Quartier Generale ANBU - Konoha
13 Settembre 252
Due dita, in maniera ritmica. Poi un terzo, a spezzare l'inquietante armonia di quel suono. Tamburellavano sulla scrivania, quasi a scandire pensieri che si affollavano nella mente, prima placidi, poi funesti. Cos'era, quella sensazione? Non ansia, sicuramente. Era stato addestrato duramente, affinché non ne provasse, nemmeno di fronte alle situazioni più complesse. Fastidio? Quello sì... e non poco, invero. Per un momento, ebbe la tentazione di stringere tra le mani quel pezzo di carta e farlo a pezzi. Sì, sarebbe stato facile piegarlo in due, poi in quattro, prima di applicare uno strappo preciso e armonico, seguito da un secondo e da un terzo. In realtà, avrebbe anche potuto piegarlo per sette volte, prima di lacerarlo. Centoventotto strati di carta, chissà in quanti pezzettini sarebbe finito; la verità, purtroppo, era che aveva calcolato persino quello. E il numero non si avvicinava nemmeno lontanamente a quello dei minuti che aveva trascorso, a rimuginare di fronte a quella lettera. Kūgā si trovava fuori da Konoha, impegnata in una missione piuttosto delicata. Tuttavia, anche fosse stata presente, era pressoché sicuro che non sarebbe stata lei, la persona più indicata per gestire quel tipo di operazione. Ci stavano lavorando da più di un mese e adesso, giunti a quel punto così cruciale, sarebbe stato controproducente far scendere in campo una pedina così ingombrante.
E per ragioni diametralmente opposte, ma comunque cruciali, avrebbe dovuto fare a meno di Hakucho. Come se escluderlo dall'intera operazione non fosse stato già abbastanza complicato, per un uomo così influente e prezioso, tra le fila della Squadra Speciale. A pensare a quale conclusione fossero giunti, pur di far procedere le indagini ed evitare che divenissero stagnanti, quasi gli venne da ridere. Il destino sapeva essere beffardo, alle volte.
Poi, in un attimo, terminò di indugiare in quei pensieri superflui. Dinanzi alla sua scrivania, un giovane ANBU attendeva istruzioni, in silenzio. Alle sue spalle, un orologio abbastanza visibile, malgrado la penombra. Le sei del mattino erano trascorse da poche minuti, per cui non sarebbe stato difficile intercettarla per strada, prima che iniziasse il suo turno di lavoro in ospedale.
- Hyuga Setsuna. - proferì laconico, lo sguardo smeraldino fisso sulla maschera del suo sottoposto. Hebi, il Serpente. Assai diversa dalla sua, poggiata sulla scrivania. La porcellana plasmata con le fattezze di una volpe, la quale però non rispettava l'origine del suo, di nome. Mu (無), il
Nulla.
- L'attenderò in cima alla montagna degli Hokage. Raccomando discrezione, Hebi. Limitati a comunicarle dell'appuntamento... e che chiaramente, abbiamo provveduto affinché il suo turno odierno venisse coperto da qualcun altro. - la voce atona, bastarono quelle parole perché il sottoposto sparisse in un battito di ciglia. Poi, si alzò dalla sua postazione. Afferrò la maschera, portandola al viso. Poi, indossò il suo pesante cappotto nero, con tanto di cappuccio, affinché persino le punte grigie della sua folta chioma venissero nascoste.
Mosse un paio di passi e, non appena anche lui fu scomparso, le fiammelle delle candele che illuminavano la stanza vennero estinte, come private dell'ossigeno necessario per la combustione.
Si parte così, a cazzo duro e senza mezzi termini. Non ho bisogno di presentazioni, né tu di consigli o indicazioni particolari.
Questo unico post, spero, sarà l'unico che guiderò durante l'intera missione - e hai già capito cosa accadrà, naturalmente. Dal prossimo, la storia verrà totalmente plasmata dalle tue azioni e dalle tue scelte. Per cui, pensiamo a divertirci e a sguazzare in questa nuova avventura.
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