Posts written by ¬BloodyRose.

view post Posted: 7/5/2024, 18:35     Conto di Harada Takumi - Banca
- Stipendio Maggio -

    + 120 ryo Shinobi Chunin (X)

    = 32.526 ryo
view post Posted: 7/5/2024, 18:33     Conto di Setsuna Hyuga - Banca
- Stipendio Maggio -
    +120 ryo Shinobi Chunin (X)

    = 49.284 ryo
view post Posted: 7/5/2024, 18:32     [∞] - Censimento - Censimenti
MAGGIO

CITAZIONE
Nome e Cognome PG: Hyuga Setsuna
Rango: Chunin
Lavoro bonus: ///
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CITAZIONE
Nome e Cognome PG: Harada Takumi
Rango: Chunin
Lavoro bonus: Reggente/Controllore
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view post Posted: 5/5/2024, 16:32     Missione 2S/6A/2B | Zero - XV | Il Folle ed il Diavolo - Missioni

Credeva di aver fatto il pieno di stranezze nel ritrovarsi lo sguardo a tratti rapito dalla bellezza di Isao/Yosuke trasformato in una donna - che lurido figlio di una gran puttana, tra tutte le sembianze che poteva assumere aveva optato deliberatamente per tratti sin troppo simili al suo Yūzora - ma evidentemente si sbagliava. Ad aprir loro la porta era stato un individuo alquanto singolare, alto quanto un bambino, totalmente bardato da testa a piedi da una pesante pelliccia. Nemmeno un tratto di pelle era visibile e i lineamenti del viso erano camuffati da spessi occhiali scuri che, probabilmente, a stento permettevano all’utilizzatore di vedere qualcosa. Non la figura più rassicurante del mondo, nonostante il garbo con cui aveva fatto qualche passo indietro per poi invitarli con un gesto eloquente ad entrare. Mantenendo un minimo di credibilità nella recita alla quale si erano prestati per non essere attaccati da un manipolo di aborti partoriti da menti non esattamente sane, e anche e soprattutto per potersi guardare un’ultima volta attorno per assicurarsi che nessuno li avesse seguiti, fu l’ultimo ad entrare dopo il genin.
Nonostante quello che tutti avrebbero chiamato tepore, per il castano quel caldo in casa era soffocante. Preferiva di gran lunga il freddo dell’inverno fuori dalla porta e non quei fumi che, seppur profumati alle narici, generavano un’umidità fastidiosa per i suoi gusti. Effetto di Matatabi, probabilmente. Le braci del Nibi ardevano sempiterne all’interno della sua anima, dove riposava in attesa di tendere il giusto agguato ai suoi nemici. Non era una novità che la sua temperatura corporea fosse al di sopra del normale, dunque. Si accomodarono attorno al tavolo al centro della stanza, rigorosamente in legno come la maggior parte del mobilio di quella casa dai toni caldi, mentre il loro ospite si presentava col suo nome fittizio (Pantegana). Dovette sbottonare almeno un po’ il pesante cappotto che aveva addosso, prima di accomodarsi guardingo. I suoi occhi caddero inevitabilmente sulle fiamme danzanti che ardevano sotto un generoso pentolone in metallo, dove una pietanza stava scaldandosi in attesa di essere servita. Se l’olfatto non lo aveva ingannato in quella miriade di odori diversi che si mescolavano armoniosamente, si trattata di carne.
Lo sguardo smeraldino saettò dalle fiamme all’uomo che li aveva appena accolti in casa, nel momento in cui lo stesso aveva accennato a un altro ospite - di cui il Monastero aveva avuto notizia per suo pugno dopo al loro partenza alla volta di Namisiu - oltre alla donna oggetto del loro interesse. Un’altra persona aggredita? No. Non poteva essere. Fossero stati due attacchi così ravvicinati sarebbe scattata una qualche allerta fra la popolazione, nonostante fossero tutti stranamente abituati all’idea di avere sotto al culo degli schifosissimi aborti neri pronti a fare loro la festa. Nemmeno la presenza del Kobayashi poteva essere possibile, per quanto un pensiero fosse comunque balenato nella sua mente. Ma allora chi? A quel punto le opzioni erano poche. Fu proprio il Kyōmei a restringere la cerchia dei possibili nuovi ospiti di quel Pantegana, alzandosi lentamente dal suo posto e chiedendogli se si trattasse di un altro sopravvissuto. Le parole del giornalista, maggiormente specifiche dopo la domanda del Mizukage, furono come un gancio destro alla bocca dello stomaco di tutti i presenti. Un sopravvissuto, si. Uno shinobi della Nebbia, scampato a una sciagura oltremare. Lo sguardo cercò immediatamente Yūzora per comprendere se anche lui stesse pensando alla medesima cosa, ma non ci fu bisogno di uno sguardo per capirlo. Lo conosceva sin troppo bene. Si sollevò dalla sedia e strinse la mano destra sulla sua spalla per scuoterlo dalle riflessioni oscure che certamente stavano facendo in modo di farlo sprofondare nel senso di colpa, rammentandogli con quel gesto la sua presenza.
Mantieni la calma, sono qui con te. Affronteremo la cosa insieme. sussurrò al suo orecchio, reprimendo i sentimenti che si spintonavano nel suo cuore. Non erano le vite perdute degli shinobi non fortunati come l’ospite di Pantegana a scuoterlo, sacrificate per un fine maggiore; era la situazione generale, che pareva peggiorare di minuto in minuto. Jorogumo e il giovane Mizuguchi erano pedine sin troppo importanti sulla scacchiera, oltre al fatto che il primo non soltanto era un ottimo combattente, protettore come il secondo di una reliquia della Nebbia, ma anche un consigliere di guerra come lo era lui. La loro missione era riportare indietro gli altri cimeli dalle grinfie degli ormai perduti Kanada e Nakajima e adesso avevano pure la possibilità di aver perso altre due spade nella lotta contro gli abomini dell’Impero. Era una situazione di merda.

Non è ancora il momento di lasciarsi pervadere dalla collera, mio giovane ninnolo. Conservala per dopo, quando il nemico sarà alla portata della tua lama e dei miei artigli. fece eco il demone dalle due code, dalla profondità più recondita della su anima. Non sembrava particolarmente in estasi per la morte di qualche umano, pur facente parte delle forze alleate. A dirla tutta, non glie ne fregava proprio nulla. Quello che per lui era importante era che il castano conservasse quel sentimento, coltivandolo sino a quando non avrebbe potuto dargli sfogo. Non doveva andare così. rispose a denti stretti il castano, cercando suo malgrado di contenere quel sentimento oscuro, seguendo di fatto la volontà del Nibi. No. Ma sai bene che non tutto va come ci si aspetterebbe. Incassa il colpo e agisci quando è il momento. Allora i tuoi nemici la pagheranno cara e la tua anima troverà pace nel loro sangue.

Le parole del Kyōmei, proferite a mezza voce, quasi parlasse più a se stesso per fare mente locale che non con loro, lo riportarono alla realtà. L’ordine che pervenne fu recepito chiaramente e un cenno d’assenso del capo fu la risposta affermativa al comando, prima di avvicinarsi rapido alla scalinata che portava al piano superiore. Si nascose a sinistra, spalle al muro, sfilando lentamente la sua preziosissima Yomikoe dal fodero nascosto nella pesante pelliccia mentre il Mizukage si nascondeva a destra, con al seguito Isao/Yosuke. Era pronto a minacciare chiunque fosse sceso da quelle scale, finanche a ucciderlo a sangue freddo se glie lo avesse ordinato il Rosso. Nessuno avrebbe osato mettere a repentaglio la sua vita. Si affidò all’udito per comprendere quando, con un rapido movimento del braccio, avrebbe dovuto puntare la lama al collo del malcapitato, minacciandolo di sgozzarlo come un maiale prossimo al macello. Ugokanai de. intimò perentorio, non appena il filo della spada, simile all’archetto del suo erhu, vibrò leggermente a contatto con la pelle scoperta del corpo del nuovo ospite di Pantegana. Lasciò che fosse Yūzora a interrogare il nuovo arrivato, che lui non si degnò nemmeno di osservare. Se fosse stato un nemico trasformato, non gli avrebbe dato il piacere di mentirgli spudoratamente.

view post Posted: 25/4/2024, 17:51     Yubikiri Genman 指切りげんまん - Dove Porta il Filo Rosso - Nel Villaggio

Doveva ammettere a se stesso che sarebbe morto con piacere nell’ardente bramosia di quel bacio, trascinato lentamente nell’oblio dal dolce sapore delle sue labbra e avvolto dal calore divampante del corpo del compagno, divorato con passione a stento controllata. Era tutto dannatamente perfetto: l’acqua calda che li avvolgeva proteggendoli dal freddo pungente della sera, la volta celeste trapunta di stelle sulla cui tela scura spiccava in bellezza la luna, la fioca luce delle lanterne che rischiaravano appena l’ambiente con la loro luce soffusa, i loro corpi affamati a contatto.. mancava soltanto quel semplice ‘si’ e quel sogno in cui erano immersi sarebbe divenuto una realtà. Avrebbero vissuto momenti come quello tutte le volte di cui avrebbero avuto bisogno, lontani dai doveri e dagli occhi indiscreti di chi li avrebbe giudicati o usati per colpire meglio l’altro. Momenti in cui potevano essere semplicemente Harada Takumi e Kyōmei Yūzora, e non il Mizukage e il Consigliere di Guerra. Avevano bisogno entrambi di tutto questo. Di potersi vivere, amarsi liberamente senza dover estorcere tempo in momenti non propriamente consoni. Avrebbero continuato a farlo certamente (era dannatamente eccitante amarsi nel timore di essere scoperti), ma sarebbe stato del tutto diverso. Non sarebbe stato un bisogno represso che esplode per poter essere appena saziato e messo a tacere, ma un gioco di seduzione che sarebbe continuato lontano dalle mura dello studio, accrescendo il desiderio di entrambi nell’aspettativa di poterlo saziare.
Fingendosi suscettibile all’argomento - soltanto dopo aver raccontato com’erano andate le cose fra lui e il simpaticissimo Fuyu No Yuki - il castano mise su un broncio adorabile, non appena il compagno prese a ridere. Si. Vederli nella stessa stanza a scazzottarsi a parole e a fulminarsi con gli occhi per poi trovare un unico punto d’incontro nel Rosso sarebbe stato esilarante per chiunque, dato che erano notoriamente come l’acqua e l’olio.
Visto che mi è toccato fare..? borbottò, alimentando giustappunto quella risata che minacciava di far lacrimare il compagno, tanto che fu costretto a staccarsi e asciugarsi al bordo dell’occhio sinistro. Era di una bellezza disarmante e quel sorriso avrebbe potuto scacciare le tenebre più oscure, tanto era radioso. Si ritrovò a sciogliere quel finto broncio e a sorridere a sua volta, osservandolo rapito. Se avesse potuto, avrebbe scolpito ogni suo lineamento con lo sguardo e pennellato ogni colore assaggiandolo, toccandolo. Era semplicemente incredibile come un angelo di quella bellezza fosse caduto dal cielo per essere avvolto dalle sue braccia.

Scommetto che potete immaginare tutti come la sua espressione espresse un’emozione che solitamente non si vedeva sul suo viso, al fatidico ‘va bene’. Gioia, gratitudine, vittoria, senso di appartenenza.. tutte queste le emozioni che gli attraversarono gli occhi e gli illuminarono il volto, sciolto in un sorriso sincero e raro. Un bambo al quale avevano regalato la cosa più preziosa del mondo. Stava per dirgli che non se ne sarebbe pentito, che era felice come non lo era mai stato nella sua vita.. ma Yūzora aveva deciso di aggiungere delle postille, zittendolo dolcemente con un indice sulle labbra. Le condizioni erano semplici: sopravvivere al compito che li attendeva fuori dalle mura del villaggio - sarebbe venuto a vivere li solo dopo la missione che li attendeva da li a poche ore - e partecipare a tutte le spese dell’immobile, pregresse e non. Sulla prima non aveva nulla da obiettare, sarebbe stato un motivo in più per riportare entrambi a casa la pelle; sulla seconda invece..
Fece per obiettare. Non c’era assolutamente bisogno che partecipasse a quelle spese, aveva già pensato a tutto e non era necessario che spendesse i suoi risparmi per quello. Ma il Kyōmei si impuntò ancora, anticipandolo, spingendo maggiormente quel dito sulle sue labbra ancor prima che potessero dar fiato ai suoi pensieri. Dannazione.
E poi sarei io il criminale.. borbottò, allontanando dolcemente quel dito dalle labbra e osservandolo con sguardo sottile, magnetico. Sapeva che non l’avrebbe avuta vinta, non in quella disputa. Doveva accettare. E sia. Voglio che tu venga a vivere con me. sentenziò, salvo poi sorridere malizioso. Ma sappi che anche io ho le mie condizioni, Mizukage-sama. s’espresse, per poi stringerlo a sé gelosamente e assaggiare vorace il suo collo, baciandolo, lappandolo, accarezzandolo possessivo sulla nuca. QUELLE erano le sue condizioni. Lo voleva per sé, per sempre.

view post Posted: 14/4/2024, 14:28     +1Missione 2S/6A/2B | Zero - XV | Il Folle ed il Diavolo - Missioni

Non avrebbe dovuto cedere all’istinto, ma cosa poteva farci? In quel frangente - completamente fuori da ogni ragionevole conformità alla situazione stessa - ogni fibra del suo essere gli suggeriva di baciarlo lì, al solo cospetto del sole morente del tramonto che dolcemente carezzava un’ultima volta la distesa di neve sotto di loro. Una mossa assai pericolosa, lo sapeva perfettamente. Eppure il sorriso sincero del compagno, quel suo semplicissimo ma incisivo Si. A casa nostra., uscito dalle sue labbra con una determinazione disarmante, aveva punzecchiato le corde della sua anima in una maniera tale che, soltanto a ripensarci, gli correvano dei piacevoli brividi lungo la spina dorsale. Per quanto ne potevano sapere, quella poteva essere la loro ultima occasione. Erano impelagati in una missione suicida con lo scopo di ritrovare non soltanto l’uomo che aveva tradito il segreto di Kurama ma anche i cimeli che mai avrebbero dovuto abbandonare la Nebbia, a un passo (se consideriamo la distanza oramai percorsa nei lunghi giorni di viaggio precedenti) dal luogo in cui avrebbero potuto scoprire di più sul dannatissimo Libernio e su chi vi aveva messo le mani, eppure erano ancora dannatamente lontani dall’obiettivo. Distante quindi era il giorno in cui avrebbero potuto tornare a casa, vivere insieme come da promessa del Rosso.. e purtroppo non era nemmeno sicuro avrebbero potuto coronare quel sogno, considerata la pericolosità della questione. Ma a quella speranza di poter vivere giorno dopo giorno con la persona che amava si era aggrappato con le unghie e con i denti, giurando a se stesso che sarebbero tornati sani e salvi o che sarebbe morto li, sozzando la neve del colore scarlatto del sacrificio.
Sorrise, accarezzandogli il viso gelido per via delle sferzate con appena un accenno di insicurezza, lasciandosi catturare dai suoi occhi e dalle sue labbra che ardentemente lo supplicavano. Si ritrovò a rimarcare le parole del compagno con uno spontaneo
Si.. prima di cedere definitivamente all’istinto, avvicinando le proprie per baciarlo. Solo un bacio, poi tutto sarebbe tornato come sempre. Potevano permetterselo quel fugace attimo di passione, nella desolazione del terrazzamento. Yūzora doveva essere del suo stesso avviso, perché non pareva avere intenzione di troncare il suo intento. Ma si sa che il tempismo è una prostituta e che non sempre le cose vanno come ci si aspetta.
Appena prima che potesse toccare le sue labbra con le proprie si sentì allontanare con una mano sul petto. Stupito da quell’improvviso cambio di rotta e allarmato dalle parole del compagno, si volse verso la scena che con un cenno gli aveva indicato e maledisse interiormente tutti. Proprio adesso doveva planare sopra le loro teste quel fottutissimo gufo? Sospirò, corrucciando la fronte per il malumore. Dovevano rientrare e scoprire cosa stava accadendo, per quale motivo vi fosse quella concitazione.
Spero ci sia un valido motivo, altrimenti uccido qualcuno. commentò a denti stretti, seguendolo poi in silenzio. Non stava scherzando.

Si ritrovarono tutti riuniti nella sala principale del monastero, quando la lettera venne consegnata dai monaci nelle mani del Mizukage. Taciturno e parecchio risentito (non certo nei confronti del compagno) per l’interruzione forzata di pochi minuti prima, con le braccia incrociate al petto, prese ad osservarlo attentamente, provando a scorgere nel modellarsi dei suoi lineamenti durante la lettura qualcosa. Quello che riuscì a scorgere, pur essendo stato bravo il Kyomei a celare le sue emozioni, non gli piacque. Ebbe conferma dei suoi sospetti quando la missiva arrivò nelle sue mani. Stando a quanto riportato fra le righe inchiostrate della pergamena, uno degli informatori del monastero stesso - un tale che si firmava Pantegana - riferiva di un attacco di quegli abomini di cui avevano sentito tanto parlare a un gruppo sparuto formato da tre uomini e una donna. Era avvenuto nella zona est dell’area industriale di Namisiu, laddove avrebbero dovuto recarsi loro stessi. La cosa curiosa non era soltanto il fatto che le creature (capitanate da quella che, leggendo, il castano aveva avuto la sensazione potesse essere quella denominata l’Averla) avevano sfruttato la rete fognaria per aggredire quella povera gente, ma che soltanto i tre uomini era morti e la quarta vittima, la donna sopravvissuta, era stata pure malamente cacciata dalle autorità una volta denunciato il fatto. Ebbe un fremito. Sapevano che si stavano muovendo e avevano attaccato le persone sbagliate? Come avevano potuto scoprirlo? Passò la lettera al Kokage perché ne potesse leggere il contenuto di sua sponte, senza emettere fiato. L’unica era che si erano accorti del cadavere di Ushijima e della sparizione improvvisa dei tre minatori. Speravano di fare arrivare la notizia fino a loro per farli desistere o li stavano invitando a cena, stendendo un bel tappeto rosso per il loro arrivo? Entrambe potevano essere piste plausibili. Quello che era certo è che nessuno conosceva i loro veri volti e nessuno sapeva che erano in quattro: l’effetto sorpresa, per quanto mandato a meretrici dall’allerta del nemico, poteva ancora essere sfruttato contro di loro, seppure per vie traverse. Si morse le labbra nervoso, passandosi una mano fra i capelli. Era convinto che avessero preso tutte le precauzioni del caso, ma evidentemente non erano bastate. Che cosa aveva sbagliato? Cosa avrebbero potuto fare diversamente da quello che avevano fatto per rimanere nel totale anonimato? Domande le cui risposte non erano né immediate né scontate, ma che sicuramente in quel momento erano futili. Dovevano pensare al da farsi.
A prendere la parola per primo e illustrare la situazione, suggerendo come procedere, fu ovviamente il Kyōmei che, come sempre, espresse in concetti chiari tutto quello che era frullato nella mente anche a lui. La migliore pista che avevano era la sopravvissuta all’assalto e confrontarsi con lei prima di raggiungere la sede di stoccaggio del Libernio sarebbe stata la mosse giusta, anche solo per comprendere meglio con chi avessero a che fare. L’unico modo per far questo era contattare Pantegana e raggiungerlo al più presto, mantenendo il loro solito basso profilo. Gli occhi caddero inevitabilmente su Isao/Yosuke, non esattamente propenso a seguire il consiglio di trasformarsi in una donna per maggiore sicurezza.
Preferisci morire? s’intromise, gelido come il filo di una lama. Sanno che tre uomini gli stanno per bussare alla porta, seppure non credo sappiano chi siamo e che aspetto abbiamo. Molto probabilmente ci attaccheranno a vista senza darci il beneficio del dubbio, se ci muoviamo in gruppo senza una donna. concluse, supportando la tesi del Mizukage forse in maniera troppo brusca ma necessaria a mettere le cose in chiaro. Fortunatamente il genin si convinse, supportato anche dall’intento del Kokage di trasformarsi nuovamente in un serpente e nascondersi fra le loro vesti per non destare ulteriori sospetti. Era deciso dunque. La direzione era stata tracciata.
Ryōkai. rispose deciso all’ordine del suo Yūzora, congedandosi da lui con un accenno di inchino per procedere a fare quello che gli era stato richiesto.


Divider


Partirono all’alba del giorno dopo, avvolti da pesanti mantelli di calda pelliccia in grado sia di camuffarli e confonderli con la popolazione del luogo sia di tenerli al caldo dal gelo che sferzava quelle lande. Avrebbero preso la via meno diretta per raggiungere l’informatore del monastero, evitando di passare per le vie della capitale tecnologica. Ci avrebbero impiegato una mezza giornata. Non disse nulla sul fatto che il Kokage, trasformato in serpente, sostasse fra le vesti di Yūzora - cosa che obiettivamente gli dava particolarmente fastidio - e non schernì per nulla Isao/Yosuke come avrebbe fatto in diverse circostanze. Era ancora assorto nei suoi pensieri mentre affondava i piedi nella neve fresca, avanzando un passo alla volta verso il successo della loro missione o verso la loro più totale disfatta. Non si sentiva di sbilanciarsi, non ancora. La partita non aveva ancora segnato nessun punto per nessuno, anche perché le pedine sul tavolo erano appena state mosse. Sospirò, generando una bella condensa di fronte alle sue labbra. Si augurava che la donna sopravvissuta con cui li avrebbe messi in contatto Pantegana potesse fornire loro dettagli importanti, una sorta di chiave di volta che avesse il potere di potar loro un vantaggio - seppur blando - sui nemici a tutt’oggi imperscrutabili che si ritrovavano ad affrontare. E poi c’era la questione dell’Averla. Qualcosa gli diceva che quell’essere mostruoso potesse essere il Kobayashi, o quel che ne restava almeno. Matatabi fremeva all’idea di uno scontro diretto con lui, poiché sapeva che la collera del suo tramite nei suoi confronti era profonda e questo gli avrebbe garantito di potersi sbizzarrire e di dar sfogo a tutta la sua superiorità.
Arrivarono a destinazione e un tipetto mingherlino, basso, avvolto da un cappotto di pelliccia simile al loro, e con spessi occhiali scuri a celarne lo sguardo aprì alla porta dopo tre colpi. Rimanendo in silenzio ascoltò il Mizukage presentarli all’informatore, in attesa di essere accolti dentro.

view post Posted: 6/4/2024, 15:32     Yubikiri Genman 指切りげんまん - Dove Porta il Filo Rosso - Nel Villaggio

Quelle parole, lasciate sospese, non erano passate inosservate. Sapeva perfettamente che Yūzora non avesse la minima intenzione di permettergli di sacrificarsi per lui, e non certo per il mero orgoglio o per il bisogno spasmodico di dimostrare qualcosa. Avevano semplicemente bisogno l’uno dell’altro, come ossigeno nei polmoni. Anche solo pensare di potersi separare per una qualsiasi ragione - e in maniera maggiormente critica nel caso in cui uno dei due fosse venuto a mancare - era una pugnalata a carne viva, uno strazio senza fine che avrebbe fatto impallidire l’inferno stesso, che sarebbe parso un parco divertimenti a confronto. Lo comprendeva. Valeva lo stesso per il castano. Ma al contempo non poteva permettere che qualcuno glie lo portasse via. Egoisticamente, preferiva passare a miglior vita piuttosto che viverla senza il Kyōmei al suo fianco. D’altro canto non si permise di gettare ulteriore benzina su quel fuoco pericoloso, che prospettava eventi futuri nefasti. Cambiò discorso. Non voleva che ci rimuginasse troppo.
Incalzarlo era un diletto, così come lo era baciare le sue labbra e avvertire la tensione sciogliersi man mano che la lussuria si impadroniva dei loro pensieri. Quello che gli disse era una confessione a cuore aperto, un bisogno che per lungo tempo lo aveva carezzato. Aveva bisogno di averlo al suo fianco giorno dopo giorno, di viverlo fuori dalle quattro mura del palazzo del Mizukage che era diventata la prigione dove la loro passione poteva esprimersi solo in maniera clandestina. Senza contare che sarebbero stati tutti al sicuro, se avesse accettato. Non avendo intenzione di vivere a palazzo, lasciare la casa di Kai e dei suoi fratelli avrebbe posto in maggiore sicurezza l’intero nucleo famigliare senza contare che sarebbe stato protetto 24 ore su 24 dal castano, oltre che da Kurama.
Non poté non ridacchiare alla domanda retorica, mentre lo accoglieva fra le sue braccia. Non aveva ancora detto quel ‘si’ che tanto agognava, ma adesso sembrava leggermente più aperto all’idea. Questo lo rallegrava.
Direi proprio di no.. rise. E’ un trattamento speciale, solo per te. e lo accarezzò ancora, sul viso, lasciandogli tutto il tempo di osservarlo, di divorarlo con lo sguardo. Gli piaceva. E non sono un criminale. fece spallucce, ridacchiando ancora, prima di lappare sensuale le sue labbra, con la punta della lingua, da sotto in su, sfiorandole appena. Non puoi certo vietarmi di essere me stesso, Mizukage-sama. ribatté con una nota di sensualità nel tono della voce. Si. Era proprio un criminale!
Gli ho semplicemente detto che dovevo cercare una casa appartata, sconosciuta ai più. cominciò a spiegare, rendendolo partecipe di quella peripezia. Mi ha chiesto a cosa mi servisse, ovviamente. Credo di avergli risposto come prima cosa di farsi i cazzi suoi. rise. Glie lo aveva proprio detto. Poi ho fatto il tuo nome, e li ha ceduto.. a patto di proteggerti da qualsiasi pericolo. Li non è stato difficile dare la mia parola, ovviamente.. e detto questo, rimase a osservarlo, beandosi della sua bellezza inaudita sotto il bacio della luna e la luce soffusa delle lanterne.



Devo riprendere un po’ la mano, non scrivo da boh..


Edited by ¬BloodyRose. - 12/4/2024, 18:10
view post Posted: 6/4/2024, 13:38     Conto di Harada Takumi - Banca
- Stipendio Aprile -

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view post Posted: 6/4/2024, 13:36     Conto di Setsuna Hyuga - Banca
- Stipendio Aprile -
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view post Posted: 6/4/2024, 13:34     [∞] - Censimento - Censimenti
APRILE

CITAZIONE
Nome e Cognome PG: Hyuga Setsuna
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CITAZIONE
Nome e Cognome PG: Harada Takumi
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view post Posted: 15/3/2024, 12:10     Conto di Harada Takumi - Banca
- Stipendio Marzo -

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view post Posted: 15/3/2024, 12:09     Conto di Setsuna Hyuga - Banca
- Stipendio Marzo -
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view post Posted: 15/3/2024, 12:07     [∞] - Censimento - Censimenti
MARZO

CITAZIONE
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Nome e Cognome PG: Harada Takumi
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view post Posted: 2/2/2024, 18:33     Conto di Harada Takumi - Banca
- Stipendio Febbraio -

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view post Posted: 2/2/2024, 18:32     Conto di Setsuna Hyuga - Banca
- Stipendio Febbraio -
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