Sabbia e Pioggia, Seido Tenmei - Sessione Autogestita #1

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view post Posted on 6/5/2021, 18:15     +1   -1
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The Exalted One - 高貴な者

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[Tairogi, Ame no Kuni, Luglio 249 DN]



CITAZIONE
“All’ufficio del Kazekage Koshima Himura,
il sottoscritto, Tenmei Seido, nativo del Villaggio della Sabbia, rifugiato nel Paese della Pioggia, figlio di Tenmei Miyazaki, Jonin del Villaggio della Sabbia disperso in battaglia, e di Tenmei Ryo, Chunin del Villaggio della Sabbia deceduta in circostanze misteriose, chiede a sua eccellenza - il Kazekage - il reintegro nel corpo militare ninja di Suna con il grado di Genin, conseguito al di fuori dell’Accademia sotto l’esamina del defunto Jonin e padre Miyazaki, comunicato illo tempore allo stesso ufficio e approvato con riserva da sciogliere al ritorno al Villaggio.
Allego indirizzo dell’abitazione della famiglia Tenmei per ulteriori comunicazioni.

Tenmei Seido.”

Alzò la testa e guardò fuori.
Sui fragili vetri della finestra batteva la pioggia incessante che quel piccolo Paese era così abituata a reggere. Seppur in terra straniera, aveva imparato ad apprezzare non tanto la pioggia, quanto il suono di questa quando si infrangeva su una qualunque superficie: era diventata una routine da qualche mese a questa parte, la solitudine infettava le sue giornate come un morbo silenzioso e la tua medicina era spirituale, momenti di puro silenzio e ascolto della pioggia in una sorta di meditazione, con la quale la sua mente viaggiava a ritroso nei suoi ricordi più felici, ammorbidendo un po’ quella che era la difficile vita di un orfano quindicenne.
Era pronto, stava veramente per tornare a Suna dopo tutto questo tempo. Arrotolò la pergamena, la chiuse con un laccetto e la posò sullo scrittoio della sua camera, l’indomani l’avrebbe consegnata ad un corriere per portarla al Villaggio della Sabbia.


[Sunagakure no Sato, Kaze no Kuni, 244 DN]



Un raggio di sole irrompeva nella cameretta di Seido, polvere vorticante in quella luce così sottile, ma così intensa.
Seido era seduto alla sua scrivania, tappezzata da macchie di inchiostro e rotoli vari; un pennello in mano e quella goccia di inchiostro che penzolava dall’estremità dell’utensile era il quadro in cui si inseriva il giovane che, tutto preso dal vorticare della polvere e dalla luce in cui era immerso, aveva dimenticato che stava scrivendo il suo diario:


“Son passati alcuni mesi da quando ho cominciato l’Accademia Ninja, mio padre crede che io possa diventare un grande ninja. Chissà! Sogno di poter essere bravo come lui un giorno. Tra poco comincerò finalmente ad allenarmi con lui. Faccio roteare quel kunai tra le mie dita ogni giorno da quando me lo ha regalato, voglio essere pronto. Devo essere pronto…”



Aveva scritto in caratteri su quel rotolo disteso orizzontalmente sul piano della sua scrivania, mentre quella goccia di inchiostro finalmente si staccò dal pennello, precipitando sul carattere “lui”, quasi cancellandolo. Turbato dall’eco della goccia che si infrangeva, si alzò di scatto e si rivolse alla finestra, scatenando in una danza disordinata quei granelli di polvere che passavano nel raggio di sole.
Il cielo sembrava incupirsi alla distanza, percepì una strana sensazione, decisamente matura per un giovane di quasi dieci anni. Sentì la porta di casa sua aprirsi rapidamente, si diresse subito all’ingresso dove notò che i suoi genitori erano turbati per qualche oscuro motivo. Si limitò al silenzio, mentre ascoltava gli adulti discutere.


Miyazaki: "Ryo, preparati a partire, c'è qualcosa di strano nell'aria, non siamo più al sicuro, prendi il piccolo Seido, questa notte partiremo."
Queste parole, che Seido continuò ad ascoltare nella sua testa per molti anni a seguire, stavano per sancire la fine della sua vita per come l’aveva conosciuta dalla sua nascita a quel momento. I preparativi furono molto rapidi; consumato il pasto serale, carichi della loro intera vita sulle spalle, partirono per rifugiarsi nel Paese della Pioggia e cercare di scappare da quella minaccia che oggi prende il nome di Watashi.

[Località non definita ad Est di Saitarume, Ame no Kuni, 244 DN]



Combattere sotto quelle lacrime di cielo, non era esattamente l’ideale per un ragazzino di appena dieci anni: vestiti zuppi d’acqua, visibilità ridotta e altrettanto la mobilità; il Jonin invece era entusiasta di ciò, quale migliore allenamento per un aspirante ninja, se non quello di ritrovarsi a fronteggiare subito le prime difficoltà di un ninja come, ad esempio, combattere sotto una pioggia incessante.
Il giovane Seido aveva da poco superato l’esame teorico all’Accademia Ninja di Suna, l’unico ostacolo tra lui e la vita da ninja era rappresentato dall’esame pratico. Non proprio la situazione attuale, ma considerato il periodo particolare, c’era una persona lì con lui in grado di convalidargli questa prova: da un lato questo rappresentava un’ottima occasione per non perdere tutti i progressi fino ad allora fatti, dall’altro però si ritrovava il maestro più duro e difficile che aveva avuto nella sua vita, Miyazaki Tenmei, suo padre.


[…]

Miyazaki: “Coraggio Seido, siamo qui da qualche mese ormai, devi abituarti a muoverti sotto questa pioggia, è una delle condizioni più comuni. So che a Suna non hai visto tanta pioggia in questi anni, ma dovrai girare il mondo e troverai difficoltà del genere ovunque. Dovrai imparare a non lasciarti intimidire dal meteo, piuttosto ad utilizzarlo a tuo vantaggio! Ora riprendiamo. Coraggio! Ci vediamo a casa, hai solo 20 minuti per arrivarci. E partono… ORA! Buona fortuna, Seido!”

E il Jonin scattò in direzione di casa sua, lasciando l’aspirante Genin sotto la pioggia incessante di Ame, solo con le indicazioni per tornare a casa.
Miyazaki aveva disegnato un percorso su una piccola mappa per aiutarlo a tornare nel tempo prestabilito, ma Seido era perfettamente a conoscenza delle sfide e dei tranelli che il padre era solito propinargli per sviluppare maggiormente le sue doti, così si avviò per la strada tracciatagli.
Erano passati pochi minuti, probabilmente tre, il ragazzo non staccava gli occhi dalla mappa. C’era qualcosa che attirava la sua attenzione nel percorso, quando realizzò che il percorso sul frammento di carta somigliava al kanji “九” (“nove”), senza quel tratto verticale che termina a sinistra.


Ci deve essere qualcosa lì, in quell’incrocio non segnalato. Sarà sicuramente la trappola del suo gioco di oggi! Lo batterò questa volta.

Il giovane, che nel frattempo aveva imparato a muoversi agilmente tra gli alberi, che riducevano di molto la quantità di pioggia tra cui muoversi, incominciò a spostarsi e a dirigersi proprio in quel punto “mancante” sulla mappa. Inaspettatamente raggiunse in fretta quel punto, sulla mappa abbastanza vicino a casa sua, della quale però non vedeva l’ombra. Si fermò su un ramo, appollaiato come se aspettasse qualcosa, quando la sua vista fu catturata da un bersaglio da allenamento al centro del bosco ed un kunai accanto.
Sembrava non esserci nessuno nei paraggi, scese e si avvicinò al bersaglio.


“Scommettiamo che faccio centro?” disse, come se sapesse che il padre era lì da qualche parte ad osservarlo. Raccolse il kunai e si allontanò dal bersaglio, mettendosi alla giusta distanza da esso per lanciarlo. Quella zona era più diradata delle altre, per cui la pioggia era più consistente che sotto quegli ombrelli naturali che erano gli alberi.

Pensa che non sono in grado di lanciare un kunai e centrare l’obiettivo sotto questa pioggia? Si sbaglia di grosso ahahah

Prese un respiro profondo, si mise in posizione e lanciò il kunai.
Il rumore fu simile ad uno schiocco: il kunai si conficcò al centro del bersaglio, il quale, cadendo, innescò un meccanismo a corda di una rete posizionata esattamente sotto il giovane che si ritrovò così appeso ad un albero in una rete. Dalle ombre di quel luogo, spuntò Miyazaki, ridendo.


Miyazaki: “Te l’ho fatta anche questa volta, mai accettare sfide di cui non sai nulla. Ti sia di lezione, credo di aver scelto bene, è la nona che ti impartisco come ninja. Sii più attento la prossima volta! Hai bisogno di aiuto?”

Seido: “Sì, per favore” disse, penzolando come una creatura catturata nel bosco.

Miyazaki: “Va bene, abbassa la testa. Abbiamo ancora dieci minuti per tornare a casa, è quasi ora di cena.”

Come il piccolo abbassò la testa, Miyazaki lanciò un kunai che tranciò la parte superiore della rete facendolo cadere diritto tra le sue braccia. Lo aiutò a sbrogliarsi da quella rete e quelle corde e, insieme, camminarono verso casa loro.

Miyazaki: “Comunque bel lavoro con quel kunai, hai fatto centro! Se non lo avessi fatto, non avrei dovuto raccoglierti da una rete sull’albero” disse sorridendo, era fiero dell’addestramento di suo figlio.




CITAZIONE
Dalla lettera di Miyazaki a Seido:

“Figlio mio, ti chiedo scusa. Le circostanze e le avversità che stiamo vivendo non mi stanno permettendo di darti una vita normale. Spero che tutto ciò possa servirti a renderti più forte e più pronto a questo mondo che giorno dopo giorno peggiora.
Figlio mio, ti chiedo scusa. Ti sto abbandonando qui, lontano da casa, non per mia volontà, ma perché sono un ninja e in quanto tale devo proteggere il nostro Paese, la nostra Casa, dai pericoli che si palesano. Spero porterai il mio ricordo sempre nel cuore e saprai che, se dovessi morire, lo farò proteggendo te e tua madre.
Sono fiero di te, i tuoi progressi come ninja sono stati incredibili, ti sei adattato a questa nuova realtà molto in fretta. Sii sempre così, viaggerai in lungo e in largo in questo continente, incontrerai gente, pioggia, nebbia, sabbia, fulmini e tempeste. Fatti sempre trovare pronto, perché solo così sarai un grande ninja un giorno.
[…]
Ora passiamo a una buona notizia: tutte le prove che hai affrontato qui ti sono valse la promozione a Genin. Ho già provveduto ad inviare i documenti degli esami presso il palazzo del Kazekage. So che un giorno tornerai a Suna e sarai fiero di tornarci con il titolo di “Genin di Suna”. Te lo sei meritato! Ricordati di avvisare gli uffici del Palazzo così saranno pronti ad accoglierti nuovamente nel loro corpo ninja.
[…] credi sempre nei tuoi sogni. Lotta ogni giorno con le unghie e con i denti per raggiungerli.
Credo in te, figlio mio.
Addio."
 
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view post Posted on 7/5/2021, 12:44     +1   -1
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Sessione molto divertente e piacevole da leggere, l'introspezione del passato di un PG è sempre utile per dare forma allo stesso e definirne i tratti. È il tuo primo scritto che leggo, ad essere onesti penso che Seido sarà uno di quei PG che seguirò con attenzione. Ottimo lavoro, buddy :sisi:
Convalidata, guadagni 100 P.ti EXP.
 
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