[Kiri] - 7 Spade

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view post Posted on 26/8/2020, 10:43
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Kirigakure no Sato



Le Sette Spade della Nebbia




Origini



Reliquie sacre. Maledette. Nascoste dal loro creatore. Dimenticate dagli indigeni. Nessuno sa come o perché le Spade siano state forgiate, né, se davvero ne conoscevano il luogo di sepoltura, perché i nativi non le abbiano mai utilizzate mai contro gli invasori.
Ben più antiche del villaggio stesso, le Sette Spade sono artefatti risalenti ad un tempo antico, in cui il territorio ove oggi sorge Kiri era abitato dalla popolazione indigena delle isole. Il nome del loro forgiatore, o dei loro forgiatori, resta misterioso quanto il ruolo ricoperto tra i nativi, dato che costoro erano civiltà principalmente orale, e nessun documento ci è pervenuto a riguardo. Quel che è certo è che si tratta di armi straordinarie, non scalfite dal trascorrere degli anni e ineguagliate tanto nella fattura, quanto nelle forme.

L'aspetto peculiare di ciascuna Katana può suggerire un impiego diverso da quello bellico, magari volto a incutere timore e rispetto, più che a versare attivamente il sangue dell'avversario: un'impressione rapidamente fugata dalla brutalità con cui esse vengono impiegate sul campo di battaglia, tanto da divenire rapidamente simbolo di quella Nebbia insanguinata consegnata alla Storia da leggende e racconti.

Manifestazione inimitabile della cultura ancestrale indigena, il metallo con cui vennero plasmate e la stessa tecnica di forgiatura si perdono nel tempo; gli orgogliosi abitanti di Kiri si tramandano aneddoti di ogni genere sul loro conto, narrando di come le Sette sembrino capaci di catalizzare fenomeni inspiegabili, attrarre spettri e alloggiare demoni, manifestare gli istinti più biechi delle creature viventi, godere persino del sangue versato... e pare coloro che le brandiscono non possano essere da meno, in quanto a stranezze.

Gran parte degli stessi abitanti del Villaggio, in particolare i meno istruiti, hanno le idee poco chiare su quale sia stato storicamente il rapporto tra i Sette Spadaccini e l'élite al potere nella loro terra; men che meno conoscono le vicende legate al Collettivo e a quei primi Sette, niente affatto correlati agli antichi cimeli, anzi: a tutti gli effetti si trattò di stranieri invasori giunti dal Continente, che ispirarono e guidarono quello sterminio che vide perire la cultura degli artefici delle preziose Spade.

Esse infatti vennero certamente forgiate in un'epoca di molto antecedente all'invasione dei Continentali, lasciando traccia di sé soltanto negli antichi racconti popolari; forse vennero occultate per salvarle dall'avidità degli invasori, anche se le caratteristiche dei luoghi in cui vennero rinvenute lasciano spazio ad ipotesi meno immediate e più inquietanti: secondo le cronache risalenti al regno del Sandaime, difatti, pare che alcune di esse fossero state murate e ricoperte da sigilli incomprensibili, che naturalmente nessuno più era in grado di decifrare, così come nessuno poteva più di stabilire quanto antiche potessero essere le sette sepolture. La cultura orale che vide brillare gli armaioli nativi era già stata dilavata, consegnando degli oggetti antichi e misteriosi tra le mani di esseri umani ignari, brutali e ignoranti.

Forse su solo merito del Ninjutsu, se non vennero tutti divorati.

Gli sforzi di Kiri per dominare i Sette artefatti non si fecero attendere: Sho, Terzo Mizukage, approfittò subito della famigliarità suscitata dal numero sette, formando un Corpo d'élite apposito dopo una dura selezione.
Nacquero così i Sette Spadaccini della Nebbia, che brandivano impunemente i sette cimeli espropriati dalle vittime del sistema politico di cui erano involontari esponenti.
Dei vecchi Sette, che avevano governato Kiri nell'ombra per decenni, da questo evento in avanti non si ha più notizia; le leggende che nacquero attorno agli artefatti sono probabilmente frutto di un'ibridazione tra le primissime tramandate da tempo tra i nativi e il bisogno dei nuovi arrivati di ancorare gli artefatti a qualcosa di più famigliare: il Primo Mizukage, figura già sfumata nelle cronache, assunse quindi una posizione centrale nelle varie articolazioni del mito.

La storia recente al contrario, dall'abdicazione del Sandaime ai giorni nostri, è cosa nota e ben documentata: dall'avvento di Ki Momochi, le Sette Spade si sono affacciate con prepotenza sullo scenario nebbioso dell'arcipelago e ironia della sorte, le atrocità scatenate dallo Yondaime e dai suoi successori corrispondevano drammaticamente con le leggende create ad hoc secoli prima dai Sette antichi conquistatori, per invogliare il Continente alla conquista delle isole "popolate da fantasmi sanguinari".



Descrizione



Le Sette Spade della Nebbia sono iconiche armi proprie di Kiri, la cui origine è avvolta nel mistero e ha dato vita a molte leggende locali sul loro possibile forgiatore. Chiunque è degno di possederne una entra a far parte degli Spadaccini della Nebbia, gruppo di elite del villaggio e guardia personale del Mizukage.


Stessa spada, diversi possessori



Le Spade vengono tramandate, o meglio riconquistate, da ninja a ninja e per questo motivo non si è mai creata una vera e propria scuola di tecniche intorno al proprio utilizzo, poiché gli shinobi che sono stati degni di portarle hanno sempre voluto distinguersi dai loro predecessori, creando tecniche dunque uniche per la propria arma, legate magari alle loro capacità personali e intrinseche.

A prescindere da ciò, tutte le Spade richiedono almeno 2 punti in Heiki per essere utilizzate.

Per questa ragione, le Sette Spade non hanno tecniche, ma solo la meccanica, ed è data al giocatore la possibilità di creare le quattro tecniche ad esse collegate al momento in conquistano una delle stesse.


Funzionamento



E’ a discrezione dell’utilizzatore l’adoperare nel modo in cui meglio ritengono le meccaniche delle Sette Spade, che naturalmente - essendo Meccaniche - non hanno un vero e proprio utilizzo nel combattimento, ragion per cui può sembrare che le Spade di per sé non facciano nulla. Sfruttate la vostra fantasia e le altre Discipline in vostro possesso per utilizzare la Meccanica legata alle varie spade.








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Kirigakure no Sato



Hiramekarei






Descrizione




Questa lama entra di diritto fra le più strane ed insolite dei Sette: si tratta infatti non di una, bensì di due spade gemelle, piatte ed assai larghe, sovrapposte per formare un'unica arma; una catena lega tra loro le impugnature, innestandosi nei due pomoli. L'arma che ne deriva è insolita ma temibile: può essere brandita infatti anche dividendo le due lame e brandendole contemporaneamente, mutando le proprie peculiarità assieme alla forma che assume.

In mancanza di vere e proprie fonti scritte sulle origini delle Sette, le stesse Hiramekarei sono state oggetto di leggende, racconti intessuti di memorie e finzione nelle case dei creoli del neonato Villaggio della Nebbia; patrimonio tramandato ai loro discendenti, prima di essere vergato su carta di riso.

Ed è così che secondo una tra le varie leggende tradizionali, le "Sogliole Gemelle" vennero forgiate da una coppia di armaioli della Nebbia, poco dopo la fondazione del Villaggio stesso: di costoro non viene narrato quasi nulla, lasciando intendere come essi non fossero né grandi guerrieri, né egregi rappresentanti del loro villaggio. Si racconta tuttavia che il Mizukage amasse a tal punto i loro capolavori, da commissionare la creazione di un'ultima meraviglia: un'insolita opera che avrebbe affiancato le sei sorelle che già servivano il loro paese, anche se non tutte le versioni concordano sul fatto che Hiramekarei fosse l'ultima nata tra i Sette cimeli.
È qui che il mito si fa oscuro, suggerendo che fosse il folle Mizukage a macchiarsi del sangue dei due fabbri pur di rendere la loro voce muta per i secoli a venire, affinché non rivelassero ad alcuno i segreti del capolavoro: a lavoro compiuto difatti, entrambi gli artefici morirono in una oscura fatalità, celando per sempre i segreti della lama stessa, che mai più da allora trovò un degno utilizzatore... la misteriosa brama che impregnava quel metallo appena forgiato infatti beveva la vita stessa dal corpo di chi osava impugnarla.
Neppure lo stesso potente signore che volle commissionarla poté soffrire il feroce tributo, pagando a caro prezzo la sua avidità insaziabile.

Non è facile distinguere realtà e finzione in questo confuso racconto, reso ancora più difficile da interpretare per via della vaghezza della figura del Mizukage stesso, che lo relega più nella dimensione della fiaba che in quella della testimonianza storica; non si può non menzionare il fatto che, secondo un'altra versione che circola sulla nascita delle Sogliole, esse furono forgiate da un unico armaiolo per ordine di quel Primo Mizukage che tanto viene menzionato nei racconti correlati alle altre Sei, né furono le sue ultime creazioni.

“Il tuo corpo non dovrà mai sottrarsi dal contatto con la spada, la mancanza di chakra destabilizzerebbe le lame per la tua ed altrui sofferenza.”


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Meccanica: Manipolatrice di Chakra

L’Hiramekai è composta da un metallo particolare, che si lega al Chakra in maniera unica, dando forma allo stesso concretizzandolo in svariate forme che ammantano l’arma, permettendo all’utilizzatore di sfruttarla in maniere molto diverse fra loro.

La spada possiede quattro stati d’essere, che rimangono attivi fintanto non viene cambiata nuovamente la forma. I quattro stati della Spada sono:
  • Base: l’Hiramekai è semplicemente ricoperta da un manto di Chakra.

  • Martello: Il Chakra intorno all’Hiramekai assume la forma di un Martello da guerra gigante.

  • Spada Lunga: Il Chakra intorno all’Hiramekai si assottiglia, diventando un’estensione della lama stessa, dandogli l’aspetto di un’enorme Spada Lunga.

  • Doppie Spade: Il Chakra stacca le due parti dell’Hiramekai, avvolgendo entrambe e permettendo allo Shinobi di poterne impugnare una per mano.

All’inizio del combattimento, si è sempre nello stato Base dell’arma. Per modificare lo stato, bisogna Adoperare questa tecnica:

Ninjutsu - Modificare Forma (Limite: 1) [CHK: -2]
Tratti: Supporto, Ninjutsu

“Lo Shinobi Katana infonde una piccola quantità di Chakra nella sua arma, che da la guida al metallo di manipolare l’energia in esso contenuto in una nuova forma.”

Effetti:
  • Modifica lo Stato dell’Hiramekai

Inoltre, lo Shinobi può utilizzare la Competenza in Heiki per creare Ninjutsu, se queste sono legate alla meccanica dell’arma, come se fosse la Competenza Yang.







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Kirigakure no Sato



Kabutowari






Descrizione




La Spada che non è una Spada: infatti è costituita da un enorme martello ed un'ascia, legati assieme da una sottile fune. Il martello cala di colpo sul dorso dell'ascia che già bacia il corpo del malcapitato... e gli effetti non serve descriverli.

Non potendo risalire nella memoria storica all'epoca precedente al Primo Mizukage, le storie su Spaccaelmi si sono concentrate quasi tutte sulla sua figura, anche se le cronache raccontano chiaramente che fu sotto il Terzo che le Sette furono riportate alla luce.

"Il Fabbro": così veniva chiamato quello che, secondo la leggenda, divenne il primo dei Shinobi Katana. Alcuni dicono che fosse il fratello stesso del Primo, altri ancora che fosse addirittura il padre, ma tutti concordano che fosse decisamente più vecchio di lui, temprato da lunghi anni di lavoro in fucina e impregnato d'una saggezza pacata ignota al regnante e a Kiri in generale. L'uomo era conosciuto ed apprezzato nel Villaggio non solo per la sua grande abilità nel forgiare materiali rarissimi, rintracciabili solo sull'isola, ma anche per l'anima che si diceva sapesse infondere nelle stesse e il suo primo lavoro, quello che gli valse la sua ottima reputazione, fu proprio Kabutowari.

L'arma era per lui assai importante, poiché coniugava le sue capacità di fabbro con le arti ninja che si andavano diffondendo all'epoca nell'isola; spesso utilizzava l'artefatto per portare avanti nel lavoro quotidiano, non venendone mai deluso.
Un'altra cosa era cara al Fabbro, al pari del suo lavoro e delle sue creazioni: era un ragazzo, figlio del Mizukage - e forse addirittura il suo stesso nipote. Il ragazzo lo apprezzava più di ogni altro a Corte, scatenando però le terribili gelosie di suo padre. Gli anni passavano e la furia del Mizukage cresceva, assieme all'amarezza del giovane, sempre più disilluso e disincantato della personalità e dalla condotta del genitore; il Fabbro proseguiva nella sua opera, col cuore gonfio di tristezza ma senza che la sua fedeltà venisse mai meno.

Shibuki, destinata alle mani dell'amato nipote per ordine del padre inflessibile; Nuibari, Kubikiri, Hiramekarei e le Kiba: al Fabbro sono attribuite miticamente tutte le Sette tranne Samehada, la cui natura suscita troppo orrore perché si cercasse di immaginarne le origini.

Il precario equilibrio si mantenne fino al giorno maledetto in cui l'amato nipote morì, per uno scellerato ordine del padre. Qui le varie versioni divergono, tra chi incolpa della morte il Mizukage ormai folle e chi lo accusa di aver mandato il figlio in missione suicida; non cambia però la reazione del Fabbro senza nome, nel cui petto esplose una rabbia cieca, nera, furente, devastante.
Egli imbracciò Kabutowari e distrusse la sua fucina: di essa non restò intatta pietra, trave, arma o armatura; marciò quindi contro il Mizukage, massacrando nel processo quelli che erano diventati i Sette, lasciando tuttavia le loro armi intatte.

E qui le leggende divergono di nuovo: c'è chi dice che il folle Mizukage sconfisse il Fabbro e chi afferma che avvenne il contrario; tutte concordano però sull'epilogo: il rancore sordo del Fabbro, alla sua morte, sarebbe disceso sulle Sette, fondendosi a quell'anima che egli donò a ciascuna.
E il rancore, si sa, è come braci che covano sotto alla cenere.
La storia di Kiri ne è testimone.

"Tu che porti l'Arma che costruì tutte le sue gemelle, mai dovrai alzarla per infliggere danno ad uno degli Spadaccini, né per ira, né per allenamento, né per vendetta. Infrangere l'eredità del Fabbro è un Tabù scritto nel tuo stesso essere, tant'è vero che se lo infrangerai tu stesso sentirai il peso di Saigo sul tuo capo."


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Meccanica: Incudine e Martello

La forma della Kabutowari è tra le più peculiari, fra le Sette Spade della Nebbia, anche perché non si tratta di una spada vera e propria, bensì di una combinazione di un enorme Martello e di una Ascia-Incudine, ragion per cui l’utilizzo dei due strumenti è ben distinto, per quanto gli Shinobi più esperti li adoperano in combinazione per creare attacchi devastanti.

Per questo motivo, le tecniche del portatore della Kabutowari sono divise tra due Tratti: Martello e Incudine.

Le tecniche con il tratto Incudine non hanno effetti particolari, mentre le tecniche con il tratto Martello possono essere adoperate per modificare e incrementare la potenza di quelle di tipo Incudine, se utilizzate subito dopo queste ultime.







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Kirigakure no Sato



Kiba






Descrizione




Sulle Kiba viene raccontata una pittoresca leggenda a Kiri: secondo le nonne isolane, la spada in principio fu creata dal padre di Ryujin Inabikariko, shinobi appena promosso al rango genin, come regalo per la sua promozione. Il fatto che non sia menzionato il Mizukage sotto il cui regno i fatti si svolsero, non fa che rendere meno attendibili i fatti riportati... ma torniamo alla leggenda: il giovane Genin faceva sfoggio delle sue armi particolari, anche se prive dei poteri per cui sono oggi note, finché durante un combattimento d'allenamento fu investito in pieno da un fulmine, attirato proprio dalle tanto amate spade.
Si dice che il Ninja rimase misteriosamente illeso, salvato dalle lame che avevano imbrigliato tutta la potenza del fulmine al loro interno; tuttavia ci fu ben poco da festeggiare, poiché da quel giorno sembrò quasi che il possessore delle Kiba fosse colpito da una terribile maledizione: ovunque egli andasse si portava dietro una impetuosa tempesta, tanto che non si trovò altra soluzione che allontanarlo dal Villaggio.
Dopo la morte di Ryujin si credette a lungo che le spade fossero andate perse o distrutte, finché casualmente alcuni ninja di Kiri le ritrovarono e le riportarono al Kage.
Qui la storia si interrompe, e nonostante i più affermino di credere poco alla sfortunata storia di Ryujin, nessuno mostra poi così tanta voglia di provare a brandire la coppia di spade... tant'è che da diversi anni giacciono in chissà quale seminterrato nel Palazzo del Mizukage.

Il loro aspetto non è particolarmente intimidatorio: assomigliano a due lunghe, ordinarie spade dritte con un paio di estroflessioni aguzze poste ai due lati opposti del filo, una a un palmo dall'elsa e l'altra a un palmo dalla punta. Per quanto riguarda la loro storia, un dettaglio almeno corrisponde al vero: esse andarono perdute infatti in occasione della fuga dei Sette da Kiri, e restituite al Villaggio diversi anni più tardi, senza però essere reclamate da nessun aspirante.

Le voci che corrono sui loro poteri tuttavia sono allettanti, nonostante la cattiva fama che le ammanta: si dice che siano imbevute di un'energia molto simile al chakra Raiton, la quale le rendebbe inverosimilmente taglienti; pare anche che chi le brandisce possa utilizzare tecniche Raiton senza utilizzare i Sigilli e combattere per ore senza stancarsi, grazie ai fulmini che piovono a comando dal cielo su tutto il campo di battaglia. E non è finita qui: le chiacchiere più sfacciate raccontano che sia possibile utilizzarle a distanza, senza nemmeno toccarne, e che se il loro Spadaccino dovesse incanalare del chakra in esse, gli verrebbe restituito amplificato.

Troppo bello per essere vero, no?
Sarà per questo che ancora attendono chi le faccia brillare sul campo di battaglia.

“A chiunque farai abbracciare la luce fatale delle tue lame, darai degna sepoltura non per omaggiarne le gesta, ma solo per drogarti di Malinconia, filo da sempre unico delle tue folgori. Disonora questo compito per cinque volte e pagherai seppellendo te stesso.”


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Meccanica: La Maledizione della Tempesta

Si racconta che il portatore delle Kiba sia perennemente maledetto dalla Tempesta, e che ovunque lui vada è destinato a portarsi dietro nubi e fulmini. Che questa sia però una mera coincidenza o meno, è vero che il metallo di cui è composto genera autonomamente elettricità con la minima infusione di chakra, anche da parte di possessori che non hanno niente a che fare con il dato elemento, rendendola di fatto la spada più affilata fra tutte le sette, persino oltre la Kubikiri con cui contende.

Per questo motivo, il possessori delle Kiba ottiene automaticamente questa tecnica:

Ninjutsu - Richiamare il Fulmine (Limite: 1) [CHK: -2]
Tratti: Supporto, Ninjutsu, Raiton

“Lo Shinobi Katana infonde una piccola quantità di Chakra nella lama, che risvegliata dalla sua energia si cosparge di fulmini.”

Effetti:
  • La prossima Bukijutsu che adopera le Kiba ottiene in aggiunta agli altri i tratti Ninjutsu e Raiton

Inoltre, lo Shinobi può utilizzare la Competenza in Heiki per creare Ninjutsu col tratto Raiton, se queste sono legate alla meccanica dell’arma, come se fosse la Competenza Raiton.







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Kirigakure no Sato



Kubikiribōchō






Descrizione




Massiccia ed estremamente pesante, il suo aspetto ricorda quello di un grosso coltello da macellaio; il filo presenta un incavo semicircolare all'altezza di un palmo a partire dall'elsa, oltre a un foro perfettamente rotondo situato al centro della lama, in prossimità della punta ricurva. Il foro può essere utilizzato per facilitarne il trasporto tramite una cinghia; per lo stesso motivo l'elsa può essere rimossa, per poi venire riagganciata alla lama in caso di combattimento.

Nota anche come Tagliateste o Mannaia Decapitatrice, per via delle vicissitudini di cui è stata protagonista sin dall'epoca del suo rinvenimento, forse simboleggia più di altre sue sorelle lo spirito sanguinario attribuito agli abitanti di Kiri.

Nella mente di questi, infatti, è ormai indissolubilmente associata al nome dei Momochi, per via della risonanza continentale degli atti di Ki, suo primo padrone nonché Yondaime Mizukage e di Illya, sua figlia, che ricoprì il ruolo di Sesto Mizukage... ambedue periti di morte violenta, dopo aver lasciato dietro di sé montagne di cadaveri e fiumi di sangue.
L'aspetto della massiccia katana lascia pregustare le caratteristiche leggendarie, associate nella cultura popolare ai suoi famigerati portatori: una potenza illimitata e un filo che potrebbe abbattere una quercia senza problema alcuno.

La sua fama la precede, tanto che lo shinobi che la brandisce potrebbe tranquillamente sfruttare il sacro timore suscitato dalla sua vista per fiaccare la determinazione del suo nemico, ancora prima che egli possa assaggiare le reali potenzialità del cimelio.
Ancora oggi e nonostante i Momochi non siano che un ricordo lontano e tormentato, quando la memoria ripercorre quegli anni maledetti intrisi di sangue, in un angolo della mente potrebbe agitarsi irrequieta la domanda: sono stati i Momochi a rendere la Katana ciò che è diventata, o forse è stata la spada ad accomunare gli sventurati alla sua stessa natura?
Un interrogativo destinato a restare senza risposta.

“Questa spada dovrà essere la sola delle tue lame a beneficiare dell'omicidio. Il peso della tua disobbedienza calerebbe sull'acciaio che stringi.”


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Meccanica: Presenza Terrificante

La Kubikiri è probabile la più spaventosa tra tutte le spade degli Shinobi Katana, grazie al suo tetro passato, la sua enorme stazza e il suo nome nonché intento. Chiunque affronta colui che la impugna sa che, presto o tardi, potrebbe perdere la testa, e ogni azione che compie lo Shinobi Katana è come il granello di una clessidra che cade, scandendo il tempo fino a quando questo non avverrà.

Per questo motivo, quando lo Shinobi Katana che lo impugna esegue un attacco con la gigantesca Mannaia, accumula 1 Punto Terrore, che poi potrà adoperare come meglio ritiene per le sue tecniche.

Inoltre, la Spada ha l’unica capacità di potersi rigenerare, quando rotta, dal sangue dei propri nemici.







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Kirigakure no Sato



Nuibari






Descrizione




Ago di nome, ago di fatto: come sua sorella Kabutowari, il suo aspetto a stento può valerle il nome di katana. Si presenta come un lungo chōtō acuminato, senza lati taglienti; all'estremità dell'impugnatura, costituita da una semplice benda che avvolge la parte terminale del suo fusto, si apre un foro in tutto simile ad una cruna, al quale è assicurato un lunghissimo filo sottile.
Non avendo bobine nascoste al suo interno, non è ben chiaro come possa "produrre" filo in maniera praticamente illimitata: è l'ennesimo mistero delle Sette, come la vitalità innaturale di Samehada o la capacità leggendaria di Kubikiri di rigenerarsi a partire dal sangue nemico.

Nonostante sia inclusa nel ciclo di leggende sulle origini dei Sette, forgiate dal Fabbro per ordine del Primo Mizukage, Ago si è vista cucire addosso una quantità consistente di leggende minori, molte delle quali finite a fare da spauracchio per i bambini capricciosi.
Se a mezzanotte sei ancora sveglio, arriva il Tessitore e ti porta via.
Mangia tutto il riso, o il Tessitore ti porta nella foresta.

La più completa delle leggende racconta di uno strano individuo che visse ai tempi del Primo: aveva una strana corporatura, arti lunghi e sottili e un'altezza superiore alla media.
Lo chiamavano Cacciatore, viveva nella foresta e la gente del Villaggio, inquietata dal suo aspetto e dal suo stile di vita, gli lasciava offerte al limitare di essa, per evitare che entrasse nel centro abitato.
Correvano infatti strane voci di cadaveri pieni di fori rinvenuti nel folto del bosco, fori attraverso cui veniva fatto passare del fil di ferro; pare inoltre che il crudele assassino non si limitasse a perforare i corpi: li piegava secondo i suoi contorti desideri, ricreando ossessivamente forme sferiche. Il mostro talvolta lasciava che fossero le famiglie a fare la macabra scoperta, rinvenendo i resti dei loro cari nei pressi delle loro abitazioni, appesi al tetto o ad un albero.
Che fosse proprio il Cacciatore a compiere quelle atrocità, nessuno poteva affermarlo con certezza... eppure tutti ne erano convinti, tanto che il Primo in persona decise di inoltrarsi nella selva, deciso a porre fine allo scempio.

Ciò che trovò fu la conferma delle dicerie dei suoi sudditi: una capanna maleodorante ricolma di carcasse di animali contorte e appese, a cui pure le bestie evitavano di accostarsi.
A quel punto, messo davanti alle prove schiaccianti che inchiodavano il sospettato, quando il Cacciatore fece ritorno alla sua capanna carico di prede ancora calde, il Mizukage gli propose di tornare tra gli esseri umani sotto la sua guida e gli offrì un lavoro alle sue dipendenze.
Il Cacciatore, un essere umano incapace di esprimersi con parole e turbato da forti disturbi psichici, invece di aggredire il Mizukage e ridurlo a una sfera di membra contorte, comprese perfettamente l'offerta e la accettò immediatamente, arrivando a ricoprire la carica di maestro torturatore degli ANBU; il racconto termina dicendo che in realtà lui sia ancora vivo, reso immortale dalla sua stessa crudeltà e stia ben nascosto nei meandri della nebbia, pronto a uccidere chiunque gli capiti a tiro, senza affatto menzionare Nuibari.

Dobbiamo immaginare, incrociando le informazioni provenienti dalle altre leggende, che per lui sia stata commissionata la forgiatura di Ago; non ci sorprenderebbe se questo ennesimo parto mentale fosse sempre opera di questo Mizukage così vivacemente creativo e ironico. Se volessimo carpire la natura della personalità del Primo analizzandone le tracce rimaste vive nella leggenda, forse ciò che otterremmo sarebbe poco meno malato di quanto sappiamo del carattere del primo Tessitore.

“La pietà è per gli Shinobi senza quest'arma. Tu possiedi il dono di intrecciare le vite delle persone, spesso indissolubilmente: concedi ai tuoi nemici di assaporare tale provilegio per il poco tempo che precederà la loro inevitabile morte. Non rovinare le tue opere uccidendo direttamente con la tua spada, altrimenti la sciagura si abbatterà sul tuo filo, spezzandolo al successivo utilizzo.”


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Meccanica: Ago e Filo

La sottile lama che forma la Nuibari ha una funzione unica, strettamente legata al filo che le sgorga dall’impugnatura. Questa particolare combinazione permette allo Shinobi Katana, con i suoi attacchi, di cucire rapidi nodi nella pelle, carne e giunture dell’avversario, per poi sfruttarli come meglio ritiene. Stringerli per aumentare il dolore, usarli come fulcri per tendere il filo e farli inciampare oppure unire più avversari insieme, indissolubilmente. C’è un motivo per cui chi porta questa lama è considerato un artista, infondo.

Ogni volta che una Tecnica con Tratto “Arma (Nuibari)” crea Contatto con un avversario, questa applica lo Status “Punti Nodo [X]” sul Bersaglio della Tecnica.
Ogni Tecnica con Tratto “Arma (Nuibari)” può avere, oltre ai suoi normali Effetti, un Effetto “Ago e Filo” che può essere applicato solo su un nemico afflitto da Status “Punti Nodo [X]”;
questo Effetto Bonus dovrà indicare il valore di X per il quale può essere attivato.
Si può rimuovere lo Status “Punti Nodo [X]” da un qualsiasi avversario, ma deve essere rimosso durante la propria Fase Attiva utilizzando una Tecnica con Tratto “Arma (Nuibari)”, dichiarando quindi che tramite quella Tecnica si vuole rimuovere lo Status “Punti Nodo [X]”.
Gli Effetti dello Status “Punti Nodo [X]” sono a sostituzione, non a sommatoria.

Status Punti Nodo [X]:
  • X=1: gli Attacchi subiti vengono considerati Soverchianti quando arrecano 11 Danni.
    Se lo Status “Punti Nodo [X]” viene rimosso, si subisce Sanguinamento [X].

  • X=2: gli Attacchi subiti vengono considerati Soverchianti quando arrecano 10 Danni.
    Se lo Status “Punti Nodo [X]” viene rimosso, si subisce Sanguinamento [X].

  • X=3: Non è possibile Fuggire, Nascondersi o Sostituirsi.
    Se lo Status “Punti Nodo [X]” viene rimosso, si subisce Sanguinamento [X].

  • X>3: Non è possibile Fuggire, Nascondersi o Sostituirsi. Le Tecniche con Tratto “Arma
    (Nuibari)” aumentano il Modificatore Danno di X-3.
    Se lo Status “Punti Nodo [X]” viene rimosso, si subisce Sanguinamento [X].








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Kirigakure no Sato



Samehada






Descrizione



Letteralmente chiamata "Pelle di Squalo", tra le Sette è forse quella che incute più orrore alla vista: non si tratta però del terrore puro che aleggia attorno a Kubikiri... quanto piuttosto di un sentimento viscerale, inconscio e incontrollabile.
Quello della preda al cospetto del suo predatore naturale.

Il primo elemento da mettere in rilievo è il fatto che la katana sia - nello stretto senso del termine - una creatura senziente, e solo i Kami sanno che razza di tecnica di forgiatura fossero in grado di padroneggiare i nativi dell'isola, per produrre un abominio simile.
Alta come un uomo e di dimensioni simili alla sua sorella Tagliateste, in stato di riposo viene solitamente avvolta in lunghe bende, che hanno la funzione di inibirne parzialmente le capacità; quando però il suo portatore la sguaina in combattimento si mostra in tutto il suo contorto splendore, crescendo in dimensione mano a mano che si ingozza di chakra: a quel punto le scaglie che costituiscono la sua lama diventano sempre più grandi e una bocca irta di zanne acuminare si spalanca in corrispondenza della sua sommità, pronta ad azzannare l'avversario e ridurlo a brandelli.

Chi ha avuto a che fare in prima persona col raro cimelio afferma - anche se non tutti sono disposti a credere a racconti simili - che la katana abbia addirittura dei gusti personali: che mostri cioè di gradire ceti tipi di chakra più di altri, che sia decisamente schizzinosa nei confronti degli aspiranti spadaccini e che possa rifiutarne uno semplicemente estroflettendo lunghe spine dalla sua impugnatura, ornata da un curioso, piccolo teschio. Gli scettici non risparmiano battute su quest'ultima informazione, ritenendo che sia soltanto una scusa per salvarsi la faccia dopo aver fallito miseramente nel brandirla.

Nella storia di Kiri è nota per aver trafitto Gin Aikido, Settimo Mizukage, per poi divorare il suo stesso portatore, Ryushi Oizashi, nel momento in cui l'arrivo di Watashi piegò lo spirito dello Squalo.

“Come custode della più vorace, dovrai nutrire la tua spada regolarmente. Passati cinque giorni a digiuno, la lama comincerà a strapparti il chakra dal corpo. Passati sette, ti trasmetterà la sua furia ferina obbligandoti all'omicidio incondizionato.”


Avanzata



Meccanica: Simbiosi Famelica

La Samehada differisce dal resto delle spade per fin troppe cose, tant’è vero che la stessa natura della spada è stata messa in discussione un numero infinite di volte tra i fabbri di Kiri e la sua storia è la meno chiara fra tutte. Il motivo di questa realtà è presto spiegata: la spada non è formata da alcun tipo di minerale, ma è una creatura senziente ed autonoma… E soprattutto famelica. La sua enorme fame però non viene saziata dal sangue e dalla carne dei suoi pasti, ma dal loro Chakra, tant’è vero che nemmeno il possessore della Samehada è immune al suo immenso appetito.

Durante il combattimento, di fatti, la Samehada richiede continuamente un tributo in Chakra per poter essere soddisfatta, che questo sia da parte del possessore o del suo avversario alla spada poco importa. All’inizio della propria fase attiva, di fatto, lo Shinobi Katana deve spendere 15 unità di CHK solo perché stringe in mano la Samehada. Questo valore però può essere ridotto: per ogni danno inflitto ai nemici con la Samehada nel turno precedente al pagamento, questo costo è diminuito di altrettanto. Se il danno subito dai nemici è maggiore al suo costo, i punti in eccesso verranno aggiunti al CHK rimanente del possessore della Samehada. Un piccolo regalo da parte della spada più famelica fra tutte.







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Kirigakure no Sato



Shibuki






Descrizione




Una spada dal curioso nomignolo: Spruzzo. Suonerebbe quasi come una presa in giro, se solo non fosse riferita ad una delle Sette - motivo sufficiente per sentire un brivido lungo la schiena.
Il suo corpo centrale custodisce un grosso rotolo, mentre la parte esterna presenta un doppio filo: il primo di essi è tagliente, come ci si aspetta da una ordinaria spada; il secondo non lo è, tuttavia per questa ragione il rotolo interno può scorrere al di sopra di esso, facendo emergere numerose carte-bomba applicate al rotolo stesso. Nel momento in cui la lama smussata urta contro il bersaglio, le carte esplodono, unendo l'impeto meccanico e muscolare del colpo alla deflagrazione degli ordigni che lo costellano.
Gestire il rinculo delle esplosioni è la prova massacrante a cui ogni aspirante deve essere in grado di resistere.

La leggenda del suo primo possessore è legata a doppio filo alla mitologia che gravita attorno al misterioso Fabbro e al suo giovane, triste e sfortunato nipote, figlio del crudele Primo Mizukage.
In alcune delle storie che lo vedono come protagonista, il ragazzo sembra essere il più giovane di numerosi figli, che tuttavia non vengono citati nelle leggende relative a Spaccaelmi; il tema ricorrente resta la discordia tra padre e figlio, l'uno violento e geloso, l'altro timido e pacato.
Il Mizukage non poteva soffrire la vista di quel figlio molle e remissivo: scorgeva nei suoi occhi un'insofferenza che però il ragazzo stentava a mostrare, impappinandosi ed esitando ogniqualvolta tentava di opporsi ai dettami paterni.

Arivò il giorno in cui la misura fu colma e il ragazzo, messo alle strette per l'ennesima volta, preso da un impeto di lucida e disperata rabbia, afferrò una katana e la vibrò contro il padre, dopo aver applicato numerose carte-bomba al suo filo: un gesto originale, data la relativa novità di quegli ordigni, ancora grezzi e assai meno potenti delle versioni attualmente in uso.
Forse il giovane voleva essere certo di liberarsi del suo vecchio, in un modo o nell'altro... tuttavia il suo gesto fu vano: i talismani esplosero senza arrecare danni eccessivi al padre, il quale anziché adirarsi fu divertito, quasi estasiato dall'iniziativa. Finalmente quel figlio imbelle aveva trovato le forze di reagire, e con quale idea brillante!

Pieno d'orgoglio convocò il Fabbro al suo cospetto, commissionandogli la seconda delle future Sette: Shibuki, che dotata di carte esplosive di migliore fattura, divenne a tutti gli effetti un'arma tra le più terribili mai forgiate dal primo Spadaccino.
Il nome "Spruzzo" pare sia dovuto alle esplosioni, o forse al furore improvviso che esplose nella mente di quel ragazzo tanto remissivo. Niente per cui sorridere, tutto sommato.

"Parla il meno possibile, chiudi tutti i tuoi pensieri nella mente e lasciali scaturire dalla tua Spada. La Shibuki parla per te più di quanto tu non faresti mai. Donale la tua voce, alterandola con parole encomiabili e la tua lingua s'impregnerà dei suoi sigilli, esplodendoti in bocca non appena proverai a parlare mentre utilizzi la Spada."


Avanzata



Meccanica: Furore Esplosivo

Il possessore della Shibuki ha un approccio molto peculiare ai suoi avversari. Se normalmente uno Shinobi Katana taglierebbe via i suoi ostacoli, per chi impugna questa spada l’approccio normale è molto più… Esplosivo. Questo grazie alla struttura stessa dell’arma, che incorpora al suo interno un enorme rotolo formato da un’infinità di Carte-Bomba che vengono generate dalla spada stessa. Per questo motivo, lo stile di combattimento del possessore della Shibuki è unico e, probabilmente, il più vistoso fra tutti e sette gli Spadaccini della Nebbia.

Per quanto infinite però, le Carte Bomba che stanno sulla spada vanno ricaricate, attraverso al meccanismo incorporato nell’impugnatura della spada stessa. All’inizio del combattimento, la Spada possiede 5 Carte Bomba.

Ogniqualvolta che si attacca con la Shibuki, si possono far brillare tante Carte Bomba (che non serve avere in equipaggiamento, sono naturalmente generate dalla spada), in base al Limite utilizzato dalla tecnica della Shibuki.

Una volta concluse le Carte Bomba, o quando il Ninja lo ritiene necessario, può adoperare la seguente tecnica per “ricaricare” la sua spada:

Bukijutsu - Girare il Rotolo (Limite: 4) [STM: -5]
Tratti: Supporto, Taijutsu

“Lo Shinobi Katana ruota con forza l’impugnatura della Shibuki, così da tirar fuori una nuova sezione del rotolo delle Carte Bomba e “ricaricare” la sua arma.”

Effetti:
  • Ripristina le Carte Bomba della Shibuki a 5.





Edited by Get scared. - 19/5/2023, 01:44
 
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