Il cuore delle Isole Fluttuanti, Autogestita Apprendimento "Tsukuyomi Oscuro"

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view post Posted on 7/7/2022, 23:16     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Questa nasce come Autogestita per l'acquisizione della Variante Lv100 dello Sharingan trapiantato. Avendo già praticamente fatto un'Addestramento dedicato all'operazione, ho voluto soffermarmi più sull"accettazione" del concetto di Tsukuyomi da parte di Yusekai, essendo la tecnica una sua "variante". Molta Lore insomma.

Questa inoltre è una sorta di "Parte 1 di 2" di un aggiornamento che farò di Sora post Summit, da cui poi andrò ad agganciarmi al proseguo dell'evento e, si spera, alla caccia dei bastardi imperiali. La Parte 2 arriverà presto. Let's gooo

CITAZIONE
Variante di "Alba Nera" Lv100 (7 Yin)
Genjutsu - Tsukuyomi Oscuro (Limite: 7) [CHK: -18] [STM: -10] {MST * 270}
Offensiva (Lungo Raggio)

"Quando Mira ha avuto accesso all'occhio sinistro di Akane, è riuscita a condurre studi ed esperimenti sul potere celato al suo interno, e a scoprirne i segreti. Sfruttando inoltre il suo corpo composto da Origami, è riuscita a trapiantarlo "sotto pelle", oltre lo strato di carta della fronte, collegando lo Sharingan direttamente al suo sistema circolatorio. A differenza di un Uchiha però, la donna non riesce ad attivarlo direttamente, ma ne usa il potere collegandolo a Yusekai, rendendolo un catalizzatore per la genjutsu più spaventosa che esiste: Tsukuyomi. In questo modo, riesce a sfruttare l'Arte Oculare per poco tempo, rivelandola nella fronte e a scaraventare l'avversario in un mondo oscuro dominato da una inquietante Luna Nera. Tsukuyomi è una delle poche illusioni in grado di manipolare la percezione del tempo. Il bersaglio crede di rimanere intrappolato in questa genjutsu per un massimo di due giorni, dei quali ogni minuto viene percepito lungo ore, mentre nella realtà trascorre un solo istante. Durante questo periodo di tempo (che comunque può essere anche ridotto a piacere dall'utilizzatore) Mira può far vivere alla vittima ogni genere di atrocità a suo piacimento, torture fisiche ininterrotte di giorni e giorni, visioni atroci e quant'altro a propria discrezione, tuttavia tutte sono accomunate da una irreale luna nera contornate da oscure fiamme irregolari, fissa nel cielo. Al risveglio dall'illusione il corpo della vittima non subisce alcun danno, tuttavia la sua mente risulta completamente devastata."

Effetti:

  • Pur essendo una Genjutsu, la tecnica genera un attacco, ma perdura per un solo istante e non può essere mantenuta. Può essere difesa mediante le normali difese, ma narrativamente verranno ruolate come difese mentali.

  • Il Moltiplicatore Danno è settato a 10 e non può essere modificato in alcun modo, tranne dall'effetto della stessa tecnica.

  • Causa Status Panico {3} per due turni

  • Se l'avversario è sotto l'influenza di "Alba Nera", il Moltiplicatore Danno aumenta di 3.

  • Essendo di natura una Genjutsu, come da regolamento, non può essere intercettata o sostituita in alcun modo.

  • Non può essere utilizzata da Varnaki


  • Isola di Suzaku - Sora no Kuni
    7 Gennaio 253



    Erano preziosi i momenti in cui Mira riusciva veramente a "dormire". Da quando aveva imparato a sfruttare la posizione del suo spirito tra il piano della Realtà e quello di Yusekai, anche quando il suo corpo riposava, la sua mente continuava a lavorare, continuando non solo a svolgere le funzioni primarie per permettere agli organi involontari di svolgere le loro funzioni, ma anche per ragionare, studiare e trovare soluzioni rimaste incompiute da "sveglia". Negli ultimi giorni però, da quando Gaz era riuscita a trapiantarle lo Sharingan di Akane, la notte era diventata temibile, pericolosa, sfiancante. Il Daimyo era abituato a vegliare sul proprio corpo mentre questo si lasciava andare a un sonno ristoratore, grazie anche alle anime nere di Yusekai, ma quell'occhio scarlatto, quel potere inestimabile appartenuto allo Yokai di Konoha, sembrava non essere stato ancora del tutto domato.

    Erano gli incubi il problema, visioni di distruzione, visioni di una Luna Rossa che implacabile avvolgeva ogni cosa nella terra oscura del Tenshi, con il suo riflesso scarlatto. Yusekai sanguinava, lo facevano le anime, lo faceva anche Varnaki e lei non aveva potere, non riusciva a fare nulla per aiutarli, per aiutare se stessa.

    Poi l'incubo terminava e Mira si svegliava nel suo letto a Suzaku, dove alloggiava momentaneamente insieme a Gaz con Chishiki Alta ancora in quarantena per lo studio dell'esplosione e la ricerca di eventuali prove da poter usare contro l'impero. Come se non bastasse però, quegli incubi non erano la sola cosa che non permettevano al Daimyo di organizzare in lucidità la prossima mossa in direzione Est, per provare a stanare chiunque fosse stato tanto stolto, o furbo, da piazzare una bomba nel bel mezzo del Summit dei Kage: era da circa tre giorni che Chishiki Alta soffriva di persistenti scosse di terremoto. Inizialmente non sembrava nulla di allarmante, ma con il passare delle lune la situazione stava cominciando a diventare preoccupante. Ogni scossa era confinata all'isola fluttuante, dunque nessuno al di sotto dei ninja che stavano compiendo le ricerche nel luogo, e gli altri uomini fidati del Tenshi, erano a conoscenza della cosa. Chishiki Bassa non percepiva nulla, così come le altre isole, ma se le scosse erano cominciate con lievi assestamenti, nelle ultime ore la situazione stava diventando allarmante. Cercare di tranquillizzare il popolo dalla bomba esplosa il giorno dell'inaugurazione della capitale era già stato un lavoro a tempo pieno per Mira, e cercare di giustificare eventuali pezzi interi dell'isola venire giù sulla città non avrebbe aiutato a mantenere il clima sereno e di collaborazione che la donna aveva combattuto per ottenere.

    Insomma, a Sora la situazione era critica e la condizione di salute della sua leader, complice anche la sua gravidanza, non aiutava a trovare in fretta una soluzione per tutto.


    Gaz - Hai le occhiaie. La piccola era sempre stata vicina alla madre durante la convalescenza dall'operazione, tra tutti dunque era l'unica insieme a Kakumei che sapeva di quella situazione.

    Mira - Ancora gli stessi incubi. È come se quest'occhio stesse cercando di combattermi. Era stanca, chiaramente spossata.

    Gaz - Varnaki che cosa ne pensa? Yusekai non sta provando a trovare una soluzione da sola?

    Mira - È come se Yusekai fosse affascinato da questa luna rossa. Non riesco ad aiutarli, e quei terremoti... Poggiò entrambe le mani sulla scrivania della stanza, dove stava appuntando qualcosa in quello che sembrava la riproduzione del tavolo del Summit con la disposizione degli invitati. Un paio di giorni prima tra l'altro, la squadra medica era finalmente riuscita a predisporre il corpo rinvenuto dopo l'esplosione al tempio, per l'intervento del Tenshi, che attraverso il Kidenshi era riuscito a ripristinare quasi completamente il suo viso. Anche in quel caso, la scoperta che si trattasse realmente di Shogun Hyuga non aveva fatto che aumentare le perplessità riguardo la natura della bomba e dell'attacco al Summit, con Akatsuki che probabilmente era stata fregata a sua volta. Nonostante le cattive notizie, almeno in quel caso, era riuscita a conservare un campione di DNA dello Hyuga, così da, eventualmente, sfruttarne a pieno le possibilità nel momento in cui il Sigillo della Vita fosse stato nuovamente pronto all'utilizzo.

    Gaz - Sei stressata, potrebbe essere proprio questa la natura degli incubi. Lo Sharingan è un potere potente, magari prova a sovrastare le menti meno in forma. Non so come altro spiegarmelo... Senza contare la tua ALTRA situazione.

    Mira sorrise, era lieta che la piccola riuscisse nonostante tutto a strapparle un istante di ilarità in quel concerto di situazione critiche.

    Mira - Stiamo bene, davvero.




    Fu proprio la sera del 7 a segnare una svolta nella situazione di Sora. Chishiki Alta fu scossa dall'ennesimo terremoto ma stavolta l'intensità sembrò maggiore così come la durata. Gli shinobi sul luogo provarono a velocizzare il lavoro di sostentamento dell'isola, lavorando per le conseguenze più drammatiche possibili, installando nei punti nevralgici dei pacchi di propulsori, ricavati dagli stivali che venivano utilizzati dalle squadre speciali per cavalcare le correnti ascensionali. Quel terremoto però, rivelatosi così spaventoso, costrinse Mira a prendere una decisione definitiva nonostante la sua condizione, come affermava Gaz, di stress e stanchezza: sarebbe partita per incontrare nuovamente Omi, chiedendole aiuto riguardo la condizione dell'isola maggiore del paese. Quest'ultima aveva già dimostrato di avere un legame viscerale con il Cielo, come ne fosse una rappresentazione diretta, o un suo riflesso. Doveva capire dove e come intervenire per evitare che Chishiki Alta crollasse letteralmente sulla città bassa, causando un disastro al pari della bomba di Maigo, ma anche il motivo per il quale l'isola continuava a tremare in quel modo, nonostante ne avesse già un vago sospetto.

    Omi era la ragazzina minuta con i capelli scuri e i particolari occhi violacei che Mira e Gaz avevano conosciuto durante gli studi sul Suiton circa un mese prima. Abitava in un piccolo casolare immerso in una palude nella zona più selvaggia di Sora, in mezzo alla foresta che circondava le terre all'ombra delle isole fluttuanti. Ritrovarla non sarebbe stato difficile, d'altronde fin dal loro ultimo incontro Mira, Omi e Gaz si era ripromesse di rivedersi, sebbene la motivazione, questa volta, sarebbe stata ben più importante. Madre e figlia decisero di allontanarsi da Suzaku insieme dunque, sebbene il Tenshi si era preoccupato di lasciare un proprio clone sulle isole per tenere monitorata la situazione dei terremoti, ed eventuali ritrovamenti nella zona dell'esplosione. Kakumei si sarebbe preoccupato di aggiornarla e in caso di necessità, non sarebbe stato difficile tornare sfruttando il percorso che Omi, la prima volta, aveva rivelato alle due ragazze, che aggirava il cuore della foresta.


    Gaz - Cosa ti aspetti di scoprire? Nemmeno lei era a conoscenza di come fosse legata al paese.

    Mira - Lei percepiva un legame con l'energia delle isole. Se la bomba del Summit ha in qualche modo intaccato il flusso di energia di Chishiki, lei deve averlo percepito. Quella bomba, e il modo con cui ha giocato con la nostra forza, il nostro chakra... deve essere stata lei a cambiare qualcosa, non ho alcun dubbio.




    A differenza della prima volta, bastarono poche ore per raggiungere il lago di Omi e la sua piccola abitazione di legno. Stavolta però non trovarono la ragazzina ad accoglierli, non trovarono resistenza, né percepirono presenze muoversi nelle zone fangose della zona. Non sembrava esserci nessuno nei dintorni, se non proprio in casa: era possibile vedere una soffusa e irregolare luce gialla dalla finestra del piano superiore, e poco altro. Mira e Gaz si avvicinarono lentamente facendo il massimo per provare a non allertare nessuno, e giusto in prossimità dell'abitazione udirono un canto provenire dalla casa.

    Gaz - È la sua voce? È bellissima!

    Mira - Potrebbe, avviciniamoci.

    La piccola dagli occhi dorati era incantata da quel suono, soave seppur malinconico, sembrava poter incorniciare il suo stato d'animo perfettamente. Era un canto lento, composto da parole apparentemente incomprensibili, ma invece che di una ragazzina, sembrava opera di qualcosa di più grande, quasi etereo, come se quei suoni potessero riecheggiare direttamente dentro le loro teste. Eppure non sembrava minaccioso, anzi, sembrava invocasse... aiuto.

    Mira - Omi? Sono... il Tenshi, e c'è Gaz qui con me.

    Gaz - Omi! Ti ricordi di noi, non è vero?

    Omi si era dimostrata incredibilmente grata al Tenshi la prima volta che l'aveva conosciuto. Affermava che avesse liberato lo "spirito" di Sora, e che mai era stato tanto potente. Eppure adesso stava soffrendo.

    Ai richiami, il canto si interruppe. Le due donne si avvicinarono fino ad arrivare davanti alla porta che trovarono aperta. Mira la spinse leggermente, giusto per scrutare fugacemente al suo interno: sembrava tutto piuttosto congruente a quando erano stati ospiti lì dentro la prima volta.


    Gaz - Omi stiamo entrando!

    Mira provò invano a richiamare la figlia, che senza pensarci oltre spinse la porta ed entrò. All'interno vi era la stessa mobilia che avevano già conosciuto, ma alcuni ninnoli che la proprietaria collezionava alle pareti erano caduti, o direttamente assenti. Anche il tavolo pieno di frutta che la prima volta aveva tanto fatto piacere a Gaz sembrava piuttosto malmesso, con qualche mela marcia e in generale poca varietà. A quel punto si convinse ad entrare anche Mira, cadenzando i passi ed annunciando nuovamente la loro presenza a chiunque vi fosse in casa. La cosa strana e inaspettata fu che stavolta qualcuno rispose:

    ??? - Vi aspettavo già da qualche giorno, perché ci avete messo tanto?

    Le due ragazze si voltarono verso l'alto, in cima alle scale di legno che portavano al piano superiore, e la videro: una bambina con il viso pallido, le occhiaie e le guance smunte. I suoi occhi erano umidi e la sua voce rotta. Era chiaramente Omi ma senza l'energia che l'aveva contraddistinta la prima volta che l'avevano vista.

    Mira - Omi... che cosa è successo?

    La ragazzina scese lentamente le scale, giungendo proprio davanti al Tenshi, a cui prese la mano senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi.

    Omi - Sora è ferita, come me... e te. Sora ha bisogno del suo angelo... ma rischia di essere tardi.

    Mira si abbassò raggiungendo la sua altezza, scrutando in quelle iridi stanche e sconvolte.

    Mira - Siamo venuti qui proprio per aiutare il paese... Io non so che cosa devo fare... dimmi come posso aiutarti, dimmi come posso aiutare Chishiki.

    Omi chiuse gli occhi, permettendo a una lacrima di liberarsi dalla gabbia dei suoi occhi e solcarle la guancia pallida. Non rispose subito, ma continuò a stringere la mano della donna. Quando tornò a guardarla, le sfiorò la fronte con aria perplessa, e dubbiosa, cercando di capire il perché di quella sensazione così nauseante.

    Omi - Tenshi... se tu non trovi equilibrio, come puoi pretenderlo da Sora? Un paese è figlio di chi lo governa, di chi lo difende e rappresenta. Io non posso salvare Sora, solo tu potevi farlo, ma adesso...

    Un dolore lancinante proprio nel punto che Omi aveva sfiorato, nella fronte di Mira, colse quest'ultima improvvisamente. Non era pronta a quel risvolto, la stanchezza, il bisogno di dormire e la necessità di rimettere insieme se stessa, la sovrastarono e percepì i sensi venirle meno, fino alla totale oscurità.

    ??? - Yusekai
    ??? - ???



    Varnaki - Non ti eri mai fermata ad osservarla, è magnifica non è vero?

    Il mondo oscuro delle anime nere di Mira era governato da un'enorme luna piena rossa nel cielo. Al suo interno vorticavano tre tomoe, trasformandola in un enorme e inquietante Sharingan. Mira era seduta ad osservarla, con il viso che non lasciava trasparire emozioni. Era semplicemente lì, immobile, che rifletteva sul significato di quella luna. Come potevano coesistere il potere dello Sharingan e quello di Yusekai? L'occhio celato adesso all'interno della sua mente possedeva lo spirito di Tsukuyomi, una divinità che non poteva essere domata, non in quel modo, non con la forza.

    Mira - Lo è, davvero.

    Una risposta che Varnaki non si aspettava, e che aumentò la sua curiosità. Decise così di avvicinarsi alla Madre.

    Varnaki - Kai te l'aveva detto, prima o poi farai i conti con i tuoi demoni. Giocare a fare la Dea è pericoloso, ma giocare a fare la salvatrice di un intero paese... lo è ancora di più.

    Mira - Credi sia questo per me? Un gioco?

    Varnaki - È sempre stato così. Il tuo gioco, cara madre, attacca e conquista per poter placare la tua insaziabile sete di conoscenza. Ogni cosa è uno strumento per questo. Sora lo è, Fuyuki lo è, il nascituro, e anche... quella luna lo è. Tsukuyomi però ha capito, l'hai studiata tu stessa da quell'occhio e sapevi che non ti avrebbe permesso di fare i tuoi comodi.

    Mira - Lo credevo anch'io, sai? Ed era spaventoso pensare che presto o tardi tutto mi sarebbe crollato addosso.

    Varnaki - Era? Adesso non lo è più?

    La donna si voltò a guardarlo a quel punto, sfidando lo sguardo bramoso di indipendenza dell'anima nera più potente, e Varnaki si pietrificò a quegli occhi.

    Mira - Poi ho capito che anche l'Ossessione era un MIO strumento, al MIO servizio. È l'arma che mi ha condotto a governare, a scegliere e decidere, e che non mi permetterà mai di fermarmi.

    Varnaki era in silenzio, la lasciò continuare senza aggiungere nulla, o senza osare farlo.

    Mira - Così ho continuato, sperando che questa Luna rossa potesse risolvere parte dei miei problemi. L'Impero, questo bambino, Chishiki...

    Varnaki - Tsukuyomi non risolverà mai i tuoi problemi, madre. Lei è solo uno strumento, come tutto il resto. Non c'è nessuna divinità.

    Mira ci pensò per alcuni secondi, ragionando su quel riflesso scarlatto:

    Mira - No, non ce n'è nessuna.

    Varnaki - E allora... Che cosa dice il Tenshi? Che cosa farai con Tsukuyomi?

    Mira - La renderò utile al suo scopo.

    Varnaki - Come tua pari? Come ospite d'onore del nostro mondo oscuro? Sul viso mostruoso un ghigno.

    Mira - Come strumento, come arma al servizio di un'altra luna.

    Il demone cominciò a sghignazzare e con lui anche una miriade di anime minori che nell'oscurità cominciarono a vorticare lì intorno. I loro occhietti di fuoco comparvero ovunque e sovrastando quello spazio oscurarono la luce rossa della luna. Presto l'unico riflesso scarlatto rimase il loro, perché un manto molto più buio, e denso, avrebbe presto ricoperto l'astro, oscurando qualsiasi altra presenza nel suo maestoso e inquietante candore.

    Varnaki - Solo io posso ergermi a pari, madre, perché io sono TE!!

    Palude di Omi - Sora no Kuni
    8 Gennaio 253 - 06:37



    Mira si svegliò a causa dei primi raggi di sole che al mattino filtravano tra le fronde degli alberi della palude. Era uno spettacolo magnifico, con i colori dell'alba che si mischiavano a quelli delle lucciole sul punto di abbandonare il luogo della notte. Era un delizioso tormento di arancione, verde e azzurro, con l'acqua del lago che rifletteva le luci e illuminava fino al limitare della valle. La donna si tirò su, in forze stranamente, e conscia di aver finalmente potuto dormire senza incubi. Gaz era lì accanto a lei, ma dormiva profondamente, mentre Omi era già fuori sul bordo del lago. Mira decise di raggiungerla, aveva ancora troppo da chiederle e di risposte non ne aveva avute.

    Mira - Omi, che cosa è successo ieri?

    La piccola sorrise nel vederla arrivare:

    Omi - Hai cercato alleati per questa nuova guerra, è normale. Ricorda però che sei stata tu a liberare Sora, e sarai ancora tu a salvarla da quest'altra minaccia.

    Era ancora chiaramente sofferente, con il viso pallido e la tosse che le rompeva il fiato. Mira lesse nel suo sguardo la sofferenza e si avvicinò lentamente, come la sera prima aveva fatto proprio lei scendendo dalle scale e prendendole la mano. Stavolta fu la donna a prendere per mano la ragazzina, a sostenerle il respiro, dandole la forza di tirarsi su dal limitare del lago.

    Mira - Lascia che ti aiuti.

    L'energia verdognola, benigna, benedetta, del Jozu si avvinghiò tra le dita di Omi, scivolando poi lungo le sue braccia per avvolgerla infine come il caldo abbraccio di una madre. La ragazza percepì un calore prenderla e cullarla, sfidando qualsiasi tipo di malessere, combattendo per lei e con lei per ridare colore alle sue guance rosa e vitalità al corpo smunto che si era, fino a quel momento, trascinato nella sua palude. La bambina prese un lungo sospiro, come fosse appena tornata in superficie dopo un'interminabile apnea, e alzò lo sguardo per incontrare quello di Mira, in attesa di scoprire se fosse quantomeno riuscita ad alleviare la sua sofferenza.

    Omi - È... incredibile.

    Mira - Ti senti un po' meglio?

    Omi indietreggiò, sedendosi a gambe incrociate sul bordo del lago. Si passò una mano tra i capelli, e con un'altra provò a percepire la temperatura della propria fronte.

    Omi - Forse non è ancora troppo tardi, forse, nonostante tutto, puoi ancora salvarci.

    Mira prese posto al suo fianco.

    Omi - È questo l'Angelo che ho pregato fino a oggi, che ha liberato il Cielo dai tiranni, e che ha ridato luce alle isole e alle terre sotto di esse. Non... non lasciarti andare alle incertezze, tu sai benissimo che cosa devi fare.

    Mira - C'è stato un attacco a Chishiki, una bomba che ha...

    Omi - Ha incrinato l'energia del Cielo. Io non conosco l'origine dell'energia delle isole, ma so per certo che è proprio questa a fare respirare il paese. Qualsiasi cosa sia successa, ha creato una lesione. Quando mi hai toccata, ho sentito però le forze tornarmi, così come sono tornate le forze alla stessa Sora... ma hai solo guadagnato tempo. Devi raggiungere l'energia alla sua essenza più pura. Devi arrivare al cuore del paese.

    Il nucleo di energia nel cuore di Chishiki Alta. Era questo che Mira doveva cercare di riparare, ma era un luogo realmente raggiungibile? Aveva esplorato in lungo e in largo quella che un tempo era stata l'isola di Genbu, il Tempio di Buraindo che dall'alto osservava l'intero paese, ma non aveva mai trovato un modo per effettivamente raggiungere ed interagire con il cuore dell'isola. Eppure Buraindo c'era riuscito, c'era già stato un precedente.

    Mira - Come posso riuscirci?

    La ragazzina sorrise, con un ritrovato sorriso ripulito da quelle tristi occhiaie e dal viso pallido. La risposta nacque nella maniera più spontanea possibile, e già dal modo in cui riusciva a comunicare suo il sguardo la donna avrebbe potuto capire:

    Omi - Sei riuscita a toccare il mio cuore, Tenshi, e a riportarmi alla vita. Parla con l'isola, e sarà lei stessa a mostrarti la strada e ad accoglierti. Nella sua voce però, c'era ancora un velo di preoccupazione - ma devi fare in fretta.

    Isola di Chishiki - Sora no Kuni
    8 Gennaio 253 - 12:16



    Tornare nel luogo dell'esplosione le aveva fatto un certo effetto. La grande sala era stata quasi totalmente rasa al suolo e i corridoi che portavano ai laboratori personali del Tenshi, seppur protetti da mura massicce, avevano anche loro riportato ferite non indifferenti. I membri della squadra speciale stavano continuando le ricerche di qualsiasi cosa potesse tradire l'artefice della bomba, ma quello che interessava a Mira, quel giorno, era raggiungere una delle zone più interne del tempio. Da quando aveva aiutato Omi, non erano stati registrati ulteriori terremoti nell'isola, ma se era soltanto tempo quello che aveva guadagnato, non si sarebbe potuta permettere di perderne dell'altro. Il luogo d'interesse, quello scelto per il tentativo di contatto si trovava tra le aree del laboratorio, di fatto sotto al tempio, zona che aveva utilizzato per alcuni esperimenti sul Kishin dopo essere diventata Daimyo, e dove nascondeva, tra le altre cose, il DNA della nukenin di Iwa che aveva fatto esplodere Maigo. Era una zona altamente sorvegliata, accessibile solo ai membri del Sakuru, e considerabile sensatamente la più "vicina" al cuore dell'isola, letteralmente. Mira si sistemò al centro di una camera completamente spogliata di strumentazione, mobilia e qualsiasi cosa potesse esserle di intralcio, dunque si sedette sospirando e chiudendo gli occhi lasciò che Yusekai sostituisse qualsiasi cosa intorno a lei. Le pareti del mondo degli spettri erano oscure, squisitamente nere, su acque dense che riflettevano quella che dal cielo si presentava come un Luna Nera. Era piena, contornata da fiamme irregolari color pece, che bruciavano di una ritrovata energia. Mira si concentrò, provando a trovare un contatto tra i veli, esplorando con il proprio spirito l'isola, cercando segni, qualsiasi cosa potesse darle una pista. Ed effettivamente qualcosa apparentemente giunse: il Tenshi aprì l'occhio sulla fronte, rivelando il suo Sharingan e rafforzando il legame tra le Realtà, e scovando un piccolo barlume di luce straniero rispetto a Yusekai, madre e figli oscuri provarono a seguirla, districandosi tra le acque nere di quel mondo senza forma e senza colori, sulla scia di energia pura che stava accettando di lasciarsi inseguire. Il corpo di Mira era immobile, con il sangue nero che cominciò a colare dalle narici, dagli occhi e anche dallo Sharingan sulla fronte. Se non un altro terremoto dovuto al nucleo, quello che avrebbe scosso nuovamente il cuore dell'isola sarebbe stata l'energia di Mira e di Yusekai, sul punto di crepare le pareti, la terra, il tempio stesso. Continuò ad inseguire la luce, a destra, poi a sinistra, in un dedalo di cunicoli indecifrabili, finché finalmente non giunse a un vicolo cieco. La luce si dissolse e in quello che non fu nemmeno definibile un istante, in un immagine a fuoco nella sua mente, la vide: una luce, il nucleo, l'energia pulsante dell'isola... e la sua crepa. Era lì, era presente e reale: una ferita in una sfera titanica di energia, entrata in risonanza con la bomba esplosa al Summit.

    Aveva trovato il nucleo, l'aveva visto con i propri occhi, ma aveva visto anche la sua ferita. No, non aveva ancora la forza per risanare quella crepa, ma l'avrebbe cercata, oh se l'avrebbe fatto.


    CITAZIONE
    Edit. Notifico che avendo già occupato il mio Slot standard di Autogestita, questa occupa lo Slot Extra al prezzo di 500 Ryo.


    Edited by Griever_ - 10/7/2022, 16:12
     
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    view post Posted on 8/7/2022, 13:09     +1   -1
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    Naisu, naisu.
    Il numero di caratteri c'è, bene anche lo sfruttare il "buco" nella lore di Sora per introdurre il motivo della fluttuazione delle isole (o almeno, la sua veste apparente, avrai spazio per approfondire anche questo alla bisogna).
    Non ho capito bene se il dialogo tra Mira e Varnaki sia risolutivo, o se è solo il primo di una lunga serie; in ogni caso sono tutti spunti di gioco piuttosto corposi e interessanti.

    Per me ci siamo: sessione valida, prosegui pure.
     
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