| Il piccolo Okojo correva a velocità sostenuta tra gli alberi, aiutandosi con il fiuto per la direzione e, lì dove l'acre odore dell'acqua stagnante si faceva troppo forte, leggendo con la coda dell'occhio le piccole croci con cui aveva segnato gli alberi quando quella mattina era passato di lì. Certo, avrebbe potuto usare la tecnica del rilascio per tornare istantaneamente a casa, ma già si immaginava i volti stupiti di tutti i mustelidi se lui, il possente Okojo, fosse tornato con il solo aiuto delle sue zampe. Aveva fatto tutta quella strada per consegnare ai mustelidi del paese dell'acqua la tragica notizia: Fuyuki Hyuga, eremita dei mustelidi, era morto. Certo Okojo non era tipo da credere alle voci, e Yuki-chan non era certo tipo da morire così facilmente. Ma all'eremo cominciavano oramai a girare strane voci, alcuni mustelidi dicevano addirittura di averne vista la salma, altri arrivavano a sostenere che fosse stato colto da uno strano morbo del Sud e che ora fosse moribondo nel Paese dell'acqua, aspettando che i suoi fedeli mustelidi lo trovassero. Certo Okojo non era tipo da credere alle voci, ma una voce, gli era stato insegnato, contiene sempre un fondo di verità. Forse valeva la pena di fare quel viaggio, ma era troppo orgoglioso per ammettere il motivo per cui lo stava facendo. Inventò la prima scusa che gli venne in mente: "I mustelidi degli altri paesi meritano di sapere che l'eremita è morto" disse prima di partire, e nel sillabare l'ultima parola gli si gelò quasi il sangue. Fuyuki morto? L'imbattibile Fuyuki? Non poteva averlo abbandonato così. Corse con tutta l'energia che aveva in corpo per quasi un giorno, prima di trovarsi di fronte ad un problema che non aveva nemmeno considerato; conosceva benissimo, come tutti i suoi fratelli i boschi del paese del fuoco, ma non appena entrò nel paese delle paludi, le direzioni cominciarono a sembrargli tutte uguali. Cominciò quindi a segnare gli alberi lungo il percorso, per ritrovare più facilmente la strada al proprio ritorno. Attraversò poi il mare, per raggiungere proprio l'arcipelago in cui, secondo le voci che aveva sentito, poteva trovarsi Fuyuki. La ricognizione era durata diverse ore, e, nonostante l'iniziale fiducia, le speranze del furetto si erano mano a mano esaurite: nessuna traccia, nessun odore, nessuna stranezza. Solo nebbia, umidità e il cielo che mano a mano si faceva sempre più nuvoloso. Raggiunse la costa finalmente, trovando proprio il punto dove aveva lasciato all'arrivo propria zatterina. Si imbarcò, si accese un sigaro e alzò gli occhi al cielo. Inspirò con i suoi piccoli polmoni, ed espulse una nuvola densa e grigia che andò subito a confondersi nella nebbia.
Che luogo abbandonato dai Kami
Diede una spinta con la zampetta e cominciò a navigare, proprio quando le prime gocce di pioggia avevano cominciato a cadere. Qui probabilmente sarebbero finite le fatiche del piccolo Okojo se i Kami, sempre pronti a giocare con il destino, non avessero pianificato le cosa in modo diverso. La fitta pioggia si trasformò ben presto in un nubifragio, fino a diventare una vera e propria tempesta e poi un principio di uragano. La piccola zattera del furetto fu spazzata via e lui, dopo aver cercato inutilmente di lottare contro le forti correnti, perse i sensi e venne trascinato a riva. Sembrava morto, aveva il pelo zuppo, gli occhi chiusi, la bocca spalancata. Una delle sue zampe era ancora ben serrata attorno al sigaro, del quale non rimaneva che un piccolo pezzettino. La spiaggia era piena di pezzi di alberi e foglie.
//C'è stata questa forte tempesta nel paese dell'acqua, ti è stata assegnata la missione di andare a vedere come sono messe le coste e nel tuo perlustrare trovi Okojo//
|