Addestramento di Mira, Per Griever_

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view post Posted on 3/5/2022, 13:08     +1   -1
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Il cielo era costellato di nuvole, quella sera del 2 gennaio, nell'isola di Suzaku. La pioggia cadeva copiosa sui tetti delle case, ticchettando sui vetri delle abitazioni, come un tamburello suonato da un bimbo del paese che si divertiva a dare sfoggio alla propria fantasia.
In quell'attimo preciso, qualsiasi viandante avrebbe avuto difficoltà ad osservare lontano di un palmo dal proprio viso, colpevole anche il buio che si faceva sempre più fitto e presente.
Noncurante del clima, e della probabile possibilità di prendersi un malanno, un misterioso uomo si trovava senza una qualche difesa dal cielo, bagnandosi. Anzi, sapete, lui apprezzava quello strano contatto con la natura. Apriva e chiudeva la copertura del proprio accendino, girando con l'altra mano la sigaretta, spenta a causa del tempo non favorevole e consono.
I suoi morbidi capelli lisci e neri erano nascosti sotto a un cappotto dell'annesso colore.
Un paio di occhiali tondi e dorati erano adagiati sul suo lungo naso a punta, che ornavano la sua figura. Poteva avere un'altezza vicina al metro e ottanta, ma ogni cosa di quell'essere umano avrebbe potuto provocare curiosità. Sin dal neo situato sulle labbra, sin dallo strano paio di scarpe che indossava, con la punta arrotondata che si alzava, storcendosi, come le scarpe di un clown scappato da un circo.
Nonostante questa stranezza, se qualcuno avesse potuto scorgere il suo sguardo, avrebbe subito intuito che nulla era rassicurante in quell'essere. Il sorriso nel viso, non prometteva nulla. L'insieme degli elementi del suo aspetto avrebbe potuto suscitare un senso di sdegno dalla gente. A primo acchito sembrava un uomo elegante e tutto d'un pezzo, e le scarpe stonavano grandemente col resto.

Uno, due, tre… esseri viventi. Uno, due, tre… morirai.

Ripeteva in continuazione, ora parlando e ora sussurrando, nel fremito del vento che nascondeva ad occhi esterni le sue parole.
Adagiato su un muro che costeggiava la strada, chiunque avrebbe potuto comprendere che la sua presenza lì non era causale, ma stava aspettando una persona.

La bella donna dai capelli biondi finalmente -o quantomeno per lui- giunse nel campo visivo del suo sguardo. Si mise le mani in tasca, stringendo meglio il cappotto e nascondendo il viso sotto un mastodontico cappello nero, di feltro, con intorno un laccio dorato.
Con passo lento, sicuro di sé, giunse molto vicino a Mira.

Stai attenta, altrimenti il villaggio verrà distrutto.

Dette queste brevi parole, con un tono molto forte, con la certezza che la donna avesse sentito le parole, accelerò il passo, girando l'angolo della strada. Se la donna avesse provato a seguirlo, non avrebbe più trovato nessuna traccia di lui.


Il giorno seguente.
Era mattina, molto presto. L'alba era alle porte del mondo. In quel momento, Gaz era comodamente adagiata sul letto della propria stanza. Era sveglia, quella notte non aveva preso molto sonno. Vi erano svariati motivi, in più sentiva una strana sensazione. Spesso sentiva di essere osservata, ma quando provava a guardarsi intorno constatava che tutto questo era finto, non vero. Nessuna persona si era mai avvicinata, ma il sesto senso gli indicava di stare attenta, che non poteva abbassare mai lo sguardo.

Erano le ore sette del mattino, era giunto il momento di alzarsi. Gli ultimi giorni erano stati davvero pesanti. Sentire il boato dell'esplosione, i battiti cardiaci che battevano prepotentemente, la paura della sorte della madre: tutto questo era stato troppo anche per lei, anche per una bambina che aveva imparato tanto sulla medicina e la cura per il prossimo. Il ricordo della corsa, della ricerca nell'isola del Chishiki, delle urla preoccupanti che avevano oltrepassato le sue corde vocali, ancora oggi gli incutevano terrore.

Prese un cibo veloce, pronto, e uscì di casa, cacciando il ricordo.
Doveva raggiungere l'ospedale, situato nell'isola di Suzaku, per fare il consueto giro degli ammalati e visionare se alcuni avessero riscontrato qualche difficoltà nel corso della notte. Sì, aveva optato di riposare a casa, nel proprio letto, per cercare di non dare peso alla paura del domani e del presente, senza però portare dei buoni risultati, visto la notte che aveva trascorso.
Varcò la porta dell'ospedale, nascondendo uno sbadiglio.

Nel mentre, in un posto lontano.
Era simile a una caverna, rocciosa.
L'uomo dal cappotto nero inspirava con ampi respiri dalla sigaretta, facendo scendere con delicatezza il fumo del tabacco sin dentro ogni singola parte dei polmoni, estasiato dalla presenza della nicotina che colorava la sua intera mente.

Tieniti pronto.

Esclamò il misterioso uomo dai lunghi capelli neri, parlando con un individuo che teneva il viso nascosto sotto una maschera. Non disse una parola, ma con un cenno del capo indicò che era totalmente preparato per tutto ciò che gli avrebbe ordinato di fare.

CITAZIONE
Ebbene sì, inizia l'addestramento di Mira. Per qualsiasi dubbio contattami in privato. Che dire, è un onore per me farti da master, spero di esserne all'altezza. Buon divertimento!
 
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view post Posted on 5/5/2022, 10:26     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Pioveva. Sembrava quasi che il Cielo stesse ancora soffrendo la ferita che gli era stata inflitta il giorno del Summit, quando il sole alto aveva illuminato l'inaugurazione di Chishiki e Yuumen. A quegli eventi però, erano seguiti un paio di giorni di temporale, con la pioggia che setacciava ogni angolo delle isole fluttuanti, e i villaggi sotto di essa, rifugiatisi all'ombra delle loro sorelle più grandi. Chishiki Alta era stata isolata per permettere agli uomini del Tenshi di rimettere in sesto il tempio nel più breve tempo possibile, rimasto in piedi, tra le altre cose, grazie all'intervento tempestivo di Kakumei. Erano state quarantotto ore decisive per vagliare la stabilità e la fiducia del popolo nei confronti della nuova leader e a conti fatti, in maniera piuttosto inaspettata, Sora sembrava aver reagito con una grande prova di forza alla difficoltà, con Eikou che dal secondo anello, senza aver nemmeno avuto la possibilità di parlare con il Tenshi direttamente, aveva invocato il nome dell'Angelo protettore del paese per difendere la vita dei propri fratelli e dei propri figli. Forse però, nonostante la fiducia e la resilienza del paese, era Mira stessa ad aver bisogno di conferme e mentre la pioggia batteva nefasta sui domini di Suzaku, luogo in cui si erano stabilite lei e Gaz per il momento, la donna osservava fuori dall'ampia finestra che dava sui confini, così oscuri e spettrali a quell'ora della notte che sembrava potessero nascondere una minaccia ogni volta che soffiava il vento.

Davanti a sé, aperto sulla scrivania, aveva un libro con scarabocchiati diversi appunti, con schemi e collegamenti che sembravano però non portare a nessuna soluzione. Erano probabilmente calcoli e formule relativi a qualche difficile studio specifico, ma il simbolo disegnato a lato dello schema era inconfondibile: i tre tomoe neri dello Sharingan su sfondo cremisi. Stava studiando gli Uchiha fin dal giorno in cui Akane era caduta, ma gli eventi del Summit e la quantità di Jozu che aveva utilizzato per curare i feriti, aveva rallentato sia la ricerca di una soluzione a quella risorsa, sia i lavori di "ripristino" del corpo di Shogun Hyuga, tenuto sotto osservazione nei laboratori dell'isola.

Si sarebbe a quel punto concessa qualche istante per se stessa, chiudendo il libro e distendendosi lungo lo schienale della seduta, ma bussarono alla porta proprio in quel momento:


??? - Tenshi?

La voce inconfondibile di Kakumei, che venne accolto immediatamente. Il vecchio avanzò immerso in un mantello nero, ancora zuppo per la pioggia che doveva essersi preso nelle ultime ore.

Mira - Allora?

Kakumei - La strada per Omi è completamente invasa dal fango e dalla pioggia, un viaggio adesso potrebbe bloccarti lì più tempo di quanto ne abbiamo a disposizione.

Mira chiuse gli occhi avvilita, sebbene si aspettasse una notizia del genere. Omi era la ragazzina che lei e Gaz avevano incontrato durante uno dei viaggi nelle selve inesplorate di Sora, colei che più di chiunque altro sembrava legata al potere delle isole e al paese in generale. Se Mira aveva preso in considerazione l'idea di tornarci, doveva avere in mente qualcosa di ben specifico.

Kakumei - Inoltre non vorrei sembrare inopportuno, ma non sei nelle condizioni di viaggiare. Quando hai intenzione di dirlo a Gaz? Merita di sapere la verità.

Mira scattò a quelle parole, alzandosi improvvisamente e battendo entrambe le mani sulla scrivania: il suo sguardo era severo, sfidando l'ambra scintillante delle iridi della vecchia spia:

Mira - Questi non sono affari tuoi Kakumei, e ora per favore lasciami sola.

L'uomo rimase a fissarla per qualche secondo, prima di eseguire gli ordini chiudendo la porta dietro di lui. Mira rimase da sola con le sue stesse parole, con i denti stretti e lo sguardo della spia che le rimase addosso anche attraverso la porta. Aveva in mente anche le parole dell'uomo che aveva incrociato tra le strade di Suzaku, che minacciava l'integrità stessa del villaggio. Aveva intensificato la guardia attorno ai punti nevralgici dell'isola, ma quanto peso doveva dare alle parole di uno sconosciuto nella pioggia? Ryuzaki e Buraindo avevano fatto lo stesso prima di dare il via al crollo del loro impero?




L'alba seguente, la pioggia non accennava a placarsi, così come persistente era la fissazione del Tenshi sullo studio dello Sharingan. Era a un punto morto, sembrava non riuscire a venirne a capo e sebbene avesse coinvolto Gaz nella ricerca riguardo gli Uchiha e il potere della "Luna di Sangue", il materiale che aveva tra le mani era ancora troppo scarso per provare a sfruttarlo a proprio vantaggio. Eppure aveva provato sulla propria pelle il potere di quell'occhio, quando aveva affrontato Kai, quando vide le pareti stesse di Yusekai tingersi di rosso e il suo cielo oscuro illuminarsi di una luna insanguinata. Tutte le strade portavano a una stessa conclusione: avrebbe dovuto impiantarlo su di sé, così da studiarne gli effetti direttamente. Per quanto Kakumei la stressasse però, aveva ragione: quanto avrebbe dovuto e potuto rischiare in quelle condizioni? Ma soprattutto, in che modo avrebbe potuto dirlo a Gaz?




Notte, e pioveva ancora. Mira e Gaz erano nelle camere riservate al Tenshi, nel quartiere residenziale di Suzaku. La piccola leggeva racconti su personaggi famosi e famigerati della storia utilizzatori dello Sharingan, amareggiata di constatare quanto in effetti poco ci fosse, mentre Mira scorreva con lo sguardo il resoconto, fino a quel giorno, dei suoi studi sull'argomento, e aveva di fianco dei report medici. Non sapeva bene come iniziare il discorso, ma a un certo punto lo fece e basta, tagliando corto: Voglio passare alla sperimentazione diretta... su di me.

La ragazzina alzò la testa, con aria piuttosto confusa in un primo momento, sgomenta successivamente.

Gaz - C-cosa? Ma non sappiamo ancora niente, non è passato abbastanza tempo, dobbiamo darci più tempo... E vedere Omi, capire come funziona il nucleo di ch-

Mira - Gaz, non abbiamo tempo. Non sappiamo di quanto ne avremo bisogno dopo per farne una risorsa, e non posso chiudermi nella mia reggia mentre il paese si nasconde nella paura di un'altra bomba.

Gaz - Ma... aspettiamo almeno di poter lavorare su Shogun. Potremmo avere informazioni importanti per il continente, e prenderemmo altro tempo.

Mira - No, ho deciso, e avrò bisogno di te per sistemare tutti i cavilli medici. Ricordi gli studi sul Kishin e sul sigillo di fuoco? Strumenti, nient'altro che strumenti per difenderci e crescere. Questo non è che un altro passo.

Gaz - Allora provalo su di me! Il paese non può rischiare di perderti...

Mira sorrise, era la seconda volta che Gaz si offriva volontaria per i suoi studi ed estremi esperimenti, e la cosa più incredibile era come lo facesse per bontà d'animo... e non per una stupida, futile, maledetta Ossessione.

Mira - Con il tuo aiuto, daremo a questo paese un Tenshi ancora più forte.
 
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view post Posted on 5/5/2022, 19:21     +1   -1
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Gaz era tremendamente spaventata.
Non riusciva a credere che la sua amata madre volesse rischiare così tanto.
Non poteva accettarlo, era una scelta troppo pericolosa e drastica.
In sala operatoria poteva accadere di tutto, anche un semplice incidente stupido poteva provocare un danno troppo grave. Lei era troppo importante per il paese e per Gaz stessa.
Deglutì, pensando all'idea di poter dover vivere da sola per l'eternità della vita che le aspettava davanti.

Troppe incognite vi erano in quel frangente. Gli studi fatti non portavano a nessuna strada, quindi lei comprendeva la decisione di Mira ma rischiare così tanto era troppo. Aveva provato a farla ragionare, a provare a diventare lei la cavia dell'esperimento, ma nulla poteva smuovere Mira da quella scelta così pericolosa.

La osservava, sua madre aveva davvero un bel sorriso in volto. I suoi lineamenti erano delicati, sicuramente ci doveva essere qualche essere vivente che osservava con curiosità la Tenshi. Osservandola, però, Gaz comprendeva che vi erano tante cicatrici nel suo animo. Provava a nasconderle, certo, a non farlo vedere, ma il passato è pur sempre una luce accesa nel buio della psiche umana.

Il passato bussa alla porta, chiede di entrare e, senza aspettare risposta, è lì a portare i bagagli e a depositarli alla mercé della gente. Ahi, la mente, ahi, la nostalgia, ahi, il dolore.

Ma, qualcheduno può davvero decidere di rischiare per amore della scienza? Si può, davvero, per amore della conoscenza, rischiare così tanto? Mettere a repentaglio la sua stessa esistenza, i ricordi, il suo dolce viso.
Con gli occhi quasi lucidi, Gaz non riuscì a dire un'altra parola. Era chiaro, Mira non avrebbe accettato un suo no. Doveva aiutarla, e quantomeno meglio che lo facesse lei direttamente che aveva la giusta preparazione, nonostante le tante incognite, anziché farla aiutare da un altro medico.

Ok, ti aiuto… Come vorresti procedere? Dobbiamo in primis fare degli esami. Andiamo di là.

Uscirono dalla stanza, diretti verso un'ampia sala. Vi erano numerosi macchinari che adornavano il luogo. Al centro vi era un lettino. Quella sala era propriamente adatta per fare ogni tipo di accertamento medico, per constatare se la persona che si doveva operare avesse tutti i requisiti a disposizione, o se fosse stato meglio agire in un altro modo.
Fece stendere la madre e per prima cosa prese un campione di sangue e lo adagiò in una macchinetta, per poter prendere i risultati qualche minuto dopo.

La figlia lo sapeva, tranquillamente poteva fare tutte le analisi del caso la paziente stessa, visto che stiamo parlando della Tenshi, ma lei voleva essere certa con i suoi stessi occhi che tutto andava bene, che non vi erano all'apparenza rischi.

In quale parte del corpo vorresti trapiantarlo?

Chiese, osservando i risultati ottimali del primo test.

Nel mentre, nella caverna.
Il silenzio era predominante in quel luogo, dal misterioso cielo indaco. Delle leggere rocce fluttuavano nel cielo, scontrandosi le une con le altre, in una parte del cosmo fatto da luce e ombra, da bianco e nero.
L'uomo portava la sigaretta alla bocca, inspirando a pieni polmoni quel forte sapore di tabacco, osservando l'esterno del luogo, con la mente sovrappensiero. I capelli fluttuavano per merito del leggero vento che filtrava nella caverna rocciosa. Si massaggiava la guancia, toccando la folta barba, mentre gettava via il fumo dalla propria bocca. I suoi occhi erano saldamente aperti, ma un occhio attento avrebbe potuto scorgere un leggero senso di stanchezza.

Sai, carissimo… avrai la tua vendetta e vinceremo tutti noi.

Disse il misterioso uomo con i lunghi capelli neri, calpestando il terriccio sotto i piedi, per aggiustarlo dai dislivelli del terreno.

Di spalle, nascosto da una maschera, l'altro uomo lanciò un Kunai verso la roccia poco distante da lui. In quel preciso punto, l'arma si conficcò in una foto in cui era raffigurato il viso di Mira. I suoi lineamenti erano così belli, pensava il secondo uomo, e con ancora più forza lanciò altre armi. Tutte colpirono in punti precisi il viso di Mira.

Vinceremo. Vincerò. Il passato osserva, indica, e colpisce.

E detto questo, lanciò un ultimo Kunai alla foto, alla fronte di Mira.

Nella sala delle visite
Gaz prese gli esiti dei vari esami. Tutti i valori erano giusti. Stava per dirlo alla madre, felice dalla positività dei risultati, ma anche leggermente amareggiata perché, in cuor suo, sperava in un esito leggermente fuorviante per evitare l'intervento.
Però, scorgendo meglio tutti i parametri del test, improvvisamente impallidì.

La voce le morì in gola, forse Mira stessa si sarebbe preoccupata nel vedere il biancore del suo viso. Bianco come un lenzuolo appena pulito e steso.

Cosa significa? Perché mi dice che sei incinta?

Esclamò, a chiare lettere, scandendole, come se volesse dapprima lei stessa comprendere le parole che stavano uscendo dalle sue labbra, con uno sguardo che guardava ma non guardava. Era come spenta. Fece dei piccoli passi all'indietro, appoggiandosi sul tavolo che era poco distante dal lettino.
Prese un ampio respiro.

Spiegami!

Esclamò, questa volta con un tono più forte e deciso. Il suo sguardo era severo, il fiato era corto. Era come in preda a un attacco di panico.

Il motivo potrebbe sembrare difficile da capire, d'altronde era pur sempre una donna adulta e di bell'aspetto, ma non è facile comprendere l'animo dei figli, abituati a non avere fratelli, e in più se un figlio pensa di conoscere in toto la mente e la psiche della madre.
 
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view post Posted on 6/5/2022, 08:41     +1   -1
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Mira non aveva dubbi, anche se non pienamente d'accordo, Gaz avrebbe accettato pur di seguire direttamente tutto il processo di innesto, così da aiutarla personalmente. Andò proprio così, con la piccola che preparò tutto il necessario per una prima analisi delle condizioni della madre, per verificare che tutti i valori fossero nella norma e pronti per subire un'operazione come quella. Le domande di Gaz erano precise e pertinenti e Mira non l'avrebbe fatta aspettare: aveva le idee chiare già da un po' di tempo riguardo quel potere e il modo in cui avrebbe voluto sfruttarlo.

Mira - Deve essere innestato... nella mia mente. Silenzio, pochi attimi per far assimilare alla figlia quello che stava dicendo - Lo Sharingan dovrà fare da ponte fra Yusekai e Realtà, saranno le chiavi d'accesso. Per questo motivo ho bisogno che risieda il più vicino possibile ai miei altri occhi. Deve esistere e non esistere insieme ai sigilli della Vita e della Morte che ho nel sinistro e nel destro. Si sollevò dal lettino in cui si era distesa, e alzò il palmo della mano verso l'alto lasciando che la pelle si sgretolasse in tanti piccoli origami e forma di gigli che cominciarono a vorticare intorno alla mano - Non dovrà essere un innesto diretto, non voglio un terzo occhio sulla fronte. Lo Sharingan dovrà rimanere nascosto, in sinergia con il mio corpo di Origami. Dovremo fare in modo che gli Origami si leghino al chakra dello Sharingan, causando una sorta di fusione più che un innesto. Una volta fatto, Yusekai farà il resto.

La scelta di trapiantarselo su di sé non era guidata solo dalla voglia ossessiva di padroneggiare un potere così potente, ma nasceva da uno studio preciso di relazioni fra chakra, origami e Yusekai. Quell'occhio sarebbe stato l'anello di congiunzione tra tutte quelle cose, con il chakra del Jozu che avrebbe fatto da stabilizzatore... insieme alle Anime Nere.

Andando dunque avanti con i risultati degli esami preliminari, ecco che venne finalmente fuori il segreto che il Tenshi portava con sé da fin troppo tempo senza rivelarlo a nessuno, fatto salvo di Kakumei il cui consiglio era considerato troppo prezioso. Gaz ne risultò interdetta: era una bambina cresciuta fin troppo presto in un mondo di ninja, di guerre, di potere, e scoprire in alcuni dati la possibilità di un fratello o una sorella, piuttosto che dalla propria madre, la deluse moltissimo. Pretese spiegazioni e Mira non avrebbe fatto nulla per negargliele.

Mira - Non avevo ancora avuto il coraggio di fare degli accertamenti specifici, fino a oggi. Disse dando un'occhiata alla porta della stanza, per accertarsi che fosse ben chiusa e che nessuno potesse sentirle - Adesso ne abbiamo certezza, insieme.

Sospirò passandosi una mano tra i lunghi capelli biondi, cercando di trovare le parole giuste:

Mira - Dovremo decidere insieme che cosa fare adesso. La mia posizione impone una responsabilità verso il paese superiore a quella di un normale capo di stato. La figura del "Tenshi" è divina, e una nascita sarebbe celebrata per sempre, come simbolo di prosperità. D'altra parte però...

Si alzò definitivamente dal lettino, camminando in direzione della figlia. Si chinò sulle ginocchia fino a raggiungere la stessa altezza del suo viso, accarezzandole la guancia con dolcezza.

Mira - Questo bambino... è il figlio di Fuyuki Hyuga. Lo disse sussurrando appena, come se lo stesse scoprendo anche lei per la prima volta - E se da una parte il legame tra Sora e Konoha non può e non deve essere pubblico, dall'altra se l'Hokage lo scoprisse, non rinuncerebbe mai a un figlio... non lui.

Lasciò il tempo a Gaz di metabolizzare tutto, senza includere le altre implicazioni che avrebbe potuto avere quel bambino: un neonato Hyuga, con la possibilità di sviluppare il Byakugan, o la forza politica che avrebbe avuto quella nascita nei rapporti di Yugure. No, erano argomenti da affrontare in altra istanza, dopo aver deciso che cosa fare ufficialmente. Varnaki però affilava i suoi artigli, e Mira poté sentirlo come un brivido nella sua schiena. Yusekai ne bramava la proprietà.
 
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view post Posted on 7/5/2022, 15:02     +1   -1
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La ragazza ascoltava, in silenzio.
La sua idea sull'intervento era molto affascinante, incuteva un certo senso di curiosità e paura.
Era curiosa, perché sarebbe stato un occhio che avrebbe potuto generare chissà quale potere, ma al contempo la paura era troppa. Un intervento simile, vicino alla mente di Mira, era troppo rischioso. Le incognite erano tante, troppe. Valeva la pena rischiare così tanto? Il fiato era sempre così corto, in quei minuti. Le sembrava quasi di soffocare per mancanza d'aria. Non sapeva, in quel frangente, che qualche attimo dopo la mancanza di ossigeno sarebbe stato molto più evidente.

Il pensiero di avere uno Sharingan annesso al potere degli Origami, era un qualcosa di complesso, mistico, quasi divino.
La donna voleva realmente toccare con mano la supremazia sul creato. O quantomeno, Gaz era affascinata dalla sua continua sete di conoscenza, miscelata però dal rischio vero e puro dell'infinito che si sarebbe potuto fare presente in quel frangente, a seguito di un qualsiasi errore.

Toccare con un bisturi, o altri attrezzi, il cervello della madre, riuscire a collegare i canali del Chakra e annettere il tutto col potere degli Origami era un qualcosa di davvero rischioso.

Come si poteva, realmente, riuscire a fare funzionare insieme i poteri che sua madre aveva appreso col tempo?
Lei era veramente pronta? Aveva studiato molto, troppo tempo aveva speso sui libri e sulla cura alle persone, ma quell'esperimento era un nuovo mondo.

Ed ecco, quando la madre accennò al Yusekai, Gaz comprese che quel mondo illusorio era forse davvero lo stratagemma ideale.

L'idea di collegare il tutto col Yusekai non mi sembra un'idea cattiva, anzi, credo che subito dopo l'intervento dovresti provare a raggiungere questo mondo illusorio e trovare il modo di unire la realtà con l'ignoto.

Il Yusekai aveva sempre affascinato la fanciulla. Un universo mistico e illusorio in cui rifugiarsi e gettare via le paure, in modo tale da rendere reale ciò che dapprima era illusorio. La finzione che si fa terra, che si plasma e diventa un tutt'uno col mondo intero, non è forse la concezione che più potrebbe avvicinare Mira all'idea di divinità?
Sua madre, oramai, aveva un potere che osservava dall'alto la fragilità della carne.

Gettando via da sé i pensieri, la fanciulla prese in mano i vari risultati dei test, scrutandoli e sperando di trovare una escamotage per interrompere l'esperimento.

Nella caverna
Il tempo era come immobile, lì.
O forse, sarebbe non adatto parlare di tempo, concezione umana del divenire. Il tempo, insieme allo spazio, sono elementi che esistono in quanto sono pensati, non in quanto tali. Certi, siamo noi, nel credere che ciò che vediamo o sentiamo sia vero, e ciò che non vediamo sia falso?
Qual è il legame tra vero e falso?
D'altronde, il Yusekai non era un mondo che fungeva da ponte tra realtà e illusione?

L'uomo dai lunghi capelli ticchettava le dita della mano destra sul proprio petto, pensieroso e stranamente calmo.
La fermezza, l'attesa, sono i requisiti della vera bellezza.

Cosa stiamo aspettando?

Incalzò invece l'altro uomo, stanco di dover aspettare un ordine che non voleva ancora giungere alle sue orecchie.

Dopo l'intervento, dobbiamo agire in quel momento. Sarà molto debole, riusciremo a ucciderla. E avrai la tua vendetta sul nascituro.

Esclamò, con un minaccioso sorriso.

Nella sala

Gaz era senza parole.
Il figlio era di Fuyuki. Tutto questo avrebbe potuto generare grande confusione, tormento, paure, delusione nel Paese del cielo.
Lei era venerata al pari di una divinità, il popolo sicuramente si sarebbe diviso in due fazioni: quelli che sarebbero stati felici, e quelli che avrebbero pensato che così facendo la neutralità sarebbe stata compromessa.

Devi essere tu a decidere. Il Paese merita di vivere in una realtà senza più certezze?
Abbiamo appena vissuto un attentato, non so come possa essere visto dall'esterno la nascita del figlio di Fuyuki. Sora e Konoha sarebbero troppo vicini.


Esclamò, con un senso di responsabilità che forse la madre non vide mai così chiaramente in lei. In quel frangente la bambina mostrava molto più dell'età che realmente aveva. E ancora una volta, la realtà non è altro che un effimero universo fatto da concezioni, idee, teorie.

Essere padre, sai bene, non so cosa significa, ma certamente Fuyuki dovrebbe essere molto più vicino, rispetto a quanto fece mio padre.

Fece cadere le ultime parole nel silenzio.
Gaz forse non aveva mai dato prova di pensare a Kai, l'uomo che era in teoria suo padre. Aveva sempre cacciato l'idea di pensare ad egli, perché tutto era sempre più difficile di quanto potesse sembrare.
Sì augurava, però, che quella sua affermazione rimanesse nel dimenticatoio. Non aveva la forza di affrontare un dialogo che verteva sul suo padre biologico.

Ma se gli tieni nascosto una cosa simile e decidi di non fare nascere il bambino, se lo venisse a sapere sarebbe una vera e propria guerra.

Gaz doveva mettere le carte in tavola. Qualsiasi scelta avrebbe generato possibili rischi. Doveva ben valutare, prendendosi il suo tempo.

Visto lo stato in cui ti trovi era come se non volesse affermare, ancora una volta, che la madre aspettava un bambino sei sicura di voler continuare con l'esperimento?

Edited by Rei_hyuga - 8/5/2022, 20:49
 
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view post Posted on 8/5/2022, 19:02     +1   -1
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No, il paese non avrebbe mai saputo chi fosse il padre, e anche ammesso questo, mai si sarebbe fatto il nome di Fuyuki e di Konoha. Quella era una delle poche cose di cui non aveva il ben che minimo dubbio. Era dunque complicato inscenare un'immacolata concezione, e per quanto forse si sarebbero potuti prendere in giro i fedeli di Sora, pronti a tutto pur di costruirsi la propria immagine del Tenshi perfetto e divino, la notizia avrebbe fatto presto il giro del mondo. Era una situazione spinosa, su cui avrebbe dovuto riflettere con calma.

Per il resto, quando Gaz alluse a suo padre, il sangue di Mira si gelò nelle vene. Rivide i suoi occhi dorati, il suo sorriso maniacale, udì la sua voce riecheggiare nel buio e nel silenzio, finché non riuscì a scacciare quelle orribili immagini strizzando gli occhi. I pensieri assenti nella sua mente, i ricordi mai riemersi della nascita di Gaz e del modo ignobile con cui quel bastardo gliel'aveva portata via, violentando la sua esperienza con lo Sharingan, erano qualcosa che le graffiavano l'anima, un dolore strozzato in gola che aveva il bisogno di liberarsi al mondo ma che, per colpa o per merito di ancora quel maledetto occhio rosso, non avrebbe mai rivissuto. Nonostante tutto però Gaz aveva ragione, dal suo punto di vista, puro e innocente come solo lei poteva averlo, quel bambino avrebbe avuto bisogno di un padre che gli facesse sentire la sua vicinanza, che mettesse a disposizione il suo aiuto durante la sua nascita, la sua crescita. Fuyuki però come avrebbe reagito? Avrebbe lasciato che quel bambino crescesse a Sora con un'identità fittizia? Avrebbe reclamato il suo cognome, come clan, come simbolo della Foglia, e gliel'avrebbe strappato dalle braccia?

E Mira, in tutta quella storia, che cosa voleva in realtà?

Aveva abbassato lo sguardo al sentir delle parole della piccola, immersa in alcuni pensieri imperscrutabili. Quando giunse però l'ultima domanda, quello che il Tenshi avrebbe dovuto fare risultò chiaro: tutto ciò che era in suo potere per difendere quello che aveva costruito, difendere quel bambino, difendere Gaz, e non semplicemente da un impero che aveva minacciato l'integrità di tutto il continente, ma da se stessa, dall'Ossessione che quell'occhio rosso le stava creando. Lo Sharingan si era preso una parte di lei quando Kai lo aveva utilizzato per modificarle i ricordi, cancellando un pezzo della sua vita, e si era preso anche una parte di Yusekai a Sora no Kuni, in quella lurida cella. Adesso era il momento di pareggiare i conti.


Mira - Mi fido di te, piccola mia, e di me stessa - e di nessun altro sembrava voler dire, ma si limitò a baciare sulla fronte la figlia, con la sua decisione perentoria.




Avevano preparato tutto il necessario, scritto ogni passaggio, ripassato ogni fase del processo di "fusione". Mira si distese sul lettino, attendendo che l'anestetico facesse il suo corso per mandarla nel mondo dei sogni, e permettere così al suo spirito, tra realtà e Yusekai, di supervisione l'operazione. In quello stato, la donna non avrebbe potuto comunicare con la figlia, priva di particolari abilità sensoriali o oculari, ma avrebbe potuto agire dentro Yusekai per forzare un qualche tipo di resistenza del chakra di Akane contenuto nell'occhio.

Faccio riferimento a questa tecnica.

Mira letteralmente è lì a supervisionare, nonostante non possa comunicare direttamente.

CITAZIONE
Ninjutsu - Inversione di Realtà (Limite: 3) [CHK: - 8]
Tratti: Supporto, Yurejutsu

“Finché rimane attiva, il velo che divide Yusekai dal mondo reale si incrina, lasciando che il primo rilasci la sua influenza sul secondo, ed eventualmente viceversa.”

Effetti:
Questa Tecnica deve essere utilizzata prima che un avversario usi la Tecnica della Liberazione.

Finché questa Tecnica resta attiva, anche una volta spezzata l'Illusione, la vittima avrà comunque la metà dei malus previsti dalla Genjutsu in questione.

Fuori dal combattimento, Mira può scindere spirito e corpo, in modo tale da vivere come anima nera del piano di Yusekai, nel mondo reale. Questa condizione si verifica autonomamente quando Mira dorme, o può essere autoindotta tramite un'autoipnosi. Per tutta la durata della tecnica, il corpo della Kunoichi rimane immobile e dormiente. Lo spirito invece non può attaccare, né essere bersagliato da Tecniche; può spostarsi in un raggio di 3 Km dal corpo di Mira; può attraversare pareti e altre barriere solide; è impossibile da rintracciare, se non tramite Tecniche Sensoriali (Sharingan e Byakugan possono vederlo come sagoma indefinita di Chakra).

Mantenimento [CHK: -5] per ogni Genjutsu allungata.


Innestato lo Sharingan nella fronte, e collegati i canali di chakra, l'unica cosa da fare sarebbe stata attendere, lasciare che Mira e Varnaki facessero i conti con la forza che si sarebbe dovuta manifestare nel mondo degli spettri. Erano tutti concetti per lo più teorici, nati però dallo studio preciso e maniacale di chi della ricerca aveva fatto una questione di vita o di morte.


Mira - Sono pronta...

Furono le ultime parole, pronunciate in concomitanza all'ingresso nella sala operatoria di Kakumei, che avrebbe assistito Gaz secondo le sue direttive. Il vecchio non era certamente un medico, ma di sicuro un uomo fidato, l'unico a cui poter spiegare quello che stava succedendo.

Kakumei - Ha riportato in vita dal mondo dei morti una persona, ha letteralmente creato il potere di un Dio. Ha conquistato un paese, viene adorata come Angelo, e ha presenziato davanti ai capi di stato come loro pari quando meno di dieci anni fa era uno dei ninja di una loro delegazione. Fidati, piccola, sa quella che sta facendo.




Buio. Totale oscurità, una brezza forse, o forse era il bisogno del corpo fisico di aggrapparsi a qualcosa per non sprofondare nel nulla. Di fisico però tra quelle sconfinate pareti nere non sembrava esserci nulla, solo... voci, il sussurrare costante e fastidioso di chi sparlava alle spalle pateticamente, che si zittiva una volta apostrofato con lo sguardo.

Mira aprì gli occhi vitrei, come specchio tra le dimensioni, e riuscì finalmente a prendere coscienza del proprio essere immateriale. Dove si trovava?


Varnaki - Madre...

La sua voce le diede ancora più coscienza, e sicurezza. Se c'era Varnaki lì, allora si trovavano in Yusekai, o in una sua proiezione tra i piani della realtà e dell'illusione. Lo cercò con lo sguardo ma in un primo momento, non trovò nessuno. Solo altre voci, altri piccoli lamenti.

Varnaki - Non pensavo lo avresti fatto davvero... dopo quello che Kai ti ha mostrato.

La sua voce era divertita ma fiera, sebbene stavolta vi fosse anche un velo di incertezza. Proprio in quell'istante, il pavimento sembrò cominciare a muoversi, come fosse marea sospinta dal vento. Sul fondo erano visibili quelli che sembravano piccoli fuori rossi. Quelle luci costellarono l'intera superficie di quel mondo senza forme, prima di spostarsi anche sulle pareti, e sul soffitto. Ogni luce era uno spillo trafitto nella pelle della donna, che fu costretta dal dolore a piegarsi sulle ginocchia, con una mano stretta sul ventre e una sulla fronte.

Varnaki - Che diavolo fai? Alzati! Hai già affrontato questo mondo! Ti sei già arresa?

L'anima nera riuscì a trovarla, e la donna, sentendolo così vicino, reagì d'impulso, afferrandogli il collo con lo sguardo fisso sui suoi occhi fiammeggianti.

Mira - Io non mi arrenderò mai. Affrontiamola insieme.
 
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view post Posted on 9/5/2022, 12:55     +1   +1   -1
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Il sorriso di sua madre riuscì leggermente a placare la sua rabbia, delusione e curiosità.
La seconda, però, era ancora palpabile nell'aria. Gaz sapeva che la Tenshi non era una vera divinità, ma l'idea del popolo aveva, a poco a poco, influenzato la sua stessa visione di reale e divino.

Il Superiore era un qualcosa di intangibile, ma che aveva fatto breccia anche nella sua psiche.

Espirò, provando a non dare peso alla mente che, invero, in quel frangente ritornava a suo padre. Che tipo era? Non ricordava molto di lui, a causa della sua prematura scomparsa
D'altronde, aveva soltanto tre anni.

Quindi, che tipo era?
Era un uomo allegro, col sorriso in volto, oppure austero?
Tante volte avrebbe voluto fare domande, cercare una risposta, ma sentiva come se, facendolo, avrebbe potuto fare soffrire la madre.
Lei era stata perfetta per lei, aveva sempre provato a non farle mancare nulla, quindi perché provare ad aprire il vaso di Pandora?

Fece un cenno col capo, pronta per iniziare l'operazione.



Non era da sola per compiere quel grande e importante compito. Aveva delineato ogni possibile azione e imprevisto. Mira era stata esaustiva come sempre. Gaz era sempre più accecata dalla luce che emetteva. La sua saggezza, la sua capacità di agire, erano a un livello superiore. Nulla poteva fare Gaz per raggiungere la cima della sua conoscenza.

Appena la madre si addormentò, le diede un forte abbraccio. Non avrebbe voluto iniziare quell'intervento, ma doveva farlo.
Prese un ampio respiro e iniziò.

Era un lavoro molto difficile e Gaz lo comprese particolarmente sin dall'inizio. Doveva incidere nella carne della madre e questo le provocò un po' più di timore.
L'anziano uomo era lì pronto a intervenire in qualsiasi momento.

Passami il bisturi

Con un colpo secco e deciso, incise sulla sua fronte. Doveva celermente collegare l'occhio ai canali del Chakra, annettere il tutto nel migliore dei modi.

Usa quella pinzetta e tieni leggermente aperta questo taglio.

Deglutì, con la mascherina alla bocca che permise di alleviare la sensazione di stranezza che le suscitava tutto quello.

Ok, ci siamo

E portò avanti la fase più complessa dell'operazione.

Nella caverna
I due uomini sorrisero. Il momento stava finalmente giungendo.
Mira si trovava giusto nel luogo più adatto per potersi muovere, ossia nel Yusekai.

L'uomo dai lunghi capelli fece un'ampia coda per tenerli fermi. Gettò a terra la sigaretta, dopo un ultimo respiro.

Due minuti e andiamo.

L'altro uomo per tutta risposta si levò la maschera dal viso.
Dei capelli dorati caddero in fronte.
Gli occhi, però, precedentemente dorati, ora erano di un nero intenso.

In sala operatoria
Tutto sembrava essere andato per il meglio.
I battiti cardiaci di Gaz diminuirono, ritornando a un battito normale.
Aveva ancora paura, sarebbe passata soltanto appena avrebbe potuto vederla sveglia.
Quantomeno, in verità, il peggio era passato.

L'aiutante, terminata l'operazione, si allontanò dalla sala, promettendo che sarebbe ripassato successivamente.
E in quel frangente, il danno accadde.
La stanza si fece buia.
Gaz non riusciva a vedere da un palmo della sua mano. Comprese subito che non si era semplicemente staccata la luce, ma stava succedendo qualcosa. Quella situazione si fece sempre più strana.
Stava per cercare di trovare la strada verso la porta della stanza, quando un misterioso varco interdimensionale si creò dinanzi ai suoi occhi.
La voce le morì in gola. Anzi, ebbe quasi la certezza che nessuno sarebbe riuscito a sentire la sua voce. Dal varco vedeva un misterioso cielo indaco. Non riusciva a comprendere.
Prese istintivamente il bisturi e lo tese in avanti, come un'arma di difesa.

I due misteriosi uomini uscirono con totale scioltezza dal varco, come se fosse una normale passeggiata nella prateria. Al loro arrivo, esso si chiuse alle loro spalle.

Eccoci qui.

Entrambi suscitarono paura in Gaz, ma il suo sguardo fu particolarmente catturato dall'uomo dai capelli dorati.
Era come se lo conoscesse, nel profondo. Una cosa però la impressionò più di tutto: il suo viso non era normale, era come se fosse ritornato dagli inferi. Il colorito della pelle non trasmetteva nulla di sano, anzi era quasi certa che un qualche Yutsu proibito avesse riportato in vita l'uomo dagli oscuri occhi.

Figlia mia!

La luce ritornò in stanza.
La fanciulla fece dei passi indietro, per avvicinarsi sempre di più alla madre, non levando lo sguardo ai due esseri.
Gaz pensò di aver sentito male.
Suo padre era morto e quello non poteva essere lui. Certo, non sembrava un essere sano, ma dire che era suo padre era troppo.

Cosa vuoi dire?

Chiese, sussurrando. La voce mancava, forse era anche effetto di un loro qualche potere.

Kai sentendo quella domanda, andò in escandescenza, dando un violento pugno nel muro. La sua bocca si contrasse, insieme alla mano.
Gaz ebbe un sussulto.

Quella donna non ti ha detto nulla? Ti ha rapita!

Furono le ultime parole che Gaz sentì, prima di venire colpita dall'altro uomo e svenire, candendo a peso morto sulla sua spalla.

Asefod! Non la toccare!

Tranquillo, non voglio farle del male, ma ci serve che stia buona e tranquilla.

Detto questo, prese di scatto la ragazza, tenendola sotto la propria ascella.

Mira era coricata sul lettino d'ospedale, ancora incosciente.

Guarda che bella donna… Così sensuale.

Esclamò, accarezzandole la guancia e toccandole i lunghi capelli. Adagiò la mano sulla sua testa.
Kai si avvicinò e toccò la spalla di Asefod.

I due, insieme a Gaz, si catapultarono nel mondo di Mira.

Nel Yusekai

Ci rivediamo.

Furono le sole parole di Kai.
Asefod rimase in silenzio, gettando a terra il corpo senza forze della povera Gaz.

Edited by Rei_hyuga - 9/5/2022, 21:37
 
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view post Posted on 14/5/2022, 09:03     +1   -1
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L'influenza della Sharingan su Yusekai era qualcosa di prevedibile. Quell'occhio portava con sé una quantità di "dati" incalcolabile, legata alla sua precedente proprietaria e ai poteri che conteneva. Era quello il motivo per il quale Mira si aspettasse un mondo degli spettri mutevole in relazione a come avrebbe reagito il suo corpo all'innesto. A giudicare da quei primi segnali, Gaz doveva aver iniziato il lavoro di collegamento, e in base al malessere che aveva colto la donna, era cominciata la fase di assestamento. I tre tomoe avrebbero provato a sovrastare l'influenza della generatrice di quel mondo, e con la facoltà delle anime nere di interagire oltre il velo dell'illusione, quell'influenza avrebbe potuta avvertirla anche Suzaku.

Con Mira e Varnaki pronti ad affrontare qualsiasi cosa fosse venuta fuori da quelle acque scarlatte, non si sarebbero di certo sorpresi nel vedere delle figura venire fuori dalle pareti informi della dimensione... ma quando la luna rossa illuminò i sentieri ostili di Yusekai, due occhi luminosi come l'oro si aprirono tra le anime, facendo strada a un'altra figura, e lasciò andare al suolo il corpo esile di una bambina. Mira ne rimase paralizzata, conosceva quegli occhi, quei colori, quello sguardo, e per un istante percepì le forze mancarle, e il fiato tagliarsi.


Mira - Cosa...

Il tempo, se mai dentro Yusekai scorresse qualcosa da poter considerare tale, sembrò fermarsi. Varnaki e tutte le Anime Nere, nel loro essere un riflesso dell'ossessione di Mira, si persero per un istante nella follia di quel momento, nel turbine di sensazioni inspiegabili che travolsero la donna dagli occhi vitrei. Kai si palesò davanti a lei, con affianco un'altra entità e ai loro piedi la piccola Gaz, incosciente e senza forze, vittima di un frammento di realtà che non poteva essere reale.

Curioso però come quell'uomo, in piedi e in forze a reclamare la vita, risultasse così impossibile da credere, in una realtà distorta come quella in cui ogni dettaglio poteva essere frutto della forza della sua generatrice. La stessa Mira però era stata capace di riportare in vita Akane, di strappare la sua anima dal mondo dei morti e legarla alla vita, per un disegno più ampio, per la missione che aveva nei confronti della sua gente, del suo futuro. Che Kai avesse fatto lo stesso? No, lui era passato oltre, aveva chiuso la sua storia... non sarebbe mai tornato a reclamare ciò per cui era stato sconfitto, non sarebbe stato degno della sua figura. Era stato troppo ambizioso per tornare sui suoi fallimenti, o per tornare a guardare gli occhi di chi l'aveva vinto e sostituito.


Mira - Chi diavolo sei? Il suo sguardo tornò severo e non puntato sugli occhi dorati di Kai, ma su quelli misteriosi dell'altra presenza. Chiunque fosse quell'uomo, non solo era riuscito a penetrare le difese di Yusekai, come Buraindo ormai qualche anno prima, ma stava scavando nella sua psiche, scovando le debolezze, le vulnerabilità e le ferite ancora aperte della manovratrice di origami.

Mira - Che cosa vuoi da me?

La ritrovata risolutezza ridiede forza anche a Varnaki, che aprendo le ali alle spalle della propria Madre, diede forma ai due fuochi nell'oscurità che erano le sue iridi scarlatte.
 
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view post Posted on 14/5/2022, 16:48     +1   -1
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La luna rossa illuminava il luogo, così misterioso e bello agli occhi di Asefod. L'uomo dai lunghi capelli, legati in una coda, finalmente riuscì a raggiungere il tanto agognato Yusekai, convinto che lì avrebbe potuto davvero portare a compimento il proprio obiettivo. Doveva fermare la donna, nonostante la presenza di Varnaki. Si sentiva quasi invincibile, il suo passo fiero evidenziava la sua totale strafottenza e maestosa vanità.
Osservò tutto intorno, ridendo con una sonora risata. I suoi occhi trasmettevano vera felicità. Agli occhi esterni poteva sembrare esagerata la sua reazione, ma ogni cosa di quel luogo gli trasmetteva senso di potere, di forza e di volontà.

Kai, invece, con passo veloce raggiunse la figlia adagiata a terra. Era ancora svenuta, qualche capello era adagiato sulle sue secche labbra. In quel frangente mostrava ancora di più la sua età; sarebbe stato difficile credere che quelle piccole mani avessero davvero portato a compimento un'operazione tanto difficile. Il padre le prese la testa e la adagiò sulle proprie gambe. Le accarezzava la guancia, i suoi morbidi lineamenti e si annodava intorno alle proprie dita i capelli di Gaz.
Agli occhi di Mira forse quell'uomo non avrebbe ricordato il Kai che lei conosceva.

Asefod sorrise nel vedere lo sguardo perso di Mira. Sentiva la vittoria sempre più vicina, come se la potesse già accarezzare, annusare, respirare, mangiare.
Dalla sua bocca si vedevano tutti e trentadue i denti. Sembrava un bambino innanzi al gioco che tanto desiderava. Era come se i suoi genitori avessero accettato i suoi capricci e comprato l'ultimo giocattolo che andava in voga in quel frangente.
I suoi lineamenti, a primo acchito adulti, mostravano ora un qualche aspetto un po' ambiguo. Le sue mani sembravano più piccole rispetto alla stazza della sua fisionomia.

Prese la parola, decidendo che era arrivato il momento di dire una parte della verità, nascondendo frettolosamente le mani in tasca. Doveva parlare, non tanto perché lo volesse, ma perché credeva che soltanto così avrebbe potuto schiacciare l'ego di una donna da un portamento forte e combattiva com'era Mira.

Io sono colui che sono, soltanto grazie a te. Cara Mira, la tua presenza mi ha generato, o meglio ancora, è stato il tuo potere.

Disse, continuando a mantenere il sorriso, camminando a destra e sinistra, come un attore che si esibisce in un palco del teatro.

Sono nato dal flebile contatto tra lo Sharingan e il Yusekai. Ora, grazie all'intervento, sono molto più forte! Nulla mi è più impossibile. Ti ucciderò per impossessarmi del tuo corpo e diventare sempre più forte!

Esclamò, osservando l'altro compagno che prese la parola.

E qui entro in gioco io. Tu sei la causa del mio malessere. Mi hai ucciso e hai rapito mia figlia! Con quale diritto l'hai fatto? Non sei sua madre! Per questo sono qui. La mia vendetta è affine al sogno di Asefod, pertanto posso anche fermarti con le mie stesse mani!

Disse Kai. Asefod trattenne a stento una sonora risata. Era evidente, Kai aveva la mente annebbiata in quel frangente. Non riusciva forse davvero a comprendere cosa fosse reale e cosa no. Ogni aspetto in quel momento era insensato, e lo era anche per Kai, nonostante avesse già avuto dei giorni per comprendere la verità di Asefod. Aveva finalmente la figlia con sé, questo era ciò che più di tutto importava. Nonostante gli occhi spenti, ora che teneva in grembo la testa della figlia una strana luce fece brezza nei suoi occhi.

A Mira però una domanda avrebbe dovuto bussare alla porta della sua mente: perché riportare in vita Kai? Asefod forse non era così forte come vorrebbe far credere?

Mira, cosa decidi di fare? Vuoi davvero uccidere ancora una volta Kai, col rischio che Gaz possa vedere tutto? Sempre se ci riesci, ovviamente.

A queste parole, Kai ebbe un forte brivido. Strinse le mani alla tempia, preso da un improvviso dolore.

Io vedo… Mira!

A quelle parole Asefod si voltò di scatto per osservare Kai.

Forse non ho calcolato bene i rischi nel fare incontrare i due... pensò l'uomo.
 
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view post Posted on 15/5/2022, 08:59     +1   -1
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Mira. Era così che quell'uomo l'aveva chiamata, con il nome che avevano scelto i suoi genitori, che apparteneva ormai a lei soltanto, e che il mondo invece aveva dimenticato da tempo. Eppure lui sapeva. Si sarebbe sorpresa ancora se non avesse continuato a parlare, confermando i dubbi della donna riguardo la loro presenza dentro Yusekai: "era nato grazie al contatto tra Sharingan e Yusekai". Che fosse come una delle anime nere?

Eppure erano riusciti a rapire Gaz, e tutto quello che si materializzava nel mondo degli spettri poteva sempre aver influenza sulla realtà, interagendo sul velo che teneva separate le due dimensioni. Per quando incredibile e inaccettabile, quelle figure "esistevano" davvero, lì dentro, e se non avesse fatto qualcosa avrebbe davvero rischiato di liberarli nel mondo reale. Era davvero una conseguenza del potere di Tsukiyomi? Troppi dubbi, troppe domande.

Riguardo Kai invece, doveva realmente essere una proiezione della sua volontà, controllata dall'uomo misterioso per fare breccia nelle vulnerabilità della donna, ma l'uomo non aveva effettivamente considerato qualcosa di fondamentale: Kai era il leggendario ninja dorato, colui che aveva affrontato una divinità, che aveva sedotto il signore del Cielo, che aveva controllato lo Sharingan dello Yokai. La sua morte era avvenuta in circostanze particolari, e non era stata casuale. Il giorno della resa dei conti, in quel campo di liliaceae, Kai aveva "scelto" di morire, aveva affidato a Mira il destino di ciò che rimaneva della loro utopia, ormai stanco delle conseguenze e dei demoni che continuava a lasciarsi alle spalle, stanco delle decisioni prese, dei suoi sacrifici. Era morto perché era giusto così, la sua storia era terminata già molto prima che imprigionasse Mira in Tsukiyomi nelle celle di Sora.


Mira - Non sai quante volte Gaz avrebbe voluto parlare di te, e non sai quanto di te ha ereditato... e non parlo soltanto dei suoi occhi.

Se aveva compreso bene la situazione, se fosse riuscita a far perdere il controllo di tale Asefod su Kai, il loro gioco si sarebbe spaccato come un sottile vetro al suolo, rivelando l'illusione che sarebbe stata assorbita da Yusekai prima che fosse troppo tardi. Se quell'entità conservava anche soltanto un frammento della volontà di Kai, innescarla non sarebbe stato troppo difficile.

Mira - È fiera, coraggiosa, intelligente. Non si ferma mai davanti alle difficoltà, e sta imparando a conoscere il mondo... come avresti tanto voluto fare anche tu. La strada che hai scelto però, ha portato a dei sacrifici da compiere ed è stata una tua scelta quella di salvaguardare il suo futuro, lasciandola andare.

L'oscurità di Yusekai cominciò a riempirsi di piccoli origami bianchi, che ricadendo al suolo sbocciarono in splendide liliacae bianche, le stesse che erano state testimoni del loro ultimo scontro. Quei fiori avrebbero significato rinascita dalla morte, un nuovo inizio, così come Mira aveva fatto rinascere Sora. Forse così avrebbe ricordato:

Mira - Io non ti ho mai ucciso, e non ho mai strappato nostra figlia dalle tue braccia. Sei stato tu a farer ogni cosa, a scegliere il momento, e le parole. Mi hai detto che prima o poi avrei fatto i conti con i miei demoni, e allora avrei dovuto scegliere che cosa fare... come hai fatto tu.

Si immerse in quelle parole. Nonostante avesse cominciato a parlare con il solo scopo di "liberare" la reminiscenza di Kai dal controllo di quell'uomo, aver la possibilità di parlargli, dopo quegli anni, le diede modo di chiudere definitivamente con il passato.

Mira - Hai scelto di morire, libero dallo Sharingan di Akane, libero dal giogo di Buraindo e... libero dalla verità riguardo Gaz e me. Non posso perdonarti, Kai, ma posso prometterti che terrò fede alle mie promesse: difenderò Gaz a ogni costo, e accetterò le conseguenze delle mie azioni quando arriverà il momento, come hai fatto tu.

Poi volse lo sguardo su Asefod, sicura che Gaz, nonostante tutto, fosse al sicuro tra le braccia di suo padre in quella circostanza.

Mira - E tu... che cosa credi di sapere su di me? Il mio nome? la mia storia? il mio potere? Non sono più "Mira", e hai sconfinato nel mio mondo.

Tra liliaceae e anime nere, Yusekai si sarebbe presto surriscaldata, con Varnaki alla testa del suo esercito di spiriti.

Forse non avrebbe avuto la forza di affrontare Kai, di nuovo, ma forse nemmeno Kai avrebbe voluto farlo. Avevano scelto insieme il futuro di Gaz e a lui bastava ricordarlo. Asefod, da solo, non poteva che morire lì dentro.
 
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view post Posted on 15/5/2022, 12:48     +1   -1
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Kai sentiva dolore in tutto il corpo.
Un fremito percorse ogni singola fibra dei suoi muscoli. Sentiva un malessere infiammargli l'animo, stringersi intorno al petto.
In testa aveva come un martello pneumatico che batteva il manto stradale.
La confusione regnava sovrana.
Le mani adagiate sulle tempie, provavano ad alleviare il dolore per cercare di mettere in ordine al caos che si stava generando.

Caos che, invero, si fa carne e presenza, tessendo le tele dei ricordi, unendo ogni singolo aspetto del passato col presente, come una sarta che prova a unire i lembi del vestito scucito da uno strappo involontario.

Asefod fece un semplice gesto con le mani e Kai improvvisamente ritornò a stare lievemente bene. O quantomeno, il dolore era passato in quel frangente.

Mira, è inutile.

Disse l'uomo dai capelli lunghi, provando a voler confondere lievemente la donna.
Fece dei passi indietro, facendo comprendere a tutti che un po' della sua sicurezza stava venendo meno. Cercava quasi un punto di appoggio, come precedentemente aveva fatto la ragazza quando i due uomini emersero dal nulla.
La terra sotto i piedi iniziava a tremargli, o meglio ancora era il suo intero corpo che vibrava dalla paura.

Le orecchie del biondo si fecero tese quando Mira iniziò a parlare.
Un turbinio di ricordi fecero prepotentemente spazio nella sua testa.
Un treno stava andando sul binario, percorrendo la strada dei ricordi.
Il sorriso di lei, la mano di Gaz stretta tra le sue anni prima, la sua volontaria scelta di porre fine alla sua vita, per raggiungere l'utopia del sogno.


Lasciandola andare.
Non sai quanto di te ha ereditato.
Io non ti ho mai ucciso.
Hai scelto di morire.
Difenderò Gaz a ogni costo.


Cosa significava tutto questo?
Una luce fece brezza nei suoi occhi e si inumidirono.
Ricordava la verità, che non era quella di Asefod. In cuor suo sentiva qual era la realtà tra le due proposte, e che tutto ciò che gli aveva detto l'uomo era finto, farlocco, una visione atta a confonderlo e a divenire la sua marionetta.

Delle lacrime scesero dalle sue pupille, solcando la guancia e caddendo sulla fronte della figlia. La stringeva forte, forte, come se non avesse più voluto lasciarla andare via.
Era riuscito a riabbracciarla, nonostante tutto, e ora doveva abbandonarla ancora una volta.
Non era pronto, non voleva farlo, ma la sua presenza lì era di troppo.

Vi fu come uno strappo nella sua anima. Un mistico filo che univa spirito e corpo si ruppe.
Aveva compreso che era davvero giunta la sua fine.
Fu la vera e sana verità a rompere il sigillo che teneva ancorato lui ad Asefod.

Ora è tutto più chiaro. Difendi nostra figlia, per sempre.

Sorrise, con gli occhi illuminati dalla breve vita che fu generato dalla riscoperta del passato.
Il suo corpo si fece improvvisamente polvere.
Il fenomeno ebbe inizio dai piedi, via via salì. I suoi occhi ora erano rivolti al viso della bambina, come ultimo ricordo che avrebbe voluto portare nell'altro mondo.

Tuo padre non ti dimenticherà mai. Sarò sempre con te

E giunse la fine per Kai.
Ritornato polvere, fluttuò nel Yusekai, perso nel misterioso mondo di Mira, dell'amata donna che ebbe l'onore e l'onere di portare in grembo e accudire l'unica sua vera gioia.



Il silenzio giunse in quel luogo.
Asefod fu senza parole.
La sua magia non era forte come credeva.
La base del suo Yutsu di risurrezione era collegare l'anima del defunto al suo vero corpo, ma per far sì che compisse ogni cosa che lui gli chiedesse, gli ha dapprima confuso i ricordi, grazie al suo forte Genjutsu.

Fece dei passi indietro e improvvisamente il suo corpo, forte, impostato e alto, si fece lineare alle sue mani.
Si ridusse, dapprima la testa e poi tutto il suo intero corpo.
Era un bambino, a tutti gli effetti.
Questo era il suo vero aspetto.

Non sei più Mira. Io sono nato grazie a te, ma ora mi hai prosciugato dalla volontà di sconfiggerti. Sono senza forze, inerme. Sai…

Disse, facendo dei passi indietro.

Credo che così sei stata davvero in grado di impadronirti del tuo nuovo potere.

Cadde con le ginocchia a terra, la testa rivolto verso le proprie ginocchia.

Non sono abile nel combattimento corpo a corpo, quindi oramai hai vinto. I miei Genjutsu non possono più fare nulla.

E si lasciò andare, pronto a vedere la morte.
 
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view post Posted on 20/5/2022, 15:31     +1   -1
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Mentre le ultime parole di Kai si disperdevano per Yusekai, sotto le oscure e imperturbabili anime, Mira poté assistere per la seconda volta alla fine non solo della vita del suo mentore, ma del padre di sua figlia. Non era falso quello che il Tenshi gli aveva detto, le parole che aveva usato per fare breccia nel suo orgoglio sconfinato, ma lo sarebbe stata una manifestazione diversa dallo sguardo glaciale che accompagnarono lo sgretolarsi del ninja dorato. Aveva già affrontato i demoni dell’aver raggiunto, ucciso, e seppellito, l’uomo che l’aveva addestrata e che aveva il merito di averla resa forte e indipendente. Non lo avrebbe pianto ulteriormente, e mai avrebbe mostrato vulnerabilità a Varnaki e al resto di Yusekai, che nel frattempo era riuscita a confinare il potere dello Sharingan, e ora lo stava lentamente assorbendo.
I tomoe profondi delle terre acquifere scomparvero, i riflessi scarlatti nella luna del mondo degli spettri vennero circondat e ingabbiati da un anello oscuro, pronto a confinare qualsiasi tentativo di sconfinamento. Non sarebbe stato facile imparare a controllare ed utilizzare quel potere così potente e segreto, ma innestare la sua presenza nella sua mente, tra il velo dei suoi mondi, e non collassare, era senz’altro il primo passo.
Quanto a Gaz, ancora senza sensi, aveva il viso sereno, quasi sorridente, come se stesse facendo un dolce sogno in cui aveva avuto la possibilità di parlare nuovamente con suo padre, e di fargli domande che non aveva mai avuto la possibilità di chiedere. Crescendo avrebbe capito l’importanza della famiglia, e di quello che Kai aveva fatto per se stesso e per il continente, lasciando di sé un’eredità che avrebbe dovuto saper raccogliere, e mira sperava che per allora sarebbe stata abbastanza matura da fare le scelte giuste.
Yusekai era tornata oscura, e Varnaki famelico. Avrebbe volentieri fatto lo scatto in avanti necessario per affondare i suoi artigli nella gola di quello che si era rivelato soltanto un infante, venuto al mondo da una strana, precisa e potente congiunzione di elementi e conseguenze. Mira alzò un braccio, fermando l’attacco della creatura, limitandosi ad avanzare lentamente verso il bambino che aveva alzato bandiera bianca: svelate le sue carte, e privato del controllo che era riuscito ad avere su Yusekai e su Mira, era adesso completamente in balia della donna.


Mira – Come credi sia possibile una cosa del genere? Chiese a Varnaki senza distogliere lo sguardo da Asefod. Quell’essere era nato dalla volontà stessa di Mira, in una scintilla di potere causata dal contatto tra Sharingan e Yusekai.

Varnaki - Vuoi credere a quello che ha detto? Potrebbe essere un altro “pacco bomba” dell’impero. Io lo ucciderei senza pensarci troppo

Mira - E’ impossibile. Sa dello Sharingan, di Kai, di Gaz. Non c’è nessuno al mondo capace di raccontare questi eventi, nessuno di cui non mi fidi almeno. Inoltre, sapeva dove colpire, cosa utilizzare per provare a ferirmi senza attaccarmi in maniera diretta. Come fosse davvero frutto della mia mente… e di Yusekai.

Il demone aprì le sue grandi ali nere e cominciò a volteggiare intorno al bambino, come fosse una piccola cavia da laboratorio. Cercò di riflettere sulle parole di Mira, e in fondo era già successo in passato che da Yusekai si generasse la realtà, attraverso l’Inversione dei due mondi. Forse gettare lo Sharingan come ingrediente in quella minestra di pericolosi poteri, aveva fatto crescere esponenzialmente quel fattore. Erano dati interessanti da analizzare, considerando il potere celato adesso oltre la candida pelle della manovratrice di Origami, un terzo occhio contenente lo spirito maledetto di Tsukiyomi.




Era passato un po’ di tempo, quello necessario per dare modo a Mira di rimettersi in sesto, dopo l’operazione. Aveva la nuca fasciata e l’occhio destro, quello contenente il sigillo della Vita, coperto dalle stesse bende. Probabilmente il Jozu aveva autonomamente agito per risanare le ferite e velocizzare la convalescenza della donna, mentre Gaz e Kakumei sistemavano il loro ospite d’onore nelle segrete di Suzaku. C’erano molte domande da porre ad Asefod, sebbene molte, in realtà, Mira sentiva di saperle già. Al suo risveglio, Gaz non aveva avuto modo di parlare di quello che era successo, se mai se ne fosse resa conto prima di essere rapita, non aveva detto una parola su Kai né su eventuali sogni che aveva fatto. Al momento era piuttosto presa da quella vicenda ma se ce ne fosse stata occasione, e bisogno, Mira l’avrebbe ascoltata volentieri.
Si spostarono dunque in tre presso la cella di Asefod. Se ne stava accucciato, innocuo, apparentemente davvero senza più possibilità di nuocere, non con Mira nuovamente padrona di se stessa e dei propri poteri.


Mira - Non perderò tempo a spiegarti quello che sta per succedere nel dettaglio, perché se è vero quello che dici riguardo la tua genesi, lo sai già. Dunque rispondi alle domande ed evitiamo inutili fronzoli.

Chi sei?

In che modo il contatto tra Sharingan e Yusekai ti ha generato sovrastando la mia volontà?

Da dove vieni esattamente?

Hai avuto contatti con qualcuno da quando sei stato… “creato”, a parte i presenti?


Intanto prese una goccia del suo sangue dalla punta del suo indice, incidendo i kanji di sigillo in un origami volteggiante attorno alla sua mano. Kakumei era rimasto a guardia delle scale, mentre Gaz se ne stava a guardare in silenzio e con, nonostante tutto, una chiara apprensione per la salute di quel bambino. Ci avrebbe messo la mano sul fuoco che non avesse fatto nulla di tutto ciò per assodata cattiveria, ma per sua stessa natura. A ogni modo, almeno per il momento, Mira non sembrava intenzionata a farlo fuori.
 
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view post Posted on 23/5/2022, 08:01     +1   -1
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Dovremmo stare anche solo per un secondo a guardare l'aspetto e l'atteggiamento di Asefod.
Dapprima, essere forte e invincibile, diventa ora simbolo stesso della paura e della codardia.
Tremava, come se sentisse un senso di vuoto dentro al proprio petto.
La fine era vicina, nulla aveva più senso.
Era come un uomo innamorato che vede la donna della propria vita andare via, voltandosi e dicendogli che non sarebbero mai potuti stare insieme.

Il vuoto dell'anima era analoga, questo perché le certezze stesse venivano meno.
Alzò lievemente il capo, osservando la potente donna che gli era davanti.
La sua maestà era esponenziale. La sua bellezza era mistica.

Delle lacrime scesero dalle sue pupille, inumidendo le guance e scendendo sin sul collo, adagiandosi su alcune vene che si fecero più visibili. L'essere temibile di pochi attimi prima, ora era alla mercé più totale della paura.

Tremava, come una foglia bloccata da altre, in procinto di cadere dall'albero, a causa del vento che filtra tra i vari cunicoli dei rami.



Non ricorda molto di ciò che accadde dopo. Si ritrovò in una stanza delle segrete, senza una qualche possibilità di fuga. O almeno, così sicuramente tutti pensavano.
Certo, in cuor suo non avrebbe mai escogitato un modo per fuggire, perché sentiva che quello era il luogo adatto per la sua dipartita.
Doveva essere sua madre, Mira stessa, a porre fine alla sua intera esistenza, o quantomeno doveva farlo dopo aver risposto ad alcune sue domande e perplessità.

Chi crea può anche distruggere, come diceva qualcuno.
Asefod in quel frangente sorrise, vedendo lì intorno anche la presenza di Gaz.

Ciao Gaz. Che piacere rivederti

Il suo tono non era minaccioso, anzi era quasi come se davvero fosse felice di vederla.

Tuo padre ti ha davvero amata. Io potevo sì manovrarlo, ma l'amore verso di te e Mira ha fatto sì che i ricordi portassero a galla la realtà.
Fu pronto a non credere a ciò che gli ho inculcato, soltanto per merito vostro. Se non è questo l'amore, sentimento che distrugge le certezze per ricrearne di nuove, non so cosa sia.


Abbassò il capo, non riuscendo più a osservare le due donne.
Le domande di Mira erano più che corrette.

Come ti ho già detto, sono nato dal contatto anche superficiale dell'occhio di Akane col tuo potere, il Yusekai. Credevo di poter avere maggiori poteri a seguito dell'operazione, ma in verità non è stato proprio così.
Io vengo da dove vengono tutti, dal mondo, nella sua interezza. Sono nato come nascono le divinità, nel nulla cosmico che ha generato la mia essenza. Io sono, dunque esisto.
Io esisto, dunque vivo.
Io vivo, dunque amo.


Cosa volesse dire, forse non era chiaro, ma Gaz ebbe come un brivido lungo la schiena.

Sì Gaz, hai capito bene. Io sono nato dall'amore verso la conoscenza che ha mosso tua madre. Il desiderio di apprendere nuova conoscenza mi ha generato. Io so tutto, perché sono una parte di te Mira. Sono te, e tu sei me. E io volevo diventare te.
L'unico... contatto che ho avuto è stato con la tua coscienza, nella singola coincidenza che mi ha dato la vita, un corpo, qualcosa di così prezioso... fuori di questo, sono stato preda del Vento, delle grida senza fine, come infiniti prima di me...
E ad esso dovrò ritornare, in attesa che mi raggiungiate nuovamente.


Sorrise, ancora una volta, con fiumi di lacrime. La sua faccia da lineamenti di bambino iniziò a contorcersi dal pensiero della morte. Non voleva farlo, ma doveva per amore del divenire.

È arrivata la mia ora. Addio.

E senza nessuna possibilità di scelta, si fece a poco a poco polvere, come accadde poco tempo prima a Kai.

Perché Asefod decise solo in quel frangente di morire, e non prima?
Non è dato realmente saperlo, o quantomeno i dubbi sarebbero potuti rimanere a vita.


Ok, siamo arrivati alla fine dell'addestramento. Ti ringrazio davvero tanto per avermi dato questa opportunità! Sei stato davvero bravissimo.
Role: 10.
Non posso certamente darti di meno, perché Mira è Mira. Caratterizzazione ben fatta, coerente nelle situazioni, così come Varnaki.

Scrittura: 10.
Seriamente, scrivi molto bene, senza esagerare ma al contempo in maniera elegante. Complimenti.

Strategia/Approccio: 10.
Il voto è naturale, visto come si è mossa. Non ha mai esagerato, ha cercato di comprendere e, infine, rapendo Asefod ha cercato di captare le informazioni. Mi sembra che Mira si sia comportata davvero molto bene.

Voto medio: 10
Ricompensa: il massimo, 1050 exp.

Essendo solo un Addestramento non c'è molto su cui soffermarmi, ma spero che ti sia divertito e che ti abbia fatto piacere le scelte che ho intrapreso.
 
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view post Posted on 25/5/2022, 09:34     +1   +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Con il sole pronto a tramontare sulla sottile linea che separava terra e cielo, così distante ma mai così vicina, Mira si trovava nei suoi alloggi a Suzaku, riflettendo su quello che era successo negli ultimi giorni. La vicenda di Asefod le aveva dato tanto da pensare, e le sue parole prima di sgretolarsi come Kai prima di lui, nella stessa esatta maniera, in un preciso momento dopo aver affidato le sue ultime volontà. Erano stati una serie di strani avvenimenti che si ponevano in coda ad altri misteri ancora irrisolti, con una nazione al confine che minacciava la stabilità del continente, con Akatsuki adesso prima dei suoi leader originali, con gli shinobi uniti verso una minaccia comune. Come doveva interpretare le parole di quell'essere? Potevano Yusekai e Sharingan generare autonomamente un corpo e un'anima capace da sola di viaggiare tra le dimensioni, o la coincidenza di cui parlava Asefod era un'altra? Era stato preda del "Vento", che volesse in qualche modo riferirsi ai domini del Paese? Se n'era andato troppo presto e aveva detto troppo poco. Per quanto se ne stesse a pensarci, non riusciva a cavarci informazioni rilevanti per provare una nuova mossa in quell'enorme scacchiera che era diventato il gioco di potere di quel nuovo anno.

D'altra parte, i lavori di ricostruzione di Chishiki Alta procedevano spediti e senza sosta, dare l'immagine che tutto fosse sotto controllo era fondamentale per non apparire in difficoltà agli occhi del popolo, anche se, in tutta onestà, c'erano fin troppe cose che le stavano sfuggendo da sotto al naso. Rivedere Kai poi, i suoi occhi dorati, risentire la sua voce dopo tutto quello che aveva fatto, e che aveva detto a Sora. No, non ci sarebbe cascata, non ci sarebbe mai riuscito a farle credere di aver compiuto quelle scelte per amore, o per passione. Era ossessione, egocentrismo, megalomania. Kai non era altro che questo.

Mira strinse i denti cercando di contenere la rabbia, ma afferrò il primo oggetto che aveva vicino sulla scrivania e lo scaraventò alla parete con rabbia, portandosi poi le mani al volto e sfiorando per sbaglio le bende che coprivano i segni dell'operazione. Odiava non avere tutto sotto controllo e in quella circostanza, sembrava esserci davvero troppo fuori dalla sua portata. Quale sarebbe dovuta essere la prossima mossa? Che cosa avrebbe dovuto fare con la vita che stava crescendo dentro di lei? Per l'età che aveva Gaz aveva già sofferto troppo a causa dei suoi genitori, a causa della loro ossessione, e maledire quel nascitura allo stesso destino avrebbe potuto portare a dei nuovi demoni da dover sopportare, da dover affrontare, e la domanda conseguente non poteva che essere: fino a dove si era disposti ad arrivare?

Bussarono alla porta. Era Kakumei con in viso uno sguardo per una volta positivo. La donna lo lasciò entrare, nonostante non fosse esattamente incline a ricevere visite, né parlare con nessuno. La spia la conosceva però bene ormai ed era sicuro che quella nuova informazione avrebbe potuto farle piacere. Era quantomeno la pista più calda da seguire, oltre all'ovvia situazione che si stava svolgendo oltreoceano.


Kakumei - Il laboratorio è pronto, il corpo di Shogun è già stato spostato.

Mira annuì, sospirando e il vecchio la lasciò ai suoi doveri. Non si sarebbero detti altro, semplicemente il Daimyo si alzò dalla scrivania avvicinandosi allo specchio della camera, osservando la fasciatura che le copriva fronte e occhio destro. Lentamente cominciò a sfilarla, lasciando a quell'immagine riflessa l'arduo compito di giudicare l'operato del Tenshi di Sora no Kuni. I suoi occhi vitrei si saturarono di sangue nero, denso come petrolio, che scivolarono pesantemente lungo le sue guance, rigando d'oscuro il suo viso perfetto. Allora li chiuse, richiamando a sé nuove energie sconosciute direttamente da Yusekai e fu in quel preciso istante che tornò a vedere, attraversata dal dolore di mille spilli sulla pelle, ma padrona di una luce a cui mai aveva assistito così direttamente. Il riflesso la guardava, e lei guardava il riflesso, mentre una luce rossa illuminava la sua energia e una luna nera si impadroniva del mondo degli spettri.

Era il potere di Tsukuyomi, ammantato del nero catrame di un mondo irregolare. Era la Dea della Luna oscura.


sharingan-mira



E siamo alla fine. Che dire, è stato un addestramento sicuramente pieno di sorprese, alcune anche rischiose con scelte coraggiose. Di sicuro non hai voluto limitarti al compitino, anzi, hai voluto rischiare il compitone di andare a parare in zone caldissime della storia di Mira e del forum in generale. Andiamo però con ordine, dividendo le due categorie che sono chiamato a valutare, riguardo il tuo operato.

Coinvolgimento Personale:

Si è partiti subito a bomba e questo mi ha permesso di lasciarmi trasportare dagli eventi senza troppa transizione nel mezzo. La scelta di "muovere" Gaz è stata la prima scelta coraggiosa che hai fatto ma onestamente son ben felice di come sia venuta fuori la cosa. Esplorare lati "fanciulleschi" di quella che in fondo è una bambina di sette anni è stata una scelta apprezzata e mi son divertito a dialogare con lei senza esserne il "controllore". Ho ruolato Mira veramente "mamma" e in fondo non ne ho sempre l'occasione.

La trama in sé ha avuto un intreccio che mi ha lasciato perplesso un paio di volte. Leggere di questa entità che sapeva segreti che nessuno dovrebbe sapere ti confesso che mi ha preoccupato. Essendo Mira una pg con anni e anni di storia alle spalle si rischiavano buchi di trama, ma alla fine tutto è tornato e ne sono felice, qui penso di dover ringraziare anche la dritta dei narratori che ti hanno un po' "limato" diciamo, ma ci sta assolutamente.

Passiamo alla parte più calda. Kai. Beh, non è stato facile tornare ad averci a che fare. Kai è un npc complesso, strutturato in dieci anni di forum e le sue motivazioni, per chi non lo ha vissuto direttamente per tutto questo tempo non sono limpidissime. Diciamo che non essendo un pg da bianco o nero, era difficile centrarne la caratterizzazione, e alla fine il suo "saluto" amorevole a Mira e Gaz è stata una scelta MOLTO coraggiosa. Il suo "saluto" lo dà già nella S in cui viene ucciso, e lascia il mondo con parole diverse, contemporaneamente però una sorta di rivalutazione nella morte e nella rinascita, nel rivedere la figlia e la donna di cui è stato mentore e amante, potrebbe starci. In ogni caso mi ha divertito la sequenza e il fatto che sia stata breve ne da valore, perché evita di dare troppa importanza a una storia che dovrebbe già essere stata chiusa.
Insomma, direi che un 8 te lo meriti, e sono sicuro che l'esperienza potrà darti quello che ti manca per diventare un grandissimo master.

Tempistica:

Poco da dire, sei sempre stato un fulmine quindi bella per te.
Voto: 10

Media: 9

Alla prossima!
 
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view post Posted on 8/7/2022, 14:25     +1   +1   -1
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Rei si aggiudica 500 Ryo (compenso fisso) e un grosso grazie per averci dato una mano! Ti ho anche inserito in lista Master addestramenti, che mancava il tuo nick.
 
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14 replies since 3/5/2022, 13:08   281 views
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