Spedizione S - Noe Kaua, Nebbia di Guerra, per Griever, Nimal e Vale92ba

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Vale93ba
view post Posted on 22/4/2024, 19:46 by: Vale93ba     +1   +1   -1
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Continua da [X]

Grazie all'intervento degli shinobi, l'isola aveva potuto essere finalmente liberata dalla presenza dei soldati dell'impero. Non riuscirono, però, a trovare più traccia della misteriosa donna dalla lunga chioma bionda, mentre l'unica fonte sicura di informazioni, rappresentata da Akihiro, era andata irrimediabilmente persa con il suo suicidio.
Kinji non ne fece un dramma, ne tantomeno addossò alcuna colpa al giovane genin che si era opposto alla furia del medico; apprese degli eventi in maniera piuttosto distaccata e si limitò a riportare la situazione sotto controllo ridando la struttura alla compagnia delle isole orientali e portando con se tutto il possibile tra armi e documenti.
Provò invece un pizzico di delusione nell'apprendere dallo Hyuga che, una volta tornato dal suo fido compagno canino, questo era rimasto da solo ad attendere il ritorno del padrone e che Kengo aveva deciso di allontanarsi da tutto e tutti. Una decisione che non condivideva appieno, ma che senza dubbio poteva comprendere. D'altro canto lo aveva messo in conto quando aveva messo il biondo davanti alla decisione di andare con loro e rischiare di venire ancora braccato, oppure scomparire e cercare di andare avanti con la propria vita.
L'equipaggio della nave fu ben lieto di accogliere i due nuovi membri per la traversata e nel giro di un'ora circa, ammainate le vele e levata l'ancora, furono in moto per tornare verso il più familiare Continente e l'isola che li aveva ospitati venne lentamente inghiottita dall'orizzonte sconfinato.
Il più grande aveva portato con se tutto ciò su cui aveva potuto allungare le mani tra documenti, ricerche condotte sull'isola e sopratutto sui peculiari armamenti che avevano utilizzato contro di loro.
Nessuno sul Continente aveva mai visto qualcosa di simile prima d'ora, ma sicuramente qualcuno nella ben più familiare Konoha avrebbe saputo come carpire i segreti delle armi a base di polvere da sparo.
Ben presto il sole calò e al suo posto fece capolino un cielo stellato che potè ammirare per tutta la durata della notte in quanto il meteo sembrava essere diventato improvvisamente clemente. Pensieri e turbamenti però non rendevano possibile un riposo decente e più volte il Vermiglio sentì il bisogno di tornare sul ponte della nave per accendere il kiseru, ormai diventato fonte inconscia di calma per lo spirito stanco del jonin.


Akatsuki, o quello che ne rimane, sempre più ambigua nei modi e nei metodi, una fragile alleanza tra i grandi paesi basata su semplici ipotesi e per di più Konoha ancora in una fase molto precaria per via dei repentini cambiamenti.

La tempesta della guerra stava per giungere ancora una volta alle porte del Continente e nessuno avrebbe potuto tirarsi indietro.

[Diversi giorni dopo]



In groppa alla fida Yugure, l'Uchiha era diretto verso la periferia del Paese del Fuoco con una meta ben precisa in mente.

- Pensi che questa persona sia in grado di darci una mano?

- Ne sono piuttosto sicuro.

Nonostante la titubanza sulla presunta sicurezza del suo eremita, il falco pellegrino proseguì con la planata fino a discendere a terra e lasciare che Kinji rimettesse piede davanti ad una bottega fatiscente, isolata rispetto a qualsiasi centro cittadino.
Sull'insegna una scritta non troppo vistosa con scritto semplicemente "Tsumugi".
Il Vermiglio sorrise dandosi un'occhiata intorno e prendendosi qualche secondo prima di entrare.


- Quanto tempo è passato... eppure questo posto è sempre identico ogni volta che lo rivedo.

Yugure schioccò il becco per attirare l'attenzione.

- Vedi di non farmi aspettare troppo qua fuori... sarò nei paraggi nel caso in cui succeda la stessa cosa dell'ultima volta.

Gli riferì prima di riprendere quota con le ali ed allontanarsi per sorvolare la zona.
Kinji dunque proseguì con passo tranquillo all'interno della bottega; non appena varcò la soglia del negozio, l'Uchiha scatenò il suono di un campanellino per attirare l'attenzione del gestore che pareva non essere dietro il bancone principale.
C'erano armi di ogni genere appese alle pareti, impilate nelle apposite rastrelliere e persino esposte dietro lo stesso bancone.
Katane, kusari gama, spadoni e anche armi esotiche e armature di chissà quali origini, per non parlare delle armi da lancio e di tutta l'oggettistica riposta apparentemente a caso sugli scaffali.


- Arrivo, arrivo...

Fece capolino una voce da dietro lo sgabuzzino posteriore, per poi lasciare posto alla figura di un uomo piuttosto robusto nonostante non più nel fiore degli anni. Mani abituate al lavoro pesante e pelle scura di chi aveva a che fare con il fuoco da una vita, coperto da una veste da lavoro tipica dei fabbri.
Il Vermiglio non pronunciò parola, gustandosi la sorpresa negli occhi dell'interlocutore.


- Che mi venga un colpo.. Kinji Uchiha!

- Tsumugi, vecchio mio, ne è passato di t-

Non fece in tempo a terminare la frase che l'uomo, dall'alto dei suoi due metri e passa di altezza, lo strinse in un morsa infernale da cui non sarebbe potuto scappare, comunemente detta abbraccio, scoppiando in una grassa risata.

- Ragazzo mio, è sempre un piacere rivederti!

- Capisco l'entusiasmo, ma quasi non respiro...

Disse con un filo di voce, facendo si che il fabbro sciogliesse la presa.

- Ma guardati, sei cresciuto parecchio dall'ultima volta che ti ho visto.

- Tu invece non sei cambiato per niente, a parte qualche capello bianco. Ti ricordi la prima volta che ci siamo conosciuti?

- Certo che si, stavano cercando di derubarmi proprio nel mio negozio e tu ti sei gettato a capofitto a darmi una mano senza nemmeno aprire bocca... gliele abbiamo suonate per bene quel giorno!

I due scoppiarono a ridere all'unisono intanto che da dietro il bancone comparve una bimba con in mano un aggeggio di legno.

- Guarda papà, ho creato l'arma più potente del negozio!

Disse mostrando orgogliosa quella che, guardandola meglio, sembrava una balestra giocattolo di legno. L'uomo si abbassò sulle ginocchia per arrivare a guardare la piccola negli occhi, per poi farle una carezza sul capo

- Ma che brava che sei tesoro mio, tra un po' riuscirai persino ad aiutare papà con il negozio, vero? Adesso torna di la che io e il signore finiamo di parlare di un progetto top secret. Ti raggiungo subito.

La bimba annuì e si allontanò tutta soddisfatta.

- Allora qualcosa E' cambiato dopotutto. Sembra proprio che presto ti farà le scarpe se non stai al passo.

- Devo tenerla sempre d'occhio, altrimenti si metterebbe a maneggiare la armi tutto il giorno. Ma immagino che non ti sei preso la briga di passare da qui solo per farmi una visita di cortesia, o sbaglio?

- A te non si può nascondere niente, Tsumugi.

Gli rispose tirando fuori l'arma presa dai soldati del Continente e porgendola sul bancone. Una scintilla di curiosità e bramosia sembrò accendersi nello sguardo dell'armaiolo, il quale la prese con entrambe le mani per cominciare a carpirne il funzionamento.

- Mh... un'arma insolita. Dove l'hai presa?

- Sicuramente avrai sentito anche tu delle voci su ciò che sta accadendo oltre i confini del mare ad est. Questa proviene da li, da coloro che temo che ben presto saranno i nostri nemici nel prossimo scontro.

L'uomo cominciò a tastare, aprire e scombinare alcune piccole parti, fino a che non toccò con indice e pollice una delle zone interne dell'arma per portare successivamente le dita alla bocca.

- Polvere da sparo... roba seria. Ho sentito che alcuni individui sono in grado di utilizzarla per creare esplosioni in modo simile a come fanno coloro che usano il bakuton. Interessante. Cosa vuoi che faccia?

- Studiane il funzionamento, i punti di forza e le debolezze principali in modo che possa sapere come contrastarle nel modo più efficiente in battaglia. Ne ho visti altri tipi con una gittata e precisione ben più lunga di questo modello, ma purtroppo non sono riuscito a reperirli.

Allungò poi una borsetta di monete e la posò sul bancone.

- Ovviamente il disturbo sarà lautamente ricompensato, visto che sei il migliore che conosca per quanto riguarda armi e tutto ciò che può nuocere dolorosamente alla salute.

L'uomo afferrò il borsello solo in un primo momento, per poi aprirlo e prendere solo una manciata delle monete; dopo di che lo richiuse e lo passò all'Uchiha.

- Queste basteranno... consideralo un prezzo di favore. E poi non capita tutti i giorni di ricevere una commissione su qualcosa di così esclusivo. Torna tra un paio di giorni e ti dirò tutto quello che ho scoperto; chissà che non la possa persino migliorare... sarà l'arma segreta del famoso Demone Vermiglio.

L'Uchiha riprese la sacchetta ringraziando il compagno per la disponibilità, per poi congedarsi con un altro caloroso saluto prima di lasciare la bottega.

[Una settimana dopo]



Kinji si trovava nella comodità della propria abitazione, intento a godersi del thè dopo un breve allenamento per mantenersi attivo durante l'attesa.
Una attesa che lo stesso Hokage gli aveva imposto prima di essere convocato per qualcosa che bolliva in pentola da parecchio tempo e che lo aveva visto partecipe in prima persona dopo l'ultimo summit a Kumo.
Difficile dire come i Paesi avessero deciso di muoversi dopo aver ascoltato opinioni differenti attorno a quel tavolo, ma tutte concordanti sul fatto che bisognava agire e, soprattutto, reagire.
La ricerca di Tsumugi inoltre aveva dato i suoi frutti in quanto aveva capito quali erano i meccanismi interni dell'arma da fuoco e come potesse essere ricreato in diversi modi, sebbene lo stesso fabbro si era limitato a spiegare il tutto in linea puramente teorica e si era preso il tempo per continuare con studi più approfonditi dopo aver riconsegnato l'oggetto estraneo al suo nuovo proprietario.
La Foglia sarebbe stata ben presto in possesso di informazioni molto più importanti e non era da tralasciare che, con tutto il materiale riportato dallo stesso Vermiglio dopo l'ultima spedizione nelle isole, anche nel villaggio stesso si fossero fatti progressi sullo studio delle armi nemiche.
Meglio avere più pareri autorevoli, aveva pensato.
Pensieri e preoccupazioni si fondevano in quello strano stato d'animo che era il sapere di essere in procinto di partire nuovamente per terre sconosciute; ancora una volta, una missione dal rischio incalcolabile in caso di fallimento.
Fu proprio dopo che il jonin ebbe finito il sorso di liquido verdastro che lo reclamarono bussando alla porta, lasciandogli una lettera con un sigillo ufficiale che lasciava presagire che l'attesa fosse terminata.
 
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