25 Gennaio 253 DN ore 07:00 - Casa di HarukaHaruka di buon mattino era solita andare a meditare nel piccolo giardino sul retro di casa. Nella testa le passarono tutti i momenti felici vissuti insieme alla sua dolce e cara "nonna Momo", insieme anche al momento che distrusse la loro pacifica convivenza e che indubbiamente le aveva segnato la vita: la scoperta di essere un Uchiha.
Terminata la sua meditazione impostagli dal suo tutore, Heiji, proseguì in una sorta di dojo costruitosi da sola, anche grazie all'aiuto di Suki, la quale aiutò la ragazza comprandole tutto il necessario per terminare il lavoro. Un lavoro maniacale e meticoloso che diede i suoi frutti, visto che questi, rimesso totalmente a nuovo, sembrava un "bronzo" quando illuminato dai raggi del sole che si andava a spegnere tra i vicoli e le stradine di Konoha, risplendeva ed illuminava anche i cortili delle case circostanti. Al suo interno, assi di mogano costantemente lucidate facevano da pavimento ad un piedistallo creato ad arte, da un falegname del posto, un certo Hirotaro, curato nei minimi dettagli,sulla cui base vi erano intagliate scene di vita quotidiane all'interno del villaggio. Su di esso posava la spada di legno che il maestro Hattori le aveva regalato per fare pratica. La voglia di Haruka di proseguire i suoi studi ed il suo addestramento con Hattori erano rimasti immutati nonostante le varie vicissitudini che avevano colpito lei e la sua famiglia, ma questi era da un bel po' che aveva la sua bottega chiusa e nessuno era più in grado di trovarlo. Contemplando l'opera d'arte del maestro Hattori udì una voce provenire dall' esterno:
"Haruka-san ho bisogno di parlarti!"Riconobbe la profonda voce di Heiji che quasi aveva sfumature intimidatorie, a volte. Mettendo la testa fuori dalla porta del dojo improvvisato rispose:
"Heiji-san hai bisogno di qualcosa?" Heiji non era mai stato bravo con le parole e con voce quasi tremolante rispose:
"Volevo complimentarmi per tutti i tuoi progressi e per la tua dedizione Haruka-san."In lontananza, c'era Suki che guardando la scena divertita strizzò l'occhio ad Haruka, la quale sorridendo rispose,ad un imbarazzatissimo Heiji:
"Grazie a te Heiji-san, senza i tuoi insegnamenti non sarei dove sono ora."Il tutto terminò con un sorriso da parte di entrambi, prima che Heiji uscì di casa, baciando sulla fronte la sua adorata moglie Suki, per un' importante missione.
Ore 16:00 - Casa di HarukaA quell'ora Haruka iniziò ad incamminarsi verso la residenza dell'Hokage, non sapendo minimamente cosa l'aspettasse. Era visibilmente emozionata e ciò si rifletteva sul passo veloce che stava tenendo per le vie del villaggio. Tra la grandissima emozione però, si faceva largo anche un grosso senso d'inquietudine, dovuto al fatto che, con i tempi che correvano, sarebbe potuta incappare in qualche grosso guaio, nonostante si trattasse di una missione di basso livello, vista la poca esperienza sul campo.
Ore 17:00 - Residenza dell'HokageGiunta a destinazione, fu accolta da un chunin che la portò al suo interno. Quel senso di maestosità e fascino che la residenza dava era letteralmente strozzato dalla cupidigia che avvolgeva tutto il villaggio di Konoha. Quei corridoi che una volta brulicavano di shinobi, erano quasi vuoti destando in chi li attraversasse un senso d'inquietudine, la stessa che provò Haruka. Si fermarono davanti ad una porta, ed una volta ricevuto il permesso di entrare, Haruka vide come una luce che rischiarava il grigiore dei corridoi; era una jonin che trasmetteva un senso di familiarità e di accoglienza, a dispetto del clima teso che c'era da quelle parti.
Quel breve discorso, sembrava più un messaggio criptato anzichè un briefing pre-missione.Le uniche sillabe che Haruka riuscì a proferire furono:
"Hai!"E dopo un cenno d'intesa con la sua interlocutrice lasciò la stanza e fu accompagnata nuovamente fuori dal chunin.
D'altro canto Haruka aveva a disposizione la corrispondenza tra Konoha e gli abitanti di questo piccolo villaggio di provincia. Le quali avevano suscitato un grosso interesse nella giovane ad intraprendere questa missione, soprattutto quella che recitava:
CITAZIONE
"...a nulla sono serviti i valenti sforzi delle nostre guardie e volontari, poichè i criminali sono tanto accorti da sembrare fantasmi..."
"Una volta arrivati lì bisognerà capire innanzitutto il livello di preparazione di queste guardie e soprattutto di questi volontari. Questi potrebbero non avere familiarità con arti shinobi, con il preparare trappole, abbassandone il livello d'efficacia, od essere in grado di combattere contro uno shinobi addestrato, nonostante siano in numero maggiore. Le probabili soluzioni potrebbero essere soltanto due: la prima è che effettivamente abbiamo a che fare con ladri esperti, affini alle arti ninja; la seconda,invece, è che data la loro scarsità nella preparazione dei deterrenti questi siano semplicemente alle prese con un animale più furbo di quattro contadinotti improvvisatisi shinobi."
Fu il razionale calcolo di Haruka elaborato nella sua stanza davanti ad una scrivania in subbuglio sul quale vi erano disposti tutti le lettere in ordine cronologico cercando di cogliere il minimo indizio tra le righe; anche una diversa calligrafia, un tratto tremolante di scrittura, una qualsiasi variazione, ma tutto si tramutò in un nulla di fatto. Solo sul campo sarebbe stato possibile effettuare ulteriori rilievi e magari trovare ulteriori indizi per il prosieguo delle indagini.
26 Gennaio 253 DN - Porte della cittàArrivata alle porte della città, Haruka, si recò immediatamente al checkpoint nel quale avrebbe dovuto lasciare i documenti relativi alla missione.
I chunin all'interno della guardiola si limitarono ad osservare la giovane che in un silenzio rotto soltanto dalle voci degli uccelli, diceva:
"Buongiorno, Uchiha Haruka a rapporto!"///GDROFF: Mi scuso per il ritardo!!!/// GDR ON