Kitanai 汚い - Le Vestigia della Corruzione, Addestramento Superiore (EXP) per Kinji Uchiha

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view post Posted on 12/9/2020, 22:43     +1   -1
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|| Le presentazioni sono superflue, arrivati a questo punto. :flower:
Come da tradizione, questo primo post spetterà a te. Fammi capire in che situazione versa Kinji (fai finta che io sappia nulla, anche perché le mie informazioni sugli ultimi eventi sono sommarie) e cosa sta pensando in questo dato momento. Per quanto mi riguarda hai totale libertà d'espressione: dai sfogo alla tua fantasia, nel limite della coerenza.

Buona fortuna. Ne avrai bisogno. ||
 
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view post Posted on 13/9/2020, 09:43     +1   -1
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Kinji Uchiha e il suo fido destriero Kitsu marciavano seguendo le tracce che il primo meticolosamente aveva individuato sin da quando avevano lasciato i confini di Konoha. Certo, la velocità non era sicuramente il forte di Kitsu essendo un mulo e per di più non di primo pelo, ma considerato che stavano inseguendo un vecchiaccio forse lo scontro poteva considerarsi alla pari.
Ovviamente "l'inseguimento" veniva supervisionato da un'insofferente Yugure la quale, appollaiata sulla spalla dell'eremita, faticava a mascherare il suo disappunto.


- Cosa c'era scritto nella risposta al tuo messaggio?

- Hanno trovato delle incongruenze con le accuse, non ho nulla da temere e presto riceverò pieno supporto anche sul campo.

Il rapace spalancò le ali quasi ad emulare il comportamento umano.

- E allora mi spieghi che ci facciamo a cavallo di un asino se non hai nulla da temere!? Non era una copertura per non dare nell'occhio?

Kinji fece cenno di abbassare la voce e rispose con calma cercando di placare l'evocazione.

- Prima cosa, Kitsu è un mulo, non un asino. Seconda cosa, anche se non ho nulla da temere da Konoha siamo pur sempre a caccia di una persona molto pericolosa che conosce il mio normale modus operandi. Per quanto ne sappiamo, potrebbe aver preparato il campo durante la fuga e aver modificato la memoria di qualche passante in modo da attaccare Kinji Uchiha. Conciato così nessuno potrebbe pensare a me.

Seguì un raglio del quadrupede, dimostrando che forse era più furbo di quel che dava a vedere e che il suo nome era azzeccato.
Yugure schioccò il becco seccata; aver a che fare con due animali praticamente agli antipodi era una questione da non mettere sotto gamba, ma laddove Kitsu si poneva solo il problema di raggiungere l'agognata carota camminando all'infinito, Yugure era (paradossalmente) più difficile da convincere alla collaborazione data l'innata fierezza della razza.


Non solo devo preoccuparmi di colui che sto inseguendo, ma anche di ciò che mi circonda: quel tipo che ho incontrato prima, il Falco d'Oro ha detto, è stato decisamente un problema non calcolato.
Avrebbe potuto fermarmi se solo avesse voluto, invece si è limitato a intrappolarmi in un'illusione e avvertirmi su Konoha e sui membri del Consiglio. Però devo dargli atto, non è facile ingannare uno come me, quindi sa il fatto suo.
Ha detto di trovarsi ad Oto, quindi probabilmente se dovessi fare un salto da quelle parti potrei chiedere di lui a Hideyoshi per un confronto... ho idea che potrei imparare un paio di cose da un tipo come lui.
Anzi, sono abbastanza sicuro di essere ormai dentro i confini del Suono... che quel vecchio stia agendo con la benedizione del Kokage? No, credo sia da escludere... stando alla nuova politica del villaggio di cui ho sentito parlare e agli ideali di Hideyoshi, non credo tollererebbe un comportamento simile.


Kinji si perse per un po' nei suoi pensieri lasciando a Yugure il compito di tenere d'occhio ciò che avevano attorno e a Kitsu... beh, a lui il semplice compito di andare avanti. Stavolta il Vermiglio non si sarebbe fatto ingannare dalla fiera bestia e la carota posta davanti alle sue fauci sarebbe rimasta intatta.
Sapendo di avere Akane e quindi Konoha dalla sua parte, l'Uchiha avrebbe proseguito le ricerche con animo decisamente più sereno, ma gli imprevisti - come aveva già potuto sperimentare- erano dietro l'angolo.
 
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view post Posted on 19/9/2020, 22:49     +1   -1
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Determinato a non dare nell'occhio per inseguire il suo pericoloso obiettivo, l'Uchiha aveva optato saggiamente per una mantella scura e logora che, assieme al modesto equino, lo faceva somigliare più a un povero mendicante piuttosto che uno shinobi. Avanzava a passo di mulo nel sentiero sterrato che lo avrebbe portato nelle terre neutrali del Suono, accompagnato sotto il sole cocente dall'insofferente falchetto che non faceva che lamentarsi del destriero che stava trasportandoli placido, inseguendo passo dopo passo e con estrema determinazione il suo lauto pasto. Non fosse stato il verde rigoglioso dell'erba incolta ai lati del percorso e dai bellissimi fiori che riempivano di un tocco di colore le ombre che si allungavano dalle fronde degli alberi, man mano sempre più numerosi, avrebbero potuto benissimo scambiare quel posto per il deserto di Suna. L'asfissiante calura estiva aveva lambito anche quelle lande.
Da quanto tempo erano in viaggio, oramai?
All'improvviso un suono trasportato dal vento, talmente lieve da essere confuso dallo stormire delle fronde; facile scambiare quel banale episodio per semplice stanchezza. Poi ancora. C'era qualcosa nell'aria, qualcosa di anormale, losco. Il Vermiglio cominciava a percepirlo distintamente, a differenza dei suoi compagni di viaggio. Tralasciando il nobile destriero, troppo intento a osservare dritto davanti a sé la radice dalle tinte arancio per farsi distrarre da suoni insignificanti, nemmeno Yugure, che pure era all'erta in veste di sentinella, parve accorgersi. Che fosse l'agitazione?


Sephiroth

Quello che era iniziato come un impercettibile sussurro nel vento divenne infine una voce maschile, a metà fra quella di un infante e quella di uomo nel fiore dei suoi anni. Stava chiamando qualcuno, era evidente. Sempre più chiaramente. Fu allora che Kinji cominciò a sudare freddo, avvertendo una chiara oppressione a livello toracico e un lancinante mal di testa, di breve durata. E-ehi, ti senti bene?! chiese allarmata Yugure, che vedendo il suo protetto portare la mano nei punti doloranti reagì aprendo appena le ali con agitazione. Cosa stava succedendo? A quel punto, sollevando lo sguardo verso l'orizzonte, avrebbe visto qualcosa che mai si sarebbe aspettato di vedere in un sentiero vuoto e poco frequentato come quello: un bambino. Candido. Pelle pallida, capelli argentei, esile e dallo sguardo glaciale e stranamente profondo. Le labbra piegate appena in un flebile sorriso.



Kinji..
Qualcuno stava chiamando il suo nome.

 
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view post Posted on 20/9/2020, 12:24     +1   -1
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I tre continuarono il loro viaggio lungo i percorsi lambiti da piccoli fiori selvatici, unici dettagli a portare un colore che ben presto sarebbe appassito per via della stagione autunnale quasi alle porte.
Kinji non era estraneo ai viaggi, anzi, ormai aveva visitato moltissimi dei paesi conosciuto nel mondo ninja, eppure c'era sempre qualcosa da scoprire; in quel caso vi era una bellezza naturale che non avrebbe mai sospettato potesse sbocciare in un posto che ricordava essere nettamente diverso.
Quando giunse per la prima volta nelle terre del Suono era notte fonda e si era dato appuntamento in una landa piuttosto desolata, dove si ergevano rovine di quella che probabilmente un tempo era una civiltà fiorente; i pallidi raggi lunari illuminavano i detriti e le poche anime che risposero alla chiamata di colui che sarebbe diventato Kokage.
Un'atmosfera decisamente più tesa insomma.
Eppure, nonostante la coscienza pulita e la mancanza di qualsiasi sinonimo di pericolo, qualcosa lo mise sull'attenti.


Avrei giurato di sentire qualcuno... o sarà stato solo il fruscio? Possibile che Yugure non abbia sentito nulla?

Volse uno sguardo verso il rapace in cerca di conferma riguardo i suoi dubbi, ma sembrava proprio che fosse piuttosto "tranquilla" ed intenta ancora ad offendersi per l'andatura del quadrupede.

No, a quanto pare non ha sentito o visto nulla. Che sia stata la mia immaginazione? Forse sono semplicemente stanco e la tensione mi ha giocato dei brutti scherzi.

Decise dunque di non darci troppo peso e di non avvertire la compagna alata. Man mano che avanzavano però, la sensazione che qualcosa fosse sbagliato attorno a se non fece che aumentare. Possibile che il Falco d'Oro fosse tornato a giocargli un ennesimo tiro mancino?
Kinji guardò tra le fronde cercando qualcosa che riconducesse allo sharingan che aveva già visto poche ore prima. Nulla.
Quindi a cosa poteva essere riconducibile la sensazione che l'Uchiha avvertiva? Non riusciva a darsi pace e forse solo Yugure poteva aver intuito qualcosa tra uno sguardo fugace e l'altro attorno alla loro posizione.
Poco dopo, quello che era cominciato come un sussurro paragonabile al suono della fresca brezza estiva, divenne una voce difficile da scambiare per altro. Si trattava di una voce maschile, di un ragazzo, che chiamava qualcuno con la stesso tono con il quale si cantano le preghiere.


Ma che sta succedendo? C'è qualcuno laggiù in pericolo?

Un dolore lancinante colpì il Vermiglio alle tempie e al centro del petto, costringendolo a portare la mano destra a stringere il candido kimono al di sotto della mantella per esorcizzare il dolore al cuore.
Cominciò a sudare freddo e sentì che le forse stavano quasi per abbandonarlo dandogli una sensazione di vertigine che poche altre volte aveva provato in vita sua. Stava succedendo qualcosa e adesso tutti quei sintomi diventavano certezza per l'Uchiha.
Yugure preoccupata cominciò a chiamarlo e chiedere cosa gli stesse accadendo, ma la voce della fida evocazione per Kinji divenne sempre più flebile in confronto a quella sempre più forte del giovane uomo che chiamava a gran voce... il suo nome. A dirla tutta non sembrava solo una tonalità, ma due che parlavano all'unisono: un ragazzino e un adulto che pronunciavano le stesse parole nello stesso momento creando una voce piuttosto disturbante.
Kinji alzò lo sguardo riportandolo sul percorso che Kitsu stava seguendo diligentemente e vide quello che probabilmente era il ragazzo che lo chiamava: pelle molto pallida e capelli lunghi e bianchi. Il suo sguardo, stranamente profondo e glaciale per un ragazzino di quell'età, lo fissava enigmatico. Un sorriso appena percettibile delineava il viso ovale e dai lineamenti delicati.


Ma che... è lui la causa di questo dolore? Che diavolo vuole da me, e perchè continua a chiamarmi!? Possibile che sia l'unico a sentirlo... e forse persino vederlo?

Se il dolore non fosse stato così forte, sicuramente Kinji avrebbe già attivato la sua doujutsu e avrebbe provato a scandagliare nelle memorie del ragazzino, ma purtroppo per lui non ne era in grado.

- Chi sei?... e cosa vuoi da me?

Riuscì a pronunciare, cercando con tutte le sue forze di resistere al dolore alle tempie facendo forza sulle briglie di Kitsu per fermarlo sul posto. A quel punto avrebbe avuto modo di capire se anche Yugure vedeva l'improvviso ostacolo davanti al percorso oppure no.
Guardando meglio il ragazzino, il Vermiglio poteva giurare di averlo già visto da qualche parte, avendo un che di familiare, ma non sapeva dire esattamente in che modo.
 
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view post Posted on 26/9/2020, 22:19     +1   -1
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Non era una bella sensazione quella che stava provando il Vermiglio. Immaginate un tarlo del legno che scava lentamente ma con determinazione la sua strada per la deposizione delle uova, per comprendere quanto profondo potesse essere quel dolore alle tempie; o a un infarto in corso, se preferite. L'allarme generale non lo aiutava certo a scindere il vero dal falso, a ragionare con la freddezza necessaria ad uscire da quella pessima e improvvisa situazione. Senza contare che quel candido bambino pareva essere cieco al suo evidente dolore. Continuava a osservarlo imperterrito, gelido come una statua, mentre arrestava l'avanzata del suo fedele destriero e chiedeva affannosamente chi fosse e cosa volesse. C-cosa stai dicendo..? Non c'è nessuno qui davanti. Ci siamo solo noi. disse sconvolta Yugure, che forse per la prima volta vedeva il suo protetto soffrire senza poter fare nulla. Si librò in volo, sbattendo agitata le ali dopo la spinta sulle zampe per sorvolare sopra di lui, chiamandolo, cercando di tenerlo presente a se stesso. Invano. La sua voce si faceva sempre più distante per l'Uchiha, mentre quel bambino allargava il suo sorriso. Non era rassicurante.


Sai perfettamente chi sono.


A quelle parole, Kinji avvertì un forte fischio alle orecchie e la vista parve quasi vacillare, offuscarsi. Dovette accasciarsi sul mulo e scivolare al suolo per sopportare meglio i dolori che stavano attraversando il suo corpo, scombussolandolo. Improvvisamente il Marchio Nero impresso sulla sua pelle cominciò a bruciare e a espandersi come una macchia d'olio, lentamente, dolorosamente. Sopra di lui i movimenti del falchetto erano confusi, convulsi, esprimevano tutta la preoccupazione di chi non può fare altro che osservare e gridare. Allora il bambino si avvicinò con passo felpato, calmo, lasciando dietro di sé delle orme.. ghiacciate? Lo osservò dall'alto.


Credevi davvero di esserti liberato di me?


Enigmatico. Per un momento gli parve di perdere i sensi: tutto divenne ineluttabilmente nero e il male provato sembrò perdersi nel nulla, ma ben presto tutto riebbe la sua forma e i suoi colori. Era ancora a terra, ma solo. Era ancora nello stesso posto, ma i colori dei fiori erano maggiormente brillanti e tutto pareva baciato da una leggera brina. E il bambino? Era diventato un ragazzo, con i capelli argentei che arrivavano fino alla schiena e lo sguardo glaciale sempre più magnetico, consapevole, serpentino. Avvolto da uno yukata di un pallido color lavanda, il suo aspetto aveva un che di androgino. Non esiste separazione definitiva, fino a quando continuerà a esistere il ricordo..



Sephiroth-full

 
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view post Posted on 27/9/2020, 13:46     +1   -1
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L'Uchiha cercò di inarcarsi sul fido destriero per avere una presa più salda e resistere a quello che sembrava un improvviso attacco cardiaco unito ad un dolore lancinante alle tempie. Yugure nel frattempo cercò di rassicurarlo dicendogli che non c'era nessuno davanti a loro e che erano soli, prendendo quota e sbattendo le ali freneticamente completamente indecisa sul da farsi.

Non lo vede... è tutto nella mia testa. Cosa diavolo sta succedendo adesso!?

La voce dell'evocazione si allontanò sempre più fino a che non rimase che un ronzio infinito ad estraniarlo completamente dal mondo attorno a lui. Il ragazzino accennò ad un sorriso che assunse improvvisamente un che decisamente inquietante, rivolgendosi a Kinji con familiarità e riferendogli che sapeva perfettamente chi fosse.
Giunto a quel punto il dolore divenne quasi insopportabile per il povero eremita, il quale si dovette disfare delle briglie che governavano Kitsu e lasciarsi cadere per terra a peso morto. Avrebbe voluto rassicurare Yugure che senza dubbio stava morendo di paura davanti all'incapacità di poterlo aiutare, ma tutta l'attenzione di Kinji era rivolta verso la minaccia davanti a se.
Il marchio lasciatogli da Hideyoshi cominciò a bruciare e ad espandersi come fiamme di un incendio estivo sulla sterpaglia; fu allora che un terribile dubbio balenò nella mente del jonin vedendo la sempre più netta somiglianza del ragazzino e il reagire del segno.


Non è possibile... non può essere lui. Credevo che ormai non fosse che un ricordo.

Il bambino dai capelli argentei si avvicinò lasciandosi dietro le orme ghiacciate dei propri passi sul terreno, fino a che non giunse praticamente davanti a Kinji, costretto a terra dal dolore nel sentire le sue parole di conferma: si trattava dello Spettro.
Un attimo di mancamento gli fece credere di aver ceduto completamente le forze, però ritrovò immediatamente lo stesso paesaggio che aveva lasciato ma diverso in alcuni dettagli: era sempre sulla via fiorita, ma stavolta i colori erano più vividi e tutto sembrava essersi coperto da un leggero nevischio ancora fresco. Di Yugure e Kitsu non vi era traccia, mentre il bambino era visibilmente cresciuto lasciando spazio ad un giovane uomo dai lunghi capelli argentei e lo sguardo calcolatore di uno shinobi navigato.
Le sue parole, per quanto non minacciavano direttamente l'incolumità dell'Uchiha, facevano ben intendere che non sarebbe mai sparito del tutto. Ma cosa voleva adesso? Perchè aveva deciso di ripresentarsi in quel momento?
Tutte domande alle quali Kinji avrebbe trovato una risposta prima o poi. Strinse i denti e i pugni, afferrando vigorosamente il terreno per potersi fare forza e riprendere la posizione eretta nonostante il dolore.


- Avevi voglia di prendere un po' d'aria? Oppure Keiichi non era una compagnia a te gradita?

Commentò velenoso, poichè l'ultima volta che l'aveva affrontato era stato proprio grazie al bilanciamento delle forze tra lui e Otomika che aveva preso il controllo di se stesso tramite il chakra naturale. Il Vermiglio sapeva che di li a poco molto probabilmente avrebbe tentato di corromperlo nuovamente, ma stavolta non si sarebbe lasciato dominare facilmente, con o senza l'aiuto del Deserto.
 
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view post Posted on 10/10/2020, 23:08     +1   -1
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Otomika

Era particolarmente difficile resistere a quel dolore, ma nonostante tutto il Vermiglio era riuscito a tirarsi un po' su, barcollando. Lo Spettro l'osservava senza muoversi, incurante della dimostrazione di sofferenza di quello che per lui era soltanto uno dei tanti strumenti. Con un cipiglio crudelmente neutrale. Accennò a un freddo sorriso, non appena il commento velenoso riecheggiò in quel sentiero fantasma. Entrambe. rispose serafico, avanzando di qualche passo per girargli attorno, come un serpente in attesa di poter ghermire la sua fragile preda. Non mi piacciono i tipi molesti. concluse ridacchiando appena, riferendosi chiaramente all'alleato di un tempo. Se pensava che quell'uomo fosse in grado di sedare la sua voglia di lottare, di esistere in quel mondo che aveva dovuto abbandonare forse un po' troppo presto, si sbagliava di grosso. Keiichi non era che una moscerino fastidioso, un incidente di percorso lungo la strada della rivalsa. Si fermò, al suo fianco. E' inutile che tenti di resistere, Kinji. Non puoi vincere. disse, senza nemmeno guardarlo. Il marchio impresso sulla tua pelle non può essere rimosso e la corruzione non può essere arrestata. Che a te piaccia o meno, non sarò mai un banale ricordo. Men che meno un compagno affabile. e a quelle parole, la corruzione si espanse maggiormente sulla pelle dell'Uchiha, bruciando da matti.
Anche il Kaguya parve modificare ulteriormente il suo aspetto, non appena il povero malcapitato fu in grado di rimettere assieme i pezzi e resistere a quelle insidiose ondate di sofferenza pura. Il ragazzo con lo yukata color lavanda aveva lasciato posto a un giovane uomo, al massimo del suo splendore. Indossava soltanto un paio di pantaloni neri, in netto contrasto col colore della sua pelle e dei suoi capelli argentei, adesso lunghi oltre i glutei. Sorrise.
Lasciati andare. Abbraccia l'oscurità che ti scorre nelle vene. Usala contro quello stesso mondo che ha rifiutato te.. e me. sibillino, si avvicinò ancora, sussurrando al suo orecchio quel pericoloso monito che avrebbe fatto accapponare la pelle al migliore degli shinobi. Dopotutto, quello era Otomika Kaguya. Altrimenti dovrò sottometterti.

 
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view post Posted on 15/10/2020, 14:09     +1   -1
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Non fu affatto piacevole per il jonin rivedere il muso di Otomika proprio quando credeva ormai di essersene liberato definitivamente; aveva creduto che, unendosi, le energie di entrambi i vecchi Kokage si fossero annullate a vicenda creando una sorta di equilibrio, ma a quanto pare non era ancora del tutto fuori pericolo.
Il marchio sulla sua pelle prese a bruciare sempre più intensamente mentre lo Spettro cominciò ad avvicinarsi pericolosamente tranquillo, rispondendo a tono all'Uchiha.
Kinji, che già a fatica era riuscito a conquistare la posizione eretta, non potè far altro che lasciare alla sua controparte di girargli attorno fino a che non gli si mise accanto rivelandogli forse una verità più che scomoda: il segno non poteva essere cancellato in alcun modo così come l'influenza di Otomika che, prima o poi, sarebbe tornato alla vita.


Persistente bastardo, pensavo che dopo mesi di silenzio fosse finalmente finita... ma a quanto pare mi sbagliavo di grosso. Però Keiichi mi ha mostrato una chiave per poter avere la meglio. Forse era tutto programmato sin da quando ho ricevuto quell'oggetto di sabbia. Quello e l'anello sono andati, eppure la loro energia dovrebbe essere ancora dentro di me se Otomika è ancora presente.
Stavolta non avrò l'aiuto dei fratelli e sorelle dell'eremo, dovrò cavarmela da solo... ma grazie a loro e all'esperienza che ho fatto sul monte, adesso non sono più in balia degli eventi.


Lasciò dunque al Kaguya la possibilità di parlare per studiarne le intenzioni e capire cosa volesse fare in quel momento, anche se ne intuiva perfettamente le intenzioni bellicose.
Il bruciore divenne ancor più forte e le fiamme si espansero a macchia d'olio lungo tutta la pelle del Vermiglio, innescando un'ennesima trasformazione nello Spettro: le forme delicate di un giovane uomo lasciarono spazio a quelle più spigolose e mature di uno shinobi nel pieno delle sue forze. Che ci fosse un collegamento tra il segno e i cambiamenti visivi di Otomika ormai era chiaro.
Nonostante la sofferenza indescrivibile, l'Uchiha non si spezzò mai e anzi fece appello a tutta la sua forza sia fisica che psicologica per non soccombere per nessun motivo al mondo. C'era troppo in gioco per lasciarsi andare come voleva il vecchio Kokage, troppe vite in ballo e troppe conseguenze che avrebbero avuto come unica colpa la sua debolezza nel resistergli.
Nuovamente, Otomika gli si avvicinò cercando -stavolta- di persuaderlo ad abbracciare l'oscurità per scatenarla contro tutto il continente che li aveva scacciati entrambi. Per un attimo, Kinji sentì di aver qualcosa in comune con quell'essere serpentino che voleva corromperlo, che anche lui al suo tempo fosse stato una vittima... ma immediatamente lo Spettro si rettificò minacciandolo nel caso in cui avesse deciso di non prestargli ascolto.
Chiunque avrebbe sentito un brivido gelido correre lungo la schiena sentendo un colosso del passato pronunciare quelle parole. Ma non Kinji, non dopo tutto quello che già aveva passato.
Lui aveva combattuto più e più volte per contenere lo Spettro d'Argento e, per quanto potesse essere potente al suo tempo, adesso era costretto a servirsi di un involucro per poter tornare in vita. Un involucro che lo aveva scacciato già altre volte e che si era perfezionato con il tempo senza svelare mai l'asso nella manica.
Kinji sorrise.


- Sottomettermi...?

Si lasciò andare ad una leggera e breve risata.

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- Mi sto soltanto riscaldando!

Gli occhi iniettati di sangue mostrarono il Mangekyo in tutto il suo macabro splendore e il chakra attorno a Kinji divenne improvvisamente più intenso e persino il Kaguya sarebbe stato in grado di percepire che qualcosa era cambiato. Ancora il Vermiglio ricordava come le catene dorate erano state in grado di tenerlo a bada già una volta, e sarebbe stato pronto a riutilizzarle per confinare almeno la zona dove sicuramente, di li a poco, ci sarebbe stato uno scontro. Forse quello definitivo stavolta.

- Così sicuro di te... ma quanto durerà stavolta?

Chiese sprezzante, facendo riferimento a come anche l'ultima volta non era riuscito nel suo intento nonostante tutto sembrasse a suo favore. Non gli importava più di cosa Otomika potesse minacciare o fargli patire pur di piegarlo, non si sarebbe spezzato mai più. Il dolore patito per via del propagarsi del segno maledetto passò in secondo piano per lasciare spazio alla voglia di fermare lo Spettro.
Con un impeto repentino, il chakra attorno a Kinji si materializzò in scariche elettriche che si propagarono verso l'esterno per frapporre tra se e Otomika una barriera che lo avrebbe sicuramente costretto ad allontanarsi o, in caso avesse deciso di "parare" il colpo, sarebbe rimasto folgorato.
 
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view post Posted on 25/10/2020, 17:35     +1   -1
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A nulla erano valse quelle parole serpentine, sussurrate all'orecchio del ragazzo dagli occhi cremisi col chiaro intento di far vacillare la sua fermezza. Doveva ammette che in quanto a testardaggine era un osso piuttosto duro, eppure lo Spettro non si aspettava altro dal tramite che, in un modo o nell'altro, era sempre riuscito a tenergli testa. Non a caso aveva aggiunto quella non troppo velata minaccia al termine del suo breve discorso: avrebbe portato a compimento i suoi disegni a qualsiasi costo, anche se il suo ritroso ospite non avesse voluto collaborare di sua sponte.


Otomika-Sguardo


Sul volto pallido si dipinse un'espressione piuttosto neutra alla risata del dolorante Vermiglio, che non esitò un solo istante a prendere la sua decisione e mostrare quelli che erano la fonte del suo intero potere. Assottigliò pericolosamente lo sguardo il Kaguya, osservando il potente mangekyo rifulgere della luce della determinazione. Ma sorrise. Enigmatico come sempre, ma con un accenno di compiacimento. Non era la prima volta che vedeva quegli occhi e conosceva bene il potere che essi celavano, tanto che persino ridotto a un mero ricordo tracciato dal chakra oscuro del segno maledetto poteva avvertire quel formicolio piacevole della sfida, oramai incombente. Hai migliorato le tue capacità, vedo. disse, senza indietreggiare. Non aveva paura delle sue flebili minacce. Fra i due, dopotutto, era l'unico a sapere bene cosa significasse morire. Altre parole al veleno lo raggiunsero, accompagnate da un espandersi di chakra carico del potere del raiton che avvolse l'Uchiha in lucenti spire acuminate. Spire che non lambirono né sfiorarono la figura perfetta del Kaguya che, con eleganza spettrale, si allontanò con un agile capriola a mezz'aria.

Hai preso la tua decisione, Kinji. s'espresse, non appena giunse con i piedi sul suolo, morbidamente, come se sotto di lui la gravità non esistesse. Uno strano movimento del busto, come se qualcosa si muovesse dietro la sua schiena. Adesso vediamo se sei altrettanto fermo da riuscire a imporla. concluse con un sorriso, mentre le vertebre in fermento smisero di agitarsi per fare uscire dalla carne una composizione di ossa simili alle zampe di un ragno, abbastanza robuste da sollevare il corpo scolpito del giovane uomo dai capelli argentei. Anche dalla spalla destra venne fuori uno sperone d'osso, che con decisione lo Spettro afferrò, estraendo quella che sarebbe stata la sua arma. Non diede tempo. Non diede respiro. Non un attimo per riprendersi dalle conseguenze pesanti che il segno aveva sul corpo del suo stolto tramite a ogni stimolo da parte sua. Si scagliò contro di lui con un guizzo, puntellando il terreno con gli arti d'osso ancorati alla sua schiena, incurante del raiton che certamente avrebbe attraversato il suo corpo.. ma non abbastanza potente da arrestare la sua pericolosa avanzata, mentre anche sul suo corpo perfettamente scolpito comparivano sparute macchie nere.
Eccole: le vestigia della corruzione.

 
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view post Posted on 25/10/2020, 20:57     +1   -1
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Come era facilmente intuibile, Otomika non si lasciò cogliere impreparato nonostante lo sguardo di colui che doveva essere il suo tramite brillava di una rinnovata motivazione. Lo spettro fece una capriola all'indietro evitando con facilità le saette che Kinji aveva materializzato.
La schiena scricchiolò come se si stesse spezzando in più punti all'interno della pelle dell'ex Kokage rivelando enormi ossa appuntite che ricordavano le zampe di un ragno. Il Vermiglio sapeva che affrontare un avversario simile sarebbe stato estremamente complicato, ma era pronto a tutto pur di riacquistare la sua libertà e seppellire nuovamente (e magari definitivamente) lo Spettro d'Argento.
Un altro movimento bizzarro del busto e da una scapola del Kaguya comparve un altro osso che stavolta afferrò per poterlo utilizzare come arma, lanciandosi all'attacco con la velocità garantitagli dalle zampe di ragno che gli uscivano dalla schiena.


Ho smesso di lasciarti il controllo. Ti dimostrerò che adesso sono IO ad avere il coltello dalla parte del manico.

Esattamente come stava accadendo con il Kokage, la pelle di Kinji venne invasa dalle fiamme del segno: stavolta le avrebbe usate per aumentare il proprio potere piuttosto che lasciare che lo corrompesse.
Come già aveva avuto modo di constatare, tra l'energia naturale che aveva imparato ad accumulare e controllare e il segno maledetto vi era una correlazione, un legame non ben definito che rendeva l'uno il rovescio della medaglia dell'altro. Consapevole di questo, aveva dunque una riserva di chakra naturale addosso da poter sfruttare e al tempo stesso anche il suo avversario ne aveva. Forse questo rappresentavano le catene.
Mentre Otomika avanzava verso di lui, smise di emettere chakra raiton e rimase immobile a fissare l'avanzata furiosa di quell'ibrido tra uomo e ragno.


- Sarò fermo...

Allungò il braccio in direzione di Otomika e chiuse la mano in un pugno, costringendo il chakra a materializzarsi sotto forma delle catene che aveva già utilizzato in passato. Sarebbero comparse proprio addosso al Kaguya ancorandolo al terreno sia dagli arti ossei sia da quelli di carne.
Se questa prima parte del piano sarebbe andata a buon fine, sarebbe rimasto fermo in posizione a richiamare il chakra del segno, ovvero chakra naturale per potenziare la prossima tecnica: non si aspettava una resa, ma con quel gesto voleva piuttosto imporre la sua supremazia.
Contrastare un colosso del passato senza nemmeno muovere un passo, usare la sua stessa forza come carburante per la propria rivalsa, questo era il suo scopo.
 
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view post Posted on 5/11/2020, 22:01     +1   -1
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La comparsa di quelle catene di chakra dinnanzi al suo cammino non avevano scalfito minimamente la determinazione dello Spettro, la cui avanzata pareva implacabile. Ci serebbero voluti trucchetti migliori di quello per poterlo sconfiggere, piegare, domare. I ragneschi arti d'osso comparsi sulla sua schiena puntellavano minacciosi il terreno soffice della landa adesso semi ghiacciata, mentre brandiva quella singolare arma partorita dal suo stesso corpo, e nonostante la veemenza dell'avanzata, in qualche modo, il Vermiglio fu in grado di guadagnare tempo. Tempo che gli permise di accumulare energia, ma che disgraziatamente non fu sufficiente a raccimolarne abbastanza.
Intrappolato in quelle spire, impedito nei movimenti, lo sguardo glaciale e a tratti serpentino, sottile, del suo avversario parve essere attraversato da tizzoni ardenti. Sorrise, prima di digrignare i denti e spezzare con un sonoro 'crack' le ossa che componevano la sua nuova struttura. E non ci voleva un genio a comprendere quanto quell'atto volto alla libertà fosse doloroso. Ma questo per il Kaguya era nulla in confronto al traguardo che si era prefisso, alla libertà di vivere nuovamente e perpetrare la sua tremenda vendetta su quel mondo che aveva congelato per sempre il suo corpo in una lastra mortifera. Kinji ne era soltanto lo strumento. Uno dei tanti a dire il vero, ma uno di quelli maggiormente papabili, specialmente per la sua doujutsu. Rise divertito, mentre le ossa spezzate si ricomponevano e si calcificavano perfettamente.
Sciocco. disse semplicemente, senza spiegare effettivamente per quale motivo lo ritenesse tale. Ben presto lo avrebbe compreso da solo. Con un gesto secco prese le catene che lo bloccavano con la destra e le tirò spaccandole, come fatte di materiale friabile. Dunque riprese la carica e si mosse rapido, raggiungendolo. Furono una dozzina i colpi che arrivarono a destinazione, senza alcuna pietà da parte dello Spettro nei confronti del suo ostinato tramite. Alcuni riuscì a schivarli, altri addirittura anche a pararli o deviarli.. ma quell'ultimo colpo fu fatale. L'arma ossea penetrò la carne del Vermiglio, affilata come un rasoio.
Lo prese poco sotto la clavicola destra, passandolo da parte a parte, imponendo la SUA supremazia sul corpo già provato dal segno maledetto del giovane alla sua mercé.
Sei davvero sicuro di potermi domare, ostinato ragazzino? disse, strattonando crudelmente l'osso nella carne del malcapitato, senza tirarlo via. Per quanta fermezza tu possa avere, non mi sconfiggerai. E' un dato di fatto. Arrenditi. Abbraccia la corruzione. Cercare timidamente di servirtene non ti aiuterà.

 
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view post Posted on 21/11/2020, 14:51     +1   -1
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Le catene si formarono comparendo dal terreno, attorcigliandosi in parte attorno agli arti più lunghi e appuntiti, in parte invece attorno a braccia e gambe; per quanto sembrasse in un primo momento in difficoltà, Otomika non battè ciglio.
Il piano dell'Uchiha sembrò andare a buon fine, ma purtroppo per lui non aveva considerato la pericolosità principale di chi non aveva nulla più da sacrificare e tutto da perdere: lo Spettro accennò ad un sorriso per poi spezzarsi volutamente le ossa dai tratti ragneschi e liberarsi quindi del fastidio provocatogli dalle catene. Nel giro di poco infatti, l'apparato osseo si ricompose come niente fosse accaduto, lasciando Kinji praticamente scoperto.
Spezzate anche le altre catene con facilità, l'ex Kokage si fiondò letteralmente contro il Vermiglio usando l'arma improvvisata per colpirlo con foga.
Benchè Kinji provasse a prevedere la traiettoria dei colpi, alcuni riuscì a schivarli, altri invece gli procurarono tagli e ferite multiple che, ad un certo punto, lo costrinsero ad abbassare la guardia; fu allora che Otomika non si lasciò sfuggire l'occasione ghiotta per farla pagare a quel misero essere che pensava di poterlo sconfiggere: con un colpo secco lo impalò più o meno all'altezza del braccio.
Un colpo sicuramente non fatale, ma molto doloroso e che costrinse l'Uchiha a digrignare i denti rabbiosamente per soffocare nuovamente il dolore. Tra l'effetto del Segno e quell'ultimo fendente, ormai la situazione gli impediva di ragionare con lucidità.


Che sia questo il mio limite?

Non potè fare altro che ascoltare nuovamente Otomika deriderlo crudelmente, infierendo sulla ferita fresca senza alcun rimorso. Possibile che persino con il nuovo potere acquisito non era in grado di tenergli testa?

- Provo pena per te...

Si lasciò sfuggire commentando silenziosamente.

- Così aggrappato ad una vita che ormai non ti appartiene più...

Afferrò dunque con l'unico braccio libero l'osso che lo teneva fermo, per poi immettere il chakra raiton nell'arma improvvisata, fancendo di conseguenza irradiare il tutto fino a far raggiungere la corrente elettrica al Kaguya.
 
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view post Posted on 22/12/2020, 22:49     +1   -1
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Gestire la corruzione era oramai divenuto ostico, se non praticamente impossibile. L'uomo dalla chioma argentea che all'improvviso si era materializzato dinnanzi a lui pareva implacabile nella sua determinazione, nel suo desiderio di rivalsa su quel mondo che sin troppo presto l'aveva gettato fra le fredde braccia della morte. Eppure, nonostante quel persistente senso di impotenza e tutto quel dolore, Kinji era ancora in grado di provare un briciolo di pietà nei suoi riguardi. O almeno, questo fu quello che decise di comunicare al suo avversario prima di afferrare la spada d'osso e scaricare su di essa l'energia folgorante del suo raiton, nella speranza di raggiungerlo.
Quanto di sincero ci fosse nelle parole del Vermiglio non aveva alcuna importanza, non per lo Spettro. Come se un serpente si preoccupasse dei movimenti convulsi nel suo apparato digerente dopo aver inghiottito la succulenta preda. Ma era palese che per lui quell'affermazione non fosse altro che l'ennesimo rantolo di resistenza, specialmente se affiancato al gesto che ne era seguito. L'energia del suo ostinato ospite lo raggiunse e questa volta fu maggiormente incisiva, tanto da portarlo a stringere i denti e a tenere salda la presa sull'arma. Ma mai gli avrebbe dato la soddisfazione di piegarlo. MAI.
Pena..? gli fece eco, mostrandogli un sorrisetto sinistro che contrastava con l'espressione evidentemente sofferente per via del raiton che stava attraversando il suo corpo. Non farmi ridere. ribatté divertito, piantandogli una mano sul petto nemmeno volesse strappargli il cuore. E fu doloroso. Molto. La sua mano, dalle lunghe dita affusolate segnate dalle fatiche di una vita da shinobi, puntellate sul petto, sembrava aver attraversato realmente la gabbia toracica per stringere il muscolo miocardico in una morsa di ferro. Chi fra di noi fa più pena, Kinji? Un spettro che lotta per la sua sopravvivenza, o uno stolto ragazzino ancora aggrappato alla futile ossessione della giustizia? e il dolore si intensificò in maniera drastica, sino a mozzargli il fiato, mentre la corruzione lo avvolgeva nelle sue oscure spire. Da quel preciso punto di contatto uscirono prepotentemente tre fuochi oscuri, la cui scia violacea pareva portare seco sentimenti e timori dello stesso Vermiglio. Sensazioni che presero forma a qualche metro di distanza, alle spalle dello Spettro d'Argento.

Erano ombre quelle che si materializzarono, strappate a forza dal suo cuore martoriato. E non fu meno doloroso vederle assumere quelle sembianze. Volgendo lo sguardo a destra, l'energia oscura prese le sembianze del suo amato fratello, Hayato, mentre volgendolo dalla parte opposta avrebbe incontrato lo sguardo del fratellastro conosciuto in circostanze drammatiche, Ren.
So già qual è la risposta giusta, e in cuor tuo la conosci anche tu. sentenziò, mollando finalmente la presa e balzando dietro l'ultima ombra, quella maggiormente intensa, che, non appena lo Spettro fece per sfiorare il suolo, assunse la forma della donna che amava e che da troppo tempo non vedeva: Setsuna. Semplice supporre chi fra i tre sarebbe stato più difficoltoso da contrastare.

La corruzione ha finalmente abbracciato il tuo cuore, Kinji Uchiha.
Lascia che abbracci anche la tua mente e tutto il dolore svanirà in un soffio.



|| Siamo a un passo dal termine di questo breve percorso, ma questa volta ti chiedo uno sforzo maggiore dato che nell'ultimo post sei stato poco esaustivo (e palesemente scazzato, cosa che sai bene che mi dispiace). Descrivimi tutto il combattimento con le ombre, tenendo bene a mente che Hayato e Ren avranno competenze Uchiha (maggiormente il primo, dato che il secondo le ha appena sviluppate), mentre Setsuna.. beh, devo davvero descrivertela? Stupiscimi. Fermati prima di annientare quest'ultima, al colpo di grazia. Qualora volessi menzionarlo, lo Spetto si gusterà lo spettacolo dall'alto della sua superbia. Libertà assoluta, ma coerenza. ||
 
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view post Posted on 2/1/2021, 15:52     +1   -1
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Nonostante le parole del Vermiglio fossero sfrontate e lasciavano intendere che non stesse patendo un gran dolore, resistere diventava sempre più difficile. Più si sforzava di non piegarsi ad Otomika e più quest'ultimo diventava feroce così come cominciava ad incrinarsi quella sua aria imperturbata.
Nonostante Kinji non lo avesse mai conosciuto in vita, poteva dire di aver capito che un guerriero come quello che gli si parava davanti teneva molto all'orgoglio e alle proprie gesta. Farlo scendere da quel piedistallo poteva essere considerata già una piccola vittoria e così accadde: le scariche elettriche raggiunsero l'obbiettivo facendolo rantolare e soffrire come forse non accadeva da moltissimo tempo.
Era evidente che lo Spettro voleva affermare la propria superiorità e supremazia sul suo tramite, ma purtroppo per lui, l'Uchiha non gli avrebbe mai dato una simile soddisfazione e nonostante il dolore fosse sempre crescente, non si sarebbe arreso donando il proprio essere.
Purtroppo per Kinji, Otomika accusò il colpo ma fu subito pronto a controbattere ficcandogli letteralmente una mano in mezzo al petto, quasi come se sesse cercando di strappargli il cuore con un colpo solo.
Al Vermiglio mancò il fiato improvvisamente, sentì una morsa gelida avvolgerlo completamente e fu quasi ad un passo dallo svenire; forse grazie all'adrenalina e alla voglia incrollabile di contrastare quella che era la sua nemesi, riuscì ad avere la forza di non chiudere gli occhi e lasciarsi andare al buio.


Non... respiro..!

Avrebbe tanto voluto rispondere al Kaguya, il quale si divertì a vedere la sofferenza sul volto del Jonin intanto che sottolineava quanto in realtà fosse lui più penoso con il suo comportamento, ma la mancanza di fiato glielo impedì.
Il dolore aumentò e con esso Kinji digrignò ferocemente i denti e portò le mani all'avambraccio dell'aggressore per scacciarlo con foga.


Via... dal mio corpo!

Dal cuore dell'Uchiha sembrarono fuoriuscire tre fiamme violacee che presero a danzare come fuochi fatui fino a raggiungere le spalle di Otomika. Con grande stupore di Kinji, i fuochi presero le sembianze di persone a lui molto care: per primo comparve Hayato, il fratello minore che da sempre lo aveva accompagnato durante il suo viaggio nella vita, a cui si era dedicato quando erano piccoli e che adesso era diventato un brillante giovane medico.
Per secondo invece apparve Ren, il fratellastro che aveva conosciuto poco tempo prima e che non aveva avuto modo di conoscere meglio.
Prima che l'ultima si mostrasse, Kinji approfittò del momento per raccogliere le forze e dare un colpo secco al gomito del Kaguya, probabilmente lussandolo e costringendolo ad interrompere il contatto tra loro. Ovviamente rompere le ossa di Otomika non era una strategia efficace, ma quantomeno ebbe modo di liberarsi per riprendere affannosamente il fiato tenendosi sollevato in ginocchio.
Lo Spettro fece un balzo all'indietro andandosi a posizionare alle spalle dell'ultima fiamma che, ultima ma non per importanza, assunse le sembianze di Setsuna, l'amore della sua vita.


Cosa ha in mente? Vuole farmi affrontare delle copie delle persone che amo di più? Beh, al momento non ha importanza... se pensa che mi farò problemi ad arrivare a lui, si sbaglia.

Kinji si sollevò lentamente.

- A quanto pare... persino uno stolto ragazzino ti ha costretto a fare affidamento sulla superiorità numerica.

Ancora un colpo all'orgoglio del Kaguya: non si sarebbe mai spezzato, non importa quanto provassero a piegarlo, Kinji avrebbe combattuto e ricambiato con altrettanta forza i colpi subiti. Ma a quanto pare si doveva preparare ad uno scontro impari poichè le prime due ombre gli si lanciarono contro.
Lo sharingan, ben visibile negli occhi di entrambi i nemici, permise loro di attaccare simultaneamente con colpi che avevano lo scopo di debilitarlo e colpire punti deboli come il petto già martoriato. Kinji si limitò a studiarli per qualche tempo osservandoli per elaborare la strategia migliore: erano aggressivi, instancabili, ma il loro stile di combattimento rifletteva quelle che erano le loro capacità effettive con Ren che attaccava prevalentemente corpo a corpo in quanto non era stato formalmente addestrato e Hayato tramite due bisturi impegnati in entrambe le mani.
Ogni tanto schivare procurava fremiti di dolore al povero Vermiglio, ma strinse i denti e attese il momento buono per contrattaccare; dopo poco però anche Setsuna entrò in gioco sguainando la fida katana e aggiungendosi alla mischia.
Per quanto normalmente Kinji sarebbe riuscito a destreggiarsi con tre avversari simultaneamente, in quel frangente era stanco, debole e dolorante.


Otomika vuole sottomettermi, questo ne è la prova... non vuole nemmeno sporcarsi le mani e umiliarmi con queste marionette dalle sembianze umane. Il problema è che ogni movimento è un dolore continuo per me... ma devo... resistere!

Dopo un po', cercando di schivare un fendente della Hyuga, la gamba destra del Vermiglio non riuscì a reggere il peso del corpo e perse l'equilibrio; rapida fu la mano della kunoichi che portò la fida lama a perforare il palmo della mano dell'amato costringendolo a rimanere a terra.
Kinji emise un urlo di dolore e immediatamente Ren si portò di peso sull'altro braccio per tenere fermo a terra il Jonin, il quale ormai vedeva la figura di Hayato avvicinarsi lentamente armato di bisturi per dare il colpo di grazia.
La vista si annebbiò perdendo il tipico colore vivo dello sharingan e improvvisamente l'Uchiha sentì che la vita gli stava scivolando tra le dita delle mani.




E' questa... la mia fine...?

Una voce lo raggiunse... lontana. Non riusciva a capire chi fosse, ma sembrava chiamare il suo nome.

Cosa...?

- Kin... Kinj...Kinji!

Questa voce... mamma?

La voce materna, adesso facilmente riconoscibile, gli arrivò alle orecchie intanto che il fratello si avvicinava passo dopo passo.

- Proteggi Hayato e Ren... loro non hanno alcuna colpa... così come tuo padre...

Le ultime parole che la madre gli aveva proferito gli tornarono alla mente come se lei fosse li accanto a lui per dargli forza.

- Hai tante persone che contano su di te a casa...

Il corpo fino a quel momento inanimato di Kinji sembrò avere un sussulto. Hayato ormai a pochi centimetri da lui, con la mano in alto per far incombere sul viso del fratello maggiore la morte.

- Kinji... ricordati... anche nei momenti più terribili... ricordati di sorridere... per esorcizzare la paura... perchè un tuo sorriso può riempire di speranza il cuore di chi non crede di averne...

La mano di Hayato calò ma, poco prima di arrivare sulla pelle del fratello, i suoi occhi ripresero a mostrare la forza del mangekyo sharingan e mosse il collo di lato alzandosi di scatto per dare una testata sul naso di Hayato, costringendolo ad indietreggiare.
Il Vermiglio, apparentemente rinato dopo aver ascoltato le ultime parole di Reina riecheggiargli nella mente, approfittò della sorpresa delle ombre per afferrare dal collo Ren e spingerlo contro Setsuna, la quale dovette arretrare con il più piccolo tra le braccia, lasciando la presa dalla katana.


- Non ti deluderò... c'è ancora troppo che devo fare... non renderò vani i tuoi sacrifici.

Strinse l'elsa della katana con la mano libera e la tirò fuori dalla propria carne riacquistando la libertà di potersi alzare da terra. Hayato fu quello che per primo si avventò nuovamente contro il Jonin, ma quest'ultimo fu più rapido, arrivandogli davanti senza che nemmeno potesse accorgersene trafiggendolo in pieno petto con la katana dell'amata Setsuna.

- I tuoi allievi vedono in te un punto di riferimento... sei diventato grande prima del previsto, e hai dovuto fare anche da figura paterna al mio Hayato...

Non ho mai avuto il coraggio di dirtelo... ma sono fiero dell'uomo che sei diventato, Hayato. A malapena hai memoria dei nostri genitori, eppure grazie a quel poco che ho potuto garantirti io, sei diventato affidabile e stimato. Ci sono ancora tante cose che devi mostrarmi di avere imparato... così come i miei allievi.

La figura del fratello svanì come se fosse stata un'illusione per tutto il tempo. Chissà che faccia avrebbe fatto Otomika che pensava, vedendolo costretto per terra, di avere ormai in pugno una nuova vita nel corpo del suo sciocco ragazzino Uchiha.
Ren fece qualche passo, incapace di capire cose fare adesso che uno di loro era stato sconfitto. Kinji assunse una posizione di attacco, caricò l'intero corpo di elettricità e si portò davanti al fratellastro per trapassarlo con la mano buona carica di elettricità.


- Proteggi Hayato e Ren... loro non hanno alcuna colpa... così come tuo padre... sei addolorato per la sua assenza, lo capisco... ma trova la forza di perdonarlo. Voleva solo il meglio per voi.

Quando ti vedevo negli occhi, vedevo lei attaccata a quelle macchine, costretta a subire chissà quali torture... collegavo la tua esistenza al periodo di sofferenza che ha passato nostra madre... per questo in cuor mio ti ho sempre rifiutato silenziosamente.
Ma tu non hai colpe, anzi, sei un'altra vittima che a malapena ha potuto vedere il viso di colei che l'ha messo al mondo. Ti devo chiedere scusa di persona, Ren.


E anche la seconda ombre svanì nel nulla lasciando i due amanti l'uno di fronte all'altra.
Con la mano dalla ferita rimarginata tramite la brucatura procurata dall'elettrostimolazione, Kinji lanciò la katana a Setsuna. Lei era la più difficile da affrontare, sia fisicamente che psicologicamente. Ne avevano passate talmente tante assieme che un confronto diretto e ad armi pari sarebbe stato dovuto.
La kunoichi rinfoderò la katana tenendola saldamente in vita, pronta a colpire sguainandola all'ultimo secondo mentre Kinji aveva ancora quelle leggere saette che gli circolavano in corpo e i fulmini concentrati nella mano buona.


- Quella ragazza, Setsuna, ti ama molto. Dovresti essere sempre sincero con lei...

Quando tutto questo sarà finito... non ci saranno più segreti tra noi, non importa quanto dolorosi. Ti ho fatta soffrire ugualmente tenendoti all'oscuro di quello che stava accadendo dentro di me, mia amata Setsuna. Dovrò avere il coraggio di guardarti dritto in quegli occhi bianchi come la luna più splendente e chiederti di perdonare questo sciocco che vuole addossarsi il peso di tutto... anche se sa benissimo che le tue spalle sono ben più salde delle mie.

Un sorriso si fece largo sul viso del Vermiglio. Un sorriso che voleva dire: va tutto bene, in un modo o nell'altro ce la farò, caricandosi il cuore di speranza e forza proprio come la madre ormai persa gli aveva ricordato.
Entrambi si lanciarono all'unisono l'uno contro l'altra, intanto che i secondi sembrarono durare un'eternità. Un fugace sguardo andò ad Otomika, li a godersi lo spettacolo o a digrignare i denti per il fallimento del suo piano poco importava.


Non è vero che provo pena per te... in realtà ti compatisco. Senza rendertene conto, mi hai mostrato il tuo passato, la tua crescita... e ho realizzato che io e te siamo simili: entrambi siamo cresciuti troppo in fretta e ci siamo scontrati con una realtà più grande di noi uscendone vincitori, ma più duri e fragili nel profondo.
Tu hai abbracciato l'odio con il quale parte del tuo mondo ti ha rifiutato, allontanando lo sguardo da chi ancora ti amava e teneva a te... io invece decido qui e adesso di abbracciare i cuori e gli ideali di coloro che ancora tengono a me e di infischiarmene di ciò che pensa il mondo, non importa quanto possa odiarmi.
Io e te siamo così simili... e così diversi allo stesso tempo, Otomika. Forse non sarai mai un ricordo, ma spero che un giorno tu possa trovare la pace ovunque tu finirai. Addio.


//Finale aperto per poterti dare modo di reagire e senza essere autoconclusivo con le azioni//
 
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view post Posted on 16/1/2021, 23:08     +1   -1
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Sfrontato come pochi, eppure in estrema difficoltà. Strana dicotomia, tipica degli sciocchi sognatori che credono ancora in un mondo giusto nonostante tutto il marcio che si annida in ogni angolo. Sorrise divertito, lo Spettro D'Argento, nel vederlo ancora aggrapparsi a futili mezzi per cercare di far crollare il suo imperturbabile orgoglio. Quello stolto ragazzino avrebbe già dovuto capire da un pezzo che era praticamente inutile provarci con così tanto ardore. Il Kaguya era stato, in vita, un uomo tutto d'un pezzo, pacato nonostante l'oceano tumultuoso che s'agitava nella sua anima e austero nelle sue scelte. Come avrebbe potuto uno giovane stolto ancorato a futili ideali di giustizia incrinare la fermezza di un cobra in attesa di inghiottire la sua preda?
Ma nonostante tutto qualcosa accadde, con quelle copie d'ombra. Qualcosa che non si sarebbe mai aspettato. Le prime due crollarono abbastanza facilmente sotto la potenza dello sharingan avversario e dell'esperienza del Vermiglio. Evidentemente quelle copie partorite dal cuore del suo tramite erano inutili anche nella realtà. Lo Spettro le osservò perire quasi con disgusto. La terza, l'ultima ad essere stata estrapolata, era invece di tutt'altra pasta: aveva le sembianze di una giovane donna baciata dal potere della doujutsu del byakugan, quasi una perfetta antitesi o addirittura una gemella dello sharingan. Era una doujutsu interessante. Forse avrebbe potuto puntare più facilmente a lei che non al ragazzo che le aveva dato forma, considerato il fatto che i suoi occhi erano ancora fragili e destinati a deteriorarsi. Un pensiero malizioso, che lo costrinse a ghignare al pensiero di strappargliela via.

L'ombra corrotta della Hyuga, modellata sui ricordi stessi del Vermiglio nascosti dentro al suo cuore, si scagliò contro di lui senza alcuna pietà. Nel farlo, decise di gettare la katana - suppellettile superfluo - per azzerare al meglio le distanze e dare sfoggio alla potenza e all'estrema eleganza dello stile Junken proprio del clan. Lo stesso fece il suo accorato avversario, dopo averle sorriso con un pizzico di amarezza e aver osservato negli occhi il suo VERO avversario in quella battaglia per la sopravvivenza, ancora immobile a gustarsi lo spettacolo.
Se le diedero di santa ragione, senza esclusione di colpi. Ma alla fine fu Kinji a prevalere sull'ombra della sua amata, trafitta all'addome dal suo avversario. La ragazza oscura si accasciò sulle ginocchia, cominciando a svanire davanti ai suoi occhi.. ma non ci fu tempo per prendere fiato, riflettere, recuperare. Il Kaguya ne aveva avuto abbastanza di quello spettacolo e si era nuovamente fatto avanti, nell'istante stesso in cui il clone d'ombra era stato trafitto. E se il Vermiglio fu in grado di scansare il colpo in corsa fu solo per miracolo.
E' tempo di finirla, Kinji. SOCCOMBI. disse sprezzante, imperativo. Era stufo di dare corda a quella cocciuta testa piena di ideali rosei senza senso. Con tipi come quello, ragionare era uno spreco di tempo. Si sarebbe comunque aggrappato a qualcosa, pur di non darla vinta all'amara ragione che avrebbe per sempre spezzato l'idillio. Ostinato ragazzino!

D'un tratto il sigillo maledetto impresso sulla pelle dell'Uchiha prese a bruciare maledettamente e la pelle del Kaguya assunse gli stessi riflessi dell'argento, mentre lungo la spina dorsale spuntavano i primi speroni aguzzi, bucando dolorosamente la carne. Sangue scarlatto scivolò lungo la schiena dello Spettro, attratto dalla gravità verso il suolo ricoperto di ghiaccio, sozzandolo. Eccolo. Lo Spettro D'Argento nella sua veste più pericolosa, etereo come un angelo caduto macchiato nello sguardo dalla frenesia del potere.
Non sarò soltanto un ricordo. Mai. disse, prima che una distesa di stalattiti d'osso bucassero il terreno con violenza, ricoprendolo come un cimitero pieno di lapidi. Lo avrebbe impalato, martoriato, sino a quando non avrebbe gettato finalmente la spugna.



|| Penultimo post per te. Crea un combattimento avvincente contro lo Spettro D'Argento e bloccati anche qui al colpo di grazia, descrivendomelo in modo ipotetico. Se hai bisogno di sapere come reagisce il tuo avversario a determinati stimoli verbali e/o fisici fai un fischio. Stiamo finendo. ||
 
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