Isan 遺産 - L'eredità della Nebbia, Role libera per -Egeria- (1°pg) e Lucifergirl88 (1°pg)

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view post Posted on 16/9/2022, 21:52     +1   +1   -1
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Kirigakure no sato - 10/10/252 DN [Al Passato]



Le epiche imprese del Tessitore.
Il sentirle nominare le stiracchia un sorriso poco convinto in faccia - come se avesse appena succhiato un limone intero, e fosse costretta a decantare le lodi del suo sapore. ”Temo che di questo passo farò in tempo a farmi venire i capelli bianchi, prima di riuscirci” - sbuffa, portandosi le mani sulla cervicale e massaggiandosi stancamente i muscoli.
”Il fatto è che... Yu, cavolo, non posso permettere che qualcun altro debba rimediare alle mia incapacità!
Anche se capisco quello che vuoi dire. Non me lo farei ripetere due volte, se ci fosse da mettere una pezza per via di una situazione altrimenti non rimediabile, che l'abbia causata io o meno”
- prosegue, abbandonando il collo e portando lo sguardo fisso in alto, verso il soffitto.

”Vorrei solo non fare vaccate.
Non ci sono manuali su come fare lo spadaccino o governare un Villaggio, e la persona che avrebbe potuto... dovuto spiegarcelo, è sparita nell'etere.
Bella fregatura.”


Sarebbe stato il caso di finirla con quella parentesi autocommiserativa. Fortuna vuole che - come dovrebbe capitare più spesso di quanto non avvenga - Yu sgancia una bomba abbastanza grossa da farle sgranare gli occhi, lanciandogli uno sguardo stupefatto.
”Ah.” - riesce solo a commentare, per poi lasciar passare una manciata di lunghi, stupiti secondi.
”Oh, beh... ” - ulteriore pausa basita ”... cavolo, direi di sì!” esala finalmente, come se i neuroni avessero impiegato più tempo del normale per ricordare che sì, lei è un medico e s', è anche bravina nel suo lavoro. Torna a massaggiarsi la nuca con la mano, stavolta lievemente imbarazzata - ”è un tale casino incastrare i turni con le ronde di Jorogumo, che dovrò ridurre qui e là qualcosa, se voglio seguirti per bene. Analisi, visite e quant'altro. Dovranno muovere il culo giù al laboratorio, le tue cose dovrebbero avere priorità su tutto il resto... non ho mai avuto niente del genere per le mani però, devo chiedere com'è che funziona. La burocrazia è uno schifo” - così dicendo, aggrotta improvvisamente le sopracciglia, iniziando a passeggiare irrequieta avanti e indietro, mentre l'interminabile elenco delle cose da fare per prendere Yu in carico si riversa direttamente dalla fonte - il cervello - alla lingua.

”Facciamo così” - dichiara, arrestando improvvisamente la sua ronda e portando lo sguardo su Yu - ”Se c'è da fare analisi, le porto giù io di persona. Per visitarti, posso farlo ovunque, salvo esami particolari per cui dovesse servirmi attrezzatura... ma quelli li facciamo anche di notte se serve, tanto ho accesso a tutti i settori dell'ospedale. Uff...” sospira, battendo le palpebre più volte, con le sopracciglia sollevate. Cavoli, non si aspettava che quel colloquio prendesse una piega simile.
E un'ultima cosa.

”Insomma, farò il possibile... e se non ti dovessi trovare bene e preferissi cambiare medico, prometto solennemente di non offendermi” proclama con tono serio, portandosi la mano destra al petto, come per suggellare definitivamente le sue intenzioni.





 
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view post Posted on 25/9/2022, 13:54     +1   -1
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« Quindi sarei una questione. Capisco. »
Non fare il suscettibile! Sto solo cercando di prendere tempo prima di arrivare al punto focale di questo discorso. Parlarne mi costa più fatica di quanto non pensassi.
« Allora perché farlo? L’ultima volta che lo hai detto volontariamente a qualcuno sappiamo com’è finita. » In effetti le persone che sapevano della sua condizione si contavano sulle dita di una mano, ma tra queste solo ad Hayate Yu aveva parlato prendendo l’iniziativa, senza spinte di sorta. Fuyu lo aveva saputo di primo acchito dal Mizukage, mentre con Takumi il discorso era un po’ più complicato…Il Rosso non aveva detto nulla al compagno se non nel momento in cui si era rivelato necessario a causa della petulanza di Matatabi.
Ne ho bisogno. Non posso rischiare che qualche medicastro troppo sveglio noti qualcosa. Succede sempre più spesso ormai. Chiedere l’aiuto di Urako è l’unica cosa che mi viene in mente - altrimenti dovrei sentire Kai - ma non ho idea di come possa prendere la cosa.

D’altronde, senza contare l’esperienza diretta con Kurama all’interno del Gedo Mazo, si era trovata faccia a faccia direttamente col Raikage, che aveva avuto la brillante idea di dichiarare e svelare al mondo la possibilità che i Bijuu non fossero realmente scomparsi, ma si celassero tra loro in una forma diversa. Non proseguì però quella frase. Quel “spero non mi consideri un mostro” e quel “spero non pensi che sia sotto il tuo controllo” non si formarono mai in maniera chiara nella sua mente, ma rimasero lì ad aleggiare tra il giovane e il demone. Entrambi consapevoli, entrambi con ben poca voglia di approfondire il discorso.
Comprendeva bene la diffidenza della Volpe. Erano stati traditi da Hayate. Il nome di Yu era finito sulle labbra di Manpeiko, questo era innegabile. Con Urako non sarebbe successo ancora…vero? La sua fiducia non sarebbe stata ancora una volta presa, stracciata e calpestata. Di lei poteva fidarsi ad occhi chiusi. Come aveva sempre fatto. Anche se ultimamente si erano un po’ persi di vista, anche se c’erano cose di cui non sapevano nulla l’uno dell’altra…ogni volta che si rivedevano era come se tutto quel tempo si azzerasse, come se non fosse passato un solo giorno dall’ultima volta che avevano parlato. E non importava che adesso lei fosse il Tessitore e lui il futuro Mizukage, certe cose non sarebbero cambiate.
Bastava vedere come la ragazza si struggesse nell’ansia quando discutevano dell’argomento “Spadaccino” e come invece, dopo un primo, dovuto e prevedibile attimo di stupore, fosse totalmente a suo agio quando andarono a toccare la questione “medico personale”. Sciorinò subito una serie di ragionamenti, la mente che correva a mille vagliando le possibili problematiche che quel nuovo incarico avrebbe potuto causarle e, allo stesso tempo, programmando già come portare avanti eventuali analisi e visite. Fu impossibile non sorridere, vedendola così…entusiasta e imbarazzata allo stesso tempo. Eppure non perdeva la sua professionalità. Analitica, stava già pensando a tutto mentre passeggiava avanti e indietro davanti alla scrivania. Ad essere sincero, Yu non conosceva le procedure di più di metà delle cose che la ragazza stava elencando, ma si fidava di chi aveva le mani in pasta con quelle mansioni giornalmente. Sembrava però che l’essersi sentita sganciare una bomba simile non avesse permesso a Urako di chiedersi quali fossero le questioni citate da Yu, tanto che alla fine gli propose di cambiare medico nel caso non dovesse trovarsi bene con lei.


Non penso cambierò medico. Disse, sorridendo e iniziando a fare il giro della scrivania a passo cadenzato. Al di là del mio problema di iatrofobia che ben conosci, la questione principale che mi preme non si sappia troppo in giro è legata a…questo. Aveva il cuore che gli batteva all’impazzata, la gola chiusa, mentre rapidamente prese un kunai dal fodero per passarlo di taglio sul palmo della mano sinistra, porgendolo poi all’amica perché vedesse. Il sangue sgorgò rapido, a seguito del bruciore causato dalla lama che incideva la carne, eppure sotto gli occhi della ragazza la coagulazione avvenne in maniera decisamente più rapida di quanto avrebbe dovuto essere. Yu attese giusto quei pochi minuti, il tempo che l’amica scendesse a patti con la sua parte da scienziata, prima di riprendere il discorso. Quando le ferite sono gravi non è così evidente. Ammise. Ho comunque bisogno dell’intervento dei medici, come quella volta in cui hai visto la mia cartella. E si risolve in una capacità di ripresa leggermente più rapida del normale. Tuttavia c’è sempre qualche giovane medico un po’ più sveglio e assennato che nota questa mia…caratteristica e diventa sempre più difficile trovare scuse, per evitare esami approfonditi, e risposte convincenti alle loro domande. Ritrasse la mano, la ferita ormai cicatrizzata sotto il sangue secco. Gli occhi seri, piantati in quelli scuri di Urako. Per questo vorrei che qualsiasi cosa mi riguardi passi possibilmente solo per le tue mani. Non voglio che qualcuno di troppo possa scoprire cosa causi questa mia capacità. Sospirò, stringendo il pugno lungo il fianco. Le parole che faticavano ad allinearsi. Immagino sia chiaro che credo fino ad un certo punto al segreto professionale. Ma di te mi fido. A quel punto sorrise, un sorriso sincero, atto a alleggerire un po’ il discorso, eppure aveva anche qualcosa di diverso. Come se un peso lo rallentasse e lo bloccasse nell’andare oltre nel discorso. Infatti si fermò lì, prendendo ancora un po’ di tempo per autoconvincersi che fosse la cosa più sensata da fare e per permettere all’amica di mettere assieme qualche pezzo di ciò che aveva appena visto.

 
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Kirigakure no sato - 10/10/252 DN [Al Passato]



Iatro…

Oh cazzo, giusto!
Per poco non si tira una manata sulla fronte. Le sopracciglia aggrottate e subito distese forse tradiscono il fatto che non avesse minimamente ripensato a quel vecchio dettaglio; di eventuali ulteriori condizioni di salute di Yu, non era a conoscenza. E se è qualcosa di cui il rosso parla solo ora, deve essere qualcosa di brutto, sgradevole o peggio: pericoloso da spiattellare in giro.

Segue con le sopracciglia inarcate il procedimento dell’amico, che procede nel procurarsi una lesione alla mano: all’inizio non le pare di notare niente di che, visto che il sangue che fuoriesce dal taglio non pare verde o turchino e cola giù esattamente come il sangue di tutti i pazienti che ha visto finora; la cosa che le fa battere le palpebre più volte e la spinge ad accostarsi a lui, prendendogli la mano tra le sue per osservarla da vicino, è quella che avviene con una rapidità inspiegabile… e senza il minimo bisogno di tamponare la ferita.

”Avrai delle piastrine grosse come piattini per il tè” - decreta, buttandola sul ridere, mentre porta lo sguardo sul viso del rosso e ne ascolta i chiarimenti. ”Mhh… temi di fare la fine degli Ashura?” chiede sollevando le sopracciglia, ma pur sempre attenta a non farla sembrare una manifestazione di scherno. La mano la tiene ancora tra le sue, e questo le tornerà senz’altro utile per rassicurarlo.

”Non voglio sminuire la tua preoccupazione, Yu. Capiscimi” esordisce con pacatezza - ”E non farò mai marcia indietro, per quanto riguarda la nostra promessa. Però mi sento di rassicurarti: viviamo in un mondo di gente capace di vomitare lava, liquefarsi, estrarre le ossa e usarle per prenderti a mazzate sui denti… e via dicendo” elenca, citando le abilità più note tra i famigerati e sanguinari Clan di Kiri - ”Se il processo è più lento nelle lesioni gravi, sono piuttosto ottimista: difficile che qualcuno se ne accorga e se lo facesse, tirerò fuori io qualche scusa plausibile. Tu fa’ il mio nome e ci penso io. La cosa che preoccuperebbe me, al posto tuo, sarebbe da dove il tuo corpo prenda l’energia per accelerare i processi di guarigione. Il Parassita degli Ashura ad esempio si ciba di chakra per produrre effetti di vario tipo, ma ne consuma troppo e finisce per uccidere l’ospite…” - e qui si interrompe di colpo, lanciandogli un’occhiata di sotto in su - ”MAAAAA sicuramente non è questo il tuo caso… eheheheheh” - si corregge con un sorrisetto di scuse - ”gomen ne, non volevo terrorizzarti, anzi… però mi hai capita, no? Con calma, se mai avrai voglia e deciderai di sopportare qualche ago di proporzioni non assassine, avrai tutto il mio supporto nelle eventuali indagini. In ogni caso terrò l’acqua in bocca.” - conclude, assestandogli un paio di colpetti rassicuranti sulla ormai ex- ferita, prima di lasciargli andare la mano.
”Certo che un’accelerazione del genere, anche se non è mirabolante, può essere una bella risorsa. Sei proprio un fortunello, sai?” - lo punzecchia, evitando accuratamente di pronunciare quel “se ‘sta cosa non ti fa fuori nel processo” che le aleggia in testa.





 
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view post Posted on 16/10/2022, 15:02     +1   +1   -1
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Iniziava a capire come doveva essersi sentito Takumi, quando aveva cercato per tanto tempo di fargli intendere di essere innamorato di lui, ottenendo in cambio razionalizzazione ostentata e qualsiasi papabile spiegazione logica la mente di Yu riuscisse a partorire per dare una spiegazione sensata ai suoi comportamenti. Sì, doveva essere andata proprio come per il Rosso in quel momento: una gran voglia di sospirare e dire tutto chiaramente, per tagliare corto, trattenuta solo dalla ragionevole sensazione che, forse, servisse procedere per gradi…anche se ormai i gradi stavano finendo.
Capiamoci, Urako era stata dolcissima. A parte qualche scivolone, che con qualcuno un po’ più suscettibile di Yu - e, contrariamente a lui, ignaro della reale causa del proprio “problema” - sarebbe potuto finire con un patatrac allucinante, era stata gentile e rassicurante, cercando di non far sembrare la cosa così grave come sembrava al malcapitato e buttandola sul ridere più di una volta, per alleggerire il momento. Da manuale.
Le sfuggiva giusto solo un piccolissimo dettaglio. Ovvero che Yu potesse già conoscere cosa fosse a concedere lui quella risorsa tale da renderlo un “fortunello”, come diceva la ragazza.
Valutò un paio di volte durante il discorso dell’amica, di fermarla e dirle che effettivamente lui lo conosceva bene il “parassita” che riusciva a permettergli di curarsi a quella maniera. Anzi, lo conoscevano entrambi. Solo che era grosso, peloso, fulvo, zannuto e ben poco incline ad ammazzare il proprio ospite. Sarebbe stato divertente, ma già sentiva Kurama offendersi nel sentirti definire a quel modo…anche se a conti fatti non era una descrizione così sbagliata, se non che, probabilmente - in realtà non ne era per niente sicuro - lo spirito di un Bijuu era abbastanza potente da poter sopravvivere anche fuori dal corpo di qualcuno, sebbene senza un contenitore fosse notevolmente più esposto.
Però era evidente che alcune similitudini con quel tipo di organismi ci fosse. Una vera fortuna che non funzionasse come il Parassita degli Ashura. Sarebbe stato un bel casino. Anche se, in effetti, al termine del periodo in cui entrava in totale simbiosi con la Volpe - quella che lui chiamava Emersione - era come se tutta la fatica che avrebbe dovuto provare gli piombasse addosso di colpo. Ma era qualcosa di fisiologico, dovuta alla fatica per il corpo umano di sopportare un chakra simile. Nulla di permanente in ogni caso. Era semplicemente il prezzo da pagare per poter usufruire di un potere che normalmente non avrebbe dovuto avere.
Era davvero un fortunello. C’erano Shinobi che faticavano una vita intera, strisciando nel fango, piangendo sangue per ottenere ciò che avevano e lui…lui aveva avuto un colpo di culo.


« Cazzate. » Sputò Kurama con un ringhio. « Il solo fatto che ti abbia scelto denota che non fossi “uno dei tanti”. Senza contare che imparare a gestire il mio chakra non è stata una passeggiata. Te lo sei già scordato? Giorni e giorni e giorni…ci hai sbattuto la faccia a lungo prima di poter dire di essere in grado di controllarlo nella sua totalità. Te lo sei guadagnato, al di là di tutto. »
Questo è vero. Credo sia stata una delle esperienze più dure della mia vita…soprattutto perdere la capacità di controllarlo una volta che c’ero appena riuscito. Quel dannato Morbo! Ho dovuto rifare tutto daccapo.
« Ahahah! Ma ne sei uscito vincitore. Forse anche più forte di prima. »

Forse. E ora che ci pensava Urako era ancora convinta che lui fosse stato male durante quegli anni. Quando in realtà aveva subito solamente l’incapacità di impastare il chakra come voleva. Avrebbe dovuto scusarsi per aver mentito. O magari no. Magari non le avrebbe detto nulla in proposito. Non ne aveva idea. Intanto doveva concludere quel discorso, e far capire all’amica che non fosse diventato improvvisamente anche ipocondriaco, ma che parlasse con cognizione di causa. E sapete cosa? Forse glielo avrebbe detto proprio a quel modo.

Quindi io sarei un fortunello e lui un parassita, eh? Si ritrovò a ridacchiare. Mmmmh beh, direi che è un po’ troppo grosso e non abbastanza stupido da uccidere il corpo di cui è ospite. Tutt’altro, mi ripete sempre che non ha per nulla voglia di andare a cercarsi qualcun altro con cui andare d’accordo! Osservò la ragazza, consapevole non ci fosse un modo per indorare la pillola. Sai…lui ti chiama ancora Bambina Invisibile. Fu allora che gli occhi di Yu mutarono, per un battito di ciglio. Il verde chiarissimo si tinse del colore del sangue, la pupilla rotonda si restrinse in una fessura, per poi lasciare che tutto tornasse come prima, talmente velocemente da chiedersi se non fosse stato solo uno scherzo della propria mente. Ma sarebbe bastato. I ricordi legati all’esperienza del Gedo Mazo erano fin troppo vividi perché Urako non capisse. L’importante ora era che non se ne uscisse con un grido o, peggio, che urlasse direttamente il nome del demone. Fu per questo che Yu si potrò un dito alle labbra, un’espressione serissima in volto. Un segreto per un segreto. Intimò per poi aggiungere una blanda minaccia, un sorriso divertito mentre citava parola per parola la stessa ragazza. “Azzardati a farne parola con qualcuno, e mi appendo la tua lingua al collo come un ciondolo.”

 
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view post Posted on 2/11/2022, 18:39     +1   +1   -1
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Kirigakure no Sato, Mizu no Kuni, 10/10/252 DN [Al Passato]



Dapprima Yu sembra borbottare qualcosa tra se e se, lasciandola in bilico tra il desiderio di capire ciò che dice, e l’impulso di ignorare ciò che non è direttamente destinato alle sue orecchie: solleva ambedue le sopracciglia, come per invitarlo a spiegarsi meglio - ammesso che desideri farlo. Poi lo vede ridacchiare, aggiungendo un paio di osservazioni che si sforza di metabolizzare il prima possibile… uscendone ancora più confusa di prima.

Sul viso della diciottenne si dipinge un’espressione carica di disagio: un chiarissimo che-accidenti-stai-dicendo, impresso nei lineamenti del viso ovale, finché quella terza persona singolare non inizia a far luce su qualcosa che stava cercando accuratamente di escludere dalla rosa delle ipotesi.
Sente la mascella scendere leggermente, mentre il viso passa dal dubbio allo sconcerto. Bambina invisibile…? E chi sarebbe, a chiamarla così? Il suo… amico… invisibile, appunto?

Sta per farla, quella battuta, forte di quel legame pluriennale col rosso, che con un po’ di fortuna, le avrebbe perdonato l’eccessiva confidenza… tuttavia un’orribile sensazione di allarme le strozza le parole in gola, ancora prima che riesca a razionalizzare la causa di quella scarica di adrenalina.

PERICOLO! PERICOLO! PERICOLO!

Avete presente, no?
PERICOLO! Il prurito di mille spilli sul dorso delle mani, il corpo percorso dalla testa ai piedi da un brivido gelido, ogni singola fibra di muscolo che vibra e urla di elettricità e la stanza tutt’attorno che ondeggia violentemente, mentre la mente trattiene e contiene qualcosa che ordinariamente l’avrebbe fatta fuggire a gambe levate. PERICOLO! Ma quello è Yu, no? Non c’è pericolo. Non ha senso scappare.

PERICOLO! PERICOLO! PERICOLO! - starnazza l’istinto di conservazione. I muscoli si ribellano alla stasi imposta, tremano violentemente. PERICOLO!

Pallida come un cencio, strizza gli occhi e scuote la testa, aspettando che la testa smetta di girare. “Gomen” - esala, costringendosi ad inalare un lungo respiro tremante.
Respirare non la calma affatto.
Adesso sente un nodo alla gola, oltre a tremare come una foglia.

“Mi hai fatto venire un colpo, non me l’aspettavo” - aggiunge con un filo di voce, certissima che confessare la pura verità avrebbe messo un punto fermo a quell’episodio del cavolo - certezza che va in frantumi nemmeno due secondi più tardi: in fondo alla sua testa, la voce isterica non smette un secondo con quel pericolopericolo dimmerda e lei, là fuori, sta bruciando le poche energie mentali che le restano per non scoppiare in lacrime come una bamboccia al primo anno di Accademia ninja.

OCCHI-ROSSI

Si, porca la miseria, me n’ero accorta. Grande sagacia, eh. Grazie infinite.

PERICOLO

… vaffanculo.

“La lingua mi serve, grazie. Non ho ancora limonato con nessuno, dopo l’idiota, e non ho la minima intenzione di farlo restare il primo e l’unico” - sentenzia con un’improvvisa - e poco credibile - spavalderia, tornando a cercare il sostegno della sua sedia con fare marziale… prima di afflosciarsi sul suo cuscino, come un pesce senza lisca. “Ma anche questa cosa la terrai per te: ho una dignità da preservare. E torniamo a noi” cambia discorso, tornando a sollevare lo sguardo sul viso del Mizukage.

Il solo ripensare a quegli occhi cremisi le fa venire la nausea.
Si costringe a non abbassare lo sguardo.
Deglutisce a vuoto, mantenendo con ostinazione un’espressione incurante sul viso terreo. “In buona sostanza, la tua personalità doppia ha una personalità a sua volta… che è senz’altro una cosa estremamente affascinante” - analizza con tono professionale, ignorando l’esplosione di sentimenti che le sta ribaltando il cervello da dentro a fuori. “Mi fa venire in mente i Kinsei, anche se è presto per azzardare un’ipotesi del genere” - aggiunge, lasciando la lingua libera di ricamare altri dettagli falsamente razionali: c’è qualcosa che lotta per emergere, nel tumulto che le sconvolge la testa, e non è facile parlare tenendo quel qualcosa d’occhio.

Un ricordo, forse.

Qualcosa che l’ha segnata nel profondo.
… carne bruciata?
Il labbro inferiore le si arriccia leggermente, così come le sopracciglia si aggrottano appena: il rosso richiama il fuoco, ma non le risulta di aver sperimentato traumi durante una grigliata in famiglia. Youton? Netsubou Ikari?
No, niente di tutto ciò…



 
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view post Posted on 13/11/2022, 15:33     +1   +1   -1
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Bomba sganciata. In fin dei conti, per quanto avesse cercato di edulcorare la notizia, non c’erano modi simpatici e carini per dirlo, ne era più che consapevole. Tuttavia, egoisticamente aveva bisogno che Urako comprendesse la sua posizione, il perché di quell’incarico e della sua ritrosia ad assegnare a qualcun altro il compito che aveva calato sulle sue spalle. Temeva una brutta reazione…la ragazza ne avrebbe avuto il diritto dopo quello che avevano passato a Fukagizu, per non parlare della sua recente esperienza col Raikage, e di fatto quando la vide sbiancare e iniziare a tremare come una foglia, senza neanche un refolo d’aria che potesse infiltrarsi nella stanza, fu difficile non accusarsi. Ecco, l’hai spaventata, complimenti: la sensibilità di un elefante si ritrovò a pensare, avvicinandosi istintivamente per aiutare la moretta…quanto meno per prenderla in tempo se fosse collassata all’improvviso. Ma Urako era più forte di quello che quel corpicino dava a credere.
La vide strizzare gli occhi, scuotere la testa e prendere un profondo respiro. La voce che uscì dalla sua gola era comunque flebile e tremante, mettendo in luce, più delle parole stesse, la sorpresa per ciò che aveva appena sentito. Per forza non se l’aspettava…chi mai si aspetterebbe una verità del genere? Soprattutto detta da qualcuno di molto vicino. Nessuno. Appunto che qualsiasi suo tentativo arzigogolato di rendere la cosa meno pesante sarebbe stato inutile! Alla fine il concetto era comunque quello. Però il fatto che Urako ci scherzasse su era un buon segno, no? Aveva cercato il sostegno della sedia, lasciandosi cadere sulla stessa, ma si era buttata su una battuta quindi…la cosa poteva finire bene. O almeno lo pensava, tanto che lui stesso le andò dietro, nel vano tentativo di alleggerire l’atmosfera. Cosa che poi avrebbe fatto in ogni caso, perché quello che aveva detto la moretta gli aveva strappato un sincero sorriso divertito. L’idiota, eh?


Eeeeeh, addirittura un bacio? E io che pensavo fosse un amore platonico… In un certo senso le faceva tenerezza l’innocenza di quell’affermazione. Chissà cosa avrebbe pensato se avesse saputo di lui e Takumi. Non faticava ad immaginarsela cambiare colore dieci volte, mentre condivideva con lei piccoli “scorci” della loro relazione. Altro che limonare. Ah assolutamente. Sarò una tomba. Non che ci fosse molto da raccontare, in fin dei conti…probabilmente la storia della mucca avrebbe fatto più successo.

Però quello scambio lo aveva un po’ rinfrancato. Era stato come tornare ai vecchi tempi, per un momento, quando la moretta si sfogava dei suoi problemi. Però era chiaro che qualcosa le si agitasse nel profondo, faticava a tenere saldi gli occhi su di lui e i segni dell’inquietudine non erano ancora del tutto scomparsi. Preferì darle il tempo che le serviva. Rimase in silenzio, attendendo che fosse lei a dissotterrare quel cadavere ingombrante, pallido tanto quanto lo era la kunoichi nell’istante in cui parlò. Discorsi che presero in contropiede uno Yu che, per la prima volta, si rese conto che la sua amica non aveva capito una beneamata cippa di tutto quello che aveva detto. Già. Ma se non aveva capito, se aveva recepito e ricamato quella storia sulla seconda personalità, allora perché diavolo sembrava spaventata a morte?
Sbattè gli occhi un paio di volte ascoltando quelle fesserie, piegando la testa di lato come avrebbe potuto fare un gatto, mentre Kurama si rotolava dalle risate.


« Sono passato da putrido parassita, all’essere una seconda personalità! Pffhahahaha! Dovrei offendermi, ma il suo ragionamento è talmente ridicolo che non ne vale nemmeno la pena! »

Urako, ma… sei seria? Chiese, aggrottando le sopracciglia, incredulo e confuso di fronte a quella razionalità quasi forzata. In che modo una seconda personalità potrebbe concedermi una quantità di chakra tale da accelerare la mia capacità di guarigione? Schioccò la lingua, scuotendo la testa. Certo, non sono un esibizionista come il Raikage, ma anche senza allarmare tutti i sensitivi di Kiri e dintorni pensavo capissi, avendo già incontrato qualcuno di simile a me. Non stava né in cielo né in terra che mettesse su uno spettacolino come quello accaduto a Kumo durante l’elezione di Eiji Imai. Non era così folle. E poi, cazzo, c’era anche lei a Fukagizu! Come poteva aver scordato? Non era successo molto tempo addietro. Mmmh…Che il punto non fosse averlo fatto, quanto averlo voluto fare? Sul serio? Titubò, sull’orlo del dubbio tra riportare a galla con le proprie mani quei ricordi e lasciare che risalissero da soli. Alla fine optò per una via di mezzo. Si abbassò sulle ginocchia, assottigliando gli occhi come se cercasse di guardare lontano, in quelli della compagna. Urako tu…ricordi ancora Fukagizu, vero?

 
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Kirigakure no Sato, Mizu no Kuni, 10/10/252 DN [Al Passato]



”Platonico mica tanto, anche se devi essere uno sfigato totale per provarci a diciannove anni suonati con una appena uscita dall’Accademia” - ribatte con enfasi eccessiva, edulcorata dallo spavento che sta ancora faticando a metabolizzare. Il sorriso divertito del rosso aiuta un pochino a stemperare la tensione che ancora elettrizza l’aria; annuisce in segno di approvazione, con un’espressione imbronciata stampata in faccia, per quanto riguarda la promessa di Yu: non ci sarebbe nemmeno bisogno di rassicurazioni da parte sua, specie per un argomento del genere, ma quelle punture che avverte all’altezza dello sterno - nient’altro che orgoglio ferito - lo pretendono a gran voce.

Si accorge quasi subito tuttavia che la sua teoria, per quanto vagamente plausibile, non convince il Mizukage manco un po’.

Naturale… non è facile far sì che la gente si renda conto di ciò che da fuori si comprende benissimo o forse - cosa del tutto plausibile - quello lì, sulla propria condizione, ne sa di più di quanto non abbia dato a vedere. Gli lancia un’occhiata incuriosita, un sopracciglio inarcato, come a chiedere silenziosamente “che altro c’è adesso?”, ma presto si trova a sbuffare seccata: “Kyoumei Yuzora, ce l’hai una vaga idea di cosa sono in grado di fare le persone, da quando è stato scoperto il Ninjutsu?” - ribatte accalorandosi, mentre si alza dalla sedia e torna a piantarsi i pugni ai fianchi. “Avere una roba del genere è più che possibile, senza scomodare quell’imbecille del Raikage, che è una questione decisamente più complicata. Se poi hai già le idee chiare, bastava dirlo da subito, che cappero!” esclama imbronciata, per poi frenare molto, moooolto bruscamente.

“... e adesso Fukagizu che c’entra…?”

Probabilmente da fuori Yu avrebbe potuto vedere le rotelle nella zucca della diciottenne ruotare vorticosamente sferragliando, con gli occhi ridotti a due fessure, mentre i neuroni in background si sforzano di collegare quei puntini che la diciottenne si sta rifiutando categoricamente di considerare allineati. “Me lo ricordo, Fukagizu” mugugna a denti stretti, per guadagnare tempo, con un’espressione che ricorda tantissimo il muso grinzoso di un gatto senza pelo che ha visto una volta all’Eremo; se qualcuno provasse a infilarle una scopa su per il sedere, probabilmente otterrebbe una reazione meno irrigidita da parte sua. Lo ricorda, e non è certo una bella memoria. Ma torniamo a noi: borbottando tra sé, Urako cerca di ripercorrere il filo del discorso del rosso, seguendo le concatenazioni più inverosimili, ma senza trovare il bandolo di quell’intricata matassa. Sospira lungamente, sempre più confusa, massaggiandosi le tempie. “Senti Yu, non puoi farti le paranoie a certi livelli” - lo rimprovera, iniziando a sentirsi provata dal contraccolpo di tutte quelle emozioni messe assieme. “Va bene che da adesso in avanti avrai un bel bersaglio sulla schiena, ma non puoi campare convinto che tutti i sensitivi di Kiri stiano dietro a te perché hai qualcosa di diverso. Sarebbe un tormento, mi capisci? Tutti gli shinobi hanno una loro particolarità, fa parte del gioco di interazione del chakra col sistema corporeo di ciascuno, che è unico e irripetibile.
Quindi cerca di stare tranquillo e fidati della gente che ti copre le spalle, a prescindere dal fatto che il Gedo ti abbia o meno modificato il sistema di circolazione. Andrà tutto bene, dico davvero, non puoi camminare sempre sulle uova. Guarda il Raikage. Sarà scemo, ma è uscito da lì con un Biju in corpo e non mi pare si sia fatto questi grandi problemi, no?

E tu non hai un Biju in corpo. Quindi fai un bel respiro e goditi il jingasa nuovo, ok?”
- lo esorta, sollevando infine le sopracciglia con aria incoraggiante.

Per poi congelarsi lì dov’è.

Mentre un atroce dubbio emerge dai recessi più reconditi della sua mente.

Abbassa lo sguardo dubbioso.

Lo solleva di nuovo.

Fissa Yu.

Solleva di nuovo un sopracciglio.

“Perché tu non hai un Biju in corpo, no?”



Sente la sua voce risuonare in modo innaturalmente flebile e acuto.



 
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view post Posted on 18/12/2022, 15:14     +1   -1
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Fece un passo indietro rialzandosi in piedi, lasciando spazio alla ragazza di fare altrettanto nel suo slancio di piccata convinzione, in uno strano teatrino che nemmeno volendo sarebbe potuto essere premeditato, ma che in quell’istintività era riuscito fin troppo perfetto. Aveva ragione Urako a dire che il Ninjutsu aveva cambiato il loro mondo, aveva ragione a credere che lo avrebbe fatto ancora, ancora e ancora - se il Morbo non lo avesse cancellato dalla faccia del Continente - e aveva ragione a dire che la questione del Raikage fosse qualcosa di più complicato di una doppia personalità, ma…era proprio questo il punto che Yu voleva calcare. Tuttavia sembrava che l’amica non riuscisse, o non volesse, prendere in considerazione quell’eventualità. Nemmeno quando tirò in ballo Fukagizu sembrò riuscire a raccogliere tutti i pezzi del puzzle che il Rosso le stava lasciando in giro, instillando nel neo Mizukage il dubbio di aver sopravvalutato veramente l’acutezza della moretta, come diceva Kurama. Anche se…al di là di tutto, al di là dell’importanza di quella conversazione e del peso che avrebbe avuto, forse anche sul loro rapporto, mettere al corrente Urako della verità, doveva ammettere che era divertente vederla barcamenarsi tra quelle briciole senza riuscire a trovare una quadra. Anzi! Cercando qualsiasi soluzione possibile non fosse quella più ovvia. La sua espressione poi…Yu faticava davvero a non scoppiare a ridere: se avesse potuto passare più tempo con sua madre da ricordare simili dettagli, immaginava avrebbe fatto quella faccia e si sarebbe piantata i pugni sui fianchi a quel modo alla sua ennesima marachella o bugia. E vederlo fare all’amica, più giovane di lui di qualche anno, rendeva il tutto estremamente spassoso. Ma fece il possibile per trattenersi, limitandosi a un sorriso. D’altronde non sbagliava Urako quando diceva che se sapeva già quale fosse il problema, avrebbe potuto dirlo direttamente. Ma non era facile. Con qualcuno a cui era legato meno che mai. A conti fatti parlarne all’allora Mizukage, Hayate Kobayashi, gli aveva creato molti meno grattacapi. Andava fatto, punto. Anche se visti i recenti risvolti, se avesse avuto la facoltà di tornare indietro e ripetere quella scelta, probabilmente avrebbe agito diversamente. Forse si sarebbe rivolto solo a Fuyu. Dannato lui quella volta che non l’aveva fatto!

« Vorrei ripeterti per l’ennesima volta che “te lo avevo detto”, ma penso sia ormai inutile girare l’artiglio nella piaga. Piangere sul sangue versato non serve a nulla, possiamo solo cercare di rimediare al danno. E abbiamo iniziato piuttosto bene con quella Vecchia. »
Sì, ma Hayate resta ancora in giro, non si sa dove, con informazioni che, a quanto pare, non sa tenere per sé. Come ha detto questo, che altro potrebbe andare in giro a raccontare? Segreti del Villaggio? Doppie identità di cui è al corrente solamente lui? Tch…fatico ancora a credere a questo suo azzardo.
« Azzardo, mh? Maniera carina per definire un tradimento. »
Forse perché brucia ancora come quando l’ho scoperto.
« Forse. E brucerà per parecchio, te lo dice un esperto. Ma vedrai, daremo una bella ripulita a questo macello. »

Nel frattempo di quella conversazione interiore, dolorosa come sale su una ferita, ma al contempo rigenerante come un balsamo, Urako sembrava cercare in tutti i modi di trovare il bandolo di quella matassa aggrovigliata che Yu le aveva messo per le mani. Senza molto successo. Inizialmente strappò un sospiro esasperato al Rosso che si piazzò a braccia incrociate, ascoltando il suo rimprovero sul fatto di essere troppo paranoico. Lo sguardo annoiato di chi sta ascoltando per l’ennesima volta un tentativo inutile di arrampicarsi su specchi che stavano iniziando a scricchiolare sotto le mani della malcapitata scalatrice, come ghiaccio troppo sottile per sostenere il peso di chi vi camminava sopra. Solo verso la fine i suoi occhi verdi ebbero un guizzo e di sicuro non alla prospettiva di godersi il suo jingasa che, assieme all’abito ufficiale, era una delle cose che odiava di più del suo nuovo ruolo. Stava quasi per dirglielo quando qualcosa nella convinzione della ragazza iniziò a vacillare. La vide bloccarsi lì sul posto, abbassando lo sguardo aggrottato e dubbioso. Gli sembrava quasi di vederle quelle rotelline che riprendevano a girare fluide, scalzando via un maledetto sasso che ne impediva il corretto funzionamento. E quando tornò a guardarlo, ponendogli quella domanda - l’unica domanda, l’unica esatta - con la voce acuta, forse affievolita da quella che la preoccupazione del giovane Mizukage riteneva essere paura, le labbra di Yu si aprirono in un sogghigno divertito, sfidando il proprio terrore, nascondendo alla meglio il timore di allontanare la moretta e spaventarla.

Vuoi la risposta di comodo o la verità? Ribatté, ricambiando lo sguardo della più giovane e lasciando passare diversi lunghi istanti prima di sbuffare un Non che mi serva a qualcosa la prima, visto che ti ho proposto di diventare il mio medico personale proprio per questo motivo. Sarebbe stato tutto vano a quel punto, una fatica senza motivo. Penso sia inutile che ti dica che arrivati a questo punto non accetterò un passo indietro da parte tua. Ma ritengo di doverti delle scuse. Vedi io…durante l’attacco del Morbo non ho avuto alcun disturbo “fisico”. Ho finto di averne, per evitare di dare nell’occhio. In realtà gli unici problemi in cui sono incappato sono quelli relativi al chakra, da quelli non ho avuto scampo come qualsiasi altro utilizzatore di Ninjutsu. E penso che la presenza del Bijuu possa avere qualche collegamento con la cosa, anche se lui ne sa quanto me a riguardo. Chinò il capo a quel punto, non gli era piaciuto mentire a tutti. A Urako, a Kai, a qualsiasi persona non fosse al corrente della sua situazione. Ma era stato necessario…per proteggere sé stesso, ma anche per proteggere loro. Gomen. Fece prima di alzare gli occhi verso l’amica nuovamente, ancora a capo chinato. E ti prego…non pensare a me come un mostro ora che lo sai. Sono sempre lo stesso Yu. Tornò eretto, cercando di sorridere sebbene la preoccupazione macchiasse quel tirarsi di labbra che cercava d’essere naturale, ma faticava a dimostrarlo.

 
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Kirigakure no Sato, Mizu no Kuni, 10/10/252 DN [Al Passato]



Le labbra di Yu si distendono, snudando una chiostra di denti candidi in un ghigno divertito; lei crede di sentire un mucchio di roba diversa tutta assieme, tra cui probabilmente figura il sangue che abbandona il suo viso, un brutto spasmo dei muscoli intercostali e una grande, immensa, incommensurabile stanchezza calarle sul cervello. Non crede di riuscire a pensare chiaramente.

Qualche voce - tra le tante che le strillano in testa - vorrebbe accertarsi con Yu di aver capito bene, mentre qualche altra vorrebbe cazziarlo per lo scherzo di cattivo gusto. Un'altra ancora, più pragmatica, vorrebbe solo sapere quale sia, esattamente, il nuovo ospite di casa Kyoumei, mentre quella disfattista non ha il minimo dubbio: sarà senz'altro quella maledetta volpaccia, resasi in qualche modo innocua... giusto?

Sollevare lo sguardo verso Yu costa un'enorme fatica, come se stesse lottando per tenere le palpebre sollevate, dopo una veglia di quarantott'ore; con l'espressione di chi sta facendo uno sforzo superiore alle proprie facoltà, borbotta qualcosa di improbabile, tipo... ”Mmmmh... facendo un'analisi dei pro e dei contro, la cosa non è così malvagia.
Vuol dire che non dobbiamo più cagarci sotto se il Raikage ha qualche altra pensata delle sue, giusto?”
- riflette ad alta voce, senza aspettarsi realmente una risposta.

Il ”Nessun problema” pronunciato in risposta alle sue scuse suona meccanico, distaccato; si porta le mani al viso, massaggiandosi la pelle ai lati del naso con gesti legnosi. ”Seriamente. Credo che al posto tuo avrei fatto la stessa cosa, né più, né meno. In campo medico, mi atterrò strettamente alle tue istruzioni” - aggiunge, casomai aleggiasse nella mente del rosso... e non solo... qualche dubbio sull'eventuale intenzione di ficcanasare nei loro affari, effettuando analisi di troppo. Sì, beh, se sta mettendo le mani avanti, è perché è sbucata un'altra voce nella sua testa, che suggerirebbe di effettuare ALTRI test, per comprendere l'interazione tra Bijuu e disturbi del chakra, ma nessun altro nel grande condominio mentale di casa Yakamoto sembra avere intenzione di associarsi.

”Il concetto di mostro è piuttosto soggettivo” - replica, sbattendo le palpebre un paio di volte, lo sguardo che vaga nel vuoto. Sta divagando. Riempiendo il vuoto con parole che lasciano il tempo che trovano.
Una smorfia di disappunto deforma le sue labbra, disegnando un'espressione cupa e triste sul viso ovale.
”Non dirmelo... mi sa che avresti sperato una reazione più calorosa a questa notizia, giusto?” - domanda, sollevando finalmente lo sguardo sul viso del rosso. Ne studia le reazioni, forse cercando le avvisaglie di uno scoppio di rabbia o forse - anche peggio - i segni della delusione sul suo viso. ”Non credo tu sia un mostro, anche se è inutile mentire: non posso dire altrettanto sul tuo inquilino - ammette, cercando in quegli occhi verdi il minaccioso luccichio cremisi manifestatosi poc'anzi - ”Non per rancore o vendetta, quelle cose non mi interessano. È te che voglio tenere vivo e in salute, e che quel coso sappia che farò quanto in mio potere perché ciò accada dichiara avvicinandosi a Yu, i pugni nuovamente puntati sui fianchi: la posa di chi ritiene di non essere aggredito nell'immediato, oltre che esprimere tutta la sua decisione. Come se stesse facendo la ramanzina alla creatura misteriosa che sta attentando alla vita del suo amico... ecco, sì.
Precisamente.
Crede di aver capito come metabolizzare quella faccenda, almeno per il momento.

Da vacui e vitrei, i suoi occhi tornano a farsi carichi di decisione, mentre continuano a fissare le giade verdi del Mizukage: "La tua condizione è del tutto nuova: solleva interrogativi e sentimenti contrastanti, che penso sia opportuno affrontare con mentalità scientifica” - verbalizza, aggrottando le sopracciglia, come se parlare ad alta voce la aiutasse a capire i suoi stessi pensieri, e a farsi capire. ”Anzi, no: è una promessa. Perché è giusto così.
Ci sono troppe paure e speranze mischiate, attorno al concetto stesso di Jinchuriki: farsi travolgere e perdere la testa è questione di un attimo, al netto del legame personale che possiamo avere noi due... che a sua volta ha un peso notevole.

Tratterò ogni aspetto di questa situazione nel modo più razionale possibile, Yu. In questo momento, devo contraddirmi, rispetto a due minuti fa: ci sono diversi motivi per cui questa è una bella notizia, tutti razionali, più numerosi di quelli che dovrebbero provocare paura - e festeggeremo, è una promessa anche questa.

Solo che prima... avrei proprio bisogno di farmi una dormita...
- esala senza più energie, le spalle che sembrano afflosciarsi, come le foglie di una margherita rimasta senz'acqua.




 
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view post Posted on 26/2/2023, 15:04     +1   -1
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Quel disagio non lo abbandonò nemmeno quando Urako iniziò a rispondergli. Era una sensazione spiacevole, disgustosa, come la percezione di qualcosa di lungo e viscido che gli si contorceva nelle viscere. Un’agitazione profonda e radicata, che gli faceva gelare le estremità e seccare le gola. Non avrebbe saputo come spiegarlo. Nonostante la ragazza non stesse dicendo nulla di male, nonostante non fosse saltata per aria dalla paura, c’era un gelo nell’aria che avrebbe potuto paragonare solo a quello prodotto da Fuyu-sensei. Le parole di lei suonavano vuote, come dette più per riempire il silenzio che altro, distanti come lontano divagava lo sguardo nocciola. Fu allora che comprese quella preoccupazione.
Non lo stava minimamente guardando in faccia. Parlava, diceva cose che, in teoria, avevano anche un senso logico, ma non incrociava lo sguardo col suo che si crucciava ogni attimo di più, cercando di osservare e vedere quello che vedeva lei…ma era un po’ come cercare di scorgere quelle cose che solo i gatti parevano afferrare, quando si bloccavano osservando apparentemente il nulla. E più i minuti passavano, più le parole aumentavano, più la preoccupazione di Yu cresceva. Temeva di averla fatta grossa. Di aver fatto il passo più lungo della gamba e, in un certo senso, di aver sbagliato a mettere a parte Urako su quella faccenda. Si morse il labbro inferiore, nervoso e fu proprio allora che gli occhi della moretta finalmente si sollevarono abbastanza da incrociare i suoi. In un certo senso fu come tornare a respirare, sentì fisicamente il peso di quel momento scivolargli via dalle spalle come un mantello, mentre la domanda dell’amica faceva piegare le sue labbra all’ingiù in una smorfia con tanto di naso arricciato.


No. Un’ammissione talmente rapida che difficilmente sarebbe potuta essere una bugia. In realtà temevo la prendessi male e ti potessi spaventare. Ma sembra sia andata meglio di quanto avessi previsto. Sì, forse in quei primi momenti il colpo l’aveva accusato, ma si era ripresa rapidamente tanto da arrivare a dirgli di non ritenerlo affatto un mostro e a minacciare spassosamente Kurama, avvicinandosi a Yu coi pugni piantati ai fianchi, osservandolo come se potesse vedere la creatura che stava dentro di lui attraverso le carni.

« Buaahahahahaha! Ma guardala! Così piccola e gracilina, ma con grinta da vendere! » La risata cavernosa della Volpe gli rimbombò in testa. « Oi, ti andrebbe di dirle una cosa da parte mia? »
Uh? Cosa vuoi che le riferisca?

Sorrise Yu, tanto nella sua mente quanto effettivamente nella realtà. Dice di dirti che allora avete già qualcosa in comune.

Ridacchiò, riportando il messaggio di Kurama ad Urako in merito alla sua volontà di tenere in vita il Rosso. Per qualche ragione sempre più persone - e creature - si stavano prendendo carico del compito di proteggerlo. Takumi gli aveva detto che era lui il fulcro di questo comportamento, che era lui ad avvicinare le persone, eppure a Yu sembrava di non aver mai fatto nulla di particolare. Immaginò che stare a pensarci, in ogni caso, non gli avrebbe chiarito la cosa, come non lo aveva fatto fino a quel momento. Quindi tornò a concentrarsi sui discorsi di Urako che pareva del tutto intenzionata ad approcciare quella situazione con rinnovata determinazione e mentalità scientifica.

Mi sembra un ottimo punto di partenza. Fece. Anche se ho i miei dubbi sia una situazione veramente così nuova. Se lo fosse non esisterebbe la parola Jinchuuriki. Fuyu glielo aveva spiegato, quella parola nella mitologia indicava un uomo che portava dentro di sé lo spirito di un demone ed aveva un’eccezione negativa. Evitò comunque di dire alla ragazza che fosse un nomignolo denigrante, d’altronde se non glielo avesse detto lo Yuki, nemmeno lui l’avrebbe saputo. E poi…era chiaro che per quel giorno Urako avesse avuto fin troppe sorprese. Si ritrovò a sorridere. Avremo modo di discuterne così come riusciremo a trovare il tempo per festeggiare…e nei prossimi giorni potrai farmi tutte le domande del caso. Ma penso che per oggi tu ne abbia abbastanza. C’erano altre cose di cui avrebbero dovuto parlare, ma a quel punto era meglio farlo a mente fresca. Per entrambi. Ti chiedo solamente di farmi avere quanto prima il rapporto scritto dell’incarico in cui hai avuto quel diverbio, chiamiamolo così, col Raikage e un resoconto del rientro di Kazuku Mizuguchi, di cui mi sei sembrata ben informata. Ovviamente tutto a nome di Jorogumo.

 
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view post Posted on 26/3/2023, 19:28     +1   -1
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”Mmmmh... ” - grugnisce poco convinta, senza interrompere il contatto visivo con quella sorta di finestre sugli appartamenti della volpaccia, che sono diventati gli occhi di Yu. Vorrebbe replicare qualcosa tipo "lo spero per lui", ma suonerebbe abbastanza vuota, come minaccia. ”Commenta sempre qualunque cosa tu dica, vedi o ascolti?” - ribatte invece di getto, resasi conto di ciò che implica il commento del rosso.

”Non hai torto” - commenta, portandosi una mano al mento per tormentarselo un po', mentre riflette su quelle parole
”Ma mi ero data una spiegazione, prendendolo come un modo fantasioso di descrivere malattie uniche o condizioni inspiegabili. Non è infrequente per le culture primitive liquidare qualunque cosa con un bel è posseduto da un demone, chiamate il bonzo per l'esorcismo! - gli spiega, agitando le mani in aria mentre scimmiotta i contadini analfabeti in questione.

Al sentir parlare degli ultimi due - Mizuguchi e il Raikage - una smorfia carica di esasperazione le deforma i lineamenti del viso, mentre gli occhi roteano nelle orbite, sottolineando il suo stato d'animo ben poco entusiasta. ”Incredibile come bastino un paio di cretini incapaci di seguire le regole, per raddoppiarti il lavoro. Come se non ne avessi già a sufficienza di mio... ne vedrai delle belle, caro Mizukage. E non è esattamente qualcosa che avrei voglia di avere per le mani, al posto tuo. Non so se l'ho già detto..." brontola, sentendosi anche più stanca di quanto non sia in realtà, alla sola idea di intraprendere quel lavoro del tutto indesiderabile.

Sì, sì che ci aveva pensato, ad anticiparsi quelle cartacce, ma sapete come va: un po' le mille cose da gestire, un po' i nervi che salgono appena ci ripensa e paf! Passano le settimane senza nemmeno rendersene conto. ”Facciamo che faccio un riposino corto, e poi vedo di scrivere quella roba entro sera, così mi levo il dente. Jorogumo oggi non sarà di pattuglia, ma ci penseranno gli ANBU, se proprio” - lo avverte, con una smorfia che assomiglia vagamente a un sorriso di scuse.

Di festeggiare, in tutta onestà, non crede davvero di trovare il tempo necessario.
Con la sfiga che sta avendo ultimamente, è più che probabile che qualche criminale tenti di assaltare il Villaggio, esattamente nel momento in cui avessero provato a gustare gli antipasti.



 
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view post Posted on 16/4/2023, 13:34     +1   +1   -1
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No, non sempre. Rispose alla trasparente curiosità della compagna. A volte lo fa, a volte non lo fa. In alcune occasioni si prodiga subito, in altre tira fuori l’argomento un po’ dopo. Ma se la tua domanda è se sa sempre cosa penso, vedo, ascolto…la risposta è sì. Così come io percepisco cosa pensa e cosa prova. E’ un po’ come non essere mai veramente soli, tranne nei momenti nei quali secondo lui è importante che ragioni da solo sulle cose. Fece spallucce. Ammetto che all’inizio era un po’ strano… Per non dire che gli prendeva una sincope le prime volte che avvertiva il vocione profondo di Kurama. Ma ci ho fatto l’abitudine e, ti dirò, è utile poter avere il parere di qualcuno che non sia io.

Gli era stato d’aiuto molte volte. E anche se spesso il loro pensiero era radicalmente opposto - quanto meno riguardo eventuali approcci - nella maggior parte delle occasioni poi convergeva verso soluzioni comuni. E più il tempo passava, più il loro modo di pensare si adeguava all’altro, come se entrambi si fossero fatti un po’ influenzare a vicenda. “Io sono te e tu sei me” aveva detto Kurama quella volta…mai come ora Yu percepiva quelle parole reali. In qualche modo capiva sempre meglio il modo di pensare della Volpe, i suoi sentimenti - perché sì, li aveva - e allo stesso tempo il Nove Code riusciva a comprendere bene lui, tanto da sapere ancora prima che decidesse cosa fare, il modo in cui avrebbe preferito muoversi. E quando entravano in totale sintonia, quella condizione veniva amplificata fino ai massimi livelli.
Immaginava che per qualcuno che non toccava con mano quella situazione fosse difficile da credere. Probabilmente, se fosse stato al posto di Urako a quel punto avrebbe pensato che il suo amico potesse essere sotto il controllo della Volpe e che avrebbe dovuto contare le parole che diceva in sua presenza, per evitare di rendere note troppe cose al Bijuu…ma si augurava che l’amica non fosse diffidente e sospettosa come lui. O che, quanto meno, avesse abbastanza fiducia nei suoi riguardi da non farsi venire tutti quei dubbi.

La sua spiegazione su cosa pensava dell’origine della parola Jinchuuriki, aveva delle buone basi. Chissà cosa avrebbe pensato se le avesse detto che quelle “malattie” non erano tutte false e che lui aveva visto con i suoi occhi qualcuno cadere vittima di una Hone-Onna, che conosceva delle Kitsune e che probabilmente molte delle favole sugli yōkai che aveva letto non erano solo storielle per bambini. Probabilmente ne sarebbe venuta fuori una discussione lunga secoli in cui lui riportava i fatti e la ragazza cercava di trovarvi una spiegazione razionale - che non c’era. Sarebbe stato divertente, ma per quel giorno avevano già avuto modo di giocare a quel gioco abbastanza.


Sì, ho presente. “Kitsune-tsuki! Kitsune-tsuki!” Ridacchiò, mimando a sua volta i timorati dello yōkai in questione. Una cosa del genere. Beh…sono entrambe teorie accreditate, varrebbe la pena capire quale sia quella corretta. Non che avesse molti dubbi a riguardo, ma non gli andava di togliere il divertimento ad Urako.

Nemmeno io, al posto mio, vorrei avere quel qualcosa tra le mani. Ammise, con un sospiro al solo pensiero del casino che gli sarebbe capitato…soprattutto da lato Raikage e tutto il resto che andava dietro a quella missione e agli Ashura. Ma tant’è. Quindi all’alacrità dell’amica, non potè fare altro che sorridere. Grato di non dover attendere giorni per avere quelle carte e iniziare a studiare cosa diamine fare. Non ti preoccupare per la pattuglia, avviserò Shizuka di aumentare le squadre di guardia. Cerca piuttosto di riposare, so che tra una cosa e l’altra hai un mucchio di lavoro da sbrigare e che questa incombenza non è altro che l’ennesima rogna che ti trovi per le mani. Ti aiuterò come posso, quanto meno con la faccenda della copertura. Ammiccò con l’occhio. Te l’ho già detto, ma…sono felice ci sia tu dietro quella maschera. Sorrise e questa volta era proprio un sorriso alla Yu, velato da un’impercettibile stanchezza. Mi ha fatto piacere parlare con te.

E francamente sperava di poterlo fare ancora. Magari di argomenti differenti. Magari di fronte ad una ciotola fumante di ramen o a del sushi di qualità e non in quella stanza. Magari senza il peso di quelle nuove responsabilità a gravare sulle spalle…in un posto dove potessero essere solo Yu e Urako e basta, senza titoli e doppie identità di mezzo.
Probabilmente per un po’ non ce ne sarebbe stata occasione…aveva così tante carte da sbrigare che nemmeno voleva pensarci. La Legislatura da sistemare, dei Consiglieri da scegliere e ora anche il Diavolo da valutare ed eventualmente reintegrare. Kami, se ci pensava gli girava la testa. E queste non erano che le incombenze più strette, tutto il resto era sempre lì ad accalcarsi alla porta ed era certo che tutti quei casini sarebbero presto aumentati.

…No basta.
Era meglio andare per priorità.
Sì, per priorità.
Una cosa alla volta e sarebbe riuscito a fare tutto.

 
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