Studio Tsuchikage

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view post Posted on 24/3/2016, 18:53     +1   -1
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[ Ekken-Shitsu ] - 謁見室 - Sala del Trono

|| Ampia, sfarzosa e ben illuminata; opera mirabile dei maestri costruttori a cui l'attuale Tsuchikage ha voluto aggiungere un po' di personalità.
Lo studio si presenta agli avventori circondato da archi a tutto sesto, pregevolmente plasmati dalle abilità degli architetti e decorativamente intagliati dagli artisti sopraffini. Coadiuvati dalle grandi vetrate che permettono alla luce naturale d'inondare l'intero locale, questi donano subito un senso di profondità a chi vi accede. Il pavimento a mosaico semplice è sempre lucidato dalla cera, seppure la fascia centrale sia coperta da un lungo tappeto rosso. Su di esso, al centro esatto della lunghezza, vi è posizionato un ampio tavolo ovale: qui vengono accolti i funzionari delle altre nazioni ed è qui che vengono discusse le strategie di guerra, le trattative o gli affari di massima urgenza. Sul fondo, in contrasto con la luce, svetta il trono della Tsuchikage, incavato nella brulla roccia. Il seggio viene elevato al cielo dagli irregolari gradini ricavati per giungervi, e insieme ad essi è circondato di spuntoni aguzzi. Sua funzione non è la comodità, bensì quella di elevare la figura del sovrano agli occhi degli avventori.
Le antiche statue raffiguranti gli Hokori sono state distrutte, a simboleggiare il repentino cambio di rotta della nazione un tempo legata a falsi eroi; al posto degli arazzi, suddivisi per ogni colonna a sostegno degli archi, sono stati aggiunti dei voluttuosi drappi color del sangue sorretti da corde intrecciate d'oro che sembrano filtrare la luce del sole per inondare il locale di intense sfumature di colori caldi, tipici della terra.
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view post Posted on 2/7/2016, 11:59     +1   -1
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V'era molto movimento nei vicoli del villaggio, sotto quella tenue luce aranciata emanata dall'astro infuocato solitamente stagliato nell'alto della volta celeste e adesso adagiato stancamente alle alte vette delle montagne che fungevano da mura difensive.
La pericolosa dama dalla bellezza peccaminosa osservava quasi sempre la vastità del suo dominio dall'alto della torre che accoglieva i suoi alloggi; era una sensazione strana vedere quegli uomini e quelle donne muoversi in ogni direzione, come formiche operaie che tracciano un ordinato percorso di andata e ritorno. Dall'ampia vetrata dalla quale era affacciata, per Chiye era possibile estendere la visione ben al di fuori del villaggio che adesso era sotto il suo controllo, e quell'unico occhio color ocra che le era rimasto faceva quanto in suo potere per distinguere chiaramente quello che veniva proiettato nella retina - solitamente affaticata a causa del riposo perpetuo della gemella dormiente. Più che vedere nel vero senso della parola quegli strani individui laboriosi in movimento, sembrava sentirli e percepirli distintamente.. quasi fosse nel bel mezzo di quell'andirivieni; le persone più interessanti e le conversazioni più significative da seguire erano, a quel punto, una sua personale predilezione.


(E pensare che fino a poco tempo fa ero in mezzo a loro, come un insetto in mezzo a tanti; non ero che uno stupido strumento dei potenti per la salvaguardia di questo posto. E adesso sono qui, temuta e venerata come una salvatrice da quelli che hanno cercato di usarmi.
Com'è piccolo il mondo..
)

Sorrise spontaneamente a quel pensiero, mentre frammenti sommari di ricordi scolpiti nella sua memoria ripercorrevano la sua sofferta vita sino al traguardo della sua posizione. Tutto quello che aveva dovuto subire nel corso della sua esistenza - costellata di umiliazioni, tradimenti e persino dall'abbandono dei propri cari - bruciava ancora nella sua anima come carbone dalle esalazioni tossiche, nonostante il suo comportamento vanesio e disinteressato mostrasse tutt'altro che i fantasmi del suo dolente passato.
Quel raro momento di placido ozio fu interrotto dal suono crescente di strepitanti voci in avvicinamento allo studio, una delle quali riconobbe subito essere quella della sorella minore; come aveva previsto, in pochi attimi Akiho Koizumi aveva varcato la soglia della sua personale "alcova" dai drappi color sangue, accompagnata dall'affascinante Hiroji Yamada e da uno degli ANBU a guardia del locale che, inutilmente, aveva cercato di bloccare loro l'accesso come gli era stato ordinato di fare dalla splendida Tsuchikage, desiderosa come non mai di un po' di solitudine.
Messo completamente a tacere dalla focosa volontà della giovane dalla lunga chioma cremisi e gli occhi d'ambra, lo sfortunato soldato pose il suo sguardo sulla sovrana per chiedere tacitamente perdono per non essere riuscito a bloccare quei due disturbatori; senza scomporsi, la venerabile Chiye emise un sospiro, distogliendo il suo con fare rassegnato. Congedò l'uomo con un eloquente movimento della destra e questi, senza emettere fiato, lasciò l'ampia sala dopo aver con reverenza chinato il capo.


A cosa devo così tanto fervore, Akiho-chan?

Cominciò così quella stramba conversazione, con il cupo tonfo del portone d'accesso alle spalle dei due nuovi arrivati e un annoiato strascicarsi di parole da parte della donna bruna, palesemente esasperata da quella brusca interruzione del suo isolamento.

E' una cosa importante, neesan. Si tratta di quegli sporchi nukenin delle nuvole rosse.

Quella sollecita introduzione all'argomento del giorno fu sufficiente a spazzar via ogni ragionevole stizza e ad accendere l'interesse della donna superbamente ammantata dei colori della terra, che subito pose l'attenzione sulla figura più mascolina della sorella minore.

Le nostre spie riferiscono che il loro covo sul nostro territorio è stato recentemente abbandonato; dobbiamo fare subito qualcosa o le sconsiderate iniziative di quei mentecatti distruggeranno tutto quello per cui abbiamo penato! Quel posto deve essere raso al suolo e nessuno dovrà mai venire a sapere che sono stati qui nella nostra terra a fare il buono e il cattivo tempo sotto il nostro naso!

Se permetti, Akiho-chan.. comprendo pienamente il tuo voler salvaguardare la reputazione di tua sorella e, ancor più, della tua amata patria.. ma non sono d'accordo sul metodo che hai proposto. Se occultassimo al mondo la tana di quelle serpi, distruggendola e insabbiandone i resti, non risolveremmo il problema alla radice e otterremmo l'effetto contrario a quello a cui tu stessa miri, compromettendo a lungo andare sia la reputazione della Roccia che quella di Chiye-dono. Dopotutto nessuno ci assicura che non tradiranno l'alleanza adesso che hanno deciso di abbandonare la zona sicura, cercando con tutti i mezzi di crearci terra bruciata attorno per poterci poi attaccare senza rischio di un ausilio bellico esterno alle nostre forze.

S'intromise il giovane uomo dal portamento regale, avanzando di qualche passo verso il tavolo delle trattative posto al centro della stanza con fare pensieroso e riflessivo. Era sempre stato un ottimo stratega e un abile pensatore; entrambe le sorelle Koizumi si fidavano pienamente della sua intelligenza e della sua solerzia.

Come potrebbero essere così schifosi da fare una cosa del genere senza motivo? Non mi sembra che la Roccia, nonostante tutti i rischi che corre, sia mai venuta meno al patto stipulato!

Per loro questo non ha alcuna importanza; se hanno deciso di muoversi evidentemente i loro piani sono cambiati e così anche le loro esigenze. Pensi davvero che criminali di quel calibro si facciano tutti questi scrupoli per un accordo? Anche dopo l'attacco alla Foglia da parte di quel suicida di Hyou con le sue bestie?
Quell'accordo diceva che non avrebbero attaccato la Roccia sin quando essa avrebbe permesso loro di rifugiarsi nella sue terre, senza opporsi in alcun modo ai loro traffici illeciti; un patto equilibrato - stipulato sotto banco, probabilmente per proteggere il villaggio da pericolosi documenti - che dava vantaggio ad entrambe le parti, ma che adesso avvantaggerebbe unicamente la nostra causa. Non siamo più al sicuro di quanto lo eravamo prima di questa scoperta, e l'unica cosa che possiamo fare adesso è cercare alleati nelle forze vicine; Hyou ha apertamente dichiarato guerra al sistema, e noi siamo tanto bersagli quanto gli altri.


Hiroji-san ha ragione, sorellina.

E dopo minuti interi d'interminabile silenzio, la femme fatale prese finalmente parola. Aveva ascoltato con estrema attenzione quello scambio di battute fra la sorella minore e il prestante medico da guerra del famigerato Bakuton, dalla cui figura mascolina e ben scolpita non riusciva a staccare gli occhi; la questione era piuttosto spinosa e poteva seriamente minare le fondamenta della sua sovranità. Non poteva permetterlo, non a pustole insignificanti come quelle dell'organizzazione delle nuvole rosse: non si sarebbe fatta cogliere impreparata da quegli avventati, e certamente avrebbe lottato con tutta se stessa per difendere ciò che con molto patimento aveva guadagnato.

Dobbiamo muoverci in un'altra direzione e avvisare le altre grandi potenze dell'odierna scoperta; per loro non sarà una novità il patteggiamento della Roccia con quei vermi di Akatsuki, ma lo sarà la nostra incredulità..

Espose il suo piano, piegando appena le sue labbra in un sorriso dal sapore sardonico. Non potevano passare come santi della situazione dopo quello che gli Hokori avevano permesso, non dopo che anche la Foglia aveva rivelato al concilio ristretto dell'affare dei bijuu in cui erano coinvolti i ninja della Roccia. Sfortunatamente, non v'era modo di aggirare l'ostacolo se non quello di lavorare d'astuzia nel limite delle loro scarse possibilità.
Akiho la guardò con aria interrogativa.


Vorresti dire che dirai loro che non sapevi dell'alleanza stipulata dagli Hokori? Ti rendi conto che rideranno di te?

E noi li lasceremo ridere. Preferisci che la tua amata Roccia sia isolata del resto del mondo e abbia nemici ad ogni angolo?

Si scambiarono un'occhiata di fuoco le due sorelle, carica di esplosiva provocazione l'una nei confronti dell'altra ma anche di una malcelata e rassegnata comprensione - soprattutto da parte della più piccola, che dopo poco giunse anch'ella alla conclusione che quel piano, per quanto lesivo dell'immagine della sua adorata sorella, era in fin dei conti il migliore che avessero; Hiroji annuì al ragionamento dalla venerabile Chiye, con un certo orgoglio nel vederla finalmente muoversi nella direzione più giusta per il benessere generale della loro terra e del loro popolo - anche se in cuor suo sapeva perfettamente che quell'agire era volto a salvaguardare se stessa e quello che le stava a cuore.
Con quell'appena accennato ondeggiare dei fianchi, tipico di quel suo modo provocante di camminare, s'avvicinò anch'ella al tavolo e, sedendosi sulla sua superficie liscia con sfacciata eleganza al limite, cominciò ad impartire i suoi ordini.


Akiho, vai a cercare Tadao e organizzate assieme un'azione di spionaggio con la massima urgenza. Voglio i migliori sul territorio, e desidero sapere ogni cosa: conformazione di quel covo, eventuali sigilli che sono stati utilizzati per celarlo alla vista degli avventurieri, dove potrebbero essere andati Hyou e i suoi.. seguite ogni traccia, setacciate il territorio in lungo e in largo e se incontrate qualcuno dell'organizzazione o presunto tale, uccidetelo a vista se necessario.

Questi gli ordini per la rossa dal temperamento focoso, che a quelle parole annuì con decisione per poi avviarsi a soddisfare i desideri della sorella-sovrana. Anche Hiroji, terminata la conversazione, stava apprestandosi a lasciare la Tsuchikage nella sua solitudine.. ma al momento di muovere i primi passi, l'inconfondibile invito della sua sovrana giunse come un'invitante eco per arrestare il suo incedere.

Hiroji-san, rimanete con me. Ho bisogno del vostro consiglio.

Parole cariche d'una forte tensione, pronunciate da una donna che sapeva bene cosa voleva ottenere da quell'incontro fortuito. Con fare seducente diede qualche colpetto al tavolo, invitando quell'uomo dall'eccentrica capigliatura biondo-bruna e quel paio d'occhi d'un magnetico verde acqua a raggiungerla. A quell'esortazione lussuriosa egli sorrise appena e decise di sfidare apertamente la femme fatale, voltandosi verso di lei con fare sicuro e scrutandola dritta negli occhi mentre, con passo volutamente lento, s'avvicinava al suo capezzale.

Tu non hai bisogno del mio consiglio, Chiye-chan.. tu hai bisogno di qualcos'altro...

Prese a provocarla, arrivando ad accorciare le distanze sino a ridurle a pochi centimetri. Non avrebbe mai permesso che la donna vincesse quel gioco con tanta facilità, senza avere nemmeno il piacere di convincerla di poter resistere al suo ammaliante fascino.

Davvero? E di cosa avrei bisogno, mio caro medico..?

Emise quelle parole come un gemito a denti stretti, accarezzandogli dolcemente la lunga ciocca bionda che ricadeva sulla veste bordeaux per poi lasciar scivolare quella sua stessa mano, strumento del peccato, al nodo che teneva tutto il vestiario insieme.
Potevano sentire sulla pelle l'uno il respiro dell'altra, talmente quei loro volti erano vicini e quelle labbra attratte le une dalle altre; quando il desiderio esplose varcando il punto di non ritorno, il prestante Hiroji Yamada afferrò la Tsuchikage con foga passionale, tirandola a sé in un gesto di supremazia mascolina.


Tu hai bisogno di me!

Le sussurrò all'orecchio con arroganza, per poi far scivolare dolcemente le sue labbra sul collo della donna e, finalmente, incontrare quelle peccaminose di lei ad attendere i suoi ardenti baci. Su quello stesso tavolo consumarono l'amore carico di desiderio ch'ella s'ostinava a rinnegare, nell'oscurità della notte oramai appena cominciata.



Edited by ¬BloodyRose. - 2/7/2016, 14:46
 
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view post Posted on 25/1/2017, 22:21     +1   -1
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Adagiata su quel suo sontuoso seggio cosparso di rocce aguzze, con le gambe accavallate e la morbida scollatura della veste scura calata sulle spalle, a enfatizzarne l'invidiabile bellezza e la peccaminosa femminilità, la sovrana della Roccia, pur nella sua indiscutibile eleganza, appariva insofferente. Sorreggeva la testa con la destra, per non permettere a quel timido sole, che gradualmente sorgeva facendo capolino dall'ampia vetrata alle sue spalle, d'infastidirla più di quanto la notte tormentata non avesse già fatto. Crogiolava nell'impazienza, aspettando silenziosa che qualche notizia giungesse alle sue orecchie.

Chiamatemi Sae. Avvisatela di portare qualcosa per il mal di testa.

Esordì improvvisamente, facendo saltare sul posto i due ANBU a guardia della soglia d'accesso all'ampia sala; uno di loro si prodigò immediatamente, mentre l'altro rimase fermo a compiere il suo dovere per entrambi. Non ne poteva più di quella sensazione di confusione, simile a una sbarra che era rimasta conficcata sopra l'arcata sopraccigliare; detestava svegliarsi così nel cuore della notte, per delle paure inconsce e senza alcun significato.
Fu proprio in quel momento che qualcuno di inaspettato giunse per portare una ventata d'aria fresca, per distoglierla da quel disordine mentale che non faceva che accrescere la sua insofferenza verso qualsiasi cosa la circondasse: si trattava di Orinosuke Kamizuru, di ritorno dagli oscuri sotterranei del Villaggio del Suono. Era bastata la ritmica cadenza dei suoi passi a far levare lo sguardo della sovrana, pronta a riceverlo come si fa con un prezioso soldato.


Fatelo entrare.

Ordinò agli ANBU, nel momento in cui la figura del Kamizuru - visibilmente smagrito e acciaccato per il lungo viaggio affrontato - si stagliò nel corridoio in fondo come una macchia scura in un caleidoscopio di luci. Egli avanzò solenne, sino ai piedi della struttura che accoglieva la sua sovrana.

Tsuchikage-sama. Mi dispiace disturbarla in un momento come questo, ma porto delle nuove.

Emise l'uomo dai lunghi capelli granata, dopo aver chinato il capo in segno di rispetto verso la splendida donna che, oltre ad essere chiaramente un suo diretto superiore, ammirava.

Nessun disturbo, Orinosuke-san. Sono felice di vederti sano e salvo, anche se il tuo aspetto non è dei migliori. Devi essere molto stanco, ma apprezzo che tu abbia anteposto le questioni importanti al riposo - come ci si aspetta da un soldato della tua levatura.

Con quelle semplici parole dal suono dolcemente riverente, che ben celava quanto fosse smaniosa in quella particolare situazione mattutina, diede modo all'ANBU di esprimersi e di raccontarle ogni cosa la sua memoria aveva registrato. Egli non mancò di riferire ogni dettaglio, anche il più irrilevante: descrisse la caverna di Ryuchi, l'ingresso meridionale dei sotterranei - crollati a seguito del sacrificio di Shinta Himura - e tutto quello che era successo con Tashigama, Kinji e Otomika Kaguya. La parte più succulenta fu parlare della potenza del segno maledetto, risvegliatosi in maniera brutale nel vecchio scienziato e governato in seguito dall'Uchiha, che più di tutti era stato toccato da quel potere immenso.

Interessante..

Era entusiasta del lavoro svolto dal Kamizuru, glielo si leggeva nell'occhio color cioccolato e nel sorriso che aveva appena piegato le sue labbra.

Per quanto ne so, Shinta Himura è morto sepolto dalle macerie. Ha salvato la mia vita e quella di Kinji Uchiha. Quest'ultimo sembra stare bene, ma quel potere.. potrebbe essere una bomba ad orologeria.

Concordo con la tua analisi, ed è proprio per questo che ora più che mai dobbiamo tenere d'occhio sia lui che la Foglia. Non voglio correre il rischio di voltare le spalle a una potenziale arma che può benissimo esserci rivolta contro.. e qui entrerai in gioco tu, Orinosuke-san. Dalle tue parole sembra che vi siate lasciati in buoni rapporti con l'Uchiha, quindi sarà tuo compito avvicinarlo quanto più possibile. Dobbiamo capire qual'è il suo potere, e se possibile attingervi per studiarlo..

Non sarà facile, Tsuchikage-sama. Credo che la stabilità di quel ragazzo dipenda dalla presenza dell'anello. Senza quello, ne sarebbe divorato.

Non ho mai detto che sarebbe stato facile.

Un compito complesso che il giovane avrebbe sicuramente portato a termine, con discrezione e dedizione. Erano pochi i soldati con lo stesso stampo del Kamizuru. Chiye riponeva fiducia nelle sue capacità, come in quelle di chiunque altro aveva desiderato al suo fianco una volta raggiunta la vetta: sapeva per certa che il cieco domatore di api non l'avrebbe delusa in alcun modo.

Mi avevate chiamata, Chiye-dono?

Una voce cristallina, timida; con quelle parole la conversazione fu interrotta e una giovane donna, seguita dal ronzio insistente di qualche vespa, fece il suo ingresso nella sala. Portava una lunga blusa gialla e bianca, arricchita con dei ghirigori scuri, su dei fuseaux nero pece; la lunga chioma biondo platino era tenuta in una coda morbida, con voluminose ciocche che le cadevano sul bel viso, incorniciandolo. Quegli occhi così intensi, di una gradazione di colore aranciata tendente allo scarlatto, osservavano la sovrana con discrezione, mentre le mani stringevano un bicchiere d'acqua e una piccola pillola.

Finalmente, Sae-chan! Sei la mia salvezza!

Un grosso sorriso accolse la ragazza, un sorriso che la sovrana riservava a pochi. Fece per alzarsi dal suo seggio e avvicinarsi alla nuova arriva, che subito le porse la pillola e il bicchiere; Chiye prese la medicina fra le dita, mettendola sulla lingua e inghiottendola senza l'ausilio dell'acqua.

Non c'è bisogno dell'acqua mia cara, va bene così. Orinosuke-san, bevi un sorso e segui Sae-chan in ospedale: saprà prendersi cura di te, così ti rimetterai in sesto in men che non si dica per adempire al tuo nuovo compito.

Come desiderate.

Così si concluse quell'importante scambio fra l'ANBU e la sovrana della Roccia, e mentre i due ospiti uscivano dalla sala per poter raggiungere la struttura sottostante le stanze della femme fatale quest'ultima raggiunse nuovamente il suo trono, pensierosa ma sicuramente meno indolente. Sorrise maliziosamente.

(Kinji Uchiha.. dovremo tenere d'occhio questo ragazzo..)

 
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» 覚醒 Kakusei: Risveglio « [X]



Monotone giornate si susseguivano una dopo l'altra, costellate di momenti morti o, nel peggiore dei casi, colme di problematiche futili, che avrebbero potuto essere chiarite dai diretti interessati senza arrivare a distogliere l'attenzione delle alte sfere dalla sorveglianza generale.
Quello era uno di quei giorni, un giorno di problemi e discussioni sterili fra due parti in causa. Distrattamente, Chiye Koizumi, adagiata elegantemente sul suo trono di rocce aguzze, sentiva le loro parole, fingendo interesse mentre faceva scivolare assente le pagine del fascicolo adagiato sulle sue gambe. A differenza della più grande, la fanciulla dalla chioma cremisi - presente in quell'occasione insieme all'imperscrutabile Tadao Mori, giovane vanto militare - avrebbe sicuramente posto attenzione alla questione e, prevedibilmente, avrebbe suggerito una soluzione in linea con le leggi del suo amato villaggio; conscia di questo, la vanesia femme fatale non attendeva altro che le parole risolute della sua Akiho per archiviare quella discussione inutile e dedicarsi a qualcosa di più divertente e stimolante di quello proposto.
Fece per sospirare, annoiata come non mai dalle chiacchiere continue che distruggevano il piacevole silenzio con echi a tratti rabbiosi e a tratti supplicanti, ma qualcosa d'improvviso parve strozzarle il respiro nella gola. Arrestò qualsiasi movimento, sgranando l'unico occhio che le era rimasto in un'espressione di allarme e terrore, mentre quel suo cuore traditore in cerca d'emozioni piacevoli ebbe una palpitazione anomala prima di riprendere a pompare sangue con più velocità e veemenza. Qualcosa era accaduto, qualcosa di terribile e sconosciuto.
Com'era supponibile, fu la più piccola delle Koizumi ad accorgersi quasi nell'immediato della condizione della sorella maggiore; un'autoritaria alzata di voce bastò a far tacere i due contendenti della disputa verbale e a concentrare l'attenzione sulla sovrana.


Chiye-chan, cos'è successo? Sei impallidita.

Non rispose a quelle parole, non riusciva ancora a capacitarsi di quello che aveva provato e percepito e sicuramente non ne avrebbe parlato in presenza di quei due imbecilli, che se ne rimanevano impietriti attorno al gran tavolo delle trattative senza avere l'intelligenza di capire quando arriva il momento opportuno per alzare i tacchi. Con una calma disarmante, che denotava un autocontrollo ed un'austerità caratteristica di un soldato ben addestrato, fu il giovanotto a capo delle forze ANBU dedite all'inseguimento a leggere il volere della donna.

Per il momento è tutto signori, sapete dov'è la porta.

Utilizzò un tono pacato, ma che chiaramente non avrebbe accettato alcuna replica; seppure delusi, gli ospiti lasciarono la sala senza fiatare.
La più piccola delle Koizumi guardava ancora la sorella con un accenno di apprensione, mentre quest'ultima cercava di riprendere fiato e di collegare quello strano avvenimento a qualcosa di sensato nella sua mente. Istintivamente pose una mano all'altezza del suo cuore, che martellava ancora pressante contro la cassa toracica.


Akiho, Tadao.. - prese fiato, sospendendo per qualche istante quello che stava per affermare davanti ai suoi più fidati membri della squadra ANBU, a comando delle rispettive ripartizioni.

E' successo.. qualcosa di tremendo..
Ho percepito come un'esplosione d'energia, talmente potente da aver fatto balzare il mio cuore diritto in gola. Siamo in pericolo, me lo sento..


Un'esplosione? Io non ho sentito nulla..

Voi e vostra sorella non avete la stessa percezione dell'energia attorno, Akiho-san; neanche io posso vantare di una sensibilità tale, per questo non abbiamo sentito nulla. Se davvero avete percepito quest'onta Chiye-dono, forse sarebbe il caso di non prendere la cosa sotto gamba.

Ascoltare le parole del giovane la riscosse dal terrore che aveva provato sin dentro le ossa, riportandola con i piedi saldamente ancorati alla terra. Non poteva permettersi il lusso di lasciarsi prendere dal panico: era una sovrana, una guerriera; aveva percepito qualcosa che forse nessun altro era riuscito a percepire con la stessa tempestività, ed era il momento di fare uscire quel sottile genio bellico per organizzare al meglio le difese del proprio villaggio.

Organizzate una squadra di ricognizione; voglio sapere cos'è successo e se ci sono pericoli imminenti. Raddoppiate la sorveglianza, ma non agitate il popolo: non voglio piagnistei e confusione per il villaggio, sino a quando non sapremo con certezza cos'è successo.
Tenetevi pronti ad ogni evenienza, e chiamatemi immediatamente Hiroji-san. Ho bisogno di lui.


Ordini che furono impartiti con estrema freddezza e determinazione, degne di una leader. Fu così che i due capi reparto assimilarono i comandi e si prodigarono ad organizzare quanto gli era stato richiesto, mentre la femme fatale attendeva con trepidazione l'arrivo del medico.

 
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view post Posted on 13/3/2017, 22:51     +1   -1
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Dopo che l'ebbero lasciata sola per organizzare un efficiente piano di ricognizione, l'avvenente sovrana abbandonò il suo seggio di rocce aguzze per portarsi più presso all'ampia vetrata; quel suo unico occhio color ocra scrutava lungimirante nella stessa direzione che aveva indicato poco prima ai suoi sottoposti, verso l'ipotetico epicentro di quello che le sue strabilianti doti da sensitiva le avevano fatto percepire scuotendola dal tedio giornaliero. Nonostante l'onta fosse scomparsa subito dopo l'averla percepita, poteva ancora sentire il muscolo miocardico batterle forte in petto, con una certa agitazione; persino la persistente sensazione di un intenso brivido sembrava non voler abbandonare la sua schiena. Disprezzava quell'incertezza, che sin troppo facilmente riportava a galla brutti ricordi della sua infanzia.
Il suo Hiroji, il suo appiglio morale, giunse non appena gli arrivò la notizia che la sua sovrana voleva vederlo. Aveva percepito una certa urgenza nel messaggio che la rossa, sorella minore della Koizumi, gli aveva riferito vocalmente, cosa che aveva allertato i suoi sensi. Entrò discreto nell'ampia sala del trono, chiudendosi alle spalle lo spiraglio che aveva aperto per accedervi. L'adocchiò subito, magnifica venere persino nella scura silhouette proiettata nella controluce. Ma c'era qualcosa che non andava.. qualcosa che per uno come lui, che per anni l'aveva osservata, desiderata, posseduta e amata, era più che evidente. Mosse i primi passi verso di lei.


Chiye..

S'introdusse così, semplicemente chiamandola per nome. Conscio che la sua interlocutrice aveva udito i suoi movimenti sin troppo distintamente, non si stupì quand'ella ribatté con tranquillità, come se fosse sempre stato li al suo fianco.

Ho mandato Akiho e Tadao ad organizzare una squadra di ricognizione; c'è stata un'esplosione piuttosto forte, verso sud est. Non so perché, ma sento che è successo qualcosa di grosso, di pericoloso..

Hai fatto la mossa giusta; adesso non ci resta che aspettare notizie dagli ANBU che hai incaricato e, successivamente, pensare alla prossima mossa.

Un tentativo spicciolo per rassicurarla, e sapeva che quelle parole sarebbero state un precario palliativo all'umore della donna. Purtroppo i suoi demoni erano potenti, scottanti quanto le fiamme stesse dell'inferno; conosceva la sua storia, conosceva quello che aveva dovuto passare prima di occupare la posizione che adesso le apparteneva.. probabilmente non avrebbe mai potuto debellarli, ma Chiye era la donna più forte e determinata che avesse mai conosciuto, e non aveva certo bisogno di parole confortanti. Comprese presto che l'unica cosa di cui aveva bisogno in quel momento era un appoggio, che le donasse quella sicurezza che adesso credeva vacillare.
Lei non rispose all'affermazione, per quanto l'avesse apprezzata. Bastava poco perché quell'uomo le desse sicurezze, ma ancora il suo animo combatteva un tumulto interiore che soltanto l'arrivo delle notizie avrebbe potuto placare e trasformare in energia applicata all'arte bellica: si conosceva troppo bene, e la presenza di Hiroji era necessaria a tenere sotto controllo i suoi pensieri pericolosi e distruttivi. Sospirò, nel tentativo di buttar fuori l'ansia e la negatività che la sua incertezza generava nella sua mente; qualcuno stava arrivando a disturbare quella conversazione, e a giudicare dal riverbero dei passi nei suoi timpani sensibili erano due persone, e una di queste era la sua Akiho.


Oneesan, ci sono novità.

S'introdusse senza perder tempo, non appena scostò l'anta del portone d'accesso con decisione per accedere; sia Hiroji che Chiye si voltarono verso la nuova arrivata, attendendo che il suo accompagnatore col volto celato dalla maschera ANBU aprisse bocca. Questi salutò marzialmente, prima di esprimersi.

Tsuchikage-sama, porto notizie preoccupanti: marciando alla ricerca di indizi nella direzione che ci avete indicato, ci siamo spinti quasi sino al confine con gli stati cuscinetto e abbiamo trovato una grossa spaccatura nel terreno, un cratere, aperto probabilmente nello stesso istante in cui avete avvertito l'esplosione. L'estensione non è calcolabile ad occhio nudo; attendiamo ordini. [X]

La situazione era davvero preoccupante, ma quantomeno era spiegato per quale ragione Chiye aveva avvertito quel forte mancamento. Questo fu sufficiente a rasserenarla quel tanto che bastava per ragionare a mente lucida, ma era ancora troppo presto per trarre conclusioni: bisognava ancora capire dove si trovasse l'epicentro di quell'esplosione e cosa aveva comportato una tale spaccatura nella terra.

Cercate di capire quali altri problemi ha causato quest'esplosione nel territorio sotto la nostra giurisdizione; se necessario portate viveri e sostentamento ai sopravvissuti. Manderò un'altra squadra a darvi manforte. Seguite la pista per trovare l'epicentro dell'esplosione, ma senza avvicinarvi troppo al punto nevralgico: non voglio inutili perdite. Una volta che avrete scoperto quello che dovete, tornate subito indietro per pianificare un'azione mirata.

In questo caso, andrò io con lui; selezionerò alcuni dei migliori della mia squadra e darò manforte. Sintonizzeremo la frequenza delle nostre ricetrasmittenti con quella del vostro capo squadra.

Sissignora.

A quello scambio, la maggiore delle Koizumi ebbe un fremito; che questo fosse di rabbia per l'insubordinazione non era dato sapere. Gli occhi si puntarono sulla sua figura, impassibile, rigida.

Puoi andare. - disse all'ANBU che, replicando il saluto marziale che l'aveva introdotto, si congedò per assecondare il volere della sua sovrana; dopotutto il suo compito di messaggero era terminato, e aveva ottenuto i suoi ordini. No, non tu Akiho.

Perentoria, raggelante; la minore delle Koizumi aveva arrestato il suo incedere non appena ebbe udito quel monito, per posare le sue iridi color dell'ambra sul volto della sorella. Non capiva, era stata colta di sorpresa.

Nessuno ti ha detto che puoi andare. Il villaggio rimarrebbe sguarnito, se tutti i miei uomini migliori uscissero per indagare sulla stessa questione.

Il villaggio ha bisogno della sua sovrana, oneesan; faccio parte delle squadre speciali, sono a capo degli assalitori.. non puoi negarmi di fare il mio lavoro! - rispose stizzita.

Qui sono io a decidere e soltanto io; non tollererò più altre insubordinazioni da parte tua davanti ai miei sottoposti. - ribatté seria, quasi adirata.

Non era raro vedere le due Koizumi litigare per delle divergenze, ma quello a cui stava assistendo Hiroji non era altro che uno scontro d'istinti contrastanti. Quelle due si volevano un gran bene, avrebbero dato la vita l'una per l'altra senza esitazione; la reazione di Chiye era dovuta alla preoccupazione, mentre quella di Akiho alla frustrazione di non potersi mettere in gioco.


Calma ragazze, non è il caso di litigare. Lasciale fare il suo lavoro, Chiye-chan: con la sua esperienza e la sua forza saprà cavarsela egregiamente, e Tadao-san potrà portare avanti il piano nella maniera più veloce possibile potendo contare su di lei. - s'intromise, cercando di far ragionare la sovrana circa le possibilità e la sicurezza del compito.

...e sia, ma sia chiaro che voglio vedervi tutti tornare in men che non si dica. Compite il vostro dovere e tornate, sia tu che Tadao. Non accetterò ritardi sulla tabella di marcia; sono stata sufficientemente chiara? E tieni gli occhi aperti, sempre.

Sembravano le raccomandazioni di una madre, più che quelle di una sorella maggiore vanesia e sconsiderata, sempre al centro del suo stesso mondo. Akiho l'osservò intensamente, sorpresa, sussurrando un incerto "sissignora"; sarebbe andata via con un inchino formale come qualsiasi soldato, ma l'istinto la spinse ad avvicinarsi alla maggiore e a stringerla in un abbraccio che la colse alla sprovvista, pietrificandola sul posto.

Non ti preoccupare per me, oneesan. Tornerò tutta d'un pezzo, te lo prometto. - accennò, sciogliendo poi l'abbraccio per fare il suo inchino formare alla Tsuchikage prima di uscire dalla sala.

Chiye non rispose a quell'abbraccio; avrebbe voluto, ma non poteva dimostrarsi così debole e cedevole a certe smancerie. Per quanto si sforzassero a mostrarle affetto, sembrava non essere più in grado di amare liberamente, di dimostrare quel bene che teneva segregato a doppia mandata sotto quell'aspetto rigido, malizioso e pericoloso. Hiroji la vide nuovamente voltarsi verso la vetrata alle sue spalle, leggermente tremante. Era tesa come una corda di violino, ma appoggiarle anche solo una mano sulla spalla per darle manforte per affrontare l'oceano in tempesta che s'agitava nella sua anima sarebbe stato deleterio. Si accostò a lei, guardando nella sua stessa direzione.


Torneranno prima che tu te ne accorga.

 
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view post Posted on 4/4/2017, 14:44     +1   -1
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Dovettero attendere delle ore, prima di ricevere nuove dal fronte; per quanto cercasse di mantenere un decoro austero consono alla sua posizione, era evidente che la bella sovrana fosse irrequieta, visibilmente impaziente e sorprendentemente intrattabile per l'amara frustrazione di non sapere ancora nulla sui risvolti della questione che quella strana mattina l'aveva colta del tutto impreparata, oltre che per il breve battibecco avuto con la sorella minore. Adagiata sul suo scranno di rocce aguzze, con le gambe accavallate e la testa abbattuta fra le dita affusolate della destra, non le restava che attendere in compagnia dell'aitante Hiroji, che con la sua sola presenza riusciva a rendere un po' più respirabile quell'aria tossica d'emozioni negative che si era addensata nel locale coi drappi rossi e le ampie vetrate illuminate a giorno. D'altro canto, egli rimaneva adagiato al tavolo delle trattative con entrambi i palmi delle mani, proteso a osservare con attenzione una mappa raffigurante il territorio sotto il dominio della Roccia, per strutturare congetture e segnalare esattamente l'estensione dei danni ogni qual volta avessero ricevuto notizie dai due team inviati in avanscoperta.

Mia signora, porto brutte nuove. - proruppe nel silenzio innaturale che s'era venuto a creare, destando entrambi dai loro pensieri.

Parla. - esordì freddamente la Koizumi, invitando il ragazzo col volto celato dalla maschera ANBU, ancora inchinato rispettosamente dinnanzi alla sua sovrana, di sollevarsi e sviscerare quello che aveva in serbo.

Il muro al confine, mia signora; la calce è stata sgretolata nello stesso punto in cui la terra è stata squassata. Sappiamo più o meno quando è successo, ma non sappiamo chi sia stato e, soprattutto, chi ha potuto oltrepassarlo indisturbato in queste ore. Mamushi chiede il permesso di poter proseguire oltre, poiché la voragine si propaga ancora. [X]

Deglutì, quando la femme fatale fece per alzarsi dal suo seggio e scendere la gradinata irregolare per raggiungere il tavolo delle trattative. Quel suo unico occhio pareva animato da uno strano fuoco, da una bruciante collera che avrebbe fatto indietreggiare il più coraggioso dei guerrieri.

Sapresti indicare l'esatto punto della mappa e l'estensione del danno? - chiese Hiroji, invitando l'ANBU ad avanzare per indicare lui stesso sulla mappa.

Con un cenno marziale del capo, il membro della squadra speciale si avvicinò all'uomo dai capelli castani sporcati di biondo; una volta più presso alla mappa, con una rapida occhiata individuò il punto d'interesse e lo indicò con le dita della sinistra, fornendo notizie approssimative circa l'estensione del danno.
Era una notizia terribile, soprattutto per un villaggio che non vanta la benevolenza di nessuno dei grandi delle terre ninja. Nella mente di Chiye si sviluppavano vari scenari, varie congetture; se erano stati attaccati doveva scoprire chi avesse osato tanto e perché, anche se qualche dubbio l'aveva già sui possibili colpevoli.


Permesso accordato; riferisci che gli ordini di ritiro rimangono invariati e che la parola d'ordine rimane comunque la cautela. Lasciate qualcuno a guardia del muro, e voglio che il territorio sia setacciato in lungo e in largo dai più abili: se qualcuno è entrato, se ne pentirà molto amaramente. Soccorrete i feriti, se ce ne sono; portate con voi qualche medico. E aumentate la sicurezza generale: qualsiasi straniero dovesse presentarsi alle porte, interrogatelo se collabora o uccidetelo seduta stante.

Era chiaramente un'allerta massima, alla quale il soldato rispose con un "sissignora", un inchino e una corsa per avvisare i suoi superiori e organizzare al meglio tutta l'operazione. Probabilmente, da li a poco la Roccia avrebbe dovuto dichiarare apertamente guerra a qualcuno; bisognava soltanto scoprire chi.

Un bel danno, non c'è dubbio. Credi sia opera di Hyou? - chiese Hiroji, non prima che fossero rimasti soli.

No. Quel mentecatto ha talmente tanti avversari alle calcagna che non avrebbe nemmeno il tempo di poter pensare a un attacco ai nostri danni; oltretutto questo non è il suo modo di gestire le cose - basta pensare alla bravata di andare a muso duro a seminare distruzione in un villaggio come quello di Konoha. Non escludo però che possa essere stata quest'ultima ad aver attaccato; Akane Uchiha non si è dimostrata molto collaborativa l'ultima volta che ci siamo viste, e quell'astio e quei sospetti potrebbero avere un qualche ruolo su un'azione così improvvisa.. ma anche su questo nutro dei dubbi. Abbiamo bisogno di maggiori notizie, e sicurezze prima di dichiarare guerra e prendere contromisure efficaci.

Mi trovi d'accordo. Attendiamo di scoprire chi o cosa si è intrufolato nel territorio, poi stabiliamo il da farsi. - rispose annuendo.

Terminò così la conversazione, con uno sbuffo da parte della Koizumi che, suo malgrado, si ritrovava nuovamente al punto di partenza, ad attendere qualche notizia nel silenzio assordante delle sue sensazioni, e un Hiroji pensieroso tanto per la situazione generale quanto per i nervi della sua sovrana.

 
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view post Posted on 27/4/2017, 23:57     +1   -1
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♫ Peace ♫

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GdrOff// Continua da [Studio dell'Hokage] //GdR On


CITAZIONE
All'attenzione di Chiye Koizumi, Sandaime Tsuchikage
Iwagakure no sato


Vi scrivo per informarvi che Hyou, il leader di Akatsuki, è morto.

Può togliere dalla lista dei ricercati i manifesti di Hyou, Jagura e Namida. Quest'ultimo era un nostro infiltrato, insieme alla compagna ci ha aiutati a rintracciare ed eliminare la Pantera e qualche tempo fa insieme si sono occupati da soli del secondo. Dopo anni lui e la sua famiglia hanno fatto ritorno a Konoha e così creai ad hoc la taglia che pendeva sulla sua testa, ora la revoco.

Sul nuovo covo purtroppo non ho informazioni ma per quando l'organizzazione sia allo sbando occorre mantenere sempre alta la guardia.

Akane Uchiha, Sandaime Hokage
Konohagakure no Sato.


Non una parola su quanto scoperto tramite la lettura della mente effettuata sui due Hyuga. La notizia del loro ritorno tuttavia di certo non avrebbe lasciato indifferente la Koizumi, men che meno la sorella minore che aveva avuto a che fare con loro durante l'ultimo torneo chunin tenutosi a Kiri.

 
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NGDR - 10° Anniversario
view post Posted on 13/5/2017, 21:15     +1   -1







2up8sxz

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Evento


覚醒 Kakusei: Risveglio







Come una freccia scoccata in una notte senza alcun cenno di movimento, quel masso avvolto nella carta impattò al suolo all'improvviso creando il panico nella quiete. Qualsiasi ninja armato, a guardia del confine del villaggio nascosto, avrebbe potuto pensare ad un attacco nemico.. eppure non avrebbero trovato null'altro che il silenzio ad accogliere il loro avanzare cauto, se non un messaggio e uno spago ben stretti attorno alla pietra.
Soltanto uno di loro, presa coscienza della situazione senza osare slegare l'insolito pacco per leggere il contenuto di quel pezzo di carta ruvido, avrebbe corso per le vie interne in tutta carriera sino al palazzo del suo sovrano. Soltanto allora avrebbero potuto soddisfare la propria curiosità e scoprire di cosa si trattasse e quali fossero gli ordini. Questo, dopotutto, era il compito di un ANBU.



CITAZIONE
All'attenzione dei cinque sovrani dei villaggi ninja

Sarete oramai al corrente dei numerosi disastri che hanno lambito le vostre terre e quelle vicine. Qualcosa di estremamente pericoloso sta attualmente calpestando il nostro mondo e per tale ragione siete invitati a presenziare alla convocazione del vertice che si terrà a Kesshō-kō, nel Paese della Pietra, giorno 20 Maggio. Abbiamo poco tempo.

Taisei, l'Ordine


 
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view post Posted on 18/5/2017, 20:43     +1   -1
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Ogni minuto che passava sembrava pesare come un macigno sulle spalle della seducente Tsuchikage, lascivamente adagiata al tavolo delle trattative accanto all'aitante Hiroji. Detestava attendere, soprattutto quando si aspettava una notizia pessima dopo l'altra. L'esperto medico dalla stramba capigliatura, ravvivata dallo splendore del biondo alla base della nuca, era ancora chino sulle mappe, ad osservarle e tracciare su di esse dei piccoli segni con l'inchiostro; stava già pianificando una difesa per il villaggio, ci avrebbe potuto scommettere. Vederlo così attento, così applicato al suo compito, la compiaceva non poco. Avrebbe voluto attrarre la sua attenzione solo per un capriccio personale, per dimenticare soltanto un attimo quei mille pensieri negativi che la rendevano insofferente perdendosi nei suoi occhi verde acqua.

Tsuchikage-sama, perdoni l'intrusione.. - s'introdusse così quel giovane dalla zazzera biondo platino, con una certa nonchalance e un atteggiamento un tantino sfrontato. Subito l'attenzione della femme fatale e dell'uomo al suo fianco furono catturate.

Sono venuto a portarle una pergamena arrivata stamane, e questo messaggio. - continuò, con quel sorrisino appena accennato che ostentava sicurezza e quello sguardo sicuro di sé, facendosi più prossimo alla sua sovrana.

Qualcuno l'ha lanciato insieme ad un sasso alle porte del villaggio; abbiamo perlustrato la zona, ma non abbiamo trovato nessuno.. e nessun cenno di ostilità c'è stato in seguito al lancio del sasso. Non ho potuto fare a meno di leggerlo, sapete.. la mia curiosità.. - ridacchiò, adesso un po' più impacciato, consegnando le due carte. Forse era la troppa vicinanza della femme fatale a far vacillare la sua spavalderia, facendolo sembrare un ragazzino in cerca di approvazione.

Sempre a fare di testa tua.. - rispose fredda, prendendo la prima missiva per spezzarne il sigillo di ceralacca. - Puoi tornare ai tuoi doveri, Isamu-kun.

Come comandate. - un mezzo inchino in direzione della sua sovrana, senza perdere del tutto quell'atteggiamento a volte irritante. Anche Hiroji fu salutato con un cenno, e soltanto quand'egli fu fuori quest'ultimo posò lo sguardo sulla sua Chiye.

Ci sono novità spiacevoli? - chiese un po' sulle spine, osservandola rapito mentre con l'unico occhio color ocra scorreva le righe della prima missiva.

Non del tutto.. - disse seccamente, passando poi la missiva al compagno. - Quel mentecatto di Hyou è morto, e Jagura appresso a lui. Buone notizie direi, se non fosse che Namida e sua moglie erano spie al soldo di Konoha.. e per tutto questo tempo sono stati qui dentro il mio territorio a tramare sotto la mia protezione. - affermò, stringendo i denti in un moto di rabbia. Hiroji lesse quelle poche righe, per poi posare il foglio sul tavolo.

E' stata furba ad aver tenuto questo gioco, ma tu devi esserlo di più Chiye-chan. Se sono stati accettati dalla loro madrepatria e tu vuoi guadagnarti la loro fiducia, dovrai trattarli come nulla fosse.

Lo so, ma in questo momento mi farebbe sentire molto meglio saperli morti e sepolti in qualche buco sperduto e dimenticato. Ci sono troppe informazioni in ballo, e non mi piace.. - sbuffò, per poi prendere il secondo messaggio e leggerlo ad alta voce al compagno. Un silenzio tombale piombò su di loro una volta finito.

Qualcosa di pericoloso.. quindi questo "Taisei" conosce cosa sta avvenendo e da cosa dobbiamo difenderci.. - ragionò ad alta voce la femme fatale, scostandosi adesso dal tavolo e avvicinandosi all'ampio vetro della finestra.

Ci aspetta un viaggio, Hiroji-kun. Voglio che tu venga con me.

Qualcuno deve rimanere al villaggio per controllare la situazione e organizzare le varie difese.. - fece eco, mettendola subito al corrente di quante cose c'erano da tenere in considerazione.

Abbiamo ancora qualche giorno per organizzare tutto. - affermò con sicurezza, voltandosi poi in sua direzione per specchiarsi nei suoi occhi alla ricerca della sua complicità. - Finisci pure di organizzare la difesa esterna come stavi facendo fino a qualche minuto fa, poi dai ordine agli ANBU e fai in modo che Akiho e Tadao tornino immediatamente qui. Dì loro che qualcuno rimanga al muro di calce, per proteggere il confine esterno; qualcuno poi continui a pattugliare il territorio e si tenga in costante contatto con noi. Non possiamo lasciare nulla al caso.

Molto bene.

Tu, io e Tadao andremo al Paese della Pietra a incontrare questo misterioso "Taisei"; Akiho-chan mi sostituirà qui e si occuperà della difesa in nostra assenza. Nessuno meglio di lei può farlo.

Mi metto subito all'opera allora. Sarò qui in meno di quanto ti aspetti. - confermò, inchinandosi riverentemente alla Tsuchikage per poi alzare i tacchi e andare ad eseguire alla lettera i suoi ordini.

Hiroji.. - come un fulmine a ciel sereno, la voce della femme fatale bloccò sul posto il medico che si volse appena verso di lei.

Non vi fu bisogno di parole fra tutti e due, perché nei loro occhi ardeva il fuoco di due anime alla costante ricerca l'una dell'altro. Un cenno da parte del medico fu una risposta più che sufficiente per la splendida sovrana, che una volta perso il contatto visivo con lui tornò a guardare fuori dalla finestra.


(Usciremo da questa situazione a testa alta, come abbiamo sempre fatto. Questa è una promessa.)



Per la difesa esterna, Hiroji organizzerà una rete di trappole e fuuinjutsu in un raggio non troppo ravvicinato al villaggio una volta che saranno tornati Tadao e Akiho (che penso riferiranno della comunicazione interrotta bruscamente con l'interno); giusto per specificare.
 
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view post Posted on 7/7/2017, 23:29     +1   -1
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Ce l'avevano fatta. Non era stato troppo difficile ottenere un colloquio con la Tsuchikage... Era bastato far vedere loro cosa sapevano fare. Ottima cosa, dato che anche Juuhachi avrebbe voluto capire volentieri cosa l'annessione a Nijuusan le aveva permesso di ottenere.
Si guardò rapidamente allo specchio mentre la accompagnavano lungo il corridoio che l'avrebbe condotta all'ufficio della Tsuchikage.

Si era di nuovo coperta di bende, ma aveva lasciato il viso scoperto. Non doveva nascondersi dalla sua Regnante, era giusto che la vedesse in faccia, che sapesse con certezza chi c'era dietro le bende e chi portava quegli occhi così eterocromi.
Aveva pensato a cambiare abbigliamento, così, per dare un senso più di novità al suo essere... Ma aveva optato per la sua solita e amata mantellina viola col cappuccio. Se l'era cucita lei, dopo anni di camici da laboratorio, ed era ottima per il suo lavoro: aveva molte tasche, nascondeva bene le armi, era comoda e adatta a ogni temperatura.

Si era lavata e pettinata i capelli, che ricadevano come una folta cascata verde acqua arrivandole fino alle scapole. Le bende pulite costituivano il resto del suo abbigliamento: non doveva impressionare Chiye Koizumi per quello che appariva, ma per ciò che era.
Che erano.

Attese, non sicura di ciò che andasse fatto. Dovevano annunciarla? Sapevano chi era, Akiho e Sae si erano premurate di far sapere che Rei doveva avere un colloquio con Chiye-sama.
E quindi attese, semplicemente. Non era nervosa, e nemmeno Niijan.

"Facciamo di nuovo bella impressione, sì?"

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view post Posted on 8/7/2017, 20:25     +1   -1
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23 Maggio 248 DN



In quel periodo sembrava che le cose andassero di male in peggio, cosa che certamente non avrebbe fatto piacere a nessuno e ancor meno alla sensuale donna che sedeva comoda sul seggio più importante del villaggio della Roccia. Non soltanto il mondo era stato invaso da crature leggendarie dal potere inimmaginabile, che avevano già fatto fuori dei suoi uomini senza colpo ferire, ma al suo ritorno dall'incontro con gli altri grandi capi delle terre ninja - e con il giovane leader del Taisei, accompagnato dagli studiosi Satoshi e Hajime - aveva trovato pure dei disordini interni ad attenderla. Fortuna voleva almeno che Raisetsu (questo il nome della donna che Kataritsuen le aveva affidato per compiere il riturale di prigionia della bestia che si aggirava nel suo territorio) era docile, piuttosto schiva e non s'impicciava degli affari altui.. almeno non apertamente. Trasse un profondo respiro per poi espirare a fior di labbra, cercando di calmare quanto più possibile i nervi; quell'affare del laboratorio era una vera scocciatura e, ancora, l'imbestialiva che il tutto fosse successo sotto il suo naso. Al suo ritorno erano state sua sorella Akiho e la giovane e timida Sae ad informala del successo dell'esperimento sul Nero, accennandole appena i fatti e il relativo tentativo di tradimento di quei cani dei medici implicati nella ricerca. Doveva ammettere che la rossa aveva fatto davvero un ottimo lavoro in sua assenza, e non poté che gioirne fiera. Sorrise fra sé.

(Buon sangue non mente.)

Appena arriva la nostra ospite, Akiho-chan, falla accomodare. - ordinò alla sorella, ovviamente presente in quella sala dai voluttuosi drappi rossi, pronta a difenderla nel qual caso la giovane in arrivo, oramai legata indissolubilmente alle fibre, avesse avuto qualche problema a controllarsi.

La femme fatale s'accomodò meglio sul seggio scavato nella cruda roccia, pieno di quegli speroni irregolari e grezzi che sembravano tanto richiamare l'asprezza del loro modo di agire e pensare. Gamba sinistra accavallata sulla destra, spacco ben scostato per mostrare lo stacco di coscia; braccio sinistro lasciato morbido sul bracciolo e destro piegato a sorreggere il capo. I lunghi capelli scuri ricadevano in morbidi boccoli lungo le bende, mentre l'occhio color ocra mirava la porta chiusa al di la del tavolo ovale. Juuhachi era arrivata, l'aveva sentita avvicinarsi con i suoi passatti morbidi e sicuri fino a sostare oltre quell'ostacolo.
Un cenno alla sorella minore, che annuendo al silente richiamo si avvicinò per aprirle e farla accomodare.


Entra. - disse marziale, facendole spazio per farla accedere e richiudere successivamente l'anta appena schiusa alle sue spalle. Non c'era nessuno li dentro, solamente le due sorelle Koizumi.

Juuhachi. Finalmente ho il piacere di conoscerti di persona.. ho sentito molto parlare di te, soprattutto in questi ultimi giorni. - l'accolse, con quel tono melodioso e più confacente forse alle mondanità offerte dalla vita che non a un capo posto davanti a un esperimento pericoloso e, forse, instabile. Le fece cenno di superare il tavolo delle trattative, di avvicinarsi sino ai piedi della scalinata che la elevava dinnazi ai suoi occhi. La controluce alle sue spalle creava un gioco quasi inquietante, mentre la scrutava attentamente.

Mi sono già state riferite le terrificanti notizie che ti hanno vista vittima e protagonista, ma il fatto che tu sia stata convocata qui è perché non amo affatto affidarmi alle notizie di seconda mano. - un sorriso malizioso andò pennellandosi sulle labbra carnose della Koizumi, a quelle semplici parole. - Prego.. voglio sapere ogni dettaglio; non tralasciare nulla, nemmeno la cosa che ti sembra più insignificante. - dritta al punto.

La minore delle Koizumi, nel frattempo, aveva raggiunto la sorella, ponendosi alla sua destra, osservando attentamente Juuhachi con i suoi penetranti occhi color ambra.

 
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view post Posted on 8/7/2017, 23:34     +1   -1
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Non dovette attendere molto. Percepiva delle presenze dall'altra parte, presenze forti, e il suono di passi che si avvicinavano.
La Koizumi minore le aprì la porta, e Rei entrò nella sala del trono... Perché quella era una sala del trono, non uno studio, era impossibile chiamarlo diversamente.
Non che la cosa la impressionasse più di tanto: essendo la Tsuchikage la carica più alta del villaggio, era solo logico e sensato che l'aspetto di tutto ciò che la circondava fosse coerente col suo e col suo rango.
La Genin avanzò quindi a passo sicuro, fermandosi ai piedi del trono e chinando la testa, schiena ben dritta, in un inchino rispettoso.

"Ha sbagliato."

La tentazione di correggere subito Chiye era forte, ma Rei si trattenne, serrando le labbra e lasciando parlare la sua superiore. Doveva essere cordiale e rispettosa. Doveva davvero fare buona impressione, con questa donna più che con chiunque altra. La libertà e la sopravvivenza sua e di Niijan dipendevano da quel colloquio, e di certo cominciare interrompendo la Tsuchikage non era un buon punto di partenza.
Quindi, quando fu autorizzata a parlare, lo fece con tono calmo e compito, come se stesse facendo rapporto dopo una missione.

«Per cominciare, temo di dovervi correggere mia signora. Preferiamo essere chiamate Rei. Vi spiegherò il perché... Cercando di essere breve, per quanto mi sarà possibile. È una storia lunga dodici anni, e ventitré vite.»

Crescere in mezzo a luminari della scienza e libri che qualsiasi bambino catalogherebbe come noiosi le aveva conferito un'ottima padronanza di linguaggio. A volte troppo, visto che certi vocaboli e termini sembravano eccessivi, per una ragazzina così piccola.

«Sono nata come Juuhachi. Non ho idea di chi fossero i miei genitori, ma mi considero figlia di Iwa. E come tale, sono stata cresciuta per servire la Roccia.
Penso sappiate già che sono stata solo la diciottesima cavia degli esperimenti per impiantare in un organismo funzionante la Kekkei Genkai delle Fibre Nere. Io sono stata la prima a sopravvivere, ma il gene non aveva dato frutti. Per questo mi hanno permesso di servire Iwa unendomi alle schiere dei suoi shinobi.»


Parlava con un ritmo un po' monocorde, senza particolari inflessioni. Per lei quella era la storia della sua vita, e non la trovava interessante, solo un elenco di fatti appartenuti al passato.

«Gli esperimenti sono continuati. Fino al numero ventitré, con Nijuusan, la prima ad essere recettiva alle Fibre, il primo esperimento di successo. Il dottor Hachiyo deve aver pensato, in quel momento, che tutta la fatica che aveva fatto non doveva portare benefici a Iwa, ma a se stesso. E ha continuato gli esperimenti, nutrendo Nijuusan con i precedenti esperimenti falliti. Per assorbirne il cuore e i tessuti, e ottenere il loro potere, ha reso Nijuusan mentalmente instabile, ed effettivamente pericolosa per Iwa, perché l'unica cosa che voleva fare era scappare dal villaggio.»

Fece una breve pausa. Aveva introdotto le due protagoniste, ma ancora non aveva spiegato chi fosse Rei.

«Gli esperimenti su di me sono stati molteplici. Hanno testato la mia resistenza al dolore, agli elementi, alla pressione, alla mancanza di ossigeno, cibo e acqua. Sono stata ripetutamente ustionata, fulminata, annegata, seppellita viva, mi hanno tagliato le braccia e me le hanno ricucite, e non ne ho la certezza ma credo di essere stata sottoposta a un trapianto di cuore. Mi hanno fatta combattere, hanno cercato di stimolare i miei recettori del piacere e quelli del dolore in ogni modo, ma a parte sopravvivere non ho mai dato risultati soddisfacenti.
Il dottor Hachiyo ha deciso quindi che, possedendo io il chakra Doton, dovevo essere il nuovo cuore di Nijuusan. Non aveva considerato, però, che i file su di me che le aveva consegnato avrebbero provocato una reazione inaspettata nei suoi centri neurali.»


Akiho avrebbe dovuto mettersi seduta: Chiye aveva chiesto ogni piccolo dettaglio, e Rei era intenzionata ad obbedire.

«Nijuusan si è innamorata di me. Ancora non mi è chiaro il motivo...» Il tono si fece lievemente più caldo, ed esitò qualche secondo prima di continuare a parlare. «Forse vedere che, nonostante tutto, riuscivo a sopravvivere, le ha fatto pensare che avrei potuto salvarla. Quindi, quando le hanno fatto credere di poter scappare, è venuta da me chiedendomi di fuggire da Iwa con lei.»

"E per non tradire il villaggio, ho tradito lei."

«Naturalmente, mi sono rifiutata. Anzi, ho collaborato con lo shinobi inviato a recuperarla... Ma lei ci ha sopraffatti. Ha ucciso quell'uomo, mi ha staccato il braccio destro, e ho perso i sensi.
Mi sono risvegliata nei sotterranei del laboratorio. Mi aveva mangiato l'altro braccio e le gambe, e mi ha forzato a fare altrettanto. Ho modo di credere che la sua psiche fosse disturbata, come se ci fosse uno sdoppiamento di personalità, o un problema del genere. Ad ogni modo, sono riuscita a farla rinsavire. E lei, malgrado l'avessi tradita, per farmi sopravvivere si è unita a me.»


Aprì leggermente le braccia, a indicare il proprio corpo. Il viso mutò espressione leggermente, con le labbra che si incurvavano appena in un accenno di sorriso.

«Letteralmente. Le sue Fibre nere si sono fuse ai miei tessuti. Io ora ho due cuori, il suo e il mio. Posso percepire i suoi pensieri, i suoi ricordi. E lei, così come me, vuole essere libera, vuole avere una vita propria.
Siamo Juuhachi e Nijuusan, ma ora che siamo un'entità sola vogliamo essere chiamate Rei. Ripartiamo da zero, ripartiamo decidendo noi cosa fare della nostra esistenza.»


Non stava chiedendo il permesso, stavolta. Con gli occhi fissi nell'unico visibile della Kage, la stava informando dei fatti puri e semplici.

«E vogliamo servire Iwa. Da shinobi libere. Vogliamo salire di rango, vogliamo entrare nella squadra Anbu, essere diplomatici, assassini, essere qualsiasi cosa occorra al villaggio.»

Si portò il pugno destro al petto, e chinò di nuovo la testa, preparandosi a concludere finalmente quella lunga, lunghissima narrazione.

«Il nostro corpo non vi appartiene. Ma la vostra volontà è la nostra, mia signora.»

C75O77u


 
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view post Posted on 11/7/2017, 18:40     +1   -1
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Fu presa proprio alla lettera da quella piccola creatura dai capelli verde acqua, tanto che la lunga narrazione senza alcun accenno di enfasi nell'intonazione avrebbe potuto annoiare anche il più appassionato. Assottigliò lo sguardo mentre parlava, mentre correggeva il suo piccolo errore, mentre spiegava per filo e per segno ogni cosa fosse successa in quel laboratorio. Strinse la sinistra a pugno con una certa collera, nel momento in cui la sottoposta spiegò come quell'idiota di un medico da strapazzo aveva intenzione di far rivoltare contro la Roccia quell'esperimento ben riuscito, sacrificando vite che non gli erano state autorizzate arrivando quasi ad uccidere la ragazzina che aveva davanti e che, per uno straordinario amore morboso di un esperimento meglio riuscito, era sopravvissuta e divenuta "completa". Una storia affascinante, anche se qualcuno avrebbe dovuto pagare per i disordini al laboratorio e per la vita spezzata del soldato.

Capisco.. - esordì dopo un lungo silenzio di riflessione. - Sei stata fortunata, Juuha-.. anzi no.. perdonami, Rei-chan. - scosse la testa al ripetersi di quell'errore.

Con estrema eleganza districò le gambe e, facendo appena leva sulle braccia, si alzò dal suo seggio, scendendo piano la gradinata con un fare calmo e sorprendentemente sensuale. Peccaminosa, sicura di sé. Si avvicinò quindi alla giovane sotto l'occhio vigile della rossa che, nonostante il lungo racconto, era rimasta immobile, in piedi, ad ascoltare e osservare.
Secondo il parere della minore, quella ragazzina era soltanto un pericolo. Quanto ci sarebbe voluto prima che l'altro cuore, quello di Nijuusan che aveva già una volta preso il sopravvento sulla sua mente e sulle sue azioni, decidesse per lei di distruggere quello che avevano con fatica costruito? Il laboratorio versava già in una condizione assolutamente precaria e chissà quanti importanti documenti erano andati persi. Il sentimento vendicativo che quelle due entità, adesso intrecciate in un rapporto intimo e reciproco, potevano tirar fuori era particolarmente difficile da gestire, soprattutto a lungo andare, se avessero ottenuto maggior potere. Ovviamente, sua sorella maggiore non la pensava affatto così. O quantomeno.. probabilmente anche a lei erano passati per la testa quei pensieri ma, com'era facile intuire, avrebbe agito diversamente rispetto a quello che si aspettava.


Le sofferenze che hai patito per divenire l'arma che la Roccia s'aspettava che tu divenissi sono quanto di più atroce un essere umano possa sopportare.. ma nonostante tutto, se le mie informazioni non sono errate, e come tu stessa mi stai dimostrando in questo preciso istante, mai la tua devozione è venuta meno. - sciorinò con calma, girando attorno alla sua figura per osservarla attentamente, chiaro segno di come non avesse minimamente paura né di lei né delle fibre che componevano il suo corpo. - Chi di dovere ha pagato per le sue malefatte. Sei stata tu stessa.. o meglio.. siete state voi due ad uccidere il dottor Hachiyo e il suo compare, dico bene? - sapeva tutto, ogni dettaglio che le sue parole avevano snocciolato con grande perizia.

Sorrise a fior di labbra, furba; la risposta della ragazzina era ovviamente scontata. -
Sono disposta a perdonare l'insubordinazione di Nijuusan.. - in quel preciso istante, la rossa gli lanciò uno sguardo interrogativo, sconvolto, ma non si permise di interromperla; aveva imparato la lezione, dopo l'aspro rimprovero della maggiore. - ..non era lucida, era spaventata.. e questo, assieme al fatto che adesso fa parte di te e che tu adesso possa tenerla in qualche modo sotto sorveglianza, mi basta. Dopotutto, uccidendo quei pusillanime, avete reso un grande servigio.

Mossa potenzialmente molto pericolosa, lo sapeva bene.. ma preferiva avere quel potenziale distruttivo come alleato piuttosto che come nemico. Sino a quando quella ragazzina composta di fibre avrebbe proseguito nella sua abnegazione e fedeltà alla Roccia, allora avrebbe dovuto quello stesso sentimento a lei. Era la Tsuchikage, dopotutto.. rappresentava il villaggio, o meglio ERA il villaggio stesso.

Voglio darti fiducia, e desidero che tu persegua la tua strada non più come mero esperimento ma come kunoichi. Hai espresso il tuo desiderio, e sono pronta ad accoglierlo per il bene del villaggio e nel rispetto della tua volontà. - parole quasi solenni, sciorinate con una parlantina sciolta che sapeva penetrare nell'animo. Si accomodò sul tavolo, alzando una gamba con nonchalance, come fosse sola; non si smentiva mai. Una lunga pausa seguì.

Cosa sai dei bijuu, Rei-chan? - una domanda che avrebbe fatto scoppiare il cuore di qualcuno, ma che aveva il preciso intento di assecondare la ragazzina e cominciare a muovere le pedine per la difesa. Era quello che voleva, no? Servire la Roccia, servire la Tsuchikage; le avrebbe dato modo di dimostrarlo a dovere.

 
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view post Posted on 11/7/2017, 22:37     +1   -1
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Artificial Flower's Lullaby

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Bisognava riconoscerlo: la Tsuchikage sapeva usare bene le espressioni facciali. Mentre sua sorella era più incline a mostrarsi tesa, indispettita, sospettosa e irritata, Chiye non batteva quasi ciglio e mostrava costantemente un interesse -vago o affettato- che incoraggiava Rei a parlare.
Il fatto che si corresse nel chiamarla per nome, inoltre, le fece piacere: significava che davvero le stava dando importanza.

"O sta fingendo. Ma finge bene. Non mi interessa. Non voglio che ci ami. Voglio che ci rispetti."
"Un posto per noi, Hacchan."
"Per essere libere."


Se la stava lavorando per bene. La Tsuchikage le disse esattamente quello che lei voleva sentirsi dire: che era stata brava. Che la sua fedeltà non era crollata. Che aveva fatto bene a uccidere i due traditori, cosa che la ragazzina confermò con un cenno del capo.
Ricordava ancora il sapore della carne, il calore del sangue, lo stramaledetto pulsare di quel cuore. Scacciò il pensiero: doveva restare concentrata. E non doveva rischiare che a Niijan venisse fame.

E a proposito di Nijuusan, la Tsuchikage la perdonava, comprendendo lo stato d'animo che l'aveva portata a cercare la fuga. Rei sorrise: in effetti, non aveva pensato all'eventualità che una metà di lei venisse condannata per tradimento. Era un bel sollievo.

«Vi ringraziamo infinitamente, signora.»

Le era grata. Sul serio. Ora poteva rassicurare Niijan, poteva essere sicura di avere un posto nel villaggio. La Tsuchikage le dava fiducia, e la fiducia di quella donna era tutto ciò di cui avevano bisogno per condurre un'esistenza serena.
Avrebbero continuato a fare l'unica cosa per cui le avevano allevate: uccidere e servire. Ma almeno lo avrebbero fatto di loro spontanea volontà, senza la paura di venir soppresse o scartate.

«Vi dimostreremo che la vostra fiducia è ben riposta. Sapremo ripagarla.»

Quella donna... Quella bellissima donna ora era il fulcro portante della loro esistenza. Non erano in grado di comprenderne appieno il fascino seduttivo, ma la sua bellezza e la sicurezza dei suoi gesti non le avevano lasciate indifferenti.
Quella era una donna per cui avrebbero combattuto. Che volevano rendere fiera.

"È proprio bella, vero Hacchan?"

Si inchinò. I lunghi ciuffi verde acqua le scesero lungo il viso, celando in parte il sorriso che le ingentiliva i lineamenti.
Era contenta. Aveva un obiettivo, aveva uno scopo, aveva... Una missione, a quanto pareva, perché la Koizumi le aveva appena fatto una domanda che non poteva essere casuale. I Kage non fanno mai cose a caso.

Rei si raddrizzò e strinse appena le labbra, ponderando su quell'argomento.

«Bijuu? Non molto temo... Sono quei leggendari demoni codati, giusto?»

Purtroppo i libri che le avevano portato durante gli anni erano testi prevalentemente di medicina, di galateo, o trattati monografici sulla vita e le opere di qualche autore. Di storia, mitologia e leggende c'era ben poco.

C75O77u


 
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view post Posted on 22/7/2017, 22:43     +1   -1
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Quel sorrisetto amabile pennellato sapientemente sulle labbra carnose della maggiore delle Koizumi parve ulteriormente marcarsi, mentre quell'unico occhio di un gradevolissimo color ocra scuro osservava soddisfatto le reazioni della rediviva Juuhachi. Ossequiosità, riverenza: ecco quello che ottenne dalla giovane dai lunghi capelli color verde acqua, scelta per uno strano scherzo del destino dall'oscuro potere delle fibre nere per divenire finalmente l'arma segreta che, da che ne aveva memoria, bramava essere. Far deliberatamente leva sui suoi sentimenti, avvarolandoli, esaltandoli, accondiscendendo senza troppi se e ma alle sue semplici richieste, era stata una mossa che aveva dato i suoi bei frutti. Subdola.. eppure dannatamente efficace; a differenza della testarda Akiho, che rimaneva immobile ad ascoltare e vigilare su quella conversazione che poteva essere potenzialmente pericolosa (e nemmeno tanto, considerato che con i suoi cloni era riuscita egregiamente a tenere sotto controllo la ragazza e che la sorella, per quanto potesse sembrare vanesia e sin troppo tranquilla, sapeva tirar fuori una furia combattiva fuori dal comune), Chiye sapeva sfruttare adeguadamente il suo carisma e il suo savoir faire nel momento opportuno. Non era d'accordo la rossa, non poteva certo esserlo. Continuava imperterrita a fossilizzarsi sul potenziale pericolo a lungo andare, ma non sul potenziale combattivo che, facendo leva sui suoi sentimenti acerbi e sui soprusi che aveva dovuto subire nel corso della sua giovane esistenza, poteva essere sfruttato e tenuto sotto controllo dal semplice fatto che la sorella, emblema del villaggio per status e acclamazione del popolo, rappresentava tutto ciò in cui la ragazzina voleva credere e combattere.

Esatto, mia cara.. sono proprio loro, e non sono delle leggende come erroneamente abbiamo creduto. - prese parola dopo aver lasciato la sottoposta libera di esprimersi a riguardo, tornando per un attimo seria. - Ultimamente stanno succedendo cose strane nei dintorni del villaggio, tanto che sono stata costretta ad adottare delle pesanti misure di sicurezza.. ma non basteranno, inutile girarci intorno. Abbiamo a che fare con un forza primordiale, più potente di tutte le forze che si sono abbattute sul nostro mondo sino ad oggi. - sospirò, un po' agitata per la questione ma pur sempre sicura di sé con lo sguardo ben piazzato sulla figura esile della ragazzina al suo cospetto. - Dobbiamo agire, in fretta. Abbiamo un piano per liberarci di tale minaccia, ma non posso permettermi di mandare avanti qualcuno su cui so per certa di non poter fare affidamento. - sorrise nuovamente, tirandosi indietro sul tavolo, poggiando la destra per sorreggersi e accavallando sensuale le gambe. - E' qui che entri in gioco tu, Rei. Il tuo nuovo potere è straordinario e la tua devozione un elemento più che sufficiente per riporre in te la piena fiducia. So che non mi deluderesti e che faresti di tutto per compiere quello che è necessario per la nostra patria.

Un momento di silenzio, in modo da permettere alla ragazza di assimilare le poche informazioni di cui la femme fatale la stava rendendo partecipe. Non poteva certo vomitarle tutto con noncuranza; non era ancora entrata pienamente nelle sue grazie, quel posto doveva guadagnarselo sul campo di battaglia. E proprio li voleva che fosse, per dimostrare quanto effettivamente le sue parole avevano affermato.

Ovviamente non andresti da sola, ci mancherebbe. - soggiunse, muovendo la sinistra con sufficienza, come volesse scacciare quella preoccupazione naturale direttamente dalla mente della ragazzina. - Altri prenderanno parte alla battaglia con te, e una persona speciale vi aiuterà a compiere il vostro dovere. Non posso fornirti ulteriori dettagli al momento, ma arriveranno a tempo debito. Allora.. che cosa ne dici? - chiese ulteriore conferma, nonostante sapesse già la risposta. Non poteva rifiutare quell'incarico, non quando la sua sovrana e il suo paese richiedevano urgentemente che fosse portato a termine. L'aveva detto no? Avrebbe saputo ripagare la sua fiducia.

 
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