Distante, nell'ombra delle loro coscienze, Fujie cercava di riemergere da quello stato confusionale.
Il buio avvolgeva ogni cosa li e, a meno che non si trattasse del ritorno ai suoi incubi, stavolta sembrò reale - nella sua testa si - ma reale. Tutt'attorno era sola, un luogo mistico in cui aleggiava una leggera nebbiolina violacea mentre, ai piedi, sentiva l'umidità solleticarle i piedi.
"Dove siamo..?"
Abituata al plurale maestatis, nemmeno si accorse che Yasei non era con lei in quel luogo, non ancora almeno.
Muovendo i primi passi udì a stento il riecheggiare dei propri passi, avanzando una luce fioca sembrò guidarla attraverso quel tappeto d'acqua che si faceva sempre più alta, fino a toccare le caviglie; con l'illuminazione, anche i colori si fecero pi vividi e dal buio riconobbe il verdastro di quell'acqua putrida ma che per qualche ragione, lì, in quel luogo legato alla sua mente, non intaccava il suo delicato olfatto con quell'olezzo putrido che aveva imparato a riconoscere.
"Questo, sai, credo sia il posto dove sono nato.
É casa mia, o almeno dove la mia mente si è sempre rifugiata e dove risiedono i miei primi ricordi.. sono collegati a questo spazio fin da quando il Rikudo ci ha dati alla luce ed è stato sempre dove raramente sono riuscito a connettermi con i miei fratelli. Eppure.."
Scrutando in quel buio infinito e di materia resa reale solo attraverso le sensazioni che venivano trasmesse mentalmente, Fujie scorse una pianura sconfinata, una distesa d'erba maestosa con all'orizzonte un sole pallido che illuminava le colline.
"Ma tu guarda laggiù che spettacolo, se solo ci fosse più luce! Perchè non ci andiamo, cosa ti preoccupa?"
"Nulla, nulla.. solo che, ecco.. io.. ho vissuto in solitudine per troppo tempo e ora che sei riuscita ad arrivare qui.."
La voce ridotta ad un flebile sospiro tradito dall'emozione e dalla timidezza per quanto stava per dirle.
"Sono davvero felice di saperti qui, nel cuore del mio cuore
..e se lo vorrai, questa sarà anche la tua casa."
Fu allora che la luce che Fujie onorava si fece largo scacciando le tenebre, la prateria divenne via via più satura e viva, lo specchio d'acqua su cui poggiava si fece limpido e poi, alzando la testa, ecco l'immensa forma di Saiken a pochi metri da lei. Smisuratamente alto e largo, strato su strato, il demone rivelò la sua forma maestosa e al tempo stesso timida e delicata mentre con la piccola zampa andava ad asciugarsi le lacrime di gioa che colavano giù da quelle antenne sottili.
La nebbiolina violacea si diradò ma al tempo stesso, la sua forza s'intensificò e come un vento caldo e umido, andò ad abbracciare la rossa; pur sforzandosi di restare dietro quella sua maschera da dura, la jonin non potè nascondere l'emozione e fu tradita da quel velo lucido che ricopriva i suoi occhi dorati
"Baka.. così farai piangere anche me."
* * * *
Quando riaprì gli occhi, Fujie non era più la stessa di poco prima, una luce diversa illuminava il suo sguardo e una forza impetuosa animava faceva galoppare il suo cuore inebriandone il corpo.
Con il sapore della sabbia ancora sulla lingua e sul palato, uno sbuffo d'aria violaceo condensò il suo respiro e ritrovata la lucidità grazie al compagno bijuu che aveva depurato reni e fegato, era pronta a combattere come mai prima d'ora.
Riemergere dalla stretta del jutsu, il cui nome era ironico visto il posto in cui erano - non fu facile, il funerale del deserto era una vera e propria trappola, quasi una condanna per il malcapitato che finiva sua vittima ma, con quel chakra ad inebriarla, fu al tempo stesso un gioco da ragazzi: camminando all'indietro, come per risalire degli scalini in una palude, riuscì a sottrarsi quasi del tutto alla morsa o, quantomeno, a non sprofondare ulteriormente.
É questo che si prova ad essere un jinchuuriki?
Tutti i miei studi, le ore passate in biblioteca e tutte le volte che ho disturbato il buon Noburu.. niente di quello che ho letto potevano descrivere questa sensazione.
Non abbassare la guarda Fujie-chan, ti ripeto, l'orfano di sposa non ha nulla da perdere e non c'è nulla di più pericoloso al mondo. L'orfano di sposa, certo che sei proprio vecchio amico.
E comunque non credere che abbia dimenticato la promessa che mi hai fatto, prima o poi dovrai dirmi che nomignolo avevi affibbiato a me e 'Jei. C-certo si.. ma concentrati ora per favore.
Ripreso il controllo del proprio corpo e scacciata ogni traccia degli effluvi dell'alcool dalla mente, Fujie si apprestò a liberare le braccia. Con mezzo busto libero prese a scavare rapidamente nella sabbia che aveva dietro la schiena e in breve riuscì ad impugnare le sue armi: fece giusto in tempo per proteggersi dalla pioggia di shuriken che l'uomo le riversò addosso.
Compatti e affilati questi si conficcarono ovunque attorno a lei sollevando un mucchio di polvere mista a sabbia e, conficcandosi ovunque nei dintorni, al termine la vide li, un po' ammaccata ma ancora viva.
"Mi dispiace amico, ti conviene smetterla."
Quando il pulviscolo si depositò a terra, la figura della donna si rivelò quasi del tutto intatta, quae là gli shuriken avevano strappato la sua divisa e procurato qualche graffio ma agitando le armi davanti a sé era riuscita a respingere la maggior parte degli attacchi e a difendere i punti vitali suoi e di Yasei. Il lupo, più abile di lei a scavare era ormai del tutto fuori dalla buca che Riku gli aveva scavato e tornato in forze, aveva iniziato a smuovere anche la sua parte: ad ogni zampata, enormi quantità di sabbia veniva rimossa,
e trascinata alle sue spalle, quelle indurite distrutte e nel giro di poco anche le gambe della compagna furono libere.
Spolverandosi e scuotendosi la testa, insieme a Yasei si liberò dello sporco e con la chioma arruffata tornò a rivolgersi al vedovo. Con fare minaccioso allungò la destra verso di lui mentre ancora impugnava le tonfe rossastra che aveva chiamato Seknuchi: armi la cui forgia risaliva alla sua infanzia, nate dalla disperazione e il dolore per la perdita dei preti rossi che l'aveva indottrinata, le Fauci Latenti che erano state plasmate attraverso il chakra dell'Ōkami di cui si era fatta portatrice.
Chissà se è possibile combinare queste le nostre forze..
Non credo sia il momento per testare le tue abilità e poi non prenderti in giro da sola, tu non vuoi fargli del male.
.. ... ..
Nonostante tutto non sei arrabbiata con lui, lo compatisci anzi.
... ..
Lo sento, è inutile che fai così, ormai dovresti aver capito come funziona e se serve per evitarti guai, non la smetterò mai di dar voce ai tuoi veri sentimenti. Tsk, sei proprio appiccicoso ma te lo concedo, hai ragione. E adesso come lo convinciamo a rinunciare senza fargli del male?
Cercando una soluzione, rimase li impalata e se anche il braccio tornò a rilassarsi lungo i fianchi, quel chakra violaceo che circondava la sua figura le donava un aspetto minaccioso, il suo strano pallore anche, e che dire poi di quelle tracce di bagnato che macchiavano i suoi vestiti. Sembrò sudare non solo dalla pelle ma anche attraverso i vestiti, il suo corpo era mutato in qualche modo, quasi come se la carne avesse preso la consistenza e il colore di Saiken stesso.
Il lato peggiore? Beh, restava l'odore di marciume che le narici di Riku percepirono acutamente, fin quasi causandogli la nausea.
"Non ho scelto io tutto questo.. sono sempre stata un disastro lo so ma non ho mai sfiorato con un dito chi non meritasse la mia furia. Quello che è successo l'altro giorno.. tua moglie e la tua bambina.. io, noi anzi, non volevamo. Il Kazekage l'ha capito e tra mille riflessioni alla fine ha deciso di lasciarmi libera, non starò qui a spiegarti oltre cosa è successo e che conseguenze avranno le tue azioni se non la pianti subito di attaccarmi. Sono certa che conosci perfettamente le leggi sull'omicidio in vigore a Suna, specie tra compaesani. "
Il coprifronte nuovo di zecca si era già lacerato ma parlandone, nonostante non fosse natia della Sabbia, trasmise il ritrovato attaccamento a quel villaggio perso nel deserto. Sapeva di non poter consolare quel dolore, in un tempo lontano anche lei aveva perso dei cari - chi l'aveva cresciuta e chi aveva amato - ma era solo da poco che aveva smesso di covare rancore verso chi riteneva colpevole.
"Se credi che stiano sbagliando con me, vai, corri al palazzo. Denunciami, chiedi il mio esilio, la mia prigionia, la mia esecuzione o tutte e tre insieme. Fai quello che vuoi ma non costringermi a reagire e a ferire di nuovo un'innocente."
Non si sarebbe mai data pace, i nomi delle tre vittime che aveva fatto sarebbero rimaste per sempre incise nella sua coscienza, macchiandola e costringendola a vivere nel rimorso. Come Saiken, era sempre stata la prima a desiderare un castigo o l'isolamento ma le circostanze la riportavano ogni volta a restare rendendole impossibile la fuga dal mondo e da sé stessa.
Dopo quelle ultime parole pronunciate con fervore e al tempo stesso, con disperazione, Fujie strinse i pugni sulle impugnature delle Senkuchi e abbassando leggermente il capo - per la vergogna - finì per voltarsi. Non era certa di averlo convinto ma rispettando il dolore dell'uomo e comprendendo le sue ragioni, non potè desiderare il protrarsi di quello scontro, era stato già troppo imbarazzante farsi trovare ubriaca sulla tomba di Noburu..
Avrei fatto meglio ad aspettare e venire qui stanotte, il buio e la solitudine si addicono molto di più ai pentimenti e alle preghiere. Non conoscevo il vetusto audioleso ma credo sarebbe fiero di te per l'autocontrollo che stai dimostrando.
Effettivamente per una persona irruenta e istintiva come Fujie, non era stato facile desistere. Allontanandosi verso l'uscita del cimitero tuttavia rimase qualcosa nell'aria, come la sensazione che ci fosse ancora qualcosa in sospeso, l'impressione e il presentimento che ancora non fosse finita li. A man a mano che il chakra del Rokubi defluiva abbandonando il suo corpo e facendolo tornare alla normalità, le probabilità che il vedovo s'infuriasse maggiormente crescevano; senza darlo a vedere infatti, nel dargli le spalle non abbassò del tutto la guardia. In attesa di raggiungere i cancelli, insieme a Yasei rimasta vigile nel caso in cui l'uomo decidesse di attaccarla alle spalle mentre andava via con la coda tra le gambe.