Esame Autogestito #2, Il sentiero del Suono

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view post Posted on 10/6/2020, 13:34     +1   -1
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Konoha
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Sottili draghi di incenso si sollevavano agili, per poi andarsi a rifugiare nella densa nuvola grigiastra che da ore soffocava il soffitto dell'umida grotta. L'unico mobiletto del piccolo antro, di solito chiuso a custodire i rotoli che Ginko aveva accumulato in quei mesi, era spalancato e privo di ogni contenuto. Nonostante il caos di pergamene, sparse qua e la sullo spesso e consunto tatami che ricopriva il suolo, l'atmosfera era calma e silenziosa, quasi immobile, se non per il ritmico danzare delle svariate candele collocate laddove le pareti rientravano abbastanza da consentirlo. La lettera di convocazione all'esame genin giaceva semiaperta su di un piccolo tavolino, affianco alla benda che il giovane indossava fuori da quella che era diventata la sua nuova casa. Ginko sapeva che il giorno dell'esame sarebbe prima o poi arrivato, ma da quando ne aveva ricevuto la comunicazione ufficiale, non riusciva più a scollarsi da quei rotoli. Il fallimento non era mai stata un'opzione per lui e le lunghe ore di lavoro, o studio, aveva sempre fatto parte del suo essere. Aveva sempre trovato un certo piacere nello spingersi oltre il limite, nella sua resilienza, e più si sentiva stanco, più nella stessa misura provava soddisfazione. Non aveva paura, non provava preoccupazione, ma aveva bisogno di sentirsi completamente dedicato all'obbiettivo finale, farlo parte di se. Senza che niente in quella piccola grotta si accorgesse del passare del tempo e delle ore, il canto del gallo giunse disarmonico a spezzare quella lunga trance. Nonostante non avesse dormito, Ginko si butto quasi immediatamente sulla schiena, cominciando a stiracchiarsi soddisfatto. Un sorriso eccitato solcò finalmente il pallido viso del giovane, che dopo aver riposto freneticamente, e un po' alla rinfusa, i rotoli nell'armadietto, si diresse senza esitazioni a prepararsi per la lunga giornata che lo avrebbe atteso. Fantasticando sulle missioni che lo avrebbero atteso da li a poco, al sapere che avrebbe potuto acquisire, gli sembrò quasi di sentire il suo vecchio maestro Sanji: "concentrati sul presente, invece di fantasticare sempre su quello che potrebbe accadere dopo". Non era cambiato in quello, non era forse cresciuto, era più forte di lui. Aveva passato un vita fantasticando ed era sempre difficile per lui rimanere con i piedi per terra, nonostante ora, in parte, stesse già vivendo in quel sogno. Pensava spesso a quello che era stato il suo sensei, spesso immaginava una parte del suo spirito accanto a lui a cercare di tenerlo con i piedi per terra e, anche se molto probabilmente Sanji era ancora vivo, il suo fantasma immaginario, quel giorno, lo accompagnò fino ai banchi dove si sarebbe svolto l'esame teorico.

La prova si sarebbe svolta in un'unica sessione e sarebbe stata improntata principalmente su quattro temi casuali dei diversi affrontati. Man mano che le voci dei compagni intorno a lui scemavano, una leggera tensione cominciò a pervadere il suo animo. Per quanto non avesse voluto pensarci o darci troppo peso, Ginko sapeva che, quel giorno più che mai, avrebbe dovuto fare a meno della sua benda e, ora che sull'intera aula il clima di esame cominciava a farsi sempre più intenso e le nuvole intorno alla sua testa pian piano si diradavano, sentiva una crescente preoccupazione attanagliargli i pensieri. L'ignoto, sopratutto quando si trattava di conoscenza, non lo aveva mai spaventato, anzi, ma quando il mistero riguardava se stesso o meglio un qualcosa che aveva sempre preferito evitare, piuttosto che indagare, la storia era ben diversa. Decise dunque di andare contro le sue abitudini e di scegliere un banco in prima fila, più sarebbe riuscito a limitare il suo campo visivo, meno possibilità avrebbe avuto di scoprire, proprio in un giorno così importante, quale fosse il motivo per il quale gli anziani del villaggio avessero deciso di coprire i suoi occhi al resto del mondo. Dopotutto aveva più volte tolto la benda negli ultimi anni e in situazioni relativamente tranquille, niente era mai successo.

Il pronti via era già stato dato e, seppur con qualche esitazione, Ginko rimosse la benda che copriva i suoi occhi. La prima cosa che si trovarono davanti, fece dimenticare subito al giovane ogni preoccupazione che aveva avuto fino a quel momento, proponendone di nuove e alquanto più seccanti per lui: "conoscenza armi". Le taijutsu, per quanto sicuramente importanti per uno shinobi, non erano mai state il suo forte, tanto in campo pratico quanto in quello teorico. Da quando studiava con Sanji e ancora di più da quando i suoi studi erano diventati molto più seri con il suo arrivo a Oto, si era sempre trovato più a suo agio con genjutsu e ninjutsu. I suoi occhi vagano quasi assenti sulle colonne di domande di quella prima sezione, mentre in testa Ginko provava a ripescare quanto ripassato in quelle settimane, quando improvvisamente un ricordo, un fantasma di Sanji che lo attaccava con un katana, gli balzò alla mente. Da dietro quegli occhi assenti, Ginko comincio a duellare nella sua immaginazione con quello spettro del passato, ripassando tramite i ricordi quanto studiato fino a quel momento. La sua penna cominciò a muoversi, adattando quella reminiscenza alle domande e continuando a sviluppare quell'ipotetica avventura nella sua testa. La parte successiva, riguardanti le teorie dietro le varie genjutsu, impegnò molto di meno i fantasmi che ora gli danzavano in testa, rendendo quello scontro, nonché il suo stesso umore, molto meno teso. Finita anche la seconda parte dell'esame scritto, per un attimo gli venne quasi da alzare lo sguardo, apprezzando per un'istante la bellezza senza veli di quanto lo circondava, luminosa, ma subito, scuotendo la testa, decise di rimandare quel momento di romanticismo ad una situazione più adatta. Lo spettro di Sanji e il suo, smisero dunque di combattere, quando, girando la pagina, si trovarono a cimentarsi con le tattiche di spionaggio. Al duetto si aggiunse Sasori, uno dei fantasmi creati dalla sua mente fra i più cari, quello di un ragazzino della sua età che un giorno si trovò a seppellire. Chissà quali fossero i suoi sogni, chissà se il suo spirito fosse pronto al nuovo viaggio che dovette intraprendere. Se lo chiedeva spesso, ma questa volta, invece di chiacchierare con lui, aveva del lavoro da affidargli. Adattando le mosse dei tre alle domande del terzo paragrafo, Ginko si trovò finalmente all'ultimo atto di quell'esame: "elementi del chakra e tenketsu". Congedando quelli che erano stati i suoi compagni di esame, il pallido aspirante shinobi rivolse le sue attenzioni a se stesso. Aveva sempre avuto una certa sensibilità con il chakra e ad ogni lezione a cui aveva partecipato, aveva sempre avuto la sensazione di sentire con precisione dentro di se quello che gli veniva spiegato. Senza troppi indugi, questa volta, la penne si mosse quasi da sola, per poi posarsi accanto al foglio a pochi minuti dalla fine dell'esame. Senza perdere troppo tempo, dopo una rilettura veloce, Ginko, anche se come sempre contro voglia, tornò a legarsi la benda dietro la nuca, per poi alzarsi e depositare il suo plico sulla cattedra del maestro e dirigersi verso il campo di allenamento numero sette.

Aveva sempre prediletto l'approccio teorico rispetto a quello brutalmente diretto, ma l'annuncio che l'esame pratico, quest'anno, avrebbe avuto uno svolgimento straordinario, in qualche modo lo incuriosiva ed eccitava molto di più di quanto l'esame scritto non avesse fatto. Non se la cavava male nel combattimento, ma aveva sempre pensato che un combattimento "forzato" o "guidato", non esaltasse al meglio quelle che erano le sue caratteristiche. Non era mai stato prima d'ora al campo di allenamento numero sette e, per quanto poteva ricordare, non lo aveva mai sentito nominare prima di quel giorno. Il sole splendeva alto, senza troppe nuvole in cielo a coprire i suoi raggi, condizione che agevolava di gran lunga il suo handicap. Mentre la sua mente fantasticava fervida su che tipo di esame avessero in programma da meritare l'etichetta di straordinario, da sotto la benda, poggiando la nuca contro il tronco sul quale era appoggiato, Ginko cominciò ad osservare le caratteristiche di quel campo di allenamento. La piazzola nella quale si trovavano era completamente spoglia e non vi era presenza di alcuna attrezzatura particolare. La radura era regolarmente circondata da una fitta boscaglia, fatta eccezione della parte più a nord, opposta all'ingresso del campo, che presentava, seppur non battuto, una specie di sentiero che si addentrava nella vegetazione. L'aspirante shinobi non riuscì immediatamente a dargli un significato preciso, fintanto che l'esaminatore non prese a spiegare lo svolgimento della prova: un percorso ad ostacoli. Vista l'assenza di esaminatori, la maggior parte dei quali impegnati in compiti relativi alla ricostruzione del villaggio, la prova si sarebbe svolta lungo un sentiero disseminato di prove, alla fine del quale, per chi fosse riuscito ad arrivare fino in fondo, avrebbero dovuto superare un misterioso guardiano, il quale, a detta del maestro, sarebbe stato un nemico ben al di sopra delle loro capacità. Perso nelle sue congetture, Ginko osservò addentrarsi, l'uno a distanza di dieci minuti dall'altro, le sagome dei suoi compagni oltre l'ingresso naturale del percorso, fintanto che, finalmente, anche il suo nome fu pronunciato.

Senza farsi troppo pregare, il pallido giovane, concentrando al massimo ogni suo senso, si addentrò, seguendo il percorso, dentro il bosco. Il silenzio intorno a lui era quasi surreale, tanto che addirittura i suoi passi sembravano non emettere alcun rumore. Le sagome degli alberi si susseguivano veloci ai suoi fianchi, in quello che sembrava un circolo vizioso senza fine. All'improvviso, a spezzare quella quiete innaturale, il suono acuto di un campanellino, quindi un sibilo. Ginko, allarmato, si buttò subito sulla sua sinistra, ma era già troppo tardi. Distratto da quell'improvviso squillo, aveva percepito il kunai che volava verso di lui con un fatale istante di ritardo e ora un forte dolore, dalla coscia destra, si faceva strada lungo il corpo, fino a scoppiare in un'affilato dolore nella sua testa, insieme ad una forte rabbia. Avrebbe dovuto prevedere una situazione del genere, anzi, si sarebbe dovuto aspettare addirittura di più e la sua ingenuità lo aveva ferito forse anche più di quel kunai. Stringendo i denti, fra collera e dolore, l'aspirante shinobi riprese la sua corsa, forse addirittura con maggior vigore, e quando la seconda campanella suonò, non si fece trovare impreparato. Mantenendo la contrazione oltre quel suono, questa volta, percepì la traiettoria del kunai ancor prima di vederla, così schivando l'attacco e proseguendo nella sua corsa. Che i pericoli fossero finiti li sarebbe stato alquanto improbabile, sciocco da pensare e ogni singolo muscolo del suo corpo era ora allerta. Per altri lunghi minuti, nulla sembrò succedere, ma Ginko conosceva bene quell'approccio di combattimento, subdolo, estenuante, in quanto molto simile al suo e infatti, dopo una lunga assenza di pericoli, il colpo non manco ad arrivare. Un'altra campanella, ma questa volta un fruscio più importante di quello di un kunai, più potente. Alzando gli occhi, Ginko vide una grossa sagoma cadergli addosso dall'alto, una roccia. Non vi era tempo per organizzare una difesa, quindi, incrociando le braccia sopra la testa e impastando rapidamente tutto il chakra a cui poteva attingere, per poi concentrarlo negli arti superiori, Ginko incassò il colpo come meglio poteva. Anche questa volta la difesa si rivelò adeguata, ma dopo il precedente periodo di stasi, questa volta l'attacco successivo era già stato innescato. Ancora una volta un gioco di suoni, il franare del masso a sovrastare il sibilo di un'altro kunai. Ginko ebbe solamente il tempo di girarsi verso la nuova lama assetata del suo sangue, ma nonostante l'incombente minaccia, questa volta, era pronto. Le sue mani furono più veloci del pugnale, che terminò la sua corsa cozzando fra le scintille contro la stessa roccia dalla quale il giovane si era appena difeso e con la quale si era sostituito.

Affannato, Ginko rivolse il suo sguardo verso la ormai vicina fine del percorso, intravedendo qualcosa di grosso a bloccargli la strada. Il bruciore della ferita che si era procurato poco prima ardeva fra i suoi pensieri, non era più il tempo di giocare. Ancora una volta, anche se con molta meno calma, la sua mano andò a strappare via la benda che gli copriva gli occhi, rivelando quello che sarebbe stata senz'ombra di dubbio il suo ultimo ostacolo: un grosso orso bruno. Quasi come se l'animale stesse a sua volta aspettando di incrociare lo sguardo con il suo avversario, un potente bruito spezzò definitivamente il silenzio. Le parole dell'esaminatore, alla vista della bestia, trovarono finalmente spiegazione: era sicuramente lui il guardiano al di sopra delle sue capacità. Libero dal suo velo, i suoi occhi cominciarono ad analizzare quello che sarebbe stato il campo di battaglia, senza però trovare troppo aiuti dall'ambiente circostante. La fitta vegetazione che circondava il percorso, seppur non avrebbe giocato in favore dell'orso, non sarebbe stata un'opzione valida, in quanto avrebbe rallentato e non poco, anche la sua evasione. Uno scontro diretto o magari una ninjutsu per spaventare l'orso, avevano ancor meno possibilità di riuscita. Fingersi morto? Il rischio di trasformare il bluff in realtà continuava ad essere abbastanza alto! Se non poteva batterlo fisicamente, allora lo doveva superarlo mentalmente. Ancora una volta le sue mani andarono a congiungersi davanti al petto, concentrando quanto più chakra poteva. L'orso cominciò la sua carica, ritmica, lenta, ma inesorabile. Ginko compose velocemente i sigilli, infiltrandosi con tutta la sua forza nella mente dell'avversario tramite una genjutsu. La bestie riuscì a compiere un altro paio di falcate, prima di terminare la sua carica franando al suolo, suglia soglia di un pisolino che decretava la fine della prova.



//GDR off

*Primo Turno

- Calcolate una Ferita da Taglio subita con 30 Danni Certi basandovi sulla vostra scheda provvisoria per i malus alla Salute e alle Statistiche:


Danno certo: 30

Salute: 155 -30(danno certo)= 125

PF: 6 (6° grado)

Frz: 31 -6(taglio)= 25

*Segue primo turno

- Inserite calcoli di un'Elusione da un Attacco Semplice Armato pari a 96 con relativi Consumi:

Valore Attacco: 96

Elusione: 40(vel) +60(chk) +8 (vel base/5)= 108 ~riuscita

Stm: 66 -3(chk utilizzato)= 63 -6(taglio)= 54

Salute: 125 -6(taglio)= 119

*Secondo turno

- Calcoli di una Tecnica Difensiva con relativi Consumi:

Kyōmeisen, Muro di Suono[spoiler_tag]<bukijutsu> - Kyōmeisen, Muro di Suono - [Chk: 40][Def/Res +75/120] (Necessita un Onpa heiki)
“Le armi soniche hanno una funzione difensiva, oltre che offensiva. Se chi le usa concentra l'intero sforzo in un singolo fronte distruttivo, in effetti va a creare uno scudo sonoro estremamente solido e piuttosto pericoloso per chi ci si avvicina. Protegge egregiamente da qualsiasi attacco, ma in particolare, se difende da un attacco ravvicinato di qualche tipo, chi attacca subisce 20/40 danni certi che causano danno all'udito.”[/spoiler_tag]


Tecnica Difensiva: 31(def) +75(tecnica)= 106

Stm: 54 -2(chk utilizzato)= 52 -6(taglio)= 46

Salute: 119 -6(taglio)= 113

P.S. il pg non possiede un Onpa heiki, ma è l'unica tecnica difensiva che ho in scheda, quindi ho usato questa esclusivamente al fine dei calcoli.

*Terzo turno

- Calcolo di una Sostituzione usata come Tecnica su un attacco ricevuto a piacere, con relativi Consumi:

Sostituzione: Tecnica[spoiler_tag]<tecnica> - Sostituzione - [Stm -4/6/8/11][Max 2 volte ad incontro]
"Il ninja si sostituisce con un tronco o oggetti che trova nelle vicinanze. Questa tecnica si può utilizzare come:
Attivazione: dimezza il danno certo subito dall'attacco appena difeso.
Tecnica: conferisce un bonus a def/vel/res Base pari al parametro stesso. E' chakrabile e potenziabile con attivazioni, tonici o simili.
[Durante l'azione può essere utilizzata solamente in una delle due varianti sopra citate][Contro attacchi a Raggio Totale non sarà possibile utilizzare la sostituzione come attivazione, ma solo come tecnica].[/spoiler_tag]


Tecnica Difensiva: 31(def) +31(tecnica) +60(chk)= 122

Stm: 46 -4(tecnica) -3(Chk utilizzato)= 39 -6(taglio)= 33

Salute: 113 -6(taglio)= 107

*Quarto turno

- Inserite i calcoli di un Attacco della vostra Specializzazione con relativi Consumi:

Tecnica della sonnolenza illusoria[spoiler_tag]<genjutsu> - Tecnica della sonnolenza illusoria – "Tecnica largamente utilizzata in tutti i villaggi ninja per il suo effetto, che la rende particolarmente utile in combattimento.
Lo shinobi, concentrando la quantità di chakra necessaria, ed immettendola poi, in un secondo momento, nella mente del proprio avversario riesce ad indurre in quest’ultimo uno stato di sonno che sarà più o meno intenso a seconda della quantità di chakra utilizzata per attivare la tecnica. Causa Status Sonnolenza e Paralisi."
Liv 1: [Chk: 40] [Eff: 50][/spoiler_tag]


Genjutsu: 44(int) +50(eff) +20(chk residuo)= 114 +5(spec)= 119

[spec: 44(int) +1(lvl)= 5]

Stm: 33 -3(Chk utilizzato)= 30 -6(taglio)= 24

Salute: 107 -6(taglio)= 101
 
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view post Posted on 11/6/2020, 20:12     +1   -1
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Promosso con Media: 10 [X]

Complimenti. :sisi:

CITAZIONE
Promozione: A prescindere dalla media finale assegnata il premio per la promozione sarà di 500 exp totali e quanto ne consegue dal passaggio di rango a Genin


- Ottenuta la promozione il giocatore Deve fare obbligatoriamente un post dove dice che vengono esposti i risultati e dove riceve il coprifronte o, per i Liberi, una sequenza dove verifica l'effettiva conoscenza delle sue capacità.

Chi lo desidera prima di richiedere la prima Missione D o la prima Quest Clan, può approfondire il background nel topic stesso o ad esempio in una role nella propria Residenza o con un topic a se stante in sezione "Nel villaggio".
 
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view post Posted on 12/6/2020, 14:37     +1   -1
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I giorni che seguirono all'esame furono lenti e in qualche modo monotoni. Privo di uno scopo, costretto ad aspettare, Ginko non riusciva a trovare dei veri e propri stimoli, rimanendo per lo più rintanato in casa, a leggere le poche pergamene che aveva potuto arraffare prima di lasciare il Paese della Pietra. Essendo in procinto di diventare genin, o almeno così sperando, le attenzioni del pallido si erano rivolte verso le leggende dei paesi limitrofi a quello del Suono, in quanto sarebbe stato alquanto improbabile che le sue prime missioni sarebbero state più lontane. Aspettare per aspettare, ma allo stesso confidente della sua prova, Ginko aveva deciso di portarsi avanti con il lavoro, cominciando a gettare le basi per quelle che sarebbero state, anche se in secondo piano, le sue ricerche. E così, passando dagli Yuki Onna, protagonisti indiscussi della maggior parte delle leggende di fantasmi del Paese della Neve e quello del Gelo, e le Yama Uba, spesso citate in incidenti correlati al Paese del Suono, fino ad arrivare agli svariati racconti di zashikiwarashi del suo paese natio, quello delle Terme, finalmente arrivò il giorno nel quale i risultati degli esami sarebbero stati esposti. Ginko decise di aspettare il tardo pomeriggio per recarsi all'accademia, per evitare la calca degli impazienti. Accompagnato unicamente dalla brezza serale, raggiunse il piccolo tabellone esposto nel chiostro interno della struttura e, facendo sicuro che non ci fosse nessuno nei paraggi, sollevò con un dito la fascia, in modo da liberare l'occhio destro. Fra la sfilza di rimandati, molti di più di quanti se ne sarebbe aspettati, il suo massimo dei voti risaltava su tutti, così come il sorriso a metà fra la felicità e l'emozione che gli si dipinse automaticamente in volto. Era finalmente un genin del Suono! Superando il tabellone, spinto dall'eccitamento che inebriò le sue gambe, Ginko raggiunse la saletta dove il sensei, insieme ad una rappresentanza delle forze miliari di Oto, aspettava coloro che erano stati promossi. Con un profondo inchino a salutare gli sguardi severi degli shinobi che lo accolsero, il neo genin raggiunse la cattedra sulla quale rilucevano le placche in acciaio dei coprifronte del Suono. Il maestro lo guardò, soddisfatto, per poi allungare una mano verso di lui e porgendogli quello che avrebbe ufficialmente sancito la sua rinascita.

 
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