Nella pioggia, ma senza cantare, Libera tra Egeria (Pg1) e Yolomasterlol

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view post Posted on 6/8/2022, 22:19     +1   -1
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Ame no Kuni, 29 dicembre 252 DN [Al Passato]



”Sentite qua, Mizuguchi-san.”

Il picchiettare monotono della pioggia sulla tela cerata tesa al di sopra delle loro teste prosegue ineluttabile come lo scorrere del tempo. Più invadente della nebbia, forse più tediosa: ne ha tutti gli svantaggi, senza la protezione conferita dalle candide volute fluttuanti.

Si trovano nella tenda che ospita la delegazione di Kirigakure, a pochi metri da un’altra tenda, e da un’altra ancora: nella prima si troverà la loro controparte, niente meno che i fedelissimi del Raikage, mentre nell’ultima… si sta svolgendo ciò che fa salire l’omicidio alla diciottenne.

Jorogumo è seduto sul tavolo, con evidente noncuranza verso le forme più basilari dell’educazione, nonostante il garbo che sta mostrando mentre parla; penzola le gambe corte nel vuoto, facendole dondolare avanti e indietro, come l’agitarsi della coda di un gatto disturbato durante il sonnellino.Si è deciso a rivolgere la parola al Diavolo dopo un tempo interminabile - tempo che include l’interezza del viaggio necessario a raggiungere quel posto tetro e senz’anima.

“Provate a immaginare questo scenario.

Ricevete una soffiata da un collaboratore fidato…”
- così dicendo, abbandona la sua seduta, atterrando con un piccolo balzo sulla terra battuta satura d’acqua; prosegue il suo discorso passeggiando con falcate deliberatamente lente, attorno al tavolo - “venite avvertito che un nemico di terribile potenza procede verso Mizu no Kuni, con intenti malevoli nei confronti di Kirigakure; vi viene offerta la possibilità di impedirne l’avanzata, TUTTAVIA” - e qui solleva un indice in aria, per enfatizzare l’avversativa - “ciò comporta una momentanea collaborazione con individui loschi, per quanto non direttamente ostili verso la nebbia.
Inoltre viene esplicitamente richiesto di astenersi dal coinvolgere ANBU ed informare le alte sfere di quanto stia accadendo, pena la cessazione della collaborazione e, di conseguenza, l’aumento esponenziale del rischio di non avere i mezzi per far fronte alla minaccia in questione.”


Si arresta davanti a lui, coi pugni piantati sui fianchi, scrutandolo attraverso le fessure della maschera di porcellana.

“Come vi muovereste, in un frangente simile, Mizuguchi-san?”







CITAZIONE
Il famoso mini post che ti avevo suggerito di fare non è più necessario, dato che hai già postato al briefing della Missione.
 
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view post Posted on 7/8/2022, 08:35     +1   -1
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Non ho fatto né detto molto sino ad ora, non ne avevo bisogno e non ne ho neanche sentito la necessità. Dopotutto, tutta quella gente per strada, quel vociare e quegli sguardi, mettevano sul piatto abbastanza rumore senza che io contribuissi. Rumore. Non hanno fatto altro a dirla lunga. E' stato più difficile del previsto adattarmi a qualcosa del genere, non ci sono più abituato, forse è per questo che provo un certo senso di fastidio quando sento Jorogumo parlare: è stato in silenzio sino a quel momento, perché ha dovuto rovinare tutto?

Spero in cuor mio che non voglia chiaccherare del più e del meno e che apra bocca con una valida ragione, una speranza che mi conferma poco dopo, tirando a mezzo uno dei pochi argomenti a cui posso essere interessato: cosa fare per Kiri, che compromessi accettare. Rimango seduto, lo osservo in silenzio mentre parla. Inizialmente non capisco neanche se voglia solo che gli dica che ha fatto bene o se vuole sinceramente il mio parere. Circostanza non sufficientemente generica per essere un semplice argomento da salotto. C'è qualcosa di più sotto probabilmente. Complimenti psicopatico in maschera: hai attirato la mia attenzione nonostante la mia insofferenza per rivolgere la parola a te o chiunque altro qui dentro.

Non c'è molto da commentare su uno scenario del genere

La prima risposta che offro, scandisco per bene le parole e le pronuncio lentamente così che possa comprendere che no, non lo dico tanto per dire. Guardo quella maschera vuota e vi oppongo la mia assoluta tranquillità.

Mizu no Kuni è il nostro paese e di esso siamo responsabili. Il mondo è pieno di criminali da mezza tacca che non aspettano altro che di essere uccisi.

Continuo, aprendo lo spazio alle mie conclusioni: chi cazzo se ne frega dell'inutile etica dietro al collaborare con criminali per difendere il proprio paese. Dopotutto, io sono il primo ad averlo fatto e continuare a farlo. I criminali possono rivelarsi ottime pedine alle giuste condizioni.

E' così raro trovare qualcuno di loro con una funzione per noi, che sarebbe uno spreco non usarli per uno scopo più grande

Intramezzo il mio parlato con delle brevi pause, non per effetto retorico ma perché quel brusio di fondo inizia a darmi seriamente fastidio. Suvvia, stai affrontando una discussione interessante, impegnati per esprimere la tua opinione.

In poche parole, userei quei criminali per i miei scopi, ma cercherei di farlo alle mie condizioni...a volte mostrare il bastone oltre che la carota, consente di avere posizioni di vantaggio in collaborazioni occasionali

Sorriso pure sul finale. Mi sforzo di farlo. Non so neanche quanto suoni orrendo o distorto perché non lo faccio da così tanto tempo che potrei tranquillamente averlo ormai dimenticato.

Il villaggio non deve sapere tutto quello che accade durante la missione, ma alla fine. E' irrilevante la questione se avvertire o meno gli Anbu, e se fondamentale per i collaboratori, è qualcosa a cui facilmente potrei rinunciare. Inoltre, a tali individui loschi metterei sul piatto la possibilità di vivere a Mizu no Kuni per motivarli non solo a non essere un problema adesso, ma a non diventarlo neanche in futuro

Dopotutto, che metodo migliore per assicurarsi che dei criminali utili continuino ad esserlo in futuro? Forse ho esagerato, ho messo troppo di mio in questa risposta, ma tutto sommato non mi interessa davvero. Sono semplicemente schietto nel raccontare qualcosa che ho fatto, e che continuerò a fare per il bene del mio paese.

Chi è losco o pericoloso per gli altri paesi non è un problema mio. Siamo shinobi, l'etica del cazzo sul collaborare con gente che in linea di principio dovremmo uccidere a vista lasciamola alle aule accademiche

Concludo tirando le somme e torno a guardare un punto imprecisato innanzi a me, attendendone la replica. Non ho più voglia di parlare, e forse l'ho fatto anche troppo.




 
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view post Posted on 10/8/2022, 22:42     +1   -1
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Ame no Kuni, 29 dicembre 252 DN [Al Passato]



La prima replica la lascia con uno sgradevole senso di sospensione. Non gli ha affatto detto che quella faccenda riguarda proprio lei , tuttavia non potrebbe evitare di avvertire addosso il peso di un eventuale giudizio negativo. Quasi si sta pentendo di avergli posto quella stupida domanda, quando - placido come il laghetto pieno di carpe del giardino del Daimyo - non se ne esce con l'osservazione più improbabile possibile.

Le sfugge una risatina soffocata dalle narici, che da dietro alla maschera si incupisce in un macabro sbuffo intermittente. Cos'è, una battuta? Se voleva fare lo spiritoso, stranamente, crede di aver apprezzato l'umorismo.

Invece no, che non sta scherzando.
Se ne rende conto con una buona dose di sorpresa, mentre quello prosegue senza mai cambiare espressione, almeno finché non scopre i denti in qualcosa che potrebbe tranquillamente essere un sorriso, se solo gli occhi lo rispecchiassero.
Non crede di essere ancora in grado di decifrare un'espressione del genere: ci vorrà parecchio tempo, prima che possa capirci qualcosa, studiandone il comportamento.

La seconda osservazione a colpirla è proprio quella che, nonostante tutto, aveva tentato di mettere in pratica con Ashura Kaede. Stavolta si immobilizza, ascoltando con attenzione il resto delle parole, come se temesse di aver capito male fino all'ultimo secondo; la tensione si stempera infine con un lungo sbuffo, nel momento in cui il Diavolo mostra un punto di vista decisamente più elastico del previsto.
Ah no? Non ammazza qualunque cosa respiri, e sia vagamente più molesto di una colonia di zanzare?
Roba da restarci secchi!


Onestamente non sa se sentirsi più sorpresa per quest'ultima rivelazione, o per il fatto che la loro linea di lavoro sembri combaciare più del previsto, nonostante la totale mancanza di contatti negli ultimi tre anni.
Non può crogiolarsi troppo in quei pensieri però: Mizuguchi ha interrotto il filo del discorso, e sembra aspettarsi una qualche replica da parte sua.

Si volta con un movimento fluido e afferra dalla spalliera una delle sedie pieghevoli collocate attorno al tavolo da campo; la pone davanti a sé e ci si accomoda sopra al contrario, poggiando le braccia conserte sopra alla spalliera e il mento, a sua volta, sopra le braccia, in una posa ben poco femminile - ottima, quindi, per continuare a spacciarsi per ciò che non è.

”E quindi un bel giorno partite diretto a incontrare i vostri futuri alleati. Lo scambio è breve: pare che abbiate tutti da guadagnarci, ad allearvi, e il nemico pare proprio incalzare. Il tempo è agli sgoccioli, quindi il prossimo appuntamento si terrà in un luogo appartato, presso il mezzo di trasporto privato, designato dai vostri partner. Una nave, diciamo... presa in prestito prosegue, ben consapevole che la mole di dettagli con cui va intessendo quel racconto falsamente generico, non fa che renderlo palesemente autobiografico.

Una versione meno stucchevole del celebre "chiedo per un'amica".

“Basterebbe salire a bordo, per dare il via all'operazione.
Quando a un tratto...
- e qui si arresta per un poco, imprimendo alla frase la giusta suspance di cui ha bisogno - “Degli sconosciuti a volto coperto piombano sui vostri alleati, con intenzioni bellicose, e nonostante il vostro intervento, riescono a ucciderne uno... oltre che a rendere la nave inutilizzabile. Se non altro, il più pericoloso degli estranei ci rimette qualche dito ed è costretto alla fuga.
E non si tratta di dettagli trascurabili, Mizuguchi-san: su questi si avrà modo di tornare a riflettere più avanti, nel corso di questa lunga e tediosa storiella che Jorogumo ha ritenuto opportuno sottoporvi”
- commenta, abbandonando quasi subito la sedia.

Non può farci niente: ripensare a quella faccenda la fa sentire come se le avessero vuotato un sacchetto di pulci vive sulla schiena.

Serra i pugni e li pianta sui fianchi, mentre riprende a passeggiare avanti e indietro, di fronte al suo interlocutore; la sedia tra lei e il Diavolo, come spartiacque tra il palcoscenico e il pubblico.
“Volendo evitarvi un tedio eccessivo, Jorogumo riassumerà il tutto in poche parole, per quanto possibile. Perché nel tempo necessario a riparare l'imbarcazione, ebbene, il nemico ha avuto l'opportunità di raggiungere il vostro Paese, far sbarcare un suo sottoposto e massacrare, grazie a Tecniche note unicamente a lui, un intero villaggio portuale.

Ciò implica che l'avversario fosse già partito, al momento del sabotaggio della spedizione, e che il poter salpare non avrebbe che ridotto le possibilità di affrontarlo, nell'improbabile evenienza che le rotte si fossero incrociate... kami, Jorogumo aveva promesso di essere breve.


Ad ogni modo ---”
riprende, approssimandosi alla conclusione, mentre sente il viso farsi sempre più rovente, per via del malanimo che le sale, mentre rivive quei frangenti tanto umilianti “Il nemico viene contenuto e sconfitto, col supporto degli stessi individui che hanno sabotato la vostra nave.
I quali si rivelano essere un Kage straniero...”
- e così dicendo, rivolge un gesto eloquente verso l'esterno, nella direzione in cui Yu sta interloquendo col Raikage - ... e un suo sottoposto, che hanno sconfinato senza alcun permesso o avviso.
A scontro terminato, nonostante il vostro fermo e garbato invito a non prelevare dal campo di battaglia alcunché, il Kage in questione ignora le vostre direttive e prende per sé l'artefatto di cui si serviva l'invasore per sferrare la sua offensiva.
Ventilando, tra le varie sue fanfaronate, che la nebbia possa essere in combutta con quegli stessi criminali a lui direttamente invisi - e quindi, che la Nebbia possa essere a lui politicamente ostile - o al contrario, che lo shinobi katana possa aver operato privo del beneplacito del suo stesso Kage.


Detto ciò, smette di camminare; si sposta verso il bordo del tavolo e ci si issa sopra, penzolando le gambe nel vuoto.

"Jorogumo non sa tuttora, da dove gli sia venuta la forza per non aggredirlo sul posto" - conclude stancamente, mentre la vocina stronzina nella sua testa esclama: lo so io!
Vediamo se indovini.
Ne ha tante, quante dita ci sono sulla tua mano...


Fanculo.






 
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view post Posted on 20/8/2022, 12:11     +1   -1
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Ascolto la replica di Jorogumo, è irrequieto, è evidente. Sembra quasi sollevato quando le mie idee non si rivelano così distanti rispetto allo scenario che ha proposto e più parla, più mi convinco che sta semplicemente narrando quello che gli è successo. Trattengo a malapena un sorriso nel pensare che questa scenetta un po' ricorda quei ragazzini che per conto di amici chiedono alla persona che gli piace cosa pensano di loro, da quando sono diventata una ragazzina? Sto zitto. Non credo sia il caso di scherzare sull'argomento, che per quanto sviluppato in tal modo è tutto fuorché inutile o leggero.

Non ha agito male, ha fatto esattamente quello che al suo posto avrei fatto pure io: sfruttare qualcuno che non avrebbe mai causato danni a Kiri per proteggere la nostra terra. E' un sollievo sapere che non sono l'unico a valorizzare un approccio del genere, ma tanto più parla e tanto più faccio fatica a rimanere calmo ed impassibile: la sua azione è stata disturbata da un Kage che si è comportato come un fottuto bulletto ritardato.

Serro la mascella, espiro. Per un istante mi sento quasi soffocare nel sentire l'epilogo di quella storia, come le azioni di quel cretino e di uno sgherro abbiano portato alla morte di abitanti di Mizu no Kuni, seppur indirettamente. Sento il ferro di Kubikiri scaldarsi. E' come fosse una proiezione del mio animo. Chiudo gli occhi, devo calmarmi perché non ha senso scaldarsi davanti alla vittima della stupidità altrui.

In poche parole, sei stato vittima della stupidità di qualcuno che usa il proprio ruolo per fare il bulletto dell'Accademia invece che per proteggere il suo popolo

Non riesco a privarmi completamente nelle mie parole dell'odio, il disprezzo per quel Kage. Chiunque sia, è una minaccia per Kiri se si sente libero di sconfinare e ricattare i nostri ninja, oltre che a complicarci la vita.

I ricercati di un paese diverso dal nostro non ci riguardano se non ci viene chiesto di occuparcene e il Mizukage non da il suo assenso a queste richieste. Non esiste nulla che possa giustificare un simile sconfinamento nelle nostre terre né tantomeno la sua arroganza che ha vanificato i tuoi sforzi

Commento ancora, sono deciso, secco. Non faccio nulla per impedire al disprezzo di trasparire dalle mie parole, perché dopotutto dovrei farlo? Non c'è motivo per mostrarsi gentile o accomodante nei confronti di un Kage che non conosce il suo posto, né tantomeno di qualcuno talmente cretino da mettere a rischio le vite dirette dei nostri abitanti. Di coloro che dobbiamo proteggere. Che vogliamo proteggere.

Il kage in questione dovrebbe inoltre ricordarsi che la sua autorità inizia e finisce nel suo paese, e senza inviti ufficiali, la sua presenza equivale ad una invasione. Hai fatto bene a non reagire, a non ucciderlo. Lui è dalla parte del torto, qualunque azione offensiva nei suoi confronti ti avrebbe messo nella posizione debole di chi deve giustificazioni

Alla fine, ha fatto la cosa più logica e intelligente nonostante si ritrovasse in una situazione estremamente spinosa. Spero vivamente che il nuovo Mizukage intenda fargliela pagare, Kiri non può apparire così debole da lasciare impunite queste condotte.

Non hai niente di cui rimproverarti. Al tuo posto, avrei agito allo stesso modo...anche se non posso assicurare sarei riuscito a trattenermi dall'aggredirlo quando ha deciso di...

Come dire?

Prendere ciò che non gli apparteneva

Quando avrebbe dovuto invece infilarsi le mani nel culo.


 
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view post Posted on 29/8/2022, 21:50     +1   -1
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Ame no Kuni, 29 dicembre 252 DN [Al Passato]



Il sospiro sepolcrale che esala da dietro la maschera di porcellana, assomiglia all’alito umido e freddo che risale da una vecchia catacomba abbandonata. Il Tessitore sembra come appassire mentre esala quel fiato, trascinandosi di nuovo verso la sedia che ha abbandonato poc’anzi.
Si sente fiacca: un misto di sollievo per l’appoggio inatteso del collega redivivo, tuttavia stanca, per via di tutte quelle manfrine e i trucchetti retorici che sta adottando con lui; solleva le fessure della maschera verso l’alto, inquadrando la tela impermeabile della tenda che si oppone al tamburellare ostinato del temporale.

Continua a sentirsi sorpresa, come se ogni due minuti le levassero il tappeto da sotto i piedi: che Mizuguchi, tra tutte le persone esistenti al mondo, potesse appoggiare una sua strategia, le sembrava più improbabile del diradarsi della nebbia a casa loro; la carrellata di espressioni che ha visto sfilare sul viso squadrato però pareva autentica, e nessuna di quelle era divertita. Anzi…

”Quello là combatte come un demone” - aggiunge di punto in bianco, mantenendo lo sguardo fisso in alto ancora per qualche istante, per poi riportare le fessure allungate sulla figura massiccia del suo interlocutore.

“Jorogumo non sa se sia davvero immortale o no; quello che è certo, è che il Raikage di morire non ha paura. Quello che Jorogumo ha visto, è sufficiente a farlo apparire come un essere da incubo.”
Attende qualche istante, per lasciarsi il tempo di studiare nuovamente le reazioni di Mizuguchi.

Non conoscere la forza attuale del Diavolo la fa sentire a disagio, mentre riferisce di quei dettagli: non ha altri metri di paragone se non la sua propria forza, né sa se quanto sfigurerebbe, se si confrontasse con la furia di Kubikiri. Non le andrebbe di dipingere Eiji Imai come un avversario iperbolico, se davanti avesse una persona che può tenergli testa con una mano legata dietro la schiena. Eppure, in un mondo ipotetico in cui si lavora in squadra, la forma di supporto più basilare è lo scambio di informazioni. Yu si è fidato di Mizuguchi abbastanza da reintegrarlo nell’esercito e consentirgli di scortarlo fin lì, mentre lei non ha colto tracce di comportamenti meno che corretti da parte sua: se c’è da fare un passo per creare l’ombra di un legame, quello è comportarsi come farebbe un vero collega.

“Jorogumo non sa quante e quali voci siano filtrate da Kumogakure, fino ai luoghi rurali in cui avete operato in questi anni.
Un anno fa circa, l’attuale Raikage ha preso il comando della Nuvola e ha dichiarato di recente di appartenere al culto di Jashin… oltre che di poter contare sul potere di un vero Cercoterio. Quello a cinque code, per l’esattezza.
Lascia all’altro il tempo di replicare o chiedere chiarimenti, prima di proseguire: “Quella volta, la lotta contro l’avversario Ashura l’ha sfiancato. Jorogumo ammetterà unicamente di fronte al Mizukage… e a voi, Mizuguchi-san, che solo per tale ragione il Tessitore avrebbe potuto avere la meglio su di lui, qualora avesse deciso di ingaggiarlo; al contrario, non può immaginare esiti positivi, nel caso di un combattimento uno contro uno.”
Altra pausa.

“Ed è stato in quel momento che, senza poter vedere Kobayashi-sama né alcuno di voi altri compagni per due anni, Jorogumo ha pensato che la Nebbia fosse diventata poco più che un vaso di coccio tra due di ferro.”
Tra tutte le cose che gli ha detto finora, forse questa è in grado di pungolarlo più delle altre.
Decide di rincarare la dose… e levarsi un sassolino dalla scarpa.
Si inclina in avanti, poggiando i gomiti delle braccia conserte sulle ginocchia, per sorreggere il peso del busto; le fessure della maschera restano fisse sull’altro, così da non perdersi il guizzo rapido di alcun muscolo del volto dell’altro.

“Il vostro ritorno può segnare l’effettiva esistenza di una qualche speranza di riprendere in pugno le sorti del Villaggio. Oppure, qualora voi siate stato irretito dalle subdole arti di certi criminali, potrebbe dare alla nebbia il colpo di grazia.
Neanche uno shinobi ligio, esperto e incorruttibile come Natsu no Kaze è riuscito ad opporsi alla malvagità che l’ha divorato da dentro.

Comprendete quindi il motivo per cui Jorogumo stenta a festeggiare il vostro ritorno, Mizuguchi-san.”


Sarà interessante ascoltare la sua replica: negare la possibilità di essere colpito da jutsu di controllo mentale sarebbe piuttosto arrogante da parte sua, a meno che non possa dimostrare di essere più forte dello stesso Natsu.
Da dietro il riparo della maschera di porcellana, si distende un sorrisetto incuriosito.



 
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view post Posted on 7/9/2022, 09:54     +1   -1
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E' irrequieto, si vede. Immaginavo che quella vicenda gli avesse dato molto fastidio, ma non sino a questo punto. Non riesce a stare fermo, ed affronta man mano diversi argomenti. Una parte di me non saprebbe neanche come comportarsi: dubito che sia venuto da me alla ricerca di una pacca sulla spalla e belle parole sul fatto che andrà tutto bene. Non lo so se andrà tutto bene. So solo che il Raikage, per come lo ha dipinto sino a quel momento e per come sta continuando a parlarne, sembra un vero e proprio imbecille. Un imbecille affiliato al culto di Jashin certo, ma pur sempre un imbecille che osa entrare nella nostra terra e fare il cazzo che vuole millantando chissà quali affronti da parte di Kiri. Pensavo che con Akane fossero morti i cretini al comando di armate ma a quanto pare, si son solo che moltiplicati. Che cazzata.

Hai fatto bene a non ingaggiarlo

Sono le prime parole che pronuncio, mi ripeto nella sostanza di quello che ho affermato poco fa. C'è poco da fare: i bulli riconoscono solo l'autorità come un cane riconosce il bastone del proprio padrone.

Indipendentemente da come sarebbe potuta finire nell'immediato, attaccarlo avrebbe significato un atto di guerra, e ora come ora, è qualcosa che non possiamo permetterci, per quanto a differenza tua ritenga da quello che mi hai detto che Kumo è tremendamente debole

Lo sottolineo, e nel farlo ricerco ancora una volta il suo sguardo. Non voglio suonare severo, come lo stessi giudicando. Ma non credo che un sorriso possa in qualche modo risultare utile, al massimo potrebbe sentirsi profondamente preso per il culo. Mi fermo. Suona tremendamente stupido pensare che uno jashinista con un cercoterio sia debole. So cosa si vocifera, cosa significa ritrovarsene davanti uno sul campo di battaglia ed al contempo, sussulto per un istante nel ricordare quelle parole: [i]ha un cercoterio, il cinque code[/i]. Non è la paura a scuotermi ma piuttosto, la consapevolezza che quelle parole devono aver attirato l'attenzione di Isobu. Lo sento, è come se si fosse affacciato dal suo cazzo di oceano perché è stata pronunciata una parola magica. Non lo fa spesso, non è di certo prepotente nel farlo, eppure lo sento intervenire così di rado che anche solo un aumento leggero della sua influenza lo percepisco forte e chiaro. E' come se provasse una profonda delusione per quelle parole, delusione che uno delle cose più vicine ad un familiare per lui si presti al gioco di quell'individuo. Scuoto la testa, torno a fissarlo. Sento quelle emozioni, ma cerco di rimanere impassibile.

Un cercoterio è una forza notevole, che oltre al terrore, attira anche attenzioni indesiderate, come il tempo ci ha insegnato. Il fatto che lo abbia voluto dichiarare, significa che ha un bisogno disperato di accreditare Kumo come una forza temibile a livello internazionale...Difficilmente definirei una nazione con un capo del genere temibile. Mi da l'idea di essere come un pesce palla...

Faccio una pausa, solo ora mi apro in un leggero sorriso, beffardo certo eppure alla volta del Raikage.

Deve apparire più forte di quanto non sia per non morire.

Per quanto spero che la mia logica sia stata compresa, mi concentro sui discorsi successivi. Distolgo lo sguardo solo quando menziona la mia assenza assieme a quella di Mitsuaki e Hayate, solo quando mi fa comprendere come quella assenza sia pesata anche per uno spadaccino effettivo. Una parte di me vorrebbe affibbiargli la sua buona dose di colpe, perché il senso di oppressione non può giustificare la mancanza di un simbolo a Kiri. E' una reazione istintiva e che per questo freno: non è giusto e neanche meritato. Due sono i simboli di Kiri: il Mizukage, il volere della Nebbia e Kubikiri, la sua essenza. Volente o nolente, siamo noi a dover ricoprire quel ruolo, e per quanto non mi penta delle ragioni che mi hanno tenuto dal villaggio così a lungo, è qualcosa con cui dovremo fare i conti molto a lungo. Il nostro fallimento.

Deve essere stato molto difficile essere uno spadaccino in questi anni. Sulla mia pelle, ho appreso che un simbolo nelle mani di un bamboccio, è come dare un lanciafiamme ad un pompiere

Non lo so se sia davvero il caso di metterlo al corrente delle mie colpe, di come le ho vissute. Ma è anche vero che la mia storia è profondamente intrecciata a quella di almeno altri due Mizukage. Che abbiano fallito è, inevitabilmente, una conseguenza inevitabile della mia incapacità di gestire il mio ruolo, di comprenderlo.

Sono stato l'ultimo Genin a cui è stato concesso di portare una delle Sette, e con l'assena di Hayate, sono anche il più..."antico" tra gli spadaccini. C'è chi per questo mi avrebbe definito un prodigio ma, guardandomi alle spalle, ero semplicemente impreparato a ricoprire il mio ruolo

Lo informo ancora, ricerco il suo sguardo mentre cerco di fargli comprendere dove voglia arrivare. Cosa significhi tutto questo.

La verità, è che volevo Kubikiri perché pensavo fosse un ottimo modo per massacrare tutti i miei nemici, per farmi temere. E nel farlo, mi sfuggiva la mia funzione, le responsabilità del mio ruolo. Dell'essere uno dei simboli di Kiri

Continuo, mi sento quasi sollevato a parlarne. E' come se per la prima volta dessi finalmente voce a qualcosa che ho pensato così a lungo in questi anni da incorporarla in un misto di senso di responsabilità e colpa allo stesso tempo. Non pensavo che parlare con qualcuno potesse darmi questo genere di sollievo. Forse non dovrei farlo con tutti, ma sicuramente dovrei provarlo a fare più spesso.

La nebbia, se doveva essere definita da ciò che ero, da ciò che mi è stato permesso impunemente di essere, era già un vaso di coccio. Erano solo le pressioni esterne a poter esservi o meno. Ad illuderci della nostra forza, o renderci consapevoli delle nostre debolezze. Ed è proprio per questo motivo che non ho potuto fare ritorno dopo la mia missione.

Informo, inizio a tirare le fila: potrà comprendere il mio discorso? Non ne ho la più pallida idea, ma tanto vale fare un tentativo.

La nebbia non può nascere senza l'umidità dell'acqua. Se l'acqua è poca, la nebbia è debole. Se c'è un oceano, la nebbia sarà impenetrabile. L'acqua è la base del vaso, ed indipendentemente dalla sua composizione, come possiamo pretendere che resti in piedi?

Domando. Parlo lentamente, non ho fretta di esternare i miei pensieri, la mia risposta. Cazzo, un po' mi sorprendo. Questo tizio mascherato riesce persino a farmi essere loquace. Notevole.

Non so dirti se sono immune a qualunque influenza mentale, né pretendo che festeggi il mio ritorno, ma posso dirti che in questi anni, ho cercato di rafforzare la base del vaso, di tirare secchi d'acqua da aggiungere all'oceano. Non ho mai smesso di lavorare per Mizu no Kuni, ed ora, mi assumerò le responsabilità che derivano dal mio ruolo anche a Kiri.

Lo osservo ancora.

Solo il tempo ci dirà se questa volta ho compreso il mio compito. Se sarò in grado di contribuire a risollevare le sorti del mio paese. L'ho condannato abbastanza per farlo di nuovo.

 
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view post Posted on 13/9/2022, 22:20     +1   -1
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Ame no Kuni, 29 dicembre 252 DN [Al Passato]



Sentirsi nuovamente appoggiata nelle sue scelte non manca di sorprenderla, ancora; poco ci manca però che la deduzione finale di Mizuguchi non la lasci letteralmente a bocca aperta.
Si raddrizza di colpo sulla sedia, puntando con intensità le fessure della maschera in sua direzione. Lo sguardo viene ricambiato senza esitazione.
Kumo… debole?

Inclina la testa di lato, lasciando che una delle ciocche che le incorniciano il falso volto candido penzoli nel vuoto. La spiegazione arriva subito dopo: concisa e logica, nella sua particolarità. Osserva il Diavolo sorridere per il suo stesso paragone, replicando con voce appena udibile -
” A questo Jorogumo non ha pensato ”. Le servirà altro tempo per metabolizzare quell’ipotesi: Mizuguchi non ha visto quell’animale in azione, non ha sentito l’aria fischiare sotto le sue lame, né quel raccapricciante urlo di guerra che ha squassato il cielo di Sado. Kumo sarà debole, ma il suo Kage non lo è affatto; se ritenere che farsi grosso abbia come scopo la fuga dei possibili aggressori, è anche vero che per far cadere la Nuvola bisogna prima abbattere il portatore immortale di un Bijuu onnipotente.

Quanto segue tra le dichiarazioni del suo collega, dannazione, continua a cambiare le carte in tavola! Non poteva semplicemente restare un ragazzino presuntuoso e scassapalle?
E invece no: ogni frase che aggiunge punta da tutt’altra parte, facendo capire senza troppi giri di parole che nel mentre gli è cresciuto il cervello, oltre che i muscoli.
Da non credere.

“ Mh. Jorogumo non ha una chiara percezione di come Mizu sia stata gestita dai precedenti Kage. Kobayashi-sama è sparito poco dopo aver Sigillato il patto con Nuibari nelle sue carni ” - ammette, aggiungendo poi “ Ad ogni modo, in questi anni Jorogumo non ha ricevuto richieste che ne portassero i servigi al di là dell’isola principale. Raccomanda pertanto che le vostre osservazioni vengano riferite al Juuhachidaime: per quanto giovane e inesperto, appare come un Kage dalle orecchie ancora aperte “.
Confessare di conoscerlo da un pezzo?
Non ancora.
“ Jorogumo apprezza comunque la vostra comprensione ” - tiene a fargli notare, prima di premere la schiena contro la sedia alle sue spalle.

La pioggia torna a riempire lo spazio sonoro della tenda, picchiettando con un improvviso e pesante scroscio la tela sopra alle loro teste.
Le ha dato un bel po’ di materiale su cui pensare; in primis, alla sgradevole sensazione di essere di nuovo “rimasta indietro”, mentre altri vanno avanti e maturano le proprie prospettive, semplicemente discostandosi dalla strada già tracciata.
In un Villaggio militare si rischia il collo, a sparire in quel modo; eppure lui l’ha fatto, è tornato e adesso - a scanso di sorprese - potrebbe dimostrarsi una risorsa per il Villaggio più valida di quanto non sarebbe diventato, se fosse rimasto tra le mura di Kirigakure. Lei… ha fatto quello che le veniva chiesto dal vecchio Kirotaba per farsi accettare da Nuibari, e poi ha eseguito gli ordini di chissà quale eminenza grigia, nascosta tra le ombre, mentre faceva le veci del Kage che avrebbe dovuto gestire il Villaggio. Il tutto mentre l’ospedale collassava e un numero imprecisato di persone sperava che la soluzione a quel disastro l’avesse lei.
Come tutto il personale medico in servizio, durante l’epidemia.

Quel pensiero è troppo opprimente, per lasciarsi andare oltre alla sua compagnia. Scuote la testa, lievemente esasperata. E le torna in mente qualcosa.

“ Alla fine Jorogumo ci ha parlato ”

No, questo non c’entra un cazzo, né con Kumo né con Kiri.

“ Alla Yakamoto ”

Bugia.

Lascia il tempo perché le parole facciano il loro corso, studiando nuovamente la reazione del Diavolo. Stavolta non vuole provocarlo. Vuole solo capire meglio. “ Jorogumo ha mentito l’altra volta: sa perfettamente chi sia quella kunoichi ” - almeno questa è un’affermazione sincera. Torna a piegarsi in avanti, appoggiata coi gomiti sulle gambe. “ Jorogumo si ritiene responsabile per la sua salute ed è ancora onestamente incerto sulla vostra stabilità mentale ” - bugia, ma costruita con pezzi di verità. “ Le ha pertanto sconsigliato di recarsi di persona presso il luogo in cui siete stato… ospitato, in attesa di nuove istruzioni. ”
Ospitato. Bell’eufemismo.
“ Ad ogni modo, Jorogumo dubita che si sarebbe fatta viva in ogni caso.
Crede, al contrario, che dopo il primo momento di sorpresa, le sia decisamente saltata la mosca al naso. Certamente, definirla sorpresa è poco. Esterrefatta è il termine corretto.
Se Jorogumo ricorda correttamente, la frase deve essere stata qualcosa tipo - se ci tiene tanto, muove il culo e mi parla di persona-.
Jorogumo ha fatto presente che al momento non era possibile, ma che avrebbe riferito al diretto interessato. ”


Ecco qui: una panzana ripiena, servita con contorno di cavolate al vapore.
Torna a spostare il peso sullo schienale della sedia, accavallando le gambe ed intrecciando le dita in grembo.
Poca gente eviterebbe di estorcere con l’inganno informazioni altrimenti non ottenibili… e lei non fa più parte di quella virtuosa cerchia.



 
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view post Posted on 16/9/2022, 13:29     +1   -1
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Ne osservo ogni reazione o quantomeno, mantengo il mio sguardo su quella maschera inespressiva, non che possa fare molto di diverso. Guardo quelle orbite vuote e fantastico su che faccia debba avere, che espressioni stia facendo, come reagisca man mano che parlo. È cominciata come una curiosità e lentamente sta diventando una sorta di gioco cui Jorogumo non sa di partecipare. Chissà, magari è sfregiato, ha degli occhi enormi ed una bocca minuscola o la fronte sporgente.

Cazzo. Mi costringi a sopprimere l’ombra di un sorriso, non è il contesto migliore in cui sembrare divertito dal mio interlocutore, le cui parole mi rivelano ancora una volta come Kumo potrà pur essere debole ma il suo Kage non lo è. Lo so, sarebbe stupido affermare il contrario ma non è questo il punto.

Lo immagino, la mia osservazione non ha a che fare con la sua forza ma di quella della sua gente

Informo poco dopo, forse in questo modo comprenderà meglio il mio punto.

In passato, ho avuto modo di osservare l’arroganza del potere nella persona di Akane Uchiha, che minacciò Hogo di farci guerra per aver richiesto la testa di Keiichi

Quella persona, quell’evento, non potrò mai dimenticarli. Pensavo le leggende fossero persone superiori, ingiudicabili da noi meri esseri umani e alla fine non erano altro che boriosi pagliacci tronfi di sé stessi.

E nemmeno lei, nella sua idiozia, aveva fatto una mossa tanto azzardata quanto dire platealmente ciò di cui era capace. Ostentarlo…è questo il punto, tolto lui, cos’altro c’è a Kumo? Villaggio dello Jashinista con un demone?

Sorvolo allegramente sul demone in sé. Ho ancora un sussulto solo nel pensarci. So per certo che questa notizia ha colpito nel segno Isobu, e so che un simile individuo non deve esser preso alla leggera come avversario, ma faccio fatica a comprendere come questa notizia debba impattare su di noi. Non è rabbia quella che provo né paura. È come se fossi [i]dispiaciuto[/i] per Kokuo, per suo fratello, per nostro fratello. Per essersi ritrovato in un contenitore con la merda nel cervello. Speriamo che Kokuo possa esser più assennato di lui, e se così non fosse, allora dovrà esser liberato.

Le parole successive di Jorogumo mi scuotono dai miei pensieri, riguardo il nuovo Mizukage. Per il momento non mi comunica granché né di positivo né di negativo. Ha buone intenzioni, anche troppe, e vuole proteggere Kiri. Mi basta, non ho bisogno di sapere altro per proteggere la sua opera, ma mai e poi mai mi avvicinerò troppo a lui. L’ho già fatto in passato, non è andata bene. Mi sono rotto il cazzo di fingermi un politico.

Non so quanto le mie supposizioni possano essergli di aiuto, ma richiederò un breve incontro in cui esporgliele….Non voglio che le mie idee, se sbagliate, possano ulteriormente danneggiare Kiri

Sono sincero. A parte sulle motivazioni ovviamente, ma dovrei suonare abbastanza deciso e tranquillo da risultare allineato con quanto ho detto in precedenza. Torno ad osservare lui, la sua spada. Parla del marchio, è incredibile pensare che tutto sommato sia io lo spadaccino più vecchio ora. Forse ho qualcosa da insegnargli?

Come senti la tua spada?

Glielo domando senza un contesto preciso, all’improvviso. Non credo abbia avuto modo di interagire con molti spadaccini stando a quanto dice, forse una domanda del genere potrebbe suonare ben meno naturale di quanto in realtà possa esserlo per me. Spero di no. Spero che colga, e spero vivamente che voglia rispondere sinceramente.

Vorrei rimanere su quell’argomento ancora per un po’, ma decide di iniziare a parlare dell’unica persona cui mi interessa per qualche cazzo di motivo: Urako. Sbuffo, che pezzo di merda. Certo, immaginavo che inizialmente volesse a tutti i costi provocarmi quando aveva parlato in quel modo di quella persona ma di certo non immaginavo anche lui per qualche ragione ci tenesse. Lo osservo ancora.

Sei un po’ stronzo

Inizio, schietto. Forse il tono che uso si addolcisce. Non lo so.

Ma sei uno stronzo premuroso, e ti ringrazio di aver vegliato su di lei…Non ho potuto farlo e conoscendola, se lo avessi fatto avrebbe enormemente preferito esser lasciata da sola

Sono onesto, dopotutto che motivi ho per fingere un rapporto idilliaco con lei? Col tempo mi son reso conto di essermi affezionato a lei. Non so perché, non so come. So che è parte di un qualcosa di me vecchio come il mio simbolo di giuramento, e di cui stranamente non mi voglio liberare. Quasi trattengo una risata nel sentire della risposta che ella ha detto a lui di consegnarmi. Quantomeno non deve essere cambiata molto.

Eppure tengo a lei…Mh…vai a capire perché

Mormoro. Non sono manco certo sia una logica conclusione per quello che ho detto poco prima. Spero che più o meno capisca che intendo dire. Lo osservo ancora. Scuoto il capo, tento di resistere alla tentazione di deviarlo ad osservare il soffitto della tenda.

L’ospedale non mi sembra il luogo ideale in cui venirla a trovare. Dille se vuole che abito nella Foresta dei Sussurri

E dei lamenti. Quella inquietante piena di nebbia e silenzio. Ottima presentazione. Patetico.

Niente entra od esce da quella foresta senza che lo sappia…dille pure che quando vorrà farsi trovare, sarò felice di farlo

Non ho neanche ben capito se sto rilanciando alle mie condizioni perché non voglio dargliela vinta oppure ho cercato una via di mezzo scegliendo il posto ma lasciandole facoltà di scelta sul come e quando. Che cazzo di casino. Più facile pensare a quel ritardato del Raikage.
 
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view post Posted on 16/9/2022, 22:59     +1   +1   -1
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Ame no Kuni, 29 dicembre 252 DN [Al Passato]



”Osservate bene, Mizuguchi-san”

Si accosta al massiccio portatore della Mannaia e con un movimento controllato, allunga una mano per afferrargli il polso. Se l'altro non avesse opposto resistenza, avrebbe premuto il palmo della mano contro il suo: dita più corte di tutta una falange e anche di più, come se fosse la mano di un bambino confrontata con quella di suo padre. E decisamente molti calli in meno. “Ecco qui, vedete?” - lo interpella, abbandonando quello strano contatto per affiancarsi direttamente al Diavolo, spalla contro spalla, estendendo il braccio accanto all'arto superiore dell'altro.
L'uniforme color verde palude di Jorogumo copre tutto, dalla metà dell'omero in giù, fino al dorso della mano; ciò nonostante, è palese la differenza nel volume di ossa e muscoli tra i due, per quanto quelli del Tessitore debbano esserci... da qualche parte.

Abbandonato definitivamente il braccio di Kazuku, si riporta a una distanza più consona. “Jorogumo mette in giro voci false sul suo stesso conto. Jorogumo non mostra in giro il suo viso: se lo facesse, chiunque tenterebbe di portargli via Nuibari, e non avrebbe un momento di tregua. Jorogumo parla come un coglione, riferendosi a se stesso in terza persona, così da farsi prendere per pazzo o imbecille.
Nel primo caso spera che gli girino al largo; nel secondo, che lo prendano sottogamba.
Jorogumo crede di assomigliare al Raikage più di quanto non desideri, ma almeno non va a rompere le palle ai gaikokujin a casa loro.”


La domanda sulla Spada giunge improvvisa, inattesa: il movimento improvviso del capo del Tessitore ne denuncia il picco di attenzione, mentre le dita corrono automaticamente a sfiorare l'elsa dell'Ago, fasciata per migliorare la presa sul metallo. “Come sento la spada?
Per la maggior parte del tempo, non la sento affatto”
- risponde, abbandonando quell'odiosa terza persona singolare. Un altro passo verso quell'onestà che dovrebbe unire i membri di una stessa squadra, giusto?
Torna a sedere sulla solita sedia, prima di riprendere a parlare, accavallando le gambe.

“Il vecchio Kirotaba, il primo Tessitore... ne hai sentito parlare, no?” Ecco, non era granché convinto di cedermi la katana. Non era persuaso dalle mie motivazioni, né sono mai stato sufficientemente spietato da meritarne i favori nell'immediato.
Ho superato la sua prova per il rotto della cuffia, il suo spettro si è - come dire? - fuso col mio corpo e ha rotto i coglioni per un mese, alla scadenza del quale avrei dovuto dimostrare definitivamente di essere degno. Da quel momento la sua presenza è sempre stata a stento percettibile, per non dire inesistente... questo finché non ho messo piede nella stanza dov'eri tu, il giorno che sei tornato.
Deve aver percepito Kubikiri e ha reagito distintamente.
Mi ha colto di sorpresa, devo ammetterlo
- racconta brevemente, senza scendere troppo in dettagli su una faccenda che ancora non le è andata giù. Ricorda benissimo la presenza dello spirito di Kubikiri, e se c'è una cosa che la irrita, è confrontare quella visione con lo sdegno e il silenzio che lo spettro di Nuibari le sta tributando.

“Un po' stronzo?
Solo un po'?"
ridacchia divertito, distendendo le gambe davanti a sé. "Ovviamente voluto. Stessa faccenda del pesce palla. Se fossi simpatico, sarei anche morto” - replica al blando insulto di Mizuguchi, senza apparentemente prendersela a male - “Però non fraintendere: non sono premuroso, è solo che mi seccherebbe cercarmi un nuovo medico da capo. Lei almeno sa stare zitta.
E sia... recapiterò il tuo messaggio, ma dopo questa non farò più il piccione viaggiatore, ti avverto”
- riprende, alzandosi e piantando i pugni contro i fianchi - “Le farò sapere che vuoi incontrarla in un posto buio e isolato, da sola, perché a lei ci tieni tanto anche se non sai il motivo e ti è venuto in mente di dirlo dopo tre anni che sei sparito dall'isola.”
Detto ciò, solleva l'indice e se lo picchia un paio di volte sulla tempia, con un gesto eloquente: “Fratello, sei uno sfacelo.
... e quella mi castra, se gliela metto così. Vuoi seriamente condannarmi ad una simile sorte? Proprio tu, tra tutti gli shinobi di Kiri?!
- borbotta sottovoce, ma in modo perfettamente udibile.



 
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view post Posted on 17/9/2022, 17:55     +1   -1
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Gli lascio fare il suo paragone, non oppongo resistenza, un po’ mi incuriosisce, dopotutto non mi succede così spesso che qualcuno metta direttamente a confronto la mia taglia con la propria, né tantomeno che parta da questo presupposto per arrivare a un punto molto più importante: perché parla come un fottuto imbecille. Non mi premuro neanche di nascondere il sorriso che mi viene spontaneo rivolgergli prima di guardare un punto imprecisato del terreno. Crede davvero che la mia taglia sia una sorta di difesa inconscia verso i malintenzionati? Non l’avevo mai vista a quel modo.

Credo che tu sia molto diverso dal Raikage invece…prima di tutto

Torno a fissarlo

Ti comporti come un idiota ma non lo sei

Mi aggancio alle sue stesse parole rispetto al modo in cui parla. Una cosa che finalmente cade. Per un istante mi fa quasi strano sentirlo finalmente riferirsi a sé in prima persona, come un individuo normale. Mi sembra quasi di averci più confidenza, di potergliela dare. È un problema, perché non so ancora la misura in cui io sia considerato una risorsa o qualcosa di scomodo di cui liberarsi, devo stare attento a non abbassare troppo la guardia. Cazzo, spero che non lo capisca.

Inoltre, le tue misure sono per la preservazione di te stesso, il contrario dell’aggressiva arroganza di lui. Gli assomigli nella misura in cui ricopri un ruolo ingombrante e hai dovuto adattarti, trovare i tuoi stratagemmi, per conviverci…Non significa che condivida le tue scelte a riguardo, ma solo che le capisco..

Lo osservo ancora. Devo aggiungere altro per non sembrare uno stronzo? Onestamente non ne sento la necessità, e poi non l’ho mica insultato.

E comunque, chiunque veda debolezza in uno dei Sette è destinato a morire per mano di quella che credeva esser la sua preda. Il tuo fisico non è certo misura delle tue capacità ninja, ma quello che è più congeniale ad esse…sbaglio?

Chiudo il discorso con quella domanda, onestamente trovo la sua risposta sulla spada molto più interessante. Per un momento mi alzo in piedi, sento tutto l’acciaio che ho addosso cozzare. Sembro un cazzo di ferrovecchi. Non parlo ancora ma ne ascolto il racconto. Il primo Sarto. Forse ho visto qualche statua a lui dedicata nella sede degli spadaccini ma onestamente non posso dire mi ricordi qualcosa. Eppure più racconta quella storia più inizio a ricordarmi qualcosa di particolare, qualcosa di [i]spiacevole[/i]. Perché sì, quelle parole, quella necessità di doversi guadagnare il rispetto di qualcuno venuto prima di noi, qualcuno che come noi non era che un portatore della spada, mi ricorda perfettamente cosa ho finito di essere prima di sparire da Kiri. Mi ricorda quella cella, il pagamento nel sangue che ha quasi messo fine alla mia vita. Mi irrigidisco, sento i miei pugni serrarsi. Ovviamente non ha la benché minima idea di cosa gli stia succedendo.

In che modo ha reagito?

Tempo al tempo. Ok. Devo cercare di indirizzarlo verso una via che non contempli la follia senza sembrare un coglione borioso. E senza esser troppo accondiscendente. Kami che rottura di coglioni parlare con la gente.

Se ti può interessare…quando ho trovato Kubikiri ho vissuto una esperienza simile alla tua…

Tendo il braccio destro dopo essermi messo davanti a lei. Rimuovo parte della corazza che lo protegge così che possa vedere la cicatrice, quella che mi prende tutto il braccio all’altezza del bicipite. Roba che facilmente fa capire che l’ho perso almeno una volta.

Solo che ho pagato subito un tributo di sangue, ed ottenendo in cambio la spada, ho fatto l’errore di credere di dover soddisfare coloro i quali prima di me l’avevano impugnata…ma per quanto potenti essi fossero beh…non erano altro che possessori, capisci che intendo?

Non concludo per ora, gli lascio tempo di riflettere e di farmi domande se ne sentirà il bisogno. E prima ancora che me ne accorga siamo tornati a parlare di Urako. Sbuffo, mi risiedo quando lo sento motivare la protezione di lei con l’utilità. Che cazzata, ci sono decine di medici magari anche fan degli spadaccini disposti a ricucire i ninja di Kiri.

Mh-mh…capisco…beh sei un po’ uno stronzo pragmatico allora…

Concedo. È ironia quella che sento nella mia voce? Kami, che suono strano.

Immagino che sia una ragione migliore della mia per averla protetta…

Ma poi perché gliene parlo? Non so neanche io perché ho pensato di chiedere di lei. Nostalgia canaglia? E di che? Di farmi mandare affanculo? Non si è mai stronzi come lo si è con sé stessi. Io ne sono la patetica dimostrazione. Qualcosa che Jorogumo mi rende palese ogni secondo che passa, soprattutto quando tira le somme della mia richiesta. Ok. Suona decisamente più patetica di quanto già non pareva nella mia testa. Incasso la testa tra le spalle, cerco di alzare un lembo della mantella per celare la mia faccia. Che imbarazzo che sono. Come cazzo devo comportarmi?

Ok si ma…cosa dovrei fare invitarla a cena o presentarmi in ospedale con un mazzo di fiori dicendo “ehi so che non mi sopportavi anni fa ma eccomi tornato a popolare i tuoi incubi cioè…no?

Ecco. Sì. Questo è quanto sono patetico Jorogumo. Prendimi per il culo finché puoi. E probabilmente potrai farlo ancora molto a lungo.

Non so…non puoi dire che c’è un posto molto bello che voglio farle vedere? Suona meno disastrato no?

Non sono neanche più sicuro siano le sue palle ad essere a rischio.


 
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view post Posted on 25/9/2022, 20:36     +1   -1
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Ame no Kuni, 29 dicembre 252 DN [Al Passato]



”Lo prenderò come un complimento” - ridacchia di rimando, dopo quel "ti comporti come un idiota ma non lo sei".
Lo fa a posta, no?
A sembrare idiota. E funziona pure!
“Mmmh. Diciamo che dei muscoli come i tuoi sarebbero una bella zavorra” - replica, confermando l'intuizione del Diavolo, ma senza scendere in dettagli.

“Come ho reagito, eh?”
Le fessure della maschera si puntano verso l'alto, inquadrando il soffitto di tela sempre più zuppa d'acqua. “Lo stress prolungato unito alla sofferenza fisica hanno tirato fuori un lato sadico che non credevo di avere... e che non ho mai più esercitato, una volta placato lo spettro.
Ironico, eh?
Immagino che Kirotaba sperasse di pervertire l'anima dell'adolescente di turno per farne un secondo sé, ma ha ottenuto l'esatto contrario”
racconta con un'evidente nota di soddisfazione nella voce.
Deve sforzarsi di non ripensare al fatto che di reali occasioni in cui mettersi alla prova, da quella volta, non ne ha avute. Come spadaccino, almeno.

E per quanto concerne la peculiare cicatrice sul braccio del suo collega...
“Aaaaah, questa ancora non l'avevo vista” commenta in modo forse sibillino: abbandona la sua sedia per l'ennesima volta, avvicinandosi al braccio del Diavolo, allungando di nuovo le dita e - se le fosse stato consentito - facendole scorrere lungo i margini dello sfregio. “Un taglio perfetto. Deve averti tranciato anche l'osso con una frattura pulita, se poi sono riusciti a ricucirtelo in quel modo. Problemi di mobilità, da quel momento?" - domanda, mostrando una curiosità fin troppo acuta verso l'aspetto medico di quella traccia "--- anche se, per riuscire tuttora sollevare tutti quei chili di metallo, l'impaccio che dovresti avere, ammesso che tu l'abbia, dev'essere trascurabile” commenta, rispondendosi di fatto da sola.
“Beh, non sono certo di cosa intendi tu, ma immagino che alla katana non importi proprio niente di fare paragoni tra i suoi possessori” replica facendo spallucce. Sì, ricorda il lupo, l'abbiamo già detto: quello lì non pare proprio il tipo di Yokai incline ad assecondare certe logiche umane, ma per il momento continuerà a far finta di non saperne nulla.
Per un attimo fuggevole, la assale la voglia irrazionale di provocarne le ire, chiamandolo di nuovo "pezzo di ferro", ma che senso avrebbe da parte di Jorogumo, a sua volta legato ad uno spettro dotato di lama?

Contrariamente a quanto accade finché si parla di Capi di Stato stranieri, Cercoteri e spade possedute, il suo massiccio collega pare proprio trovarsi a disagio, nel parlare di quella piccola kunoichi antipatica e indisponente. Se solo fosse un pochettino più stronza... cosa non riuscirebbe a cavargli di bocca!
E invece si trattiene.
Evita la lunghiiiissima serie di domande scomode che è praticamente CERTA che due commilitoni maschi si scambierebbero, per dissuadere quel manzo bollito dalla peggiore di una lunga serie di pessime idee. “OOOOH NO NO NO.” - esclama, agitando le mani parzialmente guantate in aria.
“No, no, per niente. Brutta idea. Brutta brutta.
E kami, Mizuguchi, quella del bel posto è anche peggio.
Ma sai qual è la buona notizia?”
- domanda retoricamente, portando le fessure della maschera all'altezza dei suoi occhi - “Jorogumo adesso è praticamente certo che tu non sia sotto il controllo mentale di chicchessia. Ci vorrebbe davvero una fantasia fuori del comune, per ordinarti di sparare una simile carrellata di vaccate... e il Kyo Dan non ne ha.”
Gli darebbe un paio di pacche sulla testa, se non fosse certa di vincere un'amputazione immediata degli arti superiori.

Arretra un paio di passi, puntandosi i pugni chiusi contro i fianchi:
“Questo potrei dirle. E mi dirai se Jorogumo ci ha visto bene...” - esordisce, sforzandosi di essere appena meno stronza del massimo tollerabile.
“Sarebbe il caso di spiegarle che hai trascorso gli ultimi tre anni in Missione, da solo, accompagnato esclusivamente da avanzi di galera incapaci di gestire l'igiene personale...” - l'odore di quel tardone nel Palazzo del Mizukage se lo ricorda ancora...
“... e adesso che sei tornato qui, stai passando un simpatico periodo di nulla cosmico sociale, i cui presupposti sono stati verosimilmente posti da te in persona, stando al poco che hai detto. Certo, a breve tutta la gnocca del Villaggio verrà a sapere del tuo rientro e ti troverai con un codazzo inverosimile di signorine tirate a lucido, pronte a seguirti in qualunque posto isolato, ma al momento mi sa che il piatto piange” - gli illustra, con un pizzico di cinismo non del tutto immeritato, sventolando un indice inquisitore in aria.

“... e forse nemmeno ti fidi troppo del kiriota medio, visto che ti dai tanta pena per rintracciare l'unica kunoichi che non ti può vedere manco da lontano. Con quella lì, sei certo che se sopporta la tua presenza, non lo fa per leccarti il culo.
Allora, Jorogumo ci ha preso?”
- domanda infine, chiedendosi forse troppo di sfuggita se non abbia parlato un po' troppo...




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view post Posted on 20/10/2022, 14:42     +1   -1
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Sbuffo al suo commento iniziale, la mia unica reazione rispetto ad un discorso che non ho più così tanta voglia di continuare. Tutto sommato è quasi piacevole continuare a parlare con lui. Non è particolarmente simpatico, ma quantomeno non è fastidioso. Fastidio. Ecco, questo forse potrebbe essere l'unico modo in cui ormai mi sento a stare in mezzo a tanta gente, e non aiuta certamente portarmi appresso Kubikiri, per quanto mi sia talmente abituato al suo peso ormai da non farci neanche più caso.
Chiudo gli occhi quando parla della spada, rifletto perché i suoi vissuti sono in parte diversi dai miei. In parte, perché il sadismo legato alla spada ed il modo in cui ha influenzato il suo stesso comportamento sono del tutto simili a come Kubikiri ha cercato di influenzare me. E' riuscita ad influenzare me.

Come lo hai placato?

Domando. Perché no, gli spettri delle spade non se ne vanno da soli. Vanno compresi, guariti ed infine assimilati. Ogni spada è forgiata per uno scopo, uno scopo così semplice che tendiamo a dimenticarlo eppure, questa dimenticanza non può applicarsi alle leggendarie. Riapro gli occhi, torno a fissarlo: devi stare fottutamente attento piccolo Sarto, quei vissuti non spariscono da soli. Non posso neanche immaginare come tutto questo riesca a passare da uno sguardo. Non può. Forse dovrei sforzarmi di articolare qualche parola.

Le spade non sono giocattoli, men che meno meri strumenti. Ognuna delle sette ha uno scopo preciso...ti sei mai chiesto quale sia il tuo, dal momento che ora sei uno dei Sette portatori?

Gli domando. Forse come inizio va bene. Fanculo. Mi sembra di comportarmi come un lezioso maestrino, come ne avessi qualche forma di diritto, come non sapessi che il mio interlocutore potrebbe tranquillamente esser più forte di me. Essere un ninja anche più essenziale per la Nebbia. Eppure, nella mia consapevolezza, sento che se c'è una cosa su cui posso intervenire siano proprio le spade. Dopotutto, ormai sono il più vecchio tra i portatori.

Una volta impugnata una delle Sette, ti ritrovi a dover fare i conti con il bilanciamento del tuo animo col suo. Tu e la tua spada siete nati e avete scritto la vostra storia in maniera indipendente l'uno dall'altro ma ora, i vostri destini sono intrecciati. Non siete in uno scontro a somma zero, non c'è un vincitore, perché non ci devono essere belligeranti...capisci che intendo?

Ultima domanda che gli pongo a riguardo, prima di constatare come riprenda con quella morbosa curiosità verso il mio corpo e le mie ferite. Potrebbe forse sentire come quel suo fare inizialmente mi dia fastidio, perché sento di irrigidire i muscoli ancor prima di accorgermene. Diamine, che fastidio la gente che si avvicina all'improvviso, dovrebbero rendere necessario un permesso scritto per farlo. Tiro indietro il braccio quando ha finito la sua analisi, scuoto il capo.

E' una ferita vecchia quanto il mio marchio...sarebbe strano se ancora mi impacciasse in qualche modo..mh?

Propongo, adocchiandolo con uno sguardo passeggero, cercando quasi come un passatempo di sondare lo sguardo oltre la maschera prima che affronti il problema successivo: la mia assoluta incapacità sociale. Chi lo avrebbe mai detto che tra i due, quello con la maschera sarebbe stato il più capace? Una persona che sembra anche conoscere le ferite che ho riportato, che riesce ad analizzarle. Sarà per questo che conosce Urako, probabilmente sto parlando con un medico al di fuori della recita da Anbu.

Non credo che ricorderò neanche la metà di quello che mi hai detto...ma cercherò di ricordarmi di dire con qualche giro di parole che sono patetico

Sono quasi ironico ora, fa strano sentire il mio timbro suonare con qualcosa di diverso dall'assoluta indifferenza. Non ci sono ancora abituato. Son quasi tentato di ridere al commento riguardo lo stuolo di fan a seguirmi per avere le mie attenzioni. Una risata. Sarebbe quasi divertente non fosse che la sola idea mi manca in panico, mi fa ribrezzo. Perché mai dovrei volerlo? Non me ne faccio niente. Non mi interessano.

Spero tu stia scherzando

Riguardo le ammiratrici, scrollo le spalle, cerco di nascondermi nella mia indifferenza. Per quanto possa sembrare assolutamente stupido e perché no, anche ostentato.

Non mi interessano. E fortunatamente la mia abitazione renderà difficile seguirmi...direi che sei più esposto te di me

Concludo quindi. Glissando bellamente sull'argomento Urako se non per quello stupido commento riguardo il mio modo di relazionarmi col prossimo. Certo che ci ha visto veramente bene. Devo proprio esser diventato un libro aperto per essere così semplice da leggere.





 
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”Come l’ho placato?” - ripete lei, non del tutto certa di capire cosa l’energumeno voglia sapere da lei. Inclina la maschera inespressiva di lato, fissando il Diavolo attraverso le feritoie vuote: ”Gli ho dato quello che voleva, e s’è tolto di torno” - ripete con semplicità, aggrottando le sopracciglia al riparo della porcellana. Forse deve essere più specifica. Dopotutto non è un cos gran problema, no? ”Voleva che torturassi a morte qualcuno entro un mese dal nostro incontro, e così ho fatto. Ho scelto il peggior pendaglio da forca disponibile in carcere, tanto Kirotaba non aveva espresso preferenze sul bersaglio… ed eccoci qui. Da quel momento ha smesso di farmi vomitare quando riteneva stessi cincischiando dietro roba inutile, e non ha più rotto le scatole” - racconta, cercando di leggere sul volto di Mizuguchi il sorgere di un’eventuale obiezione, per poterla prevenire. A lume di naso, per lui quel discorso sembra davvero serio… e la sua ansia da prestazione, questo lo percepisce forte e chiaro.

La prima replica arriva presto: breve e… densa, seguita da un’osservazione fin troppo acuta, per una montagna di muscoli teoricamente priva di neuroni.
Sente i pugni stringersi da soli, reagendo al suo disagio.
Scopo…?
Quella sensazione assomiglia a quella che ha provato, quando si è presentata dal Tessitore a reclamare la spada: è un sentirsi inadeguata, senza attenuanti. Un pulcino che vorrebbe competere con un cane da guardia. Tuttavia, come ha fatto con Kirotaba, racimola ogni briciola di sensatezza sparpagliata nel cervello, per poter replicare al suo collega in modo dignitoso. ”Lo Spettro non è stato particolarmente chiaro in merito” - esordisce, mettendo le mani avanti - ”Ciò che ho sentito da quel momento in avanti, in ogni caso, mi spingeva a cercare soluzioni alternative alla forza bruta. A ricucire gli strappi, a trovare una maniera… elegante, se così posso definirla, per risolvere la bruttura del momento. Però non posso essere certo del fatto di aver seguito la voce dello Spettro, piuttosto che una mia idea personale.”

Si accorge della rigidezza che le ha ghermito la schiena solo quando termina quel breve e stranito discorso. La verità… la verità in tutto ciò… è che non riesce ad essere ancora certa di che razza di rapporto ci sia tra lei e Nuibari, dal momento che un vero rapporto… non c’è mai stato. È vero, ha accontentato lo Spettro e quello, tenuta fede alla sua parola, sta accontentando lei: le lascia sfruttare il potere occulto dell’arma sul campo di battaglia senza opporre resistenza. Eppure non è questo ciò che si aspettava, così come non era il completo e ineluttabile nulla ciò che desiderava, quando è entrata a far parte della fratellanza offerta teoricamente dai Sette.

Il silenzio in cui è sprofondata da diversi istanti, probabilmente, sta dicendo più di quanto le parole non abbiano voluto confessare.

In quanto a Kazuku Mizuguchi, a sua volta sembra aver fornito, suo malgrado, qualche dettaglio in più - oltre alla palese solitudine e all’impaccio nel socializzare. Non sembra troppo felice di farsi toccare, per dirne una, né pare faccia i salti di gioia all’idea di avere uno stuolo di tortorelle alle calcagna; sull’argomento Urako poi, sembra essere dignitosamente battuto in ritirata. E dire che se c’è un momento in cui ai maschi piace fare gli smargiassi, è proprio coi colleghi, quando si parla di femmine.
Ma magari sta ancora cercando di darsi un tono professionale, davanti a uno che ancora non conosce: per dissipare il mistero dovrà invitarlo a bere, ma per quello non c’è fretta. Sorvolando sul fatto che rischierebbe di ubriacarsi prima di lui.

”Meh. Esposto… ssì, direi di sì. Stare in città non è il massimo, da ‘sto punto di vista, ma vedi, nessuno si aspetta niente da Jorogumo” commenta facendo spallucce, e quella è la pura verità. ”Credo che mi conosca più gente senza maschera, sai? E credo anche che sia di più anche la gente che verso questa faccia qui sotto ha un minimo di rispetto - confessa, picchiando con le nocche sulla porcellana. Tutto sommato, Jorogumo è solo un dodicenne montato che sventola in giro un’arma che non merita.
Mi stupisce che nessuno abbia ancora provato a sottrarmi Nuibari.
Non credo che mi temano.
Credo che semplicemente non pensino che ne valga la pena.”


Non si sarebbe mai aspettata che poter accennare a quell'argomento, con un addetto ai lavori, potesse alleviare un po' quel peso che sente sullo stomaco. Nah, non è roba che possa durare. Forse dovrebbe prepararsi a incassare una sonora cazziata in tre... due... uno...



 
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view post Posted on 13/11/2022, 11:28     +1   +1   -1
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The Almighty Shitlord

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Ho fatto sin troppo il saccente sull'argomento spade: è tempo per il Sarto dirmi qualcosa riguardo a come viva quel rapporto, dopotutto è pur sempre possibile che abbia un modo di affrontare il rapporto con la sua spada completamente diverso rispetto a quello a cui sono abituato. Chiudo gli occhi, mi lascio sommergere dalle sue parole, rifletto. Quello che mi offre è semplicemente un resoconto, senza troppi fronzoli. Non è quello che avevo chiesto, non è neanche lontanamente ciò che mi aspettavo.
Troppo tardi ho compreso che l'addestramento più importante per uno spadaccino sia comprendere la propria arma. Un'arma chiamata con leggerezza leggendaria, e che tuttavia viene trattata come un pezzo di ferro. Un pezzo di ferro che il mio interlocutore ha a malapena iniziato a comprendere. Forse è questo il mio ruolo, forse questa è una utilità che posso avere per i nuovi spadaccini, a prescindere dalla loro forza: insegnare loro i pericoli oltre che i privilegi di avere una simile arma addosso.

Gli hai dato ciò che voleva e lui ti ha lasciato in pace, minimizzando i danni morali che ti avrebbe causato scegliendo bersagli...innocenti

Faccio un breve riassunto di quanto mi ha detto. Non lo disprezzo per ciò che ha fatto ma non ne sono neanche compiaciuto, non è un giudizio di merito. Non sono certamente in condizioni di giudicare chi ho davanti.

Ti sei guadagnato uno spiraglio per tollerare il rapporto con Nuibari...ma se non riuscirai a dividere ciò che Ago è stato creato per fare da ciò che Kirotaba vuole che tu faccia, per quanto tu possa essere uno shinobi capace, rimarrai sempre un principiante con la tua arma. Perché non la userai diversamente dal primo che potrebbe impugnarla.

Forse sono sin troppo stronzo nel dare quel giudizio, ma il mio tono rimane piatto, non voglio che il Sarto pensi sia lì per dirgli che è un coglione, non è nelle mie intenzioni. E sarebbe pure ingiusto.

Hai detto che Kirotaba ti spinge a cercare soluzioni eleganti ai problemi piuttosto che brutali, ma ti sei mai fermato a chiederti invece cosa tu vorresti fare, che soluzioni vorresti adottare con la tua spada?

Sono calmo, piatto. Forse pure troppo, ma ciò che voglio che passi è che i miei non sono giudizi sul suo valore, sono semplici suggerimenti su come potrebbe riflettere ed espandere le proprie capacità.
Non mi pronuncio oltre inizialmente. Mi faccio scorrere addosso le sue parole, i suoi giudizi tesi a sottostimarlo, scuoto la testa. Quante cazzate per essere uno spadaccino, ora sì che sarei tentato di dargli del coglione. Sento il mio viso piegarsi in una smorfia infastidita ancor prima di aprire bocca eppure, mi fermo all'istante: tutte queste cazzate sull'identità, l'essere un incapace, sono parole al vento ne sono certo. Una persona insulsa non sarebbe in grado né di guadagnarsi la spada né tantomeno di mantenerla. Sul fatto che stia dicendo una marea di cagate ci sono pochi dubbi certo eppure, che questo sia il suo approccio?

Jorogumo dice una marea di stronzate su sé stesso, tanto che son quasi fastidiose.

Glielo dico senza mezzi termini. Come prima non l'ho insultato perché non ne sentivo il bisogno, ora lo richiamo: non sono accomodante a prescindere, e questo potrebbe anche servirgli per non prendersela per le mie prime osservazioni.

Ma in quel mare di stronzate hai rivelato due aspetti fondamentali del tuo essere il Sarto: essere sottovalutato e sconosciuto, nessuno deve sapere quanto tu sia forte, nessuno deve comprendere quando agisci e come se non te

Affermo, tentando di tirare fuori da quei discorsi qualcosa di salvabile. Forse ci ho visto giusto o forse l'ho sparata grossa, ma quelle parole possono essere la base per costruire il suo rapporto con la spada: ci ha mai pensato davvero?

Nuibari allo stesso modo è la meno minacciosa ed apparentemente inoffensiva tra le Sette, eppure, nessuna riesce ad eguagliare il suo potere di penetrazione. E chiunque la sottovaluti si rende conto solo troppo tardi del suo errore...Dimmi dodicenne montato, hai mai pensato che persino le tue stronzate possano essere un modo per comprendere la tua arma e divenirne una estensione?

Concludo temporaneamente quindi, limitandomi ad alzare le spalle quando parla dello spettro, di ciò che vuole. Ovvio che non sia chiaro, sennò sarebbe troppo facile.

Se le spade ed i loro spiriti fossero chiari, qualunque dodicenne montato potrebbe sventolarle con orgoglio.

Dodicenne montato. Ci rifletto, quasi rido: è una così perfetta descrizione di quello che ero quando ho preso Kubikiri per la prima volta. Che ironia.







 
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view post Posted on 28/11/2022, 18:20     +1   -1
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Ame no Kuni, 29 dicembre 252 DN [Al Passato]



Gli hai dato ciò che voleva e lui ti ha lasciato in pace, minimizzando i danni morali che ti avrebbe causato scegliendo bersagli...innocenti. Non è una domanda... è decisamente un'affermazione. Non si è mai posta il problema di far apparire il Tessitore come un bastardo senza scrupoli né rimorsi, ma ciò rende vero anche il contrario: il minimo accenno di una morale non sarebbe sfuggito, a chi campa di sangue e sul sangue. Fa spallucce, ma non nega quanto dedotto da quel curioso redivivo con più neuroni di quanti non sembri.

Ciò che viene dopo invece è più duro da digerire.
Sente la schiena irrigidirsi, interrompendo - suo malgrado - quella piccola farsa in cui si era tanto data da fare per mostrare disinvoltura e stronzaggine. Lì in piedi, davanti al Diavolo, si sente improvvisamente come se fosse su un palco... in mutande. Non è forse vero, che si aspettava di più dal legame con Nuibari?
Un basso sibilo soffia da sotto la maschera di porcellana: il Tessitore sbuffa, e lo fa in modo abbastanza evidente. Cosa voglia fare lei, con la spada? Perché, importa a qualcuno?

Sta quasi per dare voce a quest'ultima domanda, quando si rende conto di quanto stupida sarebbe apparsa: beh, è ovvio che lo spadaccino debba metterci del suo.
Incrocia le braccia davanti allo stomaco, mostrando involontariamente il suo disagio.
Senza qualcuno che la brandisce, un'arma resterà nella sua teca ad arrugginire; il fatto che l'eleganza sia compatibile con la sua bussola morale è senza dubbio un punto di forza, ma... a quanto pare questo non è sufficiente - o almeno, ciò sostiene l'unica fonte di informazioni autorevole attualmente in vita a Kirigakure.

Fonte autorevole, che sembra niente affatto felice di sentire gli ultimi pensieri che ha snocciolato... e risponde per le rime. Cavoli, sarebbe pure divertente, ma di ridere non le riesce proprio: l'unica cosa che riesce a emettere è un sibilo attraverso i denti stretti, piegando leggermente il collo all'indietro. E pure, quello non ha ancora finito. Tira fuori un'altra delle sue frasi a effetto, che sulle prime le fa storcere il naso. ”Mmmmmmh...” - grugnisce dubbiosa, ancora poco convinta. I Sette non erano quelli che devi cagarti sotto appena li vedi sbucare dalla foschia?

Se le spade ed i loro spiriti fossero chiari, qualunque dodicenne montato potrebbe sventolarle con orgoglio.
Ci mette un po' a replicare, controvoglia: ”Immagino di no” - gli dà ragione, un po' a collo torto.
Perché si sente così contrariata?

Perché vuol dire che ha ancora tanto da lavorare su qualcosa che non si lascerà certo leggere come un libro di chimica. Perché quel qualcosa ha una volontà sua, e una morale parecchio diversa da quella di Yakamoto Urako. Perché ha un casino da fare in ospedale, deve incastrarci i turni di ronda nei bassifondi e il poco tempo che le rimane le basta a mala pena per tenere i muscoli in tiro e addestrare Arata.
Beh, è ovvio che una vita del genere non la soddisfi: che sapore ha, il correre senza mai una tregua, per ottenere risultati che tutto sommato potrebbe ottenere chiunque, con o senza antica spada dai poteri sovrannaturali?

Sa di tofu scondito, ecco che sapore ha.

”È un bel casino” - borbotta a fior di labbra. Mentendo, sapendo di mentire. Perché per quanto sia brava a farlo, la scelta di fare il medico altro non è che il retaggio di un momento della sua vita bello che concluso, perché sì, a dodici anni altro non desiderava, se non ricalcare le orme di un certo, colossale idiota. Altro non avrebbe voluto fare, se non essere in grado di curare le sue ferite... per lo più auto inflitte.
E la saggezza sta nel riconoscere ciò che puoi cambiare da ciò che va oltre la tua portata, non nel fare i salti mortali per aiutare chi non desiderava esserlo. Non nel vero senso del termine, almeno. Scuote la testa in silenzio, preda dei suoi pensieri inespressi ancora per qualche minuto. Sente che le sta nascendo in testa qualche idea malsana: qualcosa tipo "cambiare quello che non mi piace della mia vita, per darle un verso che mi soddisfi".
Cambiare.
Mendokusai. Che seccatura.

”Jorogumo dovrà mettersi a studiare sul serio” - decreta infine, con tono rassegnato. ”Non sui libri però. Stavolta non ne caverebbe nulla” - precisa, tornando a sollevare le due fessure sulla figura del Diavolo.
Unica fonte autorevole - come dicevamo - per quanto concerne delle armi di cui nessuno conosce davvero la natura, se non chi le brandisce. Certamente non sarebbe rimasto soltanto lui, se solo Hayate Kobayashi non si fosse dato alla macchia, ma a questa mancanza a quanto pare non c'è più rimedio.
Sente il ritmo cardiaco accelerare prepotentemente, mentre si decide a fare l'ultima cosa che mezz'ora prima mai avrebbe pensato di fare. Stringe i pugni, con le mani ancora serrate tra loro all'altezza del petto, una fatica indicibile a mantenere la testa alta e lo sguardo dritto in avanti:

”Pensi di poter dare una mano a Jorogumo, Diavolo della Nebbia?”



 
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