Le ultime Lacrime della Nebbia, Mira - Sessione Autogestita #3

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view post Posted on 11/9/2020, 16:33     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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La role si pone nel periodo subito successivo alla battaglia di Kugyou dell'ultima missione. L'ho gestita come una sorta "Missione B" commissionata da Ryuzaki.


Non era passato tanto tempo da quando Mira aveva aiutato Ryuzaki e i suoi uomini a conquistare l'isola di Kugyou. Il colpo di stato del rivoluzionario non era ancora stato completato, Buraindo sembrava essere ancora in vita seppur senza più il suo controllo onnisciente sulle isole, e il suo braccio destro, il Guardiano, era scomparso dalla circolazione. Dall'ultimo incontro che aveva avuto con Fuyuki, la donna non aveva ricevuto novità dal Covo di Kirinaki, e Naum continuava a essere disperso. Il clima era d'euforia tra la gente dei rivoltosi, ma Mira era pensosa, dubbiosa: rifletteva su quale sarebbe dovuta essere la sua prossima mossa, su come avrebbe dovuto gestire Gazoo e il suo rapporto con lei, ma soprattutto come spiegare ai suoi alleati che fosse la figlia di Kai.

Rivoluzionario - Signorina Yurei, ci sono altri feriti all'accampamento principale.

Si limitava a quello da quando era tornata alle isole, ad aiutare tutti i feriti della battaglia che si era consumata su quelle terre, e sapeva di non potersi sottrarre in alcun modo. Finché Ryuzaki non fosse diventato Daimyo non poteva che stare al suo gioco, fidarsi dell'influenza che aveva sulla sua gente, del nome che era riuscito a farsi tra la miseria e la povertà delle terre al di sotto delle isole. Doveva entrare nelle sue grazie, conquistarsi un posto nel suo Consiglio e tornare alla ricerca della Conoscenza Universale, così da costruire le sue fondamenta sulla cima del mondo, per sfiorare nuvole e Cielo. Quanto a Gaz, Mira non si fidava a lasciarla sola un attimo, non sapeva in che modo Kai l'avesse cresciuta, che cosa le avesse detto di lui, e il timore che potesse raccontare chi fosse suo padre non la faceva stare tranquilla. La portava con sé a prendersi cura dei feriti, a preparare l'attrezzatura medica e tutto ciò che una bambina di quattro anni non avrebbe mai dovuto fare. La piccola si dimostrò però più in gamba di quanto avrebbe mai sperato, con un'attitudine alla comprensione fuori dal comune e una base su cui costruire già con importanti fondamenta. La sua presenza si rivelò così davvero utile, tanto che nel marasma di medici incapaci, la donna preferì affidarsi alla figlia per avere una mano concreta.

Mira - Papà ti ha mai insegnato ad usare... il chakra? Le chiese quando rimasero da sole nel capanno, chinandosi sulle gambe per guardarla negli occhi dorati. La bimba ci pensò un po', facendo poi su e giù con la testa con abbastanza convinzione.

Gaz - Sì, diceva che da grande sarei diventata forte come te, mamma.

Mira le accarezzò il viso scostando di lato una ciocca bionda da quel faccino curioso. Pensò a quando aveva visto le teste degli uomini del Credo appese sulle picche, e alle ferite con cui aveva avuto a che fare aiutandola nei soccorsi, e a come non avesse battuto ciglio. Era ovvio chiedersi a cosa fosse stata abituata crescendo con uno dei criminali più famosi del mondo.

Mira - Ti va di farmi vedere?

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Qualche settimana dopo, Ryuzaki in persona mandò Mira e altri due uomini del suo esercito ad investigare su un attacco ricevuto nelle foreste all'ombra dell'isola di Kugyou, luogo in cui la donna e sua figlia si erano definitivamente trasferite, in attesa di programmare il prossimo attacco contro Bustuon. Il rapporto con Gaz migliorava, al punto da permetterle di rimanere sopra a dare una mano alla squadra medica mentre lei indagava su cosa stesse succedendo in quelle zone ormai abbandonate da tempo. Dopo la grande battaglia di Kugyou, molte famiglie erano state trasferite sulle isole conquistate, mentre l'esercito affilava le armi e progettava le strategie di guerriglia nel palazzo del Priore, sotto la voce ammaliante del loro generale. I luoghi immersi nella vegetazione erano stati lasciati a se stessi, sebbene di tanto in tanto qualche pattuglia verificava che non ci fossero accampamenti di sopravvissuti del Credo. Proprio in quell'occasione infatti, era stata una pattuglia ad allertare Ryuzaki di un movimento sospetto nei pressi del fiume Arshin, ed era prassi mandare due guerrieri e un medico per eventualmente risolvere il problema e ricucire eventuali feriti. Zai e Shinta erano i due spadaccini che le erano toccati questa volta, dei grossi e robusti samurai che avrebbero dato ogni cosa per soddisfare il loro leader, compresa la vita. Nei pressi del luogo, Mira arrestò l'avanzata del gruppo con un cenno, indicando dei rami spezzati lungo il percorso, tracce evidenti lasciate da qualcuno in fuga o all'inseguimento di qualcun altro. Il gruppo si mosse allora sulla scia di queste tracce che di fatto costeggiavano il fiume, fino ad ulteriori tracce di tronchi bruciati ed evidenti segnali di incendi già domati o contenuti. Un lampo le ricordò la vicenda nella foresta quando era alla ricerca di Naum e Fuyuki, e ricordò gli uomini serpente. Erano stati loro a suggerirle di incoraggiare l'attacco a Kugyou, e a guidarla fino alla camera in cui stavano sperimentando con chissà quale diavoleria, e fu proprio quell'istante di troppo a distrarla a sufficienza per perdersi l'attacco di un bagliore tra le fronde degli alberi. Vide la testa di Zai saltare tanto violentemente, che il sangue cominciò a schizzare verso l'esterno solo dopo che il corpo riuscisse a toccare terra. La donna si voltò allora verso Shinta con pupille sgranate e lo vide estrarre la katana in tempo per parare un altro bagliore improvviso. L'uomo vide però la propria arma spezzarsi e con lei anche due delle cinque dita della mano sinistra. Mira indietreggiò intimorita, finché non riconobbe l'arma che stava causando quel disastro: una kusari-gama.

??? - Ciao Mira.

Alla donna mancò il fiato quando sentì pronunciare quel nome. Oltre a sua figlia Gaz, soltanto Naum, Fuyuki e Kakumei ne erano a conoscenza, e non volle credere nemmeno per un istante che l'avessero tradita dopo tutto quello che aveva fatto per loro. Lo Hyuga? No, non avrebbe avuto il minimo senso. Che avesse parlato Naum? Oppure...
Si voltò lentamente per guardare in faccia quell'uomo e in un momento ogni dubbio venne dissipato: non era la Kirinaki di Mira, ma quella che era sopravvissuta agli anni, al cambiamento, alle guerre. Quell'uomo, Mira lo conosceva bene.


Mira - Zugai.

Aveva un lungo vestito bianco e una maschera d'osso che gli copriva la bocca. I suoi capelli erano corti e argentati, mentre i suoi occhi neri come la notte. Allargò le braccia facendo ciondolare il peso all'estremità della catena, e le si rivolse nuovamente:

Zugai - Non posso crederci, sei davvero tu. Ti ho trovata davvero.

Shinta si era intanto fasciato la mano per arrestare il sanguinamento, e si era catapultato sul corpo del compagno per assicurarsi che fosse davvero morto, e su questo non c'erano davvero dubbi.

Shinta - Maledetto... Disse a denti stretti, stringendo i pugni ignorando il dolore alle dita. Recuperò dunque l'arma del compagno e la puntò verso lo straniero, sebbene la mano aperta di Mira e il suo sguardo suggerissero chiaramente di attendere.

Mira - Kirinaki è morta, Zugai. Kai è morto.

L'uomo chiuse lentamente gli occhi e alzò la testa verso l'alto, lasciandosi inebriare dalla fioca luce del sole che a fatica si faceva spazio tra le foglie e l'isola di Kugyou. Fece un lungo sospiro, quindi strinse l'arma e tornò a fissare gli occhi vacui della donna.

Zugai - Kirinaki è morta... Sì, da più di quanto pensi.

Shinta - E' stato lui ad uccidere i nostri uomini al fiume Arshin, dobbiamo attaccarlo!

Shinta aveva ragione, eppure la donna non ne aveva la minima intenzione. Zugai era un vecchio membro della Kirinaki di cui anche lei faceva parte, quella guidata da Kai, Liz e Reiki. Come poteva essere sopravvissuto per tutti quegli anni senza farsi mai trovare? Che cosa aveva fatto realmente la Nebbia Piangente dopo la caduta di Watashi?

Mira - Non deve necessariamente essere la fine di ogni cosa, non farlo.

L'uomo fece roteare la falce per poi conficcarla con forza al suolo. No, non poteva essere così semplice.

Zugai - NO! Non ricommetterò lo stesso errore, La nebbia non ha più lacrime da versare.

Balzò in avanti come un fulmine ma Shinta si mosse prima di lui, riuscendo stavolta a tenere testa alla sua offensiva, utilizzando l'arma del compagno caduto. Respinse la falce, e provò con un affondo, prima che Zugai saettasse di lato e lo colpisse con un gomitata sul fianco. Il suono di ossa incrinate riecheggiò nella selva insieme alle grida dell'uomo, che cedette in ginocchio. Mira era impietrita.

Mira - Che cosa vuoi, Zugai? Perché sei qui?

L'uomo si allontanò da Shinta, tornando poi sugli occhi spettrali della donna. Era ovvio che fosse lì per una ragione. Non voleva ucciderla o ci avrebbe già provato, e non voleva nemmeno sapere di Kai. Era lì per lei, per il medico che era diventata.

Zugai - Ho bisogno di aiuto, Mira. Aiutami e ti dirò ogni cosa sul Reuma e sul disastro che ha causato Kirinaki.

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Tornò sull'isola di Kugyou che era tardo pomeriggio, da sola. Raccontò di come Zai e Shinta fossero morti nel combattimento, di come non fosse riuscita a salvarli a causa di ancora troppo limitate capacità mediche. Aveva bisogno di andare oltre, di avere accesso a tutta la conoscenza possibile accumulata da Kai e Buraindo in quegli ultimi anni. Doveva avere massima libertà di azione su quel campo, la possibilità di sperimentare quando e su chi volesse per arrivare finalmente a non dover più guardare alleati morire tra le sue braccia.

Mira - E' stato anche merito loro se sono riuscita a neutralizzare la minaccia, ma non voglio più vedere compagni morire in battaglia. La squadra medica deve essere rafforzata, ho bisogno di avere più possibilità di manovra. Non te lo chiederei se non fosse per il bene della rivoluzione, Ryuzaki, ma credo sarebbe meglio per tutti se mi lasciassi guidare una mia squadra di ricerca e sperimentazione. E non poteva essere altrimenti. Dopo la morte di Kai, non aveva più vincoli che la tenessero legata alla terra. Era destinata ad ascendere al Cielo e lo avrebbe fatto ricercando quella conoscenza universale che avidamente bramava. Con il tempo e le risorse, avrebbe portato avanti gli studi sul Kidenshi, ma soprattutto, avrebbe provato ad ergersi fino al punto più alto della terra, per osservare e comprendere. E poi, con gli ultimi tasselli al loro posto, avrebbe condiviso con il mondo quel sapere, in una nuova e gloriosa era.
 
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view post Posted on 12/9/2020, 09:53     +1   -1
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Approfitto del fatto di averla letta subito per valutarla, come esterno - così smaltiamo subito la giocata e via.
L'impostazione della role come missione è stata carina ed azzeccata, data la particolare situazione in cui si trova Mira a Sora no Kuni. Certo, tornare con due morti sul groppone durante la prima ricognizione è pesante - ma se si considera che il Cielo è in guerra e che Ryuzaki non è ancora diventato Daimyo. Il coinvolgimento di un membro di Kirinaki, ormai allo sbando con la morte di Kai, in questo caso diventa funzionale esclusivamente per introdurre nuovamente il tema del Reuma... e so che ti serve per il perfezionamento on (durante lo skip) di una tua Disciplina, quindi ci sta e anche bene.

Nel complesso, ottimo lavoro.

Ricompense:
- 1.000 exp
- 150 ryo
 
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