Che fosse per sincero apprezzamento o semplice cortesia, sentirsi ringraziare per il kimono fatto stampò un bel sorriso nel volto rugoso del signore che tutto contento salutò il ragazzo prima di rientrare nella sua tenda.
Ora Shiki aveva un bel po' di tempo libero e doveva trovare un modo per ingannare l'attesa della sera. Vicino a lui i marinai si erano messi comodi e avevano cominciato a preparare la brace per una bella grigliata all'aperto, non sembravano voler invitare il ninja ed infatti non gli rivolsero parola limitandosi ad osservarlo velocemente mentre egli stava ancora davanti la tenda del signor Yamato.
Ma questo non pareva disturbare il giovane Uchiha, aveva ben altri piani in testa...
Si allontanò dall'accampamento della Compagnia, prima scivolando sull'acqua come tutti gli shinobi imparano fin dai prima giorni in accademia, poi facendosi largo tra la vegetazione dell'isola. Si fermò dietro un albero dal tronco largo, proprio nei pressi del complesso di zattere che formavano l'accampamento della Tribù dei Mango. Yamato gli aveva detto di non ficcanasare troppo e che le Whanau vogliono rimanere in disparte, ma la curiosità era troppo forte e voleva trovare una conferma, o una smentita, di un eventuale nesso fra quegli indigeni e l'attacco alla nave avvenuto qualche giorno prima.
Ma non sarebbe stato così facile... Da dove si trovava poteva avere una buona visuale ma capire i loro discorsi era impossibile. Il loro linguaggio era troppo diverso da quello a lui conosciuto, pieno di vocali e dittonghi strani. Tuttavia già solo osservando la scena qualcosa poteva cogliere: una giovane ragazza dalla pelle scura e gli occhi neri sedeva su uno sgabello mentre altre due le legavano i capelli lentamente e con cura, intrecciavano le ciocche tra di loro frapponendo delle conchiglie e pietre luminescenti in modo da creare un chioma variopinta.
Tutte e tre avevano ai lati del collo dei tatuaggi che ricordavano le branchie dei pesci ed un ciondolo con legata una pietra appuntita. Erano molto simili e ad uno sguardo veloce potevano essere scambiate per sorelle, ma in quella al centro che si lasciava sistemare i capelli si notava un certa forma di compostezza che alle altre mancava e anche un briciolo di preoccupazione nello sguardo. Poteva essere Rhuia?
La principessa delle acque, come l'aveva chiamata Yamato?
In quel momento fu proprio quella giovane a muovere la testa di scatto e a guardare davanti a sé, in direzione di Shiki. Non lo fissava, sembrava non essere stato scoperto ma evidentemente un rumore o qualcosa aveva tradito la sua posizione. Le altre due gridarono e subito arrivarono tre uomini armati di lancia. Una breve conversazione incomprensibile e i tre appena giunti si avvicinarono verso la vegetazione con lance alla mano.
Poi si fermarono e uno gridò, gli altri due lanciarono le loro armi tra gli alberi oltre la spiaggia.
...
Scampato all'attacco alla cieca delle guardie Mango, Shiki si addentrò nella foresta per evitare di essere scoperto. Non l'avevano visto in faccia, nessuno infatti aveva incrociato lo sguardo diretto con i suoi occhi, ma quelle lance ci erano andate proprio vicino a ferirlo gravemente!
Ormai al sicuro si ritrovò a vagare tra il sottobosco dove la luce del sole penetrava a fatica sotto le folte palme dell'isola e nel suo vagare tra la vegetazione si accorse che non molto distante da lui c'erano delle persone che parlavano.
"Kauna e mahia te Marena!""Kauna e mahia te Marena!"A parlare erano due indigeni. Un uomo ed una donna, in mezzo ad una piccola radura disseminata di pietre poste in modo circolare, come se seguissero un schema preciso. L'uomo aveva gli stessi tatuaggi e il ciondolo che aveva visto poco fa mentre spiava l'accampamento Mango, mentre la donna ne era priva. Entrambi però erano ricoperti di collane, braccialetti e piume colorate. Non bisognava essere dei cervelloni per capire che ricoprivano un qualche ruolo importante, non erano dei semplici indigeni.
Continuarono a ripetere quella frase e scambiarsi cenni di comprensione a vicenda poi entrambi presero un pugnale e si ferirono un dito. Prima uno, poi l'altra, lasciarono che una goccia di sangue cadesse a terra e i due fluidi rossi si mischiarono insieme. In quel momento Shiki poté percepire dell'energia sprigionarsi nell'area, sembrava chakra eppure allo stesso tempo non lo era.
Nel punto dove le due gocce di sangue si incontrarono cominciò a formarsi del fumo, poi una piccola fiamma vivace scaturì dal nulla cercando materiale da ardere; un istante dopo invece si venne a creare una bolla d'acqua a soffocare il fuoco appena nato. E così ancora il fuoco tornò ad riprendere ossigeno cercando si sconfiggere l'acqua che ancora una volta si addensò per spegnere il calore... così ancora e ancora. Sembrava un'eterna lotta di due elementi opposti che non sanno vincere sull'altro, tutto ai piedi delle due figure.
Non c'erano dubbi, si trattava del
Manakitaanga. Quell'arte elementale tanto simile al Ninjutsu che solo pochi indigeni sapevano padroneggiare. Una cosa era certa però: quella manifestazione di poteri dissonanti, seppure in miniatura, era una miscela instabile.
"Kauna e mahia te Marena!""Kauna e mahia te Marena!"Ancora quella frase e i due coprirono il punto macchiato dal loro sangue e dai loro poteri con un masso lì vicino. Si guardarono intorno, come due ladri che hanno paura di farsi scoprire.
Che diavolo stavano facendo quei due?
CITAZIONE
Difenditi dall'attacco delle guardie così facciamo un po' di pratica con la parte più numerica del regolamento.
Lance in arrivo, efficacia attacco: 50
Difenditi con quanto limite vuoi. Se hai problemi o dubbi su questa parte ti aiuto io. Poi ci siamo sentiti e so che ti addentri nella foresta, ho descritto la scena che troverai. I due non ti hanno visto e hanno l'impressione di aver finito quello che stavano facendo, pronti ad andarsene per le loro strade.
A te!