| Rimosso i PG dal topic Famosi & Famigerati, ho stuprato un po' il codice ma il contenuto è nello spoiler, in caso dovessimo ripescarlo. ~ Hideyoshi "Jiyuu" Kaguya » Ruolo: Rokudaime Kokage
Pochi, nonostante la giovane età, conoscono la vera storia del Cantore di Lame. Il suo è un nome ben noto ovunque, ormai, ma di rado evocato al fine di tesserne le lodi. Lo stretto legame tra Hideyoshi ed Otomika, Keiichi e Ki Momochi ne fa un soggetto unico nel suo genere; un ragazzino costretto a camminare sulla scia di personalità enormi, la schiena pesante di eredità insostenibili, alla ricerca di un potere immenso per compensare la propria inadeguatezza.
Hideyoshi nacque a Kiri, in una famiglia di antico nome ma recente levatura, al sorgere della stella dei Momochi. Le ricchezze del padre e la posizione della grande magione di famiglia, fuori le mura del villaggio, gli consentirono di crescere in un ambiente protetto, lontano dai tumulti e dalla brutalità dell'ambiente cittadino. Fu probabilmente per questo che, nonostante il ragazzo avesse ricevuto fin dai primi anni una preparazione da shinobi, l'impatto con la crudezza del mondo gli risultò a stento sopportabile. La frequentazione dell'accademia sarebbe stata sporadica, vissuta in isolamento, e fu solo l'esame pratico a costringere Hideyoshi ad un contatto umano. Dei due che affrontarono la prova con lui, Jin Kaguya avrebbe impresso un marchio indelebile nella mente e nel corpo del ragazzo: di origini modeste e dalla preparazione tecnica senz'altro inferiore, Jin gli inflisse la prima vera ferita, ed intaccò l'orgoglio del giovane shinobi al punto, forse, da causare gli eventi che avrebbero portato Hideyoshi a camminare fuori dal selciato.
Il destino raggiunse il futuro Cantore al presentarsi della prima grande responsabilità; Kiri aveva finalmente bisogno di lui, e sarebbe stata la prima missione fuori dal villaggio. Jin avrebbe partecipato, e nessuno dei due aveva intenzione di perdere terreno nei confronti dell'altro. Ma, abbandonata la sicurezza della Nebbia, la mente del giovane Kaguya entrò in contatto con una presenza estranea. Per lungo tempo, ricordando l'evento in questione, Hideyoshi si sarebbe ritenuto debole o incauto al punto da cadere nella rete dei suoi rapitori; solo in un secondo momento avrebbe compreso di essere stato puntualmente selezionato per la parte da recitare. Ailish Nara gli disse esattamente ciò che voleva sentire: Kiri gli avrebbe tarpato le ali, lo avrebbe messo sullo stesso piano di schiere immeritevoli, lo avrebbe privato della libertà d'azione che compete ai prescelti. Ma scegliendo di seguirla, di raggiungere il suo Maestro, ad Hideyoshi non sarebbe stato richiesto che un pegno in rispetto... e finalmente avrebbe ricevuto la vita che meritava. E il ragazzo accettò, abbandonandosi all'oscurità e scomparendo per anni.
La vita al Suono parve davvero essere, per i primi tempi, una boccata d'aria fresca. La solitudine non era nuova al ragazzo, e benché tra le strade silenziose l'agiatezza non fosse che un ricordo, il giovane si sentì finalmente libero di seguire la propria strada. Proseguì i propri studi da shinobi, tralasciando tutti gli altri, ed in breve divenne una forza con cui fare i conti. Le stesse alte sfere dovettero rendersi conto dei suoi progressi, perché non appena ebbe completato l'addestramento con un membro del suo clan lo raggiunse la candidatura a chunin. Il torneo si sarebbe svolto nello stesso villaggio da lui tradito, ed avrebbe dovuto affrontarlo in incognito. Ma l'orgoglio e l'entusiasmo si sarebbero presto trasformati in odio e vergogna, perché il Maestro aveva un ultimo dono da fargli, prima della partenza. Un segno che avrebbe cambiato Hideyoshi per sempre. Alla vigilia della traversata verso la Nebbia Otomika apparve al giovane, la sua figura evanescente dal momento in cui Hideyoshi aveva messo piede nel villaggio, e senza proferir parola gli impresse il Segno Maledetto. La sorpresa divenne nausea, orrore, mentre il corpo scivolava nell'abisso. Da quel giorno in poi il Cantore non avrebbe mai più pensato allo Spettro d'Argento se non in termini contrastanti, ritenendolo l'artefice quanto il corruttore del suo destino.
Il senso di vertigine ancora indeboliva il giovane Kaguya quando, dopo un rapido viaggio, egli si trovò nuovamente in terra natia. Otomika avrebbe guidato la delegazione, ma ciascuno dei genin partecipanti sarebbe rimasto senza identità. Il torneo avrebbe messo alla prova la sua volontà, ed esposto ogni singola debolezza ancora presente nell'animo martoriato del ragazzo. Hideyoshi sarebbe passato sotto la ghigliottina dello stadio da ragazzino, e ne sarebbe uscito adulto. Rivide Jin, ma non poté parlargli, e ben presto le terribili prove ideate da Ki reclamarono integrale attenzione. Più la crudeltà del torneo si faceva viscerale, più l'odio del ragazzo per il Mizukage si inaspriva, complice la nuova situazione psicofisica. Il Segno Maledetto era incredibilmente suscettibile all'altrui sofferenza, quasi ne fiutasse il sangue, e questo mise Hideyoshi in una posizione estremamente precaria fin da subito. Ogni morte era un salto tra le fauci della Bestia, e sebbene l'istinto di autoconservazione manifestato dal Segno gli avesse permesso di superare il terrore della Seconda Prova, alla Terza il ragazzo non poté più trattenerne la furia. Lo scontro con Shogun Hyuga lo vide in svantaggio, ed incapace di contrastare la forza e velocità del suo avversario Hideyoshi commise l'errore di concedere terreno al Potere di Otomika. La Bestia prese il sopravvento, ed il crollo dello stadio giunse quasi una benedizione. Al suo risveglio il torneo era terminato, e lui aveva guadagnato una promozione fondata su nient'altro che debolezza. Sabaku no Yumi era riuscita a proteggerlo dalle lame, e alla gratitudine per quel gesto il giovane avrebbe sempre accompagnato l'anelito di essere rimasto sotto le macerie.
Al ritorno, Hideyoshi non aveva più la forza di guardare in faccia Otomika, o chiunque altro avesse assistito allo scempio. Suoi unici confidenti erano rimasti Bairei, il dipendente che si occupava del Cantore di Lame in assenza di Hideyoshi, ed Auron Hyuga. Ma costui venne presto chiamato al dovere, così come gli altri neo-promossi, e il giovane Kaguya non poté che partire a sua volta. Di missione in missione, di viaggio in viaggio, Hide tentò di lasciarsi l'ombra di Otomika e del Torneo alle spalle. Il passato l'avrebbe sempre tormentato, ma ventilò l'ipotesi di tradire nuovamente, di sparire dalla faccia della terra. Nel profondo, tuttavia, sapeva che il legame con Otomika l'avrebbe inevitabilmente ricondotto a lui, e così, dopo quasi due anni di peregrinare, il Cantore tornò al Suono. La sua ultima missione nel Paese della Neve l'aveva reso più forte, ed aveva saldato l'amicizia che ormai lo legava ad Oogata, uno dei Serpenti il cui patto, di nuovo, egli doveva ad Otomika. Nulla tuttavia avrebbe potuto prepararlo agli eventi che stavano per travolgerlo. Al ritorno, la grande piramide seggio del Kokage era poco più che una rovina. Un cratere deturpava il fianco della struttura laddove Otomika ed Illya si erano affrontati. All'arrivo di Hideyoshi il primo riposava in una bara di cristallo, e la seconda era sparita. Keiichi, unico possibile punto di riferimento del ragazzo, aveva lasciato il villaggio nel caos per marciare su Kiri in cerca di vendetta. Ora privo di una guida, Oto guardava ad Ailish per raccogliere i propri pezzi. Una volta raggiunto lo studio, tuttavia, la donna ordinò ad Hideyoshi di assumere il ruolo di Kokage. Lei avrebbe continuato ad operare nell'ombra, così come aveva fatto per anni, ed il ragazzo avrebbe rappresentato una figura familiare agli shinobi del Suono, qualcuno che ricordasse a tutti quanto l'eredità di Otomika fosse ancora forte e presente. Posto di fronte ad una prospettiva tanto ripugnante, il ragazzo rifiutò, abbandonando la Piramide con l'intenzione di non farvi mai più ritorno. Giunto tuttavia nei pressi del sepolcro dello Spettro d'Argento, Hideyoshi distinse colei alla quale doveva la propria esistenza. Yumi era china sul cristallo, immobile, lo sguardo perduto tra le sfaccettature della pietra. Il ragazzo sapeva che lei non l'avrebbe mai riconosciuto, avendo perso la memoria, ma avvicinatosi rimase comunque partecipe silenzioso del suo dolore. Lui stesso non provava che pena e rimorso nei confronti di Otomika, e nonostante sapesse che sarebbero stati quei sentimenti a dilaniarlo, avesse occupato lo scranno del potere, il giovane tornò sui suoi passi. Sarebbe diventato un fantoccio, per il bene del villaggio.
La prima nota d'ordine riguardava Kiri, il villaggio che, per il tempo che impiegò Hideyoshi a rimettere in riga il Suono, era sprofondato in una terribile crisi. Keiichi aveva causato la fuga in massa di ogni singola alta carica del vecchio establishment, provocando il tracollo dell'impero Momochi e dei Sette. Tuttavia, una volta vincitore, la sua vendetta aveva assunto un carattere decisamente più oscuro: il Rosso aveva fatto impiantare un meccanismo in ogni singolo cittadino del villaggio, in maniera da poterne stabilire ubicazione e, probabilmente, persino intento. Hideyoshi venne inviato da Ailish a risolvere la situazione, ma fu il ragazzo a decidere per un approccio diplomatico. Il Cantore tolse di mezzo il reggente del Suono, e convocata la popolazione di Kiri domandò che un candidato scelto tra loro salisse a trattare con lui. Gin Aikido si presentò all'appello, un giovane quasi suo coetaneo, ed Hideyoshi gli presentò la sua offerta per la Nebbia. Desideroso di non vederla schiacciata ed oppressa, il Kokage avrebbe garantito a Kiri libertà ed alleanza, a patto che la nuova leadership si impegnasse a combattere la precedente, e che il villaggio facesse finalmente rotta verso un futuro meno sanguinoso dal quale lui stesso era fuggito. Avrebbe inoltre restituito la Kubikiri, impugnata da Illya per eliminare Otomika, se Oto avesse in cambio ricevuto il Sutra dei Rapaci. Il cadavere di Illya sarebbe tornato a Kiri, nonostante Hideyoshi covasse la concreta aspirazione di farne scempio, come segno di reciproco rispetto. Il nuovo Mizukage accettò senza riserve, e la Nebbia tornò libera. Il nome Hideyoshi Kaguya non avrebbe, da quella sera, evocato più lo stesso sentimento di prima. Riappacificando Kiri il giovane aveva piantato i semi di un'enorme popolarità... così come della propria inevitabile rovina.
I mesi seguenti non furono facili per il giovane Kokage; giorno dopo giorno Hideyoshi si trovava sempre più in difficoltà nel domare Suono e Sigillo, due bestie rivelatesi ben più temibili di quanto anticipato. Ailish ed il Quartetto esercitavano un'enorme influenza sul villaggio, abbastanza da tenerlo al sicuro, ma molti non erano rimasti soddisfatti dalla svolta diplomatica che aveva rimesso Kiri sullo stesso piano del Suono. La ferita aperta dalla perdita di Otomika era ancora fresca, e nessuno meglio del Cantore poteva accorgersene: il Segno Maledetto aveva iniziato a guadagnare volontà propria, indebolendo il corpo e la mente del suo ospite proprio mentre questi si avvicinava a chiarificare la natura ereditaria della maledizione. Tuttavia Hide non ebbe il tempo di correre ai ripari, perché Ailish lo inviò assieme ad Auron a completare il recupero della Kubikiri e del corpo di Illya, centrali nello scambio con la Nebbia. Al Cantore sarebbe spettata la spada, e la meticolosa ricerca l'avrebbe portato nelle profondità del villaggio, superando una dopo l'altra le trappole che Keiichi aveva posto a sigillare l'arma. Guidato da una proiezione di Yumi, Hideyoshi giunse al termine della sua marcia solo per essere messo alla prova dal Rosso. Che si trattasse effettivamente del leggendario shinobi o di una semplice copia posta a guardia dell'artefatto, Keiichi affrontò il Cantore con una potenza devastante, portando la battaglia sopra Oto e costringendo il giovane a consumarsi nel tentativo di salvare l'abitato. Incapace di fermare l'assalto del suo predecessore, Hide si abbandonò per la seconda volta al Segno, scatenandone il pieno potenziale e sgombrando la strada al Sentiero della Trasmigrazione. Il legame ereditario tra il suo sigillo e quello di Otomika rivelò lo scopo ultimo del Sentiero di Hideyoshi: far tornare in vita lo Spettro d'Argento. La Trasmigrazione sfociò nel Vuoto, ed il guerriero apparve di nuovo davanti a Keiichi. Seguì un breve alterco tra i due antichi alleati, in cui Otomika ammise la propria ingenuità ed incredulità di fronte all'evoluzione incontrollata del Segno, ed invitato dal Rosso a farsi da parte gli consentì di ripristinare il corpo di Hideyoshi al suo stadio originario utilizzando l'energia di Shinigami per contrastare quella del Vuoto. Riaperti gli occhi, il Cantore ricevette dal Rosso l'onere di mantenere il Suono sulla strada della neutralità e della discrezione, quindi poté recuperare finalmente la Tagliateste.
Nonostante la spedizione l'avesse provato pesantemente sul piano fisico e mentale, il Kokage non ebbe alcuna possibilità di riposare al suo ritorno. Watashi aveva mosso guerra al mondo, ed Hideyoshi convocò d'urgenza una riunione di tutti i possessori del Segno. Con loro condivise ciò che aveva appreso sulla natura della maledizione, e mentre ipotizzava una possibile connessione tra essa ed il nuovo nemico, questi apparve agli occhi di tutti. Superato lo sgomento, il Kokage acquisì quante più informazioni poté sulla Progenie prima di sciogliere la riunione. Il Suono avrebbe fatto la sua parte nella guerra, pattugliando la costa nord ed inviando buona parte delle sue forze al Campo Base. Tuttavia la segretezza dell'abitato non sarebbe stata sufficiente contro le forze del nuovo nemico, che ormai controllava i cieli, ed Hideyoshi decise dunque di raccogliere il suggerimento di uno degli ultimi prescelti di Otomika, Yo Saito, e di utilizzare l'antico sistema di caverne risalente al Nidaime Kokage. Saito aveva già adibito una parte delle gallerie a proprio laboratorio, e con il consenso del Cantore avrebbe diretto i lavori di interramento di tutte le maggiori attività del villaggio. Una volta sottoterra, Oto avrebbe potuto nascondersi e, all'occorrenza, resistere con maggior efficienza.
Hideyoshi non poté permettersi il lusso di rimanere immobile, tuttavia. Una volta inviato un clone a Kumo, il Kokage dovette rimettere ad Ailish la direzione dello sforzo militare per dirigersi nel profondo sud, oltre i deserti mappati di Suna. Nonostante Watashi, recuperare il corpo di Illya e rintracciare Auron, non ancora tornato dalla sua spedizione, rimanevano due obiettivi primari per il Suono. Il Cantore sarebbe stato accompagnato nuovamente da Yama Uchiha, l'anziano che aveva aiutato a decifrare il sigillo posto da Keiichi a guardia della Kubikiri, e dopo aver fatto tappa al Campo Base nel Paese delle Cascate si sarebbero diretti a Suna. La velocità e resistenza di Oogata sulle lunghe tratte fecero come sempre da imprescindibile tramite, e in meno di un giorno i due raggiunsero la prima destinazione. Qui, tuttavia, accadde l'inaspettato: un ragazzo a cui Hide aveva chiesto informazioni venne assalito ed ucciso davanti ai suoi occhi, e la creatura parassita responsabile non impiegò molto ad attaccarlo. Dopo un breve ma intenso scontro il Kokage, animato dalle ultime parole che Keiichi gli aveva rivolto, riuscì ad utilizzare il Segno per riportare in vita lo shinobi che sarebbe rimasto, da quel momento in poi, suo inseparabile compagno. Kuro decise di accompagnare il suo salvatore nell'impresa che ancora lo attendeva, ed assieme a Yama ripresero il difficile viaggio attraverso i deserti. Raggiungere il Grande Tempio di Jashin avrebbe richiesto l'aiuto di una kunoichi di Suna, e della sua guida attraverso un sistema di trincee scavate sotto le sabbie, ma ad un soffio dalla destinazione finale il gruppo venne attaccato dalla Progenie e costretto a separarsi. Hideyoshi si sarebbe risvegliato ore più tardi, in una prigione sotterranea del Tempio ormai caduto sotto il controllo di Watashi. Solamente accettando l'offerta di combattere per Jashin il Kokage poté guadagnarsi la libertà, e presto dovette tener fede alla promessa battendosi contro il luogotenente del nemico nella grande navata del Tempio. Lo scontro avrebbe richiesto nuovamente l'ausilio del Segno Maledetto, ma questa volta il Vuoto sarebbe stata un'arma puntata unicamente all'avversario. Nell'infuriare della battaglia, ormai ridotto ai minimi termini, il giovane Kaguya fece appena in tempo a sentire la risata del suo vecchio compagno prima di sprofondare in un lungo sonno. Le ferite riportate, assieme alle afflizioni inflittegli dalla progenie, lo avrebbero scosso nel profondo.
Riportato da Yama nel Paese delle Cascate, il Kokage rimase in coma per diversi mesi sotto la cura vigile di Sabaku no Yumi. Al suo risveglio avrebbe conosciuto il destino di Auron, di Kuro, di Illya, di Yama e di Saito, dirigendosi al Sesto Torneo Chunin per sondare la situazione politica creatasi al termine dello scontro con Watashi. Qui, di fronte ai cinque grandi kage, Hideyoshi rivelò il proprio piano per riguadagnare controllo del Suono.
~Himura Koshima » Ruolo: Hachidaime Kazekage
Nato e cresciuto a Suna, Himura Koshima è l'Hachidaime Kazekage del Villaggio della Sabbia. Ultimo degli otto figli di un modesto fabbro, sin dall'infanzia è costretto ad affrontare la dura realtà della vita, venendo educato da un padre autoritario e taciturno assieme agli altri sette fratelli maggiori, grazie ai quali temprerà sin dall'adolescenza il suo carattere. Affronta l'esame genin all'età di tredici anni, rimanendo isolato per tre giorni e tre notti nel deserto, fronteggiandone la forza e conoscendo per la prima volta nella sua vita la solitudine: tra le tante cicatrici sul suo corpo, una in particolare è il ricordo che gli ha lasciato quest'esperienza, a cui solo uno shinobi risoluto e granitico come lui poteva sottoporsi. Da qui, inizia una carriera ninja costellata di successi e segnata dall'incommensurabile devozione verso la sua patria, che in ogni occasione rimane per lui la priorità assoluta, tanto che ad alcuni tale attaccamento potrebbe risultare addirittura morboso. Con queste premesse, ottenere il grado di chunin è per Himura un gioco da ragazzi, così come eccellere nelle arti mediche, le quali gli consentono di esprimere al meglio la sua totale sottomissione nei confronti della gente del suo villaggio: finalmente, è in grado di dare tutto per la salute di Suna. Entrato nella squadra di recupero del villaggio, Himura si distingue come uno dei medici più brillanti di tutta la Sabbia, salvando diverse vite durante la sua lunga carriera, al punto che in molti avrebbero scommesso sulla sua elezione come prossimo capo-medico. Tuttavia, il suo temperamento imperioso unito alla totale abnegazione nei confronti del villaggio, convince i Saggi ad assegnargli una carica ben più importante, poco prima dell'avvento di Watashi: Himura Koshima diventa quindi l'Hachidaime Kazekage del Villaggio della Sabbia.
~ Shiroko Yotsuki » Ruolo: Sandaime Raikage
Nota in tutte le terre ninja come "Chichinaru Kami", la Dea Pallida, Shiroko è membro di uno dei clan più forti e riconosciuti all'interno del villaggio della Nuvola. Figlia di una relazione adulterina tra un Jonin di Iwa di nome Shiro e Izayoi Yotsuki, kunoichi appartenente al clan degli Yotsuki di Kumo, passò un'infanzia non troppo felice, chiusa all'interno di una stanza sigillata per ordine del Raikage in persona, che si fece carico della sua crescita e della sua istruzione. Maturata nel corso degli anni in una posizione alquanto particolare, completamente distaccata dal resto del villaggio e al di fuori, per non dire al di sopra, della società, ben presto verrà venerata come una Dea nel villaggio della Nuvola: sarà proprio Sandā Yotsuki, Nindaime Raikage e suo mentore, ad alimentare le voci sulla sua natura divina, servendosi della giovane come un vero e proprio strumento di propaganda per incrementare il prestigio del villaggio e sfruttando il singolare colore chiaro della sua pelle, facendo così passare una caratteristica altrimenti perfettamente plausibile e comprensibile, come una singolarità fuori dal comune e certamente voluta dai Kami. Così venne cresciuta Shiroko Yotsuki, con continue menzogne ed un indottrinamento atto a dare a Kumo la sua personalissima leggenda vivente, formando in questo modo una donna superba e altezzosa dotata, secondo le storie che ogni abitante del villaggio conosce sul suo conto, dei poteri di una Dea. Una volta avvenuta la triste dipartita dell'ormai anziano Nindaime Raikage, sarà lei a prendere le redini della Nuvola, ovviamente favorita dal prestigio che Sandā aveva contribuito a creare attorno alla sua figura nel corso del suo regno.
~ Giichi Ishiyaki » Ruolo: Yondaime Raikage
Nato a Kumo e proveniente da una famiglia modesta, Giichi cresce seguendo la rigida dottrina del guerriero, allenando durante la sua infanzia il suo fisico e, soprattutto, la sua mente: la tenacia e la voglia di arrivare, di raggiungere il suo obiettivo a qualsiasi costo, lo spingono fin da subito ad entrare nell'accademia del villaggio, dove non brilla per intelligenza o per abilità, ma per la sua risolutezza e per quello spirito combattivo che contraddistingue la sua indole. Vuole elevarsi, uscire da quella condizione di anonimato per poter emergere dalla massa e diventare uno shinobi di cui tutti, a Kumo, potranno ricordarsi negli anni a venire: con zelo e passione, spinge le sue capacità al limite e supera ogni prova grazie al suo impegno. La sua carriera ninja si sviluppa rapidamente, alimentata dalla fiamma della sua volontà e dall'ardore con cui il giovane Ishiyaki desidera servire la patria, culminando al suo venticinquesimo anno di età nell'entrata nei corpi speciali ANBU in qualità di assalitore. Giichi esegue ogni missione nel nome della sicurezza della Nuvola, per proteggere i suoi abitanti e quello scranno dove un giorno si sarebbe seduto lui stesso. E finalmente, durante il conflitto con Watashi, la defezione di Shiroko offre all'ANBU l'occasione che aspettava da una vita: già membro del consiglio, non esita a prendere il posto del Sandaime Raikage, convinto di poter dare al villaggio molto di più di quanto non avesse dato Shiroko Yotsuki, considerata da lui come un cancro per Kumo. La Nuvola è il villaggio più colpito dalla furia distruttrice del Divoratore: il nuovo Raikage è dunque costretto a dirigere non solo le operazioni di difesa nella terribile battaglia contro il Dio, ma anche quelle di ricostruzione di un paese che ha evitato il colpo di grazia per un soffio. Kumo è debole e duramente provata, ma i suoi nemici non le concedono tregue e questo, lo Yondaime, lo sa bene: è finito il tempo delle divinità e dei culti religiosi, così come è finita l'influenza mistica che Shiroko aveva sulla sua gente. Ora è il tempo della meritocrazia e degli uomini che hanno il coraggio di prendere nelle proprie mani il loro stesso destino. Sfruttando con astuzia la sua veneranda età, per proteggere la Nuvola dopo le pesanti perdite subite in seguito alla battaglia finale contro Watashi, si fa credere morto dai Kage degli altri grandi villaggi al Sesto Torneo Chunin di Kiri, non prendendovi dunque parte e spedendo al suo posto la Dea Pallida.
<p align="center"><table border="2" cellpadding="0" cellspacing="0" width="600" bordercolor="#0f0b0a"> | ~ Chiye Koizumi » Ruolo: Sandaime Tsuchikage
La "venerabile" Chiye Koizumi cresce nel Villaggio della Roccia, forte dei doni che le ha presentato madre natura: la tenacia di una roccia e la bellezza di un fiore, nonché l'indole ammaliante e tentatrice tipica della femme fatale. Trascorre un'infanzia problematica, a causa delle barbarie di un padre violento che sfoga le sue frustrazioni su di lei e sulla madre: già all'età di quattro anni, viene costretta dall'uomo a vendere la sua anima come mercenaria al servizio del miglior offerente, o il suo corpo come squallido strumento di piacere, a causa della povertà della sua famiglia. Passano gli anni e la piccola Chiye cova ininterrottamente una rabbia cocente verso il padre, che la vede solamente come un mezzo di guadagno rapido ed indolore, così come i suoi clienti notano in lei la sola ammaliante e seducente bellezza che ne caratterizza l'aspetto, senza soffermarsi nemmeno per un istante sulle altre qualità della ragazza. La nascita della sorella minore, Akiho, è l'unico momento che Chiye ricorda con felicità di tutto quel periodo: durerà poco, poiché i suoi genitori abbandonano le due sorelle in un accampamento di fortuna, senza cibo né acqua. In una situazione del genere, chiunque avrebbe pianto ogni lacrima che aveva in corpo, morendo nell'agonia generata dall'abbandono della famiglia...chiunque, ma non lei. In mezza giornata raggiunge Iwa, arrancando disperatamente e trascinando con sé la piccola Akiho. Giunte alle porte del villaggio, nonostante le due non rappresentino un'effettiva minaccia, vengono attaccate da un gruppo di shinobi in ricognizione. Abituata a lottare con le unghie e con i denti per un pezzo di pane sin dal giorno in cui venne messa al mondo, Chiye si batte con tutta sé stessa per lei e per sua sorella, ma non può nulla contro quegli uomini, che in breve riescono a domare il suo spirito combattivo e la sua rabbia, mettendola in ginocchio. Portata nella piazza principale di Iwa affinché potesse essere eseguita pubblicamente su di lei la pena di morte, la ragazza trova ancora le energie per ribellarsi e, sfilato dalle vesti logore il coltello regalatole da suo padre, trafigge mortalmente il malcapitato che l'aveva afferrata e portata con sé fin lì. Impressionato dalla tenacia di Chiye, il capo degli uomini decide di portarla al cospetto dei Saggi, lasciando ad essi il compito di decidere il destino delle due bambine; questi, vedendo in lei le giuste potenzialità per divenire un'ottima kunoichi al servizio del villaggio, la spediscono assieme alla sorella in un orfanotrofio. Qui le due ricevono un'istruzione completa, atta a formare entrambe come shinobi dell'Iwagakure No Sato. Tuttavia, se da un lato la piccola Akiho, ancora troppo giovane e ingenua, assimila alla perfezione gli insegnamenti dei maestri e modella attraverso questi il suo carattere, Chiye ha già visto molto del mondo in cui è nata e della società che la circonda. Così, mentre Akiho diventa la paladina giusta e retta di Iwa, la sorella non fa altro che perseguire i propri obiettivi e cercare di raggiungere il piacere personale, fregandosene della salute del villaggio e concentrando le sue energie sulla ricerca dell'appagamento individuale, dopo un'infanzia passata all'insegna della sofferenza. Ben presto, Chiye Koizumi diviene una delle donne più affascinanti e sfuggevoli di tutto l'Iwagakure No Sato, creandosi l'immagine della femme fatale che ancora l'accompagna e la fama di una delle combattenti più forti dell'intero villaggio, complice lo stile di combattimento che la kunoichi studia, sviluppa e perfeziona nel corso degli anni: la sua spada-frusta miete nemici ovunque, accompagnata dal letale apporto della sorella. Quando il trono di Iwa viene reso vacante, i Saggi optano per eleggere un capo forte, deciso e risoluto, un comandante che possa guidare il popolo alla vittoria nel conflitto con Watashi e che goda del sostegno delle masse: così Chiye Koizumi diviene il Sandaime Tsuchikage, vincendo i tentennamenti iniziali del suo popolo grazie alla vittoria ottenuta in guerra e all'incommensurabile bravura nell'arte della battaglia che lei e sua sorella avevano maturato nel corso degli anni. Inseparabili, Chiye ed Akiho guidano ora il Villaggio della Roccia, la prima come Kage, la seconda come guardia del corpo ed inseparabile metà dell'altra.
|
|