|
(Il Capitano deve parlare con me?) Ebbi un sussulto. Era chiaro che quella gente volesse qualcosa da noi, altrimenti non ci avrebbe fatto prigionieri, avevano ampiamente dimostrato la loro potenza bellica: avrebbero potuto benissimo ucciderci tutti. Eppure non lo fecero. Qual era il loro obiettivo? Ero sempre più convinta che l’albero e la mia prigionia erano legate alla “chiacchierata” col Capitano: probabilmente qualcuno aveva bisogno delle mie cure, ma come facevano a sapere delle mie capacità rigeneranti? Avevano ricevuto informazioni da parte della compagnia? O c’era una talpa nella whanau mango? Forse era ancora troppo presto per mettere giù delle ipotesi e forse ero stata troppo avventata fuggendo dalla cella: ma il mio obiettivo era quello di raggiungere Aiko e di accertarmi delle sue condizioni; poi probabilmente avrei potuto anche fare ritorno nella mia cella e aspettare pazientemente, se non si fossero accorti prima della mia fuga.
Fu abbastanza semplice raggiungere quel punto dalla mia prigione, incontrai solo delle guardie di ronda che riuscii facilmente ad evitare. Ma i due uomini che stavano di guardia alla porta della stanza che teneva rinchiusi i miei amici, non sembravano volersi muovere. Dovevo trovare un modo per entrare senza essere vista. Mi guardai per bene intorno: i corridoi erano parecchio spogli e trasandati, mentre le porte erano identiche a quella che manomisi nella mia cella. Non avevo alcuna intenzione di aggredire le guardie: innanzitutto perché andava contro il mio credo; poi perché quelle strane armi che brandivano mi incutevano timore. Potevo ancora sentire i loro proiettili che mi trafiggevano il petto: quella dannata visione fu davvero molto realistica. Eppure mi sorsero delle domande che prima di allora non mi posi minimamente: perché avevo io il ciondolo di Nohea? E come mai avevo avuto modo di vedere gli ultimi istanti della sua vita? Che legame c’era tra me e lei?
Alzai lo sguardo e notai il condotto d’aerazione: in effetti in quel posto non c’erano finestre, in qualche modo dovevano far circolare l’aria. Mi sporsi di nuovo lievemente oltre l’angolo e mi accorsi che il condotto entrava nella cella dei miei amici. Ecco come sarei entrata superando le guardie: sarebbe stato semplice per me trasformarmi in qualcosa di piccolo ed entrare nel condotto. Tuttavia il pensiero mi lasciò un po’ triste: non mi erano mai piaciuti i sotterfugi; avrei preferito presentarmi cordialmente e chiesto se mi dessero la possibilità di accertarmi della salute dei miei amici; ma la violenza dimostrata nelle visioni di Nohea, non mi lasciarono alternativa; probabilmente non erano un popolo incline al dialogo. Ero molto tentata: magari avrei potuto raggiungere un accordo, qualcosa tipo “fatemi incontrare i miei amici e parlerò con il vostro Capitano”; ma era troppo rischioso, avrebbero potuto spararmi o farmi nuovamente prigioniera, impedendomi di raggiungere Aiko. Era quello uno degli aspetti che non mi piaceva del mondo ninja: la mancanza di comprensione e di comunicazione. La superbia si impadroniva del più potente che prevaricava su colui che riteneva più debole. La vera forza tuttavia non era mai stata in mano a chi possedeva il potere, ma a chi con la forza della gentilezza e dell’amore, riusciva a stendere i potenti. Strinsi i pugni, ero bloccata: avrei agito da ninja o avrei seguito il mio credo? Presi un profondo respiro e guardai Makigai. (Dì ai miei amici che sono sveglia e sto bene. Nel caso non riuscissi, prenditi cura di Aiko.) Non le diedi il tempo di replicare, sapevo che aveva percepito le mie intenzioni e sapevo che non era d’accordo con me, poi scomparve in una nuvola di fumo. Alzai le mani al petto con i palmi ben in vista e feci qualche passo verso le guardie, uscendo dall’angolo cieco. Non potevo credere a me stessa e a quello che stavo per fare, ma ero consapevole che la strada che avevo scelto di seguire non era affatto semplice. Non potevo dimostrare i miei ideali comportandomi in maniera opposta. Dovevo provare a me stessa di essere degna di quel credo e se non lo fossi stata, sarei morta provandoci. - Il Capitano deve parlare con me?
|