| Si stava venendo a creare davvero una folla intorno all’uomo col carretto. Rei guardava tutti divertito, nel vedere panche, barbecue e tanto altro sembrava di trovarsi in una vera e propria sagra paesana, con festa e balli di gruppo; anzi, si sentiva davvero strano, magari era un po’ folle ma sentiva dentro di lui la voglia di mettersi a ballare, come un ragazzino che, con cuffie all’orecchio ad alto volume, se ne infischia largamente della gente intorno. Provò a silenziare questo impulso, cercando di dare maggior peso alla calma; d’altronde era sempre un ninja, non poteva -secondo la prassi- essere troppo stravagante, o almeno questo insegnavano i dettami della sua famiglia; che sia proprio i limiti imposti che lo avevano reso stravagante? Si girava il filo d’erba intorno alle labbra, mordendo con un colpo leggero il bastoncino, tanto da incrinarlo verso l’alto, rivolto verso il proprio naso. Un suono dì tromba si sollevò dal carrello, e lo strano individuo iniziò a parlare. Subito gli piacque, era stravagante, forse più di Rei, ma questo non era negativo, anzi, adorava chi si mostrava per ciò che era, chi esaltava la propria essenza interiore, senza freni e rumori. Si sentiva davvero in una festa paesana, quelle trascorsi nella sua giovinezza con il caro amico Eiji. Rei fu colpito dal suo inizio; poteva davvero aver aggiustato l’accento di un drago? Anzi, meglio ancora, i draghi esistevano ancora, davvero? Frenò la prima domanda, deciso di ascoltare ancora e ancora le sue strane esternazioni, o meglio missioni. E fece bene, si sentiva davvero un fuoco nell’idea di vedere il carro e i suoi cimeli all’interno. Voleva dare sfogo alla sua fantasia, pensava che lì dentro avrebbe visto… un dente di drago! Alla fine, Rei pensava che sarebbe stato un vero indizio per la sua stravagante entrata in scena. E alla fine Rei scoppiò a ridere, sentendo l’espressione “Eremita delle Gelatine”. Provò a non sputare il filo d’erba, trattenendosi. E senza rendersene conto, il mercante saltò in avanti, con una strana piroette. Rei si ricompose, incuriosito ancora dal suo strano modo di atteggiarsi. Sapeva farci con il pubblico, questo lo comprese subito, e anzi voleva davvero imparare da quell’uomo; non c’è mai fine all’essere se stessi, senza paure. Ascoltò le sue strane parole, quando però dal pubblico si sollevò una voce che evidentemente non credeva alle sue parole. Rei si voltò di scatto, deciso di rivolgere uno sguardo di rimprovero alla persona che aveva parlato, ma mentre lo stava per fare vide che anche l’espressione del mercante cambiò; non era allora davvero un uomo di calme parole, anzi il suo atteggiamento mostrava certamente un senso di impotenza, come se in verità non riuscisse a credere davvero in ciò che diceva; come se, in verità, la sicurezza mostrata non era vera, anzi era una menzogna da attore. Improvvisamente il cappello volò e, strano ma vero, prese le sembianze di una gelatina.
Questa sì che è magia, daje!
Esclamò, divertito, alzando in aria la mano destra e il pollice, come segno di approvazione per il gesto del nuovo stregone. E alla fine una fregatura stava forse arrivando all’orizzonte, il mago aveva chiesto dei soldi per continuare l’esibizione; Rei pensava che non aveva portato con sé tanti soldi; voleva si stare fuori casa per diversi giorni per allenarsi, ma aveva portato in un leggero zaino da viaggio alcuni pasti propri dei ninja in missione. Prese dalla tasca il proprio borsello e constatò che aveva la somma richiesta. Contento si mise in fila per dare la somma di denaro. Vide, felicemente, tanta altra gente prendere la sua decisione.
Certo che partecipo!
Esclamò ad alta voce, anzi forse troppo; sicuramente dei vicini l’hanno potuto sentire.
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