La faccenda si stava intricando sempre più. Ora erano saltate fuori due famiglie che erano state coinvolte in dei lutti proprio in quel villaggio, tempo prima che iniziasse il ciclo di sparizioni per cui Yu si trovava lì. Forse non centrava nulla, forse era solo una mera coincidenza, il semplice corso della vita del villaggio, ma che proprio chi aveva scritto quel messaggio inquietante facesse parte di questo passato tragico di quel borgo, sembrava fin troppo sospetto agli occhi dello shinobi. La serie di domande che pose al Daimyo erano mirate proprio a questo, oltre che a dissipare alcuni suoi dubbi riferiti ad altre circostanze che gravitavano attorno a quella faccenda. Prima tra tutti la sensazione strana provata dal Daimyo la notte in cui Kazuki scomparve nel nulla. Non servì nemmeno indagare troppo, tanto meno forzare la mano nell’interrogare Hisao-sama, perché la sua reazione fu più eloquente di tutte le parole del mondo. Il gelo provato da Yu sulla propria pelle, sembrava davvero molto simile, se non identico, a quello che aveva avvertito il Signore di quel luogo nella notte più dolorosa della sua vita. L’espressione sul viso rugoso dell’anziano Daimyo, precedette la foga delle sue domande…d’altronde il Rosso aveva descritto di proposito ciò che aveva avvertito al fiume in maniera così dettagliata, proprio per creare un contatto, per far comprendere a chi aveva davanti che anche lui aveva sentito una cosa simile, prima di quel momento. Le prevedibili domande del padrone di casa, avrebbero però trovato risposta una volta risolte tutte le curiosità del ragazzo, attento come una volpe ad ogni dettaglio nascosto nelle parole dell’uomo, affamato di quel tassello che avrebbe dato il via alla risoluzione di quel puzzle sparso. Si preparò quindi a ricevere gli altri pezzi richiesti, che, tuttavia, non gli diedero reali risposte se non far nascere ulteriori dubbi. Pareva, infatti, che il Daimyo non sapesse se altri come lui avessero provato quel gelo tagliente…e Yu francamente non lo aveva letto in nessuna deposizione nei documenti di quel caso conservati alla Nebbia. Il perché fu presto detto: troppe stranezze nei racconti. Lo stesso Hisao-sama lamentò il fatto che c’erano troppe voci assurde che giravano tra i cittadini: gente che si incolpava vicendevolmente - si presumeva senza prova alcuna - e storie paranormali circa spiriti di qualche genere. Le sue parole coincidevano con quanto letto nel fascicolo e affermato dal suo stesso superiore. Confusione, molta confusione nel riportare i fatti. Ma non sarebbe stata la prima volta che proprio in quei racconti apparentemente assurdi, si nascondesse ben bene la chiave di volta per chiarire il tutto. Per il momento, però, rimase concentrato sul Daimyo, ancora occupato a cercare di risolvere tutte le curiosità che Yu aveva messo in campo. Il prossimo punto sulla scaletta era il passaggio segreto. Il vecchio aveva detto che era impossibile per Kazuki passare di lì, ma non aveva spiegato il motivo, cosa che aveva spinto il giovane shinobi a chiedere ulteriori spiegazioni in merito. Presto detto, la stanza era sempre chiusa a chiave in assenza del Daimyo, conteneva documenti riservati e particolarmente importanti, tanto che l’uomo portava la chiave stessa dello studio al collo. Gliela fece vedere, estraendola da sotto gli strati di stoffa, ancora attaccata alla catenina. Uomo prudente Hisao. Davvero molto. Tuttavia agli occhi del Rosso quell’espediente non voleva dire molto. C’erano mille modi per far muovere un corpo contro la volontà di chi lo abitava, anche solo guardando nelle arti ninja più famose. Non era abbastanza. Non spiegava nulla, tanto meno confermava definitivamente che Kazuki non fosse passato di là. Per lui le convinzioni del Daimyo - che era assai certo della sicurezza del proprio metodo - valevano tanto quanto il denaro donato da una Kitsune o un Tanuki. Zero. E c’era solo un modo definitivo ed ineluttabile per verificare se i suoi sospetti fossero legittimi o figli di una diffidenza esagerata: aprire quel passaggio e verificare che all’interno vi fosse o meno l’odore del rampollo di casa. Per farlo avrebbe dovuto prima fare un salto in camera di Kazuki, così da memorizzare il suo odore, però…beh, tanto ci sarebbe dovuto andare ugualmente per dare un’occhiata.
Nel momento in cui Yu chiese chi abitasse la casa con la X cerchiata, e di raccontargli cosa fosse successo a Yamazaki-san e alla famiglia Hayashi, il Daimyo si prese qualche attimo per fare mente locale prima di iniziare ad esporre i fatti. Pareva che il primo scomparso fosse il giovane Minori, della famiglia Oota. Non c’erano molti dettagli sulla sua sparizione, se non che sua madre lo avesse visto allontanarsi verso la foresta e di aver notato una figura vestita di bianco correre nella stessa direzione. Una figura vestita di bianco. Non si stupiva che le persone parlassero di spiriti…e dopo aver sentito la storia vissuta in prima persona dal Daimyo, beh, qualche dubbio veniva pure a lui. In ogni caso, c’era una curiosa coincidenza che riguardava quel primo caso. Qualche settimana prima che Minori scomparisse nel nulla, era stato trovato morto suo cugino Takahiro, secondogenito della famiglia Hayashi. Il suo corpo venne ritrovato sotto uno strato di fogliame, diverse settimane dopo la sua effettiva scomparsa, ma la causa della morte era chiara: soffocamento. Praticato attraverso la corda del suo shamizen, tanto che portò le autorità a bollarlo come suicidio. Takahiro era un giovane musicista molto promettente, buono come pochi e amato da tutti - curioso si fosse suicidato considerato tutto questo - nonché legato sentimentalmente a Yamazaki Izumi, figlia della donna che aveva scritto quel messaggio inquietante appendendolo in bacheca. Appena si parlò del loro rapporto, Yu immaginò dove si sarebbe andati a parare e le sue supposizioni si rivelarono tristemente esatte. La ragazza, alla morte del compagno, venne devastata dal dolore. Pochi giorni dopo la notizia, scomparve e venne ritrovata in seguito riversa sulla riva del fiume. Presunse morta per annegamento, non avendo ricevuto dettagli da parte di Atsushi, ma per sicurezza avrebbe chiesto una volta che tutto il discorso fosse stato concluso. Non che mancasse molto. Alle parole del maggiordomo, che si era intromesso per dare una pausa al proprio padrone, il Daimyo specificò che l’uomo conosceva molto bene i due ragazzi sventurati in quanto insegnava privatamente in casa Hayashi, prima di diventare servitore alla magione. E niente, ciò che era passato per la mente di Hisao-sama, non era nulla a cui non fosse giunto anche Yu. Semplicemente nella sua mente era sbocciato il sospetto che quella vecchia tragedia avesse un collegamento con quella attuale, anche se stentava a credere che Yamazaki-san fosse capace di spingersi fino a quel punto, nonostante avesse perso il senno.
Tutto molto interessante, ma ad ogni risposta nuove domande venivano solleticate nella vivace mente del Rosso. Forse fin troppo vivace a volte, ma, ehi, meglio una domanda in più che una in meno, no? Nessuno era mai morto per aver chiesto troppo, piuttosto erano cascati male per non essersi informati a dovere. Tuttavia, per prima cosa, doveva lui stesso delle risposte al Signore. La penna e il calamaio usati prima da Hisao-sama erano ancora sul basso tavolino, vicino alla cartina aperta. Non si fece troppi problemi, Yu, afferrò la penna, la intinse nella china, lasciando che sgocciolasse l’inchiostro di troppo e poi, individuato sulla mappa il punto in cui aveva incontrato Hisakata, cerchiò l’ansa del fiume con mano sicura.
Qui. Rivelò, rimettendo la penna al suo posto. Prima di recarmi alla magione, mi sono preso la libertà di perlustrare un po’ il villaggio e i suoi dintorni, facendomi aiutare da dei famigli per esplorare adeguatamente anche i corsi d’acqua, visto che in questo villaggio ce ne sono parecchi. Alzò gli occhi, osservando alternativamente Atsushi e il Daimyo, prima di continuare a parlare. Sono stati loro ad individuare un punto nel fiume in cui l’acqua era sospetta, così sono andato a verificare. Messa la mano nella corrente, ho avvertito quella sensazione di gelo che le ho descritto. Non si aspettava una rivelazione importante a quella sua confessione, ma, invece, i due uomini si guardarono negli occhi con intesa, confermando poi a Yu che proprio in quel punto era stata ritrovata Izumi. Izumi, eh..? Inutile dire che la sensazione di sottofondo che qualcosa di soprannaturale ci fosse, si faceva sempre più assurdamente palpabile. Ma non era ancora il momento di lasciarsi andare in elucubrazioni fantasiose, no, doveva tenere per le redini le domande che gli frullavano in testa ed esporle tutte, al costo di sfiancare i due che aveva di fronte.
Ha detto che la ragazza è stata trovata riversa sulla riva. E’ stata definita la causa della morte? Annegamento? Chi è stato a trovarla?
Temeva di sapere la risposta a quest’ultima domanda, vista la vicinanza con la casa della ragazza, tuttavia attese comunque i dettagli da parte del maggiordomo che sembrava essere quello più informato circa la faccenda. Disse che, effettivamente, su segnalazione della madre che aveva fatto il macabro ritrovamento, Izumi era stata trovata morta annegata, come se la corrente del fiume l’avesse trascinata lì, ma non avevano potuto definire con precisione come e quando fosse deceduta, in quanto la ragazza era già in rigor mortis al ritrovamento. Conclusero genericamente che dovesse essere morta un paio di giorni prima almeno, ma nulla di più. Il corpo non riportava segni di colluttazione né nulla, se non un dettaglio che Atsushi ricordava in maniera piuttosto chiara. Ovvero un polso leggermente segnato rispetto all’altro, come se qualcuno l’avesse stretta. Dettaglio curioso, che forse metteva in dubbio l’ipotesi di suicidio della giovane. Ipotesi che, per quanto riguardava, invece, Takahiro, Yu riteneva già quasi accertata. Non credeva possibile che un giovane dalla vita tanto brillante e dal futuro altrettanto promettente, prendesse e si togliesse la vita così a caso. Lo trovava improbabile, ma solo chi era vicino a lui e lo conosceva bene avrebbe potuto confermarglielo. Si rivolse quindi ancora al maggiordomo.
E riguardo Takahiro, invece? Le sembrava il tipo da suicidarsi? C’era qualche problema che poteva turbarlo in quel periodo…? Perché, da come Hisao-sama lo ha descritto, non mi pareva qualcuno che avesse motivo di togliersi la vita.
La risposta fu ovvia. La morte del secondogenito della famiglia Hayate fu un fulmine a ciel sereno per tutti. Non aveva problemi di sorta, nessun motivo per arrivare ad un gesto estremo come quello, tanto più che aveva Izumi e un futuro assieme a lei. Il che significava, senza troppi “forse” che Takahiro era stato ucciso. Brutalmente, con la corda dello strumento che era tanto bravo a suonare, strumento che solo qualcuno a lui vicino avrebbe potuto avere a portata. Magari Minori? Come sempre, in casi simili la prima cosa che veniva in mente era un omicidio passionale. Chissà, magari il cugino aveva ucciso Takahiro per gelosia, Izumi si era suicidata, vinta dal dolore, e la madre della ragazza uscita di senno, avrebbe potuto aver iniziato a far sparire Minori e tutti quelli che gli assomigliavano nei tratti. Oppure, Izumi aveva iniziato a provare dei sentimenti per Minori. Insieme si erano liberati di Takahiro, inscenando la morte della ragazza per poter fare una classicissima fuga d’amore. Per non far apparire la cosa troppo sospetta, avevano iniziato a far sparire i simil Minori per…Naaaaaa! Quelle ipotesi non reggevano neanche un po’! L’acqua strana non tornava in entrambi i casi, il “come” restava insoluto, senza contare che inscenare una morte era un tantino complesso. No. Decisamente le cose non erano andate in quella maniera. Tuttavia qualche domanda era d’obbligo.
Che rapporto c’era tra Takahiro, Izumi e Minori? Andavano d’accordo? C’erano gelosie o simili? Al di fuori della loro cerchia c’era qualcuno che avrebbe potuto serbare rancore per Takahiro? Non so…i genitori erano favorevoli all’unione con la figlia di Yamazaki-san? Tutto regolare. I parenti dei due fidanzati erano del tutto bendisposti alla loro relazione. Il rapporto tra i tre ragazzi era buono, Minori idolatrava il cugino, tanto che, volendo anche lui diventare un musicista, lo riteneva quasi un Sensei e, in generale, nessuno serbava rancore per Takahiro. Solo ogni tanto cozzava col fratello maggiore, ma Atsushi li definì come classici litigi tra consanguinei. Giusto, il fratello! Anche lui era abbastanza vicino a Takahiro da poter prendere una corda del suo strumento. Atsushi era solo un insegnante, passava giusto qualche ora in casa Hayashi. Poteva essere che non avesse avuto modo di notare eventuali tensioni famigliari…Mmmh. E lo shamizen? E’ stato appurato che la corda fosse proprio quella dello strumento di Takahiro? Inoltre, se possibile, le dispiacerebbe dirmi dove è stato trovato il corpo del ragazzo e da chi? Avrei bisogno anche di una descrizione fisica di Takahiro, il fratello e Izumi.
Atsushi annuì grave: la corda apparteneva proprio allo strumento del suo giovane allievo. Lo shamizen era stato trovato rotto, con una corda mancante, mentre il corpo di Takahiro era stato rinvenuto dalle guardie del Daimyo, nel folto del bosco. Indicò un punto sulla cartina, era più o meno nella zona dove Yu aveva incontrato Hisakata, ma più in profondità…eppure in linea d’aria con la casa di Izumi. Era chiaro che il giovane fosse stato preda di un’imboscata da parte di qualcuno che sapeva perfettamente sarebbe passato di lì per andare dalla ragazza. La vera domanda era: cosa diavolo ci faceva nel folto della foresta? Da dove arrivava? Domande a cui nessuno in quella stanza avrebbe potuto rispondere per ora. Contrariamente a quelle circa l’aspetto dei tre. E guarda un po’, Takahiro aveva occhi blu e capelli neri. La ragazza era bionda - ma normalmente in quel mistero erano i giovani uomini a sparire - mentre il fratello del musicista di talento aveva occhi di zaffiro, sì, ma capelli castani.
Un brivido gli percorse la pelle. Si stava avvicinando a scoprire qualcosa, ne era sicuro. E ormai era pressoché certo che quella tragedia che aveva coinvolto il figlio degli Hayashi e la sua compagna, fosse stata la miccia di tutto. Era il caso di iniziare a muoversi, c’erano altri posti da vedere, altre persone a cui parlare…Ma, prima, doveva togliersi quella fastidiosa spina dalla nuca, quella che, ancora, nonostante le spiegazioni del tutto credibili del Daimyo, non era riuscito a sciogliere. Quel cazzo di passaggio segreto. Ai suoi occhi era l’unico modo in cui Kazuki avrebbe potuto uscire senza che le guardie potessero vederlo e senza che nessuno si intrufolasse in casa. La madre di Minori, aveva poi parlato di una figura bianca che correva appresso al figlio mentre si allontanava verso la foresta…se l’avesse vista anche Kazuki? Se l’avesse vista anche Takeshi? Se l’avessero vista tutti quelli che avevano preso e si erano allontanati verso il bosco? Allora la finestra aperta avrebbe avuto un senso. Kazuki avrebbe potuto aver visto qualcosa dalla propria camera, ma essendo al piano superiore non poteva certo uscire da lì, tanto più che pure se si fosse calato, avrebbe dovuto passare le guardie della magione. Ed era qui che entrava in scena quel passaggio. Tuttavia la stanza era chiusa a chiave e la suddetta era appesa al collo del Daimyo. Daimyo che aveva provato la stessa sensazione di gelo che aveva percepito lui, mettendo la mano in acqua nel fiume vicino alla casa di Yamazaki-san. Punto in cui la giovane Izumi era stata ritrovata esanime. Annegata, proprio in quel fiume. Lo stesso fiume che passava vicino alla casa di Minori e che presumibilmente si collegava capillarmente ad altri torrenti del villaggio. Un’idea balzana, prese a frullargli in testa, frutto forse dei troppi libri sugli yōkai che leggeva, eppure, al momento, era assurdamente l’ipotesi più concreta di tutte.
Kuso, aveva bisogno di vedere quel passaggio segreto.
Hisao-sama. Dopo aver fatto una lunga - e abbastanza proficua - chiacchierata con il maggiordomo, Yu si rivolse nuovamente al Signore della magione. Le chiedo il permesso di dare un’occhiata alla camera di Kazuki. E, in seguito, vorrei ispezionare il passaggio dietro la libreria. Ci si era impuntato e non avrebbe mollato l’osso per nulla al mondo. Avete presente no quella sensazione di quando si è vicini a scoprire qualcosa di importante? Quel pizzichio che faceva rizzare tutti i peli, ecco. Quella via d’uscita dalla villa, dava quella sensazione al Rosso. E poco gli importava se il Daimyo era convinto delle sue misure di sicurezza: lui non era convinto per niente, anzi! Tuttavia comprendeva l’occhiata stranita che l’uomo gli rivolse, per lui era impossibile che qualcuno avesse potuto usare quella chiave per far uscire Kazuki…chissà che faccia avrebbe fatto se Yu gli avesse detto che sospettava che, ad aprire la strada al figlio, fosse stato proprio lui, magari involontariamente. Lo so cosa mi ha detto, Signore. Cercò di interpretare i pensieri dell’uomo. Ma ho imparato che non sempre la strada più logica è quella più giusta. A volte si deve sfidare il possibile e puntare su quello meno probabile.
Insomma “se senti rumore di zoccoli non pensare alla zebra, pensa al cavallo” non sempre era applicabile. Fortunatamente le sue parole di spiegazione bastarono a convincere il Daimyo. D’altronde era sempre del suo amato figlio che si parlava. Promise che avrebbe aperto il passaggio segreto, e ordinò ad Atsushi di accompagnare Yu al piano di sopra, per ispezionare la camera di Kazuki. Il distinto maggiordomo non se lo fece ripetere, si inchinò al proprio padrone e iniziò a fare strada nei corridoi della magione. Dietro di lui, il Rosso rimuginava tra sé, ripassando tutte le informazioni che aveva, cercando di trovare una spiegazione alternativa all’unica assurdità che al momento si trovava per le mani. Che poi, assurdità…parlava lui che aveva un demone legato alla sua anima.
« Quindi, fammi capire, pensi che il vecchio sia stato posseduto? »
E’ l’unica cosa che potrebbe spiegare la sensazione che ha avuto, identica a quella che ho sperimentato io al fiume e che darebbe un senso alla sparizione di Kazuki da casa. Sempre presupponendo che sia effettivamente passato attraverso la porta dietro la libreria, cosa che verificheremo a breve, ma…supponiamo che sia così! Quante volte ho letto storie dove le persone vengono possedute dagli Yōkai? E quante arti ninja esistono che permettono di fare altrettanto? A prescindere che si tratti di paranormale o ninjutsu, il concetto resta lo stesso.
« Te ne do atto. Per quello che sappiamo al momento è la teoria più assurda, ma allo stesso tempo più concreta. »
Già. E poi ha un che di fatale, no, questa cosa che Izumi sia stata trovata proprio lì, dove ho avvertito la sensazione di gelo pungente. Gelo provato dallo stesso Daimyo la notte in cui Kazuki è sparito. “Come se mi avessero strappato qualcosa” ha detto. Forse era la sensazione di distacco dello spirito mentre usciva dal suo corpo, chissà…
« …Non è che hai letto troppi libri sugli Yōkai? »
Ahahah! Può anche essere. Però devi ammettere che tornerebbero un bel po’ di cose. Dai, la ragazza morta in quel punto, morta nell’acqua, in un villaggio dove i fiumi sono quasi quanto le strade! Ce la vedrei davvero bene come storia: lei si muove nell’acqua, perché è lì che è morta, si fa vedere nel momento in cui vuole accaparrare la sua prossima vittima, il malcapitato la scorge, si muove verso di lei, verso il bosco e chissà dove viene guidato.
« Si, ma perché dovrebbe farlo? Per vendetta? Perché in caso non ha molto senso, fa sparire solo quelli che somigliano al suo compagno. »
Beh, magari il dolore per la perdita di Takahiro è ancora vivo in lei e la porta a rapire tutti quelli che gli somigliano, quasi come se lo cercasse. Non lo so, Kurama. Questa storia è talmente assurda da sembrare un racconto dell’orrore da fare di notte davanti al fuoco, più che la realtà. E non abbiamo prove. E’ solo un’ipotesi campata per aria con gli indizi che abbiamo raccolto, quindi vale fino ad un certo punto.
« Iniziamo col toglierci lo scrupolo di quel buco dietro la libreria. Guarda, siamo arrivati alla camera del ragazzo. »
In effetti, Atsushi aveva già aperto la porta che dava nella stanza di Kazuki e si era spostato a lato, invitando Yu ad entrare. Bastò varcare la soglia perché il naso del ragazzo percepisse chiaramente un odore sovrastare tutti gli altri, indubbiamente quello del figlio del Daimyo. Curioso come la sua camera fosse tanto spartana, rispetto al lusso di altre parti della villa. Davvero, nella stanza di Yu, a casa propria, c’era decisamente più roba che in quella. Uno stile essenziale, molto classico e tradizionale. Tatami a terra, lampade ad olio - ora spente - per illuminare, paratie decorate con disegni di monti e foreste dietro cui cambiarsi, e un futon, perfettamente composto, steso a terra. Yu ci si avvicinò giusto per percepire con più chiarezza l’odore del ragazzo, ma in realtà il suo obiettivo secondario era osservare cosa si vedesse dalla finestra. Assottigliò gli occhi quando il panorama del secondo piano della magione gli mostrò l’area dove aveva incontrato il giovane Hisakata. Forse la sua idea di qualcuno che si faceva vedere per attirare le sue vittime verso la foresta non era poi tanto balzana. Spiegava tranquillamente perché sulla finestra non ci fossero segni di forzatura: era stato Kazuki ad aprirla, dall’interno. Era tutto talmente strano e bizzarro da poter essere la strada giusta.
Uscito dalla camera, fece un cenno ad Atsushi, ringraziandolo ed invitandolo a tornare di sotto. L’ultimo passo andava fatto nello studio del Daimyo.
Quando arrivarono, l’uomo era lì che li aspettava. Non attese nemmeno che il Rosso ripetesse la sua richiesta: aiutato dal bastone si diresse verso la meravigliosa libreria stracolma di libri. Aaah quando sarebbe piaciuto a Yu averne una simile…gli dava un senso di casa, tutto quel cuoio e quella carta. Comunque, come nelle migliori storie, Hisao-sama prese uno dei tomi, uno poco particolare, che difficilmente sarebbe saltato all’occhio, tirandolo giù per metà. Si sentì il “click” di un meccanismo e parte della libreria si aprì, rivelando una porta con chiavistello. Abbastanza tranquillo, probabilmente forte delle proprie convinzioni, il Signore della magione si approssimò alla porta, mettendo mano alla barretta scorrevole. Fu a quel punto, però, che tutta la sua certezza, venne cancellata da un’espressione stranita, commista tra lo stupore e la preoccupazione. C’era qualcosa che non andava nella chiusura.
Atsushi-san, la prego di far allontanare Hisao-sama. La voce di Yu suonò calma, ma perentoria. Se c’era qualcosa che non andava dietro quella porta, era meglio che ad aprire non fosse il Daimyo in persona. Qualsiasi cosa fosse. Si avvicino alla parete, spalle sulla libreria, corpo teso come non mai e kunai stretto in pugno, utilizzando l’altro arto per mettere mano definitivamente al chiavistello. Guardò un’ultima volta i due uomini che si erano allontanati, quindi, dopo aver fatto loro un cenno d’assenso, fece scattare il meccanismo.
Gdr Off || Le risposte alle domande, i dettagli sulla camera e l’apertura del passaggio sono stati gentilmente offerti dal master || Gdr On