| Freddo. Un freddo anomalo cresceva dentro di lui mentre osservava con occhi vacui quella lancia di ghiaccio che spuntava dal suo ventre, quasi senza realmente rendersi conto che il corpo a essere stato mutilato era il suo. Il sangue che aveva vomitato gli impregnava la bocca con l’acre sapore del ferro, unendosi a quello che colorava di un vivo scarlatto quello spunzone altrimenti bianco, scivolando sulla superficie curva e perfettamente liscia. Ne sentiva quasi il rumore, così come sentiva il proprio respiro rauco, veloce, annaspante, e il cuore che batteva forsennato negli orecchi come volesse uscire dal petto. E l’odore…quell’odore lo conosceva bene. L’aveva legato al ferro di una falce in passato, poi all’acre lezzo della carne che bruciava. Adesso.., adesso lo legava a quel grido strozzato senza forza che gli uscì estremamente in ritardo dalla gola, accompagnato, nella sua testa, da un ringhio di dolore e rabbia, che gli perforò le meningi, rimbombandogli ovunque fosse possibile. Ancora non credeva a come si fosse cacciato in quella situazione. Era andato tutto a meraviglia, finchè era riuscito a strappare Fuyu dalla sua cupola, era anche riuscito a colpirlo, ferirlo, e poi..? Poi tutto era precipitato con altrettanta facilità. L’ANBU si era ripreso e, nel momento in cui Yu stava per atterrare su una delle sue bolle, mosse all’occorrenza, due fruste di ghiaccio l’avevano minacciato. Si era difeso, proprio come aveva pianificato aveva usato il Raiton per creare uno scudo di protezione, ma la pressione di quelle liane cristallizzate aveva distrutto ogni suo tentativo. Il “Bzzzt” dei fulmini che lo difendevano, si era trasformato in uno stridere fastidioso, un grido acuto, poco prima che la barriera cedesse e allora quella trappola ghiacciata l’aveva agguantato e condotto spalle al muro sulla cupola gelata di Fuyu. Si era opposto, aveva scalciato l’aria, fatto pressione con le braccia, ma era stato tutto inutile. E ad un gesto del superiore, un dolore inimmaginabile l’aveva attraversato. Indescrivibile, atroce…un dolore che, in quel momento nemmeno percepiva più. Era più la consapevolezza della cosa ad averlo fatto gridare. Passato il momento in cui non riusciva realmente a credere a quello che i suoi occhi stavano vedendo, ora che aveva realizzato, quell’agonia…non la sentiva più. Erano altre le sensazioni che provava e non per questo erano un buon segno. Lo aveva studiato in Accademia lo stato di shock…ci si era impegnato molto nelle lezioni di primo soccorso, perché, da bravo iatrofobico, meno vedeva i medici, meglio stava. E anche quel suo pensare a cose idiote faceva decisamente parte della serie di sintomi causati dalla grossa perdita di sangue. Sudava freddo, percepiva il calore corporeo abbandonarlo rapidamente, i respiri erano rapidi e corti, i battiti accelerati…la coscienza vacillava. Non gli sarebbe rimasto molto in quelle condizioni. Aveva anche perso il controllo del chakra di Kurama, la cui aura dorata si era spenta nell’esatto istante in cui era stato colpito. E, a proposito della Volpe, lo sentiva agitarsi arrabbiato e furente nel suo antro: una bestia ferita, proprio come lo era lui…anche se la presenza a sé stesso del Bijuu era sicuramente superiore a quella che aveva lui in quel momento. E sapete la beffa? Stava morendo…e nemmeno sapeva perché. I tentacoli della paura lo stavano avvolgendo, la carezza della Nera Signora lo seduceva, una mano gelida dalle dita affusolate che gli vezzeggiava la nuca, eppure non aveva idea del perché. Perché Fuyu era lì? Che voleva da lui? Per cosa stavano combattendo? Per cosa stava morendo? Almeno durante la prova sul tetto aveva un obiettivo. Quel giorno qual era la discriminante? Quale lo scopo perché quel dolore non fosse solo fine a sé stesso..? Fu solo al calare della sua coscienza che trovò la risposta che cercava. Nel momento in cui il chakra rovente di Kurama iniziò a fuoriuscire con prepotenza, marcando maggiormente i lineamenti ferini di Yu, col chiaro intento del demone di farsi avanti e prendere il posto del ragazzo per farla pagare cara all’umano che aveva osato tanto, il Rosso comprese. In un moto d’ostinazione, ancora con il capo ciondoloni e gli occhi che vedevano la realtà solamente a tratti, il giovane tentò di opporsi, in un primo momento bofonchiando i propri stessi pensieri, piuttosto che rivolgersi solamente al demone nella propria mente.
No. Kurama, no...lui è la mia preda. La mia preda...La mia.
Parole confuse, biascicate, probabilmente poco chiare per chiunque le avesse sentite se non la Volpe che condivideva tutto col ragazzino, eppure abbastanza evidenti negli intenti da far titubare Kurama stesso, sebbene non si fermò. Non di primo acchito. La rabbia era troppa, il suo orgoglio ferito bruciava da impazzire, lo avvertiva Yu stesso…e, come lui, condivideva la paura. Sebbene di natura diversa. Se per il Rosso era il terrore di morire, per la Volpe era l’istinto di sopravvivenza, la paura di perdere il posto che si era costruito assieme all’unico umano che gli piacesse. E faceva male, faceva forse più male quel turbinio di emozioni del demone, della ferita stessa. Lacerava l’anima.
« Ha osato toccarti, ragazzo, non posso accettarlo passivamente! Questo figlio di puttana deve pagare con la vita per aver osato sfidarci, per aver osato…questo! » Rabbia repressa in un ringhio gutturale che minacciava di esplodere da un momento all’altro, quella della Volpe. Yu non poteva vederlo, ma anche lo spirito del demone era stato ferito, una stalagmite di ghiaccio si era innalzata dalla lastra su cui la bestia riposava, ferendolo alla spalla robusta. Tuttavia ne percepiva chiaramente il dolore, ma soprattutto l’orgoglio sul punto d’infrangersi. E si sentì una merda, in colpa, per non essere un compagno all’altezza, per essere così egoista. Ma quella battaglia, quell’avversario…anche a costo di perdere miseramente, voleva combatterlo lui. Gomen. Hai…hai ragione, però…se anche prendessi il mio posto adesso… “che potresti fare con un corpo martoriato?” sarebbe stato questo il continuo della frase che la mente, non completamente presente di Yu, non riuscì a completare. Ma non era necessario, Kurama era lui. Sapeva. …E’ un’arma a doppio taglio.
Di sicuro la Volpe sarebbe stata in grado di gestire al meglio la totalità del proprio chakra, ma in membra ridotte in quello stato…probabilmente il suo corpo non avrebbe retto comunque. Che situazione del cazzo! Ed era solo colpa sua, era stato troppo avventato, per poter assaporare un boccone di vittoria si era impantanato in una condizione che gli permetteva di fare ben poco. E anche se a Kurama quel suo sentirsi colpevole non piaceva, perché non lo riteneva affatto tale, fu inevitabile che gli tornasse in mente l’ammonizione storica di Kai. “Chi non tiene alla propria vita, non può proteggere quella degli altri.” E se anche la Volpe non sarebbe scomparsa alla sua morte, non era sicuramente una scusa buona dietro cui nascondersi. Aveva agito in maniera stupida e adesso doveva in qualche modo uscirne. Proprio come lo incalzò la Volpe stessa che tese a calmarsi, anche se ci riusciva poco. Ma era comunque apprezzabile da parte sua, quello era il suo modo di dirgli che voleva ascoltarlo, che si fidava di lui e che non voleva lasciarlo da parte.
« Cosa vorresti fare allora? Se continua così, l’emorragia ti ucciderà lentamente. E l’unico qui che deve passare a miglior vita è quello stronzo che si permette di umiliarci! » Si infervorò, soprattutto nell’ultima parte, salvo poi sbuffare irrequieto e restare in silenzio qualche istante, in attesa della risposta di Yu. Tardando ad arrivare, lo richiamò. « Yu! Resta con me dannazione! » Tanto bastò per prendere la coscienza del ragazzo per la coda e riportarla in carreggiata. Posso…posso fare solo una cosa, ora come ora. Fece, senza spiegare, d’altronde Kurama lo sapeva cosa gli frullava in testa. Se anche non lo colpissi, almeno dovrei riuscire a liberarmi…ma a quel punto l’emorragia… Già, perché non era mai una buona idea levare l’oggetto che aveva causato una ferita da penetrazione, ma se voleva sciogliere la presa del ghiaccio per poter muovere le mani, non poteva fare altro. Doveva correre il rischio. Ti sto chiedendo la luna, lo so…ma permettimi di essere egoista ancora per un po’. Lui è la mia preda, il mio obiettivo. Questa battaglia…voglio viverla fino a quando il mio corpo mi permetterà di muovermi. E lo farò anche a costo di strisciare nel fango. Ed era risoluto. Nel dolore, la paura e la confusione che provava, era assolutamente determinato. Lo si capiva dal modo in cui stava sforzandosi di combattere quella leziosa tentazione di lasciarsi andare alla pace del sonno, dalla fatica che faceva per mettere assieme qualche pensiero di senso compiuto, ricercando le parole. Lo si capiva dal desiderio ardente di non arrendersi. « Certo che sei davvero cocciuto, ragazzo! » Sbottò in un sospiro ringhiato, sapendo che niente e nessuno avrebbe fatto cambiare idea al Rosso. Ma, infondo, era questo che apprezzava di lui: il coraggio, la fermezza, quel filo di superbia e l’atteggiamento volto a non arrendersi. Ma non ho voglia di morire… Urako lo avrebbe ucciso se fosse morto e a Takumi come l’avrebbe spiegato? Pensi di poterci allungare un po’ i tempi, rallentando l’emorragia…col tuo chakra? « Posso tentare.., ma non ti permettere di lasciarmi indietro, siamo intesi? E’ la NOSTRA preda, adesso. Non la tua o la mia. La nostra. » La ferita all’orgoglio del fiero Bijuu si faceva sentire proprio bene. Era bella tosta da digerire e per Yu non era difficile da comprendere. Come lui, la Volpe voleva prevalere, voleva fargli rimpiangere tutto. In fin dei conti, Kurama era Yu e Yu era Kurama, no? L’egoismo dell’uno era quello dell’altro. Va bene, allora, la nostra.
Ed era proprio di egoismo che si parlava. Di orgoglio, superbia e fierezza. Non c’era altro motivo per cui portare avanti quella battaglia se non sé stessi. Non c’era alcuno scopo più alto, dietro a tutto, nessun obiettivo nobile da perseguire, nessun valore da imporre, se non la propria individualità - o dualità nel caso del Rosso. E fu con questa consapevolezza che i suoi occhi tornarono a riprendere luce sul mondo reale, il chakra del demone nuovamente sotto controllo e la coscienza di un corpo seviziato che tornò prepotente a gravargli sulle membra. Anche con l’intervento di Kurama sull’emorragia - sperando riuscisse a fare davvero qualcosa - non sarebbe riuscito a durare molto, il tempo di un attacco, forse due se quello che voleva fare fosse andato in porto. Aveva già perso molto sangue, l’odore ferroso gli riempiva le narici, assieme a quello del suo avversario e il sapore gli impastava la bocca. Ma questo non gli impedì di rispondere a tono alla domanda piatta di Fuyu, un attimo prima di lanciare la propria offensiva, mentre un sorriso bieco, più simile a una smorfia, accompagnò la voce strozzata.
Perché..? Sono così tanti quelli che sono riusciti a ferirti? Ridacchiò, facendosi male da solo e tossicchiando sangue. ...Che delusione.
Come se non lo avesse saputo che, a potersi vantare d’aver fatto tanto, sarebbe stato un numero esiguo di Shinobi. Forse addirittura nessuno. Ma non attese la risposta. Buona parte delle bolle rimaste sul campo di battaglia reagirono al suo chakra. Un’energia intensa e instabile le ravvivò prima che si gettassero rapidissime contro i due, nei pressi della parete curva della cupola. Contemporaneamente, un altro paio di effimere di medie dimensioni vennero spostate raso terra, più o meno sotto la posizione del Rosso. Se anche gli effetti delle sue bolle non gli avrebbero fatto danni, l’impatto col suolo non sarebbe stato affatto piacevole. Quelle sfere iridescenti avrebbero attutito la caduta, sempre ammettendo che il suo folle attacco fosse riuscito a liberarlo. <attivazione> - Bolle Esplosive - (Chk: 50) "Probabilmente le bolle più efficaci e graficamente belle utilizzare contro l'avversario. Infatti, quando queste bolle esplodono, lo fanno letteralmente, causando un grande botto pirotecnico che ferisce gravemente il malcapitato nemico. Le tecniche che fanno sfoggio di queste bolle sono considerate come Ninjutsu di Elemento Esplosione. Per l'effetto sorpresa, queste Bolle infliggono sempre 20/40/60/80 danni certi extra (che quindi ignorano il Res/5). Ciò non conta se ci si difende con tecniche elusive o sostituzioni."
|