| .Eichi |
| | “A dopo” “Dove vai?!” Ryu fece spallucce, totalmente indifferente all'agitazione di sua madre. “In giro” Rispose una volta fuori, tirandosi la porta. Sentì sua madre avvicinarsi all'uscio a lunghe falcate; avrebbe aperto la porta gridando il suo nome, nel vano tentativo di richiamarlo all'ordine. Se è vero che quel ragazzino non era mai stato una testa calda, è anche vero che non era mai stato troppo adatto a prendere ordini che non condivideva. Lo stretto corridoio dove si allineavano decine di porte uguali a quella di casa sua, tutte dello stesso legno scuro, tutte con un numero dipinto sullo stipite con un bianco sporcato dagli anni, dava sul panorama sempre suggestivo di Kumo: Costruzioni sferiche o semi sferiche stavano arroccate su rupi più o meno alte, e baciate dalla luce morente del giorno com'erano in quel momento, creavano giochi d'ombra magici e singolari. Ryu dal canto suo era abituato a tanta magnificenza e come è solito tra gli uomini, smise ben presto d'incantarsene. Una finestra di vetro era un poco aperta, il pomello della porta già ruotava alle sue spalle, la voce di sua madre più vicina; fece un balzo verso il vuoto, si avvitò a mezz'aria così da passare attraverso lo spazio della finestra ed in un attimo di lui non vi fu più alcuna traccia. “RYUU! TORNA IMM...” Udì la voce di sua madre strozzarsi, come al solito, e la porta sbattere subito dopo. Concentrando la propria energia nei piedi, era aderito perfettamente alla superficie di legno sottostante il terrazzo dove era sita la propria casa e di li si era incamminato in direzione del passaggio che l'avrebbe portato verso la foresta molto più in basso. Fu una passeggiata piacevole, benché avesse fatto fatica a trovare una nuova apertura nella struttura per infilarsi di nuovo all'interno: il vento cominciava a farsi freddo a quell'altezza e stare in orizzontale tutto il tempo stava cominciando a fargli provare una certa stanchezza all'addome, dovuta allo sforzo di mantenersi dritto. Non c'era nessuno nei lunghi corridoi a spirale e l'unica anima che incontrò fu il guardiano all'uscita della struttura, che lo conosceva bene. “Cerca di non far tardi stasera, ragazzino. Sta per piovere” Fece un cenno col capo e si annotò mentalmente di badare alle condizioni del cielo durante la sua escursione: La pioggia a Kumo era un bel problema per un ragazzino che se ne andava da solo in giro: Il più delle volte i passaggi venivano chiusi e chi si ritrovava fuori doveva arrangiarsi in maniera diversa per tornare a casa. Ryu non conosceva altri modi per ritirarsi, dunque doveva assicurarsi di arrivare in tempo per la chiusura. Decise di non allontanarsi troppo, andò a stabilirsi in mezzo ad una radura ad un chilometro dalla porta: quello era ancora territorio sotto il controllo di Kumo e spesso i ninja in viaggio facevano tappa li per organizzare i carichi o discutere le strategie. A quell'ora comunque, raramente passava qualcuno: le missioni cominciavano al mattino e si concludevano al mattino del giorno seguente, in genere, o spesso di notte, e così il giovane studente dell'accademia si trovò da solo coi propri pensieri, sicuro di non essere disturbato da anima viva. Si era seduto a gambe incrociate su una roccia larga dalla superficie quasi piatta, ed aveva tirato fuori dalla casacca bianca un pezzo di carta: la sua convocazione all'esame per diventare uno shinobi. Molti dei suoi colleghi erano nel panico, altri invece eccitati all'idea di concludere una fase così noiosa così da poter entrare nel mondo “dei grandi”; non valeva però lo stesso per quel ragazzino solitario in mezzo alla natura: a lui l'accademia piaceva eccome, ed avrebbe davvero voluto fare di tutto per restarci. Aveva seriamente riflettuto sul fare scena muta, o sul non presentarsi affatto dicendo a casa di non avercela fatta, ma l'orgoglio aveva cominciato a dimenarglisi nella pancia alla sola idea di ammettere il fallimento, di dover sopportare gli sfottò dei compagni e la delusione di sua madre e suo nonno. Per qualche ragione si aspettavano molto da lui, e tanta pressione era in grado di innervosire persino lui, che non si lasciava innervosire da nulla.
[***]
Fu a casa appena in tempo per la cena. Era troppo pensieroso per badare a cosa cercasse di dirgli sua madre a riguardo della sveglia, od alle imprecazioni del guardiano che aveva dovuto riaprirgli il passaggio nonostante fosse tornato dopo l'inizio della pioggia. Mangiò solo un poco di zuppa e si andò a mettere a letto, sperando che la notte trascorresse lenta e che il giorno seguente passasse in un lampo. Avvenne esattamente il contrario: chiuse gli occhi, stanco morto e si addormentò in un baleno; quando il giorno dopo li riaprì sotto il trillare della sveglia gli sembrò di aver dormito un solo istante, e invece erano già trascorse tutte le buie ore della notte. Non vedeva suo nonno da due giorni, e quella mattina sua madre era uscita presto per andare a lavoro; lui si vestì rapidamente, come ogni giorno, ma non fece colazione: aveva lo stomaco in subbuglio perché non aveva ancora deciso come comportarsi all'esame, non era sicuro di voler diventare un Genin, ma non era sicuro neanche di voler restare studente; tutto aveva un pro ed un contro, i contro erano tutti troppo fastidiosi da sopportare i pro troppo comodi da abbandonare. Perso nei suoi corrucciati pensieri giunse alla sua solita aula, la numero 10, ed una volta sull'uscio si fermò un istante, prese un gran respiro ed entrò a testa bassa, ancora più dubbioso di prima. La spesa in stamina dovrebbe essere insigificante, ma comunque insersco i calcoli.
Attivazione - (Chk: 1 prima di ogni sua azione) - Capacità di Camminare su Superfici Verticali - Il ninja concentra il chakra sulla pianta dei piedi per rimanere saldo sui muri anche a testa in giù, in questo modo è in grado di correre in tutte le superfici.
[Stm: 60-(1/20)= 60-0.05 =~ 59.9]
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