Rei entrò nella sede della Compagnia. Vi era un po' di tumulto, certamente provocato dai manifestanti che fuori dalle porte intonavano slogan non molto lusinghieri. L'impiegato accettò di aiutarli, pertanto riprese volentieri il proprio coprifronte e se lo indossò. Voleva calmare la gente, cercare di trovare una soluzione, ma la presenza di Kenji in quel frangente non aiutava molto: era normale, era la sua prima missione, pertanto non coglieva certi aspetti fondamentali del vivere comune, l'abc dell'essere ninja. Sorride al pensiero di poter salpare sulla Magnifica. Era una nave da sogno, in tutto e per tutto. Fece un segno di assenso e prese il foglio di invito. Uscì dall'edificio, insieme al Compagno, e vide i volti inferociti della gente. Il cuore si stava facendo più piccolo: avrebbe voluto aiutarli, parlare, fare capire che a tutto c'è un rimedio, ma in quel frangente disse soltanto una cosa, all'uomo incontrato prima.
Vedrai che la situazione si aggiusterà. Credici, al massimo provate a spostarvi lievemente più a destra, perché quello è un tragitto poco percorso dalla Magnifica.
Provò a dargli una dritta, e gli posò velocemente la mano sulla sua spalla. Andrò dritto per la propria strada, senza dargli modo di poter rispondere. Il porto in quel frangente gli parve ancora più bello, maestoso, bianco lucente. Fece una grande inspirazione, così che l'area marina entrò senza chiedere il permesso nelle sue narici, inebriandolo.
Sono già stato in nave, nelle mie precedenti spedizioni
Rispose alla domanda del compagno e superò l'asse di legno per giungere finalmente sulla grande imbarcazione. Osservò intorno, e il suo sguardo fu rapito non tanto dal capitano, ma dalla ragazza che faceva da vedetta. Faceva finta di essere un maschio, ma come poteva accettare una cosa simile? Rei prese dalla tasca una sigaretta e la accese. Il mare stava facendo sempre più da cornice.
*
Il primo giorno Rei decise di non fare molto, ma di rimanere chiuso nella propria stanza per fare mente locale sulle informazioni che aveva. Non sapeva ancora molto, e quindi non aveva molti percorsi da delineare, pertanto dopo qualche linea guida mentale uscì dalla stanza, il secondo giorno, per scrutare intorno. Vedeva Kenji andare a destra e sinistra, e ricordò i momenti della sua prima spedizione. Troppo tempo era trascorso, lui era decisamente cambiato. Uscì in poppa e riaccese una sigaretta. Fece delle lunghe inspirazione, guardando il mare che gli si poneva davanti. Era di una bellezza mostruosa.
Mare, bellezze voi tutti, sempre non visti dall'uomo perché abituato a voi, nelle vostre calde acque si nasconde il segreto del vivere comune. Tanto avremmo da voi, o mare, da imparare, ma tendiamo a nasconderci dietro alle nostre normali sicurezze.
Gettò una boccata di fumo, arruffandosi i capelli ricci con la mano destra. Nel mentre, la misteriosa ragazza sotto copertura, Miyuri si avvicina, forse incuriosita dalle parole del ninja.
Parli da solo?
Si voltò ad osservarla. Dietro ai suoi lineamenti camuffati era facile notare la sua bellezza.
Mi capita parlare da solo, certuni talvolta credono che io sia oramai un pazzo, visto le tante cose che ho visto e che ho affrontato, ma in verità mi piace parlare con la natura.
O forse, sei pazzo per davvero.
Ride.
Dovresti accettarti per ciò che sei. Non devi nasconderti sotto questo inutile travestimento. Tu vali.
Abbassa quella voce! Fai silenzio o dovrò staccarti le orecchie a morsi.
Dice, facendo ampi gesti con le mani per farlo parlare sottovoce.
Com'è che tutti voi stranieri ve ne accorgete subito? A me va bene così, comunque. Meno cose le persone sanno di te, e più ti giudicheranno per quello che sai fare, non per chi sei.
La ragazza stava per alterarsi, forse, ma Rei riprese, con un senso di sicurezza tale che forse poteva infastidirla ancora di più.
Sai, talvolta si pensa che io, essendo uno Hyuga, abbia il futuro già preimpostato. Forse è vero, ma io non lo voglio. Io voglio seguire i miei sogni non per merito della mia innata, ma della mia forza interiore. Io so che posso fare grandi cose, ma soltanto perché è la mia mente a dirlo, non il mio fisico. Non stare a guardare al seno, ai lunghi e bellissimi capelli nascosti, ma osserva ciò che sei dentro.
Gettò un'altra boccata di fumo.
Che poi, tutto sommato, cosa ci sarebbe di sbagliato in una donna che decide di fare la marinaia? È anzi così bello, affascinante!
E questa volta si voltò per osservarla in viso.
Per seguire il tuo ideale devi essere te stessa, non devi assolutamente nasconderti dietro a una costruzione. So che dirai che non merito risposta, che dovrei farmi gli affari miei, ma tutto questo è un affare mio, da shinobi. Ovunque ci sia qualcuno che soffre, io devo cercare di portare a compimento la mia vocazione interiore, ossia l'aiutare tutti. Ci voglio credere.
Rei si allontanò dalla ragazza, avvicinandosi a un posacenere e buttando la sigaretta. Si avviò verso la propria stanza, speranzoso di aver smosso il sentimento della ragazza e poter trascorrere delle giornate tranquille, in vista della missione.
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