Spedizione C/B - Blätter, per Ardyn e Elda

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~Eldarius
view post Posted on 11/5/2021, 18:58 by: ~Eldarius     +1   -1
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Un viaggio inaspettato
La... colazione? A quell'ora? Oh beh, la colazione, la scelse ricca di proteine e carboidrati che la aiutassero nel viaggio senza appesantirla, fortuna che c'erano dei locali aperti già da quell'ora, di certo sapendo che quella località in particolare era un continuo viavai di viaggiatori e non. Kacchan sembrava conoscitore del luogo, considerato che sapeva già che direzione prendere e non gli ci volle molto a scegliere un locale buono, ma anche tranquillo.
La conversazione non fu nulla di troppo entusiasmante, forse perché la donna era in parte persa nei suoi pensieri, in parte impegnata a finire il pasto. Ciò non significava che disdegnasse la compagnia del ragazzo, solo che era ancora molto perplessa su alcune cose. Cercò quantomeno di essere di compagnia, inconsapevolmente osservata di tanto in tanto dal suo ex, Ryunosuke Masamune, lì in piedi, che era per lo più tranquillo, osservatore di poche parole, come ormai aveva imparato di lui Kacchan.




Il viaggio non fu altrettanto tranquillo, e non era un riferimento alle condizioni del tempo o ai compagni di viaggio. Oh no, era ben altro ad essere totalmente in subbuglio: lo stomaco di Masaru. Agli inizi si era messa sottocoperta, standosene per gli affari suoi nella speranza che le si alleviasse il malessere, ma non le ci volle molto ad apprendere che no, questo peggiorava le cose.
Allora provò a trascinarsi - possibilmente senza farsi accorgere ammalata, anche perché di sti tempi non si sapeva mai - non stava proprio malissimo, almeno per il momento, quindi vista la scarsità di risorse in quel periodo decise di resistere ancora prima di prendersi qualcosa.
Per quanto assurdo, più osservava il mare e più il suo cervello sembrava adattarsi e trovare una quadra a quel movimento continuo, certo questo non significava che le fosse passato, ma finché il movimento rimaneva stabile poteva sopportarlo. Un altro movimento continuo era quello del suo antistress preferito, le biglie avute in dono da suo figlio, piccole sfere trasparenti con all'interno disegnati oggettini casuali e che continuava a ruotare tra le dita, se ne portava sempre dietro tre o quattro.
E per quanto cercasse di nasconderlo, allo Yamanaka era praticamente impossibile non notarlo. Infatti...

"Mal di mare? Hai bisogno di qualcosa?"

Lei non distolse un attimo lo sguardo dall'oceano. "Non è niente di serio..."

Ovviamente Masamune scosse la testa con rassegnazione, sapendo che non era proprio così.

"Certo... certo..."

Si accorse della mano che le massaggiava la schiena, quando si sta male si è più sensibili a quello che ci circonda, non era un caso se all'inizio ebbe un fremito a quel contatto inaspettato, rilassandosi subito dopo e togliendo la mano dalla tempia, considerato che il mal di mare oltre alla nausea le aveva portato il mal di testa.

"Te come stai?"

"Annoiato. Devo assolutamente trovarmi qualcosa da fare, o rischio di bruciarmi tutto il fumo ancor prima di toccare terra..." lo sentì spostare la mano sulla sua spalla, tracciando piccoli cerchi con un dito mentre il mal di mare le veniva meno.

Persino un bambino avrebbe intuito cosa stava facendo, considerato che lui era un medico, ma ancora non distolse l'attenzione dall'oceano.

"E non ho trovato niente di interessante nemmeno nelle persone a bordo. Non ci sta inculando nessuno, almeno per ora..."

Quelle ultime parole suscitarono in Masaru qualcosa, inaspettata si girò a guardarlo negli occhi, poi gli guardò il posteriore...

"E te ne lamenti pure?" scosse la testa mentre si massaggiava il naso, il tutto intriso di palese ironia che fece scoppiare dal ridere pure Ryunosuke.

Oh, l'aveva detto lui che si annoiava.

"Assolutamente no." lo sentì ridere.

Dopo poco tornò seria, "Comunque questo annulla una delle due ipotesi che avevo in mente," sospirò, "Se hai già controllato i presenti... non ci resta che parlare tra noi."

"Ah sì? E qual era l'altra tua ipotesi?"

La Takeda gli lanciò un'occhiata perplessa, sollevando il sopracciglio. Non aveva capito quello che gli aveva appena detto o fingeva? Oppure... "No, non quello. Intendevo appunto controllare equipaggio e passeggeri." c'era l'ombra di un sorriso adesso.

Rimase in silenzio ancora un po', lei, annuendo alle informazioni ricevute mentre se ne tornava ad osservare il mare, "Bene..."

"Do fastidio se fumo?"

Lei aggrottò leggermente la fronte, "Solo un po'..." non ebbe il tempo di dirgli che non aveva importanza, tanto erano all'aria aperta e lei stava meglio, che lui spense subito la sigaretta.
Lo ringraziò e dopo un altro minuto di silenzio sembrò venirle l'illuminazione. "C'è una cosa che mi sono sempre chiesta... Una volta mi hai detto che potevi leggere la mente delle persone..." lo guardò con aria complice.

"Gneeee... È da un po' che mi viene difficile... Ma perché me lo chiedi?"

Lei annuì più come a pensare che ad affermare, sempre con quello sguardo astuto, "quindi non sei in grado di dirmi a cosa sto pensando."

A quell'affermazione poté vedere Kacchan che si concentrava, fissandola e corrucciando la fronte... anche se sfortunatamente non poté vedere il suo ex che faceva il cretino imitandolo.

Era curiosa, tristemente confusa per qualcosa e, inoltre, più lo osservava e più il ragazzo avrebbe sentito quello che la sua espressione controllata non esprimeva, qualcosa che lui in qualche modo, involontariamente, era riuscito a far riemergere e che lei non sentiva da tempo immemore.

"Se vuoi potrei farti parlare direttamente con lui..."

Fu inaspettato. Completamente. Non era quello a cui stava pensando. Era l'ultima cosa a cui stava pensando e la colpì come un fulmine a ciel sereno. Era evidente la sua sorpresa, come quella del fantasma del resto, almeno a livello emotivo. Sorpresa che lei espresse ammutolendo e sbattendo le palpebre tra un secondo e l'altro, come se stesse cercando di tornare al presente. "...cosa?" disse a fior di labbra, come se avesse un nodo in gola.

"Sì, insomma... Se vuoi parlare con lui, posso fare in modo che prenda in prestito il mio corpo, però..." lo fissò mentre lui si guardava intorno, "ok, questo non è decisamente ne il luogo ne il momento adatto per parlarne... Fa finta che non ti abbia detto nulla."

Non capiva che non era quello il problema. C'era una ragione se non gliel'aveva mai chiesto, per quanto tentata. Masaru sentì assalirla un senso di disagio e di colpa che tutt'ora la divorava, anche se non come un tempo, poiché era qualcosa che si trascinava da anni, che la vide ad aggrapparsi alla ringhiera e voltare altro lo sguardo.
Nemmeno Ryunosuke sembrava molto lieto e si grattava dietro la nuca con malinconia negli occhi, spostando più volte lo sguardo su entrambi, quasi a chiedere al giovane di fare qualcosa.

Qualcosa Kacchan fece, le diede un colpetto sulla fronte con le dita, cosa che la infastidì, riportandola forzatamente al presente, "non ci pensare. Abbiamo un incarico da portare a termine. Quando avremo finito ne riparleremo, promesso."

Il fantasma tuttavia non sembrava molto convinto, mentre lei, da quando lui aveva tirato fuori quell'argomento, era tornata neutrale, esternamente, reingoiando a forza tutto, neanche troppo piano in realtà, abituata a reprimere tutto con la sua solita seriosità.

"Ok, ora indovina a cosa sto pensando io."

Lei sospirò stancamente, tornando a guardarlo ancora seria, studiandolo in quel suo sguardo malupino.

"Dal tuo sguardo suppongo tu stia pensando a dove poterlo fare indisturbati, fosse anche negli abissi dell'oceano, e magari stai anche pensando a come potrebbe essere farlo sott'acqua... oppure... stai facendo di proposito quello sguardo per sviarmi..."

"Direi più per la seconda" difficile resistere a quell'occhiolino.

Già, resistere nel tirare un sospiro rassegnato, sollevando gli occhi al cielo e smettendo di ruotare per un momento quelle biglie. E qui ci si mise pure Ryunosuke con una faccia e un tono da perfetto deficiente: "Sempre detto io che Masaru e Musona sono sinonimi."

Masaru lo sentì ridere come un cretino e si guardò attorno, giusto per accertarsi di non avere attirato troppe attenzioni, anche se... le stava tornando l'ironia, pur non dandolo a vedere nel guardare di nuovo l'orizzonte.

"Chissà come saranno queste fantomatiche isole... Prima volta anche per te?"

La kunoichi annuì calma. "Ho avuto modo di documentarmi."

Alla fine di quella conversazione l'avrebbe ringraziato, non lasciando trasparire se per la cura infondatale o per la distrazione.
Le ore seguenti però non sarebbero state tranquille, non solo per il tempo, ma anche per il suo stomaco - di nuovo - e visto che Masaru stava cambiando colorito peggio di un camaleonte, forse era il caso di prendere quel rimedio, adesso, se non voleva diventare un arcobaleno ambulante.



Una volta scesi sulla banchina, mentre attendevano, la Jinton mise da parte lo stupore nel vedere gli abitanti locali e pensò di cogliere l'occasione per capire meglio gli indigeni, i loro gesti, gli atteggiamenti, il linguaggio, ma anche in che modo i loro interlocutori comunicavano con loro. Gli errori da non commettere e cosa invece avrebbero potuto gradire.
E l'attesa. L'attesa fu infinita. Tanto che rimasero da soli, loro, i pesci che sguazzavano lì vicino e la fauna locale.

Oook. Non era poi chissà che tragedia no? Dopotutto dovevano solo attendere.

"Senti un po', ma... Come riconosciamo il tizio che dobbiamo incontrare? Hai una sua descrizione, qualcosa..." il tono le suggerì poca pazienza da parte dello Yamanaka.

Ma chi voleva prendere in giro... ?

Dalla sua pazienza, persino Ryunosuke comprese che non gli sarebbe piaciuta la risposta, ma non disse nulla e non si fece accorgere, lasciando fare a lei.
Già, lei che nel momento in cui le venne chiesto, si trovò in conflitto con sé stessa. Scosse la testa, sospirando e sistemandosi gli occhiali - ops, portava le lenti - ma con fare più calmo e professionale di lui, "Soltanto di aspettarlo qui."

Abbassò la voce. "So che è molto dedita al suo lavoro, anima e corpo, e vista l'austerità non sembra affatto il tipo da giocare strani scherzi. Del resto non è la prima volta faccio qualcosa per lei e lei per noi..." fece una pausa, osservando circospetta i dintorni. Stava cercando di dirgli che si fidava di quella donna? Sì.
Era poco convinta? Abbastanza.

Ok, la reazione di lui fu inaspettata. Non troppo forse... ma neanche così sentita insomma. Rimase calma e seria, non lo guardò neppure, ma dietro quella calma lui avrebbe sentito come inizialmente era rimasta di merda, trattenendo la voglia di mandarlo a fanculo.

"Quindi adesso che facciamo? Restiamo qui? O torniamo indietro a comunicare al committente che il tizio non si è presentato?"

"Ha detto di attendere."

"Oh, bene, restiamo qui allora..."

"Se ti aspettavi qualcosa di più esaltante puoi sempre tornare a casa." gli disse lei perentoria.

"Odio la sciatteria sul lavoro, è ben diverso il discorso."

Trovò irritante il suo modo di spiegare ad altri gli errori commessi, inevitabile stavolta per lei non fulminarlo con lo sguardo. "Quindi adesso è colpa mia? Non ha voluto dirmi nulla su di lui."

"Sì, è un po' strano..." rifletté Ryunosuke tra sé e sé.

"Beh, sei tu che hai parlato col committente e sei sempre tu che non hai sufficientemente insistito per farti dare maggiori dettagli su come riconoscere il contatto. Sei in terra straniera, completamente ignara delle usanze locali, della lingua e della cultura del posto, se non per qualche nozione teorica di cui si potrebbe discutere dell'attendibilità. Al tuo posto mi sarei rifiutato di non avere le informazioni che chiedevo. Sai com'è, ci tengo alla pellaccia, e per quanto ne possiamo sapere, il tuo contatto può essere bello che morto!"

Sospira pesantemente, lo senti che sta ricacciando a forza tutte le peggio emozioni per mantenere la calma. "Probabilmente non lo sapeva neppure lei, trovo assurdo che non abbia voluto dirmelo nonostante le mie richieste. E' una Chunin molto attenta."

A una certa smise persino di guardarlo, per non dover sentire l'impellente desiderio di farlo volare in acqua, "Se tieni alla pelle puoi sempre tornartene indietro e lasciare fare a me."

"Certo, incosciente come sei, sono convinto che poi dovrò pure tenerti sulla coscienza..."

Ah. Quindi adesso gli interessava sapere se sarebbe rimasta in vita.

Ryunosuke scosse la testa, comprendendo le intenzioni visto che lui stesso ma guardandolo comunque irritato, "Non le sei d'aiuto così. Ormai siete arrivati alla meta."

Lo sguardo che Kacchan gli lanciò gli fece venire un brivido lungo la schiena, ma il fantasma, per quanto intimorito dal fatto che lui possa manipolare gli spiriti, questo non lo frenava dal dirgli ciò che pensava. Non disse altro semplicemente perché c'era la sua amica che lo stava già redarguendo.

Nel frattempo Masaru continuò a mantenere la calma, anche se c'era del sarcasmo nelle sue parole: "Va bene allora, visto che sei superiore a me sentiamo che idee avresti per trovarlo adesso."

Fu in quel momento che sentì, prima che vedere, il giovane avvicinarsi a lei, ma non lo guardò perché se lo avesse fatto era convinta che stavolta lo avrebbe seriamente fatto volare. "Tesoro mio, devo forse ricordarti che sono solo il tuo sottoposto? Mi hai assoldato tu per guardarti le spalle. Non posso mica riparare le uova che tu hai rotto nel paniere."

"Suvvia Baka-chan... Che ti aspettavi? Coccole e complimenti?"

"Io direi più... c o m p a t i m e n t i."

Queste le frecciatine di scherno che poteva udire sussurrate dietro le proprie orecchie, una a destra e l'altra a sinistra, e che richiamando a sé tutta la sua pazienza ignorò.

"Benissimo allora. Dubito che il nostro contatto sappia di te come mio alleato, l'ideale quindi potrebbe essere che tu ti nasconda, useremo l'effetto sorpresa in caso ci tenda qualche trappola o non sia colui che attendiamo."

Ma le seguenti parole lasciarono sorpresa la donna, che si chiese che problemi avesse e stavolta non riuscì a non voltarsi nella sua direzione. Seriamente, ma quanti anni aveva?

"Rose e spine per il vostro amore."

"Che in questi anni di distanza lui ti ha dimostrato col silenzio e con la supponenza."


"Litigare è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno adesso!" era grave adesso, lo fissò gelida e senza timore mentre le si avvicinava.

"Perché, stiamo litigando? Ti sto solo mostrando quali errori stai commettendo. E ora spera che nell'equipaggio ci sia qualcuno che parli la lingua locale."

Non mutò lo sguardo mentre lo osservava allontanarsi, soltanto dopo pochi istanti lo puntò altrove, riflettendo. Già, le stava mostrando i suoi errori: "come se tu non sbagliassi mai." sussurrò a fior di labbra quando fu fuori portava uditiva.
Fu quello l'unico sfogo che si concesse, dopo il quale ricacciò indietro qualsiasi pensiero o emozione inerente la sfera privata e si ancorò saldamente alla missione. Anche se... sicuramente quello di Kacchan non era stato un atteggiamento piacevole, ma a ripensarci...

"Con tutte le precauzioni che quella donna le ha suggerito... perché dovrebbe nasconderle un dettaglio del genere?" il fantasma era perplesso tanto quanto lei, nel riflettere ad alta voce.

Perché ignorarlo a priori? Credeva che si sarebbe presentata con il coprifronte in modo da farsi riconoscere? L'aveva messa alla prova?

"O forse Iwa ti vorrebbe morta."

Difficile negare che prima ancora che dalle sue illusioni, quel pensiero veniva da una piccola parte di sé che sapeva non ci sarebbe stato da sorprendersi, quella ancorata al passato e che malevola si arrampicava nei suoi pensieri, minacciando di crearle le peggiori paranoie e affossare la sua anima nell'idea che ogni volta che le cose sembravano andarle per il verso giusto...
Poi la sua espressione, la stessa di chi aveva trovato l'illuminazione a un dilemma, non senza malinconia.

"Alla fine ci sono riusciti..." non si accorse d'averlo sussurrato a fior di labbra, con occhi distanti persi chissà dove. Fu un batter di ciglia, dopodiché sembrò svegliarsi, strappò con una volontà indomita quelle supposizioni e si concentrò meglio sul presente, sui dintorni, su qualsiasi cosa meno che distrazioni.
Ryunosuke sembrò comprendere quello che intendeva e la osservò con eloquenza, ma contrario a quella possibilità.

Forse Satomi aveva avuto solo paura che sapendo l'aspetto o il nome di costui sarebbero andati a cercarlo, violando quindi un suo ordine. Satomi doveva certo esser sicura di sé, sapendo che probabilmente lui avrebbe fatto tardi di proposito, da solo, così da poterlo riconoscere, e viceversa, e non avere nessun altro ad osservarli o creare loro noie.
Sì, si disse che era la cosa più plausibile, al di là delle suddette.
Con un sospiro atto quasi a gettar via ogni distrazione e raccogliere la calma, la Takeda spostò il peso da una gamba all'altra, incrociando le braccia e studiando con minuzia il perimetro circostante, in attesa.

code © psiche


CITAZIONE
Uso psicologia, che ho al livello massimo.

Psicologia: 17
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  • Inviato il
    11/5/2021, 19:58
    ~Eldarius
 
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