Arata Ogawa si è ritrovato sin dai primi vagiti ad essere come il più classico pedone nel gioco dello Shogi: un soldato di fanteria comandato da generali d’oro e d’argento con un unico scopo, proteggere il Re (Kiri).
Intrappolato nelle spire di un destino voluto da altri (suo padre e suo nonno), è riuscito a intravedere un raggio di speranza dopo aver conosciuto il sensei Jorogumo: l’alfiere.
Sin troppo schematico spesso nei suoi ragionamenti, più che altro figli di una mentalità forzatamente impiantatagli, grazie proprio al tessitore è riuscito ad ottenere una minima comprensione che il destino non è un qualcosa di scritto e deciso, ma una strada da perseguire costellata di esperienze atte ad ottenere piena consapevolezza: un pedone se desidera può ambire a mutare in una torre o una lancia.
Quale sarà il suo futuro è un’incognita che deve prendere forma, come della creta grezza che dev’essere modella; una cosa però è certa:
Fino a quando il sensei lo sosterà, non perderà la motivazione per sopravvivere, perché non vi è gratificazione migliore di sapere che qualcuno creda in te.
In fondo anche nello stesso Shogi, come insegnano le sue regole, un misero pedone se rafforzato nella sua consapevolezza può addirittura ambire a divenire uno splendente generale d’oro - poter capovolgere le sorti del gioco mediante una crescita costante nell’abbattere gli ostacoli così da evolversi e consolidarsi.
Edited by Kusanagi - 27/1/2022, 10:04