Distratto da chissà quale pensiero o preoccupazione, Dorei sembrava molto più interessato a guardarsi intorno, anziché a valutare la proposta del genin. Aveva l'aria di un cane bastonato e il violento padrone sembrava essere proprio il caro vecchio capocantiere. Per un attimo fugace, al solo dover guardare di nuovo quella sagoma, Ginko riprovò tutto il nervoso sentito poco prima. Inoltre, la reazione di Dorei, aveva, se possibile, aumentato ancor di più l'astio che lo shinobi provava per lui. Raramente aveva provato una rabbia simile per qualcuno, ma, nonostante gli sarebbe piaciuto scatenare un tornado verso Katashi, era in missione e, dopotutto, poco gli interessava di come Dorei veniva trattato, erano si compaesani, ma non amici. Improvvisamente, nella mente del giovane, balenò il titolo scritto sul fodero di quello che sempre fu uno dei sui rotoli preferiti: Hitsuzen. Niente era una coincidenza nella vita e se Dorei si trovava in quella posizione, così come il capocantiere, entrambi avevano ragione di esserci. Cambiare se stessi era l'unico modo per cambiare il futuro e se il suo compagno non sentiva il bisogno di cercare di indirizzarlo altrove, questo non era sicuramente un problema di Ginko. Inoltre, per quanto non gli piacesse Katashi, quest'ultimo, pessimo carattere a parte, non gli aveva fatto niente di male, quindi lo shinobi decise di scordarsi nuovamente di quel breve incontro e degli eventuali problemi di Dorei e concentrarsi unicamente sul lavoro.
"Perfetto, fai pure strada."
Seguendo la scheletrica sagoma del compagno, Ginko cominciò a scendere nelle viscere di quella che fu la prima Oto. A differenza di quei tempi, ora i lunghi cunicoli erano pieni di persone, ognuna delle quali impegnata a rendere gli stessi di nuovo agibili. Un brivido di eccitamento percorse rapido la nuca di Ginko. Non ci aveva pensato in un primo momento, annebbiato dalla delusione di non poter lasciare il Paese per la sua prima missione, ma una volta sottoterra, l'idea di trovarsi in un luogo così pieno di storia e, soprattutto, di segreti, aveva risvegliato la sua sete di sapere. Non riuscendo a controllare quella curiosità e quasi senza rendersene conto, le sue mani raggiunsero rapide la benda, allentandone la presa e facendola ricadere sul petto. Quasi dimenticando lo scopo per il quale era li, il genin prese a seguire Dorei lungo i corridoi, ma la sua attenzione, così come il suo sguardo, non erano per niente concentrati sul compagno. Ogni singolo centimetro di quel corridoio poteva nascondere qualcosa, così come ogni singolo particolare avrebbe potuto raccontargli chissà quale ricordo lontano o lotta. Shinobi leggendari aveva combattuto in quegli stessi cunicoli, così come altrettanti ninja del Suono vi avevano ricercato e protetto chissà quali segreti. Gli occhi di Ginko, quasi come due palline di un flipper, vagavano attenti da destra a sinistra, ignorando qualsiasi altra persona presente, ma attenti a ogni minimo particolare o sfaccettatura di quelle storiche gallerie, fino a quando il tonfo sordo della carriola che spingeva non lo riportò alla realtà, così come al capolinea di quel primo giro.
"Perfetto! Immagino che poi scaricheremo il tutto la dove ci siamo incontrati, giusto? È quasi surreale trovarsi qui..."
- Chissà dove portano questi due cunicoli... O ancor più cosa possano nascondere! Magari Dorei potrebbe sapere qualcosa a riguardo, anche se dubito che un lavoratore della sua umiltà sia stato messo a conoscenza di tali informazioni... -
Il peso di quelle macerie, eclissato dalla curiosità di Ginko di cosa avrebbe potuto trovare sotto ogni singola pietra, sembrava del tutto irrilevante per lo shinobi, che senza troppi preamboli prese a caricare distrattamente la sua carriola, ma senza dare veramente attenzione a quest'ultima. Come un bambino impegnato a scartare i suoi regali di Natale, il genin prese a gettare i detriti nella carriola, prestando attenzione unicamente a cosa questi ultimi rivelavano. Ogni pietra poteva essere quella giusta, ognuna avrebbe potuto riportare alla luce qualcosa. Senza neanche accorgersene, se non per il rumore delle macerie che, al posto di rimanere nella carriola, traboccavano a terra, Ginko aveva completato il suo primo carico. Impaziente di svuotare il tutto e riprendere la ricerca, lo shinobi si assicurò di aiutare anche Dorei a riempire la sua, per poi cominciare insieme la risalita verso la superficie. Tornando indietro, nonostante a forza, il genin cercò di prestare attenzione al percorso, in modo da poterlo ricordare senza dover far affidamento unicamente sul compagno. Una volta svuotato il primo carico, i due si rigettarono fra le budella dell'antica Oto. Nonostante i suoi occhi fossero inusualmente liberi dalla benda, anche durante la sua seconda discesa, le persone intorno al genin rimanevano delle sagome anonime. La sua attenzione era ancora concentrata unicamente su quei cunicoli e sulla ricerca di eventuali indizi che lo avrebbero potuto portare a capire qualcosa che, forse, quei manovali avrebbero potuto tralasciare. Raggiunto nuovamente il luogo di carico, Ginko decise di andare oltre le sue conclusioni su Dorei e vedere se quest'ultimo fosse in grado di placare le mille domande che gli frullavano in testa.
"Dorei... Mi chiedevo se fossi a conoscenza di dove dovrebbero portare questi due cunicoli che dobbiamo liberare. O magari a che cosa fosse destinata quest'area nord dei sotterranei. Sapere dove o su cosa stiamo lavorando, potrebbe salvarci da eventuali pericoli."
Senza perdere troppo tempo, il genin si ributtò a capofitto fra le macerie. Questa volta, forse per attrito, le pietre cominciavano a far sentire il loro peso, ma la curiosità del genin si mostrò nuovamente superiore. Poco importava se apparentemente niente di interessante era emerso fino a quel momento, ogni detrito poteva essere quello giusto e la perseveranza era fin da sempre stata il suo forte. Una volta riempita nuovamente la carriola ed aver eventualmente aiutato Dorei a finire di caricare la sua, i due ripresero il loro giro, incamminandosi verso il sito di scarico. Continuando maniacalmente a guardarsi intorno lungo il percorso, Ginko cercò dunque di ricordare quanto più potesse sulle lezioni di storia dell'accademia e su quanto aveva appreso della battaglia per la riconquista di Oto. Non riusciva a ricordare nessun evento che si fosse svolto specificamente nella parte nord, ma concentrandosi a ricordare i dettagli della battaglia, la sua mente non poté che finire sui morti che ci furono. Quest'ultimi lo avevano accompagnato fin da piccolo e, anche se chissà non in maniera convenzionale, i suoi pensieri spesso conducevano a loro. Sicuramente, se avesse potuto percepirli o ancora meglio comunicare con loro, quel sotterraneo sarebbe stato un libro aperto in quel momento. Riemersi in superficie, quasi come se fosse stato svegliato dalla luce del sole, Ginko si rese finalmente del tutto conto di non indossare la sua benda. Era alquanto strano per lui trovarsi in pubblico senza, ma, un po' per il fatto che niente di strano fosse ancora accaduto, un po' perché preso dal lavoro, decise di non ricoprirsi per il momento, senza contare che, preso com'era da quell'avventura, avrebbe finito con rimuoverla nuovamente una volta di nuovo sottoterra. Svuotata di nuovo la carriola, Ginko era subito pronto a rigettarsi sottoterra, avido come mai di rinvenire qualcosa durante quella missione che, alla fine, si stava rivelando molto più eccitante di com'era cominciata!