V'era molto movimento nei vicoli del villaggio, sotto quella tenue luce aranciata emanata dall'astro infuocato solitamente stagliato nell'alto della volta celeste e adesso adagiato stancamente alle alte vette delle montagne che fungevano da mura difensive.
La pericolosa dama dalla bellezza peccaminosa osservava quasi sempre la vastità del suo dominio dall'alto della torre che accoglieva i suoi alloggi; era una sensazione strana vedere quegli uomini e quelle donne muoversi in ogni direzione, come formiche operaie che tracciano un ordinato percorso di andata e ritorno. Dall'ampia vetrata dalla quale era affacciata, per Chiye era possibile estendere la visione ben al di fuori del villaggio che adesso era sotto il suo controllo, e quell'unico occhio color ocra che le era rimasto faceva quanto in suo potere per distinguere chiaramente quello che veniva proiettato nella retina - solitamente affaticata a causa del riposo perpetuo della gemella dormiente. Più che vedere nel vero senso della parola quegli strani individui laboriosi in movimento, sembrava sentirli e percepirli distintamente.. quasi fosse nel bel mezzo di quell'andirivieni; le persone più interessanti e le conversazioni più significative da seguire erano, a quel punto, una sua personale predilezione.
(E pensare che fino a poco tempo fa ero in mezzo a loro, come un insetto in mezzo a tanti; non ero che uno stupido strumento dei potenti per la salvaguardia di questo posto. E adesso sono qui, temuta e venerata come una salvatrice da quelli che hanno cercato di usarmi.
Com'è piccolo il mondo..)
Sorrise spontaneamente a quel pensiero, mentre frammenti sommari di ricordi scolpiti nella sua memoria ripercorrevano la sua sofferta vita sino al traguardo della sua posizione. Tutto quello che aveva dovuto subire nel corso della sua esistenza - costellata di umiliazioni, tradimenti e persino dall'abbandono dei propri cari - bruciava ancora nella sua anima come carbone dalle esalazioni tossiche, nonostante il suo comportamento vanesio e disinteressato mostrasse tutt'altro che i fantasmi del suo dolente passato.
Quel raro momento di placido ozio fu interrotto dal suono crescente di strepitanti voci in avvicinamento allo studio, una delle quali riconobbe subito essere quella della sorella minore; come aveva previsto, in pochi attimi Akiho Koizumi aveva varcato la soglia della sua personale "alcova" dai drappi color sangue, accompagnata dall'affascinante Hiroji Yamada e da uno degli ANBU a guardia del locale che, inutilmente, aveva cercato di bloccare loro l'accesso come gli era stato ordinato di fare dalla splendida Tsuchikage, desiderosa come non mai di un po' di solitudine.
Messo completamente a tacere dalla focosa volontà della giovane dalla lunga chioma cremisi e gli occhi d'ambra, lo sfortunato soldato pose il suo sguardo sulla sovrana per chiedere tacitamente perdono per non essere riuscito a bloccare quei due disturbatori; senza scomporsi, la venerabile Chiye emise un sospiro, distogliendo il suo con fare rassegnato. Congedò l'uomo con un eloquente movimento della destra e questi, senza emettere fiato, lasciò l'ampia sala dopo aver con reverenza chinato il capo.
A cosa devo così tanto fervore, Akiho-chan?
Cominciò così quella stramba conversazione, con il cupo tonfo del portone d'accesso alle spalle dei due nuovi arrivati e un annoiato strascicarsi di parole da parte della donna bruna, palesemente esasperata da quella brusca interruzione del suo isolamento.
E' una cosa importante, neesan. Si tratta di quegli sporchi nukenin delle nuvole rosse.
Quella sollecita introduzione all'argomento del giorno fu sufficiente a spazzar via ogni ragionevole stizza e ad accendere l'interesse della donna superbamente ammantata dei colori della terra, che subito pose l'attenzione sulla figura più mascolina della sorella minore.
Le nostre spie riferiscono che il loro covo sul nostro territorio è stato recentemente abbandonato; dobbiamo fare subito qualcosa o le sconsiderate iniziative di quei mentecatti distruggeranno tutto quello per cui abbiamo penato! Quel posto deve essere raso al suolo e nessuno dovrà mai venire a sapere che sono stati qui nella nostra terra a fare il buono e il cattivo tempo sotto il nostro naso!
Se permetti, Akiho-chan.. comprendo pienamente il tuo voler salvaguardare la reputazione di tua sorella e, ancor più, della tua amata patria.. ma non sono d'accordo sul metodo che hai proposto. Se occultassimo al mondo la tana di quelle serpi, distruggendola e insabbiandone i resti, non risolveremmo il problema alla radice e otterremmo l'effetto contrario a quello a cui tu stessa miri, compromettendo a lungo andare sia la reputazione della Roccia che quella di Chiye-dono. Dopotutto nessuno ci assicura che non tradiranno l'alleanza adesso che hanno deciso di abbandonare la zona sicura, cercando con tutti i mezzi di crearci terra bruciata attorno per poterci poi attaccare senza rischio di un ausilio bellico esterno alle nostre forze.
S'intromise il giovane uomo dal portamento regale, avanzando di qualche passo verso il tavolo delle trattative posto al centro della stanza con fare pensieroso e riflessivo. Era sempre stato un ottimo stratega e un abile pensatore; entrambe le sorelle Koizumi si fidavano pienamente della sua intelligenza e della sua solerzia.
Come potrebbero essere così schifosi da fare una cosa del genere senza motivo? Non mi sembra che la Roccia, nonostante tutti i rischi che corre, sia mai venuta meno al patto stipulato!
Per loro questo non ha alcuna importanza; se hanno deciso di muoversi evidentemente i loro piani sono cambiati e così anche le loro esigenze. Pensi davvero che criminali di quel calibro si facciano tutti questi scrupoli per un accordo? Anche dopo l'attacco alla Foglia da parte di quel suicida di Hyou con le sue bestie?
Quell'accordo diceva che non avrebbero attaccato la Roccia sin quando essa avrebbe permesso loro di rifugiarsi nella sue terre, senza opporsi in alcun modo ai loro traffici illeciti; un patto equilibrato - stipulato sotto banco, probabilmente per proteggere il villaggio da pericolosi documenti - che dava vantaggio ad entrambe le parti, ma che adesso avvantaggerebbe unicamente la nostra causa. Non siamo più al sicuro di quanto lo eravamo prima di questa scoperta, e l'unica cosa che possiamo fare adesso è cercare alleati nelle forze vicine; Hyou ha apertamente dichiarato guerra al sistema, e noi siamo tanto bersagli quanto gli altri.
Hiroji-san ha ragione, sorellina.
E dopo minuti interi d'interminabile silenzio, la femme fatale prese finalmente parola. Aveva ascoltato con estrema attenzione quello scambio di battute fra la sorella minore e il prestante medico da guerra del famigerato Bakuton, dalla cui figura mascolina e ben scolpita non riusciva a staccare gli occhi; la questione era piuttosto spinosa e poteva seriamente minare le fondamenta della sua sovranità. Non poteva permetterlo, non a pustole insignificanti come quelle dell'organizzazione delle nuvole rosse: non si sarebbe fatta cogliere impreparata da quegli avventati, e certamente avrebbe lottato con tutta se stessa per difendere ciò che con molto patimento aveva guadagnato.
Dobbiamo muoverci in un'altra direzione e avvisare le altre grandi potenze dell'odierna scoperta; per loro non sarà una novità il patteggiamento della Roccia con quei vermi di Akatsuki, ma lo sarà la nostra incredulità..
Espose il suo piano, piegando appena le sue labbra in un sorriso dal sapore sardonico. Non potevano passare come santi della situazione dopo quello che gli Hokori avevano permesso, non dopo che anche la Foglia aveva rivelato al concilio ristretto dell'affare dei bijuu in cui erano coinvolti i ninja della Roccia. Sfortunatamente, non v'era modo di aggirare l'ostacolo se non quello di lavorare d'astuzia nel limite delle loro scarse possibilità.
Akiho la guardò con aria interrogativa.
Vorresti dire che dirai loro che non sapevi dell'alleanza stipulata dagli Hokori? Ti rendi conto che rideranno di te?
E noi li lasceremo ridere. Preferisci che la tua amata Roccia sia isolata del resto del mondo e abbia nemici ad ogni angolo?
Si scambiarono un'occhiata di fuoco le due sorelle, carica di esplosiva provocazione l'una nei confronti dell'altra ma anche di una malcelata e rassegnata comprensione - soprattutto da parte della più piccola, che dopo poco giunse anch'ella alla conclusione che quel piano, per quanto lesivo dell'immagine della sua adorata sorella, era in fin dei conti il migliore che avessero; Hiroji annuì al ragionamento dalla venerabile Chiye, con un certo orgoglio nel vederla finalmente muoversi nella direzione più giusta per il benessere generale della loro terra e del loro popolo - anche se in cuor suo sapeva perfettamente che quell'agire era volto a salvaguardare se stessa e quello che le stava a cuore.
Con quell'appena accennato ondeggiare dei fianchi, tipico di quel suo modo provocante di camminare, s'avvicinò anch'ella al tavolo e, sedendosi sulla sua superficie liscia con sfacciata eleganza al limite, cominciò ad impartire i suoi ordini.
Akiho, vai a cercare Tadao e organizzate assieme un'azione di spionaggio con la massima urgenza. Voglio i migliori sul territorio, e desidero sapere ogni cosa: conformazione di quel covo, eventuali sigilli che sono stati utilizzati per celarlo alla vista degli avventurieri, dove potrebbero essere andati Hyou e i suoi.. seguite ogni traccia, setacciate il territorio in lungo e in largo e se incontrate qualcuno dell'organizzazione o presunto tale, uccidetelo a vista se necessario.
Questi gli ordini per la rossa dal temperamento focoso, che a quelle parole annuì con decisione per poi avviarsi a soddisfare i desideri della sorella-sovrana. Anche Hiroji, terminata la conversazione, stava apprestandosi a lasciare la Tsuchikage nella sua solitudine.. ma al momento di muovere i primi passi, l'inconfondibile invito della sua sovrana giunse come un'invitante eco per arrestare il suo incedere.
Hiroji-san, rimanete con me. Ho bisogno del vostro consiglio.
Parole cariche d'una forte tensione, pronunciate da una donna che sapeva bene cosa voleva ottenere da quell'incontro fortuito. Con fare seducente diede qualche colpetto al tavolo, invitando quell'uomo dall'eccentrica capigliatura biondo-bruna e quel paio d'occhi d'un magnetico verde acqua a raggiungerla. A quell'esortazione lussuriosa egli sorrise appena e decise di sfidare apertamente la femme fatale, voltandosi verso di lei con fare sicuro e scrutandola dritta negli occhi mentre, con passo volutamente lento, s'avvicinava al suo capezzale.
Tu non hai bisogno del mio consiglio, Chiye-chan.. tu hai bisogno di qualcos'altro...
Prese a provocarla, arrivando ad accorciare le distanze sino a ridurle a pochi centimetri. Non avrebbe mai permesso che la donna vincesse quel gioco con tanta facilità, senza avere nemmeno il piacere di convincerla di poter resistere al suo ammaliante fascino.
Davvero? E di cosa avrei bisogno, mio caro medico..?
Emise quelle parole come un gemito a denti stretti, accarezzandogli dolcemente la lunga ciocca bionda che ricadeva sulla veste bordeaux per poi lasciar scivolare quella sua stessa mano, strumento del peccato, al nodo che teneva tutto il vestiario insieme.
Potevano sentire sulla pelle l'uno il respiro dell'altra, talmente quei loro volti erano vicini e quelle labbra attratte le une dalle altre; quando il desiderio esplose varcando il punto di non ritorno, il prestante Hiroji Yamada afferrò la Tsuchikage con foga passionale, tirandola a sé in un gesto di supremazia mascolina.
Tu hai bisogno di me!
Le sussurrò all'orecchio con arroganza, per poi far scivolare dolcemente le sue labbra sul collo della donna e, finalmente, incontrare quelle peccaminose di lei ad attendere i suoi ardenti baci. Su quello stesso tavolo consumarono l'amore carico di desiderio ch'ella s'ostinava a rinnegare, nell'oscurità della notte oramai appena cominciata.
Edited by ¬BloodyRose. - 2/7/2016, 14:46