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| La genjutsu della piccola Yamanaka, a giudicare dalla reazione del compagno, era andata senza troppi problemi a segno e tutto procedeva secondo come pianificato dalla kunoichi. Shiho aveva preso in mano la situazione, aveva tutto sotto controllo, forse addirittura tutti e ora, sempre a metà strada fra i due shinobi, fissava impassibile e quasi totalmente inespressiva il ninja della Nuvola, in attesa di una sua risposta. Era lui il secondo problema che doveva fronteggiare in quella delicata situazione, nonostante ogni tanto, con la coda dell'occhio, Shiho non perdeva di vista i movimenti del compagno. Lui era sicuramente stato fino a quel momento il problema più grande e a giudicare da quanto aveva dimostrato fino a quel momento, sicuramente non avrebbe accettato il suo invito a cuor leggero o senza piantare su una delle sue solite scenate. Ogni muscolo della kunoichi era teso, pronto a scattare, i suoi occhi smeraldini fissi, così come le sue palpebre, che si socchiusero leggermente nel momento in cui, anche se un po' spiazzato, lo shinobi della Nuvola rispose dicendo che non si sarebbe arreso e non avrebbe lasciato quella spiagga. Gli occhioni della Yamanaka si chiusero per un istante mentre un respiro profondo si fece spazio fra le sue sottili labbra, scocciato quanto di rassegnazione. Senza aggiungere una parola la kunoichi portò la mano sulla fedele Ryu no Wakizashi, carezzandone le perle che ornavo l'impugnatura come suo solito, quando improvvisamente tutto intorno a lei divenne luce, un profondo bianco abbagliante! Istintivamente Shiho si ritrovò quasi avvinghiata alla sua wakizashi, le dita di entrambe le mani serrate, tutto il corpo disteso come se le fosse stato gettato addosso un secchio di acqua ghiacciata, le palpebre incollate fra loro a voler difendere la sua vista da quell'inaspettato flash, che dopo alcuni lunghissimi secondi scomparve nel nulla, rivelando uno scenario a dir poco inverosimile. La piccola Yamanaka si ritrovò di colpo su di una morbida distesa d'erba, ci volle solo qualche secondo al suo ginocchio, piegato al suolo come in un inchino, a rendersi conto che non si trovava più su quella maleodorante spiaggia, l'aria era di nuovo pulita, fresca, una leggera brezza le agitava la ciocca di capelli che era rimasta orfana della sua coda: doveva per forza essere stata teletrasportata in un luogo differente da quello nel quale si trovava. Una mano si mosse istintiva a stropicciarsi gli occhi, mentre con un leggero brivido il suo corpo sembrò quasi volersi riprendere da quel veloce quanto faticoso viaggio. Riaprì gli occhi, lentamente, guardando inespressiva quanto sbigottita le facce degli shinobi che si trovavano intorno a lei. Poi lo vide, chiarendo tutti i suoi dubbi, realizzando immediatamente dove si trovava, cominciando a riconoscere piano piano il luogo in cui era stata poco tempo prima: il Paese delle Cascate. Quel tempio era li, di fronte a lei, alle spalle di alcuni di quei volti sconosciuti che si trovava in quel luogo, impassibile, imponente...(Ancora quel tempio... Di nuovo quel Dio...) |Dannazione! Proprio questo momento doveva scegliere per chiamarci tutti a raccolta! Dopo tutta la fatica che abbiamo fatto con quel molluscone! Questo non è divertente, per niente!| (I prescelti... Sono dunque loro i dodici ai quali è toccato il nostro destino, la nostra stessa croce...) |Ci vorranno degli anni per tornare su quella spiaggia! E' stato tutto inutile!| (Calmati un attimo! Lasciami il tempo di pensare, di capire...) Assorta nei suoi pensieri insieme a Kumiko, Shiho fissava senza battere ciglio il tempio che tanto aveva disturbato i suoi sonni, la sua vita, quando improvvisamente, una voce più o meno conosciuta, una voce che sembrava quasi provenire da un passato prossima a volerla riportare alla realtà, interruppe le sue riflessioni, accompagnata da due robuste mani che le cinsero con violenza le spalle scuotendola per intero. Non ascoltò le sue parole, non cercò di liberarsi, si limitò solamente a sgranare gli occhi nel fissarlo, incredula. Più passavano i minuti e più tutta quella situazione sembrava un gigantesco e reale sogno. Troppo realtà si stavano mischiando in quel momento, compagni di Konoha sconosciuti, altri conosciuti di vista all'accademia, luoghi che facevano parte del suo passato, quel tempio che era apparso dal nulla a turbare i suoi pensieri, il taglialegna che stava fronteggiando pochi attimi prima di essere catapultata in quell'incubo... Tanti volti, tanti eventi, troppi ricordi, nessuno, o quasi, correlato con l'atro, tutti mischiati la in quel luogo, proprio come accade nei sogni, un miscuglio della sua vita che ora vorticava nella sua testa senza trovare un senso, un ordine, un'ubicazione, capace solo di regalare alla piccola kunoichi una forte fitta all'altezza delle tempie. Shiho si lasciò andare all'enorme caos che ora regnava nella sua testa, ogni suo muscolo di distese, quasi abbandonato da ogni forza come il suo cervello da ogni pensiero, quando improvvisamente i tredici globi che dominavano l'immenso portone del tempio presero a brillare. Fu in quel momento che la vide, fu nell'attimo in cui le porte presero ad aprirsi con quel minaccioso cigolio che la riconobbe, lei, quell'eterea messaggera, lei, quell'angelo di porcellana, quell'abbraccio capace di regalarle emozioni fino a quel momento mai provate. Shiho la fissò, quasi disinteressandosi per un momento dell'evento che in quel momento stava attirando le attenzioni di tutti i presenti, il suo cuore si infiammò, ma di nuovo non di rabbia, ma dello calore che aveva provato durante la sua seconda visione. Con gli occhi fissi, completamente catturati da quella visione, Shiho portò flemmatica una mano a stringere il marchio ricevuto in quell'occasione, quando nuovamente, anche se questa volta da una voce ben diversa da quelle sentite finora, le tenebre che regnavano all'interno del tempio la portarono di nuovo con i piedi per terra, alla realtà, sempre ammesso che quella che aveva davanti lo fosse. Si stava congratulando con lei, con quell'angelo etereo, una voce antica, profonda, immensa. Tutto quindi tacque. Lo spettro quindi si inchinò, rispettoso quanto servizievole, e così quell'antico sussurro si presentò con il nome di Watashi, chiedendo ai presenti, ai suoi prescelti, di esporre i desideri che aveva promesso loro.|Quasi mi ero scordato di lui... Ma a quanto pare la situazione non è peggiorata, ma migliorata... Forse abbiamo perso la possibilità di firmare il nostro contratto con quei molluschi, ma la sua domanda ci apre scenari sicuramente molto più interessanti! Ahahah Ora si che mi sto divertendo di nuovo! Ahahah Chi l'avrebbe mai detto! Ahahah| (Akane... Io ho tradito la sua fiducia... Le avevo promesso che non mi sarei recata in luogo... Non senza avvertirla...) |Smettila con questi pensieri stupidi! Non siamo mica venute qui di nostra volontà o con le nostre gambe! Non è colpa nostra... Peeerò, visto che ci troviamo qui, possiamo sempre approfittarne! Ahahah| (Non tradirò la fiducia che la mia Hokage ha riposto in me... Non dico che la proposta di questo Watashi, sempre che sia veritiera, non mi alletti, anzi... Ma io ho messo me stessa al servizio di Konoha e questo viene prima dei miei stessi desideri...) |Oggi è proprio una giornata da dimenticare! Ma che avete in testa voi umani? Ma che ti prende?! Prima perdiamo la possibilità di firmare un contratto quando tutto era a nostro favore, ora ti ci metti con i tuoi ideali quando ci viene offerto... Ci viene offerta qualsiasi cosa! Svegliati! Puoi benissimo usare il tuo desiderio per ottenere un potere con il quale difendere poi Konoha! Io nn vi capisco proprio! Voi umani e i vostri sentimenti! Fai un po' come desideri, ma poi non lamentarti con me! Pfffff| Mentre le parole di Akane tornavano a carezzare le sua mente, piano piano i presenti cominciarono a esprimere i loro desideri, chi di potere, chi di pace, chi di sottomissione, tutte parole che però Shiho non poté udire, troppo persa in una lotta interna senza fine. Così come le parole della sua Kage rapivano con gentilezza il suo cuore, allo stesso modo quelle di Kumiko tentavano con violenza la sua mente... Tutto vorticava nella sua testa, i suoi occhi si erano ormai spenti da tempo, persi nel vuoto di quel tempio, ogni sorta di potere si figurava autonomamente nella sua testa, fronteggiato dai moniti delle spadaccina di Kiri che aveva conosciuto a Suna e dal discorso, pubblico e privato, di Akane. Le stesse mura di Konoha cercavano di barricarsi intorno al suo cuore per riportarlo alla sua mente, mentre quest'ultima veniva tentata dall'abbraccio caldo di quella messaggera di porcellana, dalla sete di potere, di primeggiare che sempre aveva dominato ogni suo impresa, sfamato il suo cuore dopo ogni successo. Per lunghi minuti, mentre tutti intorno a lei rispondeva a quella richiesta, Shiho rimase la imbambolata, come in trance, lei, sempre sicura e risoluta, ora non riusciva a spiaccicare nemmeno una parola, schiacciata dal peso della sua mente, della sua lotta interiore. Ma qual'era veramente il bene in questa lotta? E quale il male? Tradire Konoha, i propri ideali per se stessi o se stessi per quest'ultimi, per Konoha? Mille volti presero a passare nella sua mente, veloci, affettuosi, dal padre ai fratelli, dai maestri dell'accademia alle sue sensei più recenti, da quelli dei nonni a quello... Sconosciuto di sua madre... Riportarla in vita? Era questo che voleva? Ma perché? Se i Kami gliel'avevano tolta, se aveva scelto questa strada per lei, se aveva scelto questo per il suo bene, perché lei doveva cambiare tutto? Il potere? I grandi Kami anche in questo avevano dimostrato di essere, col tempo, coscienti delle sue volontà, addirittura donandole una di loro, Kumiko, per accompagnare i suoi passi e dissetare la sua sete di conoscenza... Ma se tutto ciò era abbastanza, allora perché quella domanda continuava a tentarla così profondamente? Dopotutto anche questo Watashi si era presentato come un Kami... Ancora in silenzio, ancora persa, Shiho estrasse lentamente tre bastoncini di incenso dalla tasca latelare del suo pantalone, per poi lasciare che le loro estremità inferiori si conficcassero dolcemente nel morbido terreno e accenderli. Quindi cercò di rilassare il più possibile la sua mente, distendere i muscoli, lasciarsi andare, abbandonarsi in quello che aveva sempre creduto, quei Kami ai quali i nonni le avevano insegnato a pregare. Col levarsi di quelle tre colonnine di fumo verso il cielo la sua mente cominciò ad aprirsi, Shiho cominciò a tornare in se, a tranquillizzarsi, non vi era più sete di potere, così come non vi erano più le parole di Akane, il sorriso di sua madre, le tentazioni di Kumiko, quindi tornò a fissare quell'oscurità, di nuovo decisa.-Io ho molti desideri, così come non ne ho nessuno, vorrei conoscere mia madre, così come vorrei padroneggiare meglio di chiunque altro le arti illusorie o la paura stessa, vorrei essere fedele al mio villaggio, come per tutta la vita mi hanno insegnato a fare, così come vorrei tradirlo per poterlo difendere meglio di chiunque altro... Ho sempre affidato la mia vita ai Kami, mi son sempre fidata di loro, delle scelte che hanno fatto per me... Ed per questo che io non posso rispondere a questa domanda... Ora vorrei tornare da dove sono venuta se è possibile...-
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