni spessore, implicazione.
Eppure tutto divenne chiaro dall'istante in cui, dietro quella porta, l'uomo che lo aveva messo al mondo fece la sua silenziosa scomparsa; con la marcia codarda dei vinti che non fa rumore e che tanto era odiosa agli occhi di Katashi. Un odio, figlio del disgusto e di un sentimento spezzato, sgorgò in lui nel vedere per gli ultimi istanti il volto che se ne andava incontro ad altro, lontano dal loro focolare.

Il mercante, così bonario e carico di sorrisi negli atoni tempi in cui, lentamente ma senza altra alternativa, era andato sostituendo la figura paterna, gravava su di lui con l'intero peso del corpo.
Katashi era rimasto a lungo immobile, nella parola e nello spirito, ad osservare i mutamenti che avvenivano attorno a lui. Aveva osservato la moneta con cui l'uomo ripagava le attenzioni della madre, un tempo rivolte ad un altro, cambiare in indifferenza e malcelato senso di superiorità e disprezzo. L'arroganza crescente che in quel torno di tempo dimostrava con lui e la piccola Hiroe era troppa perchè le dure venature di pietra con cui già stava rivestendo la sua anima non fossero scalfite.

L'uomo avvicinò la bocca all'orecchio del giovane, fintanto che quest'ultimo potè sentire l'umidità del suo respiro.

Vuoi fare la guerra con me? Rispondi!



In quell'istante il dolore per la posa costretta era inferiore solo a quello provocato dall'assoluta distanza della madre: spettatrice in disparte di quanto stava accadendo.

Sei un debole.. come il tuo vecchio. Chi è debole al mondo ottiene poco, e perde ancora di più..


Una secca risata fu il preludio ad un rilascio graduale della morsa in cui il ragazzino si era trovato suo malgrado avviluppato. Restò immobile a terra, lasciando che quelle parole lo attraversassero lacerando una parte di lui che, a ricordare dopo molto tempo, non saprebbe ritrovare.

Mi sono preso tutto ciò che aveva.. facci l'abitudine e accettalo ragazzo



Senza neppure saperlo o immaginarlo Katashi per la prima volta, riverso completamente a terra com'era, la sentì bisbigliare. Qualcosa di confuso, impronunciabile per orecchio umano ma che gli giungeva come il più profondo e veritiero dei suoni che avesse udito. L'abbraccio di qualcosa che era immensamente più grande di lui ma che sembrava essere scivolato al suo fianco in quegli istanti di rabbia e impotenza. Farsi per un istante piccolo e salvaguardarlo donandogli pace, almeno per un attimo.
Quando si rimise in piedi, sfilando accanto al suo oppressore senza rivolgere la sconfitta di uno sguardo, pronunciò poche parole: forse suggerite dalla terra stessa.

.. non hai preso me ..



----

Il vecchio lo guardava con l'aria di chi si era ritrovato tra le mani un attrezzo da lavoro, nella penombra della sua bottega, del quale non riconosceva la provenienza ne il giusto impiego. Qualcosa senza logica nel panorama della meticolosa precisione di cui solo un artigiano come lui, proveniente dalle fila militari della Roccia, poteva essere capace. Eppure l'occhio allenato e la mente vigile non mancarono di fargli presente come l'arnese in questione qualche utilità potesse averla.
Più volte spiegò al ragazzo che il lavoro era di quelli massacranti, che aveva fatto scappare gente più adulta e matura di lui, garzoni con tanto di esperienza che non avevano voluto saperne di restare un'ora in più del termine della prima giornata di fatiche. Avrebbe dormito in una stanza attigua al salone di lavoro durante i giorni lavorativi, svegliandosi con le prime luci dell'alba e riponendo i ferri solo all'imbrunire della sera.

.. come ti ho già detto vecchio non chiedo altro .. solo un lavoro e un tetto sopra la testa



Era stata sua madre a presentargli quell'attempato fabbro che aveva davanti, quasi accogliendo con benevolenza il desiderio del figlio di andare lontano da qualcosa che lo stava stritolandolo sempre più. Il desiderio di mettere qualcosa da parte per costruirsi un futuro lontano da una casa che ormai non era altro che quattro anonime mura, ben distanti dal significato che aveva appreso nel tempo, era pulsante e impossibile da ignorare.
Osservava il bottegaio guardarlo attraverso le esili nuvole di fumo che la sigaretta gettava nello spazio di aria libero tra i due, perdendosi in confuse forme che dovevano assomigliare ai suoi pensieri. Lo scrutava come si fa con un dannato gioco di prestigio del quale non si viene a capo, un indovinello stupido che però cela con forza il suo cardine.

Un cenno di assenso, svolazzato con la mano libera dall'impedimento del quotidiano vizio, fu tutto ciò che ricevette.

----

Il vecchio Darui lo guardò a lungo in silenzio, mentre con caricati gesti si accendeva l'ennesima sigaretta con un mozzicone di fiammifero. Gettò lo sguardo sul blocco di pietra in mezzo ai due.

Com'è successo?



Katashi accordò il suo sguardo a quello dell'artigiano per una manciata di secondi, prima di prendere la parola. Non sapeva con precisione che dire, se non che nelle sue intenzioni quella mattina, come ogni altra, c'era quella di frantumare il monolite in pezzi di pietra più piccolo per iniziare la lavorazione di cesello. Aveva seguito le istruzioni del suo mentore in materia per filo e per segno, o almeno ci aveva provato prima di scoprire che le sue braccia di giovanotto non erano sufficientemente forti, quella volta, per completare l'opera. Si era arrovellato non poco sul da farsi, tentando e ritentando in più modi. Molto era il lavoro che lo aspettava e sapeva che, sebbene i rapporti col burrascoso Darui fossero da tempo consolidati, niente metteva a rischio la sua posizione in quella bottega come un lavoro inconcluso, agli occhi del mastro.
Un senso di frustrazione e di impotenza lo aveva colto..

.. e questo è ciò che è accaduto. Mi sono solo appoggiato a questa stupida pietra



Il blocco igneo era perfettamente divelto in due porzioni. Una fenditura liscia lo attraversava, senza grazia ne l'accenno di sensate proporzioni. Ormai l'intera struttura era inservibile per gli scopi prefissi, eppure Katashi non leggeva rammarico o biasimo nello sguardo dell'anziano.
Questo se ne andò borbottando e si rigettò nei propri compiti, in disparte, quasi senza interessarsi alla vicenda e senza mostrare l'intenzione di volerne dare una chiusura.

Solo a tarda sera, mentre i due si concedevano il meritato riposo dopo il solito pasto frugale, rivolse ancora parola al ragazzino.

La prossima settimana ci sono le iscrizioni all'Accademia per Shinobi


Un mezzo sorriso si dipinse sul volto del giovane, che già scuoteva la testa verso il suo interlocutore.

Non fa per me



L'uomo spense la sigaretta grattandola al muro vicino alla finestra davanti alla quale si trovavano entrambi seduti. Riviveva in quei momenti i suoi trascorsi nelle fila della Roccia, restando assorto negli ultimi chiarori della sera forse qualche istante di troppo.

Si guadagna bene.. si diviene potenti



Dentro di se chiedeva perdono a quel ragazzo a cui tanto si era affezionato nel tempo trascorso assieme tra sudore, duro lavoro e discussioni quotidiane. Conosceva la sua storia quel tanto che bastava a comprendere che il si, il giorno in cui si era presentato alla sua porta con la madre, era la sola risposta che potesse dare.
Sapeva che la giusta corda dentro di lui avrebbe vibrato. Forse scoprendo ferite ancora troppo fresche, ma avrebbe smosso i macigni che vedeva dietro l'azzurro dei suoi occhi. Osservò in un angolo dell'officina la pietra malamente intarsiata, riflettendo però sul suo allievo.
Non era uno spreco che il villaggio poteva permettersi.

E cosa ancora più importante.. può darti uno scopo



Osservò lo sguardo fermo di Katashi, quello che solo in occasione dei lavori più articolati e difficili era solito vedere. Riservato alle piccole imprese di un ragazzino alle prese con un mestiere complicato che non voleva saperne di tirarsi indietro senza aver fatto la sua parte.

Ne fu compiaciuto.

----

Aveva affrontato anni di studi con il sostegno costante del vecchio Darui. Continuava a lavorare a tempo pieno, senza sosta, nella sua bottega, relegando le poche giornate libere a saltuarie visite alla famiglia durante le quali riversava ogni goccia di attenzione e sentimento alla sorella.
Era pronto ad affrontare ogni difficoltà che la sua scelta, presa una strana sera d'inverno davanti al fumo di una sigaretta non sua, gli avrebbe messo innanzi.

Il primo passo era l'esame per divenire Genin di Iwa.
 
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view post Posted on 2/9/2016, 22:44
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Davvero un lavoro di ottimo livello!
Possiamo abilitarti tranquillamente, appena possibile lo staff ti aprirà la scheda.
Ancora complimenti u.u
 
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marko12
view post Posted on 20/9/2016, 22:22




Nome: Gyukudo
Cognome: Morita
Clan: Bakuton


Descrizione fisico-caratteriale: capelli color nero e occhi castani, ha un fisico slanciato dati i suoi 170 cm e sebbene non abbia molta forza possiede la resistenza tipica dei ninja della roccia, abituato a sopportare lunghe fatiche senza lamentarsi. Ha un carattere equilibrato e tende ad adeguarsi alle situazioni in cui si trova; appare socievole e gentile verso le altre persone anche se difficilmente confida le proprie emozioni e i propri pensieri. D'Altronde le esperienze che ha fatto lo hanno plasmato nel ragazzo che è oggi.

Storia: A prima vista sembra una storia di un ragazzo ordinario che viveva nei pressi della fortezza del Clan, ha una famiglia benestante e ha tre fratelli. Suo padre è scultore e così pure i fratelli determinati e schiacciati sotto il peso delle aspettative paterne. Suo padre, Atshushi , non aveva fatto altro che seguire le orme paterne e così prima di lui altre 2 generazioni di Morita. Aveva lo stesso carattere del nonno, duro e granitico senza mostrare nessuna emozione al figlio con l'unico scopo di farlo sudare e farlo diventare uno scultore. Fin da piccolo Atshushi diceva ai figli:

Le aspettative che ho su di voi sono tutto, non deludetemi e vi renderò la vita facile

Questo fu il primo avvertimento, Gyukudo non lo prese sul serio pensava che il padre non gli avrebbe mai fatto del male.

(Ah come ero stupido, lo ricordo troppo bene) pensò guardandosi la cicatrice sul palmo della mano destra.

Era un sabato mattina e il bambino felice si alzò dal letto pieno di energia e ristorato dal lungo riposo. Entrò nella cucina di casa sua che si presentava come ogni giorno confusa e piena di polvere proveniente dallo studio paterno, dopo aver salutato tutti si diresse verso la madre per mangiare qualcosa prima di uscire fuori a giocare. Un'occhiataccia della madre subito spense il sorriso del povero bambino e con voce secca esclamò :

Tuo padre ti cerca... Immediatamente

Sconsolato e conscio che ormai la sua giornata felice era finita, si diresse verso lo studio paterno e lì lo trovo intento a scolpire una colonna per la casa di un nobile della Roccia. Era di una bellezza che mozzava il fiato, sembrava una figura imponente e aggressiva nonostante fosse solo pietra. In particolare il viso mostrava una forte potenza e magnetizzava lo sguardo. Si vedeva che era fiero della sua opera e avrebbe dato l'anima o anche i suoi figli per continuare a scolpire in quella maniera.

Un giorno anche tu avrai una tale padronanza, basta solo l'impegno quotidiano. ora vai dal tuo vicino e vedi se ha bisogno di aiuto nelle sue cose. E non toccare questa mia creazione te lo proibisco

Dopo essere uscito e aver passato la giornata a fare servizi di casa per il vicino tornò a casa, per tutta la giornata però aveva pensato alla colonna. Così penso di entrare nello studio di notte e di vederla da più vicino così si mise a letto e finse di dormire. Dopo un'ora sicuro che i genitori dormivano entrò nello studio e pian piano si avvicinò alla statua, era ipnotizzato da quei suoi occhi magnetici. Spinto da questo istinto irrefrenabile appoggiò le mani su quel viso e ad un tratto sentì che dalle mani proveniva uno scoppio e vide con orrore che la colonna aveva subito delle crepe profonde. Così fu trovato dal padre, immobile , tempo dopo e tale tu la sua furia che lo picchio così forte e così tanto che gli restarono segni su tutto il corpo, in particolar modo sul palmo che aveva usato per difendersi dai suoi colpi.da quel moneto seguì in silenzio i suoi compiti senza mostrare alcun segno di ribellione per le decisioni paterne. Tempo dopo Gyukudo che si era sempre mostrato restio a seguire le orme paterne appena poteva scappava per allenarsi con il suo amico d'infanzia Benkei. Questi aveva 3 anni più di lui e già frequentava l'accademia e perciò lo prendeva sempre in giro. Ogni giorno si allenavano fino allo sfinimento e ogni fallimento pesava sulle sue spalle e lo faceva convincere sempre di più che forse la strada da seguire era quella paterna. Un giorno in particolare fu fondamentale nella vita del ragazzo, il nonno lo venne a cercare dopo la sua ennesima fuga e avendolo trovato in una radura rocciosa si sedette e gli disse:

ragazzo devi smetterla di scappare, sii uomo e fai ciò che pensi sia giusto non ti nascondere dietro le giustificazioni che sei piccolo ormai hai 12 anni

Per la prima volta vide che pure il grosso e forte omone aveva mostrato di possedere un cuore e di spingere il nipote a fare la cosa giusta.Così con l'approvazione del nonno decise di iscriversi all'accademia e andò via di casa, non fu una grave perdita dato che dopo l'episodio della statua che il padre non gli aveva mai perdonato , era come morto per lui. Gli anni in accademia furono i più belli e ne conservava un piacevole ricordo, cercava di imparare più cose possibili sulle tecniche ninja. Era soddisfatto del suo percorso e si impegnò al massimo per riuscire nella sua nuova vita. Il giorno prima dell'esame da Genin sognò sua madre che nel vederlo partire con uno zaino sulle spalle gli augurava silenziosamente tutto il suo bene.
 
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view post Posted on 20/9/2016, 22:44
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Ci sono un paio di dettagli nella storia che non mi tornano XD ad esempio: la colonna che scolpisce il padre è descritta con tratti umani. Volevi dire che era una statua?
Poi c'è la faccenda della madre: quando arriva il momento di diplomarsi all'Accademia era già morta?

Per il resto la storia è valida, cito Simo^^
CITAZIONE (¬BloodyRose. @ 30/6/2016, 10:39) 
Abilitato, adesso leggi passo passo la Guida alla creazione della scheda e primi passi. Lo Staff a breve ti aprirà la scheda fornendo il codice che dovrai modificare e ripresentare nello stesso topic. Appena possibile lo Staff verrà a controllare che tu abbia inserito bene i dati convalidando la scheda e aggiornando il post di apertura.

A quel punto potrai richiedere di fare l'Esame Genin nel topic Accademia, nella modalità che preferisci.

Per qualsiasi domanda siamo a tua disposizione.
 
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marko12
view post Posted on 21/9/2016, 12:45




In realtà intendevo proprio una colonna che mantiene un porticato (per es.) scolpita con fattezze umane ( non so perchè mi ispirava xD). Per la facecnda della amdre non sa nemmeno lui che fine ha fatto dato che non si vedono da quando lui è andato via.
 
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view post Posted on 21/9/2016, 13:16
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CITAZIONE (marko12 @ 21/9/2016, 13:45) 
In realtà intendevo proprio una colonna che mantiene un porticato (per es.) scolpita con fattezze umane ( non so perchè mi ispirava xD). Per la facecnda della amdre non sa nemmeno lui che fine ha fatto dato che non si vedono da quando lui è andato via.

ah ecco, mi era sfuggita la "fuga" da casa. Per la colonna lol, oramai ho dimenticato il termine tecnico che designa quel tipo di elemento...ma va bene così xD
 
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view post Posted on 9/2/2017, 13:23
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• [NOME]: Sozen
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• [COGNOME]: Okuda
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• [CLAN]: Jinton
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• [PAESE]: Iwa
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• [ASPETTO FISICO e CARATTERIALE]: Sozen è un ragazzino di 12 anni, dai capelli corvini e la pelle alabastra. Ha occhi color smeraldo profondi come l'oceano, è altro circa 155 centimetri e ha una corporatura piuttosto magra, dalle spalle larghe e con i primi segni degli intensi allenamenti che iniziano a tracciare delle figure geometriche sempre più marcate.
Sozen è un ragazzo riservato e dalle poche parole, dipingendo il quadro del tipico lupo solitario. Tende a rispondere a monosillabi e a risparmiare il fiato, soprattutto quando il suo giudizio su chi gli si para dinanzi è negativo, il che accade la maggior parte delle volte. Ama restare da solo immerso nei suoi allenamenti, ma anche nei libri, elemento fondamentale per distaccarsi dalla realtà. Preferisce trascorrere il tempo libero oltre che leggendo, anche esplorando cercando antichi tesori o resti di civiltà ormai perdute. Tuttavia nonostante il comportamento ostile che può avere, si affeziona facilmente a chi gli va a genio ed è disposto a dare la propria vita per loro, oltre che per i valori di solidarietà e fratellanza con cui è cresciuto. Si irrita facilmente e ciò fa di lui un ragazzo irascibile, oltre che permaloso e a tratti arrogante.
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• [STORIA]: Un urlo lancinante lacera il silenzio della notte nera di Iwa, spaventando alcuni volatili delicatamente adagiati sulle grondaie della magione. Una tiepida luce di un raggio lunare filtra attraverso le vetrate di una finestra, accarezzando il viso sudato e dolorante di una donna dalla bellezza sfolgorante; lunghe ciocche dorate ricadano rozzamente sulle guance, sul collo e sulle lenzuola umide del letto su cui ella è adagiata. Forti fitte la tormentano, dolori atroci le paralizzano il corpo ma Jun, questo è il nome della donna, è disposta a tutto pur di dare alla luce il suo primogenito, Sozen. Jun è infatti la moglie di uno dei principali esponenti del Clan Jinton di Iwa, Ryu Okuda, che ha sposato la donna da appena due anni.
Sono tempi difficili per l'intero mondo ninja, minacciato da continui cambiamenti al vertice dei Villaggi e da lotte politiche infinite dettate dal semplice desiderio di ottenere più potere. Ma quella notte del 236 DN, i due amanti non avevano occhi che per il loro figliolo dai capelli arruffati e neri corvino. Egli avrebbe avuto un ruolo importantissimo per gli equilibri sociali e politici della famiglia Okuda all'interno del Clan Jinton, una comunità che da sempre cerca di tutelare e preservare il potere innato che si tramanda da quando l'Eremita dei Sei Sentieri decise di far conoscere all'uomo l'inesauribile fonte di energia del Chakra.
Gli anni passavano e Sozen cresceva a vista d'occhio tra la severa educazione impartita dalla famiglia e il profondo amore che i genitori nutrivano per lui. A soli 5 anni Ryu decise di iniziarlo alle arti ninja, in seguito ad alcuni eventi su scala mondiale, come l'alleanza tra Kiri e Oto, che potevano minare le fondamenta dei dettami del Clan. Ryu era ossessionato da questo; uomo estremamente tradizionalista e conservatore, era disposto a tutto pur di far primeggiare il Clan a cui apparteneva, non soltanto su Iwa ma sull'intero mondo degli shinobi.
Sozen riuscì a soddisfare ampiamente lo scorbutico capofamiglia, nonostante la tenera età. Egli infatti sembrava eccellere nello studio delle arti ninja, grazie anche alla profonda dedizione di Ryu che riusciva a far passare duri allenamenti per semplici giochi.
Quando circa 4 anni dopo, il perfido dio Watashi si presentò al mondo attorniato dai lampi violacei che squarciavano il cielo, incutendo paura e timore nei mortali, Ryu capì che era il momento di aiutare Sozen a sviluppare i poteri dell'antica e nobile Arte della Polvere, il fulcro del potere del Clan Jinton. Già iscritto all'Accademia Ninja, Sozen fu indirizzato verso degli studi sia teorici di discipline scientifiche, anche se estremamente semplificate, come la chimica e la biologia, sia verso la parte pratica per riuscire a controllare il potere della Disgregazione molecolare, tipico effetto del Jinton.
Anche se giovane e infinitamente innocente, Sozen visse i successivi anni con un unico scopo: diventare Genin e perfezionare conoscenze e arti combattive, così da poter aiutare suo padre nella lotta di supremazia del Clan, ma soprattutto, poter proteggere i propri cari e il popolo della Roccia.
[questa è la storia in generale, la approfondirò durante la stesura della scheda.]
 
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view post Posted on 9/2/2017, 14:46
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Mhh... mhhhh..

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Eccellente.

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view post Posted on 3/5/2017, 01:39




• [NOME]: Megu
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• [COGNOME]: Kamizuru
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• [CLAN]: Kamizuru
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• [ASPETTO FISICO e CARATTERIALE]: Megu è una ragazza piuttosto bassa, di carnagione pallida e dal fisico poco atletico - un fisico "da vera intellettuale", come amano dirle i suoi cari. I suoi lunghi capelli neri sono perennemente legati in una spartana crocchia; ha gli occhi neri e porta gli occhiali, benché non le manchino che un paio di diottrie, perché le sembra fondamentale poter scrutare al meglio le persone e le cose che la circondano. Non vi sarà difficile sorprenderla a fissarvi con aria concentrata ma un po' sdegnosa, immersa in chissà quali congetture sulla vostra persona.
È una ragazza tutt'altro che timida, ma diffidente, scontrosa e persino altezzosa.
Sebbene non sia di certo né bella, né particolarmente intelligente o spiritosa, è molto sicura di sé e ama fare del sarcasmo; è convinta di avere un talento incredibile nel soppesare le persone prima ancora che essi le rivolgano anche una sola parola. Confida molto nel suo istinto in ogni aspetto della sua vita, sebbene ami credere di essere una persona molto razionale.

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• [STORIA]: Megu è la più piccola di tre fratelli, e nacque quando i suoi genitori - Himeko e Satoshi - erano già piuttosto anziani, nonché ormai tristemente rassegnati all'idea di non poter più ricevere la "benedizione di un altro figlio".
Questo inaspettato "dono degli Dei" rese i due vecchi Kamizuru felici all'inverosimile: prima ancora della sua nascita, la bambina fu circondata da un affetto tanto cieco e smisurato da rasentare la pura adorazione.
Viste le premesse si può tranquillamente indovinare quanto Megu sia viziata e coccolata in famiglia. I fratelli maggiori la vedono come una tenera mascotte nonostante i suoi modi di fare quasi tirannici, i genitori credono fermamente di aver generato un raro gioiello, destinato finalmente a dar lustro al nome dei suoi genitori e del suo Clan grazie alle doti straordinarie che solo loro ravvedono con tanta sicurezza in una ragazzina scialba e supponente quanto la loro terzogenita.
Fin da piccolissima Megu dimostrò una smaccata preferenza per la solitudine - le era praticamente impossibile legare con i suoi coetanei, che dal canto loro non amavano il carattere superbo e pedante della giovane, tondeggiante quattrocchi Kamizuru.
Quando a otto anni cominciò finalmente a frequentare l'Accademia, Megu si dimostrò anche una studentessa non particolarmente brillante, abbastanza ferrata sulla teoria ma pigra e incostante nella pratica; insomma, non di certo una giovane promessa...
Nonostante l'evidenza cominci probabilmente a smentirli, Himeko e Satoshi continuano a credere incrollabilmente nel talento della loro figlioletta: nel giorno del dodicesimo compleanno di Megu, annunciarono trionfanti che era giunta per lei l'ora di venir introdotta ai segreti del suo Clan, e incaricarono la loro figlia maggiore - Mayuki - di schiuderle le porte dell'alveare.
Solo così sarebbe stata realmente pronta a diventare una Kunoichi a tutti gli effetti, una volta superato l'esame Genin...


Megu non ha un buon rapporto con l'autorità in genere e ha ricordi perlopiù spiacevoli dei suoi anni in Accademia, ma non esita a definire il periodo di addestramento con la sorella il momento più interessante della sua vita.
Non aveva mai dimostrato molto entusiasmo nei confronti delle api, delle vespe e di tutto quanto ronzava intorno al mondo dei Kamizuru...
I nobili insetti, alleati della sua gente da generazioni, le ispiravano terrore; le sembrava praticamente impossibile fidarsi di quelle perfide creature bramose di estrarre i loro pungiglioni - ma ha sempre adorato il miele. Questa sua debolezza non era sfuggita proprio a nessuno, in casa, ed era un vero punto dolente, l'unica cosa che creava una certa ansia negli animi dei suoi attempati genitori. Ma non a caso questi affidarono un compito delicato quanto l'iniziazione di Megu alla loro primogenita.
Mayuki è una donna rigida, una Chunin affidabile e solerte che ama la disciplina. Sebbene adori Megu quanto tutti i suoi parenti stretti, la maggiore dei figli di Himeko e Satoshi è attualmente l'unica persona che sia riuscita ad ispirare in Megu un certo timore reverenziale e una grande stima grazie alla sua enorme forza di carattere.
Per il primo dei loro molti addestramenti - che si protrassero per alcuni mesi - Mayuki trascinò una Megu un po' pallida, moderatamente agitata e molto irritata proprio in quella foresta in cui si narrava che la gloriosa capostipite dei Kamizuru avesse siglato il patto con la Grande Ape, soffrendo le pene dell'inferno.
La fece allontanare di una decina di passi da sé e poi, senza alcun preavviso, le aveva scatenato contro un folto sciame di vespe, urlandole:

- Scappa! -

E Megu scappò, effettivamente, ma la sua folle corsa durò ben poco; quando gli insetti la raggiunsero, dimenticandosi della propria dignità (a cui pure tanto tiene, in genere) la ragazzina si buttò a terra cercando disperatamente di coprirsi il volto con le braccia, ed emise un grido lancinante pronta a patire anche lei il martirio della leggendaria Hiroko, per poi però morire.
Solo dopo alcuni istanti si rese conto che le vespe si limitavano a ronzarle attorno, senza la minima intenzione di traffigerla a morte come aveva creduto.
La crudele sorella la raggiunse poco dopo e le creature infernali parvero disperdersi in un baleno. Solo a quel punto Megu, ancora incredula, osò rimettersi in piedi lentamente e mettere giù le braccia. Si limitò a fissare la sorella con un misto di orrore e di ira nei piccoli occhi neri sgranati, senza neanche sistemarsi gli occhiali sul naso. Non riusciva ancora a proferir parola, un po' per la vergogna, un po' per il fiatone - il cuore le batteva ancora a mille per lo spavento, e in realtà la corsa non era esattamente tra i suoi hobbies preferiti.

- Oggi hai imparato due cose fondamentali per noi: quanto sia importante saper correre via veloci... E che il tuo sciame non potrà mai farti del male! -

Tempo dopo, Megu, rimuginando su quell'episodio così umiliante e al tempo stesso importante per lei, avrebbe pensato che quello che si era scatenato quella volta contro di lei non era certo il suo sciame, ma era lo sciame di Mayuki e che quella era stata tutta una sceneggiata; se solo la sorella lo avesse voluto, le vespe avrebbero potuto farle del male, eccome.
Inoltre quella bizzarra terapia d'urto, e tutti gli altrettanto bizzarri metodi con i quali la sorella le aveva schiuso le porte della conoscenza e l'aveva allenata in seguito, le avevano sicuramente insegnato a non temere api e vespe e anzi, a farne le sue alleate... Ma di certo non le aveva insegnato ad amarle più di prima.

Edited by Impostora - 3/5/2017, 02:57
 
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view post Posted on 3/5/2017, 08:10
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La scheda è eccezionale, nessuna correzione da fare. Unico dubbio che da Cell non riesco a dissipare: hai fatto un micropost di presentazione? Nel caso, ti abilitiamo al volo; se no, sistema prima quello e poi procediamo.
 
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view post Posted on 3/5/2017, 10:33
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Si, si è presentata qualche giorno fa^^

Abilitata, adesso leggi passo passo la Guida alla creazione della scheda e primi passi. Lo Staff a breve ti aprirà la scheda fornendo il codice che dovrai modificare e ripresentare nello stesso topic. Appena possibile lo Staff verrà a controllare che tu abbia inserito bene i dati convalidando la scheda e aggiornando il post di apertura.

A quel punto potrai richiedere di fare l'Esame Genin nel topic Accademia, nella modalità che preferisci.
 
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view post Posted on 3/5/2017, 12:19
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ottimo x.x ho spulciato gli ultimi topic ma non la trovavo.
In realtà è solo invidia. Troppo brava :v
 
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Lacat
view post Posted on 12/6/2017, 01:03




[NOME]:Nori
• [COGNOME]:Iwasa
• [CLAN]:Yoton
• [PAESE]:IWa
• [ASPETTO FISICO e CARATTERIALE]: Nori è un ragazzino serio all'impatto. Vive giorno per giorno con ansietà, con un disprezzo per il mondo.
Fin da piccolo soffre di un squilibro mentale . Ha l'abitudine di fissare ogni individuo che incontra, ma nello stesso tempo li "etichetta" nella sua mente. Ride e piange molto raramente, sperso nell'abitudine "stramba". La sua carnagione è bianca come quasi la neve... I capelli biondi risaltano i suoi occhi chiari come il ghiaccio. Nori ha una corporatura media.
Ha un piccolo tagli sulle sopracciglia.
• [STORIA]: Nori non ricorda bene precisamente la sua tenera età. Fin dalla tenera età ha avuto molto amore, conseguito da molte attenzioni particolari. Il padre l'ha sempre cercato di accontentarlo in quasi tutte la manieri, cercando di fargli capire la semplicità di ogni cosa e del giusto.
Il giovane mostra pecche nel socializzare e della vita stessa, facendo preoccupare i genitori a morte per queste mancanze. Hanno cercato sempre di spronare la sua intensità, ma il risultato è stato invano a lungo andare.
All'età di otto anni si trova iscritto all'accademia dei ninja e passando la maggior parte del tempo li.
Il suo carattere divenne freddo e a volte insensibile, ma nascondendo la sua parte migliore. Combatteva contro se stesso per diventare diverso, ma era inutile -Perché?- Comprese la diversità che lui era confronto ai suoi coetanei
La carriera scolastica non andava ne bene e ne male... Il ragazzo non si concentrava più di tanto per lo studio. In alcuni giorni stava molto attento alle lezioni apprezzandole per la loro semplicità, e in altri giorni zero assoluto.
Amava guardare dalla finestra il paesaggio, le persone, gli alberi, gli uccelli che passavano in quell'istante davanti ai suoi occhi. -Voglio volare libero !-
Estrasse dalla sua tasca un libricino e una penna, ed iniziò a scrivere:
Voleva l'ebbrezza di essere libero dalle catene di un mondo.
Voleva crescere soltanto.
Voleva capire la vita stessa.
Le mani gli tremavano come un boato tra le stelle.
Le sue lebbra pendevano dalla maestosità della conoscenza.
Un'altra giornata scappa.
Firmato: Nori Iwasa

Edited by Lacat - 14/6/2017, 09:50
 
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view post Posted on 12/6/2017, 15:59
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Il cognome non è da mettere Yoton in quanto non è un cognome di famiglia, sta a significare "Fusione" se non erro, riporta quindi all'abilità del clan. Scegline pure uno dalla lista cognomi che forniamo o altro sempre giapponese.

Occhio poi nel testo che ci sono molti errori, prova a dare una riletta e a rimediare, in caso passo a correggerti al volo qualcosa di più evidente ^^
 
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83 replies since 10/4/2016, 21:13   2367 views
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