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Kirigakure no Sato, Mizu no Kuni, 25 Gennaio 253 DN Erano passati alcuni giorni da quel fatidico meeting a Sora: l’incontro delle più alte cariche attualmente al potere, nel Continente Ninja, aveva rappresentato un importante punto di svolta per l’epoca che stavano vivendo, non tanto per le decisioni prese quanto per le azioni che vi erano state svolte. L’attentato mosso ai danni dei Kage aveva ancora, intorno a sé, un alone di mistero che le prime indagini non erano ancora state in grado di sfatare. Se il ruolo di Akatsuki, all’interno di questa storia, rappresentava ancora un punto interrogativo, di diverso acchito era quello rappresentato dal fantomatico Impero d’Oltremare. Un nemico ancora avvolto dal mistero, che rappresentava una seria minaccia, un’ombra scura sulle terre del continente, con le loro forze belliche ancora ignote ai regni degli shinobi, eppure… Kiri si ritrovava a dover affrontare ombre ben più pressanti e personali, al momento: perché è proprio quando la minaccia più grande si fa avanti che iniziano a farsi strada le prime crepe nella struttura posta a difesa del forte e, di certo, non potevano continuare a far finta di nulla. Non potevano più nascondere la polvere sotto al tappeto, o continuare a nascondere scheletri negli armadi, perché, prima o poi, la montagnetta di merda in cui si trovavano sarebbe uscita fuori e, il destino insegna, sempre nel momento peggiore per loro, ed era quindi arrivato il momento di intervenire, fare pulizia, riprendere in mano una situazione lasciata in balia di sé stessa. Kiri aveva un grosso, enorme problema, ed ora che a minacciarli vi era un potente nemico, non potevano più fare finta di nulla. Kiri è debole. Questo si vociferava per le strade, da quando Hayate Kobayashi era scomparso. Questo pensavano i veterani, quando non avevano più visto in giro simboli della forza della Nebbia, quali il Muto, il Diavolo o lo Squalo, retaggio di una forza militare di cui, ormai, i Sette Spadaccini rappresentano un ricordo sbiadito. Certo, il Diavolo aveva fatto ritorno all’ovile, ma gli altri? Che fine avevano fatto gli altri tre spadaccini? Che sorte era toccata al loro kage? Perché nessuno si era interessato della loro sorte? Tutto era iniziato ben tre anni prima: nel giro di un paio di mesi era stata segnalata la sparizione di quattro Genin, partiti in missione nella zona sud-ovest del Paese, in prossimità con il confine del Paese dei Fiumi. In un primo momento la questione passò abbastanza in sordina, non venendo presa molto sul serio: dopotutto si trattava di novellini, ragazzi da poco diplomatisi che, magari, tardavano a rientrare dai loro incarichi per negligenza o, alla peggio, perché avevano preferito dissertare per nascondere un eventuale fallimento. Le coincidenze, però, tra le sparizioni, erano troppo similari tra loro: sparire nel nulla, senza lasciare alcuna traccia, era impresa non da poco, di certo fuori dalle capacità di un novello Genin; tutti i ragazzi scomparsi erano specializzati nel combattimento all’arma bianca, nomi di possibili candidati che aspiravano a diventare Shinobi Katana; tutti erano spariti nella stessa zona, una boscaglia che andava via via sfumando nelle paludi che accennavano ai territori del Fiume. Quando, poi, venne aggiunto il nome di Akio Nakajima alla lista dei ninja scomparsi, la situazione non poteva più passare inosservata. La sparizione del Muto fu la goccia che fece traboccare il vaso: era evidente, ormai, che le forze dispiegate da Fuyu no Yuki, capo delle squadre Anbu, erano risultate inefficaci nel ritrovare i dispersi, la sparizione di uno spadaccino, seppur novellino, un’assenza che difficilmente sarebbe passata inosservata. Inevitabile fu quindi richiedere l’intervento diretto del Mizukage all’ora in carica. Hayate Kobayashi, l’Artefice, si prodigò personalmente per venire a capo di tale faccenda, venendo così in contatto con alcuni abominevoli combattenti il cui corpo era stato profondamente alterato dall’innesco delle terribili Fibre Nere, mandati per assaltare il villaggio. Kiri ricorda bene quella notte, passata alla storia come la Notte dei Mostri: mentre un gruppo di quegli esseri spazzava via la nebbia, asserragliato sulla vetta più alta lì vicino, un altro attaccava i principali ingressi, seminando morte e distruzione. Tra questi i presenti riconobbero i ninja scomparsi i quali, evidentemente, erano stati rapiti ed usati come cavie, esperimenti per renderli le orribili macchine di morte che volevano distruggere la loro terra natia. La mattanza durò tutta la notte e, con le primi luci dell’alba, la nebbia tornò, ma non perché Kiri avesse vinto sul nemico, ma per mera concessione avversaria: dopo aver subito innumerevoli perdite, semplicemente, i combattenti delle Fibre scomparvero così come erano comparsi, lasciando dietro di loro una scia di cadaveri. E la lista dei ninja scomparsi si arricchì dei nomi di Mitsuaki Kanada, lo Squalo, e dello stesso Mizukage. Ovviamente le unità investigative avevano cercato di raccogliere quante più informazioni possibili sugli ultimi eventi avvenuti, ma poco si era riuscito a ricavare: a parte i resti degli scontri, l’esercito di fibrosi aveva lasciato ben poche tracce del suo passaggio. In compenso erano riusciti a catturare pochi di loro, elementi utili per studiare le Fibre Nere ed interrogarli su quanto avvenuto: confusi, farneticavano poche parole, ma costanti, dalle loro bocche, uscivano i nomi dell’Ingordo e del Tossico, due figure la cui identità rimaneva un mistero per l’intelligence di Kiri. Qualcosa, però, aveva iniziato a girare nel verso giusto: Kazuku Mizuguchi, il Diavolo, era ritornato dopo una lunga assenza e, forse, era riuscito a raccogliere qualche informazione utile per venire a capo dell’intera faccenda, forse un collegamento che permetteva di capire chi fosse la mente dietro quell’orda di mostri. Nel mentre, grazie ad un accordo stretto con Hideyoshi Jiyuu, il Kokage eremita dei Serpenti, forse si sarebbe trovato qualche indizio sulla sorte di Hayate, utile per ricostruire i suoi ultimi spostamenti, consci di quanto la perfida Manpeiko aveva rivelato al nuovo Mizukage, Yuzora Kyomei. Era giunto quindi il momento di tirare le somme mentre, dall’altra parte dell’Oceano, una delle squadre investigative segnalava il possibile avvistamento di “demoni neri come la pece”, le cui descrizioni ricordavano terribilmente gli stessi abomini che li avevano attaccati tre anni prima. Posizione Ignota, da qualche parte nelle Isole Orientali Una corsa forsennata, il ritmo scandito dal respiro affannoso della donna, dalla sua andatura leggermente claudicante, mentre lasciava dietro di sé orme profonde nella sabbia, insieme ad una scia di macchie scure a fare da strascico al suo passaggio. L'assenza di luce impediva di scorgere la vera natura di quelle chiazze che macchiavano la rena, ma era abbastanza lapalissiano che si trattasse di sangue: sangue colava lungo il fianco destro della donna, da una ferita al fianco che rendeva difficoltoso il suo incedere; sangue imbrattava il viso di Kenshin Minami, Anbu della Nebbia, lì dove la maschera di porcellana si era rotta, rivelando un occhio dalla iride cristallina, reso torbido da una paura viscerale. Ad ogni Anbu veniva insegnato a non avere paura, nell’adempimento del proprio dovere, perché la paura altro non era che un'inutile zavorra, utile solamente ad appesantire la mano che impugna il coltello. Per quelli di Kiri, poi, la paura veniva estirpata quando ancora si era in fasce: perché non deve essere la Nebbia ad avere paura, deve essere lei ad incutere terrore... Ma lì, adesso, dopo quanto aveva assistito, quell'emozione strisciante e subdola aveva preso possesso del suo cuore, regredendola ad una spaurita scolaretta, non più la spietata assassina per cui era stata addestrata. Volse lo sguardo alle sue spalle, quasi a volersi sincerare di aver seminato il suo inseguitore, ma il riverbero di una luce lontana le riportò alla mente la tragica fine che avevano subito gli altri membri della sua squadra, rendendo ancora più opprimente la morsa che le asserragliava il petto. Lei era l’unica, della sua squadra, ad esser sopravvissuta a quella mattanza, l’unica in grado di poter dire cosa aveva visto su quella dannata isola. Non poteva quindi permettersi il lusso di lasciarsi andare, di render vano il sacrificio di quei figli della Nebbia che, come lei, aveva sudato sangue per fornire tutte le informazioni utili per proteggere la patria: doveva raggiungere il mezzo con il quale erano approdati su quell'isola, fare rapporto, concludere la sua missione. Perché Kiri DOVEVA SAPERE quel che stava succedendo, in quel posto dimenticato dai Kami. Un ultimo sforzo e, con uno sprint finale, intravide finalmente la sua ancora di salvezza: sul pelo dell'acqua galleggiava una piccola figura tondeggiante la quale, con la mera luce rilasciata dal cielo stellato, appariva simile ad uno scoglio affiorante o al carapace di una grossa tartaruga. Si trattava di un prototipo, un piccolo sottomarino capiente abbastanza per farci stare un paio di persone: un conducente ed un esploratore, il quale, sinceratosi della sicurezza dello sbarco, richiamava tramite sigillo del richiamo il resto della squadra, lasciato indietro. Era così che l'Unità Investigativa di cui faceva parte si era spostata nell'Arcipelago. Un sistema che ritenevano sicuro, data l'incapacità di percepire il chakra, da parte di chi stavano spiando... O almeno così avevano supposto. Il portellone d'accesso si aprì verso l'alto, la testa dell'Anbu rimasto al suo interno a fare rapido capolino, a voler capire cosa stesse succedendo. Si, visto in quella maniera, sembrava proprio una vecchia testuggine che aveva appena tirato fuori il collo dal suo guscio. - 占い師 uranaishi, ma cosa... - Non fece in tempo a domandare, che le acque intorno al piccolo mezzo sottomarino si agitarono, innalzandosi verso l'alto. Minami inchiodò, fermando la sua corsa, assistendo, con orrore, ad una scena che fino a poco prima aveva visto ripetersi per ogni suo singolo compagno: fibre nere uscire da sotto i loro piedi, ingrossarsi ed intrecciarsi tra loro fino a comporre una macabra raffigurazione di quella che ricordava le fauci di una bestia enorme le quali, come una tagliola, avevano tranciato e divorato tutto quello che avevano trovato nel loro morso. Stessa sorte toccò allo scafo e all'Anbu al suo interno: divorati, in un solo boccone, da quello che sembrava un ammasso fibroso che, nell'uscire dall'acqua, ricordava le fauci di un enorme pescecane. - No... - Sillabò appena, a fior di labbra, ma tanto bastò per toglierle ogni comando sul suo corpo e lì capì di esser spacciata, ancor prima di sentire la voce stridula e gracidante di quella Bestia. - Shishishishi. Croccante, quel vostro guscio di noce. E che morbido ripieno aveva al suo interno. Sfizioso come un cioccolatino al liquore a fine pasto. - Pronunciarono le fauci della Bestia la quale, ancora masticante, si inabissò, sparendo alla vista. Minami, però, sapeva perfettamente che lei sarebbe stata la prossima a venir divorata: sarebbe sbucato dalla sabbia alle sue spalle e l'avrebbe dilaniata, strappata a pezzi, morso dopo morso, partendo proprio da dove l’aveva assaggiata, quasi a volerne valutare il grado di cottura... - くそ kuso, che fastidioso che sei. Fai sempre troppo baccano. - Pronunciò qualcuno alle spalle della donna: una voce pacata, monotona, di cui l’Anbu non riconobbe il proprietario, se non l’accento marcato, identico a quello della Bestia e del suo. Chiunque li aveva assaliti era loro compatriota. Percepì un certo fastidio, nelle parole del nuovo arrivato, di cui le era difficile riuscire a vedere la figura: immobilizzata sul posto da una forza misteriosa, a stento riusciva a vederlo con la coda dell’occhio, intravedendo a mala pena l’arma che brandiva con tanta disinvoltura, ma che riconobbe immediatamente per foggia e fama. - - Oh, andiamo! Perché devi essere il solito muso appeso? Non vedi quanto è divertente spaventarli a morte, far salire l'adrenalina nel loro sangue, far ribollire il loro chakra... Ah! Diventano così appetitosi... - Qualcosa di viscido la leccò sul lato scoperto del viso, una carezza ruvida e pruriginosa. Quel contatto le tolse il respiro, un brivido gelido a percorrerla da capo a piedi mentre sentiva le forze venir risucchiate proprio da quel fugace contatto. - Possibile che tu non l'abbia ancora capito? IO. ESIGO. SILENZIO. Quante volte devo ripetertelo, stupido バカ baka. - Il colpo sopraggiunse direttamente dal suo punto cieco, impossibile, nel suo stato attuale, da evitare: la lama si mosse fulminea, il colpo inferto col piatto della bizzarra lama proprio dietro la nuca. Fu in quel momento, quando l’acciaio della lama incontrò la carne morbida dietro il collo, che la carta bomba posta su di essa detonò, facendo esplodere la testa di Minami in un boato assordante. Una nube di fumo acre e denso avvolse il corpo della donna che cadde al suolo, esanime, dalle spalle in su completamente martoriata dall'esplosione, i resti carbonizzati di quelli che erano la sua testa sparsi, fumanti, lungo la battigia. - Che guasta feste che sei! Perché l'hai colpita in quel modo? Se la colpivi col filo magari l'avresti decapitata e sai che bel home run ne sarebbe uscito fuori? - Gracidò la Bestia, mentre riceveva in faccia un nuovo fendente, con annessa detonazione. - Questo è l'unico suono che esigo sentire, stupida capra ignorante. - E mentre le risate sguaiate della Bestia si univano al suono rombante delle esplosioni, in una macabra orchestra cacofonica, il corpo di quella che un tempo era una cartomante venne lasciato a se stesso, dimenticato, lasciato bruciare lì dove la detonazione della bomba aveva fatto maggiori danni. Il cremisi liquido vitale continuava a sgorgare lento dalla ferita al fianco, creando sotto di sé un piccolo ristagno, che venne assorbito dalla sabbia e dalle carte che erano sfuggite dai suoi abiti, con la caduta a terra del corpo inerme. Il tarocco numero tredici era rovesciato sul dorso, la figura della Morte a tingersi del sangue della sua proprietaria. CITAZIONE Ordunque, ci siamo. Finalmente possiamo iniziare questa epopea che abbiamo tanto a lungo rimandato. Come potete leggere da questo primo post, nella parte iniziale riguardante Kiri vi è un riassunto riguardante le informazioni raccolte dalle unità investigative nel corso dei “tre anni” passati. Gli eventi fanno riferimento alla missione 1S - VIII La Giustizia e al mini evento che ne è seguito, Vento di sciagura, il quale però non ha trovato particolare riscontro ed è tragicamente naufragato sul nascere. Riguardo la sua conclusione, quindi, considerate come canonico quanto riportato in post, ovvero che c’è stato uno scontro cruento nel quale si è riusciti a tenere malamente testa alle forze avversarie e che, durante lo scontro, si è riuscito a catturare alcuni di questi esemplari dai quali, grazie a questi tre anni, Kiri è riuscita ad estrapolare il siero che permette di innestare le Fibre Nere, come si fa riferimento nelle Origini del clan stesso, oltre ad estorcere poche informazioni sulla figura del Tossico e dell’Ingordo. Lascio quindi il prossimo post in mano al Mizukage, in modo che possa delineare le motivazioni dietro una convocazione di tale portata e possa dare modo a Kazuku Mizuguchi di fornire le informazioni raccolte nel corso del suo addestramento, le quali saranno, per esigenze di tempistiche, come se queste fossero già state apprese dal Mizukage e dal Tessitore (solo per questa volta). A seguire, in base alle direttive che detterà il Mizukage riguardo “l’ambientazione” dell’incontro, potranno postare il resto dei partecipanti che hanno mostrato il loro interesse nel voler partecipare QUI (ovviamente ricordatevi del buon Hideyoshi) Comunque sia accordatevi sulle dinamiche di incontro nella chat whatsapp che abbiamo creato appositamente per l’evento, se dovesse servire. Riguardo le info fornite da Manpeiko, anche queste sono state concordate in maniera pregressa. Non ricordo se siano state giocate, nel caso linkale nel tuo post o sfrutta l’occasione per tirarle in ballo in questa giocata. Riguardo, invece, le informazioni inerenti l’Arcipelago, se richieste, le posterò appositamente facendole riferire dal Capo Anbu, che muoverò esclusivamente per quell’occasione. Per questa prima parte possono prendere tranquillamente parte tutti i partecipanti, MA appena si aprono ufficialmente i due rami di missione (perché è da pazzi masterare una sola missione per 8 giocatori) potranno postare solo chi ha la scheda aggiornata, quindi rimboccatevi le maniche, nel caso non l'aveste fatto e, se nel caso vi manca qualcosa da farvi convalidare, tartassate chi di dovere. Penso di aver detto tutto, nel caso di dubbi sapete chi contattare. Detto questo, buon divertimento! Edited by ArdynIzunia - 28/7/2022, 00:16 |