Conoscenze

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view post Posted on 24/6/2020, 22:02
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Regolamento



Conoscenze






Il Ninjutsu, ovvero l’arte della furtività, indica non solo le specifiche abilità fisiche acquisite e messe in pratica dagli shinobi, ma anche una più vasta gamma di discipline e nozioni che vanno a completare quello che è l’addestramento pratico, intellettuale, psicologico e spirituale dell’individuo. Per questo l’educazione dei ninja, a prescindere dall'eventualità che il ninjutsu sia tradizione di famiglia o meno, inizia sin dalla più tenera a età e si divide in tre importanti stadi:
    • lo shinren (allenamento del cuore) che comprende esercizi per lo sviluppo dei sensi e dei riflessi, atti ad accrescere l’attenzione della mente e la padronanza di sé sotto pressione, così da essere in grado di sopportare situazioni estreme, di resistere alle sofferenze, di reagire istintivamente alle sfide e di adattarsi a circostanze mutevoli.

    • il tairen (allenamento del corpo) che include esercizi per sviluppare la forza, la resistenza e l’agilità, oltre che ad una serie di metodologie per imparare a controllare alla perfezione il proprio corpo così che esso non tradisca il proprio possessore.

    • il chiren (allenamento alla conoscenza) che è lo stadio più avanzato e comprende svariate discipline che vanno dalla strategia, la meteorologia, la medicina, lo studio degli esplosivi e l’agricoltura, alla segnalazione, la musica, la psicologia, il travestimento, la recitazione e molti altri campi di studio.
Proprio quest’ultimo punto è, forse, il più importante e complesso dell’intera educazione ninja, poiché concede una vasta gamma di conoscenze - dalle più pratiche alle più accademiche - su cui lo shinobi può fare affidamento durante le operazioni o, più semplicemente, nello svolgersi della sua non poco travagliata esistenza.

Ricordiamo che il numero di Conoscenze predominanti resterà sempre pari a 2 da Genin, 3 da Chunin, 4 da Jonin e 5 da Jonin-S, anche nel caso in cui quelle iniziali venissero modificate.




Prove sulle Conoscenze



Si esprime la profondità delle Conoscenze che si possiedono con un valore, che chiamiamo Grado.

Il Grado è dipendente solo da sé stesso. Ogni Conoscenza appena acquisita parte da Grado D, per poi evolversi nei seguenti Gradi, ovviamente in ordine crescente: C, B, A, S.

All'inizio della costruzione del personaggio, si hanno 3 "Aumenta Grado" a propria disposizione, da poter spendere sulle Conoscenze che si desidera, aumentandole dal grado D.
Ogni 20 livelli si ottiene un altro "Aumenta Grado"; altra maniera di ottenere un aumento delle Conoscenze è invece l'acquisto di un "Aumenta Grado" del costo di 200 Ryo.
Se si desidera ruolare l'acquisizione o l'aumento di una Conoscenza, si può optare per un corso di aggiornamento tenuto da un esperto del Villaggio.


Come funziona il Grado ongame?

Il Master ha la facoltà di proporre una prova ongame, o di accettarne una proposta dal giocatore, basata su una o più Conoscenze presenti in scheda: la riuscita di questa prova potrà dipendere dall'esito del lancio di un D10 (trovate l'opzione di lancio dei dadi nel form di Risposta ad ogni topic).
Ad ogni valore del Grado corrispondono delle regole precise per il lancio del dado, che andranno ad influenzare l'esito delle prove.
    D: Lanci 3 d10, prendi il risultato minore.
    C: Lanci 2 d10, prendi il risultato minore.
    B: Lanci 1 d10.
    A: Lanci 2 d10, prendi il risultato maggiore.
    S: Lanci 3 d10, prendi il risultato maggiore.


Determinato ciò, in base al risultato ottenuto, si segue un secondo schema:
    1-2: Fallimento completo
    3-4: Fallimento, ma con risultati non pienamente negativi
    5-6: Risultato neutro, la prova non è né fallita né andata a buon fine.
    7-8: Successo, ma con risultati non pienamente positivi
    9-10: Successo completo

Ricordiamo che Master e giocatori sono liberi di fare uso di questo sistema, ma non sono obbligati a farlo; nel momento in cui entra in gioco il lancio bisogna tenerne conto, ma ricordiamo che il Master mantiene un certo grado di discrezione sugli esiti generali della giocata: in caso il role del giocatore fosse eccezionalmente povero o le scelte strategiche particolarmente poco azzeccate, non ci si deve aspettare che gli esiti di una serie di lanci, per quanto positivi, conducano automaticamente al successo della missione.



Conoscenze tecniche





  • Hensōjutsu. Travestimento e recitazione.
    E’ risaputo che i ninja sono abili maestri dell’arte del travestimento, tuttavia ciò che la maggior parte delle persone ignora è che, per gli shinobi, indossare i panni altrui non consiste solamente nel camuffare il proprio aspetto. Coloro i quali sono specializzati in questa sottile arte, infatti, si immergono completamente nel ruolo da interpretare, conoscendone gli aspetti psicologici, fisici e tecnici a fondo e col massimo impegno, tali da raggiungere l’alto traguardo della cosiddetta “spontaneità naturale”. A questo stadio, chiunque rifletterebbe bene prima di puntare il dito con sicurezza contro uno shinobi travestito definendolo un impostore, per il semplice fatto che non saprebbe riconoscere alcun tratto anomalo nel suo comportamento.
    Questa nobile arte permette ai ninja di viaggiare in incognito e di avvicinarsi ai propri obiettivi relativamente indisturbati. Sacerdoti itineranti, musicisti e intrattenitori, monaci mendicanti, mercanti, ronin e artisti girovaghi sono solo alcune delle tante identità predilette dagli shinobi, questo perché sono tutti personaggi viaggiatori, caratteristica essenziale per non attirare sospetti sul ninja, il quale potendo muoversi liberamente lungo le strade riuscirà a mescolarsi alla gente comune garantendosi l’opportunità d’agire per lo più senza grossi problemi, tuttavia… gli imprevisti possono capitare.





  • Shingō. Segnalazione e decriptologia.
    La trasmissione d’informazioni tra un ninja in missione e il resto della propria squadra ha grande importanza, specialmente se lo shinobi in questione non possiede alcuna garanzia di poter rientrare sano e salvo. Ovviamente è essenziale non essere scoperti, per questo viene utilizzata una varietà piuttosto vasta di codici e strumenti che permettano di lasciare traccia delle informazioni utili al gruppo.
    Il metodo senz'altro più diffuso per lasciare messaggi semplici come potrebbe essere “Cessato allarme” o “Pattuglia nemica in zona” è quello di lasciare delle strisce di riso colorato lungo l’ accampamento o il luogo in questione: non attira l’attenzione, ma può essere compreso efficacemente dai propri compagni (fermo restando che ci si deve essere accordati in precedenza sull’abbinamento colore-messaggio).
    Un altro genere di codice utilizzato nel caso di travestimento da musicisti, bardi o sacerdoti è quello di comunicare il messaggio attraverso mantra o canzoni. Tuttavia questi sono solamente alcuni esempi. In realtà i metodi di segnalazione sono pressoché infiniti, perché dipendono dalla fantasia e dall'arguzia degli shionobi esperti in questo campo, i quali, ovviamente, sono anche abili maestri dell’arte diametralmente opposta: la decriptografia, utilissima per intercettare le comunicazioni nemiche.





  • Shinobi-iri. Metodi furtivi e d’occultamento.
    Un’altra delle tante qualità, o meglio, capacità attribuite agli shinobi è l’invisibilità, anche se sarebbe più corretto definirla “abilità nel passare inosservati”.
    Derivante dalla loro attitudine a nascondersi, unita all’uso di metodi atti allo scopo, tale capacità facilita diverse azioni ai ninja, anche se non sempre può celarli completamente: ricordiamo che alcune Kekkei Genkai e certe abilità specifiche sono in grado d’individuare le fonti di chakra o utilizzare altri sensi per scovare determinati individui. Certo è comunque che gli shinobi specializzati nei metodi furtivi e d’occultamento possono passare inosservati ai più, poiché esperti nel celare la propria presenza fisica dietro le rocce, nei canneti, sui tetti, sui cornicioni o sulle travi, tra le fronde degli alberi e persino sott'acqua (avvalendosi di un respiratore). Per passare inosservati tendono a coprirsi il più possibile, riducendo al minimo le superfici scoperte e riflettenti, sfruttando l’oscurità e le ombre per muoversi o restando semplicemente immobili in attesa del momento propizio per fare la propria mossa.
    A prescindere da ciò, l’ingrediente fondamentale per la buona riuscita del tutto è la prudenza. In fondo si sa: gli imprevisti possono capitare.





  • Shinjun. Metodi d’infiltrazione.
    Uno dei ruoli chiave degli shinobi consiste nell'infiltrarsi in castelli, accampamenti e congeneri, prendendoli poi d’assalto dall'interno. Una volta dentro, possono ottenere preziose informazioni sui difensori, demoralizzarli attraverso guerra psicologica o azioni sotto copertura, uccidere i comandanti più importanti, fornire l’avanguardia di un attacco impiegando tattiche d’urto o, addirittura, mettere fuori combattimento buona parte dei nemici.
    Nel ninjutsu, la disciplina dell’infiltrazione ha letteralmente lo stesso rango di una scienza, per questo comprende due elementi fondamentali: Jin e Chi.
    Il Jin sfrutta appieno la psicologia applicata alle guardie. Il ninja le studia attentamente e sfrutta le loro debolezze sapendo cosa le distrarrebbe, cosa ignorerebbero o non percepirebbero nel momento in cui la loro attenzione dovesse calare, ecc...
    Il Chi, invece, consiste nel trovare i punti deboli della struttura presa d’assalto. Può trattarsi di una zona poco illuminata, la parte più alta dell’edificio (nel caso di un castello o di un’abitazione nobile), poiché di solito si presuppone sia il punto più difficile a cui accedere e, quindi, quello più incustodito. Altri punti deboli sono quelli più frequentati, dove le guardie possono essere distratte da diversivi di vario genere.
    Nonostante ciò, senza un buon tempismo l’intera azione potrebbe sfumare: riuscire ad agire nel momento giusto potrebbe definire il discrimine tra la buona riuscita dell’operazione e il fallimento della stessa, a prescindere dall'abilità intrinseca del ninja.





  • Chōhō. Spionaggio e strategia.
    Lo spionaggio è un elemento chiave dell’arte della guerra e l’evoluzione dei ninja è in parte una risposta a tale esigenza. Di conseguenza esso è diventato una componente essenziale del ninjutsu e l’apprendista shinobi ne impara i principi e le tecniche, in base a un sistema che prevede sei stadi essenziali.
    Il primo di essi consiste nel collocare gli agenti: i metodi per farlo possono essere classificati secondo i quattro elementi naturali (terra, acqua, fuoco e vento) o la quinta forza elementale (il vuoto, ovvero la loro essenza). I loro schemi sono utili come espedienti mnemonici, ma risultano anche legati ai principi filosofici e spirituali che stanno alla base del ninjutsu:
      - Terra: questo approccio consiste nell'inviare uno shinobi in una regione probabile bersaglio prima di dichiarare aperte le ostilità, così da dargli il tempo di abituarsi al luogo, creare reti di informatori, scoprire i migliori punti d’osservazione, ecc…
      - Acqua: questo approccio permette che un proprio shinobi venga catturato e fornisca notizie false. In una sua forma particolare, detta “keika” (lucciola), un ninja imprigionato da informazioni ingannevoli che, destando sospetti, vengono confermate da un suo compagno fattosi deliberatamente catturare. Un’altra alternativa è l’impiego di kunoichi (ninja di sesso femminile) in un’operazione con “trappola sexy”.
      - Fuoco: l’approccio collegato a questo elemento prevede di far cambiare schieramento a persone provenienti dal luogo d'interesse o alle file nemiche, attraverso corruzione, ricatto, lusinghe o inganno. Può trattarsi di civili ben collocati o di membri effettivi delle forze avversarie; tale personale può essere usato per comunicare informazioni false.
      - Vento: mediante questo approccio il ninja identifica gli shinobi nemici nel proprio accampamento e fornisce loro notizie non veritiere, oppure li irretisce facendoli passare dalla propria parte.
      - Vuoto: grazie a questo metodo vengono collocati ninja per lunghi periodi - anche anni - prima del loro effettivo impiego, come spie "in letargo”. Essi possono avere accesso a notizie o persone in posizioni di fiducia e, quando necessario, hanno la libertà di iniziare a raccogliere informazioni, diffondendo quelle false o mandando all'aria la rete del nemico.
    Dopo che le proprie spie sono state sistemate, gli stadi successivi prendono un flusso di informazioni che vanno da quelle più generali a quelle più specifiche. La seconda fase consiste nel determinare gli obiettivi del nemico, apprendendo le sue intenzioni generali e le sue mire di guerra.
    Il terzo stadio richiede di individuare la strategia avversaria, ovvero di scoprire come il nemico intende raggiungere i propri scopi, distinguendo i suoi piani nei minimi particolari: le caratteristiche delle sue forze, le catene logistiche e di rifornimento, le date dei principali movimenti e delle offensive, l'identità di persone-chiave, la segnaletica utilizzata, la rete informativa.
    La quarta fase consiste nel seminare confusione in modo da ostacolare i piani del nemico; il quinto stadio prevede l'individuazione della tattica avversaria, conoscendo i dettagli della collocazione e dei movimenti degli uomini, il numero, il tipo delle unità e lo schieramento, così come i piani d’attacco e difesa. Infine, la sesta e ultima fase è il controspionaggio, in cui lo scopo del ninja è di preservare i propri obiettivi, la propria strategia e le proprie tattiche, e contemporaneamente di scoprire cosa sa o pensa di sapere il nemico su di lui.
    Generalmente i ninja predisposti a questo genere di attività vengono identificati e selezionati fin dall'adolescenza, in modo da poter essere rigorosamente addestrati ai compiti e ai piani che i superiori e/o le autorità vigenti hanno su di loro, per prepararli a diventare dei semi dormienti da spargere sul campo di battaglia che verrà.




Conoscenze di sopravvivenza





  • Chi-mon. Geografia ed orientamento.
    Si pensa agli shinobi come le spie o gli assassini per antonomasia, ma essi sono molto più di questo: limitarsi a queste definizioni potrebbe essere un’offesa, oltre che un pensiero riduttivo.
    In primo luogo, infatti, sono dei gran viaggiatori: le loro missioni ed i loro svariati compiti li portano spesso ad attraversare in lungo e in largo il Continente, dando loro modo di conoscere la geografia dei Paesi visitati sotto ogni aspetto, così da potersi muovere al meglio tra i vari monti, pianure, deserti e scegliere, quindi, la strada migliore per giungere a destinazione. Oltre a questo, un buon conoscitore dell’aspetto fisico dei territori sa anche come utilizzare i pregi e i difetti della zona circostante a proprio vantaggio, sia per semplici vantaggi come trovare un buon punto dove pernottare all'addiaccio, sia per seminare o intrappolare il nemico.
    Tutto questo ovviamente non sarebbe possibile senza una buona dose d’orientamento: gli shinobi maestri in questa disciplina sono in grado infatti di dedurre la propria posizione non solo grazie alla geografia dei territori, ma anche utilizzando le stelle come riferimento. Oltre a questo, sanno calcolare la distanza coperta contando il numero dei propri passi e moltiplicandolo per la lunghezza delle proprie falcate. In alternativa possono avere una conoscenza accurata della propria velocità lungo superfici e pendenze diverse, tale da poterla usare per definire i propri progressi.





  • Tanken. Esplorazione ed osservazione.
    Arte quasi totalmente scomparsa, quella degli abili tracciatori: anche tra gli shinobi, nonostante sia utile a coloro abituati ad inseguire un obiettivo per leghe e leghe attraverso territori geograficamente diversi. Tuttavia è anche vero che non tutti sono predisposti a questo genere d’abilità, che richiede sensi attenti prima di tutto, ma anche una certa predisposizione naturale. La natura, in fondo, è un libro aperto solamente per chi è in grado di leggere ed ascoltare i suoi silenti sussurri.
    Per diventare dei bravi tracciatori infatti, a parte una formazione sul campo lunga e paziente, è necessario entrare nella psicologia della propria preda - sia essa un essere umano o un animale - ma soprattutto, è fondamentale conoscerne le abitudini. Nessuno vieta all'inseguito di tentare delle azioni di depistaggio come tornare sui propri passi, variare improvvisamente il proprio percorso, oppure utilizzare superfici e sostanze atte a non lasciare tracce o a far perdere il proprio odore.
    Se utilizzata a dovere e con la giusta esperienza, l’antica arte delle tracce è capace di rivelare la posizione, la velocità, la stazza, il sesso e lo stato fisico della propria preda. Parlare soltanto di tracce è generico: queste possono essere di diverso tipo e coinvolgere più di un solo senso. Particolarmente loquaci possono essere le orme, in grado di dare un gran numero di informazioni utili al tracciatore, oltre che informarlo sulla freschezza - e quindi sull'utilità - della traccia. Gli shinobi dall'olfatto particolarmente sviluppato possono appoggiarsi ad esso nell’inseguimento, senza contare il particolare aiuto del tatto nel caso in cui, ad esempio, ci si imbatta nei resti del giaciglio o dell’accampamento della propria preda: valutando il calore di ceneri e suolo è possibile determinare da quanto tempo questa abbia abbandonato il posto.
    Tanti sono i vantaggi nell’avere l'ausilio di questa arte: nel caso in cui ci si muova in gruppo è estremamente utile che almeno uno dei componenti della squadra sia un abile tracciatore, che potrà guidare la compagnia attraverso un gran numero di territori diversi, senza perdere un effettivo contatto con il proprio obiettivo anche se questo dovesse avere un vantaggio consistente sui propri inseguitori. Ma in fondo, quella distanza sarebbe solamente tempo in più per conoscere meglio con chi si ha a che fare, no?





  • Tenmon. Meteorologia.
    La straordinaria capacità dei ninja di provvedere a se stessi in qualsiasi ambiente, situazione, luogo e tempo è forse una delle basi fondamentali del ninjutsu. Il forte senso del dovere di portare a termine la missione con qualsiasi mezzo e a qualsiasi costo, porta gli shinobi a prepararsi ai più svariati mutamenti di stato della missione stessa, nonché ad imprevisti e difficoltà non direttamente correlati ad essa, ma da cui potrebbe dipenderne la buona riuscita. Uno dei fattori più imprevedibili ed insidiosi con cui i ninja in missione devono fare i conti è il tempo atmosferico: incognita di difficile interpretazione a causa delle diverse variabili che la possono influenzare, è stata parzialmente mitigata grazie al patrimonio di saggezza che si tramanda da generazioni e, se anche non tutti ne sono maestri e il margine d’errore non è stato azzerato, ha l’importante attitudine di attingere all’idea olistica della natura, intesa come un grande ambiente in cui cielo, animali, piante e uomo vivono in armonia tra loro, leggendosi a vicenda nel rispetto reciproco.
    I sistemi di previsione meteorologica non si rivelano sempre esatti, tuttavia è solo questione d’attenzione e di esperienza: la natura è solita anticipare i suoi cambiamenti con segni diversi in base al fenomeno. La risposta all’incognita sta quindi in due parole: osservare e interpretare.
    Il primo aiuto viene dal cielo, le cui nuvole sono le parole che utilizza per comunicare alle creature terrene il suo stato d’animo: la forma delle nubi, l’alzarsi della nebbia, ma anche il semplice odore del vento, sono tutti indicatori del tempo nel futuro più o meno immediato. Oltre a questo però anche animali e piante possono aiutare a formulare delle previsioni piuttosto attendibili: il volo degli uccelli, il comportamento di alcuni mammiferi e degli insetti, il cercare riparo delle madri con i piccoli, e ancora l’osservare il comportamento delle piante unito all’aspetto del cielo (un esempio può essere il sentore di pioggia dato dal pioppo che, anche in mancanza di vento, mostra la parte argentata delle foglie). Tutti questi sono solo alcuni dei tanti suggerimenti che un ninja specializzato può sfruttare a proprio vantaggio durante lo svolgimento del proprio compito: in fondo il segreto sta semplicemente nell’aprire gli occhi e guardare.





  • Nōgyō. Conoscenze alimentari.
    Una parte importante dell’addestramento ninja di base è la dieta: la loro alimentazione essenziale consiste in riso integrale, tofu, sesamo, zuppa di miso, cibo crudo, verdure colorate, niente sale e niente zucchero. Insomma alimenti essenziali, che diano energia senza appesantire troppo corpo e mente.
    Come alternativa al riso integrale, che è l’alimento base quotidiano, durante le operazioni gli shinobi possono passare a quello bianco, più accessibile e diffuso; oltre a questo portano con sé alimenti studiati per mantenere alto il livello d’energia. Diffusa è la ricetta per ciò che viene chiamata la “pillola della fame”, comprendente ginseng, riso, farina e patate, messi a bagno nel sakè e poi modellata in tante piccole palline; oltre ad essa esiste anche la ricetta delle “pillole della sete” (costituite soprattutto da prugne sottaceto), volte ad aiutare i ninja a gestire la disidratazione mentre sono appostati in territorio nemico.
    Tuttavia, in linea generale, uno shinobi non deve mai contare sul solito cibo e sugli orari dei pasti, ma essere sempre pronto ad adattarsi a ciò che la situazione gli permette: non è raro infatti che si debba procurare il cibo e l’acqua da sé. Per questo è importante che i ninja sappiano riconoscere i vegetali commestibili e in che modo lavorarli per evitare un’intossicazione. Parimenti, devono sapersi procurare l’acqua anche laddove la sua presenza non è palese, utilizzando indicatori come i formicai (che vengono edificati solitamente nei pressi delle fonti), piante amanti dell’umido, ecc… Alternativamente possono ascoltare i sussurri della terra, posando un orecchio al suolo per avvertire la presenza di corsi d’acqua, oppure piantare sul terreno una piuma: se tornando più tardi vi trovassero della rugiada, segnalerebbe la presenza d’acqua nelle vicinanze.





  • Kusuri. Medicina ed erbologia.
    Solitamente gli shinobi agiscono da soli o in piccoli gruppi e non possono fare affidamento su linee di supporto o rifornimento: ciò significa che prima, durante e dopo un’operazione devono essere in grado di provvedere a se stessi e, nel caso servisse, ai propri compagni. Essi vivono, oltre di provviste, dei frutti della terra e sfruttando la propria conoscenza dei boschi e dei territori circostanti per alimentarsi, ripararsi e restare in salute.
    Può capitare infatti che non sempre in una squadra sia presente un ninja medico per provvedere alle cure degli altri componenti del gruppo, tanto più nel caso in cui uno shinobi si trovi ad agire in solitaria: a quel punto è importantissimo, se non essenziale, che il ninja conosca quanto meno le nozioni mediche di pronto soccorso tradizionali e, oltre a questo, che sia in grado di individuare le piante adatte ad ogni situazione o problema. Gli shinobi specializzati in questo campo (che siano essi medici ninja o meno) hanno la possibilità d’effettuare medicazioni d’urgenza a se stessi o a terzi, sfruttando una vasta gamma di erbe officinali dalle svariate proprietà: antidolorifiche, cicatrizzanti, disintossicanti, antipiretiche, disinfettanti, ecc; inoltre così come riconoscono le piante con effetti benefici per l’uomo, sanno individuare le erbe da cui ricavare droghe di vario genere, che possono essere preparate mentre raggiungono il luogo d’un operazione.




Conoscenze belliche





  • Kojakujutsu. Fuoco ed esplosivi.
    In base ai principi degli shinobi, è essenziale utilizzare al meglio qualunque oggetto a portata di mano: l’importante è che sia adattabile, portatile ed occultabile, poiché non è affatto raro che si trovino a subire una perquisizioni e controlli. Se un ninja deve nascondersi qualcosa addosso, meglio che sembri quanto più normale ed innocuo possibile.
    Questa caratteristica difficilmente viene rispettata dai sostenitori dell’arma bianca, i quali per ovvie ragioni, per quanto possano ben occultare le loro lame, non riuscirebbero mai ad ottenere gli stessi risultati degli shinobi esperti in miscele esplosive. Create per lo più con materiali comuni come tubicini di carta, pezzi di bambù, bastoncini o argilla, con l’aggiunta della polvere nera, possono essere preparate pochi istanti prima del loro reale utilizzo.
    Gli shinobi esperti in questa delicata arte riescono ad ottenere l’effetto desiderato a seconda della miscela usata nella preparazione dell’esplosivo: semplice fumo, una serie di piccole esplosioni a catena, un solo grosso botto, luce, rumore e qualsiasi cosa di cui abbiano bisogno: gli impieghi sono i più svariati, dall’appiccare e spargere il fuoco alle azioni diversive atte a diffondere il panico e la confusione tra le schiere nemiche.





  • Gijutsu. Tecnologia ed architettura.
    Così come sono avvezzi utilizzare dispositivi e strategie durante le missioni come supporto alle loro abilità, gli shinobi sono soliti arricchire le proprie abitazioni, nonché le roccaforti e i villaggi comuni con trappole e congegni atti alla difesa, solitamente mirati ad ostacolare l’accesso di nemici - sia quelli dichiarati che quelli nascosti.
    La più comune forma di difesa delle roccaforti ninja è quella di apparire come normali comunità rurali, in cui civili e shinobi si mescolano come gli insetti in un prato. Posti di guardia avanzati pattugliati dalle forze speciali, torri di guardia poste alle estremità del centro abitato con campi di fuoco, fossati e barriere mascherati da risaie, canali d’irrigazione, siepi e recinti, sono tutti stratagemmi utili a frenare gli assalitori e costringerli ad avvicinarsi alla roccaforte centrale in colonne strette e vulnerabili. Ovviamente queste sono misure su larga scala: ogni shinobi sa bene che tali difese possono risultare del tutto inutili a prevenire le subdole infiltrazioni nemiche, mirate all’omicidio di un target preciso o allo spionaggio. Perciò molti di loro, in particolare coloro i quali hanno una certa predilezione per congegni e dispositivi di vario genere, utilizzano le proprie conoscenze non solo durante le missioni, ma anche per difendere le proprie abitazioni. Da piccoli stratagemmi come il “pavimento dell’usignolo” (dove le tavole vengono montate su cardini o leve di metallo scricchiolanti) o il “rompicaviglie” (dove le tavole vengono rimosse lasciando in vista i travetti sottostanti, creando così una buca in cui far inciampare l’intruso in una possibile incursione notturna), a vere e proprie trappole che utilizzano esplosivi e armi di vario genere.
    Questa conoscenza approfondita di tecnologie, congegni, nonché di architettura dà modo ai ninja specializzati in questo campo non solo di difendere efficacemente la propria casa o il proprio giaciglio di fortuna durante lo svolgimento d’una missione, ma anche l’esatto opposto, ovvero riconoscere congegni simili, posti nelle vicinanze del campo nemico o all’interno di un’abitazione in cui devono fare incursione.





  • Bukiro. Armi e metodi di forgiatura.
    “Non esiste arma che un ninja non possa costruire ed usare, non esiste forma di combattimento in cui non possa eccellere, non esiste nulla che possa intimidirlo a tal punto da farlo rinunciare a determinati obbiettivi, perché dalla prima missione compiuta, era consapevole ed adagiato nel varcare la sottile soglia tra la vita e la morte, ed imperterrito, ne era sempre tornato sorridente”.
    Con questo antico detto ninja si può riassumere il coraggio, la volontà e le capacità degli shinobi, ma anche la loro abilità nel costruire ed utilizzare le armi. Non a caso si dice che le armi ninja siano tra le migliori in assoluto e i fabbri che le costruiscono non sono da meno. Di fatto, come il resto dell’equipaggiamento, le armi dei ninja devono essere leggere, portatili, occultabili e multiuso: ben poche sono utilizzate solamente per combattere. La loro necessità di muoversi velocemente e in silenzio, nonché di svolgere molteplici funzioni nel corso di una missione, senza contare il rischio di possibili perquisizioni, rende necessaria una selezione dell’equipaggiamento da portarsi appresso, e la possibilità di occultarlo alla perfezione. Di conseguenza i ninja tendono a privilegiare oggetti adatti a più scopi, ed è proprio qui che sta l’abilità dei fabbri: oltre al fatto di creare lame dalla pregiata fattura che nulla hanno da invidiare a quelle dei Samurai, con metodi di forgiatura tramandati da generazioni e magari personalizzate, per infondervi meglio una parte della propria anima, gli shinobi abili nel creare le armi devono anche tenere conto del fatto che queste devono essere occultate. Uno degli esempi più lampanti è il ninjatō: questa spada più corta e più dritta rispetto alla normale katana (proprio per tenere conto degli spazi ristretti e della trasportabilità) ha molteplici funzioni. Oltre che per il combattimento, viene utilizzata per arrampicarsi, attraverso l’ausilio della tsuba (la guardia) come gradino; per combattere con molteplici avversari, si possono brandire sia la spada che il fodero resistente; come contenitore per combinazioni di polveri accecanti e/o fumogeni, nascosti all’interno dell’elsa; come respiratore, utilizzando la punta staccabile del saya (il fodero) ed utilizzandola come tubo. A questo punto è superfluo dire che i migliori conoscitori delle armi, dei loro pregi, difetti e segreti, sono gli stessi fabbri: in fondo, chi meglio del padre conosce la propria creatura?





Conoscenze umanistiche





  • Shinri-gaku. Psicologia.
    Per compiere le proprie missioni, i ninja non si affidano solamente alla forza delle armi: devono essere anche abili psicologi, esperti tanto nella gestione delle proprie dinamiche interiori, quanto delle dinamiche interpersonali (che coinvolgono altri individui).
    I principi della psicologia ninja sono l’adattabilità e la resistenza, come suggerisce lo stesso kanji nin, traducibile in “paziente sopportazione”. Di fatto, gli shinobi sono tenuti ad utilizzare ogni mezzo a loro disposizione e a sopportare ogni avversità per raggiungere il proprio obiettivo.
    Sono addestrati ad essere sempre attenti all’ambiente circostante e in sintonia con gli eventi e i processi naturali o provocati dall’uomo. Il loro pensiero deve essere elastico, tale da consentirgli di adeguare i propri piani in caso vi siano nuovi sviluppi, opportunità o limitazioni. La loro reazione alle persone, alle vicende o alle situazioni non è dettata direttamente da esse stesse, non dai preconcetti del ninja, ma da una scrupolosa ed obiettiva analisi dei fatti. Di conseguenza si può dire che gli shinobi esperti di psicologia sono maestri nel vedere la realtà, non semplicemente ciò che presumono o vogliono.





  • Ongaku. Musica, pittura ed altre arti.
    Strettamente correlata alla sottile e nobile abilità del travestimento (una delle più note caratteristiche riconosciute ai ninja), si fa spazio la conoscenza delle Arti; apparentemente in secondo piano rispetto alla sorella più famosa, la specializzazione in una o più Arti è forse l’elevazione dello stesso travestimento ad un livello superiore.
    Pittura, scultura, musica, poesia, danza, teatro e cucina sono infatti parte di molte di quelle identità fittizie che permettono agli shinobi di nascondersi sotto false spoglie, per il raggiungimento dei propri fini. D'altronde un bardo che non sa cantare, un letterato impacciato a declamare i propri versi, un artista girovago incapace di danzare, un pittore di strada senza talento nel disegno o un musicista senza orecchio per le note, finiscono per destare sospetti. Potrebbero essere ignorati, certo, infondo la gente tende ad essere indifferente in alcuni casi, ma sfidare la fortuna ben armati è pur sempre meglio che tentare la sorte a mani nude. Per questo alcuni shinobi, per dare maggior credibilità alle “maschere” indossate in missione o per semplice diletto personale, scelgono di studiare ed apprendere approfonditamente almeno un’Arte, finché la propria capacità di trasmettere emozioni attraverso la forma prescelta non raggiunge livelli soddisfacenti: abilità tali che, se paragonate a quelle di un professionista in campo, risultano indistinguibili tra loro per la qualità.
    La conoscenza delle Arti permette quindi ai ninja una maggior credibilità qualora vestano false identità, così da sviare ulteriormente i sospetti da sé ed agire con più facilità.





  • Hanashi. Storia e mitologia.
    Gli shinobi sono dei gran viaggiatori: spesso infatti si trovano a vagare fuori dai territori conosciuti e familiari del proprio Paese, sia per missioni che per incombenze d’interesse personale. Ciò ovviamente richiede non solo che si sappiano orientare nella gran varietà geografica del Continente, ma anche che abbiano una qualche conoscenza storica dei luoghi in cui si devono recare, specialmente se si tratta di incarichi da svolgere all’interno di un villaggio specifico o di spionaggio, in cui è necessario infiltrarsi sotto false spoglie e mescolarsi con la gente del posto.
    La conoscenza della storia del Paese e del villaggio in questione, oltre che delle tradizioni, dei miti e delle leggende, possono dare modo allo shinobi di conoscere più approfonditamente la mentalità del posto, aiutandolo ad ambientarsi e adattarsi più facilmente a leggi, convenzioni e modi di fare del luogo... senza il rischio di incappare in pericolose gaffe, capaci di far saltare la copertura minuziosamente studiata e mandando all’aria l’intera missione. Storie e miti di ogni singolo Paese e villaggio non sono patrimonio comune, né vengono insegnate così minuziosamente agli shinobi da dare ad essi una conoscenza approfondita in materia. Le nozioni accademiche sono accurate ma trascurano spesso le tradizioni di alcuni piccoli villaggi, come richiederebbe al contrario uno studio approfondito della disciplina. Proprio per facilitarsi il compito in missione, alcuni shinobi scelgono di studiare i dettagli della storia e della mitologia dei vari villaggi e Paesi del continente, restando comunque ben consci del fatto che quelle conoscenze, da loro apprese attraverso documenti e pergamene varie, non sono altro che studi teorici. D’altronde non sempre ciò che viene riportato su carta corrisponde all’esatta verità, o meglio, le interpretazioni possono essere differenti: il diario di un vecchio viaggiatore può essere chiaro al suo autore, ma non ad un ignaro lettore, il quale non dovrà prendere quelle informazioni come oro colato, ma imparare a filtrarle per raccogliere solamente quei dati che confrontati con altri documenti ed altre rilevazioni sembrano essere i più esatti.





  • Reigi. Eloquenza e galateo.
    Uno shinobi che si rispetti deve essere capace di essere convincente quando parla: si tratti di ordini impartiti ai propri sottoposti, di crudeli inganni o qualsivoglia forma di espressione orale. Molti preferiscono far parlare le proprie armi, prediligendo il suono del ferro a quello della propria voce, mentre alcuni hanno reputato questa strada parecchio comoda, affinando la propria capacità di espressione, imparando a padroneggiare la dialettica e divenendo di conseguenza ottimi oratori. "La lingua non ha ossa, ma spacca le ossa". I ninja che hanno approfondito i propri studi sull'arte dell'eloquenza lo hanno capito e per questo hanno fatto della propria lingua un'arma fidata, da usare nelle situazioni ove la forza bruta potrebbe fare ben poco. Leader di insindacabile carisma, maestri della sottile arte della retorica, tali shinobi sono abili nel far valere le proprie idee e convinzioni davanti ad un uditorio. Forti dei propri mezzi e consapevoli della reale potenza delle parole, non esitano a ricorrere al proprio talento per diffondere il proprio pensiero, spesso riuscendo a creare così tanta confusione nella mente dei propri interlocutori da spingerli a sposare le tesi che vengono proposte. Allo stesso modo sono parecchio sciolti nei rapporti interpersonali, tanto da riuscire ad approcciarsi in maniera naturale a qualsiasi persona, che sia una bella donna o un pericoloso nemico, potendo emulare i comportamenti adatti alla situazione in cui si trovano.





  • Gaikō. Diplomazia
    Alcuni shinobi nascono sapendo esattamente cosa dire, quando e perché dirlo, altri invece apprendono questa sottile capacità strada facendo, attraverso esperienza o tirocinio. La diplomazia, l'arte del compromesso, è l'abilità di stringere accordi e contrattare soluzioni di reciproca convenienza. Per alcuni cinici è utile strumento, per altri idealisti l'unica nobile strada al di sopra dello scontro, ma l'arte del compromesso non concerne soltanto la parola: un diplomatico sa essere discreto osservatore e feroce opportunista, tanto scaltro nell'ottenere un vantaggio con cui monopolizzare un dibattito, quanto tagliente nello sfruttare gli errori altrui, nonché equanime nell'accordare due parti opposte. Qualsiasi tipo di alterco, sia esso verbale o armato, è occasione per calcare la mano e cercare un punto di accordo con l'altra parte; fosse solo per guadagnare quel poco di tempo in più che occorre alla propria fazione per vincere il nemico, o salvare vite umane.
    "Stare nel mezzo" è il motto di qualsiasi diplomatico, sguazzare nella fanghiglia del più subdolo dei compromessi per un fine ulteriore, utile o nobile che sia.





  • Shinkō. Conoscenze religiose.
    Sin dai tempi più antichi l'uomo ha cercato di trovare una risposta ad ogni domanda che si poneva, che fosse per curiosità o sete di conoscenza. Non tutti i fenomeni però potevano essere spiegati con dimostrazioni rigorose, e fu dunque in questo modo che nacque il mito. Leggende che parlavano in modo più o meno fantasioso dei fenomeni della natura più misteriosi, che divenivano dunque un potere in mano a divinità: enti in breve tempo divennero il cardine delle odierne religioni. Kami con nomi e caratteristiche diverse da una cultura all'altra, miti che da secoli vengono tramandati da una generazione ad una successiva, affinché le tradizioni del proprio popolo non si spengano. Noto è per esempio il Culto di Tutte le Cose dei ninja della Nuvola, che venerano con assoluta disciplina e devozione le proprie armi, viste non come strumenti dispensatori di morte e disperazione, bensì come utili mezzi per difendere l'amata patriae i propri cari. Alcuni Shinobi hanno deciso di approfondire gli studi riguardo le credenze religiose, in modo da conoscere le usanze delle nazioni in cui si recano per affrontare le proprie missioni e di conseguenza, sapere come muoversi per evitare inutili screzi con le popolazioni locali.





  • Gaku. Linguistica e scritture.
    Conoscenze, travestimenti, informazioni, spionaggio: tutto questo è estremamente utile agli shinobi che vengono inviati in missione presso paesi stranieri, permettendo loro di avvicinarsi agli obiettivi, di raccogliere dati su di loro e sui loro spostamenti, ma… non è abbastanza. C’è una cosa che tutte queste abilità non consentono ovunque, ovvero l’approccio diretto.
    In tutte le Grandi Terre del Continente conosciuto si tende ad adottare la lingua e la scrittura comune, tuttavia ci sono alcune zone, circoscritte a piccoli villaggi o antichi borghi dove la popolazione, chiusa nelle proprie tradizioni, preferisce mantenere vive le antiche convenzioni, utilizzando lingue ed alfabeti sconosciuti ai più. Esistono poi luoghi dove il dialetto (ma sarebbe meglio dire “i dialetti”) è la lingua più parlata o l’unico idioma conosciuto dagli abitanti. Che accadrebbe se uno shinobi dovesse compiere il proprio dovere in una di queste lande avvinghiate alle tradizioni? Come potrebbe uniformarsi al luogo o raccogliere le informazioni utili allo svolgimento della missione, senza conoscere la lingua e la scrittura del posto? La risposta è semplice: non ne avrebbe modo. E si sa, gli stranieri non sono mai ben visti in queste piccole comunità rurali, chiuse in se stesse: è proprio per questo che alcuni ninja si applicano nel campo dei linguaggi e delle scritture, studiandone ed apprendendone ogni più piccola sfumatura ed evoluzione nel tempo, così da potersi avvalere di questa marcia in più durante le proprie missioni. Marcia che gli permette un più facile inserimento tra la gente del posto, guadagnandosene la fiducia in maniera diretta, per il raggiungimento dei propri fini.


* * *




Ogni ninja ha nozioni più o meno estese in ognuno di questi campi, tuttavia le esperienze della vita, le naturali attitudini dell’individuo e l’ambiente in cui è cresciuto, fanno sì che alcune di queste Conoscenze siano predominanti rispetto alle altre.
Se il mio pg proviene da una famiglia di fabbri, sarà molto probabile che abbia diverse nozioni riguardanti le armi e le tecniche di forgiatura.
Per questo ogni pg gode della possibilità d’avere un numero di Conoscenze pari a 2 da Genin, 3 da Chunin, 4 da Jonin e 5 da Jonin-S da inserire in scheda, giustificate dalla caratterizzazione, dal background o qualsiasi altra situazione creatasi gdron.
Queste saranno le conoscenze in cui il vostro personaggio è più ferrato, fermo restando che nelle altre non è che totalmente ignorante: sarà possibile infatti, nel corso della storia del proprio pg, modificare queste Conoscenze predominanti, sostituendole con altre tra quelle sopracitate, poiché è del tutto naturale che durante lo sviluppo un ninja tenda a modificare non solo il proprio modo d’essere, ma anche i propri campi di conoscenze, dando maggiore attenzione all’uno piuttosto che all’altro a seconda delle esperienze vissute.




Dettagli tecnici::

  • L’esistenza di queste Conoscenze non pregiudica né limita lo sviluppo del bg, poiché sono solo delle indicazioni in scheda sulle attitudini del proprio pg in campo ninja, in modo tale da facilitare il lavoro ai master e rendere direttamente visibili i campi in cui il vostro personaggio è più ferrato.

  • Le Conoscenze indicate in questo topic non sono le uniche esistenti al mondo, ma solo quelle più strettamente legate alla professione di ninja. Ciò significa che se il vostro personaggio per bg ha delle conoscenze che esulano da quelle indicate, le può tranquillamente possedere ed esercitare.
    Se il mio pg ha passione per gli orologi, non c’è problema alcuno sul fatto che abbia delle conoscenze in quel campo. Oppure, se fosse cresciuto in una famiglia di marinai, sarebbe più che normale che avesse delle attitudini nella navigazione.. Ciò non significa che si possa farsi una Conoscenza personale a sostituzione di una di quelle di cui sopra, ma solo che gdron se amo i gatti e la so lunga su di loro, posso ruolare la cosa senza timore di incorrere in sanzioni.

  • Se il mio pg possiede Conoscenze in psicologia e medicina, non significa che nelle altre sia totalmente ignorante, ma solo che in quelle due è più preparato. Di conseguenza possedere determinate Conoscenze non rende invincibili né infallibili, ma indica solo un’attitudine in campo ninja: qualsiasi tendenza megalomane verrà severamente punita.

  • Queste Conoscenze hanno valenza solo gdron: sono le benvenute in missioni, quest, addestramenti, ruolate, ma non in combattimenti pvp, trattandosi semplicemente di un arricchimento del role.

  • Il numero di Conoscenze predominanti resterà sempre pari a 2 da Genin, 3 da Chunin, 4 da Jonin e 5 da Jonin-S, anche nel caso in cui quelle iniziali venissero modificate.


  • Prima di sostituire in scheda una o più Conoscenze, si dovrà chiedere il permesso al proprio Kage, Leader Akatsuki (o Reggente), spiegando inoltre la motivazione gdron che ha provocato tale cambiamento. A seconda del villaggio/organizzazione.


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Edited by Get scared. - 19/5/2023, 00:21
 
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