"Parlato Mayu"
pensato Mayu
"Parlato Hideo"
"Parlato Aiko"
La residenza del Mizukage era decisamente imponente; corridoi in pietra si perdevano a vista d’occhio ed il notevole via vai di persone rendeva alla perfezione l’idea di quanto lavoro ci fosse all’interno del palazzo più importante del villaggio. Mayu rimase immobile per qualche secondo, spaesata, in un luogo in cui si sentiva un’estranea: nessun volto noto, nessuno con cui parlare e nulla di familiare rendevano quel posto l’esatto contrario rispetto al quartiere in cui viveva.
Essendo in anticipo, e non sapendo nemmeno a chi avrebbe dovuto rivolgersi, la ragazza rimase in attesa, continuando a guardarsi intorno come se stesse studiando l’ambiente circostante. La sua attenzione venne attirata da un uomo parecchio alto che sembrò indicarla. Non le parve di conoscerlo, anche se in caso contrario sarebbe stato comunque difficile identificarlo dato il suo abbigliamento. L’uomo non era solo: al suo fianco c’era un ragazzo, completamente rasato e con tatuaggi visibili sul volto e sulle mani. A prima vista Mayu pensò che fosse uno straniero, ma poteva benissimo essere un bizzarro abitante del villaggio. L’ uomo, presentatosi come Moroi Ishi, la intimò di seguirlo e la giovane obbedì senza proferire parola. Lungo il corridoio, appostato di fianco ad una porta, si trovava il primo volto vagamente noto alla Genin, ossia il ragazzo con la strana cresta che aveva incontrato circa un paio d’ore prima. Istintivamente gli fece un cenno col capo per salutarlo; in altre situazioni probabilmente gli avrebbe anche sorriso, ma Mayu provava ancora una certa tensione che le impediva di essere totalmente sciolta.
Moroi si sedette dietro alla scrivania e cominciò a parlare, rendendo noto ai due ninja della Nebbia i dettagli della loro missione. La ragazza andò in confusione dopo poche frasi: aveva già sentito dai racconti del fratello certi termini usati nel Continente Orientale, come ad esempio Whanau che, nella sua mente, dovevano essere simili ai clan dei vari villaggi, ma nel sentire quei discorsi la giovane provò uno strano senso di alienazione e dovette riordinare le idee.
Dunque, questo ragazzo appartiene alla casa della tartaruga e ci ha chiesto aiuto perché quelli dello squalo hanno cominciato a rubare la loro merce, quindi noi dobbiamo negoziare con gli squali per recuperare gli oggetti rubati. Così mi sembra più chiaro!Riordinarsi le idee usando termini più semplici le sembrò la cosa migliore da fare; imparare i nomi corretti avrebbe richiesto più tempo e comunque non avrebbe cambiato la sostanza delle cose. Sentì Jiro, il Chunin dalla capigliatura stramba, dire di conoscere già i dettagli della missione per poi fissare il punto d’incontro per il mattino successivo.
“Va bene, sarò puntuale.”Sorrise leggermente, segno che l’ansia ed i timori iniziali stavano lentamente abbandonandola. Si volle fidare del compagno di missione, dunque non chiese nulla a Moroi, anche perché, essendo per lei la prima volta, non sapeva che tipo di altre informazioni l’uomo avrebbe potuto darle.
Dopo essersi congedata con il gruppo, lasciò la stanza e l’intera Residenza del Mizukage per fare ritorno a casa. In quel momento Mayu si sentiva più libera e non vedeva l’ora di raccontare ad Hideo ciò che era appena successo. Raggiunta la sua abitazione, trovò il fratello intento a preparare qualcosa da mangiare.
“Stai cucinando?! Per caso ho le allucinazioni?”“Non sapevo se saresti tornata o no… A Proposito, com’è andata?”“Bene, credo. Partiamo domani mattina per una missione di negoziazione nelle isole orientali. Sembra essere qualcosa di piuttosto tranquillo.”“E’ normale, è la tua prima missione, che ti aspettavi?”“Niente, anzi, sono contenta!”Sorrise al fratello prima di dirigersi verso la sua camera per lasciare lo zaino e per mettersi degli abiti più casalinghi. Rimase in stanza fino a quando non udì la porta di casa aprirsi, segno che sua madre era finalmente tornata a casa. A quel punto le corse incontro, felice nel darle la notizia.
“Mamma! Finalmente mi hanno chiamata, parto anche io per una missione!”“Davvero? E quando parti?”Mayu si apprestò a raccontarle bene o male le stesse cose che aveva detto al fratello. Negli occhi di sua madre, di color verde smeraldo come i suoi, vide molta fierezza, ma anche una vena di tristezza o malinconia, forse dovuta al fatto di constatare che anche la più piccola dei due figli stava crescendo.
Dopo aver cenato, la ragazza andò a letto presto per essere sicura di non mancare l’appuntamento il mattino successivo. Si addormentò con un po’ di fatica e, a dirla tutta, non riuscì a dormire benissimo; si svegliava di tanto in tanto, rimanendo per un po’ a fissare il soffitto prima di riuscire a richiudere gli occhi.
La mattina successiva venne svegliata dalla madre. Con il tipico fare un po’ lento di chi si era appena alzato da letto, la ragazza si vestì, indossando gli stessi abiti che aveva messo per recarsi al palazzo del Mizukage. Fece una rapida colazione e, dopo essersi messa lo zaino in spalla, era pronta ad uscire di casa.
“Mayu, fai attenzione, rimani vicino ai compagni di squadra e non fare niente di stupido.”“Sì mamma, stai tranquilla. Non ho alcuna intenzione di farmi male!”“E vedi di non fare come Hideo che ogni volta che torna ha delle nuove bende che lo rattoppano.”“Ma lo sai, a lui piace combattere e mettersi alla prova. Noi invece dobbiamo solo cercare di negoziare.”A quel punto Aiko la strinse forte in un abbraccio che di certo non fece troppo bene alla sua particolare pelle. Anche Hideo la salutò, rimanendo un po’ più distante come era solito fare. Una volta uscita di casa, la prima cosa che notò fu il freddo del mattino a cui non era molto abituata. Questa volta, a differenza del pomeriggio precedente, la Genin era un po’ più tranquilla, per quanto comunque rimaneva in lei quell’emozione tipica delle prime volte.
Raggiunse le porte del villaggio una decina di minuti prima delle sette e sul posto trovò già i suoi due compagni di viaggio.
“Buongiorno! Pronti a partire?”Per quanto non li conoscesse ancora, la situazione meno formale e più distesa rispetto al giorno precedente riaccesero un po’ il suo carattere tipicamente solare. Sorrise ai due, rimanendo per qualche secondo a guardare il ragazzo straniero. Non ricordava di averlo sentito parlare il giorno prima, quindi le venne il dubbio che egli non conoscesse la loro lingua.
Il trio iniziò a dirigersi verso il porto e Mayu approfittò di questo attimo di tranquillità per cercare di instaurare un minimo di rapporto con gli altri, anche perché non aveva la minima intenzione di passare interi giorni con loro in totale silenzio.
“Jiro, giusto? Ieri il signor Moroi ha detto che è la tua prima missione come caposquadra, quindi devi essere un Chunin, vero?”L’impressione era che quelle fossero solo le prime di una discreta serie di domande che la ragazza avrebbe posto al malcapitato Jiro. La ragazza rimase al fianco del suo superiore, allacciandosi il giubbotto nero per proteggersi meglio dal freddo.
Dunque, visto che mi hai dato più possibilità, ho scelto di interagire con Jiro prima di raggiungere il porto, quindi come hai detto, mi sono fermato poco dopo la partenza!