Iscrizioni Secondo Personaggio

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view post Posted on 25/7/2013, 16:37
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vadi vadi
 
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view post Posted on 10/10/2013, 20:55
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CITAZIONE (Angy91_91 @ 10/10/2013, 21:42) 
CITAZIONE
Utente: ~Angy.

~ Primo Personaggio ~

Primo pg: Akane Uchiha
Rango: Jonin S
Originario di: Konoha
Titolo/ Carica che ricopre Gdr On: Hokage, Eremita dei Rospi

CITAZIONE
~ Secondo Personaggio~

Nome: Fujie (Fer -J)*
Cognome: Inuzuka
Rango: Jonin S
Villaggio: Suna
Descrizione fisico-caratteriale: Focosa e selvaggia sono sicuramente le prime parole che vengono in mente osservando questa donna, nei suoi lineamenti, nelle sue curve la femminilità tuttavia non manca. Occhi gialli le donano uno sguardo aggressivo e lunghi capelli rossi fanno il quadro generale di uno spirito ribelle. Non ha mai seguito le regole che le venivano dettate e dal primo momento faceva sue solo le lezioni che imparava sulla pelle. Maestra di sè stessa Fujiie ha formato il suo carattere in solitudine e di conseguenza non sa bene come approcciarsi alle persone mentre il discorso si fa assai diverso con la specie animale che invece sente molto più vicina. Avendo scelto comunque una vita da shinobi quando è obbligata a collaborare sa agire in squadra nonostante quel perenne distacco che la allontana dal genere umano. Spesso non sa se parlare o meno, crede che pensare sia molto più efficacie e condividere non fa parte della sua natura. Con gli altri le sue parole sono poche e non sa mai sceglierle in modo efficace ma cosa importante non sa mentire all'interno della vita sociale. Per Fujie esiste solo il bianco o il nero. Ha avuto periodi di alti e bassi nella sua carriera, costellata di successi direbbero alcuni ma anche di grandi fallimenti e fu così anche nella vita e in amore, tutti eventi che l'hanno segnata, aiutata a crescere e che l'hanno cambiata in quell'essere radioso che è oggi.


33kycjt

Background: Era una notte di luna silenziosa quando venne al mondo la pargoletta che doveva riempire di gioe la vita di quei due innamorati sulla collina. Un giovane spericolato in groppa alla sua lupa argentea e la sua donna rossa e stanca tra le braccia. Stavano marciando piano da chissà quante ore e le possibilità di raggiungere in tempo loro amato villaggio si facevano sempre più impalpabili. Le forze stavano abbandonando la neo mamma e disperato il compagno dovette prendere una difficile decisione: salvò la bambina mandandola avanti con il suo lupo mentre avrebbe curato e protetto il corpo della donna a costo della vita. Fu difficile scacciare il suo bel lupo, urlargli parole dure contro per convincerlo ma alla fine con uno sguardo d'intesa capi' eseguendo l'ordine; possente ed esperto era considerato un ninja a tutti gli effetti, Inuzuka in kanji portava scritto sulla giubba fiammante che indossava, le sue zampe imponenti, il torace largo, un corpo snello e agile.
Capitati in una brutta serie di imprevisti erano inseguiti, una missione di perlustrazione doveva essere, ma un supporto eseguito male un recupero peggiore e se possibile ancora peggio l'organizzazione della ritirata. Tra lacrime di sangue e dolci sogni infranti i due innamorati quella notte combatterono la loro ultima battaglia, uno per la vita l'altro per la morte ma entrambi finirono di consumarsi con un sorriso sulle labbra dedicato alla loro piccola senza nome in salvo.


Quello che in molti non sapevano era però che la lupa argentea non arrivò mai a Konoha, fu costretta a ripiegare più volte a ovest e quando esausta trovò un buon rifugio in alcune sporgenze rocciose purtroppo la piccola neonata iniziò a piangere. Non voleva essere messa giù, le piaceva il calore del suo alito e poi aveva fame. D'istinto il canide tornò a prenderla per la collottola e acciambellandosi iniziò a trattarla come fosse uno dei suoi cuccioli che di li a poco sarebbero nati, il suo latte non era certo nutriente come quello della sua vera madre ma fu abbastanza.
Il giorno seguente vagò al confine con il Paese del Vento e fu così per giorni, avvertiva ancora delle presenze sulle sue tracce e senza un branco, senza il suo padrone a dirgli cosa fare e con tutti i piccoli da proteggere l'unica cosa da fare fu continuare a spostarsi. Di rifugio in rifugio, caverna dopo caverna alla fine la lupa si fermò nell'ultima foresta del Fuoco dove la terra era già secca e arida, dove l'acqua era un miraggio e le dune facevano capolino all'orizzonte. Stremata e poco nutrita con il parto diede alla luce un solo cucciolo vivo, aveva il pelo fulvo e rosso come i primi capelli della bambina. Gli occhi della lupa quel giorno erano tristi, aveva emulato il destino del suo padrone dando la vita per il futuro ma se anche non avrebbe visto crescere il suo cucciolo fiammante nè quel pargoletto era felice.

"Insieme Avrebbero Cavalcato il Mondo."

Soli e impauriti i due orfani tra un guaito e un singhiozzo erano giunti alle porte di un villaggio di confine che nulla aveva per accoglierli o sfamarli ma fortuna volle che un vecchio saggio sapeva cosa fare. Riconobbe i tatuaggi fatti sulle guance della bambina e pensò bene di avvisare il Kazekage. Ci vollero giorni però e tra una poppata e l'altra per lei e una ciotola di avanzi per il cane, l'anziano pensò bene di ribattezzare entrambi sotto la forza del loro nuovo dio: rosse erano fiamme così come le loro chiome baciate dalla fortuna, Yasei - Selvaggio - fu il nome del piccolo di lupo e poi le fiamme suggerirono Fujie - Glicine d'Estate. Quando giunsero notizie dalla capitale purtroppo nessuno volle prendersi troppe responsabilità e fu quindi incaricato il vecchio di allevare i due superstiti, fu promesso un aiuto economico e al raggiungimento dell'età un addestramento tra le fila della Sabbia come shinobi.
Crescere i due non fu affatto facile, non conoscevano i modi, non capivano la lingua, non erano fatti per vivere in comunità e solo il suo dio poteva sapere quanto dura fu tirarli su e inculcargli un minimo di educazione e di concetti base della società. Ribella Fujie se ne stava sempre con il cucciolo di lupo, crescevano bene insieme ma l'animale diventava sempre più pericoloso e selvaggio, aveva più l'aspetto di un piccolo leone che di un semplice cane. Non lo avevano mai sentito abbaiare ma solo ringhiare.
Quando arrivò il giorno di iniziare l'accademia la bambina guardava in alto mentre le veniva data la notizia, il lupetto annusava a terra. Non sembrarono soffrire il distacco, dovendo continuare la loro vita l'uno a fianco dell'altra la cosa non gli creava disturbo. Fu così che l'anziano saggio che li salvò li vide anch'egli allontanarsi per l'ultima volta, erano i suoi soli e le stelle, il suo dio lo aveva avvisato: Giungerà il Giorno in cui Vedrai la Luce e in Essa Scomparirai.

"Loro sono Vento e Onde che Soffiano e Smuovono la Vita."

72g2sl



OT//ovviamente la storia è solo una parte ma non sto ad andare avanti se non mi accettate l'inizio
PS: l'idea è nata da un npc che ho messo in missione a belfa X, spero non sia un grosso problema XD //OT
 
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view post Posted on 25/10/2013, 12:03
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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Utente: Misato Kojima

~ Primo Personaggio ~

Primo pg: Misato Kojima
Rango: genin
Originario di: Suna
Titolo/ Carica che ricopre Gdr On: //

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~ Secondo Personaggio~

Nome: Akane
Cognome: Yuki
Clan: Yuki
Villaggio: Kiri
Descrizione fisico-caratteriale: A prima vista può sembrare una normalissima ragazzina, vivace e piena di voglia di fare e conoscere, ma frequentandola si può capire meglio quanto la sua mente risulti malata. Il concetto di ciò che è giusto e sbagliato viene completamente capovolto...è giusto solo quello che fa bene a lei è sbagliato ciò che non le giova. Quindi agisce solo secondo quello che è meglio per lei e se la tua morte può solo farle comodo allora stai tranquillo che lo farà. Non conosce il senso dell'amore, dell'amicizia o della giustizia. Lei sa solo che la vita è crudele e nient'altro. Conosce solo le difficoltà, mentre le gioie le sono sempre state precluse, ma ha anche un'innata sete di conoscenza...vorrebbe capire il significato di queste cose normali per gli altri ma a lei precluse, quindi ce la metterà tutta per trovare qualcuno che gliele possa insegnare.
È una ragazzina abbastanza bassa per la sua età, ma molto snella.La sua pelle è candida come la neve e le sue labbra rosee e ben nutrite. I suoi capelli sono rossi e modellati in boccoli che incorniciano il suo viso infantile, rendendolo più elegante di quello che è in realtà e facendola sembrare una bambolina. Gli occhi sono verde smeraldo e brillano vivaci quando guardano cose per lei nuove e sconosciute, ma in fondo nascondono una profonda tristezza e la ricerca di un posto tutto suo, dove essere felice e amata. Il suo corpo è molto snello, grazie anche ai continui allenamenti a cui si sottopone, le sue curve sono ancora molto acerbe, ma non danno cenno di voler migliorare troppo e la sua corporatura è molto esile. Essere un ninja per lei non è un hobby...è questione di sopravvivenza.
Background:
Akane è nata per un solo otivo: essere un motivo di guadagno per i suoi genitori. In speicial modo sua mamma, aveva allevato lei e sua sorella come due vere assassine che irretivano gli uomini e poi li uccidevano per rubare tutti i loro averi...delle vere e proprie vedove nere. Tutto questo mondo di bugie, di cose sbagliate, aveva lasciato vuoto il cuore della piccola che era cresciuta con idee egoistiche, era cresciuta pensando che fosse giusto solo quello che faceeva bene a lei!
Quando finalmente Akane iniziò il suo "addestramento" speciale con la sorella, indossava soltanto un leggero Yukata e portava con sè un pugnale. Lei e sua sorella avevano portato due uomini in una vecchia catapecchia, l'obiettivo era quello di ucciderli e derubarli e così fecero. Le cose andarono avanti così per molto tempo, finchè un giorno non iniziò a cheidersi cosa stava facendo. Soffriva? Era triste? Non riusciva a capirlo, i sentimenti umani erano per lei cose fuori dal suo controllo e dalla sua capacità di comprendere, ma un giorno lo chiese a sua mamma.

<<sei una puttana e un'assassina!>>



Questo fu il colmo e Akane non potè più trattenersi, uccidendo sua madre e suo padre, per quel senso di impotenza che continua a pervarderla. Si sentiva usata e non l'avrebbe più permesso, ci redeva così tanto che alla fine uccise anche sua sorella. Aveva eliminato tutti i fastidi che le avevano procurato quella casa e non avrebbe permesso più a nessuno di usarla.

Alla fine nessuno idnagò su quell'omicidio di massa, in fondo non erano persona per cui valeva la pena perdere tempo, così anche Akane fu lasciata abbandonata a sè stessa e per potersi mantenere continuò a fare l'unica cos che sapeva fare. Concedere il suo corpo, lasciarsi usare per poter poi uccidere tutte quelle persone che hanno osato sfiorarla.

Una notte, però, mentre rovistava fra le cose della sua ultima vittima, trovò un libro di pirati. Affascinanti avventure e pericoli e tesorii nestimabili e soprattutto...nessuno che avrebbe più usato il suo corpo. Avrebbe tentato, sarebbe partita, ma prima aveva una cosa da fare.

<<devo diventare genin...>>



Così alla fine corse verso il suo futuro, verso l'esame e verso un nuovo mondo di avventure che pian piano si sarebbe costruita con le sue mani.

Per il bg ho fatto un po' un riassunto, ma sarà ampliato meglio e un po' più ne dettaglio, nella scheda! Spero non sia un problema! E mi scuso ancora Angy per la mia sbadataggine ç___ç
 
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view post Posted on 1/11/2013, 13:07
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Utente: lovely.panda

~ Primo Personaggio ~

Primo pg: Yumi Yuki
Rango: Genin
Originario di: Kiri
Titolo/ Carica che ricopre Gdr On: Rischio prostituzione Nulla facente

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~ Secondo Personaggio~

Nome: Keigai
Cognome: Shishi
Clan: Senza clan - Aspirante Jashinista
Villaggio: Kumo
Descrizione fisico-caratteriale: Ragazza di 18 anni, molto alta e slanciata, raggiunge il metro e ottantacinque. La pelle è molto chiara, diafana, da renderla simile a porcellana, dando l'impressione di essere estremamente delicata, di sciuparla anche solo toccandola. Lunghi capelli rosa, lasciati crescere in maniera indomita, nascondono due occhi di un azzurro intenso, acquamarina.

Keigai soffre di una particolare forma di autismo, che la costringe a chiudersi in un mondo tutto suo, estraniandosi in parte dalla realtà che la circonda. Uno dei pochi modi che ha di comunicare tramite il mondo esterno è con la musica. Adora suonare la sua chitarra, regalatale dal suo tutore che affettuosamente la considera il suo coniglietto rosa. Il cinguettio degli uccelli e il frullare d'ali delle farfalle sono i suoi suoni preferiti, gli unici che, in qualche modo, placano la sua voce interiore. Una voce che le sussurra come reagire col mondo esterno, spingendola a dar luce ad un lato sadico e sanguinario del suo animo che è stato da sempre represso.

Background:

1° Giorno di seduta.

Il ninja della divisione medica di Kumo, Koiji Moi, scrutò pensieroso oltre la porta. Sapeva perfettamente chi avrebbe trovato in quella stanza: Keigai Shishi, quattordici anni, almeno stando alla documentazione ricevuta dagli addetti dell'Accademia ninja.
L'unica superstite durante un'esame per la promozione a Genin, era stata ritrovata in stato confusionale all'uscita del centro d'addestramento, completamente imbrattata di sangue. Dei tre suoi compagni di corso non se ne avevano tracce.
Con un sospiro, lo psicologo si passò una mano sul viso, ripensando a quando avevano portato quella ragazzina smilza e mingherlina lì alla clinica.
"Per la miseria, siamo a Kumo, mica in quella fogna sanguinaria di Kiri..."
Pensò, cercando di mantenere la calma. Per prima cosa dovevano interrogare quella strana ragazzina, cercando di capire cosa fosse successo in quel maledetto campo d'addestramento.
Facendosi forza, spalancò la porta di quella che era un incrocio tra una sala interrogatori e una stanza d'ospedale: le pareti erano di un tenue azzurro pastello, mentre il resto della mobilia, che consisteva in un letto e un tavolo con due sedie, erano bianche con rifiniture metalliche. Non c'erano finestre, la luce proveniva da delle lampade al led incassate nel soffitto, mentre su una parete era montato uno specchio che permetteva di vedere dall'altra parte, senza però essere osservati.
Ed era lì che si stava specchiando Keigai, una ragazzina alta e slanciata, con una massa di capelli rosa tagliati corti, con una frangia che le copriva in parte il viso, nascondendole un occhio che, a giudicare dall'altro, doveva essere di un azzurro intenso, acquamarina. L'espressione dipinta sul viso dalla pelle chiara era vuota, come se non vedesse per nulla il suo riflesso, persa in chissà quali pensieri. Nemmeno quando Koiji si schiarì la gola, lei si destò da quel suo vuoto torpore.
"Ho è lo shock che ha subito, o qui qualcosa non quadra..."
Pensò lo psicologo, cercando di attirare l'attenzione della fanciulla.
Keigai, allora, come ti senti oggi? Sei riuscita a riposarti per bene?
Nel sentire il suo nome, la ragazza parve riscuotersi leggermente, senza però perdere quella sua espressione vuota. Impassibile, guardò l'uomo appena entrato, per poi tornare a concentrarsi sul suo riflesso, senza però vederlo realmente.
Koiji era tentato di dirle altro, ma la voce della giovane lo zittì prima ancora di poterle chiedere altro.
Dov'è la mia chitarra? Rivoglio la mia chitarra...
Già, la sua chitarra... Uno strumento a corda dal particolare design, nulla da ridire, ma quando l'avevano trovata, sporca di sangue, gliel'avevano portata via, per poterla analizzare meglio, visto che anche lo strumento musicale era completamente insanguinato.
La stiamo sistemando e ripulendo per bene, così, quando starai meglio e avremo finito i controlli, potrai riaverla e tornare a suonarla, che ne dici?
A quel punto la giovane si voltò completamente, osservando il medico senza però vederlo realmente.
Io rivoglio la mia chitarra... E' stato lui ad insegnarmi a suonarla. Gli piace, quando suono...
Annuendo leggermente, il medico le indicò una delle due sedie, invitandola a sedersi e, stranamente, la ragazzina sembrò vedere quel gesto, tant'è che si sedette, assumendo però una posizione fin troppo rigida, con le braccia stese e i pugni serrati sulle ginocchia.
Allora, Keigai... Raccontami un po' di te... Da dove vieni? E dove sono i tuoi genitori?
Iniziò a domandarle Koiji, aprendo un blocco a spirale, la penna pronta a trascrivere informazioni utili per riuscire a sondare la mente di quella giovane, ma Keigai sembrava non ascoltarlo proprio, persa nei suoi pensieri più oscuri.
Lui se ne è andato, ma mi ha promesso che, quando torna, mi accompagnerà a vedere le farfalle macaone... Sono belle le farfalle, così leggere e colorate...
Koiji rimase in silenzio, scrutando attentamente la giovane. Adesso, sul viso, aveva un lieve sorriso che non riusciva però ad illuminarle lo sguardo spento.
In questi casi, sapeva per esperienza, era meglio non insistere troppo con le domande, lasciarla parlare seguendo il filo dei suoi pensieri, per renderla più sicura con lui e con l'ambiente estraneo che la circondava.
E poi mi porterà un bel parrocchetto colorato. Mi piacciono tanto i parrocchetti. Quando suono, cinguettano allegri e cantano insieme a me...

Perché mi fissi in questo modo? Non mi piace il modo in cui mi guardi, non lo sopporto!
Odio questo posto e odio te... Voglio uscire da qui, voglio solo uscire da qui...



3° Giorno di seduta

Non c'erano stati miglioramenti di alcun tipo. Keigai continuava ad essere assente, parlando di cose sconnesse tra loro, senza dar retta alle domande che le venivano fatte, mentre le prime notizie arrivavano dal laboratorio d'analisi: il sangue rinvenuto su di lei non era suo. Probabilmente era dei suoi compagni d'avventura.
"Deve aver assistito alla loro morte, ma finché non rinveniamo i loro cadaveri o tracce su un eventuale responsabile, non potremmo ricostruire nulla..."
Pensò Koiji, rientrando nuovamente nella stanza di Keigai. Sperava di fare dei progressi, con lei. Il giorno prima si era chiusa in un ostinato mutismo, interrotto ogni tanto da un motivetto che canticchiava sottovoce. Doveva ammettere che aveva una voce davvero incantevole, molto armoniosa.
Dimmi Keigai, dove sono i tuoi genitori?
Domandò, mentre la giovane si dondolava sul letto, le ginocchia strette intorno al petto, con la solita espressione vuota dipinta sul viso.
Ce l'hai una mamma o un papà?
Provò ad insistere, ma temeva che, anche questa volta, non avrebbe ottenuto alcuna risposta. Sentire poi la voce della ragazza, lo lasciò sorpreso e con un vago senso di trionfo.
Mia mamma non c'è più... Lui dice che è volata in cielo, proprio come fanno i parrocchetti... Mi piacciono i parrocchetti...
Beh, non era molto, ma almeno facevano progressi... Però aveva notato che continuava a riferirsi ad un Lui... Che fosse suo padre? O un suo parente?
Lui chi? Tuo padre?
Keigai scosse il capo, in segno di diniego, senza però smettere di dondolarsi.
Oh no... Io non ho un papà... Lui si prende cura di me, mi porta a vedere i parrocchetti... Dice che sono il suo coniglietto rosa... Mi ha insegnato lui a suonare la chitarra... Dov'è la mia chitarra?

Si... Ridatemela... Suonerò per voi una dolcissima melodia...
Anche gli altri volevano sentirmi suonare... E io ho suonato, eccome se ho suonato...



6° Giorno di seduta

Pian piano stavano riuscendo a ricostruire la storia di Keigai prima di quel fatidico incidente. La piccola era cresciuta in un villaggio sulle montagne, distante da Kumo. Stando ai suoi racconti, sua madre era morta, probabilmente quando era ancora molto piccola, mentre di suo padre non si sa nulla. L'identità del suo tutore era ancora un mistero, ma a quanto pareva si trattava di un ninja partito in missione.
Lui dice che lo fa per me, per permettermi di vivere in un posto tranquillo, in pace, e giocare con le farfalle....
Gli aveva detto Keigai, quando gli aveva chiesto del suo tutore, ma Koiji non era riuscito a farsi dire il suo nome, che nervoso.
Inoltre, a giudicare dai vari test che le avevano fatto, avevano riscontrato in lei una particolare forma di autismo. Nonostante non si estraniasse completamente dalla realtà, sembrava comunque vivere in un mondo tutto suo. E l'incidente avvenuto durante l'esame doveva averla turbata ancora di più.
E dimmi, come hai fatto a frequentare l'accademia ninja? Non è facile seguire le lezioni...
Keigai sorrise in maniera spenta e vuota, chinando leggermente il capo, i capelli rosa che le accarezzavano la mascella con estrema dolcezza.
Lui si prende cura di me... Mi ha regalato lui la chitarra e mi aiuta anche con la scuola... E se prendo buoni voti viene a casa con un parrocchetto tutto per me...
Ok, ma... Quando fai addestramento pratico, non hai difficoltà ad allenarti con gli altri?
Koiji sapeva per certo che gente affetta dal suo problema era in netta difficoltà quando si trattava di dover affrontare un combattimento. Si, potevano sviluppare abilità intellettuali fuori dalla norma, ma combattere non era proprio il loro caso. Anzi, si chiedeva come diavolo avesse fatto a frequentare in tutta tranquillità le lezioni. fu allora che, per la prima volta, vide qualcosa, nello sguardo della ragazza. I suoi occhi color acquamarina si accesero di una luce strana, mentre la risposta che gli dava lo lasciò alquanto interdetto.
Quando mi alleno non ho alcun timore, perché so esattamente come muovermi, cosa fare... Mi dice sempre quando devo spostarmi e attaccare al momento più adatto...
Chi te lo dice Keigai?
Un sorriso subdolo e diabolico si dipinse sul volto della ragazza, gli occhi che sembravano spiritati. Quel cambio repentino di personalità lo lasciò interdetto, facendolo quasi rabbrividire, ma quel lampo di vita, seppur malefico, si spense all'istante, facendola ripiombare nella sua solita apatia.
Questa cosa non mi piace... Non mi piace per niente...

Sei sorpreso, non è vero? Credi che io sia sola e indifesa, giusto? Oh, quanto ti sbagli...
Io non sono mai sola... C'è sempre quella voce nella mia testa...



7° Giorno di seduta

Koiji era sconvolto dai rapporti ricevuti. La notte precedente, la squadra investigativa aveva finalmente rinvenuto uno dei cadaveri degli studenti. Era irriconoscibile, completamente imbrattato di sangue, diverse ferite da taglio che gli deturpavano il viso, dilaniando poi tutto il suo corpo. Quando aveva visto il cadavere era rimasto sorpreso che fosse ancora tutto intero. E la cosa più sconvolgente l'aveva avuta dal resoconto dello studio effettuato sulla chitarra. Non era uno strumento come gli altri, era una vera e propria arma. Nonostante avesse tutte le componenti di una normalissima chitarra, su uno dei lati era montata una lama stramaledettamente affilata. Era una mannaia mascherata a strumento. Quale mente malata può mai realizzare una cosa del genere?
Rabbrividendo, Koiji scrutò attraverso lo specchio, osservando Keigai dondolarsi sulla sedia, con lo sguardo rivolto verso il soffitto. Doveva essere stata lei, ma occorrevano le prove, anzi, una sua confessione sarebbe stata meglio...
Abbiamo trovato uno dei tuoi compagni di classe...
Nel sentire quelle parole, Keigai si fermò di botto, senza però perdere la sua espressione vuota e priva di interesse, ma un luccichio nei suoi occhi fece intuire allo psicologo che aveva tutta la sua attenzione.
Diamine, era conciato proprio da far schifo, non c'è che dire... E gli altri, sai che fine abbiano fatto?
Il silenzio si prolungò per diversi minuti. Koiji non aveva alcuna intenzione di riempirlo. Voleva che fosse lei a parlare, anche se la cosa lo metteva in non poca agitazione. E, finalmente, Keigai si decise a parlare.
Quando hanno visto la mia chitarra, mi hanno chiesto di suonare, ma facevano troppo rumore... Spaventavano tutti gli uccellini...
Riprese a dondolare sulla sedia, le mani dalle dita lunghe e affusolate serrate sul bordo del tavolo, per evitare di cadere all'indietro con la sedia.
Ti dava fastidio? Ti faceva infuriare il fatto che spaventassero gli uccellini?
Dovevamo raggiungere l'altra uscita del campo d'addestramento, cercando di superare tutti gli ostacoli, ma quanto rumore che facevano... E parlavano, parlavano troppo...
Sei stata tu? Li hai uccisi tu?
La ragazza smise di dondolare, senza però staccare lo sguardo dal soffitto. Chissà cosa ci vedeva in quelle lampade al led...
E' stata la voce a dirmelo... Fanno troppo baccano e con il loro ciarlare non facevano altro che disturbare la quiete, mi impedivano di sentirla... E poi volevano che suonassi...
Lo sguardo si abbassò, fermandosi a guardare dritto negli occhi il medico.
Koiji rabbrividì, terrorizzato.
Loro volevano che suonassi una canzone... E io gliel'ho suonata... E quanto gli è piaciuta, quella canzone! Sono morti dal piacere di sentirla...
Koiji si spinse contro il muro, la schiena premuta contro la parete fredda, mentre il suo corpo era in preda ai tremori. A causargli quel terrore era l'espressione della ragazza: gli occhi accesi di quel folle desiderio omicida, le labbra a svelare la dentatura bianca e perfetta, in un sorriso fin troppo entusiasta.

Mi piace suonare... Mi piace suonare la loro morte...
E anche a lei piace. La voce canta di gioia mentre io suono con la mia chitarra....



4 anni dopo

Tutto era completamente bianco in quella stanza. Le pareti, il pavimento, il soffitto, la porta, la tuta che indossava, la sua pelle... Solo i suoi capelli erano l'unica macchia di colore. Rosa, tanto lunghi da coprirle il volto.
Dov'è la mia chitarra? Rivoglio la mia chitarra... Me l'ha regalata lui... La rivoglio...
Calde lacrime le solcavano il viso, le mani serrate intorno alle ginocchia, portate contro il petto.

Si... Ridatemi la mia chitarra... E suonerò per voi una musica dolcissima. Suonerò una canzone che parla di verdi vallate, solcate da fiumi impetuosi, rossi come il sangue... Si... Canterò canzoni e farò scorrere il vostro sangue... Per lei, per quella voce che non mi lascia mai sola, e per lui, che è la fuori ad aspettarmi...

 
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view post Posted on 16/12/2013, 15:59
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Nome: Kaito
Cognome: Uchiha
Clan: Uchiha
Aspetto Fisico: Kaito è un ragazzo abbastanza alto e con un bel fisico. Balzano subito all'occhio alcuni caratteri del suo fisico come la barba a capretta che porta con fierezza e la sua cresta da tamarro. Altri tratti significativi sono i suoi tatuaggi visibili e non che porta con fierezza indossando sempre una canottiera. I pantaloni un po' trasandati come anche le scarpe, ma tutto fa stile. Al collo una catena in finto oro, pattona. D'altronde una vera non se la può ancora permettere. Insieme al gioiello c'è anche una bandana rossa, il simbolo della sua Crew, del suo gruppo di amici.
Carattere: Kaito è un ragazzo di strada. Questo dovrebbe bastare a definirlo: un ragazzo socievole, certo, ma anche arrogante. Doveva pur seguire quello stile che tanto idolatrava. Un tamarro di provincia lo definirebbe qualcuno, e avrebbero ragione. Lui era un Rapper, poco altro da dire su di lui. Imprevedibile e matto (non pazzo) come solo un Rapper poteva esserlo.
Background: Kaito nasce ben quindici anni prima in quel di Konoha. Pur avendo una famiglia rispettabile e tutto il resto, il nostro giovane teppista decide di vivere per la strada, nei sobborghi di Konoha, nei vicoli più bui e tetri dove non si commettono certo omicidi come tutti pensando, ovvio che no, ma dove si vive alla giornata, come se fosse tutto un enorme gioco. Si spendono i pochissimi Ryo che si hanno in tasca per sigarette, qualche alcoolico strappato nei bar, si fanno lavoretti per tirare avanti. Si vive così, alla giornata. Da tre anni e mezzo ormai vive in quella condizione lontano dalla famiglia che lo vede in casa solo la notte per fare un buon sonno ristoratore per poi, la mattina dopo, ricominciare la solita vita in strada che non è mai priva di sorprese, colpi di scena e divertimenti. Fu così che per riempire le serate, tra una scazzottata e l'altro per un fottuto accendino, il giovane ragazzo con qualche amico si mise a rappare. A cantare la strada, il suo quartiere, la sua gente. Dopo pochi anni era già il migliore nel suo stile, il migliore tra la sua gente, il suo gruppo di matti. E fu proprio quando decisero che la loro vita era il rap che iniziarono a farsi tatuaggi nei posti più scadenti della città. Il primo fra tutti che solo Kaito ebbe il coraggio di farsi fu un cerchio di filo spinato al centro del braccio dove nessun'altro osava tatuarsi perchè era il posto più doloroso in assoluto. Eppure lui lo fece come prova di coraggio, di appartenenza a quello stile tanto screditato dalla massa. Ma lui si voleva distinguere da quella massa di individui, lui era diverso. E così un tatuaggio dietro l'altro lo portarono ad avere il vero stile del Rapper di strada: trasandato, con la faccia un po' losca. Eppure il suo carattere, il suo animo era sempre quello. Un fottuto arrogantello, fancazzista e caciarone. Tre parole, la sua vita. Eppure, migliorava ogni giorno sempre di più, stava diventando l'icona Rap dei sobborghi, il migliore di tutti. Sotto consiglio della sua "crew" decise di iscriversi in Accademia. Forse l'avrebbero evitato e tutto quanto, ma non gli interessava. Voleva diventare un grande Ninja non per combattere il mondo, per prendere a pugni ogni cattivo che si presentava sulla sua strada, ma per diffondere il suo Stile in tutto il mondo. Anche negli angoli più storditi. Il Rap, con lui, sarebbe stato conosciuto da tutti quanti. Era una promessa. L'Accademia per lui durò davvero poco e non perchè fosse bravo, tutt'altro, ma perchè il mondo era sconvolto da Watashi e al villaggio servivano Shinobi. Il suo esame Genin era alle porte e poi, finalmente, avrebbe iniziato a mantenere la sua promessa.


Lo iscrivo come secondo PG ovviamente ^^ L'altro non l'ho mai utilizzato quindi non credo sia un problema cambiarlo... :). Appena mi salva il Tek Tek inserisco anche quello :P
 
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view post Posted on 17/12/2013, 14:29
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spostato il post, per i secondi pg c'è il topic a parte

procedi pure
 
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Kuroi Inu
view post Posted on 3/1/2014, 14:07




Utente: Kuroi Inu

~ Primo Personaggio ~

Primo pg: Akayuki Kaguya
Rango: Genin
Originario di: Kiri
Titolo/ Carica che ricopre Gdr On: Nessuno


~ Secondo Personaggio~

Nome:Aoki
Cognome:///
Clan:Marionettista
Villaggio: Suna
Background


Giorno 0

Dove sono? Davanti ai miei occhi vedo solo buio.
L'odore nauseante di disinfettante e medicine mi inonda le narici.
No, non ha alcun senso: io ero all'antica sede, nelle viscere della terra.
Già, cos'era successo poi? tutto quello che ricordo è stato comporre dei sigilli e il volto terrorizzato del Sensei. Poi, caldo. Un caldo tanto intenso che, per quella che ricordo come un eternità, mi è sembrato stesse consumando la mia stessa essenza. Una vampa di fiamme che aveva avviluppato tutto il complesso di cunicoli. Potevo ancora vederla, dietro al buio dei miei occhi, che si srotola lentamente da quella tubatura che costeggiava la parete, che consumava tutto ciò con cui veniva a contatto. Il primo a sparire tra le lingue infernali era stato proprio il Jonin che ci aveva spediti li. L'immagine delle fiamme appena ad un palmo dalla mia faccia è ancora marchiata sulla mia retina, come un immagine indelebile che minacciava di tormentarmi eternamente.
Sento sotto di me qualcosa di morbido, forse sono steso.
Provo a muovermi, ma sembra che nessun muscolo voglia rispondere ai miei comandi, sento solo un formicolio nella punta delle dita. Poi, improvvisamente, la mia mano si chiude a pugno e una scarica di dolore saetta dal mio braccio fino alla mia testa, facendomi scappare un urlo che neanche io avrei potuto riconoscere come mio se non ne avessi conosciuto la causa. Una voce roca, dura, come la voce di qualcuno che non parla da fin troppo tempo. Sento qualcosa scorrermi vicino alle labbra, un familiare sapore ferroso mi inonda la bocca e un altra fitta di dolore mi riempie le guance.
Sento uno scricchiolio alla mia destra. Cerco di concentrarmi sul rumore di passi per non pensare al dolore.

Thump. Thump. Thump. Thump

Una voce calda, femminile mi inonda le orecchie. Sembra dica qualcosa del tipo: "È sveglio" ma non posso esserne sicuro, tutti i suoni mi arrivano attutiti come se li sentissi attraverso un cuscino.
Una mano mi stringe il polso. Brucia, ma trattengo le urla: non voglio spaventarla. Qualcosa mi punge sul polso, altro dolore. Poi, lentamente, mi faccio riprendere dall'oblio.

Giorno 1

Ho deciso di tenere un diario mentale, se non altro per mantenermi vigile. Ci sono momenti in cui mi sembra di essere completamente vuoto, come morto. Almeno, prendendo nota di ciò che sento, posso tenermi all'erta.
Ho provato di nuovo a muovermi, altro dolore. Scoraggiato, ho cercato di ricordare ma mi sono presto reso conto che le memorie mi scivolano dalla mente come granelli di sabbia, le uniche cose che ricordo con innecessaria definizione sono quelle che comprendono le fiamme. Quelle orride fiamme che, ai tempi dell'accademia avevo la presunzione di pensare ormai domate. L'ACCADEMIA! Altri ricordi cominciano a ritornare, ricordi delle giornate passate per strada, di quegli spettacoli di burattini nei quali riusciva ad intrufolarsi per ammirare quelle marionette così ben fatte, così dettagliate. E quella passione irresistibile, che lo aveva spinto a studiarle e che, in conclusione, gli aveva fatto scoprire il marionettismo come arma. Quei corpi, così finemente lavorati, armati di congegni altrettanto perfetti. La suprema vittoria della tecnica sulla forza bruta. Si, ecco cosa mi aveva spinto a entrare nell'accademia.

Giorno 2

Oggi mi hanno rimosso le bende che mi coprivano gli occhi ma non riesco a battere le palpebre. Circa ogni quindici minuti un infermiera applica del collirio ma, nonostante tutto, gli occhi cominciano subito a bruciare. Ancora non riesco a muovere niente al di fuori della mano destra e perciò non mi è possibile vedere molto. Fortunatamente lo schienale del letto è rialzato e mi permette di osservare il muro, tanto bianco da essere nauseante. Riesco anche a vedermi il petto: un sottile camice mi ricopre il corpo ma, nonostante il suo aspetto liscio e setoso, sulla mia pelle sento una superficie ruvida. A giudicare dal leggero senso di costrizione che sento devo essere ricoperto di bende su buona parte del corpo. L'infermiera che ha rimosso le bende, e che applica il collirio, sembra cerchi di evitare il più possibile il mio sguardo: Sono ridotto così male?

Giorno 10

Riesco finalmente a muovere le braccia. Certo, si tratta solo di sollevarle per poco tempo dal lettino ma è comunque una conquista rispetto allo stato di quasi totale paralisi nel quale mi trovavo qualche giorno fa. Purtroppo il solo muovere il braccio mi provoca un dolore venti volte peggiore di quello che mi provoca muovere la mano. Ad ogni movimento sembra che la pelle voglia staccarsi dalla carne. La sento delicata, sottile: come un foglio di carta. Forse se riuscissi a muovere la testa potrei vedere cosa mi provoca tanto dolore.

Giorno 15

Riesco a mantenermi cosciente sempre più a lungo e piano piano sto riprendendo il pieno controllo del mio corpo eppure alzare la testa dal cuscino mi è ancora impossibile. Sento il collo rigido, la pelle dura, immobile.
Questa attesa mi sta uccidendo. Sono passate già due settimane e non sono ancora riuscito a rendermi conto delle mie condizioni.

Giorno 18

Cazzo, adesso vorrei proprio poter dimenticare ciò che ho visto. Oggi mi hanno aiutato ad alzarmi dal letto. Vogliono che cominci a muovermi, hanno detto. Dalle mie braccia, ancora bendate, fuoriescono una mezza dozzina di tubicini, tutti collegati a diverse flebo e macchinari. Mi hanno accompagnato in un giro nei corridoi dell'ospedale. Faccio ancora fatica a muovere le gambe e ho bisogno che le infermiere mi sorreggano per non perdere l'equilibrio.Il alla fine del giro, invece di accompagnarmi alla mia camera, mi hanno portato ad uno specchio. Dannazione, vorrei poter essere diventato cieco. Anche se il mio volto è quasi completamente avvolto dalle bende, li dove le infermiere le hanno rimosse per permettermi di vedere, è possibile osservare i risultati che quelle fiamme infernali hanno avuto sul mio volto e, presumibilmente, sul resto del mio corpo. La pelle è raggrinzita, dura e simile a cuoio. Su tutta la sua superficie si aprono piccole ferite sanguinanti ad ogni più piccolo movimento. Ma ad essere realmente terrificante è ciò che rimane dei miei occhi. Li dove una volta c'erano un paio di limpidi occhi castani ora rimanevano solo due biglie chiare, orribilmente lattiginose. Le iridi scure ormai solo un ricordo, sostituite da un colore che, con molta immaginazione, poteva essere definito azzurro ma che sembrava più una macchia sulla sclera bianca. Quindi è questo che è rimasto di me? Il fuoco ha veramente consumato tutto? Al posto del ragazzo appassionato di marionette rimane solo una cadavere essiccato portato avanti da i Kami solo sanno cosa...


Giorno 185

Finalmente sono stato rilasciato. Anche se alla fine non fa molta differenza, cosa posso fare con un corpo che fatica a svolgere persino le più comuni attività?
Mi hanno consigliato di fare attività fisica. Si, come se l'esercizio riparasse i degenerati dalle fiamme.
La mia casa è piccola e desolata come sempre, la piccola baracca di un orfano che ha sempre vissuto da solo. Un tempo il mio corpo mi aveva permesso di superare l'esame Genin. Suppongo sia ancora uno Shinobi, tecnicamente. In fondo mi hanno anche restituito il coprifronte...
Cazzo, quasi un anno. Un anno passato a metà tra il coma e l'agonizzante degenza e, quando mi risveglio, il mondo sta per essere distrutto da una divinità dimenticata...
Uno spesso strato di polvere ha ricoperto ogni superficie, ma non importa. Resta comunque una topaia.
Ogni singolo movimento mi fa male come il primo giorno eppure ho imparato a sopportarlo...Beh, per lo meno ho imparato a non darlo a vedere. È già difficile non farsi fissare quando l'80% del tuo corpo è ricoperto di bende, se dovessi gemere per ogni movimento la gente comincerebbe ad evitarmi completamente. Non dovrebbe importarmi, in fondo è giustificato, eppure...No,no...Basta deludermi pensando di poter essere trattato normalmente. Era già feccia prima dell'incidente, figuriamoci ora che non sembro più neanche una persona.


A volte mi chiedo perché, durante quell'anno, non abbiano rinunciato a tenermi in vita...








Descrizione Fisica: La pelle soffice e rosea che un tempo lo aveva ricoperto è ora solo una grossa massa di pustole e cicatrici. Le bende che gli avvolgono testa, braccia e gambe sono perennemente pregne del sangue e dei liquidi che le piaghe nella sua pelle secernono continuamente. Dato che i suoi follicoli sono stati completamente cauterizzati dalle ustioni, sulla sua testa non crescono più capelli. Sui suoi occhi, completamente bianchi, è quasi impossibile distinguere l'iride dalla sclera. I muscoli, divorati dalle fiamme, sono avvizziti e deboli, quasi atrofizzati. È difficile pensare che un corpo così esile, così malfermo possa appartenere ad un vivente e il povero Aoki ne è ben consapevole. Per evitare gli sguardi disgustato o, in certi casi, spaventati della gente, preferisce vestire abiti ingombranti, possibilmente dotati di cappuccio. Purtroppo questo non risolve nessuno dei suoi problemi visto che a causa dei suoi occhi inespressivi e privi di palpebre e delle bende che coprono la sua bocca è difficile percepire le sue emozioni rendendolo, a prima vista, inespressivo ed innaturale.


Descrizione Caratteriale: È difficile essere un orfano e dover contare solo su se stessi per sopravvivere. La gente ti guarda con disprezzo e ti tiene alla larga. È difficile fare amicizie quando tutte le persone che conosci sono contro di te. Ancora più difficile è fare entrambe le tue cose quando il tuo corpo somiglia ad un cadavere essiccato dalla sabbia rovente. Fin da quando era stato abbastanza grande da comprendere la sua situazione aveva desiderato essere un ragazzo normale e il suo sogno sembrava essersi realizzato una volta diventato Genin. Eppure il destino aveva deciso di beffarlo, strappandogli via tutto ciò che aveva guadagnato e dandolo in pasto alle fiamme.
Quello che una volta era un ragazzo abbastanza normale, anche se un po' introverso ed impulsivo, ora è diventato timido ed insicuro. Non per natura, ma per necessità. Il suo corpo è debole e malfermo e non potrebbe mai proteggerlo dalla violenza degli altri. Certo, l'addestramento ninja è ancora fresco nella sua mente, ma il suo corpo, che necessita dell'ausilio del chakra per svolgere anche le più comuni funzioni, come per esempio sollevare un oggetto o percepire tattilmente, sicuramente non riuscirebbe a metterlo in pratica...








E, nel caso qualcuno se lo chiedesse, questo è lo stesso Aoki che fu il mio primo PG. (ovviamente solo ruolisticamente, per tutto il resto è da considerarsi un nuovo PG)


Edited by Kuroi Inu - 3/1/2014, 20:03
 
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view post Posted on 9/1/2014, 01:58
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Utente: Nekomata

~ Primo Personaggio ~

Primo pg: Kazuto Uchiha
Rango: Genin
Originario di: Konoha
Titolo/ Carica che ricopre Gdr On: Barbone


~ Secondo Personaggio~

Nome: Sayuri
Cognome: Maeda
Clan: / /
Villaggio: / /


Aspetto fisico / caratteriale: Sayuri è una ragazza molto bella e sa di esserlo. Ad appena 17 anni è dotata di un bel corpo, molto curato, atletico ma poco muscoloso. Lunghi capelli rossi scendono lungo le spalle fin poco sopra il fondoschiena, profondi occhi dorati le donano un aspetto provocatorio e al tempo stesso aggressivo.
Caratterialmente è quasi impossibile definire Sayuri: è dotata di un grande carisma ed ama provocare il prossimo, risulta anche essere imprevedibile e a volte folle, comprenderla è arduo e pericoloso, l'unica certezza è che son rare le persone che apprezzano la sua compagnia..

Background: Sin dalla nascita il suo destino era segnato. Sayuri Maeda nacque in un piccolissimo villaggio dimenticato nel paese della pioggia, i cui membri erano logorati da un profondo odio verso il mondo esterno ed i grandi villaggi ninja, un odio che negli anni divenne quasi soffocante, al punto in cui trovarono il modo di contattare uno Yokai della morte (Grazie ad una lunga attesa e preghiere continue). Al termine di un arduo e pericoloso confronto, lo spirito donò ai membri più anziani del villaggio le conoscenze per l'esecuzione di un bizzarro rituale a cui dovevano esser sottoposti i neonati, al prescelto che fosse sopravvissuto sarebbe spettato il potere di interferire tra lo stretto filo che lega la vita e la morte, ma in che modo? Un segreto che lo Yokai custodì gelosamente con un ghigno in volto..

Sayuri fu una di quegli sfortunati bambini a dover sopportare il rituale, sangue fu versato, ne morirono a decine, troppo piccoli e deboli per un simile dolore. Nonostante tenera ed indifesa, fu lei l'unica a sopravvivere a tali atti di crudeltà umana, nessuno riusciva a capire come una bambina come lei fosse riuscita nell'impresa, solo di una cosa erano certi.. Era la prescelta.

Da quel giorno la sua vita cambiò, gli abitanti del villaggio la veneravano ed amavano, ogni desiderio veniva esaudito in tempo record, fu così che divenne ben presto una ragazza egoista e viziata. Passarono gli anni ed acquisì la consapevolezza di ciò che realmente era, un arma... Delusa e ferita, la poveretta si costrinse a prendere una decisione, avrebbe lasciato il villaggio prima che i poteri dello Yokai si palesassero, desiderava sentirsi libera come il vento, libera dalle catene che la legavano..
 
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view post Posted on 10/1/2014, 08:31
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Approvato.
 
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.Ditto
view post Posted on 11/1/2014, 15:47




Utente: .Ditto

~ Primo Personaggio ~

Primo pg: Kōhai no Hana
Rango: Piccolo Fiore (genin)
Originario di: Paese dell'Erba (Errabonda)
Titolo/ Carica che ricopre Gdr On: Errabonda


~ Secondo Personaggio~

Nome: Haiko
Cognome: Kimura
Clan: NoClan
Villaggio: Suna

Storia:
~ Appesa ad un filo velenoso..

''plic.. plic.. plic..'' quella goccia dall'eterno ritorno. Quanto odio per quella goccia. Dava l’impressione che la flebo non finisse mai. La stessa flebo per ben quindici anni. Non è mai cambiato, quel dannato veleno che l’ha mantenuta in vita fino ad’ora. Nulla si udiva in quella stanza. Uno stanzino simile ad una cella. Pareti bianche, mobili bianchi e una finestrella situata troppo in alto per far si che lei potesse affacciarvisi. Ah, già. Lei non avrebbe potuto comunque. Fin dai primi giorni di vita, quel batuffolo dai capelli cremisi mostrò un palese disturbo. Paralisi totale, dicevano i medici. Una malattia inspiegabile, come se negli arti vi fosse la totale assenza di vita. Gli arti fermi tendono ad atrofizzarsi e solo quella benedetta medicina - quel veleno - le dava una speranza, che tanto speranza non era. ''È solo il prolungamento della mia agonia, mamma..ne vale la pena?'' Quante volte la piccola Haiko pronunciò quella frase, immobile nel suo lettino, l’unica dimora da lei conosciuta; un lettino dai bordi d’acciaio lucente. Sembrò comunque che la malattia avesse deciso di risparmiarle quel bel paio di grandi occhi color nocciola. Il bianco soffitto era l’unico a ricambiare quello sguardo privo d’ogni speranza. Quanto tempo avrebbe passato su quel lettino?


~ Non lasciarmi..

''bzz.. bzz.. bzz..'' Eccolo. Il neon s’era di nuovo guastato. Quante giornate a sentire quel fastidioso ronzio e non essere in grado di scegliere d’alzarsi e uscire per evitarne il fastidioso suono? Erano due settimane che non si faceva vivo. Né lui, né loro. Finché durante una sera piovosa, dopo interminabili giorni di silenzio, le bastò vedere un coprifronte ammaccato e insanguinato nelle mani della madre per capire. Era sola. Lui era l’unico a scaldarle il cuore con quello stupido sorriso. Per i suoi genitori. Beh, si sentiva un peso. Non le fu difficile comprendere la freddezza celata con cui la trattavano. Non desiderava altro che lasciarsi andare ad una fine lenta e dolorosa. Era la fine che meritava. ''Inghiottimi baratro, non aspetto altro..''

Una cura! Una cura? Una cura.. Non un sorriso sul dolce viso della rossa. ''Che importanza ha? Mito mi ha lasciata qui. Non mi ha portata con sé.'' E poi il silenzio. Parlavano le calde lacrime al suo posto, mentre quelle figure paradossalmente chiamate genitori decidevano per lei. Si trattava di una cura sperimentale: un innesto di metallo imbevuto costantemente di quel veleno impiantato nella colonna vertebrale. Nel quale il chakra di Haiko era libero di scorrere e donarle per la prima volta la facoltà di muoversi.


~ Mi vergogno..

Un mostro famelico, gelido al contatto. Faceva quasi paura l’impianto. Deturpava tutto ciò che di bello poteva offrire la giovane col suo splendido corpo. ''Cosa mi avete fatto?!'' La bacinella dell’acqua mandò in frantumi lo specchio appena portato tanto era il ribrezzo provato alla visione del suo corpo. ''Mi vergogno.. Voglio coprire tutto questo'' Aveva un mondo da scoprire davanti a sé ma si preoccupava dell’unica cosa in grado di farla camminare. Con le guance gonfie e paonazze, rigate dalle lacrime si lamentava di fronte ai cocci dello specchio frantumato; che riflettevano a sprazzi la sua immagine. Una seconda spina dorsale d’acciaio sembrava uscir fuori dalla carne, cosparsa da tubi e tubicini vari pompanti un liquido violaceo. […] Non un vestito, una tunica avrebbe coperto quello scempio e lei lo sapeva bene. L’irrefrenabile voglia di vedere il mondo venne meno per quel problema, obbligandola a rinchiudersi ancora tra quattro mura: quelle domestiche.


~ Con me e dentro di me..

I giorni passavano inesorabili e lei non faceva altro che rimanere chiusa in camera. Le piccole mani giocherellavano con quel coprifronte tutto il tempo. Il vuoto lasciatole dal fratello era incolmabile. Non usciva, mangiava poco e il rapporto con i genitori non era più da definirsi rapporto. ''Mi manchi fratello..'' Le lacrime bagnavano la targa di metallo con l’effige di Suna. Ma l’ultima di quelle sembrò fondere l’impenetrabile materiale, il quale pian piano diventava liquido, sciogliendosi tra le mani della giovane. Notò una cosa. Non bruciava, non ustionava, eppure era ciò che avrebbe dovuto fare il metallo liquido no? Incuriosita provò a modellare il coprifronte ormai disciolto. Era la sua dote. Con il tempo, nel segreto più totale, quella camera divenne il luogo del suo apprendistato. Notò che il solo concentramento delle energie bastò per modellare a suo piacimento qualsiasi materiale metallico senza l’ausilio delle mani. ‘’Sarai sempre con me.’’ Utilizzando le sue abilità appena scoperte, quel coprifronte diventò parte integrante del suo impianto. Un semplice gesto, un monito che le diede un minimo di coraggio. Era pronta ad affrontare il mondo esterno.


~ Hai ancora paura, lui ti proteggerà..

''Mito mi ha lasciato questo dono..'' Così si convinceva Haiko del suo potere. Il timore per la vita non era svanito del tutto, ma grazie al metallo suo amico avrebbe potuto dare una svolta alla sua esistenza. L’avrebbe protetta da tutto e da tutti. Si sarebbe mostrata forte e avrebbe vinto le sue paure.


Carattere:
Privata dell’unico legame profondo, quello con il fratello ormai defunto, la rossa porta perennemente nel cuore un dolore lancinante, profondo e pesante come un macigno. Tale sofferenza non traspare, da invece vita allo straordinario dono di cui il riccio scarlatto è dotato. L’esistenza sofferente trascorsa dalla piccola non la porta comunque a trascinarsi in un oblio senza fine, rifiutando interventi esterni o quant'altro, anzi, si presenta spesso, ed ingenuamente purtroppo, troppo di buon cuore. Nei momenti giusti il carattere allegro e solare non le manca, ma le ferite di quel calibro non si cancellano, non si rattoppano, rimangono aperte..sempre.

Edited by .Corvo - 28/3/2014, 02:43
 
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Splif
view post Posted on 13/1/2014, 03:03




Utente: Splif

~ Primo Personaggio ~

Primo pg: Oitaima Senju
Rango: Genin
Originario di: Konoha
Titolo/ Carica che ricopre Gdr On: Genin


~ Secondo Personaggio~

Nome: Oroshi
Cognome: Ignoto
Clan: //
Villaggio: Paese delle paludi

Storia:
"Mamma ma il fratellone dov'è?" *Questa era la continua domanda di una bambina rivolta alla madre e che prontamente veniva ignorata. Non capiva il perché di tutto ciò. Lei voleva solo sapere che fine avesse fatto il suo fratellone, il suo orrendo parente a cui però voleva molto bene. Solo lei, con i suoi occhi da bambina e con i suoi sentimenti riusciva a vedere il suo animo puro.

Che fine ha fatto questo fratello?

Bé, a differenza sua, il piccolo Orashi era stato abbandonato al proprio destino.

Tutto parte da un giorno in cui una graziosa signorina viaggiava scortata nelle vicinanze dei confini del paese delle paludi e dalla razzia fatta da alcuni dei suoi abitanti. Desiderosi di oggetti e persone, gli abitanti maledetti ed infetti di quel posto decisero di attaccare i viandanti uccidendo gli uomini e rubando tutti gli oggetti e le donne. La stessa sera, la graziosa signorina ed alcune sue compagne vennero stuprate da quei grotteschi esseri venendo così danneggiate sia nel corpo che nello spirito. Peccato per la signorina che oltre al danno arrivò anche la beffa, infatti rimase incinta di quell'orrendo bambino di cui parleremo più avanti. Già infetto alla nascita il bambino crebbe tra quelle dame schiavizzate e dai loro orrendi padroni. Non contenta, dopo un paio di anni rimase nuovamente incinta e questa volta nacque una bambina candita e bellissima, niente a che fare con gli abitanti di quelle terre insomma. Quella vita in schiavitù durò per qualche anno fino a che, ad un anno dalla nascita della bambina, qualcuno decise d'irrompere in quelle terre e riprendersi le proprie signorine. Durante lo scontro i belli uccisero i brutti e liberarono le schiave che fuggirono con esse. In quell'evento la graziosa signorina dovette scegliere se portarsi o no la progenie di quegli esseri ed infine decise di portare a se solo la bambina dall'aspetto normale e di lasciare il primogenito corrotto al luogo che gli apparteneva.

Fu così che Oroshi si ritrovò privo di famiglia e protezione per anni. Riuscì a sopravvivere da solo cacciando, mangiando e bevendo ciò che riusciva a trovare e credetemi, è quasi impossibile trovare qualcosa di sano tra quegli alberi malsani e quei acquitrini stagnati. Fortunatamente mostrò di avere una grossa resistenza alle tossine che impregnano quelle terre e così riuscì a sopravvivere, in un modo o nell'altro per undici anni...*

*Nascosto tra le ombre verdognole e tra gli alberi piegati e grigi vi è un ragazzino di ormai quattordici anni. Privo di conoscenze linguistiche e di qualsiasi buona maniera, Oroshi sopravvive giorno dopo giorno grazie al suo istinto ed alla sua resistenza alle spore che permeano qualsiasi essere vivente e non. Pieno di odio e bramoso di un corpo bellissimo rimugina continuamente sulla sua mala sorte e maledice la sua vita; ignaro di ciò che lo avrebbe aspettato... ignaro che in quell'anno sarebbe iniziata la sua STORIA.*


Fisico: Contagiato dal veleno delle paludi, il corpo giovane di Oroshi presenta molti difetti estetici o, per meglio dire, mutazioni orripilanti. Alto più o meno un metro e sessanta e con un peso di circa quaranta chili mantiene una postura gobba e trascinante. Partendo dal basso si possono notare i suoi piedi scalzi dalle dita nodose e pelose, le gambette secche e lunghe che sembrano finire di botto al busto, come se il sedere non esistesse (pur se piccolo esiste invero), il busto è anch'esso secco tanto da mostrare gran parte della costituzione ossea, le spalle sono appesantite da una piccola gobba che influisce sull'intera postura, le braccia sono oblunghe mentre le mani sono piccole ed anch'esse nodose e pelose. Il viso è accentuato da un gruppo di quattro pustole sempre pronte a scoppiare presenti sulla guancia destra, da una bocca con labbra così sottile da essere quasi invisibili e da palpebre incapaci di mantenersi spalancate che tentano di tenere costantemente velati gli occhi verde acqua. Odore e fiato emettono un odore nauseabondo essendo assenti acqua pulita e mezzi per lavarsi. La pelle è olivastra come quella di tutti gli abitanti delle luridi paludi. L'unica pecca in questo trionfo di bruttezza sono i capelli che sembrano immuni alle tossine dell'ambiente; infatti, sono di un blu notte e lunghi fino alle ginocchia non essendo stati mai tagliati ma perennemente lisci come la seta.
Carattere: Vissuto da solo in tale ambiente ostile ha un carattere alquanto intrattabile. Cova ira e vendetta verso chi l'ha abbandonato e verso le persone belle. Punta molto sull'istinto animale adottato dalle varie creature che abitano gli acquitrini e che sono praticamente estinti in parte del mondo che sull'intelligenza; conosce poche parole non avendo nessun che finisse d'insegnargli e questo lo rende ancora più chiuso. Egoista, vendicativo, burbero e privo di rimorso prende le distanze da chiunque non conosca come farebbe qualsiasi cucciolo alla vista di bracconieri provvisti di armi. Il suo sogno è di potersi specchiare in uno specchio d'acqua e vedere un riflesso bellissimo.

Edited by Splif - 13/1/2014, 06:09
 
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view post Posted on 13/1/2014, 12:56
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Da una Lacrima di Luna

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Il secondo personaggio di .Corvo è stato approvato :sese:

Edit. Splif anche per te è convalidato :D

Edited by Karen91 - 13/1/2014, 13:52
 
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Bismillah
view post Posted on 2/2/2014, 01:46




Inizio a propormi:

Primo personaggio: Hokane Kandori
Rango: Genin
Originaria di : Konoha
Titolo/carica che ricopre: Fabbra

Secondo personaggio:

Nome: Kumori
Cognome: Dimenticato
Clan: nessuno
Villaggio : Suna

Storia:
Ninna Nanna

No mamma, non voglio dormire.

Ninna oh, questa bimba a chi la do' ?

MAMMA NO, TI PREGO, LEI NON SARA' FELICE

Gliela do' all'uomo nero...

L'UOMO NERO E' GIA' QUA, SCAPPA!

Nessuno seppe mai quel che era successo quella sera a suna: Quella famiglia di passaggio...senza un motivo preciso o una traccia, era stata assalita dentro alla stanza dove pernottavano, una strage, erano morti senza un perché... o un colpevole. Nessuno seppe ricostruire la dinamica del misfatto, solo due cose erano state appurate: il numero di cadaveri ed il ritrovamento dell'unica sopravvissuta, una bambina di tre anni, ritrovata a vagire ricoperta dal sangue dei genitori.

Quella bambina in seguito venne affidata ad un orfanotrofio e venne cresciuta in seguito per perpetrare la carriera di ninja, visto che nessuno conosceva il suo nome, venne chiamata semplicemente Kumori, nessuno l'imputò colpevole della morte dei suoi genitori e de fratello maggiore, come poteva una ragazzina così piccola aver compiuto quella barbarie?


Aspetto fisico e caratteriale:
Come descrivermi? beh, sono una normale ragazza allegra e tranquilla, mi piace un sacco sonnecchiare e mangiare, anche se stranamente non ingrasso mai, adoro scherzare e far ridere gli altri, sono anche abbastanza paurosa, inoltre non mi ricordo una gran memoria...che stavo dicendo? Ah già, stavo parlando del mio aspetto: sono una ragazza bionda alta un metro e settanta, avente una terza che si veste sempre di blu (come i miei occhi) e si taglia sempre i capelli tenendoli alla altezza del collo, che dire, questo é tutto, spero che diventeremo amici....
Scusa, chi é che sei già?
 
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view post Posted on 2/2/2014, 11:47
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♫ Peace ♫

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Iscrivendo il secondo pg a Suna o a Kumo puoi mantenere il rango del primo, se vuoi partire genin quindi amplia un po' la storia e specifica il rango.
Segui il codice e metti i link a profilo e scheda, dobbiaomo aggiungervi in una lista e non posso andarmi a cercare tutto ogni volta, grazie.. ^^"

per il resto valutiamo la validità dell'iscrizione e ti faremo sapere
 
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97 replies since 16/8/2012, 13:57   3764 views
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