Missione S - Sei 制 - Un nuovo Cielo, [Sora no Kuni] Per Griever_ (1° PG)

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view post Posted on 9/6/2021, 10:18     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Rifletteva nel suo laboratorio, da sola una volta tanto. Da quanto aveva cominciato quella guerra, Mira non aveva avuto molto tempo per pensare tra sé e sé. Non che l'aiuto dei suoi consiglieri e uomini più fidati fosse poco gradito, anzi, ma poter riflettere su tutti gli avvenimenti senza influenze esterne, era ciò che in quel momento le serviva. Era seduta a una scrivania disseminata di fogli e illustrazioni, mappe, fialette, formule appuntate un po' dappertutto. In particolare era concentrata sul codice che Kakumei aveva recuperato da parte di Makiko: "da Nord, altri Cani verranno a sbranare le Faine entrate nel pollaio." Che cosa poteva voler dire? A Nord, rispetto a Sora, c'era Iwa, possibile che Ryuzaki fosse riuscito a chiedere rinforzi da quella parte? Era abbastanza assurdo pensare a una cosa del genere. Il governo di Ryuzaki era stato fino a quel momento una dittatura non troppo dissimile da quella di Buraindo, e immaginare un paese grande come Iwa dare appoggio militare a un pazzo di quella categoria... non quadrava per niente. Certo, c'era la questione della bomba su Maigo, ma in che modo i paesi confinanti avrebbero dovuto credere che un Tenshi caritatevole alleato della discendente diretta del Puro, avesse potuto uccidere così tanti civili del Cielo? Se c'era una cosa che chiunque avrebbe dovuto riconoscere, era che fino a quel momento, quella di Mira e i suoi uomini, era stata una rivoluzione bianca, combattuta senza mietere vittime, cercando di salvaguardare perfino i membri del Comitato che avevano osato sguainare la spada nei loro confronti. Non era credibile dunque che lo Tsuchikage avesse mandato il proprio esercito per affiancare Ryuzaki nella guerra, ma d'altra parte era inverosimile anche che stessero marciando per invece combatterlo. Che il Secondo Daimyo avesse assoldato mercenari? No, anche questa era un'ipotesi assai improbabile, considerando l'onore e la fama degli shinobi della Roccia. Dunque chi erano i cani provenienti da Nord, e chi le faine da sbranare? Era una domanda che poteva portare alla risoluzione della guerra: un terzo paese schierato da una parte o dall'altra avrebbe sbilanciato irrimediabilmente gli equilibri in gioco.

Fatte quelle considerazioni, il Tenshi fece chiamare Kakumei, cercando risposte sulla potenza di fuoco dimostrata da Ryuzaki, qualcosa che nei tre anni che aveva passato al suo fianco non aveva mai nemmeno lontanamente visto.


Mira - Allora?

Il vecchio scosse la testa.

Kakumei - Nessuno sembra essere a conoscere di un'arma di tale portata a Sora. Perfino i membri del Comitato interrogati non sembrano avere idea di che cosa sia caduto su Maigo. Se Ryuzaki avesse avuto tale potere anche contro Buraindo e il Credo, l'avremmo già vista durante la prima rivoluzione.

Mira annuì, ne era convinta anche lei considerando che era leader della squadra medica, ma anche una sorta di scienziata personale del suo Consiglio. Ryuzaki era a conoscenza delle conoscenze alchemiche di Mira, e la progettazione di un'arma del genere, sebbene magari non commissionata a lei direttamente, le avrebbe permesso quantomeno di supervisionarla.

Mira - E allora da dove diamine viene? Devo realmente credere che sia riuscito a stringere alleanza con Iwa, e che questa sia tecnologia militare di Iwa? Come c'è riuscito? La Terra non ha paesi neutrali, e se esistesse addirittura un'alleanza col Cielo dovrei esserne a conoscenza, no?

Kakumei ci pensò a lungo prima di rispondere, ma risultò abbastanza sicuro nell'affermare che l'idea che fosse stata Iwa a fornire quel potere a Ryuzaki fosse alquanto improbabile:

Kakumei - Iwa è un paese di shinobi militarizzato e ambizioso, pensi che accetterebbe così di buon grado l'alleanza con un dittatore? Se è così, Ryuzaki deve aver promesso allo Tsuchikage qualcosa di irrinunciabile.

La donna raccolse tutti i fascicoli disseminati per la scrivania e li riunì in un unico blocco legato con una fascetta rossa. Quindi si alzò, decidendo che la questione doveva essere risolta prima del "giorno del giudizio" di cui la gente stava cominciando a parlare. Ryuzaki sapeva benissimo come in realtà non ci fosse nessuna bomba da parte del Tenshi, mentre Mira non aveva dimenticato la distruzione premeditata di Maigo. La possibilità che, messo totalmente alle strette, Ryuzaki sganciasse un'altra bomba sull'intera Suzaku per risolvere il problema alla radice, mandando al diavolo opinione pubblica e internazionale, non poteva essere sottovalutata. Doveva risalire alla fonte di quel potere e, se possibile, disinnescarlo.

Mira - Continua ad indagare sulla questione. Hai detto che qualcuno ha visto un'entità volare via dopo l'esplosione, beh, è un punto di partenza. Inoltre... fai avere questo messaggio a Makiko. Lei dall'interno è la carta più importante che abbiamo. Se riesce a scoprire qualcosa sulla bomba, o sulle intenzioni di Iwa, allora potremmo passare al contrattacco.

CITAZIONE
La meteora caduta dal Cielo, è figlia della Terra? Esiste unione tra Cielo e Terra?

Mira - Quanto all'altra questione... non farlo.

Kakumei - I metodi di tortura di Ryuzaki sono efficaci, me lo hai detto tu stessa.

Mira - Non importa. Mitsuo non sa niente che possa compromettermi. Tutto quello che abbiamo escogitato in sua presenza, Ryuzaki ha già avuto modo di scoprirlo. Non rischiare uomini, fidati di me.

Kakumei - Come preferisci, Yurei.

Mira quasi sorrise a quell'ultima frase del compagno: comincio ad abituarmi a questo nome, e sarebbe la prima volta.


Fatte quelle precisazioni, era arrivato il momento di sfruttare lo spazio di manovra generatosi grazie alla notizia di una seconda bomba su Genbu. Secondo quanto riportato dalla squadra di spionaggio, Ryuzaki aveva evacuato tutti i civili dall'isola, lasciando però l'esercito a difesa di un'eventuale assedio. Erano notizie interessanti, piuttosto golose per una figura che stava cercando nel popolo stesso l'alleato fondamentale per battere Ryuzaki per sfinimento, e le avrebbe sfruttate fino in fondo. Riuniti dunque i rappresentati delle varie squadre, nonché il Consiglio stesso del Tenshi, nella sala principale del Tempio di Suzaku, Mira si preparò a parlare davanti a Zugai, Kakumei e Gaz, dovendo al momento fare a meno di Jou, ancora convalescente nelle camere interne del laboratorio, isolato.

Mira - Non potendo far evacuare l'intera isola, per paura di un'assedio, Ryuzaki ha lasciato a difesa di Genbu tutto l'esercito. Allo stesso modo, non poteva nemmeno ignorare la notizia, o sarebbe scoppiato il panico. In questo modo però, nello scenario che si presenta davanti a noi, se il Tenshi decide di non sganciare la bomba in un luogo in cui sono riuniti TUTTI i suoi nemici, senza la paura di poter colpire gli innocenti ormai evacuati, farebbe passare un messaggio interessante: avrebbe risparmiato i suoi nemici, per un atto di carità? O sarebbe la dimostrazione che non sia il Tenshi ad avere quella forza esplosiva? Di sicuro, l'avesse, non fare scoppiare Genbu e Ryuzaki con lei, sarebbe una mossa stupida.

Non rimaneva che una cosa da fare a quel punto, sfruttando le forze militari concentrate tutte a Genbu. Mira doveva conquistare un altro frammento del Cielo, l'ultimo tassello prima del confronto con ciò che rimaneva di Ryuzaki e ciò che la popolazione avrebbe pensato del suo governo a quel punto. Byakko e Seiryu, le ex-isole di Orion, esattamente a metà strada tra Suzaku e Genbu, erano lo step fondamentale per poter avvicinarsi alla fortezza dell'esercito, e aggiungere un tassello alla rivoluzione senza vittime dell'angelo salvatore del Cielo. Quel passo avrebbe potuto concedere a Mira il tempo necessario che stava cercando, in attesa di informazioni dalla squadra di Kakumei, ma soprattutto da Makiko, fondamentale a quel punto per comprendere il legame fra Ryuzaki e quel "Cani provenienti da Nord". La soluzione era a un passo, ma si doveva andare per gradi.

Mira - Pochi minuti prima della mezzanotte del 15, raggiungeremo Byakko e Seiryu, conquistando gli avamposti maggiori ai confini. Giunta sul posto, parlerò alle città mettendo a nudo la falsità dell'attuale governatore: quando sarà scoccata la mezzanotte, e nessuna bomba sarà stata sganciata su Genbu, sarà mio compito sottolineare il buco nel piano del Daimyo: un uomo che mai ha partecipato alle battaglia in prima linea, giustificandosi con la frase "con la mia morte, morirebbe anche l’idea della rivoluzione”, è rimasto a morire insieme al suo esercito, in un'esplosione che sapeva non ci sarebbe mai stata.

Lasciò il tempo a tutti di assimilare le informazioni, poi terminò categorica:

Mira - Se quel pazzo ha però intenzione di disintegrare anche Genbu, con un qualche strano piano per salvarsi la pelle all'ultimo, o la stessa Suzaku mentre molti uomini saranno via, stavolta staneremo il responsabile prima che sia troppo tardi. Dovremo avere occhi ovunque, soprattutto nei Cieli sopra Suzaku e Genbu. Sistemerò le risorse in maniera tale da non rimanere scoperti. Zugai, conto su di te.


Giunta notte, dopo la riunione e la preparazione del piano, Mira e Gaz raggiunsero la camera in cui Jou stava letteralmente lottando contro la vita. Dentro di lui qualcosa stava respingendo le cure della donna, come volesse abbandonarsi al destino che la sua storia aveva già deciso. Ciò che lo stava consumando sembrava essere proprio il Morbo causato dal Cataclisma del Chakra, qualcosa che nemmeno il Kidenshi, ancora, era riuscito completamente a comprendere.

Mira - Jou...

Gaz gli cambiò soltanto la flebo, poi li lasciò soli.

Mira - Ho promesso di salvare tuo figlio e non mi tirerò indietro. Però dovrai esserci anche tu. Hai promesso che mi avresti aiutata, il tuo compito qui non è ancora finito.
 
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Missione S - Sei (制) - Un nuovo Cielo

Lui aveva gli occhi altrove, così come la mente ed il cuore. Persi chissà dove, sicuramente in un posto ben più lontano dell'orizzonte che si stagliava oltre la finestra della sua camera. Non soltanto nello spazio, ma anche nel tempo, frammenti di qualcosa che era andato perduto per sempre e che non avrebbe mai più riavuto indietro. Non in quel mondo, almeno.
- Lo so bene, Yurei... so perfettamente che qui c'è ancora del lavoro da fare. - replicò in maniera distratta, lo sguardo che lentamente si spostava verso la porta alle spalle di Mira, la stella dalla quale Gaz era uscita pochi secondi prima.
- Beh, non sembri l'uomo che mi ha rifiutata quel giorno al campo. Fossi stata un tipo di donna diverso avrei potuto offendermi.
Lei sorrise per sdrammatizzare e lui fece lo stesso di rimando, ricordando quei giorni incerti e pieni di concitazione. Solidi nella sua memoria, nel ricordo di un passato glorioso e pieno d'eccitazione.
- E ne avresti avuto tutto il diritto, ad onor del vero. Solitamente, il rifiuto è un tipico gioco femminile, un tira e molla pericoloso. Devo aver perso virilità, negli anni. - ci scherzò ancora su, ma non appena provò a ridere venne colpito da una tosse improvvisa, così forte da premere sulle costole della sua gabbia toracica.
- Amavo mia moglie... la amo ancora, ad essere sincero. Tuttavia, hai ragione a dire che non sono più l'uomo di quel giorno. Lo sto realizzando soltanto adesso, Yurei... ho mentito a me stesso e nel farlo, ho finito per mentire anche a te.
- Che cosa vuoi dirmi, Jou?
Fu allora, che finalmente lui si azzardò ad incontrare le iridi perlacee di lei. I suoi occhi erano... veri. Privi di angoscia e tristezza, di lacrime, così come di furore e rabbia. In essi, solo una calma ritrovata, una pace con la quale aveva fatto i conti, dopo ciò che aveva infine realizzato.
- Mi stanno attendendo entrambi.
Lo aveva capito, ma tutto ciò era prima passato per un processo di accettazione lungo e tortuoso, persino per un animo fermo e risoluto come il suo. Il Morbo non gli aveva soltanto strappato dal petto l'amore di sua moglie, ma anche l'affetto ed il futuro del suo unico figlio, Jakyu. Era già successo, molto tempo prima del suo ritorno a Sora no Kuni. Eppure, forse ingannato dalle visioni concesse solo ad un uomo moribondo ed in fin di vita, si era aggrappato alla convinzione che il bambino fosse ancora in vita. Aveva camminato per giorni, settimane, soltanto spinto dal desiderio di ritrovare Yurei, nel cuore la speranza di poter ottenere dal Tenshi, dalla Madre del Cielo, la possibilità di salvare qualcuno che, invece, giaceva già nel freddo grembo della terra. Ciò a cui aveva assistito a Maigo, però, doveva averlo scosso e riportato con i piedi per terra, catapultandolo verso una realtà ben più tangibile, concreta... e tremenda. Per un attimo, Mira chiuse gli occhi, allungando la mano fino ad appoggiarla su quella di Jou.
- Farò ciò che mi dirai, se è veramente quello che vuoi.
Lui accolse quel contatto, stringendo a sua volta la mano della kunoichi. Il suo tocco era debole a causa delle sue condizioni, ma al tempo stesso sicuro, come si addiceva ad un uomo del suo calibro.
- Nella mia vita, sono stato libero soltanto poche volte. Dai mi ha accolto nella sua banda quando ero ancora un ragazzo, spaesato, sbarbatello... e dopo aver chiuso con lui, ho lavorato per quei bastardi di Kusa no Kuni. C'è solo una cosa che desidero, Yurei. Essere libero, un'ultima volta. Libero di combattere, libero di trovare la mia fine in pace. Di rimettere a posto la mia vita, pagare pegno per i miei errori. Sono qui per la mia redenzione, per la tua, per quella di questa nazione. L'ho realizzato solo dopo aver visto la fine di Maigo.
Voglio morire, combattendo al tuo fianco. Così da potermi ricongiungere con mia moglie e mio figlio, in serenità.

Mira per quei secondi si limitò ad ascoltare, in silenzio. Comprendendo, in quel momento in particolar modo, di aver avuto successo nel cambiare l'anima delle persone. Redenzione, era questo che Jou bramava, nel profondo del suo cuore... e forse, era proprio di ciò che Sora no Kuni aveva bisogno.
- Libereremo questo Paese insieme. Ancora una volta, per l'ultima volta.
Lui annuì, stranamente serafico in viso. Dietro la porta, Gaz era rimasta immobile ad ascoltare. Le gote morbide ferite da lacrime calde, mentre la tensione e la solennità di quel momento scemavano, per lasciar spazio a secondi più sereni. Per lasciare un ricordo positivo e quieto, rassicurante, l'una nel cuore dell'altro. Jou si fece passare una sigaretta, dal pacchetto che aveva lasciato sul comodino al bordo del letto.
- Mia moglie odiava questa merda. Non faceva che dirmi di smettere. - ridacchiò ed infine l'accese, nascondendo la sua smorfia dietro il fumo grigiastro - Ormai però la mia fine è segnata, tanto vale smettere di preoccuparsene.
- Una donna in un mondo di uomini, vero? Saprà dartele quando vi rincontrerete.
Risero insieme. Come farebbero due vecchi compagni d'armi. Due vecchi amici, a brindare e godersi un po' di svago, dopo una delle solite scorribande ordinate da Dai lo Straniero, per racimolare denaro per chissà quale, fra i suoi strambi progetti.
- Non ne ho alcun dubbio. Ricordi bene, Yurei. Una donna, in un mondo di uomini.

Suzaku - Sora no Kuni
14 Novembre 252

Il piano che Mira aveva esposto ai suoi Generali sembrava solido, del resto come avrebbe potuto non approfittare dell'occasione che Ryuzaki le stava lasciando, porgendole il fianco ed invitandola a nozze? Come sempre, a Zugai era stato richiesto di preparare al meglio le truppe, rimanendo tuttavia aperto alla possibilità di cambiamenti improvvisi; in fin dei conti, Kakumei era tornato in serata nel cuore della foresta al di sotto di Suzaku e, data la delicatezza del compito che gli era stato affidato, era probabile che per il suo ritorno avrebbero dovuto attendere quantomeno che il Sole si facesse nuovamente alto nel cielo, il giorno dopo.
Nel cuore della notte, mentre il suo corpo rimaneva avvolto nel tepore delle coperte, le braccia avvolte al corpicino della piccola Gaz, lo spirito di Mira incastrato tra la realtà e la crepa di Yusekai avrebbe notato qualcosa di sospetto. Dal pavimento di uno dei corridoi più interni del Tempio, nella parte vicina a dove era stata ricavata la sua camera, una piccola apertura era stata scavata. Un lavoro da manuale, dato che il cunicolo sotterraneo aveva un diametro contenuto, abbastanza grande da far passare una serie di uomini in fila indiana... ma soprattutto, poiché nessuno, tra i soldati al confine di Suzaku, né tra quelli di guardia al Tempio, aveva notato la presenza di invasori. Di conseguenza, l'allarme non era stato dato e lo Spettro avrebbe quindi visto un gruppo di cinque stranieri muoversi silenziosi e rapidi tra i corridoi. Quattro uomini e una donna, che chiudeva la fila e, di tanto in tanto, lanciava occhiate alle sue spalle, come se sapesse o percepisse di avere qualcosa che le stava con il fiato sul collo, senza però realizzare di cosa potesse trattarsi concretamente. Ad ogni modo, il gruppo giunse in meno di trenta secondi dinanzi alle porte della stanza del Tenshi. Quattro uomini si posizionarono a due a due ai suoi lati, mentre l'ultimo, quello che sembrava essere il leader del team, rimase dinanzi ad essa. La mano sollevata, pronta a dare il segnale in pochi istanti affinché i suoi sottoposti potessero fare irruzione. Fu allora che, potendoli osservare non più in movimento, lo Spettro realizzò dalle loro particolari divise e dagli emblemi incisi nelle loro maschere di porcellana - ognuna di esse raffigurante un animale diverso, come da tradizione - che doveva per forza trattarsi di membri della Squadra Speciale di Iwa. Intanto, uno dei soldati, posizionato alla destra della porta, stava iniziando ad unire le mani, componendo sigilli per adoperare chissà quale Jutsu.

Il come avessero trovato la stanza del Tenshi senza dover perlustrare i corridoi, con il rischio di fare un buco nell'acqua ed essere individuati, rimaneva un mistero. Una domanda alla quale, tuttavia, una minima conoscenza sul modus operandi dei plotoni ANBU dei Villaggi Nascosti avrebbe potuto suggerire una risposta piuttosto valida ed intuitiva.

 
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Quando Mira uscì dalla stanza di Jou, Gaz trasalì scappando verso gli alloggi. Si era catapultata a letto e quando la donna entrò, si nascose sotto le coperte cercando di mascherare il viso coperto di lacrime.

Mira - Sei un bravissimo medico, ma come spia hai da imparare parecchio. Disse lei sorridendo, mentre si sedeva delicatamente sul limitare del letto, cercando con la mano la piccola. Gaz sbucò a quel punto, ancora gonfia e rossa, ma con l'aria di chi non voleva mostrarsi debole e piagnucolosa.

Gaz - Stavo sistemando il laboratorio, ho sentito per sbaglio...

Mira - Ricorda che cosa stiamo facendo qui, piccola mia. La ricerca della Conoscenza passa per strade oscure, ma arriva all'illuminazione. Jou ce l'ha fatta, l'ha raggiunta, ed è pronto a lasciare questo mondo con ciò che ha imparato. È pronto a ricongiungersi con la sua famiglia.

Gaz la guardò intensamente, cercando nei vitrei riflessi della madre la convinzione di cui aveva bisogno. Non riusciva a capire il bisogno di abbandonarsi, per lei, che aveva imparato il senso di vita e morte davvero troppo giovane. Era diventata un medico brillante già così piccola, e aveva avuto modo di conoscere la sofferenza negli occhi delle persone con cui interagiva. Era questa la ragione che l'aveva spronata ad essere così precoce, che l'aveva fatta crescere così in fretta: erano poche le persone capaci di far del bene in quel modo, e il Kidenshi poteva servire per alleviare quella sofferenza al mondo.

Gaz - Noi però possiamo aiutarlo, non deve arrendersi. Tu non ti arrendi mai.

Mira le prese una mano tra le sue, sospirando e prendendosi un paio di secondi prima di rispondere. Era dura dover mettere la propria figlia, così piccola, davanti a concetti tanto complessi. Era... strano, lei aveva conosciuto e usato la medicina per fini completamente diversi, come fossero un ponte per continuare ad andare avanti in quell'eterno e ossessivo viaggio verso la Conoscenza Universale. Gaz invece era diversa, completamente, e in qualche modo stava più lei insegnando a Mira di quanto lei, da madre, potesse fare con la figlia. Una maturità diversa da quella maturata da Kai, con i suoi ideali utopici, ma anche diversa dalla sua.

Mira - Lui non si è arreso. Ha lottato, e lotterà ancora, finché non potrà infine andarsene in pace con se stesso e con il mondo. Sarà la sua Redenzione.

Gaz - Redenzione?

Mira - Sì, vedi, tutti noi un giorno dovremo fare i conti con i nostri demoni. Il segreto è affrontarli ed essere pronti. Lui adesso è pronto.

Gaz - E noi...? Anche noi dovremo affrontare i nostri demoni un giorno?

Mira - Certo, ma anche noi saremo pronti.

Gaz - Allora anch'io non mi arrenderò e lotterò.

Mira le arruffò i capelli sorridendo e annuì, poi si infilò anche lei sotto le coperte e l'abbracciò, preparandosi alla notte. Niente poteva suggerirle quello che sarebbe successo da lì a poco, non dopo la lunga e difficile giornata trascorsa, e sapendo quanto i confini dell'isola fossero ben sorvegliati da Zugai e suoi uomini. Mentre il corpo riposava con tra le braccia la piccola Gaz, lo spirito del Tenshi vagava nella camera riflettendo sugli ultimi dettagli, sulle tempistiche dell'attacco a Byakko e Seiryu, e su come avrebbe risposto Ryuzaki a quell'ennesima prova di potere e provocazione. Un dubbio che venne immediatamente risolto, quando dei rumori la spinsero ad attraversare le pareti della camera, alla ricerca di cosa potesse disturbare la sua meditazione in quel modo. La vista dei cinque ANBU di Iwa la fecero trasalire. Erano riusciti ad infiltrarsi a Suzaku, aggirando le sue difese, eludendo completamente tutta la squadra che pattugliava i confini. Come diamine avevano fatto ad arrivare lì senza fare scattare l'allarme? Che Mitsuo avesse parlato descrivendo la struttura dell'isola? Eppure nemmeno lui aveva mai esplorato il dedalo del tempio, e non era di sicuro mai stato negli alloggi principali. Quando poi, mentre le figure si muovevano, riconobbe il coprifronte di Iwa, la deduzione fu istantanea: Ryuzaki era davvero riuscito a stringere alleanza con la Terra. Che cosa avesse promesso loro in cambio di un aiuto militare in una guerra civile, rimaneva un mistero. Non c'era tempo per troppe elucubrazioni, mancavano pochi secondi prima che sfondassero la porta in cui stavano riposando lei e Gaz, e aveva pochissimo tempo per escogitare qualcosa. Si riunì dunque al proprio corpo, svegliò la figlia tappandole la bocca, per evitare che facesse qualsiasi tipo di suono, e le indicò la porta facendole intendere di essere in pericolo. L'ultima si posizionò dunque alle spalle della madre, che intanto aveva alzato i palmi in direzione della porta. L'idea era coglierli di sorpresa, rispedirgli contro l'arma che stavano cercando di utilizzare contro di lei, sfruttando il fatto di essere riusciti a individuarli prima che fosse troppo tardi. Non voleva ucciderli, fare fuori dei sicari in quel modo era quanto di più stupido potesse fare, senza contare che affrontarli da sola tutti e tre, con Gaz nella stanza, era troppo rischioso. Avrebbe utilizzato l'Ishin per disintegrare la porta davanti a lei e travolgere così tutti e cinque, sbilanciandoli. In quel modo, sarebbe immediatamente scattato l'allarme e gli uomini di Zugai sarebbero corsi in aiuto nel giro di pochissimi minuti, tempo che Mira avrebbe racimolato lasciando andare una quantità davvero impressionante di Origami, che li avrebbe chiusi nella fantomatica "Gabbia dello Shikikami". A quel punto, se fosse riuscita a catturarli, avrebbero avuto modo di parlare della posizione di Iwa rispetto alla guerra civile di Sora.
 
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view post Posted on 10/6/2021, 09:17     +1   -1
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Tutto si svolse nel giro di pochi istanti. L'unica kunoichi del gruppo, dopo aver tenuto lo sguardo puntato sullo Spettro di tanto in tanto, rimase parecchio stupita quando questo si dissolse, in concomitanza del risveglio di Mira. Non ne aveva visto i lineamenti, ma sicuramente ne aveva percepito la presenza - questo sì, le sue capacità sensoriali erano praticamente fuori dal comune, specialmente dopo il Morbo, in quel periodo dove in molti, persino Mira stessa, avevano perso quella caratteristica. Allo stesso modo, sentì il chakra della donna cambiare oltre la porta, come se questa si stesse preparando a sua volta ad eseguire una Tecnica. Lanciò uno sguardo al Capitano, che con un solo sigillo innalzò un muro di Doton tra loro e la porta. Proprio un istante dopo, l'Ishin travolse tutto, mandando in frantumi anche la solida barriera eretta dall'ANBU, creando un boato che avrebbe sicuramente richiamato l'attenzione delle guardie a difesa delle parti più esterne del Tempio. Poi una pioggia di origami invase la camera e l'androne al di fuori di essa, mettendo a dura prova il team. Il Capitano li incendiò con un soffio ardente di Katon, mentre la kunoichi ed un altro compagno cercavano di fare il possibile per difenderne un altro, quello che fino a quel momento aveva continuato a comporre sigilli, preparando chissà quale potente Jutsu.
- Maledizione, finiranno per sentirci là fuori. - sbraitò la donna, prima che una salda stretta di origami non l'ebbe avvolta in una morsa letale, la Gabbia dello Shikigami. Lo stesso accadde anche a chi aveva difeso quell'elemento al suo fianco, così come ad un terzo uomo che era rimasto più affiancato al Capitano. Rimasero dunque liberi quest'ultimo, la maschera da Orso che nascondeva chissà quale espressione, e lo shinobi che stava preparando la Tecnica. Quando questa fu pronta, lui sorrise, dietro la maschera da Toro.
- Non ha più importanza, adesso. - sentenziò a denti stretti, mentre il suo chakra fuoriusciva dalle mani che aveva infine poggiato sul pavimento. La potenza della terra creò una solida struttura muraria che però non pareva rigida o piegata a dettami geometrici. Anzi, avvolse la camera di Mira come una coperta di fango, sino al corridoio alle spalle degli ANBU, che infine venne richiuso. Si trovarono quindi tutti all'interno di quella composizione, di quel campo chiuso, al cui interno tutto avrebbe ancora potuto succedere - Questa struttura assorbe non soltanto i rumori, ma anche i flussi di chakra. Finché saremo qui dentro, potremo parlare senza che nessun altro ci ascolti.
Fu allora che il Capitano si fece avanti, i suoi passi seguiti dagli occhi dietro le maschere dei tre rimasti imprigionati. Falena, Volpe, Falco. Si avvicinò a Mira come se non la temesse, sebbene non potesse non riconoscere che le sue arti erano a dir poco straordinarie. Creare origami e poterli manovrare con il chakra sembrava una Tecnica spettacolare, formidabile, degna di una kunoichi temibile come quella che aveva di fronte. Un Jutsu così singolare, che non poteva che confermare ciò che avevano scoperto. Era lei, Yurei, non vi erano dubbi.
- Tenshi.
Laconico, la voce ferma e risoluta. A giudicare dalla pelle, cosparsa di vecchie cicatrici lungo entrambe le braccia, rimaste scoperte dalla divisa, quell'uomo doveva aver affrontato chissà quante battaglie. E chissà quante altre rimanevano nascoste, celate dai suoi indumenti. Era comprensibile che non temesse di poter essere sconfitto da quella donna, sebbene ne riconoscesse il valore e l'abilità.
- Non siamo qui per la tua vita, né per quella della bambina. Vogliamo solo che tu ci consegni lei, Yamada Natsuki.
Yamada era un cognome assai diffuso, nelle terre a nord del Cielo. Quel nome, tuttavia, non le avrebbe ricordato nulla.
- Soltanto questo. Fallo e ti assicuro che né a te, né alla piccola, verrà fatto del male.
 
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view post Posted on 11/6/2021, 10:00     +1   -1
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La porta esplose e con lei anche la barriera di terra formata da uno dei cinque ANBU. Gli intrusi reagirono però immediatamente alla seconda offensiva della donna, attaccando con il fuoco gli origami che pericolosamente minacciavano di ingabbiare tutta la squadra. Non fu però abbastanza, in qualche modo sembrava che l'attacco a sorpresa con l'Ishin fosse stato intuito per tempo e l'ANBU che aveva cominciato a comporre dei sigilli, riuscì a completare la sua tecnica. Niente di distruttivo o catastrofico però: ciò che aveva fatto lo shinobi di Iwa fu delimitare in una sorta di gabbia di chakra tutti i presenti. Non sembravano avere intenzioni immediatamente ostili, e non è parlando con la donna che si ha il compito di uccidere che si portano a termine le missioni, e lei, da ex membri di Kirinaki e vecchia cacciatrice di taglie lo sapeva benissimo. In ogni caso, temporeggiare senza che nessuno ci rimettesse la pelle era l'ideale, così da permettere a Zugai e gli altri soldati di correre in soccorso. Gli ANBU erano riusciti a isolare quella zona, ma l'esplosione della porta dell'alloggio del Tenshi dovevano averla sentita tutti nel tempio.

Mira - Vi consiglio di fare ben attenzione a quello che fate. Questa struttura potrà anche proteggervi finché ci siete dentro, ma tra due minuti sarete circondati dai miei uomini.

Non era una minaccia, Mira si stava limitando a spiegare la realtà dei fatti: se avessero torto un capello a lei o alla bambina, avrebbero dovuto fronteggiare un intero esercito. A ogni modo, il capitano di quella squadra non sembrava intenzionato a combattere. A conti fatti, non erano stati mandati con l'obbiettivo di uccidere l'araldo di quell'ennesima rivoluzione per favorire Ryuzaki. Iwa era lì per un altro motivo: Yamada Natsuki.

Mira - Yamada... Natsuki? Ripeté Yurei dubbiosa. I suoi uomini erano diventati numerosi, soprattutto dopo aver conquistato Suzaku, e dopo la distruzione di Maigo si erano aggiunti anche alcune forze del Comitato. Era sicura di non ricordare i nomi di tutti loro, ma una donna ricercata da una squadra ANBU di Iwa... poteva non averla notata? Rimase a pensarci per un paio di secondi, camuffando malamente la sorpresa nel sentire quel nome per la prima volta.

Mira - Non ho mai avuto a che fare con il vostro paese, e non credo ci siano donne con quel nome tra i miei ranghi. Perché la cercate qui?

Capire perché lo Tsuchikage avesse deciso di coinvolgere una squadra di quel calibro era fondamentale. Questa Yamada poteva essere scomparsa, rapita, la figlia di una famiglia facoltosa o una pericolosa nukenin. Perché però proprio a Sora, e perché cercarla a Suzaku?

Mira - Questa nazione è nel pieno di una guerra civile, dopo anni di tirannia. Credete realmente che io possa avere il tempo o le forze per farmi coinvolgere nei problemi di un paese grande come il vostro?
 
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Entro due minuti, sarebbero stati circondati. L'Orso lanciò un'occhiata alla Falena, la kunoichi intrappolata tra le spire di origami creati dal Tenshi. Questa si limitò ad annuire, come per dare conferma della cosa al suo leader. Qualcuno, là fuori, doveva essersi accorto della loro presenza ed era in avvicinamento, eppure il Capitano non sembrava minimamente preoccupato dalla cosa. Fiducioso nei suoi mezzi, nei suoi Jutsu e in quelli dei suoi compagni, il Toro in particolar modo. Era un comportamento insolito, per chi aveva la certezza che entro pochi istanti sarebbero stati tutti braccati, in trappola. Come se aprirsi una via di fuga fosse un gioco da ragazzi, con o senza la presenza di shinobi esterni ad attentare alla solidità della prigione di fango che aveva inghiottito tutti, il Tenshi, Gaz e la Squadra Speciale.
- Siamo a conoscenza che questa donna, Natsuki, si sta attualmente nascondendo in questa nazione. Abbiamo sentito della strage di Maigo di qualche giorno fa ed abbiamo effettuato una ricognizione sul posto, per osservare la conformazione del cratere. Non ci sono dubbi, la deflagrazione è stata causata da una bomba di C3 di Argilla Esplosiva. Una specialità di quella lurida serpe.
Durante il discorso, non distolse lo sguardo da Mira nemmeno per un istante. Quella donna non aveva manifestato intenzioni ostili nei loro confronti, del resto nessuno dei suoi uomini, anche se in trappola ed immobilizzati, aveva riportato ferite. Non vi era stato l'intento di nuocere, da parte del Tenshi, ma ciò non era un particolare sufficientemente significativo da far sì che l'Orso abbassasse la guardia.
- Yamada è una Nukenin della Roccia, ricercata in tutto il Paese della Terra per i suoi crimini efferati. Attualmente, le ultime notizie la ritraggono come leader di un gruppo di mercenari noto come Akuma no Honō, le Fiamme del Diavolo. Negli anni, si sono resi partecipi di una serie di attentati e stragi per conto di uomini potenti e disposti a pagarli profumatamente. Tra i suoi sottoposti si annoverano criminali di rilievo, alcuni di loro già rei di azioni efferate prima di affiliarsi a lei. Alcuni, ex membri di un gruppo che qualche anno fa operava a Yu no Kuni, i Kurai Tamashi.
Una pausa, per studiare la reazione di Mira. Chiaramente, l'ANBU non poteva immaginare che Mira avesse già avuto modo di combattere i Kurai Tamashi, ancor meno che tra le segrete del covo di Yugure stesse marcendo il loro vecchio leader, il Kuroi Kage, Chouko Yamanaka.
- Non ci interessa la vostra rivoluzione, né la vostra guerra, Tenshi. Siamo qui per Yamada. Quanto ai motivi, alle ragioni... beh, che quella donna sia l'artefice della strage di Maigo, non ci sono dubbi. Al momento, nella nazione serpeggia la voce secondo la quale sia tu ad aver ordinato l'attentato. Per questo siamo qui. Ce ne sarebbe anche una seconda, di voce...
Non disse altro, lasciando la frase in sospeso, ma era chiaro quale fosse il significato nascosto dietro quelle parole. Ad una voce del genere, era arduo voler credere.
 
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Alle parole di quell'uomo, tutto prese finalmente senso. Maigo, la bomba, il coinvolgimento di Iwa nella guerra. Ryuzaki non aveva chiesto aiuto a Nord, né stava per ricevere supporto dal paese della Terra. Quello che aveva fatto il tiranno era assoldare una squadra di nukenin per bombardare il villaggio, e creare così una storia che mettesse Mira con le spalle al muro. Diffondere la notizia che fosse stato il Tenshi l'artefice di tutte quelle vittime, non serviva soltanto per screditare la sua figura davanti al popolo di Sora, ma anche per renderlo nemico pubblico davanti a un altro paese. Una mossa astuta, che con l'annuncio di una seconda bomba non aveva fatto altro che alimentare probabilmente le preoccupazioni dei piani alti di Iwa, con il potere di tale Yamada pronto a scatenarsi nuovamente. Uno scacco niente male da qualcuno che era ormai costretto a giocarsi le sue carte in difesa. Fortunatamente la situazione con gli ANBU non era sfociata nel sangue, e sebbene non iniziata nel migliore dei modi, le due parti avevano avuto modo di parlare senza che si arrivasse a conclusioni affrettate. D'altra parte, lo Tsuchikage doveva aver dato ordini specifici di non creare eccessivi disordini in un situazione di instabilità come quella in cui versava Sora, ma di limitarsi a prendere informazioni sulla nukenin in questione e, nella migliore delle ipotesi, prenderla in custodia.

Quando vennero nominati i Kurai Tamashi Mira pensò bene di rimanere impassibile, sebbene ricordasse perfettamente chi fossero gli uomini nominati dall'uomo. In quella vicenda aveva agito sotto un altro falso nome e creare collegamenti fra la figura che aveva sgominato il gruppo di Chouko Yamanaka e il Tenshi di Sora no Kuni era qualcosa che doveva essere evitato a qualsiasi costo. Quanto a Gaz invece, al sentir le parole degli ANBU, che incolpavano Mira del disastro di Maigo, o comunque che la rendevano complice di una donna spietata come Yamada, schizzò in avanti vincendo il braccio a difesa della madre, puntando un dito contro gli intrusi e gridando rossa in viso e con le lacrime agli occhi:


Gaz - La mamma non c'entra niente con quella donna! Abbiamo provato a salvare tutti, Kakumei ci ha provato, ha provato a salvarli!!

Era furiosa. Per lei era inconcepibile venire accusati per quello che era successo, considerando quante forze aveva speso per curare i feriti di Senchu, o lo stesso Jou ancora convalescente. Mira la tirò a sé, dovendo però lottare con un'ostinazione che doveva aver ereditato sia dalla madre che dal padre, in maniera piuttosto evidente. I suoi occhi dorati si puntarono dunque contro Mira e sembrarono supplicarla di dire la verità a quella gente, di spiegare come stessero realmente le cose.

Mira - Calmati, Gaz. Va tutto bene.

Gaz - Diglielo! Diglielo che è stato Ryuzaki! Lui ha fatto del male a tutte quelle persone!

Mira le mise a quel punto una mano sulla testa, e annuì per tranquillizzarla poggiando la propria fronte su quella di sua figlia. Non aggiunse altro, la piccola doveva fidarsi, come stava facendo tutta la gente di Suzaku e quella che a Sora si rifiutava di credere che il Tenshi potesse aver fatto qualcosa di così terribile.

Mira - Non ho niente a che vedere con la distruzione di Maigo. Si rivolse nuovamente alla squadra di Iwa, rilasciando il potere che teneva stretta la morsa della gabbia dello shikikami. Era una dimostrazione di fiducia e buona fede: per Mira, e ancor di più per il Tenshi, non aveva alcuna utilità affrontare o danneggiare chi in quel momento era giunto in rappresentanza di un altro paese - Ero a Senchu quando è esplosa la bomba, e ho visto la mia gente volare via per l'onda d'urto. E a Maigo... non fosse stato per la lungimiranza di uno dei miei migliori soldati, sarebbero morti tutti, TUTTI. Ho avuto anch'io perdite pesanti in quel villaggio: soldati e gente di Sora no Kuni, che ho giurato di proteggere e di salvare da quel maledetto pezzo di merda. La mia gente stava aiutando la popolazione a seppellire e bruciare i loro cari defunti prima dell'esplosione. Avevano corpi lasciati a marcire da un governo che si stava preparando a far saltare ogni cosa. Il Comitato di Salute Pubblica, la milizia di Ryuzaki, aveva abbandonato Maigo già da almeno due giorni. La caserma era vuota, non c'era nessuno, non un'anima viva degli uomini del Daimyo. In un periodo di guerra civile, ha evacuato tutta la forza dell'esercito da un villaggio caldo come Maigo... perché?

Intervenne nuovamente Gaz a quel punto, che intanto era riuscita a calmarsi:

Gaz - Potete chiedere ai sopravvissuti, tutti quelli di Maigo potranno dirvi che i soldati non c'erano!

Mira annuì: Ryuzaki non ha perso un solo uomo in quell'esplosione.

Era però giunto il momento di andare in fondo alla questione, terminando la frase lasciata a metà dal leader degli ANBU. Bisognava fare chiarezza sulla seconda bomba che il Tenshi minacciava di sganciare a Genbu, replicando il disastro di Maigo e mandando al Cielo un'altra tempesta di anime.

Mira - Io non ho una bomba per Genbu, ma era il solo modo per costringere Ryuzaki a giocare sulla difensiva, mostrando le sue carte. In tutta onestà, è stata proprio la scelta del villaggio a tradirlo. Avesse voluto incolpare me avrebbe dovuto far saltare in aria il suo prezioso, e dorato Tempio della Libertà.
 
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Era impossibile che quelle due stessero seguendo un copione, in particolar modo la bambina. No, non poteva essere una messinscena, ma era necessario adoperare le opportune precauzioni per verificare la bontà di quelle dichiarazioni. Tra tutte, la prova più palese sarebbe stata quella dell'evacuazione dei suoi soldati prima che la bomba venisse sganciata; poteva anche trattarsi di una coincidenza, ma nel loro lavoro queste erano assai rare. A quel punto, l'Orso alzò la mano, facendo comprendere ai suoi di far scemare le ostilità. Avrebbe garantito a quella donna il beneficio del dubbio, ma affinché i suoi sospetti venissero del tutto estinti avrebbe dovuto incontrare privatamente per un colloquio uno tra i sopravvissuti di Maigo e, soprattutto, quel suo ninja di cui aveva parlato, Kakumei. La kunoichi precisò che il secondo non aveva ancora fatto ritorno al Tempio dai suoi incarichi, ma l'Orso non si mostrò scoraggiato. Propose di attendere il suo rientro con i suoi compagni, Mira ed una piccola delegazione di fiducia - affinché tutti avessero la certezza di poter evitare una fuga di informazioni e, specialmente, che nessuno dei due testimoni venisse preparato preventivamente.
Com'era stato previsto, Kakumei rientrò poco prima delle nove del mattino successivo. Dopo aver fatto rapporto a Mira ed aver confermato di aver lasciato il messaggio a Makiko senza aver ricevuto nuove comunicazioni da lei, poiché uno tra i giovani di Maigo aveva già parlato con l'Orso, fu chiaro che fosse arrivato il suo turno. Così come era stato per il primo, durante il secondo colloquio partecipò anche la Dea di Yusekai, come garante della sicurezza dei suoi uomini - le intenzioni dell'ANBU parevano essere oneste, ma la prudenza non era mai troppa in quei casi. La chiacchierata durò una buona mezz'ora e durante l'ultima metà, Mira poté rendersi conto di una curiosità abbastanza singolare. Kuma, l'Orso, aveva iniziato ad essere rilassato, il suo linguaggio del corpo, la voce, i gesti, tutto era divenuto quasi identico al modo di fare della spia di Yugure. Era come se quest'ultimo fosse un diapason percosso da una bacchetta d'acciaio, mentre l'ANBU aveva iniziato a sua volta a vibrare sotto la stessa frequenza, in un accordo perfetto. Non vi era traccia di chakra o Jutsu nella sua opera, ma era chiaro che quella capacità fosse frutto di un addestramento mirato, ricevuto durante gli anni trascorsi nella Squadra Speciale. Dietro la sua maschera di porcellana, chissà quali espressioni si stavano accavallando... ma ad ogni modo, quando il colloquio fu terminato e la versione di entrambi gli interrogati confermata, Kuma assunse un tono di voce più posato e consono, nel rivolgersi alla donna.
- Non ho dubbi, non sei stata tu ad ordinare che la bomba venisse sganciata, Tenshi. La nostra missione, tuttavia, non prevede interferimenti sostanziali e pericolosi in un conflitto estero. In parole povere, non abbiamo interesse affinché il Daimyo venga rovesciato... sebbene io possa essere d'accordo sulla scelleratezza delle sue azioni. Ad ogni modo, ottenere la testa di Yamada e disperdere gli Akuma nascosti tra le fila dell'esercito può essere un obiettivo comune ad entrambi.
- Considerando la forza di questa Nukenin, direi che il destino della guerra dipende dalla sua neutralizzazione. Collaboriamo per trovarla e batterla, e a quel punto Ryuzaki avrà perso. Trovata l'artefice dell'esplosione di Maigo, non sarà un problema dimostrare la mia estraneità al disastro al popolo. A quel punto non ci sarebbe più niente da combattere.
Lui annuì, senza però lasciar scemare la sua attenzione. C'erano ancora un paio di dettagli da discutere, circa i termini dell'accordo che avrebbero potuto raggiungere.
- Io e i miei uomini seguiremo le vostre truppe, durante la prossima incursione. Ho soltanto una richiesta... ed una precisazione da fare. La prima è che ci vengano fornite le vostre uniformi; se Yamada capisce di avere degli ANBU che la cercano, potrebbe decidere di scappare o commettere chissà quale follia. La seconda, riguarda il termine della nostra collaborazione. Neutralizzata la Nukenin, recupereremo il suo corpo e ci rimetteremo in cammino verso nord. A quel punto, ciò che accadrà a questa nazione riguarderà soltanto te, Ryuzaki ed i vostri uomini.
Allora fu Kakumei ad intervenire: - Yurei, non vorrai davvero consegnare loro Yamada?
Mira comprendeva bene l'indignazione della spia riguardo ciò che era accaduto a Maigo, ma sapeva bene che gli uomini della Roccia eseguivano ordini ben precisi e difficilmente avrebbero ceduto terreno in quel senso. Pertanto, ci pensò su alcuni secondi, prima di riprendere parola.
- Quando la guerra sarà finita, mi permetterete udienza con lo Tsuchikage per chiedere di processare Yamada a Sora? Vi sto chiedendo di non ucciderla fino a quel momento.
Una richiesta che lasciò Kuma di stucco, persino la stessa Mira poté percepire la sorpresa provenire dai suoi gesti. Si spostò in avanti, sedendosi sulla punta della sua sedia ed inarcando la schiena in avanti, l'attenzione massima. Da dietro la maschera, i suoi occhi indugiavano sui volti dei suoi due interlocutori.
- ANBU, Oinin, Corpo d'Assalto. Pur non conoscendo la vostra provenienza, vi domando: siete a conoscenza dei compiti che a questi Shinobi vengono comandati?
- È per questo che non vi chiederei mai di lasciarla a noi. Vi domando solo di riportare la mia richiesta al vostro Kage.
Lui si rilassò, senza però perdere la concentrazione. Era qualcosa di realmente inconcepibile per lui, un uomo abituato a non lasciar traccia di un bersaglio o di un corpo, una volta ottenuto. Poiché era questo il compito primario di un ANBU inviato a stanare un Nukenin: evitare che forze esterne al suo Villaggio potessero mettere le mani sui segreti custoditi dal cadavere, così da preservare l'assetto bellico del suo Paese, eliminando il ricercato con ogni mezzo a sua disposizione. Tuttavia, rispose: - Comprendo la vostra sete di giustizia, signori. Se posso darvi un consiglio, eviterei anche soltanto di porre la questione. Tuttavia, non ho l'autorità per parlare a nome dalla Tsuchikage, né mi arrogo il privilegio di interpretare il suo pensiero. Porterò la vostra richiesta alla sua attenzione, ma non posso garantirvi più di questo.
Non del tutto convinto, Kakumei abbassò il capo; la storia di Maigo doveva aver innescato il fuoco che aveva iniziato ad ardere nel suo cuore quasi dieci anni prima, durante la rivoluzione di quella che ai tempi era solo una piccola città, Mitawa... e per lui, un simile compromesso rimaneva inaccettabile. Mira, invece, annuì: - Vi ringrazio, a nome di Sora no Kuni.

A quel punto, con il supporto della squadra di Iwa, il Tenshi era più che certo di non dover apportare modifiche al proprio piano d'azione. L'assalto a Byakko e Seiryu si sarebbe consumato allo scoccare della mezzanotte, esattamente come avevano pianificato in precedenza, così da mettere finalmente alle strette il Daimyo. Quella notte, non soltanto la sua reputazione sarebbe crollata in maniera irrimediabile, quando il popolo avrebbe finalmente compreso della sua responsabilità nella strage di Maigo del 10 Novembre, ma persino la sua potenza militare sarebbe stata del tutto annientata. Le isole gemelle, un tempo conosciute come Orion, rappresentavano uno snodo cruciale per il controllo aereo della nazione... e rintanandosi a Genbu, Masao aveva di fatto lasciato una ghiotta occasione alla Madre del Cielo di fare la sua mossa. Quella notte, tutto sarebbe cambiato. Tutti sarebbero scesi in campo, persino Jou, ripresosi abbastanza dal suo malore grazie alle cure prodigiose di Yurei e della talentuosa Gaz. Avrebbero combattuto, dando fondo ad ogni loro risorsa, pur di spodestare quel tiranno che aveva insozzato di sangue i braccioli del suo scranno e di infamia la sua stessa condotta.

Byakko e Seiryu - Sora no Kuni
15 Novembre 252, ore 0:00

Sfruttare le correnti ascensionali e gli stivali dotate di propulsore fu un gioco da ragazzi e così le forze capitanate dalla Madre del Cielo raggiunsero senza troppi problemi la coppia di isole gemelle. Tuttavia, fu chiaro sin da subito che qualcosa stonava, nell'idea che tutti, anche Kakumei e Zugai, si erano fatti circa la situazione. Avevano trovato alcuni uomini, in apparenza soldati del Comitato, che pattugliavano i confini; neutralizzarli non era stato un problema, ma la loro presenza lasciava da riflettere. Quando Ryuzaki aveva spostato quelle truppe? No, non poteva essere. Già dalla notte del 14 Novembre, la volta celeste della nazione era stata pattugliata dai soldati al servizio del Tenshi - anche spostandosi per via aerea, sarebbe stato impossibile non notarli.
A quel punto, la Falena - che senza la maschera, aveva dato prova di essere una meravigliosa ragazza, con occhi azzurri e lunghi capelli corvini - attivò un Jutsu: un piccolo sciame di vespe sbucò dai suoi indumenti, per poi disperdersi tra la natura dell'isola. Tornarono dopo una decina di minuti, portando notizie utili affinché l'assalto venisse condotto con criterio. Sembrava che la popolazione fosse stata evacuata verso il centro, in prossimità dei Templi, mentre a pattugliare le zone meno interne vi erano diversi uomini. Meno di un centinaio, eppure indossavano tutti l'emblema del Comitato.

Qualcosa non quadrava, anche se con una sola associazione d'idee il Tenshi avrebbe potuto comprendere quali forze Ryuzaki avesse radunato in quelle isole, in previsione di un attacco alla vecchia Orion, dopo la finta minaccia dell'attacco terroristico di Genbu. Intanto, persino la popolazione sotto le isole teneva gli occhi puntati verso le maestose isole fluttuanti. Nessuna esplosione, però, aveva ancora segnato la volta celeste di quella notte meravigliosa, sebbene dalla mezzanotte fosse ormai trascorso un quarto d'ora.
Da questo momento in poi, puoi prenderti anche parecchia libertà narrativa nel ruolare come intendi muoverti. Chiaramente, se svisceriamo ogni azione, post per post, finiamo nel duemilamai, quindi sentiti pure libero di ruolare come meglio credi. Chiaramente, non dire che conquisti Orion, altrimenti ti spezzo le ossa delle manine. Detto questo, inizia il Gioco delle Armate.

Due Fazioni si stanno scontrando. Che sia una lotta sanguinosa o meno dipende da quanto verrà giocato on, ma anche se si trattasse di azioni "non letali", il tutto seguirà questo Regolamento. Ogni Leader di Fazione, ha a disposizione 200 unità da dividere tra i seguenti Corpi:
Truppe d'Assalto (TA): responsabili delle azioni offensive, servono per sbaragliare le difese del nemico e procedere verso la conquista dei distretti più interni, tra le fila avversarie. Il numero di TA è uguale a quello delle unità investite.
Baluardo Scudo (BS): truppe specializzate nella difesa, uomini scelti per smorzare gli assalti del nemico. Il numero di BS è uguale a quello delle unità investite.
Squadra Medica (SM): ninja adibiti al supporto, nonché alla cura dei feriti. Per ogni quattro unità investite, si ottiene 1 SM.
Ricognizione Aerea (RA): uomini ai quali è comandato di pattugliare i Cieli, così da poter scorgere i punti nodali della formazione nemica e comprendere come colpire con più efficacia. Per ogni sei unità investite, si ottiene 1 RA.

NB. avendo ottenuto la collaborazione degli ANBU di Iwa, ottieni gratuitamente 10 BS.

Ogni Fazione ha inoltre un valore di Organizzazione (ORG) pari a 100, il quale funziona come una Risorsa per usare alcune Manovre di guerra. Allo stesso modo, possiede un punteggio di 100 in Formazione (FRM). All'inizio di ogni Turno, il punteggio di Formazione viene ripristinato di X*1.5, dove X è il punteggio di SM della Fazione. Se la FRM scende a zero, la Fazione è sconfitta.
Come nel Regolamento attuale, il Danno verrà calcolato secondo la formula (Attacco/Difesa)*Moltiplicatore - il quale, anche in questo caso, è 10.

Il primo Turno inizia con una valore di Tattica - che possiamo paragonare al Limite - di 1. Dopo ogni due Turni, questo valore aumenta di 1.

Ogni Fazione possiede questo tipo di Manovre:

CITAZIONE
Manovra - Attacco - (Tattica: 1) [ORG: variabile] {TA * X}
"Si attacca, Bum, Bam, Sdedebeng."
Effetti:
- [ORG: -3] : Tira un D6. Il Bonus della Manovra è determinato dal risultato.
- [ORG: -5] : Tira due D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.
- [ORG: -8] : Tira tre D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.

Manovra - Difesa - (Tattica: 1) [ORG: variabile] {BS * X}
"Occhio a non farti male, ouch."
Effetti:
- [ORG: -0] : Il Bonus della Manovra è 0,5.
- [ORG: -2] : Tira un D6. Il Bonus della Manovra è determinato dal risultato.
- [ORG: -3] : Tira due D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.
- [ORG: -5] : Tira tre D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.
- [ORG: -8] : Tira quattro D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati, escludendo il più basso tra i quattro.

Manovra - Soccorso - (Tattica: 2) [ORG: -8]
"Un medico, chiamate un medico!"
Effetti:
- Ripristina un valore di FRM pari a SM*3.

Manovra - Ricognizione - (Tattica: 0) [ORG: -5]
"We uajò, bell sti schieramenti dall'alto."
Effetti:
- Aumenta o Diminuisce il Moltiplicatore Danno durante un Attacco o una Difesa di un valore pari a RA.
- Utilizzabile solo una volta per Fase.

Manovra - Riposo - (Tattica: 1)
"Zzzz."
Effetti:
- Ripristina un valore di ORG pari a 10.

Come nel Regolamento, avrai una Fase Difensiva ed una Attiva in cui poter sfruttare le Manovre, in base ai limiti imposti dal valore di Tattica. Ad ogni Turno, in base a ciò che giocherai in GDR on, potrò decidere se assegnare al Bonus di una tua Manovra di Attacco un bonus oppure un malus - questi sono fissi e, nel caso, saranno pari a 5.
A te l'onore di aprire le danze, distribuendo le tue unità tra i vari Corpi ed iniziando già con il primo Turno. Intanto, io posto la distribuzione della Fazione nemica nel Topic Trame, affinché non venga modificata per correttezza dopo la tua distribuzione di forze.
Buon divertimento :love:



Edited by .Astaroth - 13/6/2021, 02:08
 
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view post Posted on 13/6/2021, 00:39     +1   -1
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Truppe di Mira:

Truppe d'Assalto (TA): 74
Baluardo Scudo (BS): 40
Squadra Medica (SM): 32 -> 8 SM
Ricognizione Aerea (RA): 54 -> 9 RA


C'era chi aveva deciso di rintanarsi dentro casa, chi aveva sbarrato e rinforzato le finestre, chi si era allontanato il più possibile dalle isole, ma c'era anche chi, e non erano pochi come ci si potesse aspettare, teneva in alto la testa in direzione di Genbu, curioso di vedere le fiamme solcare le nubi e l'esplosione illuminare di rosso la notte. Allo scoccare della mezzanotte, il paese era con il cuore in gola, trattenendo il respiro, sudando nervosamente e pregando con le mani incrociate chissà quale divinità, a quel punto.

Un minuto dopo però era ancora notte, nessuna luce sembrava disturbare il sonno dell'isola fluttuante e tra i cittadini cominciò un mormorio che avrebbe continuato per tutta la notte. La fiamma sarebbe invece divampata nelle ex isole di Orion, alimentata dall'ardore del Tenshi, delle sue truppe e degli uomini che avrebbero dato ogni cosa per capovolgere un governo che da secoli non aveva fatto altro che accogliere tiranni. Buraindo, Kai, Ryuzaki, tutte facce della stessa medaglia, tutti volti diversi rappresentanti la stessa figura deleteria, distruttrice, logorante.

Ricevute dunque le informazioni dall'ANBU di Iwa, Mira pensò di modificare leggermente il piano d'azione, cercando di raggiungere una pattuglia al limitare dell'isola con una squadra d'assalto di poche unità: bisognava capire quanti fossero i soldati a difesa delle isole, e se, come sospettava il Tenshi, fossero presenti anche membri dell'organizzazione criminale della kunoichi traditrice della Terra. Quell'informazione era di vitale importanza in relazione alla promessa fatta alla Purissima, e agli occhi dell'opinione pubblica del paese: respingere ed eventualmente uccidere stranieri della Terra e nukenin, tra l'altro coinvolti nella distruzione di Maigo, non poteva che essere visto come un atto di liberazione.

Fu proprio Mira a schierarsi in prima linea in quella incursione in particolare, fiancheggiata dalla squadra di ricognizione che le apriva il percorso pattugliando dall'alto, e da un'altra manciata di soldati della squadra d'assalto. Era fondamentale che l'allarme non scattasse, non ancora, così da permettere a Jou e al resto delle truppe d'assalto, di sfondare le prime difese dopo quella precisa azione del leader della rivoluzione. Il Tenshi e i suoi uomini si infiltrarono dunque nel distretto Ovest di Seiryu, Ōrora, apparentemente quello meno sorvegliato e con solo una manciata di membri del Comitato, e dopo aver ricevuto segnale dagli uomini di Kakumei, che dopo aver studiato i precisi percorsi di ronda dei nemici, si muovevano negli istanti ciechi tra un giro e l'altro, si mossero fino ai vicoli del quartiere residenziale, in mezzo alle strade deserte. Le porte erano sbarrate e la gente nascosta, decisamente troppo vicina per permettersi il lusso di osservare l'esplosione dell'isola maggiore come i fratelli che vivevano al di sotto. Mira vide a quel punto una squadra di due shinobi che si muoveva insieme, balzando di tanto in tanto da un punto del perimetro all'altro, sfruttando la propulsione degli stivali di Sora.


Mira - Eccoli. Disse facendo un segnale ai cinque guerrieri che la stavano scortando, e fu quello incappucciato che si mosse generando dei piccoli lampi di luce provenienti dalla lama della sua arma, avvolta da piccole scariche di energie elettrica. La velocità con cui raggiunse i due nemici alle spalle non riuscì a seguirla nemmeno Yurei, il cui sguardo era rimasto indietro, verso le piccole saette che generavano energia dove ormai non c'era più nessuno. Era stato un fulmine, un piccolo riflesso nel grigio, come quello della rugiada sulle foglie dopo una notte particolarmente umida, satura di nebbia e fragile... prima della notte di tempesta. Era così che lo ricordava quando Raito di Kirinaki lo addestrava, e ne aveva seguito i passi: Zugai di Kirinaki. A uno dei due soldati saltò una gamba all'altezza del ginocchio, e prima che l'impulso che l'avrebbe fatto gridare dal panico e dal dolore arrivasse al cervello, il suo corpo era già stato colpito da una quantità tale di scariche elettriche che si ritrovò in uno strano e lucido stato comatoso. Percepiva la crudeltà e il lancinante dolore causato dalla falce di quel ninja, ma non riusciva a piangere, o a gridare, o semplicemente a supplicare di morire. L'altro invece si voltò di colpo e si ritrovò davanti il Tenshi in persona, mentre il mondo intorno a lui diventava nero e portava con sé un vento gelido e terrificante cavalcato da anime sghignazzanti ed esaltate: si ritrovò in Yusekai prima ancora di capire di essere spacciato. A quel punto, un foglio bianco prese vita dalle mani di Mira e con il sangue del malcapitato scrisse prima un kanji sulla sua superficie e poi impresse sul ventre del soldato lo stesso simbolo. Vide il suo sguardo cambiare, spegnersi, come se l'anima stessa avesse abbandonato il suo corpo per donarsi alla sua Dominatrice.

CITAZIONE
Dimmi se tra di voi si nascondono gli uomini dell'organizzazione di Yamada. Dimmi quanti sono, e quanti soldati del Comitato Ryuzaki ha lasciato a Seiryu e Byakko. Dopo aver parlato, andrai direttamente dal leader di questa divisione, e lo informerai che il Tenshi giudicherà ognuno di loro. Poi lo ucciderai, mandando un segnale ben visibile verso l'alto.

Poi le bastò uno sguardo a Zugai, che fece strada verso la parte più interna del quartiere, nel centro storico di Seiryu.


Mira - Attendete quel segnale, poi assaltate i soldati dell'"entroterra" spingendoli verso i confini. Liberiamo la nostra isola!

L'assedio principale sarebbe partito al segnale della guardia corrotta, comandato da Jou. Avrebbero seguito i passi di Mira e Zugai in prima linea, attaccando e liberando la piazza del centro, conquistando i territori a partire dall'interno e rafforzando di volta in volta i confini fino a quello madre, sul baratro dell'isola fluttuante.

TURNO 1

Fase Difensiva:

//

Fase Attiva:

CITAZIONE
Manovra - Ricognizione - (Tattica: 0) [ORG: -5]
"We uajò, bell sti schieramenti dall'alto."
Effetti:
- Aumenta o Diminuisce il Moltiplicatore Danno durante un Attacco o una Difesa di un valore pari a RA.
- Utilizzabile solo una volta per Fase.

ORG: 100 - 5 = 95

CITAZIONE
Manovra - Attacco - (Tattica: 1) [ORG: variabile] {TA * X}
"Si attacca, Bum, Bam, Sdedebeng."
Effetti:
- [ORG: -3] : Tira un D6. Il Bonus della Manovra è determinato dal risultato.
- [ORG: -5] : Tira due D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.
- [ORG: -8] : Tira tre D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.

Eff: 74 * 4 = 296 (Moltiplicatore +9 per RA)

ORG: 95 - 5 = 90
Lancio Manovra Offensiva (Dopo segnale della guardia): 4
  • 2d6
    1
    3
  • Inviato il
    13/6/2021, 01:39
    Griever_
 
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Missione S - Sei (制) - Un nuovo Cielo

Era stato un assalto ponderato, studiato ed intelligente. Si erano mossi nel cuore della notte, silenziosi come predatori esperti e, dopo la dimostrazione della letale eleganza di Zugai, l'uomo che era prima finito vittima dello scherno delle Anime Nere di Yusekai e della Dominazione del Fuoco, poi, non poté che obbedire agli ordini che la sua nuova padrona gli aveva imposto.
- Noi Akuma siamo circa in ottanta, affiancati ad una manciata di soldati del Comitato - quest'ultimi, stanziati fra le truppe a difesa del quartiere più interno, quello di Rayuko.
In seguito, si sarebbe diretto verso il cuore del quartiere di Ōrora, mentre le truppe di Mira avanzavano con il favore della notte, nascoste tra la vegetazione. A Jou era stato chiesto di guidare uno dei plotoni in prima linea, sostituendo momentaneamente Zugai in quella prima fase della manovra offensiva. Lui e la sua squadra attesero in silenzio, mentre i cieli venivano pattugliati da Kakumei e dagli uomini che avevano ricevuto in dotazione gli stivali a propulsione alimentati da un sofisticato sistema di sfruttamento di chakra, lo stesso che la Madre del Cielo aveva avuto modo di studiare e replicare rimanendo al servizio dello stesso Daimyo durante gli ultimi anni. Videro l'Akuma che era stato dominato rientrare in piazza, là dove le milizie nemiche erano state stanziate. Scambiò alcune parole con il suo Comandante, rimasto a cavallo. Poi, quest'ultimo venne disarcionato da una presa furibonda e, sotto gli occhi attoniti dei commilitoni presenti, ucciso a sangue freddo. Non appena la gola del Comandante fu recisa dal coltello del soldato, questo compose una serie di sigilli e lasciò che diverse lingue di fuoco saettassero verso l'alto. Era il segnale. Mentre il disertore veniva abbattuto ed eliminato dai suoi stessi compagni, i quali avevano compreso che qualcosa non andava, Jou abbandonò la sua copertura e si gettò nella mischia con i suoi uomini, sfruttando l'effetto sorpresa che aveva momentaneamente spezzato la formazione nemica.

Così, iniziava l'assalto all'isola di Seiryu.

La battaglia della piazza di Ōrora divampò nel giro di un minuto. Il silenzio religioso che vigeva in quel luogo, ahimè, insozzato dal clamore delle spade che si scontravano, nonché dal frastuono dei Jutsu che ambedue gli schieramenti erano in grado di richiamare. Principalmente, l'esercito nemico stava dimostrando di aver arruolato non pochi utilizzatori dell'arte del Doton - ma del resto, c'era poco di cui stupirsi, dovevano essere in molti, tra i Nukenin di Iwa, ad aver deciso di prendere parte al gruppo degli Akuma no Honō. Alcuni di essi, inoltre, pattugliavano lo spazio aereo e fornivano supporto dall'alto - chi rimanendo sospeso grazie a chissà quale Tecnica, chi grazie agli stessi stivali delle armate del Cielo.
Stando alle parole della vittima della Dominazione, tra quei guerrieri non vi era nessuno dei soldati di Sora no Kuni e, per questa ragione, Jou era ben consapevole di avere la licenza di eliminare quei forestieri senza doversi preoccupare degli accordi che il Tenshi aveva preso con la sua alleata del Credo. Per questo motivo, spada alla mano, si batté con la foga e con il coraggio di un leone. Come se avesse dimenticato le sue ferite, la sua condizione, annientandosi in favore della sua Redenzione e del sogno di Yurei, per il quale avrebbe lottato dando fondo ad ogni goccia della sua stessa vita, prima di poter finalmente riposare. Tuttavia, la reazione degli Akuma non tardò ad arrivare. Sebbene il primo schieramento a difesa della piazza fosse stato annientato, e il grosso della formazione fosse ancora impegnato nella battaglia, una squadra stanziata di ronda nei dintorni aveva avvertito il boato dello scontro ed era giunto a dare man forte. Si schierarono in cima ai tetti degli edifici che circondavano la piazza principale di Ōrora, prima di esibirsi in un Jutsu che combinava sfere di Katon ardente a flussi d'aria dominati dalla potenza del Fuuton. Il risultato fu una tempesta, un vero inferno che mirava a sbaragliare gli uomini più arretrati al servizio del Tenshi e creare una gabbia di fiamme intorno al centro della piazza, così che questo rimanesse isolato e l'intervento di nuovi rinforzi nemici fosse fortemente scoraggiato.

Ottieni il Bonus per questo Turno. Dunque, ricalcolando l'Efficacia della tua manovra abbiamo: 74 * 9 (4 dado + 5 bonus) = 666 -> Evil Within

Ad ogni modo, questa è la composizione dell'Armata degli Akuma.

CITAZIONE
TA: 86
BS: 74
SM: 16 -> 4
RA: 24 -> 4

FMZ: 100
ORG: 100



Turno 1

Mantenimento
Tattica: 1

Fase Difensiva

CITAZIONE
Manovra - Ricognizione - (Tattica: 0) [ORG: -5]
"We uajò, bell sti schieramenti dall'alto."
Effetti:
- Aumenta o Diminuisce il Moltiplicatore Danno durante un Attacco o una Difesa di un valore pari a RA.
- Utilizzabile solo una volta per Fase.

Manovra - Difesa - (Tattica: 1) [ORG: variabile] {BS * X}
"Occhio a non farti male, ouch."
Effetti:
- [ORG: -0] : Il Bonus della Manovra è 0,5.
- [ORG: -2] : Tira un D6. Il Bonus della Manovra è determinato dal risultato.
- [ORG: -3] : Tira due D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.
- [ORG: -5] : Tira tre D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.
- [ORG: -8] : Tira quattro D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati, escludendo il più basso tra i quattro.

BS 74 * 13 = 962
ORG 100 - 5 - 5 = 90

DANNO: (666/962)*15 (+9 Ricognizione Mira, -4 Ricognizione Akuma) = 10
FRM 100 - 10 = 90

Fase Attiva

CITAZIONE
Manovra - Ricognizione - (Tattica: 0) [ORG: -5]
"We uajò, bell sti schieramenti dall'alto."
Effetti:
- Aumenta o Diminuisce il Moltiplicatore Danno durante un Attacco o una Difesa di un valore pari a RA.
- Utilizzabile solo una volta per Fase.

Manovra - Attacco - (Tattica: 1) [ORG: variabile] {TA * X}
"Si attacca, Bum, Bam, Sdedebeng."
Effetti:
- [ORG: -3] : Tira un D6. Il Bonus della Manovra è determinato dal risultato.
- [ORG: -5] : Tira due D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.
- [ORG: -8] : Tira tre D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.

TA 86 * 13 = 1.118
ORG 90 - 5 - 8 = 77

Riepilogo

FRM 90
ORG 77

Lancio Manovra Difensiva: 13
  • 3d6
    5
    3
    5
  • Inviato il
    13/6/2021, 02:02
    .Astaroth
Lancio Manovra Offensiva: 13
  • 3d6
    5
    3
    5
  • Inviato il
    13/6/2021, 02:02
    .Astaroth


Edited by .Astaroth - 13/6/2021, 11:26
 
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Le truppe sconfinarono nella piazza combattendo a suon di spade e ninjutsu, cercando di guadagnare quanto più campo possibile, seguendo le indicazioni del Tenshi. Secondo quando detto dal nukenin, tutte le guardie dell'isola, salvo quelle di Rayuko, erano membri dell'organizzazione della donna manovratrice dell'argilla esplosiva, e fu di fatto l'informazione che Mira sperava di ottenere. Non si sarebbe più limitata contro quella gente, così come non l'avrebbero fatto Zugai, Jou e tutti gli uomini incaricati di scardinare le difese di Seiryu. La risposta degli Akuma giunse però puntuale, e incassando i colpi utilizzando con grande maestria l'arte della terra, prepararono il campo ai loro alfieri, che si mossero celeri in direzione dei tetti. Da quella posizione sopraelevata, riuscirono a coordinare un attacco di Katon e Fuuton, per generare un tornado infuocato che incendiò un'area della piazza, ferendo le difese dell'esercito incursore e delimitando un'area per frenare l'arrivo di eventuali rinforzi. Mira si trovava all'interno dell'aria infuocata, insieme a Zugai e ad alcuni uomini che erano riusciti a raggiungere quella parte della prima linea. Lo scontro continuò dunque in quella nuova arena infernale, e per quanto i soldati stessero tenendo testa, Yurei non avrebbero potuto sfruttare appieno le sue abilità origami in una zona delimitata dal fuoco. Fece dunque un segnale a Zugai, e nel momento in cui riuscì a liberarsi dei due avversari che lo avevano ingaggiato, abbattendosi su di loro come un fulmine attirato dal ferro, si avvicinò alla leader, cingendole i fianchi abbastanza da non cadere per quello che stesse per fare: quest'ultima aprì le grandi ali bianche generando un'onda d'urto con l'ishin intorno a sé in modo tale da avere spazio per alzarsi in volo, e prese quota abbastanza velocemente da sorvolare la squadra avversaria sui tetti e permettere al compagno una dinamica tale da raggiungerli superando il muro di fiamme. Zugai si era letteralmente lanciato nella loro direzione carico di energia statica, e nel momento in cui atterrò nella loro area di influenza, un'esplosione di fulmini gialli e azzurri scaraventò al suolo tutta la squadra. Ebbe il tempo di riprendere il mano il falcetto, lanciarlo e controllarne la traiettoria con la catena che lo legava all'altra estremità, in cui pendeva un peso acuminato. La sua furia si prese la vita di tre shinobi, mentre altri due erano riusciti a riprendere posizione in tempo per contrattaccare: utilizzarono contemporaneamente un ninjutsu di fiamme che unendo i due elementi generò un enorme bocca di drago rosso che puntò al generale delle milizie del Tenshi. Poco prima dell'impatto, la squadra di ricognizione sbucò alle spalle del soldato, giungendo in tempo grazie alla propulsione dei loro stivali per smorzare il potente colpo con una rocciosa formazione Doton. Era stato proprio uno degli ANBU di Iwa conosciuti da Yurei a guidare quella squadra, come gli aveva di fatto comandato di fare Kakumei. Era proprio il leader della squadra di spionaggio a mancare all'appello, impegnato in un altro specifico compito.

Mentre Zugai e gli altri tenevano a bada la squadra sui tetti, le priorità dovevano essere la piazza e i confini: eliminare il muro di fiamme era fondamentale per spingere la resistenza di Seiryu verso il limitare dell'isola fluttuante, ma per domare l'incendio servivano abilità Suiton superiori che Yurei e i suoi uomini non avevano. La donna ricordava però l'abilità mostrata dall'ANBU con la maschera di toro a Suzaku, che interagendo con la terra era riuscito a creare una fanghiglia instabile che aveva isolato tutti coloro rimasti dentro quella sorta di bolla. Diede ordine a quel punto, facendo riunire tutto lo schieramento intorno a lei, e il più lontano possibile dalle pareti di fuoco.

Mira - Alfa, isola il gruppo!

L'ANBU non capì in che modo potesse essere utile bloccarsi nell'epicentro della battaglia in quel modo ma eseguì. Sciolse i sigilli e nel momento in cui pose le mani sul terreno e la sostanza fangosa cominciò a generarsi, il Tenshi fece un balzo indietro nel punto in cui la barriera si stava innalzando dal suolo per chiudersi nella cupola impenetrabile.

Mira - Ferma adesso!

Si era ricoperta di fango, o meglio, tutti gli origami superficiali del suo corpo lo erano, una quantità sufficiente da vibrare alla stessa frequenza del suo chakra, quanto bastava per cominciare a vorticare da soli, in orbita intorno alla loro generatrice.

Mira - Spero tu stia guardando, Ryuzaki!

Il turbine di origami venne sparato verso il cielo, creando una nube scura che esplose in una tempesta di carta che mirò a delimitare il nuovo confine. Il fango creato dall'ANBU aveva reso la carta umida e pesante, limitando al minimo la sua forza tagliente, ma amplificando la sua efficacia contro il fuoco. Pioveva adesso a Seiryu, nella notte della rivoluzione, con la terra percossa da origami bianchi e grigi, che presto o tardi sarebbero divenuti gambi di fiore, in un grande e meraviglioso campo di Liliaceae.


TURNO 2

Fase Difensiva:

CITAZIONE
Manovra - Ricognizione - (Tattica: 0) [ORG: -5]
"We uajò, bell sti schieramenti dall'alto."
Effetti:
- Aumenta o Diminuisce il Moltiplicatore Danno durante un Attacco o una Difesa di un valore pari a RA.
- Utilizzabile solo una volta per Fase.

ORG: 90 - 5 = 85

CITAZIONE
Manovra - Difesa - (Tattica: 1) [ORG: variabile] {BS * X}
"Occhio a non farti male, ouch."
Effetti:
- [ORG: -0] : Il Bonus della Manovra è 0,5.
- [ORG: -2] : Tira un D6. Il Bonus della Manovra è determinato dal risultato.
- [ORG: -3] : Tira due D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.
- [ORG: -5] : Tira tre D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.
- [ORG: -8] : Tira quattro D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati, escludendo il più basso tra i quattro.

Eff: 1118 / 440 * 5 (+4 SR avversario -9 SR Alleate) = 13

FRM: 100 - 13 = 87
ORG: 85 - 5 = 80

Fase Attiva:

CITAZIONE
Manovra - Ricognizione - (Tattica: 0) [ORG: -5]
"We uajò, bell sti schieramenti dall'alto."
Effetti:
- Aumenta o Diminuisce il Moltiplicatore Danno durante un Attacco o una Difesa di un valore pari a RA.
- Utilizzabile solo una volta per Fase.

ORG: 80 - 5 = 75

CITAZIONE
Manovra - Attacco - (Tattica: 1) [ORG: variabile] {TA * X}
"Si attacca, Bum, Bam, Sdedebeng."
Effetti:
- [ORG: -3] : Tira un D6. Il Bonus della Manovra è determinato dal risultato.
- [ORG: -5] : Tira due D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.
- [ORG: -8] : Tira tre D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.

Eff: 74 * 11 = 814 (Moltiplicatore +9 per RA)

ORG: 75 - 8 = 67
Lancio difesa: 11
  • 3d6
    3
    6
    2
  • Inviato il
    13/6/2021, 12:15
    Griever_
Lancio Attacco: 11
  • 3d6
    3
    3
    5
  • Inviato il
    13/6/2021, 12:22
    Griever_


Edited by Griever_ - 13/6/2021, 17:09
 
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Missione S - Sei (制) - Un nuovo Cielo
La combinazione tra il fango ormai asciutto e solidificato del Toro e la danza di origami della kunoichi fu a dir poco devastante. Quella che assomigliava ad una pioggia di meteoriti in miniatura si abbatté sulla piazza, non limitandosi ad arginare ed estinguere le fiamme; no, quella potenza fu talmente devastante da sbaragliare le fila nemiche. Alcuni uomini vennero letteralmente spazzati via, altri ne rimasero feriti gravemente. La divisione medica degli Akuma cercava di tenere il passo con l'aumentare di chi necessitava di assistenza, ma la battaglia che aveva squarciato la serenità di Seiryu continuava a divampare, come un incendio indomabile. Jou continuò a guidare le truppe d'assalto, approfittando dell'occasione che il Tenshi aveva creato. Come leoni, lui e i suoi saldati scavalcarono le macerie di sassi e fango, per poi sbaragliare le difese ancora scosse e disorganizzate dello schieramento nemico. Le vittime furono numerose, tanto che gran parte del battaglione fu costretta a ritirarsi - a dare l'ordine fu un ufficiale, dato che il Comandante era stato ucciso, e ciò mandò ulteriormente in confusione gli Akuma. Ad ogni modo, il piano di Mira di spingere lo schieramento avversario verso i confini dell'isola sembrava funzionare. La piazza di Ōrora era ormai sgombra, conquistata dalle forze del Tenshi. Ogni uomo, guidato forse anche dall'entusiasmo di Jou e dalla straordinaria abilità della loro leader, ormai non faceva altro che urlare. Inneggiando ai loro desideri più profondi, a ciò che quella lotta tremenda avrebbe regalato all'intera nazione.

Libertà! Giustizia!

Purtroppo, però, era ancora troppo presto per cantare vittoria. Ai confini del quartiere, una trappola era stata piazzata ed attendeva gli uomini del Tenshi, con letale pazienza. Si trattava di una serie di ordigni, i più vicini avrebbero potuto persino riconoscere alcuni animaletti di argilla, pronti a saltare addosso ai malcapitati, insinuarsi sui loro indumenti e deflagrare, senza alcuna pietà. Non era nemmeno detto che qualcuno sopravvivesse all'imboscata, né che questa lasciasse testimoni che potessero riferire alla Madre del Cielo notizie utili circa quella misteriosa abilità.
Una cosa, però, era certa. Natsuki Yamada aveva infilato lo zampino in quella storia e non ci sarebbe voluto un esperto per comprenderlo. Dopo qualche minuto, un'enorme cavalcatura di candida argilla avrebbe solcato la volta celeste sopra Seiryu. Tutti l'avrebbero riconosciuta, specialmente chi aveva vissuto in prima persona l'attentato verificatosi quasi una settimana prima a Maigo. La sua visione avrebbe congelato il sangue di Jou e Kakumei nelle loro vene, mentre al contrario l'attenzione degli ANBU di Iwa si faceva ancora più salda. Fu lo stesso Kuma a confermare che fosse proprio lei, la donna a capo degli Akuma no Honō. Mira, però, ebbe giusto il tempo di incrociare il suo sguardo per un istante, perdendosi nel riflesso azzurro dei suoi occhi, così simile a quello della chioma, raccolta in un codino dietro la nuca. La Nukenin sorrise, come per sfidarla. Poi, il drago d'argilla sbatté le ali con ancora più vigore, prendendo sempre più quota rispetto alle truppe che si stavano dando battaglia tra i distretti dell'isola fluttuante.

Ottieni il Bonus anche per questo Turno. Dunque, ricalcolando l'Efficacia della tua manovra abbiamo: 74 * 16 (11 dado + 5 bonus) = 1.184


Turno 2

Mantenimento
Tattica: 1
FRM 90 + 6 (SM*1,5) = 96

Fase Difensiva

CITAZIONE
Manovra - Ricognizione - (Tattica: 0) [ORG: -5]
"We uajò, bell sti schieramenti dall'alto."
Effetti:
- Aumenta o Diminuisce il Moltiplicatore Danno durante un Attacco o una Difesa di un valore pari a RA.
- Utilizzabile solo una volta per Fase.

Manovra - Difesa - (Tattica: 1) [ORG: variabile] {BS * X}
"Occhio a non farti male, ouch."
Effetti:
- [ORG: -0] : Il Bonus della Manovra è 0,5.
- [ORG: -2] : Tira un D6. Il Bonus della Manovra è determinato dal risultato.
- [ORG: -3] : Tira due D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.
- [ORG: -5] : Tira tre D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.
- [ORG: -8] : Tira quattro D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati, escludendo il più basso tra i quattro.

BS 74 * 6 = 444
ORG 77 - 5 - 5 = 67

DANNO: (1.184/444)*15 (+9 Ricognizione Mira, -4 Ricognizione Akuma) = 40
FRM 96 - 40 = 56

Fase Attiva

CITAZIONE
Manovra - Ricognizione - (Tattica: 0) [ORG: -5]
"We uajò, bell sti schieramenti dall'alto."
Effetti:
- Aumenta o Diminuisce il Moltiplicatore Danno durante un Attacco o una Difesa di un valore pari a RA.
- Utilizzabile solo una volta per Fase.

Manovra - Attacco - (Tattica: 1) [ORG: variabile] {TA * X}
"Si attacca, Bum, Bam, Sdedebeng."
Effetti:
- [ORG: -3] : Tira un D6. Il Bonus della Manovra è determinato dal risultato.
- [ORG: -5] : Tira due D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.
- [ORG: -8] : Tira tre D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.

TA 86 * 13 = 1.118
ORG 67 - 5 - 8 = 54

Riepilogo

FRM 56
ORG 54

Lancio Manovra Difensiva: 6
  • 3d6
    1
    2
    3
  • Inviato il
    13/6/2021, 21:53
    .Astaroth
Lancio Manovra Offensiva: 13
  • 3d6
    6
    3
    4
  • Inviato il
    13/6/2021, 21:53
    .Astaroth


Edited by .Astaroth - 15/6/2021, 12:14
 
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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La squadra medica si catapultò nel luogo delle esplosioni, fortunatamente previste e difese nel migliore dei modi: le informazioni fornite a Mira e al suo esercito dagli ANBU di Iwa, riguardo l'abilità di Yamada, aveva in quella imboscata permesso alla maggior parte delle truppe di uscire illese, con i feriti tempestivamente soccorsi dai ninja curatori, disposti sempre in formazione per coprire tutte le zone di battaglia. II leader di divisione ordinò a quel punto di fare immediatamente rapporto al Tenshi, ma non ce ne fu bisogno. Sarebbe bastato alzare al cielo la testa per osservare quell' ombra librarsi tra gli astri, danzando tra i fumi neri delle deflagrazioni e le folate di vento ascensionali che continuavano ad abbattersi a cicli regolari sull' isola.

Eccola dunque. Yamada si mosse rapida nel cielo sopra Seiryu, osservando la lotta consumarsi al di sotto della sua candida cavalcatura, sfidando i suoi nemici con lo sguardo, minacciando, chi già sapeva, di ripetere quello che aveva fatto. Mira però non mostro titubanza: rischiare di assediare un'isola con la possibilità di ricevere un altro bombardamento senza avere aver preparato un piano di riserva, o comunque contro l'eventualità che Yamada si mostrasse, avrebbe dimostrato ingenuità agli occhi di tutti coloro che in quel momento gridavano euforici il suo nome. Mira predisposto ogni cosa, al fianco di Zugai, Kakumei, Gaz, Jou e tutti coloro che le avevano giurato sostegno, e che stavano combattento per lei e per loro stessi a Sora no Kuni. Non si mosse dunque, si limitò a guardare il cielo attendendo che una nube di shinobi ricoprisse la luna e le stelle, circondando quella dannata donna.


Mira - È il tuo momento.

Lo sussurro appena, tra sé e sé, poco prima che una squadra di ninja, dovevano essere circa cinque, sorvolasse l'isola e il cielo, raggiungendo con la forte propulsione degli stivali speciali l'altezza di Yamada, prima che potesse prendere troppa quota. A guidare l'assalto era Kakumei, seguito da quattro dei suoi uomini più fidati, in attesa fino a quel momento del preciso istante in cui la nukenin di Iwa si fosse mostrata alla sua avversaria. Una combattente disposta a sganciare una bomba di quelle dimensioni su un villaggio non aveva di certo paura di far parlare di sé, e proprio per quel problema di ego, condiviso con il Daimyo che l'aveva assoldata, era di fatto caduta nell'errore sperato e previsto dall'angelo di origami. I cinque shinobi riuscirono dunque ad arrivare abbastanza in alto da raggiungerla, disponendosi a cerchio e ponendo entrambe le mani nella sua direzione. Avevano sciolto diversi sigilli durante l'elevazione e giunsero al suo cospetto pronti ad attaccare.

Kakumei riuscì a guardarla negli occhi, gettandole contro tutto l'astio e la rabbia per quello che aveva fatto, ma anche la certezza che in un modo o nell'altro avrebbe pagato per tutti i suoi crimini. Sarebbe stata giustizia sotto l'onnipresente occhio nel cielo.


Squadra di Kakumei - Doton: Jinsei no Tojikome!!

Cominciò a formarsi in maniera uniforme una prigione di roccia con dei Kanji esterni sulla sua superficie, che a contatto con il chakra che li pervase, brillarono come forze astrali di quel manto scuro che era la notte sopra Seiryu. Fossero riusciti a inttappolarla in quella sfera imprigionante, Kakumei avrebbe infine sigillato ogni possibilità di fuga colpendo con entrambi i palmi delle mani la composizione rocciosa.

Kakumei - Fai un favore a questa comunità e fatti esplodere li dentro!

Con Orora presa, fossero riusciti a catturare in quel modo anche l'araldo delle difese di Ryuzaki, la guerra sarebbe praticamente finita in quel momento. Mira non avrebbe però abbassato la guardia un solo istante, consapevole che avversari del genere nascondevano sempre un asso nella manica.

TURNO 3

Tattica: 2
Squadra medica -> 87 + 12 = 99

Fase Difensiva:

CITAZIONE
Manovra - Ricognizione - (Tattica: 0) [ORG: -5]
"We uajò, bell sti schieramenti dall'alto."
Effetti:
- Aumenta o Diminuisce il Moltiplicatore Danno durante un Attacco o una Difesa di un valore pari a RA.
- Utilizzabile solo una volta per Fase.

ORG: 67 - 5 = 62

CITAZIONE
Manovra - Difesa - (Tattica: 1) [ORG: variabile] {BS * X}
"Occhio a non farti male, ouch."
Effetti:
- [ORG: -0] : Il Bonus della Manovra è 0,5.
- [ORG: -2] : Tira un D6. Il Bonus della Manovra è determinato dal risultato.
- [ORG: -3] : Tira due D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.
- [ORG: -5] : Tira tre D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.
- [ORG: -8] : Tira quattro D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati, escludendo il più basso tra i quattro.

Eff: 1118 / 520 * 5 (+4 SR avversario -9 SR Alleate) = 11

FRM: 99 - 11 = 88
ORG: 62 - 8 = 54

Fase Attiva:

CITAZIONE
Manovra - Ricognizione - (Tattica: 0) [ORG: -5]
"We uajò, bell sti schieramenti dall'alto."
Effetti:
- Aumenta o Diminuisce il Moltiplicatore Danno durante un Attacco o una Difesa di un valore pari a RA.
- Utilizzabile solo una volta per Fase.

ORG: 54 - 5 = 49

Uso due volte

CITAZIONE
Manovra - Attacco - (Tattica: 1) [ORG: variabile] {TA * X}
"Si attacca, Bum, Bam, Sdedebeng."
Effetti:
- [ORG: -3] : Tira un D6. Il Bonus della Manovra è determinato dal risultato.
- [ORG: -5] : Tira due D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.
- [ORG: -8] : Tira tre D6. Il Bonus della Manovra è determinato dalla somma dei risultati.

Eff: 74 * 15 = 1110 (Moltiplicatore +9 per RA)

ORG: 49 - 8 - 8 = 33
Lancio difesa: 14
  • 4d6
    5
    1
    4
    4
  • Inviato il
    15/6/2021, 09:58
    Griever_
Offensiva su Yamada: 15
  • 3d6
    6
    4
    5
  • Inviato il
    15/6/2021, 12:05
    Griever_
Offensiva su Yamada 2: 12
  • 3d6
    6
    1
    5
  • Inviato il
    15/6/2021, 12:12
    Griever_


Edited by Griever_ - 15/6/2021, 12:12
 
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Missione S - Sei (制) - Un nuovo Cielo
GG, con un tiro del genere direi che le truppe degli Akuma sono KO per i prossimi anni. Come sai, l'1 ottenuto con il D10 tirato in Barboni, è il Danno ricevuto da Yamada e con il quale comincerà lo scontro. Insomma, a sto punto dovrai sudartela con le tue mani.
In un attimo, l'arroganza scomparve su quel viso beffardo, spazzata via da una smorfia iraconda. Dalla consapevolezza di essere stata messa con le spalle al muro, costretta al ruolo del topolino che, inerme, osserva il gatto sornione che, dopo aver giocato con lui, si lecca i baffi, pregustando già il lauto pasto. La sua rabbia venne messa in penombra, oscurata dall'imponente cupola di rocce che la stava avvolgendo. Si ritrovò al suo interno, come un verme dentro un bozzolo, ma prima che Kakumei riuscisse a completare il rituale della Kekkai, una piccola deflagrazione aprì un varco nella dura pietra. In groppa alla sua enorme cavalcatura, Yamada schizzò via tra i cieli. La creatura fermò poi le grosse ali, permettendo agli occhi ardenti della sua padrona di osservare gli scarafaggi che sotto di lei, avevano resistito alla sua trappola e adesso continuavano a spingere contro le sue truppe, spingendole ancora di più verso i bordi dell'isola. Non era soltanto il dolore provocato dall'ustione che adesso le tormentava la parte sinistra del viso, a tormentarla. No, era la consapevolezza di aver perso la battaglia a bruciare con persino più ardore. Quella di essere stata messa alle strette da quella donna, a far incendiare la miccia d'ira che sporgeva dal suo cuore.



TENSHI!

Lo sguardo fisso su di lei, la voce macchiata di una collera che si addiceva più ad un animo orgoglioso ferito, che al freddo temperamento di una degna kunoichi.
- Non è ancora finita. Spero che tu sia pronta, altrimenti il cielo notturno di Sora no Kuni brillerà come fosse giorno. - disse solo questo, prima che il drago la conducesse via dall'occhio del ciclone, così come da quei vermi volanti che le avevano teso l'imboscata. Era chiaro che stesse cercando di condurla via da lì, per attirarla in un luogo in cui avrebbe potuto combatterla ed attentare alla sua vita - condizione che avrebbe dovuto perseguire ad ogni costo, per completare l'incarico per la quale era stata profumatamente pagata, con un cospicuo anticipo. Allo stesso modo, per Mira abbandonare quella posizione di vantaggio e la leadership dei suoi uomini in un momento così cruciale, poteva rappresentare un sacrificio anche troppo grande... ma che scelta aveva? Poteva darsi che Natsuki stesse bluffando, ma se non l'avesse seguita non era da escludere che quella donna iniziasse davvero a prendere di mira i piccoli villaggi che giacevano sotto le isole fluttuanti, anche soltanto per richiamare la sua attenzione.
Così, dopo aver avuto modo di dare le ultime indicazioni ai suoi soldati, la Dea di Yusekai si librò in volo a sua volta, riguadagnando metri sull'avversaria. Questa la condusse sul limitare di una foresta con alberi alti anche più di dieci metri, a metà strada tra Senchu e ciò che rimaneva di Maigo. Il drago atterrò nei pressi di una piccola radura, poggiando le enormi zampe posteriori sull'erba alta e umida, baciata dal pallore della luce lunare. Fu allora, che Mira poté osservare con più attenzione i lineamenti della donna che aveva di fronte. L'occhio sinistro, così come parte dell'ustione, era coperto da un folto ciuffo cobalto. Si privò del lungo mantello nero, così da rimanere in tenuta da combattimento, con abiti semplici da kunoichi; adatti non a fornire protezione, quanto a permettere una buona fluidità dei movimenti. Ai due lati della cintola, portava due borselli, di dimensione ben più grande rispetto ai soliti in dotazione degli shinobi e che venivano usati per custodire piccole armi ed equipaggiamento basilare. Legato alla testa, dietro al ciuffo, il coprifronte di Iwagakure, la placca in metallo rigata in bella vista. Entrambe le braccia erano completamente coperte da strani tatuaggi, ma ciò che risaltava più all'occhio era un bizzarro dettaglio, circa le sue mani. Erano bocche, con lingue avide e sogghignanti, quelle che spuntavano dai suoi palmi?

- Sai, devo essere onesta. Una donna che guida una rivoluzione di simile portata è uno spettacolo raro... e meraviglioso, che non può lasciarmi indifferente. - iniziò con tono adulatorio, ma a modo suo sincero. Nel parlare, avvicinò la mano al basso ventre, finché le dita e la lingua non si avvicinarono pericolosamente a ciò che si nascondeva tra le sue lunghe gambe. Sembrava essere in estasi, come se la sola presenza di Yurei potesse stimolare chissà quale lussuriosa fantasia.
- Ritengo che donne come noi non dovrebbero combattere, ma unire le forze. Il mondo sarebbe indubbiamente un posto migliore, se quegli inetti ci lasciassero il comando. Perché non desisti dal suo intento? Perché non affrontare insieme destini ancora più grandi? Potremmo essere potenti, ricche ed influenti... insieme, mia dolce Yurei.
Si bagnò le labbra carnose con la lingua, l'azzurro dell'occhio destro che risplendeva, ardendo avido. Poteva sembrare una provocazione, un insulto pronunciato da chi si era macchiato del sangue di innocenti, della distruzione di una piccola città e dei sogni della sua gente. Una donna che aveva rubato il futuro di chissà quante persone, che però in quelle parole appariva stranamente sincera. Se stessa, senza filtri, né mezze misure.
Poi, Mira poté vederlo. La lingua della mano sinistra si era rintanata dentro il palmo, mentre la bocca aveva iniziato a masticare chissà cosa.





Scheda di
Natsuki Yamada








~ Anagrafica ~

BsaC9s
Nome: Natsuki
Cognome: Yamada
Età: 31
Altezza PG: 163 cm
Peso PG: 58 kg

Villaggio: Iwagakure no Sato
Clan: Bakuton
Rango: Nukenin A - ex Jonin
Lavoro: Mercenario
Fama: ???

"Conoscenze":

- Kojakujutsu. Fuoco ed esplosivi.
- Bukiro. Armi e metodi di forgiatura.
- Gijutsu. Tecnologia ed architettura.
- Ongaku. Musica, pittura ed altre arti.



~ Avanzamento ~

Livello: 80

~ Parametri e Risorse ~

MST (40 punti)
200
RES (40 punti)
200
DIF (0 punti)
120
DST (0 punti)
120
FRZ (0 punti)
80
VEL (0 punti)
80

SLT: 100 99CHK: 100STM: 100



~ Competenze ~

Bakuton: 8
Doton: 5
Katon: 5




Lancio Manovra Difensiva: 7
  • 4d6
    3
    1
    1
    2
  • Inviato il
    15/6/2021, 12:17
    .Astaroth


Edited by .Astaroth - 16/6/2021, 14:44
 
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view post Posted on 16/6/2021, 15:15     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Vide la vittoria a portata di mano: la squadra di Kakumei si era mossa in perfetta sincronia, esattamente come avevano programmato l'attacco se Yamada fosse stata tanto ingenua da mostrarsi vicino al campo di battaglia. Sia Kakumei che Jou avevano raccontato di come la donna si muovesse su una strana cavalcatura bianca, ed avvistare una forma simile nell'ombra della notte era la priorità dell'intero assalto. Quella maledetta riuscì però a far esplodere parte della cupola di pietra prima che il vecchio di Yugure riuscisse a completare il sigillo, e volò fuori dall'apertura bruciandosi con l'esplosione. Mira la vide volare furiosa, gridando il nome del Tenshi e minacciando di far esplodere tutta Sora se non l'avesse seguita. Voleva chiudere i conti, e sebbene fosse probabilmente stata pagata per uccidere il leader della rivoluzione, dopo quell'affronto davanti a tutti coloro che stavano combattendo nelle isole, era diventata più una questione personale. Niente più Ryuzaki, niente guerre, niente ANBU di Iwa, voleva il confronto finale con l'angelo bianco e avrebbe fatto di tutto per ottenerlo. Si allontanò a quel punto verso un'arena adatta ad accogliere lo scontro, senza che nessuno potesse interferire, fossero stati guerrieri degli Akuma o del Tenshi. Mira strinse i pugni vedendo allontanare la grande creatura alata, dando poi un'occhiata a tutti gli uomini che la circondavano. Zugai la raggiunse insieme agli shinobi che lo avevano affiancato, e lo stesso fecero Kakumei e Jou dopo aver compiuto i rispettivi compiti. Il vecchio era scuro in volto per aver fallito la cattura, ma la guerra era sostanzialmente vinta. Seiryu era presa, escludendo il quartiere con il manipolo degli uomini del Comitato, che senza la protezione dei mercenari non avrebbero potuto far altro che arrendersi o morire. A quel punto, considerando il numero esiguo di unità perse, pressoché nullo grazie agli sforzi della squadra medica addestrata da Mira stessa e da Gaz, anche scardinare le difese di Byakko non sarebbe stato un problema.

Zugai - Devi seguirla, Yurei. Prima che faccia qualcosa di irreparabile.

Il viso del generale militare era sporco di sangue, ma non sembrava aver riportato ferite. Portava su di sé la vita delle truppe sconfitte e la memoria di tutti coloro che l'avevano persa a Maigo. Sora aveva bisogno di un segnale forte quella notte, iniziato con la presa delle ex isole di Orion e che sarebbe dovuto continuare con la sconfitta della minaccia che aveva lasciato una cicatrice perpetua nella sua terra.

Kakumei - Sconfiggila e iniziamo una nuova era.

Sugli occhi del vecchio la visione di Mitawa, dove era nato il suo nome, dove era iniziata la vera rivoluzione della sua esistenza. Era infine giunto davanti a lei, sugli echi di guerrieri che lo avevano condotto ad assistere un Tenshi disceso dal Cielo per cambiare le leggi del mondo stesso, andando oltre il semplice concetto di "paese".

Jou - Senza Yamada, Ryuzaki avrà perso. Non ha il coraggio di combattere in prima linea, la sua forza sono i suoi alleati e senza di loro... rischia di perdere ogni cosa.

Trionfante in prima linea al posto di Zugai, Jou aveva dimostrato il suo valore. Nel nome della sua famiglia, della sua storia, della sua spada. Il Cielo avrebbe adesso potuto giudicarlo, come eroe redento al limitare di un'alba rossa come il fuoco.

Mira li osservò, uno a uno, abbassando il capo e lasciando che la lunga chioma dorata le coprisse il volto. Un lacrima solcò il suo viso, nera come la pece e come il desiderio di riportare all'ordine la legge di quelle isole, di quella terra, di quel cielo. Una prima tappa che accresceva la sua ambizione illimitata, che avrebbe in un modo o nell'altro sfrondato anche le barriere della mortalità. Tutto passava da quel combattimento: la fiducia e la lealtà dei suoi alleati, le sue promesse, le persone che al suo fianco erano morte, e il concetto supremo di Conoscenza Universale. In nome di ognuna di queste cose, l'angelo avrebbe aperto le ali abbracciando il paese e il mondo sopra di lui. Così Yusekai vibrava, ardeva, gridava e bramava l'anima di quel nome, mentre Varnaki osservava attraverso gli occhi della Madre.

Mira - Zugai, affido a te il comando delle truppe. Mettete in sicurezza Seiryu e fate prigionieri gli uomini del Comitato rimasti. Kakumei, controlla i confini, fai in modo che le squadre di ricognizioni tengano d'occhio le truppe nemiche di Byakko nel caso vogliano ancora combattere.

Poi si avvicinò a Jou, carezzandogli lentamente il viso sporco di terra e sangue, osservandolo attraverso i suoi specchi vacui, senza riflesso, ma colmi di parole.

Mira - Sei l'eroe che la tua famiglia ha meritato, e hai reso loro onore. Adesso tocca a me.

Si allontanò dai suoi generali, guerrieri e uomini che le avevano dato tutto. Affidò loro il destino dell'esercito, sicura della loro lealtà e consapevole della loro forza, mentre si apprestava ad affrontare il destino dell'intera rivoluzione. Scambiò le ultime parole con gli ANBU di Iwa, cercando di apprendere quanto più possibile dell'abilità che avrebbe dovuto affrontare, finché non aprì le due grandi ali bianche e volò nella direzione in cui si era allontanata Yamada.

Dovette allontanarsi abbastanza dai centri abitati, arrivando nei pressi di una foresta che mostrava i segni dell'onda d'urto causata dalla bomba della nukenin. Dovevano trovarsi non lontani da Senchu, ormai totalmente evacuata, e da Maigo, ormai soltanto una landa di distruzione e morte. Sarebbe stato il posto ideale per combattere senza preoccuparsi di ferire civili e gente di Sora, senza contare che avrebbe potuto contare sul supporto dell'Anima Nera più potente. Varnaki scalpitava.

La vide in una radura intenta a prepararsi allo scontro finale, mostrando quelle mostruosità nelle mani. Mira atterrò in silenzio, dissipando le ali di carta e puntando gli occhi saturi di energia in direzione dell'avversaria. Non le sembrò immediatamente ostile, anzi, cominciò a lodare le sue gesta cercando di farle comprendere come fosse uno spreco combattersi a quel punto, dopo aver dimostrato al mondo intero quanto forti e influenti potessero essere. Avrebbero dovuto allearsi, uccidere chi si opponeva, Ryuzaki e tutti i Kage dei paesi magari, per dominare insieme un mondo che aveva bisogno di menti come le loro, ambiziosi e folli. Uno spirito di lussuria che concesse al Tenshi un sorriso, prima che rispondesse:


Mira - Avresti dovuto scegliere da che parte stare con più attenzione, Yamada.

Dal corpo di Yurei cominciarono a staccarsi dei piccoli origami che presero a vorticare intorno a lei, mentre la luce dell'alba si riversava su tutta la radura, riflettendo sulla loro superficie.

Mira - Non è per Maigo, e nemmeno per Ryuzaki. Morirai in questa radura perché la nuova era del Tenshi non ammette ignoranza.

Nei suoi occhi, i due sigilli di Jozu e Kyo cominciarono a risplendere, e Yusekai ad infuriare. Era la resa dei conti.
 
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