Alla fine abbiamo optato per il riposo, quindi ci dirigiamo nell’unico posto dove è possibile riposare in quel misero viaggetto di pescatori.
Ai miei occhi il posto si presenta squallido come tanti altri posti che avevo frequentato e di cui non ho più memoria, viaggiare a caso per il mondo ti dava la possibilità di vedere mo0lto posti interessanti e altri molto meno interessanti … come le taverne.
Il menu, come prevedibile per il posto, aveva a disposizione solamente pesce … e nemmeno troppe ricette.
Ordino quello che mi sembra più buono, sperando che il cuoco sia uno bravo e non un pescatore qualsiasi…
Mentre siamo in attesa del cibo osservo il kiriano, che fisicamente non era cambiato per niente, sembrava la stessa persona che avevo incontrato la prima volta.
« Non sei cambiato per niente.
Facile la vita a Kiri, nè? »Una domanda retorica, una battuta per fare due chiacchiere, per ironizzare sul mio aspetto trasandato,sul fatto che avevo perso un occhio… sul fatto che non portavo più il copri fronte del mio villaggio.
Sorrido soddisfatto dalle mie stesse battute mentre il “cameriere” ci porta, finalmente, il pesce ordinato.
Tra una chiacchiera e l’altra il tempo passa e la “normalità”, la monotonia, di quella taverna viene interrotta dall’entrata di due individui che attirano l’attenzione di tutto i presenti, compresa la mia.
Due uomini, personalmente sconosciuti, con delle fasce sconvolte, cosi sconvolte da far chiedere agli altri presenti cosa fosse successo.
I due partono a raccontare la loro storia che inizialmente non mi interessava affatto, cosa mi frega a me se la giornata di lavoro di un pinco pallino qualsiasi non è andata bene ho, abbiamo, cose più importanti a cui pensare.
Volente o nolente comunque sento la loro storia, visto che tutto il locale è in silenzio ad ascoltare tranne me che morsico un pezzo di osso rimasto del pesce che avevo ordinato.
« Si sono spaventati per delle voci. »Rivolgendomi al mio compagno inizio a farmi una risata per la storia che i due sconosciuti avevano appena finito di raccontare.
Non sapevamo molto della missione che gli era stata data a Kiri, le informazioni erano poche e a quanto pare anche non molto precise... in più la storia dei due tizi non era cosi male come mi aspettassi.
« Andiamo a dare un occhiata? »Appena ricevo la risposta positiva da parte di Isuke mi alzo di scatto e rumorosamente, cercando di attirare l’attenzione di tutti.
« Signori. »Sfruttando tutta l’esaltazione da kumano possibile, e l’idea che mi stavo iniziando a fare su come campare senza le entrate del villaggio, comincio ufficialmente le negoziazioni per recuperare in le loro perdite.
Mi avvicino a loro con passo leggero, come se volassi sopra il pavimento, e mi fermo a qualche metro per osservarli e allo stesso tempo farmi vedere.
« Ho sentito le vostre vicissitudini e sarei disposto a darvi una mano per recuperare le vostre perdite in serata. »Una piccola pausa per vedere se sono riuscito ad attirare la loro attenzione.
« Chiaramente in cambio di un piccolo compenso. »Vivere da vagabondo è dura, ci si deve arrangiare in qualsiasi modo per poter guadagnare soldi… e poi le medicine stavano cominciando a scarseggiare.
Non so se sono utili a qualcosa, ma spero di si, però il mio pg ha queste conoscenze:
Chi-mon. Geografia ed orientamento.
Per antonomasia, si pensa agli shinobi come a delle semplici spie o a degli assassini, ma essi sono molto più di questo, tant’è che ridurre la loro definizione a tali categorie potrebbe essere presa anche per un’offesa.
In primo luogo, infatti, sono dei gran viaggiatori. Le loro missioni ed i loro svariati compiti li portano spesso e volentieri ad attraversare in lungo e in largo il Continente conosciuto, dandogli modo di conoscere la geografia dei Paesi visitati sotto ogni aspetto, così da potersi muovere al meglio tra i vari monti, pianure, deserti e scegliere, quindi, la strada migliore per giungere a destinazione. Oltre a questo, un buon conoscitore dell’aspetto fisico dei territori sa anche come utilizzare i pregi e i difetti della zona circostante a proprio vantaggio, sia per semplici agi come trovare un buon punto in cui pernottare all’addiaccio, sia per seminare o, viceversa, intrappolare un proprio nemico.
Tutto questo ovviamente non sarebbe possibile senza una buona dose d’orientamento . Gli shinobi maestri in questa disciplina sono, infatti, in grado di riuscire a dedurre la propria posizione non solo grazie alla geografia dei territori, ma anche utilizzando le stelle come riferimento. Oltre a questo, sanno calcolare la distanza coperta contando il numero dei propri passi e moltiplicandolo per la lunghezza delle proprie falcate. In alternativa possono avere una conoscenza finemente calibrata della propria velocità lungo superfici e pendenze diverse tale da poterla usare per definire i propri progressi.
Shinri-gaku. Psicologia.
Per compiere le proprie missioni, i ninja non si affidano solamente alla forza delle armi, devono essere anche abili psicologi, tanto nei rapporti intrapersonali (relativi, cioè, alla propria psiche), quanto in quelli interpersonali (che coinvolgono altri individui).
I principi della psicologia ninja sono l’adattabilità e la resistenza, come suggerisce lo stesso kanji nin, traducibile in “paziente sopportazione”. Di fatto, gli shinobi sono tenuti ad utilizzare ogni mezzo a loro disposizione e a sopportare ogni avversità per raggiungere il proprio obiettivo.
Sono addestrati ad essere sempre attenti all’ambiente circostante e in sintonia con gli eventi e i processi naturali o provocati dall’uomo. Il loro pensiero deve essere elastico, tale da consentirgli di adeguare i propri piani in caso vi siano nuovi sviluppi, opportunità o limitazioni. La loro reazione alle persone, alle vicende o alle situazioni non è dettata da esse stesse, non dai preconcetti, ma da una scrupolosa ed obiettiva analisi dei fatti. Di conseguenza, si può dire che i ninja abili nell’affidarsi alla psicologia, sono maestri nel vedere la realtà, non semplicemente ciò che presumono o vogliono.