°Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip
Una volta qualcuno mi ha detto che c'è una cosa che accomuna tutti anche se siamo così diversi nell'aspetto e nel carattere e nel modo di vivere ciò che ci rende tutti uguali è il fatto che il nostro cuore desidera..
SOMNIA
E' strana la sensazione che provi dopo che ti sei destato e preparato, alle prime luci del mattino, per dirigerti ai campi di addestramento.
Mentre ti incammini nel luogo concordato con Jorogumo, uno stato di leggerezza ti pervade provando una bizzarra quiete benché l'emozione mista all'ansia, per l'importante test che dovrai svolgere, e' presente ma ciò' non ti preoccupa: non dopo l'esperienza colloquiale avuta con il tuo nuovo sensei..
“E poi dimmi”
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“Cosa ti piace di te? C'è qualcosa di te che ti rende soddisfatto?”
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Dicevamo strana, giusto? Beh, c'e' un motivo per l'uso di questa parola.... perché per la prima volta, da quando la memoria ti permette di mettere a fuoco i ricordi, ti sei svegliato senza crampi nello stomaco dovuti all'angoscia e non hai percepito la solita condizione notturna: quella dovuta ai battiti del cuore che ripetutamente, per non sai quante notti, ti ha sempre fatto sguazzare in un perenne stato di disaggio.
Vergogna, fallimento, disonore, reietto, abominio, rotto.
Tu.... sei.... semplicemente .... ROTTO....
rotto, rotto, rotto, rotto, rotto, rotto.
VERGOGNA.... VERGOGNA
ROTTO, ROTTO, ROTTO, ROTTO, ROTTO, ROTTO!!!!!!
Ripensi al vostro discorso, ai moneti intimi che hai vissuto in prima linea; stati di angoscia e terrore per alcune parole dette da Jorogumo che, come una risonanza, hanno innescato sensazioni primordiali che ti hanno letteralmente fatto a pezzi (come un foglio di carta ridotto in minuscoli frammenti) fino al crollo psicologico che ti ha fatto rigurgitare ogni malessere.
“Si può vivere senza quella melma, Ogawa-kun, anche se ti hanno detto il contrario”
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Già la melma: hai sempre sguazzato in un pantano, annaspando come un pesce in una pozzanghera.
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“Però capisco che senza un riscontro concreto, hai ancora il diritto di non credermi. E allora ascolta la mia proposta”
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Forse e' stato il parlarti con onesta', o più probabilmente il tono con cui ha scandito quelle parole....
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“Lavoriamo insieme. Ti faccio vedere come mi muovo, come ragiono. E poi decidi tu.
Avrai nove anni, ma ne hai viste già abbastanza da capire quando ti raccontano delle cavolate, giusto?”
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Insieme: che sia stata proprio quella specifica parola a salvarti? A farti capire che nel pantano non si puo' solo sprofondare, ma anche uscirne fortificato?
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“Se quello che vedi ti convince e ti fa cambiare idea, tanto di guadagnato; se al contrario ritieni che sia tutto una palla, e che non puoi vivere senza provare sofferenza in ogni singolo istante, beh... hai la mia parola d'onore che ti ucciderò con le mie mani, così come mi hai chiesto”.
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Promessa: altra parola che probabilmente ti ha spinto a riporre fiducia in lui; fidarti del prossimo non e' mai stato il tuo forte (anche per deformazione mentale) tuttavia, ci vuoi provare: per una volta, una sola volta, vuoi credere che il lieto fine, o qualcosa di molto simile di significato, possa riguardare anche te. Vuoi crederci con tutto te stesso.
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Infine giungi alla tua meta.
La foschia, elemento predominante a Kiri ti avvolge come da tradizione, inglobandoti nel punto di massima intensità della bruma: essa domina con prepotenza, inamovibile nella sua funzione di ottenebrare la zona circostante in cui stazioni in attesa di Jorogumo.
Non sai il motivo (ma in fondo sono diverse settimane che un ciclone di sensazioni confonde la tua mente) ma immerso in quella foschia un brivido comincia a discenderti lungo la schiena partendo precisamente da sotto la nuca per giungere fino al coccige: un rivolo di sudore accompagna quel brivido, producendo una piccola goccia che ti taglia la fronte per scivolare lungo essa e fermarsi, infine, alla punta del naso per qualche istante prima di cadere a terra e inumidire della tua essenza il polveroso terreno..