| Era tutto pronto finalmente. Si era lasciato alle spalle la bancarella dove aveva appena terminato i suoi ultimi acquisti. Aveva preso perfino dei nuovi bracciali, tanta la violenza che Hideyoshi aveva impresso nel suo ultimo attacco. Tutto il suo equipaggiamento era andato distrutto, ed aveva speso quasi tutti i suoi risparmi per comprare nuove cose. Mentre camminava sbustava tutto e indossava passo dopo passo le merci prese, legando bene al polso il bracciale d'acciaio. Portava con se la grande sacca con le quattro spade che aveva comprato, doveva inserirle nel sigillo presente sul suo braccio, ma non poteva farlo alla luce del sole, non amava particolarmente che qualcuno vedesse quella cosa che gli aveva tramandato suo padre. Sospirò prima di allontanarsi per breve tempo dal campo base, in direzione del grosso albero dove, pochi minuti prima, v'era stato lo scontro con il suo nuovo compagno. Guardava i segni rimasti sulla nodosa corteccia di quel tronco scuro, la sagoma di un uomo era quasi perfettamente marchiata a pressione, era la sua sagoma, sbalzata dall'attacco del Cantore di Lame. Si avvicinò accarezzando la pianta.
(Non sono stato abbastanza forte da cacciare quell'essere dal mio corpo. Ho dimostrato di essere instabile a livello mentale, sono molto stanco, non la rivedo da troppo tempo, sarà preoccupata..)
Mordendosi leggermente un dito si provocò una lieve ferita, poi compose i sigilli e posò il palmo sul manto erboso sotto i suoi piedi. Una piccola nube di fumo prima della comparsa di un piccolo cane paffuto, sorridente e felice di vedere Kuro. Era Pakkun.
- Va da lei, sai dove trovarla. Dille che abbiamo una nuova casa e che presto l'andrò a prendere.
Senza dire altro, il cane si allontanò in gran fretta. Ora era nuovamente solo, rivedeva nella sua mente gli attimi cruenti della battaglia, il momento in cui il Bianco l'aveva sobbalzato, facendolo volare via. Rivedeva il suo salvataggio, la sua mutazione, ripensò alla sua debolezza. Voleva del tempo per se, sarebbe partito ben presto con il Kokage, aveva giurato di essere la sua guardia, non avrebbe infranto il suo giuramento quindi si prese quei, seppur pochi, dieci minuti per stare per l'ultima volta da solo. Slacciò le bende dal braccio tatuato, evocò la quinta spada e poi le lanciò per aria, con estrema precisione. Si conficcarono con l'affilata punta nel terreno, formando un fulmine perfetto, distanti tra loro di circa due metri. Ricoprivano un raggio di circa dieci metri..convogliò parte del suo chakra prima di scattare sulle loro else, ad una velocità eccezionale, quasi invisibile all'occhio di un normale uomo. Aveva appena creato una Valle di Lame, fatta proprio per evitare gli attacchi nella maniera più rapida possibile. Ripercorrendo il medesimo percorso, ad ogni salto afferrava una spada, lanciandola con precisione chirurgica ben più avanti, allungando il raggio del "fulmine". Conosceva perfettamente le sue armi, i metodi di forgiatura, il loro peso, sapeva dosare la forza per farle finire esattamente dove lui desiderasse, nell'esatta angolazione da lui scelta.
(Non sarà certo questo che mi renderà tanto forte da proteggere il Kage. Sono una guardia ora, dannazione.)
Il sigillo sulla sua mano iniziò a pulsare, un lieve tremore avvolse l'intera sagoma di Kuro che lentamente perdeva la calma. Di nuovo quell'ombra dentro di se stava impedendo alla sua mente di restare lucida, calma. Afferrò Shinso con la mano destra ed al solo contatto con l'elsa, i suoi occhi mutarono colore. Quasi automaticamente quelle linee che partivano dal sigillo cominciavano a venire fuori, avvolgendo il braccio. Quella spirale nera cresceva, così come la rabbia di Kuro che stringe ancor più forte l'elsa e si girò di scatto verso l'albero, inserendo il suo chakra nel filo, lanciando un vero e proprio fendente contro la pianta. Questa frusta d'acciaio, colorata ormai dal nero e violaceo chakra del giovane si infranse contro l'abero, entrando per circa la metà del suo diametro nel tronco.
- Non riesco a calmarmi.. Non riesco a ragionare, non mi piace..NO!
Ancora rabbia. Ancora chakra, ancora più forza in quella frustata. L'albero, passato da parte a parte, cadde al suo con un grosso tonfo. Con quel suono però, la rabbia si spense, il sigillo cessò di pulsare e le linee si ritirarono, lasciando Kuro titubante e con un gran fiatone.
(Cosa diavolo mi sta succedendo..Hideyoshi, ho paura di questo potere.)
Continuava a pensare passo dopo passo, mentre rientrava nel campo base. Doveva recarsi alla Locanda al centro dell'accampamento per incontrare Hideyoshi e decidere il da farsi. Era facile da trovare, fortunatamente; una grossa insegna di legno ondeggiava su due fili di corda appesi ad un ramo che abbracciava la sagoma del tetto di quel piccolo locale. Entrò iniziando a scrutare i presenti alla ricerca di Hideyoshi. Capelli bianchi ed aria seria, l'aveva individuato ed appena fece un passo, una fanciulla si avvicinò a Kuro sorridendo.
- Devi essere tu. C'è un ragazzo che ti cerca, ma ha detto di..
- L'ho visto, grazie. Ci porti due boccali della bevanda più calda che avete.
Si allontanò lasciandosi alle spalle la ragazza, per poi prendere posto dinanzi al Kokage. Era ormai la sua guardia, si sentiva di poter parlare con lui in tranquillità, sebbene fosse di grado ben maggiore rispetto a lui.
- Hideyoshi-sama, sono qui. Mi aspetto che ripaghi tutto il mio equipaggiamento, me l'hai praticamente demolito, non sono riuscito a riciclare nulla.
La dolce fanciulla si avvicinò al tavolo con i due boccali di una bevanda dalla strana e gialla colorazione, con della schiuma, sembrava della panna.
- Birra calda per voi.
Kuro lanciò una piccola sacca con delle monete alla ragazza, che rapidamente si dileguò nella folla a fare il suo lavoro. Afferrando lentamente il boccale ed avvicinando l'altro ad Hideyoshi, Kuro riprese a parlare.
- Questa è per avermi salvato la vita, non ti ho ancora ringraziato.. Quell'ombra di cui parlavi prima di salutarci.. Non la controllo, è venuta fuori da sola, nuovamente.. Mi ha donato un potere tremendo, ma è difficile da controllare.. inizio ad avere paura di me, mi sta cambiando.
La seconda parte del discorso l'aveva fatta a bassissima voce, in modo da non farsi sentire da nessuno. Il baccano che c'era nella locanda, poi, l'avrebbe senz'altro ovattato ancor di più. Sospirò abbassando lo sguardo. Poi riprese.
- Ho accettato di essere la tua guardia e ti seguirò. Cos'hai in mente di fare?
|