Missione B - Dietro le maschere dorate, Per ~ErudaJibibi

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view post Posted on 31/1/2020, 16:46     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Covo di Kirinaki - Estate del 249.



Chouko - La biondina non sarà contenta quando tornerà e mi troverà morto.

Kakumei era poggiato alla parete rocciosa, immerso nel buio e nel silenzio. Osservava la sagoma del prigioniero di sbieco, riflettendo sulle sue parole. Sapeva bene che avesse ragione ma considerando anche l'altra ospite, lasciare il Covo incustodito era fuori discussione.

Kakumei - Non sarai così fortunato Yamanaka, ti terrò in vita fino al suo ritorno, ne vada della mia.

||Brevissimo incipit per iniziare. Il primo post è tutto per te, libera di creare il contesto di inizio e di come "presentarmi" il PG. Unica linea guida: Ying riceverà una richiesta ufficiale per una missione tramite missiva. Il messaggio è vago e non firmato ma presenta il sigillo ufficiale della logistica. La invita al tramonto alla "Nube statica", una piccola taverna tra gli altipiani del villaggio.

Per il resto, sono un master ostico, penso tu lo sapessi quando mi hai contattato, e pretendo sempre impegno tanto quanto lo metto io nel masterare. Come dico sempre, le mie missione vanno "superate", non basta giocare passivamente, per questo non farti mai nessun problema a contattarmi in caso di dubbi. Ricorda, mi piace molto l'iniziativa e preferisco cento volte un post fatto bene "domani" che uno frettoloso "oggi". Detto ciò, buon role!||
 
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view post Posted on 1/2/2020, 14:12     +1   -1
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Bagliore nel tempo
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« Con la speranza ci fai poco. Finché hai vita,
devi agire se vuoi ottenere dei risultati. »
Bianchi ciuffetti di nuvole scorrazzano innocui e silenti nel cielo estivo di Kumo, accarezzando i picchi delle imponenti montagne della Nuvola, mossi da venti tiepidi e illuminati dal sole del mezzogiorno. La stessa luce che illumina le vie del Villaggio montuoso, il quale, nonostante le vicissitudini interne che si trascina da mesi, vive e pulsa al massimo delle sue possibilità.
Ingranaggio di quel sistema lo è anche Ying, volente e nolente, che la sera prima si è trovata a fare un compito per lei raro ma non per questo meno odioso: controllare e riordinare pile di scartoffie. In teoria un compito da Genin, tuttavia non sempre applicabile a questi ultimi nel Villaggio, visti i tempi.

Non è un caso dunque se la ragazza, a metà mattinata, si trova ancora a sonnecchiare beatamente nel suo morbido fuuton. Sola in casa dato che il suo falco, Moegami, è uscito da parecchio per cacciarsi il pranzo.
Oh eccome se ronfa la kunoichi, visto che il medico ieri è stato chiaro: per quel giorno deve starsene a riposo. Nulla di serio, ovviamente, soltanto una mera misura precauzionale per la salute, dovuta all'ultima visita medica fatta: semplici accertamenti per capire se, a distanza di tempo - dopo essersi risvegliata dal suo coma di sette mesi - è tutto nella norma.
E poi ha il brutto vizio di non chiedere mai giorni di permesso, al massimo di malattia, pessima abitudine per il benessere psichico.

Driiiin!

Meh... neanche lo sente lei, il campanello. Si smuove appena in quell'abbraccio al cuscino e non serve neppure sbirciarle le palpebre, coperte da un caos di ciocche scure, per capire che sono chiuse.


Un profumo di salsedine la culla piacevolmente e un sorriso beota prende forma nell'espressione placida, lì, in uno dei letti migliori della nave ammiraglia. Suonano alla porta ma resta indifferente, almeno finché non si sente buttare giù dal letto con un vigoroso spintone.
Altrettanto vigorosa è la sua caduta.

T H U D !

Tirandosi a sedere con i palmi e voltandosi irritata, la Mangiafuoco osserva un grosso panda che ha preso il suo posto, ora sdraiato a riposare nel suo letto ultracomodo, ignorandola e dandole le spalle.

"Ma che cavolo fai!? Quello è il mio letto!!"

Driiiin!

Ugh! Di nuovo quel dannato campanello! O forse era la sveglia?

"Ying."

Beh, visto che qualcuno la sta chiamando per nome, sicuramente è la sveglia.


Pertanto si può osservare la ragazza tendere il braccio destro verso quella che lei crede la fonte del disturbo. Sente qualcosa, ma è talmente rintronata che si autoconvince che sia quanto cercava e prende a dargli brutalmente addosso col palmo aperto.
Peccato che quel qualcosa sia proprio il nibbio, appena tornato e sempre più furioso per ogni pattone ricevuto, e la kunoichi lo scoprirà nel peggiore dei modi ovviamente.
Il rapace cionfa tutto il piumaggio dal nervoso, aspetta che la mano si avvicini di nuovo e...

" A H I A ! ! ! "

Al di là della porta quel ragazzino, nel sentire rumori e imprecazioni, decide di suonare un'ultima volta. Tempo una manciata di secondi e si mostra agli occhi azzurri del giovane, in tutta la sua padellosità guerriera, una Ying sonnacchiosa, con un bellissimo pigiama arancione decorato di mini padelle e fiammette sorridenti.
Poggiata sullo stipite, i suoi occhi d'ambra fissano il moccioso dai capelli biondicci con perplessità, che muta presto in eloquenza nel vedergli il coprifronte al collo - eugh... anche nei giorni di riposo adesso si becca missioni?

"Ying-san?" le chiede per sicurezza, con una vocina bianca e innocente. Come appare lui del resto.

"Mh-mh," annuisce sbadigliando, mentre la mano libera porta indietro quel disastro di capelli. Guarda per un momento la lettera che le viene consegnata, ma quando risolleva lo sguardo il ragazzino non c'è più.

Le sopracciglia si aggrottano in confusione e i passi avanzano all'esterno, ma affacciandosi dalla ringhiera delle scale del suo condominio, la ragazza non vede, né percepisce, nessuno.

"Una missiva?" si domanda dubbioso il falco, una volta che la sorella umana si è richiusa la porta, "che cosa dice?"

Se magari la ella evitasse di prendere lo spigolo del mobile sul piede sarebbe anche meglio, il pennuto rossiccio alza gli occhi cremisi al cielo nel vederla con le lacrime.

"Pfeh! Almeno adesso è sveglia,"
pensa tra sé e sé, fermo sul suo trespolo.

Ying scruta in totale confusione la pergamena: "Che strana scrittura, forse è un codice..." ipotizza lei, in piedi al centro dell'ingresso, assottigliando lo sguardo nell'avvicinare il messaggio.

Il falco le vola sulla spalla, così da poter leggere a sua volta. "È al contrario..." afferma esasperato, osservandola girare imbarazzata la lettera.

"Ok. Come non detto."

Certe volte si chiede anche come abbia ricevuto la giubba da chunin, se non fosse che lui le è sempre stato vicino.
Risolto anche quell'inconveniente, i due leggono con attenzione il contenuto del rotolo, che risulta assai vago e soprattutto... non firmato? Però il timbro è presente.
Che cosa strana.
Il nibbio scruta con diffidenza la pergamena nel notare quelle anomalie, mentre la sorella è semplicemente incerta e se la rigira tra le mani. Dietro non sembra esserci nulla.

"Una missione segreta forse?" è la prima cosa che viene in mente alla ragazza, la quale ricorda assai bene che Makuto venne chiamato per una missione molto importante, della quale dettagli ovviamente le sono stati preclusi.

In quel momento le sale un moto di nostalgia che raggiunge lo sguardo fisso sul foglio. È un sacco di tempo, forse un anno o più, che non torna da quella missione e lei ci spera, seppur dubitante, che il Jonin la stia ancora svolgendo, che non sia successo diversamente.

"Forse..." commenta Moegami dubbioso, studiando la pergamena con occhio critico, in cerca di altri indizi, "o forse no."

La giovane si ridesta: "Beh, non vedo perché no, l'ha portata un genin dei nostri. Comunque, qualsiasi cosa sia, non sapremo nulla se non ci andiamo!" afferma riarrotolando la missiva.

"Stiamo all'occhio in ogni caso."

La kunoichi di Kumo annuisce, più sveglia stavolta, anche se poi guarda brevemente con una smorfia il fratello piumato, massaggiandosi la mano da lui prima mozzicata.
Una bella doccia e del cibo è quello che serve per rimettersi a nuovo, specie se si deve restare lucidi in una situazione tanto curiosa e ambigua. Già, poiché poco importa che sia di riposo, lei ha tutta l'intenzione di andare a quella taverna e sapere il perché di quell'incontro.
Mmmh, deve soltanto ricordarsi l'ubicazione, che cerca di ripercorrere a mente frattanto che l'acqua tiepida le scivola dalla pelle, trascinando con sé oltre al sapone anche tensioni e rimasugli del sonno.
Il nibbio segue l'esempio e con la manichetta si lava a sua volta nella conca dal terrazzino.

Tempo un'oretta e Ying si richiude la porta alle spalle, già pronta e con Moegami su una spalla. Visto che deve rifocillarsi, la Mangiafuoco pensa bene di mangiare in un chioschetto lì vicino, subito dopo aver visto il locale di persona ed essersi segnata il punto.
Come al solito tende a mangiare poco, lei: tre razioni di bao e otto mini hamburger, accompagnati ovviamente da una bottiglietta d'acqua e mezzo litro di Kumocola.



Insomma, che volete che siano per lei, avrà tutto il tempo anche per digerirli prima che giunga il momento cardine di quella giornata.

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Va da se che entra alla taverna al tempo prestabilito. Lo metto nel post dopo.
 
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view post Posted on 2/2/2020, 11:49     +1   -1
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I raggi amaranto abbracciavano tutta la catena montuosa in cui si estendeva Kumo. Era un periodo di assestamento ma finalmente pacifico quello che stava passando il villaggio, e i suoi abitanti ne potevano finalmente approfittare per frequentare i loro posti preferiti. C'era un gran via vai di adulti e bambini per le strade che risaliva il fianco della montagna, e molti ninja erano intenti a completare le ronde e le missioni interne per permettere che tutto potesse funzionare come un tempo, come prima della battaglia con le bestie codate. Da qualche parte però, dove il calore e la luce del sole non arrivavano, qualcuno rumoreggiava scontento, pronto a riprendersi i privilegi che per un motivo o per un altro gli erano stati privati. Per quella stessa gente più di altra, Kumo lottava per migliorarne le condizioni ma a volte non era semplicemente sufficiente. Ying varcò l'entrata della taverna su uno degli altipiani che stazionavano sul lato Est della zona montuosa del paese ed essendo di fatto immersa in un cuore verde di vegetazione, era frequentata più che altro da avventurieri e ninja di rientro e in partenza per le missione esterne. Vi erano uomini armati, musicanti, veterani delle guerre del continente alle prese con l'alcool e una coppia di oste al bancone che a fatica riusciva a tenere testa a tutte le richieste. Nonostante questo però, era un clima piacevole, fresco e spontaneo, di gente che era lì per il bene del villaggio e del continente, che in un modo o nell'altro stava o aveva contribuito al benessere di tutte le persone che abitavano di sotto. Nessuno sembrò curarsi della presenza della kunoichi, nessuno più che altro si sarebbe stupido di vedere un Chunin venire a rifocillarsi in quel posto prima di una partenza potenzialmente pericolosa. La ragazza poteva guardarsi intorno e provare a immaginare chi potesse essere stato a mandarle quella missiva, ma a giudicare dai clienti chiunque o nessuno potevano sembrare risposte corrette entrambe. Fortunatamente la notò proprio la donna dietro al bancone, che con un colpetto di strofinaccio attirò l'attenzione del cliente che aveva davanti, di spalle rispetto alla posizione di Ying. L'uomo alzò la testa con stanchezza e volse lo sguardo di sbieco per controllare se finalmente ci avesse azzeccato. Era proprio lei, in buon orario tutto sommato considerando le scarsità di informazioni fornite sulla lettera e, in fondo, la poco raccomandabile calligrafia che l'aveva contraddistinta. Le fece un cenno senza voltarsi e spostò la sedia che aveva accanto per permetterle di prendere posto. Poi si prese la libertà di ordinare per due qualcosa a base di Gin.

Uomo al bancone - Ma ce l'avrà l'età per bere? Qui ormai diventano ninja sempre più piccoli, non c'è più cattiveria agli esami di selezione...

L'oste donna se la rise mentre quello che doveva essere suo marito gli rispose a tono:

Oste uomo - Guarda che sei diventato Genin a 13 anni e Chunin a 15, eri un bambino anche tu.

L'uomo inarcò un sopracciglio ribattendo con solo un'occhiataccia, poi fece spallucce calandosi d'un sorso il drink che aveva sul bicchiere.

Uomo al bancone - Allora, questi due Gin? Uno senza ghiaccio, lo sai.

Poi concedette nuovamente lo sguardo dietro di sé senza voltarsi troppo:

Uomo al bancone - E tu ti siedi o no? Te la sei già fatta sotto?
 
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view post Posted on 12/2/2020, 22:54     +1   -1
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L'attesa non fa che aumentare la curiosità della giovane donna nel capire a cosa sia dovuta quella lettera. Non perde altro tempo, schiva e supera i passanti che la intralciano, incamminandosi passo dopo passo, tornando per la terza volta in quella taverna adesso più affollata rispetto a qualche ora prima.
In quel connubio di ruvida freschezza ed ebbra armonia un gruppo brinda, un altro è perso nei propri giochi, e molti altri semplicemente godono della ritrovata calma del periodo, in compagnia di una birra, di altri compagni o compagne, e della quieta melodia di un musico concentrato sull'accordo del proprio erhu, il quale costringe Ying ad affidarsi non più all'udito bensì al proprio sesto senso.
Un'indagine in più, giusto per sicurezza, anche stavolta generica e subdola, del locale non le lascia purtroppo più informazioni di quelle che chiunque altro può avere a una prima impressione.
Già, una volta entrata, la situazione per la Mangiafuoco resta la medesima: tante facce, nulla di nuovo, se non che le iridi color oro colgono per caso il curioso movimento dell'oste e la risposta del suo cliente ad esso.

Con il fedele pennuto sempre sulla spalla, circospetto quanto lei ma cercando di apparire il più stupido possibile, Ying sta per avvicinarsi al bancone nel tentativo di saperne di più.
È a lei che punta lo sguardo esperto che fa capolino dalla spalla dell'uomo ed è da quel momento che la guardia viene alzata, tanto dall'umana quanto dal rapace. È giunto il momento di sapere di cosa tratta quel famigerato colloquio informale.
Le sopracciglia della kunoichi si incontrano nel sentire quelle frecciatine, mentre Gami fa del suo meglio per non beccarlo su quella zucca da sbruffone che si ritrova.

"Pfeh! Allarme stronzo!"

Entrambi fissano quell'uomo sulla quarantina ancora qualche istante nella luce calda del locale, per studiarlo ed essere davvero sicuri che si tratti di lui... e solo di lui - all'infuori dell'oste. Sia con lo sguardo che con le proprie capacità sensitive.
All'ultima battutina di scherno, la ragazza si trattiene dal mollargli una padellata in testa, optando invece per un sorriso di circostanza - un po' beota. Il nibbio invece saltella sul bancone, restando dietro il braccio poggiato della giovane, quand'ella si accosta ad esso.

"Stavo solo osservando quanto la cattiveria dell'epoca abbia annebiato del vostro cervello, vista la facilità con cui giudicate dall'apparenza," la calma con cui lo dice la differenzia dalla Ying di qualche anno fa, che non avrebbe esitato a mollargli una padellata sul grugno al primo accenno di stronzaggine, però risulta abbastanza seria sotto lo sguardo fallacemente spensierato, quando lo fissa dritto negli occhi, "non avete avuto neppure la decenza di presentarvi, abbiate almeno la cortesia di giungere al perché mi trovo qui e perché proprio io."

Il falco, che con un singolo occhio osserva la scena, rimane immobile e abbastanza sorpreso, ma non troppo, da quella presa di posizione, dalla sua serietà - facciamo finta che non le è rimasto il pantalone incastrato sulla sedia.
Del resto la ragazza ne ha visti tanti di uomini, e donne, specie dai piani alti, che sfoggiano tutta la loro irritante arroganza e boriosità verso il prossimo, sia nella sua terra che in quel continente. È ancora ben vivido in lei il ricordo di quando era ancora un allievo ufficiale dell'Impero, ricorda quell'infame del suo superiore al quale, messa al limite, lei gli ebbe reindirizzato contro il suo stesso fulmine.
Quell'uomo dunque non era il primo e non sarebbe stato l'ultimo. Certo è che lei è stata chiamata alle armi - a quanto pare - nel suo giorno di riposo, e adesso vuole solo capirci qualcosa.

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CITAZIONE
Uso primariamente udito all'entrata, che disattivo subito per usare il sensitivo.
 
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view post Posted on 13/2/2020, 12:41     +1   -1
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L'uomo sembrò affogarsi col liquore che aveva tirato giù tutto d'un fiato, a causa della risposta della ragazza. A quanto pare non erano solamente bambini, ma anche irrispettosi nei confronti delle persone più grandi e chiaramente più esperte.

Uomo al bancone - Non ti hanno mai insegnato a portare rispetto ai più grandi?

Prese tra le dita l'altro bicchiere che l'oste gli aveva cortesemente servito e continuò dopo aver ripreso il controllo della sua gola con un paio di colpi di tosse.

Uomo al bancone - E comunque quelli della mia generazione non giudicano dalle apparenze, ma leggono NELLE apparenze, per nostra esperienza personale, sai. Avrai tutto da dimostrare comunque, non mi precludo nessun colpo di scena.

L'oste se la rideva incuriosito dal quadretto e posò sul bancone quello che sembrava un succo analcolico, per l'ospite d'eccezione in quella taverna per "soli uomini" e avventurieri.

Kumo - Chiamami Kumo, sì, fai come se io fossi il villaggio intero in questa conversazione perché è questo che rappresento per te. Mi hanno mandato ad affidarti un incarico della massima importanza e discrezione, spero tu non perda le staffe come hai fatto con noi anche in missione, sono cose delicate queste.

Finì il gin e si alzò quindi dalla sedia invitando la fanciulla a seguirlo fuori dalla taverna. Lasciò qualche moneta in più all'oste per la bevuta e con un cenno si congedò dalla compagnia. La sua espressione era seria, aveva cominciato scherzando ma era chiaro che il compito che Ying era stata chiamata ad affrontare non lo fosse. L'uomo tirò fuori dalla giacca il coprifronte di Kumo mostrandolo all'interlocutrice, per tranquillizzarla un po' e metterla se possibile a suo agio. Era consapevole che i modi con cui aveva attirato la sua attenzione non fossero esattamente tradizionali ma era sicuro che la Chunin avrebbe capito una volta compresa la gravità della situazione.

Kumo - Mettiamo le cose in chiaro, non voglio esserti simpatico e a dirla tutta non sono abituato ad avere a che fare con ragazzini, ma ci hanno chiamato in causa quindi taci e ascoltami bene - si accese una sigaretta facendo un lungo e sentito tiro, sembrava fosse l'unica cosa capace di rasserenarlo un po'.

Kumo - Nel paese delle Terme si terrà tra due giorni un'importante asta a cui parteciperanno esponenti di tutto il continente dei ninja. E' un modo falso e ipocrita che hanno i piani alti per fingere di andare tutti d'accordo, sfruttando un territorio famoso per la sua neutralità. In genere fanno questo genere di cose dopo scossoni su scala globale, com'era stato Watashi e come sono stati i demoni codati - Fece un altro tiro concedendo mezzo sguardo alla ragazza, come volesse essere sicuro che sapesse di cosa si stesse parlando, quindi continuò - Uno dei pezzi pregiati di quest'asta è un cimelio, un frammento di spada per la precisione, che apparteneva a un pericoloso individuo fortunatamente neutralizzato da Eiji Imai, lo conosci? E' un nostro compaesano. A ogni modo, qualcuno deve averlo recuperato dai resti della battaglia e adesso lo mette in vendita a un prezzo esagerato, ma mai troppo per i ricconi del continente. Il tuo obiettivo è recuperare questo cimelio senza mettere in mezzo Kumo nella storia, e intendo il villaggio non me. E' chiaro? Nessuno deve sapere che Kumo è immischiata nella vicenda.

Erano da soli, sempre più in alto nella montagna e al sicuro da orecchie indiscrete:

Kumo - Ci saranno persone facoltose anche di Kumo all'asta, ma nemmeno loro dovranno mettere le mani su questo oggetto, quindi, insomma, se sarà il caso dovrai rubarlo anche ai tuoi stessi compaesani.

Si concesse altri due tiri di sigaretta soffermandosi sugli occhi della Chunin, confuso e speranzoso allo stesso tempo, come fosse sicuro che sarebbe stata una spedizione fallimentare ma al contempo aperto alla possibilità di sbagliare. D'altronde, come tutti i veterani, aveva visto e vissuto il peggio del peggio dei tempi della guerra, ma in fondo era stato bambino anche lui, esattamente come aveva detto l'oste.

Kumo - C'è anche un'altra questione. C'è questo gruppo di separatisti, ex Kumo, che sembra sia fissato con il collezionismo. Un nostro contatto sul posto afferma che potrebbero aver puntato l'asta. Su questo argomento potrà aggiornarti lui stesso quando sarai lì - prese dalla giacca un foglio che allungò alla kunoichi - Se hai domande, è il momento giusto per farle.

CITAZIONE
Alle 12 in punto al centro termale "Lava in cascata", alla vigilia dell'asta.

Netsuyama, capitale delle Terme

A.
 
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view post Posted on 4/3/2020, 23:46     +1   -1
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Con quanta arroganza quelle parole vengono enunciate dall'uomo. Dal canto suo Ying, tanto quanto Moegami, vorrebbe mandarlo al diavolo e andarsene. O mollargli effettivamente una padellata.
È soltanto la sua immensa curiosità mista alla disciplina acquisita nella sua tortuosa carriera, la quale ha un po' smussato la sua vena impulsiva, che la frenano da qualsivoglia reazione. E sa che se prendesse fiato a rispondergli sarebbe tutto fuorché piacevole per lui - per loro due, considerando il subdolo insulto in quel drink che neppure viene sfiorato dalla sua mano. Meglio non bere nulla di cui possa essere tranquilla. Meglio il silenzio.

Meglio poi sentire, al di la dell'allegro caos nella taverna, quanto Kumo ha da dire, limitandosi ad osservare le sue reazioni nella luce calda e accogliente del locale.
A buon rendere la sua pazienza, dato che da quel momento comincia la discussione seria.

"Questo dipende anche dall'ostilità altrui," afferma la kunoichi quasi a riferirsi proprio a loro, alzandosi a sua volta - falco nuovamente in spalla - e seguendolo all'esterno con una circospezione mai del tutto svanita.
Cala davvero soltanto nel momento in cui le iridi color ambra osservano il coprifronte dello shinobi, attirando anche lo sguardo del dubbioso pennuto, ed è in quel momento che i muscoli si rilassano.

"Mettiamo le cose in chiaro, non voglio esserti simpatico e a dirla tutta non sono abituato ad avere a che fare con ragazzini, ma ci hanno chiamato in causa quindi taci e ascoltami bene."

Beh, neanche lei pretende di essergli simpatico, considerato il suo pessimo caratteraccio. Almeno sono pari.
Lo guarda accendersi quella sigaretta, spostando lei di tanto in tanto gli occhi attorno a sé, verso il panorama che si staglia dinnanzi entrambi; lassù, dove ci si sente letteralmente baciati dai raggi del sole e ci si può sentire insignificanti rispetto alla grandezza della Natura, e del loro stesso Villaggio, con quei ciuffi di nuvole bianche che scorrono così vicini a loro.

Il volto della giovane è un caleidoscopio di emozioni che al fratello piumato non sfugge: partendo dalla seria perplessità nel sentire il tristemente familiare a lei Paese delle Terme, all'eloquente quanto grave sguardo, quando sente parlare dei grandi eventi che hanno smosso il continente.
Per poi ammorbidirsi un po', in ultimo, sentendo il nome del kumano familiare sia a lei che al nibbio, tradendo così una risposta che le sue labbra trattengono.
In tutto ciò è altamente difficile per le sue orecchie allenate non ascoltare comunque informazioni a loro vitali per il corretto svolgimento della missione.

Alla domanda dell'uomo, la Mangiafuoco si prende qualche istante in più per rielabore informazioni e dubbi annessi, prima di dar voce ad essi, con una ritrovata tranquillità seria e formale, fissandolo negli occhi cristallini.

"Presumo che sarà tale contatto a riconoscere me, giusto? Nel dubbio, io invece come capisco se è lui?"

"Dovrò svolgere il tutto da sola, oltre ad avere questo famoso contatto?"

"Avremo modo di comunicare?"

"Ho carta bianca in caso di danni o vittime?"

"Ho già avuto a che fare con il Paese delle Terme, pur sperando che non si ricordino di me, hai parlato di soggetti di Kumo. Avrò una copertura?"

"Ci sono altre disposizioni da seguire?"


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Perdona il ritardo e se le domande sono stile lista spesa ma tipo son defunta. Inoltre per tutto il tempo delle domande è sempre uguale, attendendo ogni risposta ed annuendo solo all'ultima.
 
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view post Posted on 5/3/2020, 12:25     +1   -1
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La kunoichi si tranquillizzò, nel momento in cui vide il coprifronte del villaggio comprese che non era stata chiamata lì per gioco. Lasciò parlare l'uomo in silenzio, ben attenta a non lasciarsi sfuggire nessuna informazione ed eventualmente chiederne delucidazioni in caso di direttive non chiarissime. Le domande che pose all'interlocutore alla fine erano tutte pertinenti: era nell'interesse della missione in generale che Ying partisse senza alcun dubbio su come agire, doveva effettivamente sapere le eventuali limitazioni oltre le quali non avrebbe potuto agire. Kumo si perse in un ultima e profonda boccata di fumo, quindi concesse uno sguardo attento della kunoichi provando a leggerne quantomeno un minimo di consapevolezza. Non gli risultava mai semplice provare a fidarsi delle persone, soprattutto se si presentavano così giovani e con ancora l'aspettativa di vita di un neonato. Doveva però fare un tentativo, doveva fidarsi degli esponenti che avevano fatto il suo nome per quella vicenda e visto che si trovava in quella posizione, avrebbe dovuto fornire tutto l'aiuto richiesto.

Kumo - Se ti presenterai nel luogo che ha indicato nel messaggio, puntuale, allora non avrai problemi a riconoscerlo, garantito - ci pensò un po' - e no, considerato il livello estremamente top secret della missione sarebbe assurdo mandare altra gente. Avrai tutto il supporto che ti occorre dal contatto sul posto.

Quell'ultima affermazione gliela concesse leggermente dubbioso, ma non si riuscì a capire se la preoccupazione nasceva a causa di Ying o di colui che la ragazza avrebbe dovuto incontrare al paese delle terme. In ogni caso i giochi erano fatti, non aveva gestito lui le risorse a disposizione e non poteva far altro che fidarsi della gente che il villaggio aveva convocato, e lo stesso avrebbe dovuto fare la Chunin. A quel punto si concentrò sulle restanti domande, cercando di rispondere nel modo più preciso possibile:

Kumo - No, - categorico - dal momento in cui uscirai dal villaggio sarai sola, rimanere in contatto renderebbe solo più complicata la tua copertura. Questo risponde all'altra tua domanda: è ovvio che avrai una copertura, Kumo non dovrà mai essere nominata o messa in mezzo, per nessun motivo, e sei libera di sceglierti l'identità che vuoi. Sei addestrata per questo genere di cose no?

Titubò per un istante, non volle nemmeno lontanamente credere che all'accademia non insegnassero più le nozioni di infiltrazione, camuffamento o la ben più elementare tecnica della trasformazione. Cercò di passarci oltre sperando per il meglio, visto che aveva davanti una Chunin, una potenziale caposquadra.

Kumo - Beh, sei stata scelta tu proprio per i trascorsi che hai avuto con il paese delle terme suppongo. Dovresti conoscere quel luogo meglio di chi non c'è mai stato. Se hai ulteriori domande su Netsuyama ti conviene comunque chiedere al contatto sul posto.

L'uomo sperò di essere stato abbastanza chiaro, non riusciva a confrontarsi come voleva con ninja di quell'età ma doveva mettersi in testa che erano tutto sommato colleghi, gente che aveva superato una selezione e che poteva comprendere e valutare tutte le situazioni che gli sarebbero poste davanti. Se fino a quel momento aveva cercato di risultare collaborativo però, rispondendo a tutte le domande che Ying gli aveva posto, così come da direttiva, a quella relativa alla "carta bianca" si incupì d'un tratto, come se per un momento avesse perso tutta la fiducia che negli ultimi venti minuti aveva provato a costruire. Lo sguardo divenne serio e le si rivolse duramente, sperando di aver compreso male quello che la ragazzina gli stesse dicendo.

Kumo - Ci sono esponenti del nostro villaggio sul posto, nostri compaesani. Voglio credere che tu non ti stessi riferendo a loro. In ogni caso, per tutti gli altri, se Kumo non viene messa in mezzo in nessun modo sei libera di agire come preferisci. E' chiaro però che più rumore farai, più indagheranno a fondo. Cerca di fare un lavoro pulito se possibile.

Le diede anche un ultimo consiglio prima di congedarla, da veterano a giovane Chunin:

Kumo - Netsuyama è una capitale, la gente osserva e parla. Sta' attenta a quello che fai.
 
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view post Posted on 1/4/2020, 12:17     +1   -1
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devi agire se vuoi ottenere dei risultati. »
Lo shinobi veterano risponde con schiettezza e concisione alle domande della giovane, spazzando i dubbi che la assalivano.
Non avere altri contatti o compagni oltre a colui che avrebbe dovuto incontrare è sicuramente scontato, ma preferisce sempre chiedere.
Un po' delusa sul fatto che avrebbe dovuto sbrigarsela da sola con la copertura, nella vana speranza di non dover ricorrere a misure alternative per evitare di sprecare energie - e rischiare di farsi beccare più facilmente a livello di chakra - con tecniche ninja.

La kunoichi sta già pensando a quale travestimento poter usare, quando osserva con iniziale perplessità l'uomo incupirsi alla successiva domanda.
Deve avere di certo frainteso le sue intenzioni... O forse è stata lei ad esprimersi erroneamente. È stato un quesito dettato dal timore di dover fare altre vittime per le quali sentirsi in colpa - come per sbaglio accadde al castello di Hiro - e, stavolta, rischiare di pagarne anche le conseguenze, seppur giustamente.

Sentimenti che si manifestano nel suo sguardo quando si accorge dell'errore, cosa che il nibbio stesso - silenzioso per tutto quel tempo - può a sua volta notare.
Sta per correggere il tiro lei, ma il tempo di spalancar bocca che lui le risponde egualmente, nonostante tutto.
Sì, in teoria ha carta bianca, anche se deve rammentare che ci sono i suoi stessi fratelli lì nel mezzo e che si fa presto ad attirare attenzioni sgradite.

"Grazie," annuisce colloquiale a quei suggerimenti, senza avere altro da aggiungere.

E a quel punto, non resta che partire.


-----

I preparativi non sono poi molti. Tra i suoi equipaggiamenti la mappa è ciò che le serve, indubbiamente, ma il coprifronte, per quanto ella sia consapevole della sua importanza, per il benessere della missione decide di tenerlo a casa assieme alla giubba e sempre a casa prepara le provviste per il viaggio, anche per Moegami.

"Due giorni di viaggio e la massima cautela con tanto di copertura, Pfeh!" borbotta il nibbio, zampettando sul mobiletto vicino alla sorella umana mentre quest'ultima finisce di sistemarsi il nuovo look, "quello dev'essere sicuramente molto di più di un pezzo di metallo, per essere finito all'asta e per volerlo così ardentemente, a costo di rubarlo!"

Come se non conoscesse la logica degli umani. Dev'essere qualcosa di potenzialmente letale che forse li avvantaggerebbe a livello bellico, anche se quell'uomo ha omesso quel dettaglio o forse proprio per questo il pennuto è sospettoso.

L'ha intuito anche lei in realtà, poiché non ci vuole un pozzo di scienza per capirlo: "Forse vogliono evitare che finisca nelle mani sbagliate," suggerisce ottimisticamente Ying, osservandolo con un sorriso accennato, "e io li aiuterò affinché ciò non avvenga!"

Il rapace tuttavia si trova piuttosto scettico: "Comunque quando troviamo quel cimelio, sta' attenta ad avvicinarlo!"

La Mangiafuoco gli sorride sicura, intenerita dal suo preoccuparsi anche se burbero, annuendo.

Un viaggio verso le Terme che dura la bellezza di circa due giorni, prevalentemente tranquillo, durante il quale i due incrociano di tanto in tanto la strada di qualche mercante o avventuriero, se non addirittura shinobi. Mantiene sempre le distante lei, specialmente con coloro dei quali riconosce il coprifronte della Nuvola, contando molto sul suo nuovo vestiario, che tende a celarle il volto sino al naso, e su quel cappello che copre il resto, assieme alla mantella ed ai capelli sciolti, questi ultimi per lei una novità e per questo prescelti.

Le soste non mancano, in punti strategicamente distanti dal sentiero principale, e quando tutto tace - persino il pennuto - è la mente a esprimersi, riflettendo su tutto e su nulla in particolare, o semplicemente contemplando la bellezza nella semplicità della natura e la quiete di quegli attimi, finché il sonno non giunge, ma quando dorme lo fa con un occhio chiuso.

Solo una volta è stata disturbata da quello che credeva essere un brigante, per poi scoprire che in realtà è solo un vecchio pellegrino stanco e affamato.
Quella di Ying è una fiducia con riserva, che non la ferma dal condividere con lui il suo pasto e ascoltare le sue storie - nonostante il disappunto del pennuto che vorrebbe beccarla in testa - dopodiché egli se ne va, ringraziandola, accettando la generosa offerta della ragazza con la seconda porzione da portarsi via per dopo, e tornando per la sua strada, in cerca di altri luoghi da vivere e scoprire fintanto che può camminare.

Niente di così eclatante dunque. Fratello e sorella arrivano a destinazione, trovare Netsuyama non gli è difficile e ben presto raggiungono il luogo richiesto, nell'ora richiesta, in attesa. Non senza studiare volti e dintorni nel durante, come in cerca di qualsivoglia elemento di rilievo.

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CITAZIONE
Uao un mese. Per scusarmi ho messo una chicca su come sia Ying in certi momenti. u.u

Uso udito.
 
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Vecchio pellegrino - E della pioggia maledetta che colpì le Terme hai mai sentito parlare? Erano gli anni bui di Watashi quando un temporale senza fine si abbatté sul paese. I raccolti morirono, gli abitanti si ammalarono di terribili piaghe e tutto sembrava perduto! Non fosse stato per l'Eroe Dorato non saremmo qui a parlarne cara mia, dobbiamo tutto a quell'uomo!

Questi e molti altri furono i racconti del vecchio che Ying incontrò lungo il percorso. Le Terme erano un paese colmo di storia e sebbene fosse rinomato per la sua neutralità, non mancavano di certo gli aneddoti legati a battaglie e guerre sfiorate per il rotto della cuffia. Quella del Dio malvagio era solo un esempio dei fulmini a ciel sereno che avevano reso quella terra così particolare, e probabilmente era anche uno dei motivi per il quale tenevano lì quella fantomatica e apparentemente così importante Asta. Erano circa le nove del mattino quando la kunoichi giunse nei pressi del monte Netsuyama: poté assistere al gioco del sole oltre le nubi, che coi suoi raggi caldi e vigorosi illuminava e scaldava quel lato del paese, come un padre che si prende cura del figlio più piccolo. Sembrava potesse svegliarsi un'era serena tra le acque del luogo, dopo gli ultimi scossoni delle bestie codate al continente. Vi erano infatti tanti pellegrini e stranieri in marcia come la Chunin, che si avviavano decisi lungo il percorso a spirale del monte, fermandosi di tanto in tanto nelle numerosissime stazioni termali che offriva. Le acque calde erano naturalmente riscaldate dal vulcano, attorno cui nasceva il percorso verso il centro della città, in alto, ed era motivo di grande vanto per i locali. Tra altri ninja, civili, e avventurieri sparsi, fu possibile notare anche gente ricca, accompagnata da guardie del corpo e facchini che trasportavano i bagagli: erano senz'altro alcuni dei partecipanti all'asta e aveva tutta l'aria di volersi fermare ad ognuna delle strutture termali che offriva l'ascesa alla capitale. Nel giro di un paio di ore fu possibile finalmente notare le porte della Netsuyama vera e propria, protetta da due guardie armate di Wakizashi. Erano lì per lasciare intendere che le Terme fossero un paese neutrale, ma che se disturbato capace di fare male con i propri uomini, e poco altro. Non aprivano infatti bocca al passaggio della gente, si limitavano ad osservare coloro che passavano il confine, lasciando i turisti ad aprire lo sguardo verso quella che era una città meravigliosa: le cascate d'acqua termale scendevano da quell'altezza fino alle sorgenti vulcaniche, lungo i fianchi del monte, mentre il sole baciava le strutture basse che costituivano i domicili nella parte Est, e il distretto commerciale in quello Nord-Ovest. Era un'esplosione di storia, gioia e curiosità: la pietra lavorata direttamente sul vulcano rappresentava glifi e simboli storici del paese, mentre veri e propri canali scivolavano sotto dei ponticelli pedonali, fino a perdersi verso la base del monte. Proseguendo ed esplorando, Ying trovò senza troppi problemi la "Lava in cascata", luogo in cui avrebbe dovuto incontrarsi con il contatto di Kumo. Mancava ancora circa mezz'ora all'orario designato, ma nulla le vietava di entrare per cominciare a farsi un'idea dei presenti. In ogni caso, la situazione dentro al centro termale non sarebbe cambiata poi molto in quei minuti: l'area a cui si accedeva dall'ingresso sembrava più una taverna, anzi, una locanda a dire in vero. Vi era il banco in cui prenotare il giro benessere e un'eventuale camera da letto in base alle necessità, mentre di fianco vi era la zona addetta alla clientela, in cui era possibile farsi un buon aperitivo già con le prime luci della giornata: non mancava di certo chi era già abbondantemente brillo. Per il resto non serviva un esperto per capire che la struttura di Netsuyama, in base alla costruzione intorno al monte, poneva nella parte più alta i centri termali più lussuosi, e quello scelto per l'incontro dei due ninja di Kumo era chiaramente il più "accessibile". Tra i tavoli vi era gente di ogni tipo, la maggior parte in accappatoio, che giocavano a carte, bevevano, mangiavano e si divertivano sicuramente più di chi era giunta fino a lì per portare a termine una missione di estrema importanza. Kumo aveva detto che il contatto dei Ying sarebbe stato facilmente riconoscibile e infatti, non appena la fanciulla entrò, vi era solo una persona che la guardava, una e basta, tutte le altre preferirono continuare a fare quello che stavano facendo. Era un uomo abbastanza avanti con gli anni, coi capelli ingrigiti e due iridi ambrate che le gelarono il sangue. Era anche lui in accappatoio, e sembrava lì per godersi sia il giro termale, che l'abbondante colazione che offriva il centro ristoro. Che fosse lui il contatto della kunoichi?
 
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C'è tepore nell'aria umida, la serenità di quel luogo sembra essere tornata rispetto a quando ci venne l'ultima volta, quando tutti i geyser erano impazziti ed esplosi terribilmente, ma è abbastanza peculiare: è quasi palpabile la fragilità e fallacità di tale pace nel mezzo della calca di viandanti e avventurieri che passano di lì, studiati dagli sguardi distaccati dei residenti.
Lei e il suo silenzioso pennuto non vengono risparmiati di certo da quegli occhi osservatori, forse è anche il motivo per cui, non notando nulla di particolamente sospetto - si è segnata tuttavia coloro che potrebbero interessarla, ma al momento la priorità è il contatto - la kunoichi decide di addentrarsi nel locale, venendo accolta da un repentino aumentare delle temperature al suo ingresso, non che per lei, nata con il fuoco nel sangue, sia un problema.

Oltre a una fugace occhiata non riceve attenzioni speciali da parte dei presenti, tutti tranne uno, il quale con occhi rapaci la fissa, riuscendo a metterle un brivido addosso che tenta di reprimere, ricambiando e scrutandolo con sguardo serio al di sotto del cappello.
Kumo era stato chiaro nel fare attenzione nel non far spargere voci, pertanto con atteggiamento tranquillo e indifferente decide anzitutto di ordinare qualcosa da bere, analcolico in quanto preferisce restare lucida e sta sempre attenta a ciò che giunge alle sue orecchie.
Mentre il pennuto sulla spalla si stiracchia le ali, ella pensa a non dare per scontato che sia o meno il suo uomo.
Manca mezz'ora, resta nel dubbio, ma l'unico modo per togliersi quel ronzio è verificare personalmente.

Prende il bicchiere, torna ad osservare l'uomo e si accosta al suo tavolo.

"Posso sedermi qui?" un sorriso di circostanza all'uomo in accappatoio, che non sembra darle segni di risposta.

Chi tace acconsente... E la tranquillità dell'espressione di Ying resta tale e cela un pensiero.

Ma perché devono essere sempre tutti così stronzi?

Nonostante la sua carriera, anche nella sua terra natia, non l'ha mai capito nella sua interezza.
Comunque. Decide di sedersi lo stesso, la tazza di té fumante poggiata davanti a lei e quegli occhi ambrati che tornano seri, mantenendo una sfumatura gentile.
Dunque vediamo, com'era che funzionava più... ? Ah sì.

"Sapevo d'essere attraente ma non così tanto..." afferma facendo muovere le sopracciglia su e giù con un bel sorriso, riferendosi al suo sguardo fisso su di lei. Solo che invece di sembrare seducente come quelle oche che ha visto in giro ha tutta l'aria da beota.
Giusto perché da maschiaccio che è non brilla nell'atteggiarsi da donna.

"Kami vi prego, fulminatela seduta stante," pensa Moegami tra sé e sé, trattenendo la voglia potente di alzare gli occhi al cielo e mozzicarle l'orecchio.

Poi però pare tornare un po' più seria: "Con chi ho il piacere di conferire?"

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Tengo udito.
 
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L'uomo si lasciò andare ad una fragorosa risata all'esclamazione della ragazza, portandosi indice e medio sugli occhi per cercare poi di riprendere compostezza. Quando tornò a guardarla, affondando con forza le sue particolari iride ambrate negli occhi della kunoichi, gli era rimasto solo un sorriso sincero, mentre tamburellava le dita sul tavolo in attesa di qualcosa, forse dell'idea di come rispondere a quella che poteva tranquillamente essere una completa estranea:

Uomo in accappatoio - Scusa, devo averti scambiata per un'altra persona. Puoi sederti comunque, se vuoi.

Era cortese e parlava pulito, concedendo la giusta considerazione all'interlocutrice. Aveva un'aria da uomo saggio e veterano, era lampante che quegli occhi avessero visto chissà quante situazioni particolari, nel loro taglio indagatore e scrutatore. Era come se potesse denudarla, spogliarla di tutte le sue convinzioni, era come se, incredibilmente, l'avesse già scoperta. Poteva andare bene se fosse stato il contatto che era stata mandata a rintracciare in quella taverna, ma se si fosse trattato invece di un tizio qualunque, o peggio di una spia dei Korekuta, allora Ying si trovava già nei guai prima ancora di cominciare a indagare riguardo l'asta. Era però ancora una conversazione serena, l'uomo non osò nessun giudizio, se ne stava semplicemente lì con la sua colazione e a sorseggiare il succo che custodiva gelosamente nel bicchiere trasparente. Nonostante tutto però, non aveva mai abbassato lo sguardo, era ancora lì e penetrarle l'anima, come se potesse tranquillamente leggere tutto ciò che era, era stata e sarebbe stata Ying.

Allora - ruppe il silenzio cercando di contenere un'altra risata di circostanza, poi scrollò le spalle - Onestamente, con tutto il rispetto che posso avere per una giovane ragazza, che cosa vuoi da me? Fa già strano che una ragazzina avvicina un vecchio in accappatoio, è illegale anche in questo paese quel genere di cose, no? Doveva essere sarcasmo, ma non era nemmeno detto. D'altronde, chi poteva saperlo?
 
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view post Posted on 24/4/2020, 17:42     +1   -1
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Una risata che riempie l'aria e attira molti sguardi, facendole corrugare la fronte in un cipiglio infastidito e perplesso - sì, non si è minimamente accorta la ragazza di quanto sia ridicola in quel momento.
Beh, se non altro l'uomo che gli occhi color ambra studiano appare gentile... almeno finché non tira fuori dal cilindro quell'uscita... patetica.

Un altro che le da della mocciosa e cavoli se non si smuove impercettibile la tisana dentro la tazza che tiene tra le mani, segno dell'aumento di temperatura che il nibbio sente sotto le zampe, tanto da farlo preoccupare che ella possa farsi riconoscere.
Tuttavia ciò non avviene. La ragazza resta al suo posto, rammentando di certo le parole di Kumo, e si concentra invece su cose più utili e concrete - ...comunque una padellata è sempre utile... - come per esempio sulla sostanza della frase che le ha dato sui nervi: potrebbe non saperlo realmente e a quel punto sarebbe una subdola prova che lui non sia del posto... ma non che sia chi cerca.

Arriva la parte più essenziale, riflettere la risposta più opportuna da dare, partendo dal fatto che senza dubbio sanno di lei come di una forestiera, seppur non di chi sia né del perché si trovi lì.
Un altro fattore da tenere in conto è lo specificare appunto i suddetti aspetti e trovare la maniera più opportunità di farlo.

Vediamo... padella... padella... falco... cappello in paglia... arnesi... ho già detto padella?

"Il mio nome è Kasumi," esordisce lei calma e cordiale, sperando il suo accento peculiare le sia di aiuto a non farsi riconoscere come kumosa - erm stava per dire Padella - "mi diletto nella caccia, nella falconiera e nelle arti culinarie."

Okay. Anche il pennuto è sorpreso da cotanta brillante spiegazione, pur non dandolo a vedere, e comincia a chiedersi cosa diamine ci sia dentro quella tisana.

"Vengo in pellegrinaggio da una terra molto lontana," continua con sicurezza la giovane, senza mai distogliere lo sguardo, "la mia ultima tappa è stata il Paese delle Cascate e siccome resterò qui per qualche giorno, mi chiedevo se lei poteva indicare a questa giovane qualche attrazione turistica o qualche evento interessante che si svolgerà nei dintorni, oppure un buon mercante dove comprare degli ottimi souvenir."

La mangiafuoco si prende un sorso del suo tè, in attesa di risposta,anche se dentro ardono le cupe fiamme del dubbio e dell'incertezza.
Difficile trovare il giusto equilibrio tra il non destare troppi sospetti e il cercare di lanciare indizi sottintesi, in particolare alcuni di essi che solo il suo contatto avrebbe potuto cogliere, se sapeva di lei come di certo poteva saperne Kumo, come per esempio il fatto che sia una estranea proveniente da una terra lontana.
Difficile, ma non impossibile, anche se lei non si ritiene una grande esperta in merito a relazioni umane e sotto certi aspetti in merito a ciò è ancora abbastanza stupida. E fortuna che non ha pensato ad attivare la sua abilità sensitiva, altrimenti avrebbe rischiato di attirare sul serio attenzioni sgradite, meglio però non concentrarsi sull'udito, che se gli parte un'altra risata diventa sorda.

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L'uomo ascoltò in silenzio, poggiò la sua tazza sul tavolo e incrociò le mani sotto al naso, cercando di leggere oltre lo sguardo della ragazzina, come se potesse vedere dietro ogni parola. La kunoichi cercò di essere vaga, il più possibile, per proteggere la copertura che lentamente stava cominciando a costruirsi. Kasumi da una terra lontana, proveniente dal Paese delle Cascate, qualcosa che poteva suonare assolutamente normale in un luogo come Netsuyama, ma probabilmente curioso ad orecchie attente e consapevoli. Si era seduta a quel tavolo, aveva scelto di avvicinare un solitario signore in accappatoio e gli aveva concesso delle generalità che sperava potesse cogliere chi le aspettava. Quelle iridi ambrate la osservavano imperterrite, indaganti, scrutatrici, ma per un istante, poteva essere sicura di aver notato una scintilla, forse a causa del leggero sorriso che aveva accompagnato la frase che decise finalmente di affidarle a quel punto: Una straniera in cerca di eventi, eh? Siamo tutti alla ricerca di qualcosa nella capitale. Ci pensò un po', come se stesse provando a convincere se stesso di fidarsi - Ho qualcosa che fa al caso tuo, ragazzina. Domani si terrà un'asta d'importanza continentale e credo ci sarà parecchio da divertirsi.
Abbassò le braccia ponendo le mani sul tavolo, tornando allo sguardo con cui si era presentato quando la fanciulla era entrata nel locale: Sai, forse non avevo sbagliato persona, a conti fatti. Ci sarà da sporcarsi le mani però, quindi fossi in te approfitterei di questo posto per un bel bagno ristoratore. Non penseresti mai a quanto rischiari le idee e quanto, per quanto tu non ne abbia probabilmente bisogno, dia sollievo alla schiena. Si alzò a quel punto, dirigendosi verso il bancone a buffet che offriva un buon assortimento di cibo nonostante si trattasse di uno dei primi locali dell'ascesa alla cima di Netsuyama. Acchiappò al volo due fette di torta e si diresse verso le scale che portavano alle camere prenotate. Prima di lasciarla lì fra domande e perplessità, le rivolse però ancora qualche parola, concedendole quantomeno una pista su quale dovesse essere la prossima mossa. Di certo non era l'atteggiamento di una spia di Kumo, né tanto meno quello di un qualche ANBU in ricognizione, e il suo chakra, Ying poteva percepirlo abbastanza chiaramente, era piuttosto nella norma per essere un infiltrato del paese del fulmine. Eppure, a meno di sorprese eclatanti, doveva essere necessariamente lui il contatto di cui parlava Kumo. Ci vediamo stanotte davanti il lago artificiale, mettiti qualcosa di comodo perché mi piace andarci aggressivo. Fece l'occhiolino e fece per andarsene salendo due gradini, poi si voltò nuovamente: Ah, che sbadato, io sono Nomin.
E si allontanò, stavolta definitivamente, perdendosi tra le rampe di scale e un fischiettio spassionato. Se qualcuno in quella storia poteva avere un po' di pressioni addosso, non si trattava certamente di quello strano individuo dallo sguardo inquietante e gli occhi color ambra. Ying rimase lì con tra le mani la facoltà di scegliere se fidarsi e seguire le indicazioni o provare a continuare a cercare il suo uomo. In un modo o nell'altro, l'asta si avvicinava e non poteva permettersi di trovarsi senza nemmeno una pista arrivata a quel punto.
 
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view post Posted on 10/5/2020, 15:39     +1   -1
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Gaudio e tripudio, la sua copertura pare attecchire esattamente per come voleva lei, o quasi. Le concede informazioni da lei risapute che, assieme alle sue affermazioni a fare da cornice, nell'insieme potrebbero effettivamente indicare il suo contatto.
Sporcarsi le mani... E quando mai in questi lavori non aleggia un rischio del genere, eppure sentirselo dire in maniera tanto palese e convinta non è per nulla confortante.

"Dove si terrà l'asta?" gli chiede mantenendo un tono cordiale, qualche vecchio insegnamento dei suoi precetti le è pur sempre rimasto.

"Ne parleremo dopo, per ora goditi la permanenza," le dice lui, non proprio quello in cui sperava...

Mentre il fratello piumato sbadiglia ella sorseggia tranquillamente la sua tisana, osservando l'uomo alzarsi senza darle molto tempo di porre le dovute domande. E sta giusti per pensare a quanto sia dannatamente maleducato visti che non ha neanche risposto alla sua domanda, quand'ecco che finalmente si rivela a lei: Nomin.

Che razza di nome sarebbe... ? Questo si domanda il nibbio, ma subito decide che non vuole saperlo.

La ragazza invece ha perplessità molto più serie in merito, tipo sul significato fin troppo allusivo della sua ultima frase, che le fa inarcare un sopracciglio frattanto che le iridi ambrate lo seguono andarsene, studiandolo.
Nulla di lui grida al ninja, all'anbu o che altro, tutto lascia presagire di lui come di un comunissimo civile, e non è forse così che funziona per una spia sotto copertura?
Alla peggio potrebbe aver beccato solo un pervertito; alla peggio del peggio il capo dei suoi nemici - e pervertito - alla meglio del peggio il suo contatto - e sempre presumibilmente pervertito...

Vabbe oh, in ogni caso se avesse allungato le mani una padellata con yubitsume - non alle dita - non gliel'avrebbe tolta nessuno.
Ma tornando a noi, c'erano due modi per lei per togliersi i dubbi, uno era giungere all'appuntamento, l'altro sicuramente attendere ancora, lì, e vedere se arriva qualcuno che possa anche solo minimamente mostrarsi come il contatto.
Il tempo tuttavia non le concede altre sorprese, passa senza che nulla accada e nessuno di peculiare si manifesti, forse perché lei se ne sta seduta a guardare chi entra e chi esce, finendo la sua tisana e il pranzo che ha ordinato per non destare curiosità sgradite, con in spalla un Moegami abbastanza irrequieto da quello stare fermi a far nulla.
Accidenti, avrebbe potuto chiedere a Kumo qualcosa per riconoscerlo o farsi riconoscere, tipo un foulard dal colore particolare o il colore stesso. O anche il suo falco, non sono poi molti quelli che girano con un rapace in spalla dopotutto.

"Non c'è fretta," dice quieta, più a sé stessa che al falco che sta accarezzando gentile, osservando avanti a sé senza guardare realmente.

Dopo quasi due ore, la giovane decide che non c'è più nulla da fare per lei lì dentro. Pagato l'oste ella si avvia all'esterno, indossando un paio di guanti per celare le dita mozzate e ponderando l'idea di farsi un bagno solo dopo essersi fatta un bel giro turistico per avere qualche idea della situazione... dopotutto, da turista e pellegrina, si trova lì per quello, non è forse così?
Moegami sembra quasi capirla al volo, pochi passi dopo e spalanca le ali per prendere quota, così da fare un giro di ricognizione da una panoramica più ampia e di certo con i suoi vantaggi.

Somma meraviglia che si mostra in tutta la sua naturale bellezza agli occhi cremisi del rapace, le vie che serpentine fanno strada alle folle di umani tra le strutture dei residenti, una file di bianchi gazebo con annesse luminarie si districa lasciando riconoscere le bancarelle allestite per l'indomani; l'aria umida e calda accarezza il suo manto rossiccio e argentato, mentre osserva più avanti numerosi laghi di varie misure e miriadi di sfumature azzurrine e verdognole acquisiscono egemonia del paesaggio, decorate da spruzzi di vapori bianchi dei geyser, ogni tanto si vede anche qualche ruscello macchiato dal verde delle fronde.

Vista e Udito, così entrambi passano al setaccio quanto può essere loro utile in quella attenta ricerca, e laddove egli aguzza lo sguardo nel tentativo di cercare qualsivoglia volto o struttura che possa ricondurli all'asta e a potenziali clienti, riconoscendo figure note della Nuvola.
La sorella umana invece si mescola alla calca per meglio risultare anonima, curiosando sguardi, merci pregiate e meno pregiate, venendo investita dai profumi delle locande e da quelli sicuramente meno gradevoli di qualche vicoletto tenuto poco a modo.
È quanto ode tuttavia la sua principale fonte di informazioni, e tra chi cerca di vendere le sue merci e chi discute di affari personali ma di poco conto, tipo cosa è stato mangiato la sera prima, numerosi sono gli individui che sente confabulare dell'asta.

Non sono molte le informazioni fornite, è un evento di grande portata che coinvolge Ninja da ogni parte del continente, scontato per lei riconoscere a sua volta qualcuno di Kumo.
Qualcosa di peculiare le salta all'orecchio, da parte di un gruppetto di ragazzini:

"Ci saranno, non c'è dubbio. Ci sono tantissimi pezzi, i Korekuta non se la perderebbero mai!" dice con una certa compiacenza uno di loro.

"Sembri quasi stimarli da come ne parli," da voce ai suoi dubbi un altro.

"Beh, una volta ho visto la loro leader... È meravigliosa," adesso il tono dell'altro è sognante.

Sentendoli parlare, inizialmente indecisa, Ying opta per accostarsi a loro con fare curioso: "Scusate, per caso mi sono imbattuta nel vostro dialogo, chi sono i Korekuta?" chiede educata e gentile, osservandoli uno ad uno.

"Chi sono i Korekuta?" ripete con baldanza la ragazza del gruppo, "degli eroi, ecco cosa."

"Sono tutti ex abitanti del villaggio di Kumo," continua l'altro, "hai presente? Viaggiano alla ricerca di tesori in tutto il mondo!"

"Si dice che il loro leader sia pure un ninja!"


"Indossano sempre delle maschere dorate, scommetto che verranno all'asta di domani," continua la ragazza.

La Mangiafuoco li ascolta con attenzione, pur mantenendo quella facciata cordiale di copertura, resa più veritiera dalla sincera curiosità in merito: "Affascinante, chissà che collezione che hanno," sempre gentile e serafica continua, "perdonate la domanda ma ora sono curiosa, come mai vengono definiti eroi? Che tipo di imprese hanno fatto oltre a cercare tesori?"

"Beh," riprende la ragazza, non senza quel fanatismo che la caratterizza, "più che altro hanno avuto il coraggio di ribellarsi a quegli invasati del Fulmine, sempre con le loro fissazioni religiose."

"Concordo, per quel poco che so sono proprio dei fissati," commenta la kunoichi annuendo.

Poi anche il più giovane dei tre prende coraggio per parlare, continuando a spiegare seppur meno convinto: "Sono famosi per fare sempre un lavoro pulito, hanno un grosso seguito in diverse parti del continente. Secondo me molte cose sono inventate."

Cosa che gli costa una bella pizza metaforica in faccia da parte della ragazza, al che Ying inarca un sopracciglio, ma piuttosto che commentare decide di divergere il discorso altrove, poggiando una mano sul fianco e spostando il peso da una gamba all'altra:

"A proposito, è da quando sono arrivata che ne sento parlare ma ancora non ho capito dove si terrà quest'asta," afferma con la sincerità dalla sua.

È vero, avrebbe potuto aspettare l'incontro di quella notte, ma l'istinto le suggerisce di prendersi da sé le informazioni, viste anche le fonti peculiari e, a quanto sembra, abbastanza innocue da non darle seri problemi.
Il rischio è di certo quello di esporsi troppo con i contatti esterni, eppure potrebbero tornarle utili nel caso di imprevisti.

"Ah beh," la ragazza interrompe il filo dei suoi pensieri, "è per i ricchi, si fa a Netsuyama alta, in cima al monte ma a meno che tu non abbia qualche titolo o un sacco di Ryo potrai seguirla solo da lontano."

"Qualche anno fa abbiamo provato a intrufolarci dai sentieri a Ovest,"
racconta in seguito il più giovane, abbastanza imbarazzato, "ma ci hanno beccato subito."

La kunoichi d'oltreoceano ridacchia divertita: "Mi sembra abbastanza scontato che sia ben guardata a giudicare di cosa parliamo," una nota preoccupata macchia l'ironia del suo sguardo, "spero non abbiate avuto troppi guai."

Il più piccolo e lentigginoso dei tre fa un vigoroso cenno di no con la testa, fissandola con quegli occhioni castani: "Niente di che per fortuna, ma non ci riproverò più, questo è certo," afferma convinto.

"Spero che i Korekuta svaligino quei ricconi del cavolo!" commenta di punto in bianco la ragazza brunetta, infastidita dal solo pensiero.

Ying annuisce piano, osservandoli pensierosa e ponendo una mano sul mento: "Suppongo che anche adesso quel luogo sia inaccessibile anche solo da visitare..."

Tutti e tre annuiscono senza indugi.

"È un evento attesissimo," dice l'altro ragazzo, "sarà sorvegliata da almeno un mese quella strada."

La Mangiafuoco esala un sospiro rassegnato: "Capisco..." prima che le balzi alla mente un'ultima domanda, "Ehi, sapreste mica indicarmi dove si trova il lago artificiale? Mi hanno detto che non è niente male da visitare."

Ha fatto anche la rima. Tsé!

"Uh, non ci sei mai stata?" la ragazza sembra perplessa, ma le risponde comunque, "devi seguire la strada verso il 'chiaro di luna' salendo. È un centro termale bello costoso, se vuoi un consiglio meglio la 'lava in cascata'."

"Grazie mille," la kunoichi sorride loro calorosa e sincera, porgendogli dei ryo per comprarsi dolciumi o simili, "questi sono per il disturbo."

I tre ragazzi sono perplessi, ma la ragazza li prende comunque.

"Ciao ciao,"
li saluta Ying, riprendendo il cammino da dov- dove stava andando più? Ah sì, di là.

"Ma perché ci ha dato dei soldi?" sente chiedere la ragazzina. Ed è convinta, anzi certa che quella stessa domanda gliel'avrebbe fatta anche Gami.

"Boh, sarà di qualche paese strano."

E a proposito del nibbio, sollevando gli occhi al cielo non lo vede da nessuna parte, almeno non inizialmente, decide dunque di finire il suo giro di ricognizione senza altri risultati, ma comunque controllando il lago artificiale e - a distanza - i sentieri a ovest - nel frattempo si compra un souvenir che trova abbastanza carino, considerato che i mercanti da quelle parti vendono mercanzia da ogni dove e non ha mentito del tutto quando diceva di essere una collezionista a sua volta e una pellegrina, dopotutto ama viaggiare e casa sua è piena di antiquari peculiari.
Chissà, magari quello che noi definiremmo acchiappasogni sarebbe piaciuto al fratello pennuto.

Tra un giro e l'altro il sole comincia la sua discesa e la ragazza, assicurandosi che nessuno la segua alternando le sue abilità ninja per avere un'ampia visuale del perimetro, trova il rapace appollaiato sotto un albero poco distante dal laghetto, il silenzio è spezzato dai suoni della fauna e dallo scrosciare del ruscello che schiumante si tuffa nell'ampia pozza.

"Ah, eccoti qui!"
esclama sorridente, sollevando poi le sopracciglia nel vederlo zuppo e gocciolante d'acqua, nonché parecchio irritato, "com'è andata?"

Lui non risponde, si scrolla tutte le gocce d'acqua di dosso, diventando una pallina, e si gira indietro per recuperare il cefalo che aveva preso come spuntino.
Ying si morde il labbro per non ridere, vede il salto che fa il grosso luccio dalla superficie dell'acqua prima di tornarci e non serve un santone per capire perché dal didietro di Gami mancano parecchie piume.

In ogni caso, assicuratisi che non ci sia nessuno nei paraggi, i due si scambiano le informazioni ottenute e il nibbio, sentendola parlare delle stradine ad ovest, la informa del livello di guardia posto in esse, prevalentemente guardie del villaggio stesso.
Niente di più, niente di meno, alla fine entrambi optano per fare una pausa e schiarirsi le idee sulle prossime mosse, ma soprattutto, sul fatto che qualsiasi cosa le succeda lui non deve perdere un istante a raggiungere l'eremo ed avvisare Eiji, considerato che è stato fatto il suo nome e fortunatamente appartengono al medesimo eremo e al medesimo villaggio.

"Pfeh! Non dire idiozie!"
afferma burbero come sempre il pennuto, al sentirla parlare di morte, di possibile fallimento, del non rivederla... e tutte quelle belle amenità, "ne abbiamo superate tante, affronteremo anche questa!"

La Mangiafuoco sorride di fronte alle sue preoccupazioni mal celate, accarezzandolo gentile sul petto, "lo so bene, ma dobbiamo tenere conto di tutto il possibile."

"Mh..." concorda poco convinto il rapace, la osserva negli occhi ambrati, dischiusi e ardenti di fiamme affettive. Non sarebbe certo la prima volta che rischia di prendersi uno spavento e di vederla finire male per la sua testacalda e quelle sue genialissime idee che le balzano in mente.

Durante quella pausa si dividono, uno sorvolando le altitudini del villaggio per carpire eventuali novità - ed altri spuntini. L'altra ne approfitta per farsi un giro al lago artificiale, anche se per il bagno termale e la cena sceglie la lava in cascata.
E il tempo passa, ancora una volta, scandito dalla lunga discesa del sole, quest'ultimo inghiottito nell'orizzonte per lasciar spazio al manto notturno.

Il cambio di vesti della giovane donna è comodo tanto quanto l'altro, considerato che è ciò che più predilige. Moegami stavolta decide di starsene appollaiato su un albero o qualsivoglia appoggio vicino al Lago Artificiale, di guardia, mentre Ying, utilizzando un clone per avvicinare il luogo dell'appuntamento, si apposta a sua volta in un punto non molto distante dove udire ed osservare, con la sua reale figura nascosta agli occhi altrui.
Quella missione le dà non poco sui nervi, per ogni risposta sorgono quasi sempre nuove domande.

È nervosa?
Abbastanza.

Lo dà a vedere?
Non troppo.

Non resta che attendere per levarsi ogni dubbio.

code © psiche



Uso clone + nascondermi e udito.
 
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view post Posted on 11/5/2020, 11:58     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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||Davvero un bel post :sisi: ||

Era stata una lunga giornata ma Ying era riuscita a prendere diverse informazioni. L'idea di parlare con gli abitanti stessi del villaggio si era rivelata la migliore, così, sicura di non mettere a rischio la sua copertura, si era creata la possibilità di fare domande sui Korekuta stessi, fulcro dei principali problemi che avrebbe potuto incontrare nel villaggio. Aveva avuto modo di sapere anche il livello di guardia delle strade a Ovest ma, com'era prevedibile, la parte alta di Netsuyama era una vera fortezza in quel periodo dell'anno, preparata a celebrare l'evento nel migliore dei modi. Calata la sera si avviò dunque in direzione del Lago Artificiale nominato da Nomin: era un meraviglioso specchio d'acqua scavato nella roccia vulcanica del monte, creato lavorando dei precisi percorsi che dirottavano i flussi termali direttamente in una sorta di gigante "piscina" al centro di un'insenatura nella montagna. Con le luci della sera, rese forti da una splendida luna piena che rischiarava tutta Netsuyama, potevano vedersi i vapori delle acque calde risalire fino al cielo, generando una speciale aurora boreale con i raggi argentati della pallida che filtravano attraverso i fumi, mischiandoli al verde e al blu di cui era intrisa artificialmente la superficie del lago. Tutto era silenzioso, forse troppo, e Ying attendeva al sicuro dalla sua posizione un eventuale segnale del suo apparente contatto, o che la copia facesse qualcosa. Anche Moegami era in posizione, tra gli alberi che circondavano il luogo, ma nessuno dei tre sembrava udire o vedere qualcosa di interessante. Anzi, qualcosa di peculiare in effetti c'era: non troppo distante dal lago vi era una casa, enorme e lussuosa, a cui si arrivava attraverso un lungo percorso che risaliva l'insenatura su cui si trovava il lago, tempestato di fiaccole e luci, come fosse il suo normale proseguo. Era a due piani e doveva appartenere necessariamente a qualche pezzo grosso delle Terme, o forse era un luogo adibito ad ospitare tutte le illustri figure venute nel paese per l'Asta. Dalla posizione in cui era il rapace, più in alto rispetto alla sua compagna, era visibile in effetti un via vai di guardie armate di Wakizashi che facevano una ronda per tutto il perimetro del palazzo. Se poteva ancora esserci qualche dubbio che fosse la dimora di qualcuno di importante, e non era così, adesso non c'era più. Quando Moegami fece per muoversi per avvisare Ying della scoperta, un ombra si mosse celere e precisa alle spalle della kunoichi, ma lei se ne accorse soltanto dopo che questa aprì bocca, facendola trasalire con lo spavento più grande della sua vita:

??? - Vestiti comodi, mi fa piacere notarlo. Non appena si voltò lo vide: era Nomin ed era arrivato furtivo alle sue spalle e non a quelle della copia. Chiunque fosse quell'uomo non era certamente un civile qualsiasi e a giudicare da come avesse eluso l'attenzione della Chunin non doveva nemmeno essere l'ultimo arrivato. Che ci avesse preso reputandolo il suo contatto da Kumo? A ogni modo anche lui si era cambiato, niente più accappatoio per fortuna: aveva una lunga veste nera con cappuccio aperta sul petto, che lasciava intravedere una resistente maglia in cuoio e dei pugnali da lancio ben sistemati su dei foderi attaccati ad essa. Dalla manica lunga sbucò una mano coperta da un guanto nero con cui salutò la ragazza, per poi indicare proprio il grande casolare in cima al sentiero, che risaliva la fossa scavata per il lago fino alla cima dell'altura. Vedi quel palazzo? E' il nostro obiettivo. E' uno dei palazzi intermedi dei fratelli Tsu, i Daimyo del paese delle Terme. In questo momento è presente soltanto Tenkū, per quanto sia possibile riconoscerli uguali come sono. Prese da una tasca dentro la veste un pezzo di carta che dispiegò con cura: era una mappa della zona con raffigurata nei minimi particolari anche una piantina interna dell'abitazione. Ogni volta che alle Terme si tiene un evento importante come questo, i tre fratelli si dividono nei tre palazzi intermedi presenti a circa metà del monte Netsuyama, per ospitare tutti gli invitati più illustri. E' una maniera per dimostrare la loro cordialità e neutralità ai paesi, lasciandoli dormire, bere e mangiare sotto il loro tetto per onorare l'aiuto ricevuto durante l'assedio del Fulmine, conosci la storia? E proprio i membri provenienti dal Fulmine sono quelli trattati meglio, loro vengono ospitati direttamente al palazzo principale, in cima al monte, luogo in cui si terrà l'asta di domani. E' tutta una facciata di questi tre imbecilli amanti dell'oro per dimostrare di non portare rancore verso chi aveva quasi conquistato un paese famoso per la sua neutralità. Vuoi sapere il mio parere? E' tutta una farsa per mantenere un potere economico forte e l'indipendenza che glielo permette. Passò a quel punto il dito in tre precisi punti della mappa, erano le migliori zone d'ingresso segnate da Nomin: Questa è l'ala Ovest, praticamente adiacente alla sala degli ospiti. Pullula di soldati ed essendo al primo piano potremo avere qualche difficoltà a salire senza essere visti. Questo è l'ingresso Sud, dal basso. Zona meno battuta ma piuttosto distante dalle camere. E poi c'è la mia preferita: un'entrata sul fondo del lago che porta direttamente alle camere termali del Daimyo, adiacente sia alla sua camera da letto che a quella degli ospiti d'onore. In questa la difficoltà è la nuotata, ma porta direttamente dentro e l'unica resistenza che troveremmo sarebbe composta da alcuni soldati di guardia alle stanze, niente a che vedere coi confini. Allora, che ne pensi ragazzina? Non le aveva nemmeno detto che cosa stavano cercando sebbene fosse abbastanza ovvio. Inoltre non sembrava il tipo da accettare consigli di una "ragazzina" come piaceva a lui chiamarla, eppure volle coinvolgerla, forse per il suo essere una kunoichi o magari voleva soltanto prenderla in giro. In ogni caso, adesso erano in gioco, da quel momento, se avessero sbagliato qualcosa, non sarebbero più riusciti a tornare indietro.
 
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28 replies since 31/1/2020, 16:46   494 views
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