Shinrai 信頼, Kyōmei Yūzora - Sessione Autogestita #11

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view post Posted on 17/10/2021, 19:11     +1   -1
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L’acqua dell’onsen era calda. Il vapore appannava lievemente la vista lungo la superficie e il piccolo acero proiettava la sua lunga ombra sotto l’eterno crepuscolo di Momiji. Le foglie rosse, smosse dalla brezza, emettevano un lieve fruscio che carezzava i sensi, favorendo il rilassarsi degli stessi, dei muscoli e sì, anche della mente che iniziava a vagare tra pensieri vecchi e nuovi, rimbalzando come una pallina tra questo e quel discorso lasciati sotto le pieghe della coscienza, accantonati per essere ripresi e analizzati in un momento migliore. Ed eccolo lì Yu, immerso nella sorgente naturale, appoggiato contro il bordo ad occhi chiusi. I vestiti erano stati adeguatamente ripiegati e posti in un punto sicuro e asciutto, mentre il giovane approfittava di quel momento per distendersi un po’. A dire il vero ci aveva preso proprio gusto a quelle piccole coccole nelle terme del villaggio delle volpi, gli davano l’occasione di lasciarsi andare qualche minuto al piacevole calore dell’acqua. Tirare le fila dei suoi pensieri, rimetterli in ordine, trovare soluzioni a discorsi lasciati in sospeso. Quella volta non fu diverso. Era bello che a mollo, quando un discorso di pochi giorni prima tornò a bussare alla porta dei suoi pensieri, inizialmente in modo sommesso, poi in maniera più prepotente e decisa, fino a riemergere completamente dagli abissi della sua coscienza.


Erano appena rientrati alla base dopo una breve esercitazione. Lui e Kizu si erano già portati verso i loro armadietti, quando si erano accorti di un gruppetto di loro compagni ANBU che osservavano in maniera insistente Shika lasciare la stanza, bisbigliando qualcosa tra loro. Qualcosa che per Zenko era poco comprensibile, e che francamente nemmeno gli interessava troppo, ma che per Kizu invece era chiaro come il suono di una campana. Quel giovane aveva l’udito di un gatto! Un po’ come Takumi. Che pena! Lo ammirano e vorrebbero entrare nelle sue grazie, ma non hanno il coraggio di avvicinarsi troppo a lui. Temono di bruciarsi come la falena che sfida troppo il fuoco. Disse, volgendo poi verso di lui la sua maschera anonima, se non per un segno che attraversava la metà destra della superficie bianca, con un lungo segno violaceo, simile ad un taglio. Un po’ li capisco, però. Anche se è da un po’ che non si sente più parlare delle “prove del tetto”. Bastò quel titolo per rendere interessante, agli orecchi di Zenko, un discorso altrimenti noioso e di poco conto. Prove del tetto? Chiese, osservando attentamente il compagno d’arme da dietro le fessure della sua maschera. Se avesse dovuto scegliere qualcuno di cui fidarsi in mezzo a tutti gli ANBU della divisione, probabilmente sarebbe stato proprio il ragazzo che aveva di fronte. Era giovane, molto giovane. Ma apparteneva alla Squadra Speciale da ben prima di lui, ed era uno di quelli che gli si era approcciato senza gelosie di sorta. Non ne hai mai sentito parlare? Sembrava stupito. Non aveva idea che quel genere di prova di Fuyu fosse così famosa. Era quasi un po’ irritato dalla cosa, ma cercò di non darlo a vedere e fece spallucce a Kizu, per lasciargli intendere che no, non aveva idea di cosa parlasse. Oh, beh, immagino sia possibile. Anche se parecchio strano…sai, la brutta fama di quelle prove le ha rese conosciute anche a chi è fuori dal nostro settore. La voce del ragazzo si era fatta greve e il riverbero dietro la maschera la rendeva ancora più scura. Addirittura? Beh, vieni al sodo allora. Ora mi hai incuriosito! Si sedette su di una delle panche in legno, portando una gamba piegata sulla stessa e poggiandovi sopra il gomito. Aveva tutta l’aria di una sottospecie di diceria, una leggenda metropolitana, quello che Kizu stava andando a raccontargli…Eppure, Zenko sapeva che probabilmente non lo era. Se era curioso, era perché lui stesso era stato sottoposto ad una prova del tetto, tuttavia era chiaro non fosse stato l’unico. Non si conosce il motivo, attaccò Kizu ma Fuyu no Yuki è solito mettere alla prova chiunque mostri un minimo interesse nei suoi confronti. E’ da quando la sua notorietà ha raggiunto il picco che molti shinobi promettenti hanno iniziato a bussare alla sua porta ed è proprio allora che questi particolari test hanno avuto inizio…così come le morti. Già, nessuno di quegli shinobi è sopravvissuto alla prova del nostro Capitano. Ed erano tutti in gamba, eh! Almeno così si dice. Ma evidentemente non abbastanza da convincere Fuyu…chi lo sa. Fece cenno a Zenko di avvicinarsi a lui e abbassò la voce prima di proseguire. Si dice che l’ammontare delle vittime sia novantatre. Quindi tornò ad allontanarsi. Pazzesco eh? Davvero pazzesco. Ma ancora più pazzesco era che tra tutti quei bravi shinobi, l’unico a sopravvivere era stato lui…che allora era un genin acerbo e nemmeno così bravo da poter essere definito “in gamba”. All’improvviso, l’irritazione di poco prima nell’essere venuto a scoprire la ciclicità di quelle prove, scomparve all’istante. Perché lo fa? Voglio dire, è controproducente privare la Nebbia di shinobi promettenti, quindi che senso ha tutto questo? La vera domanda che avrebbe voluto fare era un’altra, ma ovviamente non aveva intenzione di esporsi con Kizu fino a quel punto. Nessuno sapeva che c’era un sopravvissuto alle prove del tetto, nessuno avrebbe saputo che lui era quel qualcuno. Almeno fino a quando non fosse stato Fuyu a volerlo. Ah non ne ho idea! Immagino che un motivo ce l’abbia ma…chissà, forse sono solo dicerie come quella che ti dipinge come uno spirito malizioso! A quel tentativo maldestro di confessione, Zenko scoppiò in una fragorosa risata. O magari sono vere entrambe, no?


Con Kizu l’aveva chiusa lì, ma in realtà quel chiodo era rimasto bello piantato nella sua testa. Sebbene ci fossero delle differenze sostanziali tra lui e quei novantatre che non ce l’avevano fatta, era indubbio che quella a cui Fuyu l’aveva sottoposto anni addietro, fosse una prova del tetto. Solo che, diversamente dalle sfortunate vittime, in quel momento Yu non aveva ancora il desiderio di diventare allievo dello Yuki. Quella prova gli era stata imposta come test per verificare se fosse o meno pronto per partecipare alla spedizione che avrebbe portato alla luce gli esperimenti di Endo Keizo. Era solo un genin allora…Ma sì, aveva avuto la chiara sensazione che se il Capo ANBU lo avesse ritenuto indegno, lo avrebbe ucciso lì, quel giorno. Eppure non lo aveva fatto. Anzi, le sue parole in ospedale avevano denotato tutt’altro…ma dire cosa di preciso avesse scolpito il confine tra la sua sorte e quella di chi lo aveva preceduto, era un altro paio di maniche.

« Mi sembra ovvio che lui abbia visto in te qualcosa che non ha visto in nessun altro, ragazzo. »
Sì, ma cosa? Cosa ha decretato che loro non erano abbastanza e io sì? Erano tutti Shinobi preparati da quanto ha detto Kizu, probabilmente più di un genin che soffiava bolle!
« Se ho iniziato a capire un po’ l’Altro Ghiaccio, non è quello il genere di forza che gli interessa. »

Yu, è ora dobbiamo andare.

E allora cos’è? Obiettivamente non penso di aver fatto qualcosa di speciale.
Rise la Volpe, si aspettava quella risposta.« Tipico di te. Fai cose assurde e nemmeno ti accorgi di farle. Il sottoscritto ne è l’esempio lampante. »

Ma mi stai ascoltando? Mattaku…questo si è addormentato.

Quindi dici che è qualcosa di diverso, mh?
« E’ decisamente qualcosa di più profondo. Probabilmente nemmeno lui lo sa con precisione, come non lo capisco completamente io stesso. Però è indubbio che tu, in un modo o nell’altro gli abbia lasciato un segno, Yu. Hai piantato gli artigli nelle sue carni e questo è il risultato: tu sei qui, gli altri no. »

Yu! Per tutte le code di Yoyuki! E’ tardi!

La voce di Natsume riuscì a perforare i suoi pensieri come una freccia. Aperti gli occhi, Yu si ritrovò il suo viso semiumano capovolto a un palmo dal proprio, colorato da un certo disappunto. Era così preso a parlare con Kurama che si era isolato da tutto e non lo aveva sentito, un sorriso di scuse probabilmente non sarebbe bastato questa volta, ma lo sfoggiò comunque fiducioso che almeno un po’ tamponasse la sua disattenzione. Perdere il conto del tempo che passa, sotto l’eterno crepuscolo di Momiji, era quanto di più facile potesse capitare, se immersi nelle acque calde dell’onsen era ancora peggio. Beh, in realtà non aveva molte scuse. Era da quando erano tornati al villaggio delle kitsune che Natsume gli ripeteva dell’importanza di quel giorno, anche se non aveva voluto dirgli chiaramente di cosa si trattasse. Lasciò quindi perdere le sue perplessità riguardo Fuyu-sensei, per uscire dalla vasca con un Gomen un po’ frettoloso ed impacciato, mentre si asciugava alla bell’e meglio per potersi rinfilare i vestiti. Fortunatamente Natsume non se l’era presa troppo, anzi, alla fine finì col mettersi a ridere sottolineando il fatto che fosse fortunato a non essere il Legato di Umeko, perché lei sì che si sarebbe infuriata! Nulla di più facile in fin dei conti, la volpina aveva un bel caratterino. Da quando erano rientrati al villaggio, qualche giorno prima, Yu aveva potuto notare come ormai avesse completamente superato la brutta esperienza con la Corruzione e fosse tornata ai suoi compiti e alle sue occupazioni di sempre. Spesso la vedeva in giro con un volpino giovane, a metà tra l’età fanciullesca e quella adulta, completamente bianco e con un occhio marrone e uno azzurro. La seguiva come un ombra e Umeko aveva spiegato al Rosso che Kōri, così si chiamava il cucciolo, fosse rimasto orfano dei genitori a causa dei trambusti degli anni passati. Probabilmente i loro nomi erano incisi sulla statua scolpita in memoria dei caduti, ormai ultimata. In ogni caso, nei giorni precedenti, Yu, tra una cosa e l’altra, aveva avuto modo di conoscere un po’ il piccolo. La ricostruzione di Momiji era ultimata, ma andava ancora rifinito qualche dettaglio, quindi si era messo ad aiutare e Kōri era uno dei ragazzi che si occupavano di portare ai lavoratori il pranzo. Quel giorno, però, era diverso.
Natsume si era straraccomandato di non muovere un dito e di prendersi un po’ di tempo per riposare, prima di qualsiasicosaavesseinmente. E quindi eccoli lì, che si avviavano con una certa fretta su per le scale del tempio, sotto i rami possenti dell’acero rosso che, dalla cima, troneggiava su tutto il resto. Era incredibile pensare a come tutto fosse distrutto e divorato dalla corruzione solo qualche tempo prima…Momiji era veramente rinata, proprio come se la sua stessa esistenza fosse legata a doppio filo a quella di Yoyuki.
Quando aprirono il portone del tempio, il Saggio era lì, inginocchiato di fronte all’altare, sotto la scritta che riportava pari pari le parole pronunciate dal primo meritevole, colui che Yu aveva intuito essere stato il Legato di Yoyuki.

Gli uomini e gli animali appartengono a specie diverse, le volpi vivono tra gli uomini e gli animali. I morti e i vivi percorrono strade diverse, le volpi vagano tra i morti e i vivi. Le divinità e i mostri seguono sentieri diversi, le volpi si muovono tra le divinità e i mostri. I sentieri della luce e dell’oscurità non si uniscono né si incrociano mai, gli spiriti volpe vegliano in un luogo tra di essi. Gli immortali e i demoni battono le proprie strade, gli spiriti volpe sono in un luogo là in mezzo.

Rileggerla era sempre suggestivo. Come suggestivo era entrare nel tempio ora che con l’aiuto di tutti era stato completamente ripristinato. Ovviamente non c’era bisogno che si annunciassero, nonostante Yoyuki fosse apparentemente raccolto in preghiera sia Yu che Natsume sapevano perfettamente che il loro arrivo era stato ampiamente previsto. Infatti, il Candido voltò il capo, buttandolo un poco indietro per inquadrarli con i suoi occhi ambrati. Sorrise di quei sorrisi di chi sa di più di chi dovrebbe conoscere la motivazione della propria presenza lì e li accolse gentilmente.

Avete fatto in fretta. Credevo che le acque tiepide dell’onsen avrebbero trattenuto maggiormente il vostro spirito. Divertente. Come non sapesse che fosse andata esattamente così. Non rincarò comunque la dose, carezzando solamente quella frecciatina, per poi alzarsi con eleganza da terra, volgendosi verso di loro. Come procede tra voi due? Chiese poi a bruciapelo, prendendo il kiseru dall’obi, facendolo roteare tra le dita senza però accenderlo.

Una domanda strana la sua. Come se sapesse qualcosa che Yu non conosceva - e la sapeva di sicuro - forse proprio ciò che in quel momento lo incuriosiva più di tutto il resto: cosa dovevano fare lui e Natsume lì? Il Fulvo non aveva voluto dirgli assolutamente nulla, nonostante in quei giorni gli avesse più volte chiesto indizi o spiegazioni. Quindi idealmente il Rosso era l’unico in quella stanza a non sapere un cavolo di nulla. Ma, in ogni caso, non era abbastanza da fargli perdere quel minimo di buone maniere che aveva.

Salutò Yoyuki con un inchino, prima di rispondere.
In realtà ad incorrere in quel rischio sono stato soltanto io. Ammise. Natsume è stato assennato nel ricordarmi che avevamo qualcosa di molto importante da fare oggi. Ed era palese che la kitsune non solo ci tenesse in maniera particolare, ma fremesse dalla voglia di portarla a compimento. Probabilmente fu questo, unito alla bizzarra domanda del Candido che portò Yu a legare le due cose. Bene….credo. Non mi ha voluto dire cosa sia il nostro compito odierno, ma immagino che lo scoprirò a breve. Giusto? Una domanda diretta ad entrambi, ma a cui fu Natsume che rispose rivolgendosi principalmente a Yoyuki.

Credo sia il momento di provare la Comunione con lui.

Secco. Deciso. Talmente tanto da stupire Yu che non aveva la benchè minima idea di che cosa stesse parlando e da far sorridere soddisfatto il Candido, battuto sul tempo dalla giovane kitsune. Credo proprio di sì, Natsu. Si limitò a dire, tornando poi con lo sguardo su di uno Yu parecchio confuso. Dovrai familiarizzare un po’ con il fuoco fatuo utilizzato dal tuo compagno, in modo tale da abituarti al suo chakra e diventare abbastanza sinergici per sviluppare strategie vincenti in battaglia. Attese un attimo, osservando prima l’uno e poi l’altro prima di riprendere il discorso. Ricordatevi che siete stati designati come protettori di Momiji e come tali dovrete essere in grado di combattere affidandovi ciecamente l’uno all’altro… Yu lo guardò portare il kiseru alle labbra, inspirando ed espirando una nuvoletta di fumo. Ma quando lo aveva acceso?! Credo proprio di aver trovato un metodo per permettermi di capire…e di capirvi…

Il ghigno furbetto che solcò il viso della Zenko a quell’ultima affermazione fu solo la ciliegina sulla torta di un discorso che il Rosso aveva capito si e no per un quarto. Lo aveva ascoltato attentamente e non poteva che essere d’accordo con l’idea generale, tuttavia…c’era un grosso buco oscuro in tutta quella faccenda. Forse Yoyuki pensava che fosse avvezzo per via del suo precedente contratto ma, di fatto, il Rosso non aveva mai sentito parlare di ciò a cui facevano riferimento il Saggio e Natsume.

Si crucciò, piegando appena il capo di lato.
Mi va tutto benissimo, però…che cos’è la Comunione?

Si sentì un po’ un idiota quando Yoyuki fece una faccia stupita uscendosene con un Come, non lo sai? A cui lui dovette rispondere negando con la testa, davvero molto in imbarazzo. Evidentemente il Candido pensava veramente che i Rospi glielo avessero insegnato, ma Yu non aveva mai sentito nominare nulla del genere, quindi ascoltò con attenzione la breve spiegazione della Zenko. Da quanto disse, il Rosso evinse che si trattasse di uno stato indotto dall’evocazione stessa che, attraverso il Chakra Naturale, infondeva le proprie caratteristiche nel Legato, così da permettergli di combattere al meglio sfruttando le peculiarità della propria specie. Una condivisione quasi. Ecco perché Yoyuki diceva che avrebbe dovuto imparare ad usare il fuoco fatuo di Natsume.

Non ne avevo mai sentito parlare. Si ritrovò a dover confessare, per poi osservare Natsume che gli sorrise di rimando e rivolgersi quindi a Yoyuki. Ma sono sicuro che ce la faremo. Stavi dicendo che avevi trovato un metodo per “capire e capirci”…Che intendi?

Sogghignò. Intendo che il momento delle chiacchiere è finito.

Mai dichiarazione fu più letterale. Prendendo una seconda boccata dal proprio kiseru, Yoyuki soffiò una densa nube di fumo che parve isolare i tre dal mondo esterno. Le volute si estesero tutto a torno, circondandoli, allungando il proprio manto bianco fin sotto i loro piedi nello sgomento generale. Gli occhi di Yu saettarono a destra e a sinistra, sopra e sotto, constatando l’intera situazione, per poi andare a cercare quelli del proprio Legato, apparentemente meno confuso di lui, e tornare infine su chi aveva fatto la prima mossa di quella che aveva tutta l’aria di essere una sfida. Yoyuki era lì, ammantato nel suo kimono candido, protetto da dei fuochi fatui che morbidamente gli vorticavano attorno, in apparenza tranquilli…ma era chiaro anche ad un cieco che sarebbero scattati da un momento all’altro. Quella non era che la calma prima della tempesta, una tempesta che Yu non aveva bene idea come affrontare.
Era impreparato, non sapeva dove quella sfida volesse arrivare, né tanto meno da dove si intendesse partire. Certo, aveva capito il concetto della Comunione ma…Non credeva che metterlo in pratica in un combattimento fosse l’idea migliore. Perché Yoyuki si stava comportando in quella maniera?


« Non spetta a me dirtelo, ragazzo. » Kurama precedette la domanda che aveva intenzione di fargli. « E mi spiace fartelo presente in questa maniera, ma oggi dovrai fare a meno del mio aiuto. »
Ehiehiehi! Che storia è questa? Da quando in qua mi lasci a piedi, eh? Sei tu che mi hai detto che Yoyuki è una Zenko potente, come posso affrontarlo a metà delle mie possibilità?
« Non c’è nulla di strano. L’hai fatto anche quando dovevi imparare a padroneggiare il mio chakra o sbaglio? Ti dissi di lasciar perdere le tue bolle per concentrarti solo sull’obiettivo primario. »
Sì ma…quella volta sapevo cosa dovevo fare. Più o meno.
« Lo capirai anche questa volta. Non fare il cacasotto! Non ti lascio mica solo. Sono sempre qua, semplicemente metto il lucchetto al mio chakra per un po’. »
E’ facile parlare per te! Tu sai sicuramente quale sia l’obiettivo di Yoyuki.
« Ovvio. »
Ecco, appunto.

Non siate timidi, dimostratemi quello che sapete fare.

Schioccò la lingua infastidito Yu, andando a mettere mano al proprio Hakanai. Sembrava che il Candido li stesse sfidando, lasciando a loro la prima mossa, ma si sentiva scoperto sapendo di non poter combattere al massimo delle proprie possibilità.

Yu. Fu Natsume a richiamarlo coi piedi per terra. Gli daremo una bella lezione vedrai. Insieme lo abbiamo già fatto, giusto? Siamo pronti.

Annuì deciso al compagno. Era vero, non era solo. Però il Fulvo era ancora ignaro della presenza di Kurama all’interno del suo corpo, di conseguenza non sapeva che quel combattimento non sarebbe mai stato una copia carbone della volta precedente. Avrebbero dovuto arrangiarsi con quello che avevano.
Purtroppo fu chiaro fin da subito che quello che avevano non fosse abbastanza.
Il combattimento si dimostrò sin da subito in mano a Yoyuki che, senza troppa difficoltà, non trovava alcun problema nel difendersi dagli assalti combinati di Yu e Natsume. Le bolle dell’uno e i fuochi fatui dell’altro, non giungevano mai al bersaglio in un frustrante susseguirsi di tentativi e alternarsi di strategie apparentemente inutili. Un buco nell’acqua dietro l’altro che non faceva altro che esporli maggiormente alle controffensive del Candido…per nulla leggere. Per qualche ragione, però, queste ultime si concentravano maggiormente su di Yu. A subire la furia degli attacchi di Yoyuki era il Rosso e non la kitsune suo compagno che, nonostante cercasse di intervenire per deviare le offensive del Saggio, non riusciva a risparmiare al proprio umano di incassare colpi su colpi. Dal canto suo, Yu continuava a non comprendere a cosa dovesse servire quel combattimento. Non vi stava vedendo una logica alcuna, non un insegnamento, nulla di nulla! Che diavolo voleva che facesse Yoyuki?! Dopo aver sbattuto per l’ennesima volta contro il limite creato dalla barriera di fumo - non avrebbe mai immaginato che delle nubi potessero essere così dure - crollò a terra in ginocchio col fiato mozzato dal contraccolpo. Ma questa volta la Zenko non aveva intenzione di dargli il tempo di rialzarsi. I suoi fuochi fatui si abbatterono impietosi sul ragazzo, costringendo Natsume ad intervenire. Gridò il nome del compagno, la kitsune, parandosi di fronte a lui cercando di contrastare l’attacco del superiore con le proprie fiammelle azzurrine. Inutile dire che fu un tentativo fallimentare. Riuscì a non far colpire nuovamente Yu, ma non a fermare completamente l’offensiva di Yoyuki che si abbattè su di lui scaraventandolo vicino al compagno umano, il viso bruciacchiato e gli orecchi piegati all’indietro dal dolore provato.


Natsume… Nonostante il dolore in tutto il corpo, il Rosso si avvicinò alla volpe per constatarne le condizioni, ma la sua voce venne surclassata da quella visibilmente adirata del Candido.

Non ci siamo, Natsume! Non stai dando al tuo meritevole il supporto adeguato. Lo redarguì, attirando la sua attenzione. Yu vide il proprio Legato tirarsi su sui gomiti, abbassando lo sguardo colpevole, senza veramente capire cosa stesse accadendo o cosa avrebbe dovuto succedere. Ha bisogno di sentire il tuo chakra nella maniera più chiara possibile e se continuerai ad infondergliene poco solo per paura di destabilizzarlo e fargli scoprire il fianco finirete per perire entrambi. Abbi fiducia in Yūzora! Lascia che sfrutti appieno quella parte di te che temi possa confonderlo.

Non avrebbe voluto sbagliarsi, ma…sembrava quasi che quel combattimento servisse più che altro a spronare Natsume. Di fatto, ascoltando quel discorso, Yu dovette ammettere davvero di non aver percepito nessun chakra estraneo nel proprio corpo; evidentemente, come diceva Yoyuki, il Fulvo stava usando la mano troppo leggera e il risultato era che lui non riusciva nemmeno a percepirlo. Comprendeva però la paura della kitsune…lui non poteva sapere che la sua non sarebbe stata la prima energia esterna con cui aveva a che fare, quindi i timori che aveva erano del tutto giustificati. Tuttavia, se per poter fare quello che si erano prefissati era importante piantare quel tassello alla base, Natsume doveva cancellare quelle sue paure e fidarsi di lui. Gli carezzò il capo, aveva il viso imbronciato di chi sapeva di aver sbagliato, ma temeva di raddrizzare il tiro.

Andrà tutto bene, Natsume, guardami. Quando il capo del Fulvo si girò verso di lui e gli occhi ramati incontrarono i suoi, Yu sorrise. Sono uno shinobi, mica l’ultimo arrivato! Abbi fiducia in me, ok? Fai quello che devi fare e togliti dalla testa tutte quelle inutili fisime: sono solo un di più di cui non hai bisogno! E con questo gli tirò un buffetto sulla fronte prima di rimettersi in piedi, non senza qualche smorfia, e allungare la mano al proprio compagno kitsune.

Preoccuparmi di coloro a cui tengo non è un di più. Rispose imbronciato massaggiandosi la fronte, mettendosi un po’ sulla difensiva, prima sospirare e decidersi ad afferrare la mano che gli era stata tesa. Lo farò, ma vedi di abituartici subito. Yu fece appena in tempo a rispondere con un Contaci! prima che la voce autoritaria di Yoyuki tornasse a rimbombare in quello spazio separato.

Che accordo toccante…che ne dite se lo mettiamo alla prova subito?

Uno schiocco di dita e il Candido fu al posto di Natsume, mentre questi si materializzò nell’esatta posizione in cui un attimo prima si trovava la Zenko. Il che significava che ora Yoyuki era fin troppo vicino a Yu, mentre il Fulvo era decisamente troppo lontano.
Non ci fu bisogno di rendersi conto dei fuochi fatui che stavano andando a concentrarsi sulla mano destra di Yoyuki, mentre la sinistra riponeva elegantemente il kiseru nell’obi. Non ci fu bisogno di arzigogolate analisi per avvertire il pericolo che sprigionava la sua figura. Non ci fu bisogno di nulla per capire che, qualsiasi cosa volesse fare, era ormai troppo tardi per farla.
La Zenko non gli era mai sembrata così enorme. E non nel senso letterale del termine. Semplicemente si sentiva schiacciare dalla sua presenza, dal suo potere. Era un cucciolo d’innanzi a lui. Senza Kurama non poteva fare nulla per opporsi alla Zenko. Aveva consumato così tanto chakra, da non averne più nemmeno per un ultimo teletrasporto. Scansarsi? Pff! Non sarebbe mai stato abbastanza veloce. Allo stato attuale era totalmente alla mercè del Candido…e del coraggio di Natsume. Faceva paura. Dipendere unicamente dalla risolutezza di un altro, faceva tremendamente paura. Era come essere chiusi all’angolo, con una porta alle spalle che si sarebbe aperta solo se qualcun altro l’avesse fatto dal lato opposto del muro. Celato ai propri occhi. Tanto che l’unica cosa a cui ci si poteva aggrappare era la fiducia che ci riuscisse in tempo. Ed era a questo che stava facendo appello Yu, all’estrema fiducia che aveva nei confronti del proprio Legato. Una fiducia che fortunatamente non venne tradita.
Sentì a malapena il grido d’avvertimento del compagno, ciò che percepì più di tutto fu un’onda di chakra che non conosceva invadergli il corpo di rinnovata forza. Non attese nemmeno di capire, di comprendere, di farla veramente sua…gli artigli infuocati di fiamme blu di Yoyuki gli stavano piombando addosso senza la minima remissione. Grezzamente, concentrò quel chakra sconosciuto, eppure familiare, nelle gambe per balzare via. Fu rozzo, per nulla elegante, per nulla misurato. Se si fosse trovato nel tempio senza quella barriera di fumo, probabilmente avrebbe rotto il marmo del pavimento nello slancio. Rotolò distante, riavvicinandosi a Natsume, mentre la mano del Candido colpiva il vuoto dove un attimo prima c’era lui. Era seduto a terra, col fiatone e lo sguardo fisso su quella scena distante. Era lì, giusto un secondo prima, se Natsume non avesse preso il coraggio a piene mani ora lui…


Yu! Yu! Ci sei riuscito! La voce del Fulvo lo fece voltare verso di lui. Sprizzava gioia e sollievo da tutti i pori, mentre lo scuoteva per una spalla riportandolo coi piedi per terra. Ma guardati! Ora sembri veramente uno di noi!

Se Natsume non si fosse indicato le orecchie e la coda, Yu probabilmente non se ne sarebbe nemmeno accorto! Si toccò il capo percorrendo il profilo peloso di un paio d’orecchi appuntiti e guardandosi dietro, notò una folta coda rossiccia. Quindi intendevano anche questo con “infondere le peculiarità della propria specie”. Pazzesco. Effettivamente gli sembrava di vedere e sentire meglio di prima. Era una sensazione strana a cui sicuramente avrebbe dovuto fare l’abitudine, così come quella di avere una nuova estremità attaccata al corpo.

E ora? Era chiaro che non fosse finita lì. Quel primo passo era necessario soprattutto per dare la spinta giusta a Natsume.

Ora sarà il tuo Legato a guidarti. D’altronde chi meglio di lui può insegnarti le basi per utilizzare le sue capacità.

Decisamente più pacifico di quanto non fosse prima, Yoyuki si approssimò alla loro posizione andando a riprendere il proprio kiseru per tirare una boccata di fumo.

Ci penso io a te vedrai! Sarai bravissimo, ne sono sicuro. Dicendo questo, Natsume protese una mano a Yu, per aiutarlo ad alzarsi. Gesto che il Rosso accettò di buon grado, lasciando che il compagno lo issasse nuovamente in piedi. Certo che mi hai fatto prendere un bello spavento, Yoyuki-sama…Che avresti fatto se non fossi riuscito a reagire in tempo?

La Zenko sorrise. Oh, ma io avevo piena fiducia nel tuo intervento. Non c’era bisogno di pensare ad un piano B.

Natsume arrossì, brontolando qualche cosa mentre prendeva Yu per un braccio e lo trascinava un po’ più in là per iniziare a condividere con lui le basi del suo principale talento. Al Rosso sembrava un po’ di essere tornato genin, quando si recò all’Hikisaku per apprendere le tecniche del Gruppo sotto la guida di Namine. La sensazione era davvero molto simile, se non fosse che per creare un fuoco fatuo avrebbe dovuto imparare innanzitutto a controllare qualcosa che a lui era meno congeniale dell’acqua usata per le sue bolle. Forse se avesse saputo controllare il katon, sarebbe stato più semplice. Ma confidava che le istruzioni di Natsume l’avrebbero guidato nella direzione giusta.

Ricorda innanzitutto che ciò che stai andando a creare è molto, molto diverso dalle tue bolle. Ma questo non significa che tu non possa utilizzare quel tuo soffietto, per aiutarti nei primi tentativi. Anzi, te lo consiglio, sicuramente ti sentirai più a tuo agio. Disse, indicando l’Hakanai alla cinta del Rosso. Fai dei tentativi. Attingi al Senchakra che ho condiviso con te e cerca di soffiare delle fiammelle e non delle bolle. Non ho metodi particolari da insegnarti, lo sai meglio di me…ognuno impara a modo suo! Ma se hai domande da farmi sarò qui.

Beh, le istruzioni erano prova e riprova insomma. Meglio di nulla. Tuttavia condivideva quel pensiero di Natsume. Sicuramente il suo modo di giungere al risultato sarebbe stato differente dal suo, quindi dargli paletti troppo stretti sarebbe stato un errore. Così era sicuramente più libero di sbagliare, in fin dei conti era con gli errori che si poteva correggere piano piano il tiro. Non era in formissima dopo averle prese in quella maniera da Yoyuki, ma avrebbe fatto comunque del suo meglio! L’aiuto dell’Hakanai era davvero molto apprezzato. Lo prese tenendolo tra le dita, ma non lo portò subito alle labbra.
I suoi primi passi sarebbero stati volti a riuscire a scindere il proprio chakra dal Senchakra di Natsume, così da attingere alla fonte giusta. Non era semplice, ma era abituato ad avvertire l’energia dilagante di Kurama, confidava di riuscire presto ad individuare con certezza la sorgente corretta, anche se il Chakra Naturale era ben diverso da quello furioso della Volpe. Più placido, meno bruciante, ma non per questo meno intenso. Ci volle un po’ perché riuscisse a seguirlo e concentrarlo in parti del corpo prestabilite con la stessa chirurgica precisione con cui sapeva usare il proprio e quello del demone, ma una volta presa confidenza si decide infine a portare l’Hakanai alle labbra. Si chiese come facesse le bolle - ormai era un gesto tanto naturale e automatico che nemmeno pensava più al procedimento - e cercò di replicare l’idea applicandola al Senchakra. Non funzionò. Dal boccaglio del suo soffietto uscì una fiammetta simile a quella dei petardi che si usavano ai matsuri estivi. Nulla che avesse a che vedere con le fiamme ben formate e apparentemente dotate di vita propria che erano in grado di creare sia Natsume che Yoyuki. Evidentemente quello non era il modo giusto. Forse aveva usato troppo poco chakra, forse troppo senza un controllo decente, forse non l’aveva ben modulato, c’erano ancora troppi forse per capire quale dei tanti fosse la causa di quell’obbrobrio. Scosse la testa e riprovò. Era solo il primo di una serie di tentativi fallimentari. Che poi in realtà chiamarli tali non era proprio corretto. Erano fallimentari, ma erano comunque utili. Prova dopo prova, infatti, Yu depennava le vie scorrette intraprese, raddrizzando il tiro. Tentativo dopo tentativo, iniziava a intravedere quale fosse il modo corretto di trattare il fuoco fatuo, tanto che dopo un po’, sotto lo sguardo soddisfatto ed elettrizzato del Fulvo, dalla punta del suo Hakanai fuoriuscì finalmente una fiamma azzurrina. Non esageratamente grande, non esageratamente sotto il suo pieno controllo, ma quanto meno assomigliava a quelle del suo Legato. Qualche altro tentativo e finalmente soffiò tre fuochi spettrali che riuscì a far volteggiare secondo la propria volontà. Li fece avvicinare al compagno kitsune, quasi a presentarglieli, per poi farli muovere attorno a lui con sicurezza e precisione.


Che ne dici? Ci sono riuscito? Sapeva già la risposta, ma voleva sentirglielo dire.

Meravigliosamente. Sei un bravo allievo. Hai ancora qualche incertezza ma sono cose che con l’allenamento sistemerai senza problemi! Si mosse in avanti verso la direzione dello shinobi, e Yu fece sparire le fiammelle. Ora è il momento di alzare un po’ l’asticella. Una forza estranea gli strappò l’Hakanai di mano, e lo fece volare fino alle mani del Candido, che, appostato a distanza aveva seguito tutto fino a quel momento. Yoyuki-sama…Bastava dirgli di metterlo via.

Perché mai? Così è più divertente.

Dopo aver cercato invano di riafferrare il proprio soffietto a mezz’aria e aver seguito quello scambio di battute tra le due kitsune, Yu sospirò. Non era difficile capire quale fosse la nuova tacca dell’asticella da raggiungere. Immagino di dover fare a meno dell’Hakanai ora.

Esatto. Quello serviva solo per i primi tentativi. E’ necessario che tu sia in grado di richiamare il fuoco fatuo anche senza attraverso quello strumento. Si avvicinò al compagno. Yu era evidentemente stanco - e un po’ nervosetto per essersi visto strappare di mano a quella maniera la propria arma, quella coda agitata non mentiva - ma quell’ultimo passo andava portato a termine. Puoi sederti se vuoi. Dai, sono certo che ora che sai a grandi linee come fare, ci metterai un niente!

Sorrise il Rosso. Aveva percepito il tentativo del suo Legato di tirarlo su di morale e apprezzò di buon grado il fatto di potersi sedere. Iniziava ad essere veramente molto stanco, tanto che anche fare lunghi discorsi gli era difficile, come si era potuto evincere. Quindi si mise a terra a gambe incrociate, occhi chiusi, avvicinando tra loro i palmi delle mani, senza che però si toccassero. Avrebbe cercato di materializzare un fuoco fatuo tra di esse, sfruttando l’emissione di chakra da entrambe le mani, per rendersi più facile l’impresa. Sicuramente in futuro sarebbe riuscito anche in altro modo, proprio come faceva col chakra di Kurama e col proprio, ma in quei primi momenti facilitarsi il compito era quanto meno doveroso. Natsume non si intromise dicendo che non andava bene, quindi presunse di poterlo fare. Iniziò a concentrarsi, visualizzando la forma di ciò che voleva creare. Chi lo guardava da fuori, lo avrebbe visto crucciarci, aggrottare le sopracciglia ed abbassare gli orecchi pelosi, quando la stanchezza cercava di strapparlo da quello stato. Tra le sua mani invece, avrebbero notato una fiamma formarsi lentamente, da piccola fiammella incerta che rischiava di spegnersi ad ogni calo di concentrazione, fino al prendere forma di un fuoco fatuo vero e proprio. Ci volle comunque un po’ prima che il Rosso riuscisse a creare qualcosa di stabile, ma dopo lunga pazienza riaprì gli occhi. Il suo viso era illuminato dalla fiamma azzurrognola che aveva tra le mani. Bella. Sicura. Forte. Cominciava a capire perché a Takumi il fuoco piacesse tanto.

Ottimo lavoro Yu! Natsume gli saltò al collo, letteralmente ribaltandolo a terra. Il fuoco fatuo scomparve e le risate di Yoyuki si sentivano come fosse lì vicino. Sei stato bravissimo! Sono orgoglioso di te. Non che avessi dubbi eh, ma sai com’è, sapevo che non ti sarebbe venuto semplice come bere un bicchiere d’acqua.

Siete stati bravissimi entrambi. Yoyuki si avvicinò a quel groviglio di braccia, code e gambe, restituendo l’Hakanai a Yu, mentre la barriera di fumo si sciolse rivelando l’interno del tempio intonso. Tu Natsume ti sei finalmente liberato dalle tue catene e hai dato veramente fiducia al tuo Legato. E tu Yu, hai avuto fede in Natsume e hai infine imparato a padroneggiare le basi delle sue capacità. Sorrise fiero come un padre. Sono io ad essere orgoglioso di entrambi. Dire che Yu fosse felice era un eufemismo, il muoversi entusiasta della sua coda ne era una conferma così evidente che sarebbe stato difficile da nascondere a chiunque. Abbastanza da scatenare l’ilarità del Saggio. Uno di questi giorni, sarà il caso che gli insegni come tenerla a bada Natsume.

Mi sa! E dicendo questo, tra una risata e l’altra, smise di infondere chakra al suo legato che tornò quello di sempre.

Davanti all’ilarità generale, Yu si ritrovò ad arrossire imbarazzato. Né Natsume, né Yoyuki - o forse lui si? - potevano sentire che anche Kurama se la stava ridendo di gusto.
Mi fa piacere che vi stiate tutti divertendo alle mie spalle. Brontolò, mettendo su un muso a dir poco adorabile, prima di farsi contagiare e lasciarsi andare in un sorriso. Domani vorrei replicare, Natsu. Ti va di darmi una mano?

Volentieri! Ma domani però! Adesso dobbiamo andare da Umeko. Si tirò in piedi, aiutando anche Yu ad issarsi. Siccome sapeva cosa volevo chiedere a Yoyuki-sama, ha voluto preparare una cena speciale per l’occasione. Non possiamo mancare!

Non vedo l’ora! Le cene di Umeko erano sempre deliziose. Evidentemente Natsume aveva parlato con lei prima di prendere quella decisione. Scava scava, alla fine l’unico che non ne sapeva nulla era proprio lui che era il diretto interessato! Bravi anche a tenere il segreto doveva dire. Dammi il tempo di riprendere un po’ fiato però. Magari tu precedimi così puoi farle sapere che è andato tutto per il meglio.

Ryōkai! Allora ci vediamo lì. Vedi di non starci troppo!

Salutò il Fulvo mentre sfrecciava fuori dal tempio, lasciando Yu e Yoyuki da soli. Non erano molte che occasioni che aveva avuto di stare unicamente col Saggio e quelle che c’erano state aveva preferito usarle per altre cose fino a quel momento, ma c’erano tante domande che avrebbe voluto fargli. Sicuramente nel momento in cui avrebbe spiegato a Natsume di Kurama sarebbe divenuto tutto più semplice, ma per ora doveva approfittare di quegli attimi unici e rari. Tra le tante cose che voleva chiarire, ce n’era una che lo incuriosiva più di tutte le altre. Nel momento in cui lui e Natsume avevano varcato la soglia del tempio, quando Yoyuki era corrotto, lui li aveva chiamati in un modo molto specifico. Un modo curioso che a Yu era sempre sembrato strano. “Una kitsune piena di rimorsi e un tenshi macchiato dal peccato” aveva detto. La definizione di Natsume era così specifica che gli veniva bizzarro pensare che anche la sua non fosse altrettanto, ma…Tenshi? Lui? Per quale ragione? Solo le labbra di Yoyuki avrebbero potuto risolvergli quel dubbio. E quella era l’occasione buona per farlo.

Senti ma…posso chiederti una cosa? Fece di punto in bianco, richiamando l’attenzione della Zenko che si sedette su degli scalini, portando il kiseru alle labbra, mentre dava il suo consenso incuriosito. Mi è rimasta in testa come un tarlo dalla prima volta che sono stato qui: quando ci siamo scontrati hai chiamato Natsu “kitsune piena di rimorsi” e me “Tenshi macchiato dal peccato”…perché Tenshi? Non sembrava casuale.

Ah sì? L’ho fatto? Sembrò sorprendersi della domanda di primo acchito, tanto che Kurama nella testa di Yu rispose qualcosa che avrebbe voluto dire anche il Rosso stesso, quel « Sì che lo hai fatto, baka. » che diceva più di mille giri di parole. Ma si riprese in fretta, sospirò e sorrise. Un angelo e una kitsune. Sapevo che sareste arrivati a compiere il vostro destino, devo aver fatto riferimento a quella visione. Sai? Sembravi davvero un angelo: splendente e guerriero.

Ridacchiò il Rosso, scuotendo la testa. Chissà cosa pensava di ricevere come risposta. Parli come lui. Commentò, senza essere specifico, tanto Yoyuki sapeva bene di chi stesse parlando.

Salutò il Saggio qualche minuto dopo, sentendolo sussurrare un
Arigato Kurama, il tuo supporto è stato prezioso, evidentemente si era accorto dello zampino del demone. Beh, sarebbe stato strano il contrario, visto il loro rapporto. Altro che “non è vero che siamo amici” quei due erano complici in tutto eccome! E questa era un’altra cosa che gli sarebbe piaciuto approfondire con Yoyuki. Il passato suo e di Kurama.

« A parte il fatto che non vedo cosa ci sia di interessante in tutto questo...temo che prima di avere nuovamente l’opportunità di stare solo con Yoyuki ne passerà di acqua sotto i ponti. » Commentò pungente il vocione cavernoso del Bijū. « Quando hai intenzione di parlare di me al giovane kitsune? »
Lo farò…uno di questi giorni qui a Momiji. Devo solo trovare il momento giusto. Sarebbe stupido da parte mia non condividere con lui questa cosa, ora che posso farlo.
« Direi! Con quei logorroici dei rospi non potevi e la cosa ti trapanava la testa! Ora che puoi spero tu non ti tiri indietro. »
Ma no figurati! E’ solo che non voglio caricarlo troppo tutto assieme. Ne ha passate tante.
« Su questo siamo d’accordo. Mh? Non è lui quello? »

Yu si bloccò nella discesa della lunga scalinata del tempio. Una gamba di Natsume penzolava mollemente dal ramo di un albero. Non aveva detto che lo avrebbe preceduto da Umeko? Che ci faceva ancora lì a metà strada? Prima che potesse chiamarlo, il Fulvo lo notò e saltò giù dalla pianta, affiancandolo felice.

Eccoti, Yu. Ti stavo aspettando!

Non avevi detto che mi avresti preceduto da Umeko? Che è successo? Domanda lecita, visto come si erano lasciati.

Nulla di che… Iniziò imbarazzato, grattandosi la guancia con l’indice, prima di sospirare e sputare il rospo. Ho pensato che se Umeko mi avesse visto arrivare da solo, nella migliore delle ipotesi mi avrebbe sgridato…nella peggiore avrebbe pensato che ci fossimo messi il muso e mi avrebbe sgridato lo stesso! In effetti sarebbe stato proprio da Umeko.

Allora muoviamoci, dai! Rise. Che se arriviamo tardi farà la paternale ad entrambi!


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view post Posted on 19/10/2021, 10:42     +1   -1
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Sarò breve, il lavoro è eccellente. Hai dato ampio spazio all'addestramento con Natsume, entrando nei particolari e non risparmiando nulla nella narrazione - cosa che, come sai, da corpo alla tua capacità di far "vivere" il PG. Belli i riferimenti al buon Fuyu, giusto per impreziosire una role già di per sé ottima.
Ci rivedremo presto :sisi:

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1 replies since 17/10/2021, 19:11   63 views
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