Spedizione C - Polipi, Per Foxcatcher e L'King

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 26/7/2021, 15:45     +1   -1
Avatar

la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

Group:
Admin
Posts:
7,412

Status:


I tre Genin furono accorti. Fidarsi incondizionatamente del prigioniero, per quanto avesse promesso loro un aiuto per tornare a casa, non era decisamente una cosa da fare a cuor leggero. Erano dunque d'accordo sul prendere qualche altra informazione, e qualche garanzia che una volta finita quella storia non li avrebbe portati dritti in una trappola. L'indigeno non fece una piega, era consapevole dei dubbi che poteva avere quella squadra e si dimostrò piuttosto propenso a rispondere ai primi dubbi di Saito:

Indigeno - Voi avere grande forza. Voi muovere foresta, voi creare fuoco. Voi forti come demone che controlla tempesta, ma noi e voi insieme più forti di demone. Si riferiva chiaramente all'abilità di Giichi di manovrare le radici degli alberi per tenerlo bloccato, e all'arte del fuoco che Saito aveva utilizzato per accendere il fuoco. Agli occhi di un indigeno la cui cultura e formazione risultavano misteriose, potevano essere abilità divine, per quanto ne sapessero loro. Anche gli indigeni avevano dimostrato di poter controllare l'acqua, è vero, e senza dover nemmeno sciogliere i sigilli, ma quell'uomo forse non sapeva nemmeno che cosa fossero i sigilli, o il chakra.

A ogni modo, quando fu invece Giichi ad aprire bocca, gli occhi del prigioniero si illuminarono di fuoco ardente, di rabbia. Non lo lasciò nemmeno finire di parlare, interrompendolo a metà delle scuse: Guerriero agire con forza, guerriero vivere per forza. Umano che scusa non è guerriero. Nelle sue iridi c'era il volto dei suoi compagni caduti sotto la tempesta, sotto i colpi accompagnati dal vento dell'Uchiha che si era preso le loro anime, eppure a Saito aveva risposto, riconoscendone forse la leadership e la capacità di sopravvivere, mentre al Senju non riuscì più nemmeno a guardarlo. Era una cultura molto particolare quella dei Whanau Mango, sconosciuta e da scoprire, ma erano uomini che riconoscevano la forza, e forse non conoscevano che la lotta alla sopravvivenza. La pietà, la speranza, le scuse... per lui erano gli elementi che formavano una preda e non un cacciatore.

Quando si introdusse nel discorso anche Kyo, l'indigeno riuscì a calmarsi. Respirò e cercò di trovare una posizione più comoda per le mani, scavando tra i tralicci delle radici vincolanti, e rispose anche a lui: Voi finiti qui per sbaglio, mentre demone scelto. Lui rubato "sùil na stoirm" , Occhio di Tempesta, e usa questo contro noi. Noi recuperare occhio, vostra forza e nostra forza per vittoria.

Sembrava dunque che il vecchio avesse rubato loro qualcosa di grande valore, un artefatto talmente potente da scatenare e controllare una tempesta di quella portata. Era qualcosa di realmente possibile o si stava inventando una storia per liberarsi e spedire il gruppo in una trappola? I Genin avrebbero potuto supporre una risposta a quella domanda immediatamente, quando il prigioniero alzò lo sguardo prima verso Giichi, poi verso Saito, liquidando il primo con la tipica espressione che si riserva a un maiale scuoiato e fetente. La frase che seguì li avrebbe lasciati tutti pietrificati, ma in qualche modo sarebbe stata la prova della sua buona fede. Sarebbe stato improbabile che la sua gente accettasse gli eventi accaduti quella notte senza reclamare sangue in cambio, e sangue avrebbe infatti chiesto l'indigeno.

Indigeno - Lui consegnare a mio clan, in onore di miei compagni uccisi. Abilità è niente senza forza. Sua debolezza per nostra alleanza.

Osservò Saito dritto negli occhi: Tu conoscere forza, tu... fare scelta giusta.
 
Top
view post Posted on 27/7/2021, 06:45     +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
63
Location:
Hollywood

Status:


Pensato
Parlato

Mentre l'indigeno parlava, Giichi si fece pensieroso ancora una volta. Quando si riferì a lui in quella maniera però, i suoi ragionamenti si fermarono di blocco. Serrò la mascella, e lentamente, si mise la maschera in volto, e sempre con estrema, deliberata lentezza, si accertò che fosse fissata al volto accuratamente.

Nel frattempo, ascoltò il discorso del selvaggio fino alla fine, ogni singola parola che l'indigeno in ostaggio aveva da dire.

Quando ebbe finito, ed ebbe fatto quella sua proposta, Giichi si alzò in piedi, e si avvicinò al selvaggio. Lo guardava dall'alto in basso, in silenzio, e la maschera rendeva difficile capire cosa pensasse in quel momento.

Parlò, e pronunciò ogni singola parola alla stessa maniera in cui aveva indossato la maschera, con una deliberata, quasi esasperante lentezza.

"Mi sbagliavo Saito, avevi ragione tu. Potrai perdonarmi per avere dubitato del tuo giudizio?"

disse Giichi.

"Questo sacco di carne è completamente inutile."

E finito che ebbe di parlare, sferrò un calcio in faccia al selvaggio. Poi cominciò a prendere a calci tutto il resto del corpo che era scoperto, cercando di colpirlo dove avrebbe fatto più male, volto, gola, stinchi.

"COSA TI CREDI SACCO DI SPAZZATURA!? E' COSI' CHE VI DIMOSTRATE GRATI SU QUESTO SASSO SCHIFOSO CHE CHIAMATE ISOLA!? HUH!?"

Stette attento a non colpire le radici che lo trattenevano, per evitare che cedessero o si indebolissero.

Sia che gli altri avessero tentato di fermarlo, sia che lo avessero lasciato fare, una volta finito, Giichi avrebbe continuato a inveire contro l'indigeno.

"Onore dei tuoi compagni? Quale onore? Sono stati uccisi come cani, da dei ragazzini! Dovresti vergognarti di appartenere alla loro stessa razza stupido cane! E' evidente che a uno come te non importi niente della pace, che neppure sappia cosa sia!!!"

Dopo quello sfogo, il suo respiro dietro la maschera si fece più regolare, e il suo corpo si rilassò.

"Va bene. E' questo che proponi? Se dici che i miei compagni così saranno salvi, allora, va bene. Ma c'è una condizione, e a meno che questa non venga rispettata, non muoverò un muscolo per fare quello che dici."
 
Top
view post Posted on 27/7/2021, 10:55     +1   -1
Avatar

Group:
Konoha
Posts:
977

Status:


Saitō Uchiha
11 y.o. / Genin / Konoha






Narrato, Pensato, Parlato,





"Tu conoscere forza, tu... fare scelta giusta."

Suo padre sedeva sui talloni. La veste nera, con ricamato il ventaglio bianco e rosso, ricadeva severa sulle spalle curve. Nella stanza, un silenzio sacrale era arrivato a permeare le pareti, dopo che le leggende sulle origini del clan erano state raccontate e sviscerate.
Dal presunto capostipite, alla rivalità con i Senju ed infine con gli Hyuga, passando per gli anni delle guerre mercenarie e la fondazione del Villaggio Nascosto della Foglia.
Soltanto i dettagli più cruenti e pericolosi erano stati taciuti, rimandati ad un momento futuro.
Ma la storia così tramandata aveva giá cominciato a formare il futuro shinobi che Saitō sarebbe diventato.
Fedele al clan, leale al villaggio, convinto che in un mondo di guerrieri solamente la forza poteva garantire la pace e tenere al sicuro le persone che amava.
Quella linea di pensiero che lo aveva spinto ad allenarsi senza sosta, graduarsi anticipatamente all'accademia e mettere da parte ogni infantilità.
Quell'intima ambizione e forse necessità, di diventare il più forte fra gli Uchiha.


Saitō si alzò, afferrando la spalla di Giichi e trattenendolo dall'infierire oltre sul prigioniero. Le bocca serrata non aveva ancora pronunciato parola, ma nelle iridi nere vi era la determinazione a spegnere sul nascere quella perdita di controllo, quell'esplosione comprensibile ma inutile di rabbia.

"Abilità è niente senza forza"
Un altra insospettabile verità, dal significato più ampio di quanto quelle semplici parole potessero intendere. La forza che deriva dall'addestramento e dalla disciplina, la forza di fare la scelta difficile, di fare dei sacrifici per un bene superiore.
Una verità che però non trovava posto in quel luogo ed in quel momento.
Non si stava parlando della salvezza del villaggio o del clan, ma solo della loro.

<< Ho tracciato le impronte del vostro passaggio nel bosco per trovarvi. >>

L'uchiha stava ora osservando l'indigeno.

<< Ho deciso di uccidere i tuoi compagni per salvare i miei, rischiando la vita nel farlo. E tu credi che ora sarei disposto a sacrificare uno di loro per un alleanza con il tuo popolo? E questo per aiutarvi ad uccidere un vecchio che non riuscite a fermare da soli con la speranza che poi ci aiutate a ritornare a casa? >>

Lasciò quelle domande in sospeso, senza aspettare realmente una risposta, per poi ritornare a sedersi vicino al fuoco.

<< Cerchiamo il naufrago, forse è da lui che possiamo ricevere aiuto. Quando ci avremo parlato decideremo cosa fare. E no Giichi, non ti consegneremo agli indigeni. >>

Disse, per poi chiudere gli occhi.
Aveva bisogno di riposare prima di mettersi nuovamente in marcia.













 
Top
view post Posted on 31/7/2021, 10:15     +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
5,137
Location:
Dietro di te

Status:


All'inizio il Nara ascoltò il discorso dell'indigeno con aria decisamente interessata: stava proponendo loro una via d'uscita non particolarmente apprezzabile, ma comunque migliore del piano che stavano per mettere in atto. Ma man mano che si approfondiva la questione, il suo volto mostrava sempre più un'espressione incredula.
Mentre ancora stava ragionando sulla prossima mossa, accadde tutto insieme. La frase lanciata dall'indigeno a Giichi, la maschera, il pestaggio.
Kyo rimase impietrito ad osservare: stavolta non perchè non aveva il coraggio di agire, ma perchè genuinamente gli mancavano le parole per mettere a tacere quel nuovo conflitto. Sembrava che ogni minuto trascorso sull'isola tirasse fuori le parti più oscure dell'animo delle persone, come una sorta di maledizione che poteva aver colpito anche la tribù di indigeni e il vecchio matto. Pareva che fossero usciti tutti di testa, tra la schizofrenia del vecchio, l'apparente doppia personalità del Senju o l'uomo che blaterava di forza e tributi di sangue. O forse, era solo la vera natura degli esseri umani che emergeva nei momenti di disperazione.
La risposta glaciale di Saito, come al solito, arrivava dritta al punto. Non avrebbero abbandonato Giichi sull'isola, ovviamente: fare finta di consegnarlo era un altro discorso, ma se davvero pensava di fare un gesto nobile offrendosi volontario allora Kyo non poteva fare a meno di fermarlo, perchè era una gran bella cazzata. Il Nara si affiancò all'Uchiha nel tentativo di trattenere Giichi, se avesse continuato nella sua personale aggressione.

Per quanto fino a quel momento si fosse sentito alle strette, privo di vie d'uscita da quella situazione, ecco che l'indigeno aveva involontariamente aperto loro una nuova strada. Agli occhi del Nara, il pazzo era appena diventato la loro migliore scommessa per andarsene, in un modo o nell'altro.

Che sia per consegnarlo a loro, che sia per stringere un patto con lui, a questo punto credo che la nostra prossima tappa sia obbligata. L'idea di avere di nuovo a che fare con quel pazzo allucinato non mi fa impazzire, ma se la vita ti dà dei limoni... beh, sapete come si dice.
Saito, so che la tempesta probabilmente ha cancellato tutte le tracce, ma pensi di avere un'idea di come rintracciarlo?


Era decisamente improbabile che fossero rimasti segni del suo passaggio, devastati dalla pioggia scrosciante, ma magari quando l'Uchiha aveva visto tutta l'isola dall'alto aveva potuto notare qualche possibile luogo in cui l'uomo si fosse potuto rifugiare. Anche se l'indigeno aveva detto che poteva controllare la tempesta, questo non significava che fosse impermeabile o altro o che non avesse bisogno di mangiare e dormire. Doveva avere un minimo di accampamento da qualche parte in quel fazzoletto di terra.
Una volta che la tempesta fosse terminata, sarebbero partiti all'esplorazione: anche il Nara avrebbe accettato di buon grado un po' di riposo, provato dagli eventi della giornata.

Ma prima, si concesse una soddisfazione. Avvicinandosi all'indigeno ancora a terra coperto di lividi, si piegò sulle ginocchia abbassandosi. La sua non era una provocazione o un insulto, nè tantomeno una sfida. Solo una semplice constatazione oggettiva dei fatti.

Non so se lo hai visto, ma Giichi ci ha protetto da una bomba lanciata dal tuo amico. Ancor prima che arrivaste, ha combattuto contro il tipo dei polipi, il demone come lo chiamate voi. Non ha mai perso la speranza, fin dal principio. E tutto questo, senza ricorrere a sporchi trucchetti quali campanellini illusori.
Considerando che sei tu quello legato, io ci avrei pensato due volte prima di mettere in dubbio la sua "forza", e non solo quella fisica.


Edited by SilverSoul69 - 31/7/2021, 22:12
 
Contacts  Top
view post Posted on 3/8/2021, 17:58     +1   -1
Avatar

la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

Group:
Admin
Posts:
7,412

Status:


Erano tre personalità completamente diverse. Da un lato il pragmatico e riflessivo Saito, dall'altro l'instabile Giichi, con nel mezzo un ancora confuso Kyo, alla ricerca del vero se stesso alla luce degli ultimi avvenimenti. Le parole dell'indigeno avevano scosso tutti, in un modo o nell'altro, ma fu proprio il Senju ad abboccare alla provocazione, cominciando ad infierire sul corpo incatenato del prigioniero. Quel ragazzo era stato l'unico ad implorare un compromesso pacifico tra le parti, e a scusarsi per il conflitto avuto con la sua gente, ma era stato anche colui che aveva sbraitato senza ritegno contro un uomo che non poteva controbattere. Era quella la debolezza di cui si stava parlando, scandita da ogni calcio che il Genin stava portando a segno. L'Uchiha intervenne prima che fosse troppo tardi, fermando il compagno e scegliendo accuratamente le parole: non faceva una piega, se fino a quel momento era arrivato a sporcarsi le mani di sangue, lo aveva fatto proprio per salvaguardare i suoi compagni. Non avrebbe mai destinato uno di loro a morte certa, né gli era mai balenata l'idea per la mente. Eppure dovette ammettere a se stesso che quello che aveva sentito corrispondeva alla verità: lasciare Giichi a briglia sciolta, con quel comportamento ambivalente, li avrebbe fatti ammazzare tutti e tre. Quanto al Nara, aveva invece fatto un discorso più specifico, mettendo sul piatto i fatti e ciò che di buono aveva fatto il compagno fino a quel momento. Poteva davvero essere considerato debole uno shinobi capace di quelle arti, utilizzate con cognizione e freddezza? L'indigeno, dopo aver tossito i grumi di sangue che i calci gli avevano provocato, concesse un'ultima occhiata proprio a Kyo, scuotendo lentamente il capo e chiudendo gli occhi come per rassegnarsi all'idea che mai avrebbero compreso il suo discorso, non se nemmeno davanti a quella reazione infantile e folle erano riusciti a prendere la decisione giusta.

Indigeno - Spero che mare avere pietà di vostre anime.

Non disse altro e non lo avrebbe fatto, neppure se avessero continuato a interrogarlo, neppure se lo avessero torturato. Non avrebbe mai più aperto bocca, pronto a morire se così il gruppo avesse deciso. Passò in quel modo la notte, lasciando infine spazio a un'alba che timidamente si insinuò tra le nubi finalmente diradate. La tempesta era passata, almeno per il momento, ma qualsiasi tipo di traccia doveva essere stata polverizzata da quella potenza distruttiva. Trovare il vecchio in quel modo, senza aiuti e completamente da soli, sarebbe stata un'impresa impossibile. Eppure, inaspettatamente, erano loro che sarebbero stati trovati...


Fu Saito ad accorgersene, notando con lo Sharingan una massa di chakra spostarsi velocemente tra gli arbusti che circondavano l'esterno della caverna. Avvicinandosi per capire a chi appartenesse quell'alone di energia, avrebbe notato una figura appollaiata sulla cima di un albero, sopra uno dei rami più spessi. Sembrava piuttosto inverosimile vederlo lì, a suo agio e perfettamente integrato con fauna e flora dell'isola, soprattutto dopo una tempesta di quella portata, ma era davvero lui, non c'erano dubbi. Lasciò cadere uno dei suoi polipi dall'alto dell'albero, lasciandolo spiaccicare al suolo: il gruppo poté vedere lo sguardo affranto dell'animale costretto a quei folli salti senza aver la possibilità di opporsi.

Vecchio - Volevo capire se eravate veri. Rivolse la frase ai Genin, riferendosi a quello che aveva appena fatto. Che cosa ci faceva lì? Che cosa voleva da loro?

Vecchio - Comunque io non ero d'accordo ma loro hanno insistito, maledetti! Aveva ancora con sé quel suo bel cesto pieno di roba mobile e organica - Vi dirò dove trovare le loro barche per andarvene dalla mia isola, ma non dovrete rimanere un attimo di più! Dopo questo... saremo pari, sì, pari. Va bene così? L'ultima domanda la porse voltando la testa verso il cesto, come se l'avesse posta a qualsiasi cosa ci fosse lì dentro. Quindi continuò, indicando con il braccio verso Est.

Vecchio - Troverete le barche in quella direzione. Dopo lasciatevi guidare dal vento e dalla corrente, e attraccherete da qualche parte nel Paese delle Paludi, nel vostro continente. Da lì, sono fatti vostri!

Ho dato per scontato che tutti e tre uscite a parlare con il vecchio, ma liberi di organizzarvi diversamente se volete. L'importante è che almeno uno esca. A voi!
 
Top
view post Posted on 3/8/2021, 23:47     +1   -1
Avatar

Group:
Konoha
Posts:
977

Status:


Saitō Uchiha
11 y.o. / Genin / Konoha






Narrato, Pensato, Parlato,





La notte era passata, e così la tempesta, scandita da un sonno irrequieto fatto di paure, innocenze perdute e flebili speranze.
Saitō aprii gli occhi su un alba bavosa, affacciata sull'isola che finalmente non era più in balia delle nubi e del temporale. I suoi compagni avevano probabilmente sofferto lo stesso sonno tutt'altro che riposante e mentre lui muoveva i suoi passi fuori dall'antro cavernoso che gli aveva ospitati, loro ancora si rigiravano nei loro giacigli improvvisati, non distanti dal prigioniero che sembrava essere crollato, vessato nel corpo e nello spirito.
Le sue parole ancora si rigiravano fra i pensieri dell'uchiha, che stava distrattamente riflettendo sul comportamento del senju.
Lo aveva sorpreso con la sua abilità nel ninjustu e con la sua prontezza, così come era rimasto deluso dal fatto che non avesse compreso le motivazioni dietro il brutale salvataggio ed infine l'immaturità difronte ad una mera provocazione.
Doveva crescere, o il mondo ninja lo avrebbe fagocitato.
Scacciò quei pensieri, concentrandosi sull'esterno della vegetazione, sia per assicurarsi che nessuno li avesse trovati, sia per vedere se poteva ancora trovare qualche traccia, come aveva suggerito Kyo.
Non ci mise molto a realizzare che l'acquazzone aveva cancellato ogni segno del passaggio di chiunque, e che l'unica opzione sarebbe stata ritornare alla spiaggetta su cui si erano risvegliati.
Il mistico potere dello sharingan mutò le sue iridi scure, disegnando tre tomoe su un profondo rosso brillante, mentre il mondo si mostrava con nuovi dettagli e la traccia chiara e definita di una fonte di chakra appariva fra gli alberi.
Sorpreso ed allarmato si ritrovò ben presto con la mano alla spada mentre la figura irreale del "vecchio demone" faceva mostra di se nel suo modo unico e pittoresco.
Le sue parole arrivarono come acqua dopo tanto sole, toccando un sentimento rimasto in disparte in quelle prime ore del mattino.
Il desiderio di tornare a casa.
La missione era stata un fallimento, o meglio, ne anche era iniziata.
Aveva ucciso per la prima volta e si era messo a confronto con mentalità vicine eppure così diverse, rivelando quelle intrinseche differenze che vi erano fra i clan che componevano il Villaggio della Foglia. Ogni addestramento, ogni racconto del padre, ogni lezione degli zii , erano servite a tramandare il retaggio di un clan con radici antichissime, che si distingueva per il potere della sua doujustu e per l'abilità nell'arte della guerra. Saitō aveva portato quello con se sull'isola. Aveva sfruttato i suoi occhi, le sue conoscenze esplorative e quando vi era stato il bisogno di versare del sangue, lo aveva fatto.
Ma il senju ed il nara?
Le sfaccettature emotive erano celate come era costume, dietro efficienza, attenzione al dettaglio e meticolosa disciplina. Eppure essere animavano il suo cuore come quello dei compagni. Anche se pezzetti di quello che era si andavano perdendo man mano che l'oscurità del mondo ninja imprimeva il suo lascito, era rimasto focalizzato sul suo obbiettivo.
Aveva intrapreso quel viaggio animato dal desiderio di migliorarsi, eccellere, diventare il migliore. Ambizione che nasceva dalla volontà di proteggere il clan e Konoha, la sua casa.
La stessa volontá che aveva guidato la sua mano contro gli indigeni che avevano rapito Kyo e Giichi.
La stessa che ora gli suggeriva di accettare la mano tesa del vecchio.
Dovevano lasciare quell'isola finché ancora potevano.
Annui lentamente in direzione del naufrago, per poi voltarsi verso gli altri con sguardo diviso fra domanda ed esortazione.














 
Top
view post Posted on 9/8/2021, 23:33     +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
5,137
Location:
Dietro di te

Status:


Prima ancora del vecchio, Kyo riconobbe il polipo. Solo vedere quella creatura molle spalmata sul terreno fu sufficiente a fargli venire i brividi lungo la schiena. Avrebbe avuto un fottuto trauma da polipi alla fine di quella missione. E considerando com'era iniziata, sarebbe già stato fortunato che ci fosse una fine.
Rimase pietrificato alla sua apparizione, troppo all'erta per fare altro che non fosse appoggiare lentamente la mano sull'elsa della katana. Però il vecchio non pareva più ostile nei loro confronti, come se qualcuno -i polipi- o qualcuno -la sua schizofrenia- lo avesse convinto a lasciarli andare. Anzi, si propose persino di indicare loro le barche degli indigeni.
Immediatamente lo sguardo corse a Saito e Giichi. Sai, nel caso tutt'altro che remoto che uno dei due saltasse alla gola dell'uomo con intenti omicidi: a questo punto aveva imparato che doveva essere pronto a tutto, sia riguardo la situazione e l'ambiente circostante sia riguardo i propri compagni.
No vabbè, in particolare voleva vedere cosa ne pensassero loro.
L'Uchiha sembrava intenzionato ad accettare, Kyo invece aveva qualche riserva. O meglio, aveva tutta l'intenzione di accettare a sua volta: non avrebbe mai rifiutato o contestato la possibilità di andarsene dall'isola. L'idea di tornare a casa con un fallimento come prima missione gli avrebbe lasciato un po' di amaro in bocca, ma del resto... il naufragio non era stata colpa loro. Se non fossero finiti su quella dannata isola sarebbe andato tutto liscio. O almeno così gli piaceva pensare.

Anche lui avrebbe fatto un cenno di assenso con la testa senza aggiungere altro, stranamente di poche parole in una situazione tanto delicata.

Durante l'eventuale tragitto, se ne avesse avuta l'occasione, però, avrebbe chiesto al vecchio pazzo la sua versione della storia riguardo i conflitti tra lui e la tribù: aveva sentito solo il punto di vista dell'indigeno e la menzione del misterioso artefatto lo aveva incuriosito. Magari, se fosse riuscito a discernere quacolsa di rilevante tra le parole deliranti dell'uomo avrebbero potuto considerare la spedizione non un completo disastro.
Ma... a proposito dell'indigeno? Cosa avrebbero dovuto fare? Un po' confuso, il Nara guardò gli altri due come a chiedere suggerimenti: se nessuno avesse avuto proposte migliori, Kyo lo avrebbe imbavagliato e lasciato da qualche parte così che non venisse trovato se non dopo che i ninja avessero già tolto del tutto le tende.
 
Contacts  Top
view post Posted on 17/8/2021, 16:41     +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
63
Location:
Hollywood

Status:


Parlato
Pensato

Dopo essere stato fermato, Giichi si ritirò in un angolo, con uno sguardo cupo, a prendere profondi respiri per calmarsi. Se non l'avessero fermato, avrebbe picchiato il vecchio fino ad ucciderlo, o finchè la rabbia e la frustrazione che provava non si fossero esaurite. L'idea lo spaventava, e odiava perdere la testa a quel modo, ma non capiva le parole dell'indigeno. O forse invece dava loro troppo peso. Una provocazione? In una situazione del genere? Non gli importava di quello che pensavano gli altri, perchè sapeva, credeva di sapere, cosa gli altri pensavano di lui ormai, e dei suoi scatti. Ma l'indigeno se l'era andata a cercare, non pensava che si meritasse un trattamento del genere, ma se l'era proprio andata a cercare, questo si ripeteva ossessivamente Giichi, mentre cercava di dare un senso alle sue azioni di pochi secondi prima.

Ma la sua mente era ancora annebbiata dalla rabbia, ed era difficile pensare lucidamente al passato, e decise di fare uno sforzo per concentrarsi sul presente, e su un eventuale futuro.

"Niente aiuto dagli indigeni... Cosa possiamo fare ormai? Rubare le barche? O cercare di nuovo il vecchio...?"

Pian piano, mano a mano che i suoi pensieri si spostavano da come si sentiva a che cosa avrebbero potuto fare, la sua mente si faceva più lucida.

Una piccola parte di sè ammise una verità un po' scomoda: non ci sapeva fare granchè con le persone. O meglio, finchè si trattava di quattro chiacchere non troppo impegnative, se la cavava senza problemi. Ma qualunque cosa potesse ferirlo anche solo superficialmente, lo colpiva nel profondo.
Bastava davvero poco per farlo scattare, e controllarsi non era così semplice per lui.

E come si suol dire, parli del diavolo...

Annunciato dal flaccido suono di un corpo molliccio che tocca il suolo, il vecchio pazzo dei polpi si mostrò al gruppo di Genin, con una proposta.

"Un patto con il diavolo..." pensò Giichi mentre ascoltava le parole del vecchio.

Ma in fondo non importava più. Aveva perso ogni simpatia nei confronti dei selvaggi che abitavano in quei luoghi. Non gli importava più di sistemare le cose. Quello che avevano fatto era un disastro senza vie d'uscita. Ammetterlo era un modo ancor più corretto e sensato di assumersene la responsabilità. Non c'erano più vie di fuga, se non abbandonare quell'inferno in cui erano capitati.

"Ben venga la vergogna di avere fallito. Non cambierà granchè il modo in cui già mi vedono nel clan..."

I suoi pensieri si erano fatti scuri e spessi come un banco di nubi temporalesche. Forse avrebbe dovuto cominciare ad assomigliare un po' di più a Saito. Lo aveva già pensato durante la prima missione che i due Genin avevano svolto insieme, e il pensiero tornò a farsi vivo, perfino più forte.

"Anche Kyo... è un ninja migliore di me... migliore di qualunque ninja io possa mai diventare..."

Ma pensando a Kyo gli ritornarono in mente le parole che aveva detto per difenderlo dagli insulti dell'indigeno. Forse non era tutto lì, forse aveva ancora la possibilità di migliorare, se solo si fosse impegnato maggiormente. Il suo modo di gestire la rabbia e la frustrazione che provava nei confronti degli altri era sempre stato quello di isolarsi quando non era strettamente necessaria la sua presenza.
Ma forse c'erano altri modi. Quelle ultime missioni lo avevano aiutato a capirsi meglio, e perchè no, se ce ne fossero state delle altre, le cose sarebbero potute andare meglio, sempre di più, e forse un giorno chissà, sarebbe riuscito a vedere il mondo e le persone in modo diverso... Perfino Saito, aveva deciso di non consegnarlo agli indigeni in fondo. Forse non era davvero tutto nero come lo vedeva...

Ripensò alla situazione, e a quello a cui aveva pensato poco prima "Un diavolo che fa un patto con un altro diavolo..." trattenne un sorriso storto, più sarcastico che divertito.

Giichi rispose allo sguardo di Saito annuendo a sua volta, con determinazione. Non potevano più fare nulla in quel luogo. Era giunto il momento di tornare a casa.

Nel caso non si capisse, la cosa del "diavolo che fa un patto con un altro diavolo" è perchè Giichi, per via delle maschere da oni e del suo carattere di m***a in accademia veniva a volte chiamato Diavolo di Legno (c'è in background del personaggio sta cosa)
Giusto per chiarire eventuali dubbi!
 
Top
view post Posted on 17/8/2021, 18:51     +1   -1
Avatar

la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

Group:
Admin
Posts:
7,412

Status:


Accettare. Che altro potevano fare? Continuare a scavare in fondo a una storia che li aveva già messi così a dura prova? Avrebbero potuto farlo, certo, ma c'era stanchezza, fin troppa giunti a quel punto. Quella che avevano vissuto non era una fatica fisica, quanto più mentale: rendersi protagonisti e testimoni di un massacro, che fosse di gente che se lo meritasse o meno, era un passo fondamentale per ogni shinobi. Eppure quel giorno sarebbe arrivato prima o poi, che lo avessero voluto o meno. Quanto alla spedizione in sé, che si era complicata immediatamente a causa del tifone, si era dimostrata un totale fallimento. Non avevano scoperto il segreto dietro ai disastri climatici, non avevano scoperto l'identità del vecchio pazzo, e avevano lasciato in vita uno dei testimoni degli omicidi che avevano commesso. Dopo aver accettato l'aiuto del vecchio infatti, i tre Genin cominciarono la marcia di ritorno verso Konoha, lasciando l'indigeno nel casolare, dimenticandosene forse a causa degli eventi improvvisi, dei pensieri che infuriavano nelle loro menti, durante una scoperta di loro stessi che si era dimostrata difficile e dolorosa. Non ci erano riusciti, avevano ceduto agli eventi, avevano mollato la presa, arrendendosi senza considerare tutte le varianti, senza riflettere su ciò che le loro azioni avrebbero potuto comportare per l'intero villaggio della foglia. Tra misteri e domande lasciarono in questo modo la piccola isola dei "Polipi", con sulla coscienza almeno due vita infrante, più una terza che, se fosse sopravvissuta, non avrebbe perso l'occasione di reclamare il sangue di chi li aveva sfidati, uccisi e umiliati.

Eppure non era andata perduta ogni cosa: erano sopravvissuti con una storia da raccontare, e lo avevano fatto insieme.


Ragazzi, la spedizione è conclusa. Avete deciso di tornare a casa e per quanto possa essere una scelta condivisibile per tutta una serie di motivi, avete tralasciato gli obiettivi e i misteri che vi si erano parati davanti. Poteva essere una storia più grande di voi, quindi la scelta di tornare per riorganizzare una squadra più preparata e con più informazioni può sicuramente rivelarsi vincente, nonostante il buco nell'acqua. L'unico vero errore che mi sento di attribuirvi è quello di aver sottovalutato il destino dell'indigeno che avevate prigioniero. È stato un dettaglio preso estremamente sotto gamba da tutti e tre, e alla fine ve ne siete completamente dimenticati. Eppure lasciare in vita un uomo testimone di quello che avete fatto ai suoi compagni, che conosce i vostri simboli e che ha subito delle umiliazioni, è stata proprio una svista grossolana e che avrà senz'altro delle conseguenze. Poi certo, per quanto ne sapete, il vecchio magari lo ha ammazzato appena siete andati via, ma chi può saperlo? Il non esservene assicurati, nonostante tra l'altro i miei avvertimenti anche in via privata, fa calare ovviamente la valutazione sulla strategia.

Catcher:

Role:
Un pg solido, coerente, che agisce per impulsi ma che rimane sempre estremamente freddo e pragmatico. Tanta roba, forse troppa per un Genin, ma questo dovrà capirlo da solo cercando di ridimensionarsi.
Voto: 10

Scrittura:
Il tuo stile è molto godibile, scorrevole, ma presenta anche dei periodi più ricercati che fanno sempre piacere a un lettore, soprattutto se non sono forzati e insistenti fino alla nausea. Unico neo? Alterni momenti di forma sublime a momenti spompati, come un calciatore bosniaco qualunque. Alcuni post sono veramente, VERAMENTE, corti e per quanto io sia il primo che preferisce un post corto ma pieno di impatto che uno lungo e stracolmo di ripetizioni e digressioni inutili, in alcuni casi si è quasi sfiorato il by chat in terza persona, esagerando un po'. Insomma, non posso consigliarti niente in merito, ma quei post in cui sei meno ispirato o in cui hai poco da scrivere, cerca di sfruttarli per tirare fuori altro dalla situazione, si può sempre fare e hai le capacità per farlo.
Voto: 8

Strategia/Approccio:
Allora, per quanto nel roleplay abbia lodato il tuo agire d'impulsi e il tuo essere pragmatico, non posso considerare una scelta strategica "ottima" quella di attaccare alla cieca tre indigeni, di cui tra l'altro non aveva nessuna informazione. Per quanto ne sapesse Saito, potevano essere tre Jonin che lo avrebbero polverizzato dopo il primo fendente. Che è una Spedizione C lo sappiamo noi, ma un ninja deve sempre valutare bene l'avversario prima di lanciarsi a capofitto, qualsiasi sia il fine. Poi è andata bene per fortuna, ma ciò non cambia l'approccio opinabile. Da apprezzare invece il comportamento verso il compagno, davanti alla proposta di consegnarlo in cambio di aiuto. Per il resto tu come gli altri, soffrirai un malus al voto a causa dell'indigeno dimenticato. Voto: 5,5

Voto totale: 8-

L'King:

Role:
Già, il roleplay. Qui fatico a dare una valutazione, perché inizialmente pensavo che gli sbalzi d'umore improvvisi fossero una gestione poco lucida del pg davanti a situazioni critiche, ma col tempo mi son reso conto fosse un vero e proprio disturbo di cui Giichi è afflitto. È instabile e più di una volta ha rischiato di causare un macello a causa della sua mancanza di nervi saldi, tutto il contrario dei suoi compagni. Voglio continuare a seguire la sua crescita, per comprendere quanto a fondo questo problema verrà approfondito. Per il momento,
Voto: 8

Scrittura:
Scrittura semplice, scorrevole, che si adatta alla perfezione al tuo stile di narrazione. Anche tu a volte hai trascurato qualche post di troppo, ma meno di Catcher. Tra pregi e difetti che vi siete passati in maniera complementare, prendi il suo stesso voto: 8

Strategia/Approccio:
Bene e male, come la sua duplice personalità. Quando la testa calda prende il sopravvento si va a fare le stronzate, ma neanche la testa lucida sceglie sempre bene che cosa fare... o dire. C'è però l'ottimo utilizzo delle arti di clan, precise e puntuali quando c'era da difendere il gruppo dalla bomba, e intelligenti quando ci si è trovati a dover "imprigionare" l'indigeno. Prenderlo a calci invece, per quanto giustificabile di role, è una scelta d'approccio che può portare a conseguenze... soprattutto se ci si dimentica di decidere la sorte di un testimone oculare di plurimi omicidi. Anche provare a giocarsi la carta dell'alleanza contro un prigioniero che ha visto i suoi alleati venire fatti a pezzi davanti ai suoi occhi non è stata una grandissima idea. A ogni modo, malus ulteriore anche per te per il destino dell'indigeno.
Voto: 5,5

Voto totale: 7

Silver:

Role:
Questo è il pg che mi ha fatto godere di più dal lato del roleplay e della crescita caratteriale. Se da una parte abbiamo un Saito già ferreo nelle sue convinzioni, e da un altro un Giichi confuso e vittima dei suoi problemi di autocontrollo, qui abbiamo invece uno shinobi alle prese con la scoperta di una cruda realtà: la morte. La maniera con cui ha conosciuto la morte e il modo con cui si è relazionato con lei, con paura e fragilità, è stato davvero notevole. Tornerà a Konoha diverso, più maturo e consapevole, ma forse anche con delle maggiori paure.
Voto: 10

Scrittura:
La più equilibrata delle tre. Sei stato sicuramente il più costante, riuscendo a mantenere un certo buon livello per tutta la durata della missione, anche nei post "meno ispirati" se così possiamo dire, ed è una cosa da premiare. Scrittura pulita, anche questa ben scorrevole e che si integra alla grande con il punto di vista di Kyo.
voto: 9

Strategia/Approccio:
Sei stato sempre nelle retrovie, agendo sulle conseguenze di ciò che combinavano i tuoi compagni. È una precisa e coerente scelta di role, è ovvio, ma sarebbe stato un attimo sbagliare e finire col ripetere azioni e discorsi già affrontati prima da Saito e Giichi. Invece Kyo è riuscito a distinguersi ugualmente e a essere lucido quasi sempre, agendo poco d'iniziativa ma non sbagliando mai le scelte di raccordo tra una sequenza e l'altra. Sono una persona che sa benissimo che gli errori li fa chi agisce e si prende le responsabilità, ma è anche vero che chi non agisce perché è consapevole di poter sbagliare, sta agendo a sua volta. Il tutto poi è coerente con il role del pg, quindi hai trovato una buona quadratura. Male malissimo anche per te a causa dell'indigeno. Voto: 7

Voto totale: 8,5


Ricompense (Già comprensive del Bonus del 20% della Spedizione):

Catcher: 1302 Exp

L'King: 1176 Exp

Silver: 1428 Exp

Nessuna ricompensa in Ryo, la Spedizione in sé è fallita. Buon ritorno a Konoha!

Ps. Ultimo post per voi per il rientro, totalmente libero. Ovviamente è troppo tardi per tutto ciò che riguarda indigeno, vecchio ecc.

Ricordatevi di postare anche voi le valutazioni al mio operato! E a quello di Cele, per la pagina fatta.

Ci si becca!
 
Top
view post Posted on 18/8/2021, 01:02     +1   -1
Avatar

Group:
Konoha
Posts:
977

Status:


Saitō Uchiha
11 y.o. / Genin / Konoha

<span style="display:block;font-family: times; font-size: 16px; text-align: justify; margin-right:25px; margin-left:25px">






Narrato, Pensato, Parlato,





Era stato un viaggio lungo e silenzioso.
Spogliati come erano di ogni energia, ogni disillusione, ogni infantilismo.
Si erano aggrappati alla barca come si fa con la fede, un tuffo di speranza mentre lasciavano l'isola per il mare.
Si lasciavano alle spalle segreti non svelati, storie non comprese, situazioni irrisolte e portavano invece con loro il peso di quello che avevano vissuto e le inconsapevoli conseguenze delle proprie azioni.
Saitō dal canto suo, soffriva per il tempo perso, i risultati mancati, eppure non aveva dubbi su come aveva agito.
Aveva abbracciato quel primo sangue versato con sofferenza ma determinazione. Già da tempo aveva maturato la consapevolezza di cosa significasse diventare shinobi e quel momento non lo aveva colto impreparato, non del tutto almeno.
Sorprendente per lui invece, era stato conoscere meglio i suoi compagni, dalle loro abilità ai loro caratteri, specchio delle diversità che si miscelavano all'interno dei confini del Villaggio Nascosto della Foglia.
Volente o nolente quell'esperienza aveva creato un legame. Pensava a questo, mentre lungo il tragitto osservava i volti cambiati del Nara e del Senju. I loro lineamenti induriti, segnati dal sole e dalle disavventure. Un senso di cameratismo che non aveva ancora provato.
Sbarcati come previsto dal vecchio in un punto imprecisato del continente, si ritrovò nuovamente a tracciare una strada verso casa, passando fra paesaggi decisamente più familiari e meno ostili fino ad arrivare alle porte di Konoha, in un odissea che era giunta ad un finale insospettabile e amaro. Dopo aver passato quegli ultimi giorni senza quasi una parola, sentirlo salutare con voce sofferta avrebbe potuto sorprendere gli altri due.

<< Siamo sopravvissuti in qualche modo.>> una frase che sembrava essersi tenuto fino a quel momento, fuoriuscita dalla labbra secche solo alla chiusura delle porte del villaggio alle spalle.
<< Immagino che ci vedremo per fare rapporto sulla spedizione, ma sentitevi liberi di passare a trovarmi quando vi sarete ripresi. >>

Lanciò quell'invito senza specificare altro, limitandosi ad un profondo e tradizionale inchino, mentre a passi lenti risaliva la strada che conduceva al quartiere Uchiha.

Valutazione:
Che dire, siamo arrivati alla fine di questa fallimentare spedizione :)
Come il buon Griever ha notato, abbiamo tralasciato molte delle possibilità e degli approfondimenti a cui la spedizione si prestava, ma credo che il motivo principale ( ovviamente per quanto mi riguarda) sia da ricercarsi nei tempi dilazionati di risposta, che hanno portato ad un calo d'interesse per la trama e le sue sfaccettature. La missione è iniziata a metà marzo, proseguita a salti e bocconi per qualche mese fino al cambio di master. E di nuovo inframezzata da tempi di risposta a volte anche di 15-20 giorni. Ovviamente "tempi" comprensibili per gli impegni di ognuno ( le attese erano piú relative alle risposte di noi giocatori che del master, che al contrario mi é sembrato piuttosto celere), ma che semplicemente hanno portato, una volta vista la possibilità di "tornare a casa", a trascurare li approfondimenti che con molta probabilità ci avrebbero tenuti impegnati per almeno un altro paio di mesi.
Detto questo, ho adorato i compagni di avventura ed anche i master che si sono succeduti con il loro lavoro. Ho avuto il piacere di confrontarmi con loro privatamente ed ho trovato in tutti delle ottime persone.

Parte con Celepino.

I post iniziali mi hanno lasciato un po' spaesato, con poche descrizioni per aiutarmi a calarmi nella situazione e con l'impressione che qualsiasi fossero le azioni del personaggio, gli eventi avessero una loro strada prestabilita. Ovviamente è stata una sensazione a pelle e superficiale, che non ho avuto modo di approfondire visto che ci siamo relazionati giusto per una manciata di post. Ludico a parte, sei stato molto disponibile nel chiarirmi dei dubbi e aperto quando ci siamo confrontati sul gioco di ruolo e sulla land. Cosa che ho apprezzato moltissimo onestamente. Spero vivamente di rivederti tornare a giocare!

Coinvolgimento personale: 5
Tempistiche: 5
Trama e Impostazione: 8
Scrittura: 7
Ambientazione e Caratterizzazione NPC: 7

Voto medio 6,4



Parte con Griever

Esattamente come nella missione precedente, mi ritrovo a dover valutare un master che prende le redini di una creazione non sua. Hai fatto un ottimo lavoro. Scrivi bene, metti al centro i personaggi, che si sentono parte e creatori della storia. Hai avuto l'attenzione di mettere ognuno dei pg in condizione di brillare per le proprie caratteristiche. Sfiori il punteggio pieno, penalizzato solo dalle dinamiche che hanno frastagliato la giocata, impedendomi di farmi trascinare dalla storia e la sua evoluzione. A parte il gioco, sei stato molto disponibile ad ogni nostra domanda o dubbio, rendendo la parte off dell'avventura piacevole e colloquiale. Spero di aver modo di giocare assieme nel prossimo futuro e di poter partecipare ad un avventura di tua creazione.

Coinvolgimento personale: 7
Tempistiche: 10
Trama e Impostazione: 10
Scrittura: 10
Ambientazione e Caratterizzazione NPC: 10

Voto medio: 9,4













Edited by The Catcher in the Rye - 18/8/2021, 10:06
 
Top
view post Posted on 10/1/2022, 02:40     +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
5,137
Location:
Dietro di te

Status:


Ma alla fine non è stata mica colpa tua, giusto? Voglio dire, la missione non sarà stata un successo ma comunque-
Lascia stare papà, non posso parlartene: si tratta di questioni militari, segreto professionale, quelle cose lì...
Per quanto Kyo fosse poco avvezzo al mestiere da ninja, la sua fortuna era che il padre lo era meno di lui: poteva rifilargli tutte le balle che voleva per convincerlo a desistere dall'indagare oltre. Conscio di sapere poco o nulla sull'argomento, Hiroshi Nara avrebbe lasciato perdere fidandosi delle parole del figlio. Certo, non aveva i mezzi per approfondire la questione, ma era chiaro che qualcosa non andava: da quando era tornato dalla spedizione nell'Arcipelago, Kyo era stato scostante, nervoso e intrattabile.
Passava persino più tempo del solito da solo -il che la diceva lunga- perso tra i propri pensieri... solo che, se prima erano pensieri dettati dalla noia, adesso si trattava di pensieri evidentemente negativi.


Dai Kyo, qualcosa potrai pure raccontarci. Ti giuro che manterrò il segreto.
Accennava Ichiro concludendo con un occhiolino. Il ragazzo non si degnò nemmeno di rispondere al fratello maggiore: sapeva bene com'era fatto. Avrebbe sicuramente spifferato tutto a tutti prima di subito con le migliori intenzioni, avvertendo tutti di quello che stava passando. E quindi tutti si sarebbero sentiti in dovere di chiedergli come stava, cos'era successo, mostrandosi eccessivamente premurosi e altre cose decisamente troppo invadenti per i suoi gusti.
Apprezzava il pensiero, ma anche no, ecco.

E poi c'era sua madre, che probabilmente dei tre era la peggiore da gestire. Perchè con tutta probabilità riusciva a capire sempre cosa gli stesse passando per la testa, anche se faceva finta di non vedere. La vedeva fremere per chiedere altro, per sapere cosa gli fosse successo, ma finchè lui non avesse voluto parlarne lei avrebbe fatto del suo meglio per non fare domande. Pure Kyo allo stesso modo capiva cosa stava passando Asami e non voleva parlarne per non caricarla di ulteriori preoccupazioni. Quindi, finiva per tenersi tutto dentro, logorandosi lentamente senza poter buttare fuori la propria sofferenza.

Che scocciatura, essere allo stesso tempo intelligenti ed empatici.



Il tempo porta inevitabilmente con sè cambiamenti e le ferite a poco a poco rimarginano, diventando cicatrici. Guarite, ma non dimenticate, e anche se il dolore è scomparso rimane la sensazione di qualcosa che non potrà mai più essere come prima. Nuove emozioni e sentimenti, a cui è difficile persino dare un nome, che tumultavano nel suo animo.
Solo di una cosa Kyo era certo: avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere perchè una tragedia simile non succedesse di nuovo.


Un pochino in ritardo, ops.

Voto Pino: 8 sulla fiducia, non so dove volevi andare a parare con il tizio dei polipi ma come ho detto in privato avevo tanta, tanta paura che potesse andare a finire male.

Voto Griever: 9.5. Tempi di risposta ultra rapidi, hai riportato la missione su un filone più "reale" presentandoci tante diverse possibilità d'azione di cui dovevamo indovinare le conseguenze: il tipo di role che mi fa tanto piacere leggere quando ruolato da altri, passare in prima persona sotto le forche fa tutt'altro effetto e per me è decisamente terrificante visto che temo sempre di fare passi falsi.
Hai fatto un lavoro pressocchè impeccabile, c'è poco da dire. Peccato tanto per le nostre (e soprattutto le mie) sbavature di role che non ci hanno fatto conoscere tutta la lore dietro ai PNG, preferendo chiudere il prima possibile a causa di traumi (in on) e problematiche varie (in off).
Poi boh, dai, ma che ti devo venire a dire, sono passati mesi a malapena mi ricordo la trama lol
 
Contacts  Top
view post Posted on 17/1/2022, 22:47     +1   -1
Avatar

Paura, ansia, solitudine, buio. E poi forse anche un barlume di speranza.

Group:
Narratori
Posts:
792
Location:
Caos

Status:


Allora procedo alla valutazione: secondo il regolamento ti becchi per 5 pagine 4 pagine e mezzo con 2 3 giocatori 611 ryo più un bonus di 188 94 ryo

Edited by ArdynIzunia - 18/1/2022, 00:17
 
Top
view post Posted on 17/1/2022, 23:37     +1   -1
Avatar

Paura, ansia, solitudine, buio. E poi forse anche un barlume di speranza.

Group:
Narratori
Posts:
792
Location:
Caos

Status:


Chiedo scusa, come mi è stato fatto notare la valutazione va contata su tre giocatori benché uno non abbia dato valutazione al master, quindi correggo al volo menzionando che sono 3 player e non 2.
 
Top
72 replies since 13/3/2021, 11:15   1158 views
  Share