Missione 57C - Nei panni del Lupo, per Mr. Exp

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view post Posted on 3/2/2019, 12:42     +1   -1
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T
icchettii continui e umidicci risuonavano nell'aria, da ogni superficie scoperta, nel loro insieme formavano un unico scrociare che accompagnava la pesantezza di quella pioggia. Difficile vedere uno spiraglio di sole mattutino con tutte quelle nuvole.
Decisamente una giornata umida e uggiosa per i due shinobi di Kiri, i quali erano stati convocati al fine di indagare su una serie di violenze e rapine ai danni di un villaggio minore, in uno dei numerosi isolotti che attorniavano Kiri stessa.

"Se continua così non riusciremo a fare delle indagini decenti," commentò con sommo disappunto Ichiro, il compagno di missione, stringendosi nell'impermeabile blu con cappuccio.

Gli stivali da pioggia affondavano nel terreno morbido e fangoso, emettendo uno squish, e c'era odore di selva bagnata, visto il proliferare delle piante attorno a loro.
Erano da poco scesi dalla barchetta che li aveva portati fin lì e non avevano avuto sgradevoli incontri da quel momento, salvo qualche abitante della boscaglia. Non ci volle loro molto prima che la prima casupola in cemento e dai colori smorti si palesasse tra le fronde, seguita a ruota da altre strutture simili.

"Siamo arrivati!"
il ragazzino affermò l'ovvio con sollievo, quando i suoi occhi castani videro le casette, allungando il passo, "entriamo in quella locanda."

Non vedeva l'ora di poter entrare dentro quella canova, al riparo da tutta quell'acqua non richiesta e magari prendendo qualcosa di caldo prima di cominciare.
Non attese nemmeno che il compagno rispondesse, ci si avviò d'improvviso. Del resto, quello più grande dei due sembrava un tipo taciturno e non a caso il più piccolo aveva deciso di parlare poco o nulla durante il viaggio, quasi in soggezione verso quel ragazzo.

Entrati nel locale, il freddo e l'umidità svanirono di botto e una ventata d'aria calda, accompagnata dal profumo di cibarie, li investì subito quando aprirono la porta.
Non era molto pieno e la gente all'interno era particolarmente quieta, eccetto per qualche ubriacone che se la spassava con un'allegria fallace, dettata dagli effetti dell'alcol.

"Io prendo un tè,"
ordinò Ichiro all'oste barbuto dal carattere aspro, togliendosi il cappuccio.

Una volta che se lo fu tolto, tornarono visibili i capelli scurissimi e brizzolati, che incorniciavano il profilo paffuto e in apparenza innocente del giovane, rendendolo più piccolo della sua età.




CITAZIONE
Eccoci qui. Ho tagliato corto con convocazioni e cose per evitare giri inutili, ma se preferisci puoi accennare qualcosa nel tuo post, viaggio compreso.

Con me ti dico da subito che puoi evitare i calcoli, li uso solo per accendere il camino. Io sono più il tipo da valutare la costanza, la qualità nello spessore e ovviamente una grammatica decente, non per forza impeccabile - e se è così ancora meglio.
Di certo lo sai già ma non essere autoconclusivo mi raccomando e se hai domande sai cosa fare, non farti problemi a chiedere.

A te dunque.
 
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Mr. Exp
view post Posted on 3/2/2019, 18:48     +1   -1




Parlato Arata | Pensato Arata | Parlato Ichiro


"Che giornata deprimente."

Il ragazzo non poteva far altro che sospirare.
Nonostante la parte razionale del cervello di Arata continuasse a dirgli che pensare in modo negativo avrebbe solo peggiorato la situazione, la sua mente finiva sempre per ricadere in quel spiraglio di negatività.

Tuttavia quei suoi sentimenti erano comprensibili, non solo il tempo era lugubre e brutto, a peggiorare la situazione c'era anche il suo compagno di squadra che, durante il viaggio in barca, aveva deciso di non aprir bocca, quasi come se avesse paura di Arata.
Ovviamente il giovane sapeva che non era quello il caso, dentro di sé continuava a dirsi che anche lui doveva essere depresso per il brutto tempo, o almeno questo era quello che sperava.

In ogni caso, i giovani Shinobi erano in cammino verso un villaggio minore vittima di violenze e rapine, inutile dire che quella visita fosse dovuta a una missione e non dalla volontà dei due Genin.

"Se continua così non riusciremo a fare delle indagini decenti."

L'improvviso commento del compagno aveva preso in sprovvista il ragazzo che, dopo il lungo silenzio del viaggio, aveva perso ogni speranza di instaurare una conversazione.

"Ok Arata! Sii calmo e disinvolto! Se vuoi che questa missione sia un successo devi fare amicizia con... ehm, il suo nome era Ichiro giusto? Aaaaahhh, spero di non sbagliare la pronuncia! No, piuttosto come gli rispondo!?"

Nonostante il tumulto interno, il suo aspetto esteriore non dava cenno di alcuna agitazione.
Quella sua dote bizzarra era stato frutto di migliaia di malintesi e, a causa di ciò, oggetto di malizia per il giovane.

Arata finì per pensare troppo a una riposta che perse l'occasione di parlare, e una volta resosene conto finì per deprimersi ancora di più.

"Aaah... Che giornata deprimente."

Il sospiro del ragazzo finì per generare l'ennesima nube bianca.
Arata era ormai mentalmente esausto, la mancanza di luce e il freddo della pioggia continuavano a danneggiare il suo umore.
Inoltre, il freddo trasmesso sulla sua pelle dal suo impermeabile bagnato, il rumore e la sensazione data dal calpestare fango, non facevano altro che peggiorare la situazione.

"Siamo arrivati!" esclamò il suo compagno indicando una fila di edifici "entriamo in quella locanda."

Arata non voleva perdere un'altra occasione e aprì bocca, solo per essere accolto dalla vista del suo compagno che lo lasciava indietro mentre correva verso la locanda.

"...."
"Che giornata deprimente"

------------------------------------------------------------------------------



Una volta entrati nel locale Arata venne accolto da una folata di aria calda e da un mix di odori a lui familiari.
Nonostante i cibi gli ricordavano il ristorante del nonno, l'atmosfera quiete del locale era in netto contrasto con quella piena di allegria impressa nella memoria del giovane.

L'interno della locanda non presentava troppe persone, e i due Genin non ci misero molto a trovare un tavolo libero.
Appena seduti Arata bisbigliò al compagno.

"Teniamo gli occhi e le orecchie aperte."

Le persone intorno a loro non erano particolarmente sospette, la maggior parte di loro era normale, mentre altri avevano un aspetto più rozzo e violento, ma quest'ultimo dettaglio non era molto importante. In fondo si parlava della patria degli assassini, dove persino i bambini a volte facevano paura, o almeno per Arata, dato che aveva il timore di fargli piangere a causa del suo sguardo freddo.

Non ci volle molto che un oste approcciò i due Shinobi con il chiaro intento di prendere le loro ordinazioni.

"Io prendo un tè"
"Faccia due tè, ben caldi per favore."

Arata si tolse il cappuccio e portò indietro i suoi capelli.

"Un'ultima cosa, se possibile vorrei farle una domanda. Sa qualcosa dei recenti incidenti avvenuti qui intorno?"

Il ragazzo pronunciò quelle parole con un tono leggermente più alto, permettendo a chi gli stava intorno di sentirlo.
Arata diede una rapida occhiata intorno, il suo tipico sguardo freddo e distaccato si poso rapidamente su ognuno degli uomini dentro il suo raggio visivo, nel tentativo di percepire qualche tipo di informazione.

"Per quel che vale uno dei colpevoli potrebbe essere qui dentro, tanto vale dare una rapida controllata."

Avevo tempo, quindi ho risposto velocemente!
 
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view post Posted on 6/2/2019, 20:54     +1   -1
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I
l ragazzino sentì finalmente il compagno proferir parola, dandogli istruzioni che lui, senza neanche pensarci due volte, prese alla lettera ed eseguì, annuendo. Lo lasciò abbastanza sorpreso quell'improvviso mettersi a far domande ed il suo sguardo si spostò di continuo tra l'uomo e il compare.

L'oste si bloccò per un attimo al sentire la domanda del moccioso ed arricciò il naso in una smorfia, fissando entrambi con disappunto.

"Sì, so cos'è successo,"
esordì in tono burbero e scostante, continuando nella preparazione del tè, "ne so esattamente quanto ne sanno tutti gli altri."

A quel punto sarebbe stato ovvio che forse quello non voleva rogne, o forse veramente non ne sapeva nulla. Difficile dirlo così, su due piedi.
Tutt'un tratto un uomo sedette vicino a loro, ordinando un bicchiere di sake. Era vecchio, odorava di vissuto e portava una barba folta, gli occhi apparivano stanchi e la curva della schiena indicava il reggere un peso invisibile.
Ichiro lo fissò con soggezione, nascondendo la faccia con la scusa di bere il tè mentre si faceva piccolo piccolo e ringraziando i Kami di trovarsi con un compagno maturo.


"Girano parecchie voci a riguardo,"
disse il vecchio ai due, con aria enigmatica.



Edited by ~ErudaJibriru - 6/2/2019, 21:46
 
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view post Posted on 10/2/2019, 15:40     +1   -1




Parlato Arata | Pensato Arata

L'oste si fermò per un attimo dopo aver sentito la domanda del ragazzo.

"Sì, so cos'è successo, ne so esattamente quanto ne sanno tutti gli altri."

Una smorfia e uno sguardo di disappunto.
Dalle parole dell'uomo Arata capì che non avrebbe ottenuto molte informazioni, tuttavia non sapeva se questo fosse dovuto a semplice ignoranza o a qualcosa di più.

"In fondo è normale che un civile cerchi di non finire nei guai."

Il giovane chiuse gli occhi e, abbassando il capo, lasciò un sospiro scappare dalla sua bocca.
In quel esatto istante il rumore di una sedia che veniva trascinata entrò nelle orecchie del ragazzo, seguite poi da una voce rauca e spossata.

"Portami un bicchiere si sake."

Arata alzò il capo, per poi volgere il suo sguardo verso l'origine di quelle parole.
Gli occhi freddi del ragazzo si posarono su un vecchio uomo.
Capelli bianchi e una folta barba dello stesso colore adornavano il volto dell'anziano, la sua postura da seduto dava l'aria di una persona esausta, sia fisicamente che mentalmente.
L'aspetto del vecchio era tutt'altro che rassicurante, e a questo proposito Arata si sentiva leggermente messo in soggezione.
In quel momento il ragazzo si sentì fortunato della sua inabilità di mostrare le sue emozioni, dimenticandosi completamente che fino a qualche minuto fa se ne fosse lamentato.

"Girano parecchie voci a riguardo."

Arata aveva intuito che l'uomo avesse intenzione di condividere qualche informazione, altrimenti non si sarebbe spiegato il perché si fosse seduto al loro tavolo, sopratutto quando il locale ne presentasse molti altri vuoti.

"Non so quanto possa fidarmi di questa persona, ma sentire l'opinione di un locale potrebbe darmi un'idea più chiara della situazione. In questo modo potrò fare domande più precise alle vittime."

"Che tipo di voci?" rispose il ragazzo con tono freddo e composto "Le dispiacerebbe dirci di più a riguardo?"
 
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view post Posted on 13/2/2019, 12:08     +1   -1
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'oste mostrò indifferenza verso ciò che sentiva, squadrando un'ultima volta i tre che erano seduti dinnanzi al bancone, prima di tornare a lucidare i suoi bicchieri.
Nel frattempo il vecchio sollevò la mano e senza fretta prese un sorso del suo alcolico. Quando finalmente si volse a guardarli, i suoi occhi parvero voler sondare gli animi di quelle giovani creature in modo enigmatico, leggerne i pensieri e le emozioni che la sua presenza gli scaturiva.

"Un gruppo di banditi che da qualche tempo semina panico e terrore tra le genti del posto,"
esordì con una voce calma, che accentuava il peso dei suoi anni, "i loro modi sono violenti, non hanno paura di spargere sangue né di arrecare sofferenza, sembra pure divertirli. Eppure sono anche molto meticolosi, ogni loro mossa sembra studiata, agiscono come ombre, infatti nessuno li ha mai visti in faccia né sa dove si trovino."

Nel raccontare ciò l'atmosfera attorno a loro parve farsi più tesa, i commensali del locale però, quelli lucidi e più vicini, facevano del loro meglio per ignorare la discussione, quasi avessero timore anche solo della menzione di quei criminali.




post libero.
 
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view post Posted on 16/2/2019, 16:41     +1   -1




Parlato Arata | Pensato Arata


Lo sguardo del vecchio intimoriva il giovane, nonostante ciò Arata non ruppe contatto visivo.
Sulle spalle del ragazzo pesava la responsabilità di portare quei malfattori alla giustizia, e per quanto lui non fosse esattamente un paladino della legge, aveva piena intenzione di completare quel compito.

I due continuarono a fissarsi per un paio di secondi, finché il vecchio non aprì bocca e, con una calma tipica delle persone della sua età, disse:

"Un gruppo di banditi che da qualche tempo semina panico e terrore tra le genti del posto, i loro modi sono violenti, non hanno paura di spargere sangue né di arrecare sofferenza, sembra pure divertirli. Eppure sono anche molto meticolosi, ogni loro mossa sembra studiata, agiscono come ombre, infatti nessuno li ha mai visti in faccia né sa dove si trovino."

A quelle parole Arata diede un'altra rapida occhiata intorno. Il sentire che quel gruppo di criminali presentasse una natura particolarmente meticolosa aveva fatto scaturire un piccolo dubbio nella mente del giovane che, fortunatamente, venne risolto rapidamente.

"Non sembra che nessuna delle persone che ci sta ascoltando possa far parte di quel gruppo. Piuttosto sembra quasi che non vogliano sentire la nostra conversazione?"

Arata riusciva a percepire qualcosa dall'atmosfera del locale, una qualche sorta di indizio che avrebbe aiutato i due ragazzi, ma purtroppo la sua inesperienza non gli permetteva di fare un quadro preciso della questione.

"E' come se la gente del posto stesse sopportando un qualcosa di simile ad un male necessario"

Il ragazzo chiese al vecchio se c'era qualche altro tipo di informazione e, dopo aver sentito la risposta, ringraziò l'uomo per la sua collaborazione.
A quel punto, un volta finito di bere il suo tè, il giovane si alzò dal tavolo per poi fare un cenno al suo compagno.

"Ichiro, finisci di bere e andiamo."

I due ragazzi uscirono dal locale dopo aver pagato le loro bevande e, dopo essersi allontanati un po' dal posto, Arata proferì parola al compagno.

"Penso che anche tu lo abbia notato dall'atmosfera del locale, ma non ci conviene parlare in pubblico della nostra missione. Dubito troveremo molte altre informazioni se lo facessimo, ma sopratutto attireremmo troppa attenzione."

La voce del ragazzo era bassa e fredda, udibile solo al compagno.
Nel mentre la pioggia continuava a cadere, strappando piano piano dal corpo dei ragazzi il ricordo del calore del locale.

"Con questa pioggia non credo troveremo molte tracce nei dintorni delle scene del crimine, quindi ci conviene dirigerci immediatamente all'ospedale dalla vittima sopravvissuta."

Arata fece un rapido cenno al compagno.

"Facciamo veloce e teniamo bene gli occhi aperti."
"La situazione mi puzza un bel po', e non so perché, ma ho paura che la conversazione nel locale ha attirato molta attenzione, nonostante non ci fosse nessuno di sospetto."

I due studenti si misero a camminare verso l'ospedale. Arata rimase vigile dei suoi dintorni, spronato un po' da un'incomprensibile paranoia di essere osservato.
 
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view post Posted on 20/2/2019, 12:11     +1   -1
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A
lcuni tra i clienti più brilli si erano appisolati ed uno in particolare stava ronfando in maniera assai tremenda, fastidiosa, sovrastando qualsiasi bisbiglio all'interno del locale.
Il vecchio invece sembrava starsene ancora sulle sue, nonostante avesse conversato con loro fino a quel momento, mentre l'oste continuava con la lucidatura dei bicchieri, almeno finché non si innervosì per quel continuo russare.

Nel frattempo Ichiro continuava a sorseggiare la sua bevanda, zitto zitto, intimorito vista l'aria che aveva preso ad aleggiare in quel luogo, osservando l'oste che andava a dirne quattro a quell'ubriacone.
Ancora una volta fu contento che Arata si trovasse con lui e questo non poté che portare una luce positiva nei confronti del giovane. Cosa che si rifletté soprattutto quando furono in lontananza della locanda.

"Sai dove si trova l'ospedale?"
gli chiese ingenuamente il ragazzo, preoccupato dalla piega che stavano prendendo le cose, ed erano solo all'inizio.

Avrebbe avuto di certo il tempo di rispondere, il ragazzo, perché solo a seguito di una decina di minuti di cammino tra le strade deserte e buie, in compagnia solo della pioggia, i due shinobi avrebbero avuto modo di udire un urlo agghiacciante e femmineo in lontananza, a squarciare per un momento lo scrosciare costante, seguito dal fragore di vetri rotti.
Il ragazzino al suo fianco s'irrigidì come un giunco, sentendosi il cuore balzar dal petto, scattando sull'attenti e tenendo i sensi all'erta al pari di un leprotto, cercando con lo sguardo spaurito, in direzione della fonte di quel suono, la presenza del nemico, del predatore.

Ed eccole, dall'altra parte del budello alla loro destra, due losche figure che si erano fermate per un momento, proprio dinnanzi all'uscita di quello stesso vicoletto, appena prima di cominciare a correre.



CITAZIONE
Occhio a non confonderti, non sono più studenti una volta passato l'esame, ma shinobi effettivi. Al contrario non gli avrebbero mai dato una missione, ancor meno una C. :eho:
 
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view post Posted on 26/2/2019, 19:21     +1   -1




Parlato Arata ! Pensato Arata


"Sai dove si trova l'ospedale?"

Arata si fermò un'attimo a quella domanda. Il ragazzo sapeva la via dove si doveva trovare l'edificio, dopotutto glie lo si era stato riferito quando ottenne la missione, ma nonostante ciò non era sicuro se sarebbe stato in grado di aggirarsi per quelle strade senza alcun problema.

"Dubito avremo troppi problemi nel trovare la strada, nel peggiore dei casi chiederemo ad un passante."

I due ninja ricominciarono a camminare, solo per essere interrotti dopo qualche minuto da un'improvviso rumore, più precisamente il suono di una vetrata che si rompeva ed un grido.

Arata si voltò verso l'origine del trambusto, finendo per vedere due figure oltre un lungo vicolo.
La pioggia e la lontananza non permettevano al ragazzo di mettere a fuoco i due sconosciuti, ma nonostante ciò, sapeva che loro dovevano avere qualcosa a che fare con quella situazione imprevista.

Non ci volle molto prima che quel sospetto divenne una certezza, infatti, come se volessero confermare la cosa, le due figure si voltarono verso i due ninja per poi fuggire una volta resosi conto che erano stati visti.

"Vorrei ignorare la cosa e dirigermi all'ospedale, ma non posso semplicemente lasciarli andare... dopotutto potrebbero essere collegati alle recenti serie di crimini."

Arata si diresse oltre il vicolo con l'intenzione di esaminare il luogo e vedere cosa fosse successo.

In caso la situazione avesse presentato elementi che facevano intuire che fosse stato commesso un crimine, il ninja avrebbe iniziato a seguire i malviventi cercando di non farsi notare.
 
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view post Posted on 2/3/2019, 11:10     +1   -1
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E
gli elementi c'erano. Nel fitto della pioggia i due giovani avrebbero intravisto l'orrore commesso da quegli uomini.

"Guarda!"
esclamò il ragazzino inquieto, indicando il corpo squarciato dell'uomo a terra, il suo sangue continuava a riversarsi sul suolo ricolmo di vetri infranti di una porta-finestra, in ramificazioni macabre.

I suoi occhi erano aperti a memoria del terrore e la bocca dischiusa in perenni e mute grida d'aiuto.
Il liquido cremisi si congiungeva con quello della donna pallida dai capelli corvini, al suo fianco. Ad un primo sguardo sembrava deceduta, seppure in maniera più veloce e meno violenta a giudicare dalla ferita alla gola.

"È ancora viva,"
informò Ichiro, osservandolo negli occhi con sguardo preoccupato, una volta controllate le pulsazioni della seconda vittima, "la porto in ospedale."

Aspettò dunque conferma da parte del compagno, prima di portarla all'asciutto per i primi medicamenti. Se Arata avesse deciso di mantenere l'idea di inseguire quegli uomini, avrebbe trovato solo uno dei due uomini a correre, con il volto coperto da una maschera che nulla aveva a che fare con gli ANBU, pur avendo una grande agilità.

 
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view post Posted on 9/3/2019, 22:45     +1   -1




Parlato Arata ! Pensato Arata


Una macabra scena stava attendendo i due ninja oltre il vicolo.
Due individui, un'uomo e una donna, distesi uno affianco all'altra sopra un letto di sangue.
Il liquido cremisi che sgorgava fuori dalle loro ferite fluiva verso il suolo, finendo per mischiarsi con la pioggia e tingendo il terreno di un rosso accattivante.

Arata rimase pietrificato. Il corpo dell'uomo era immobile, quasi come se stesse dormendo, tuttavia le sue numerose ferite raccontavano un'altra storia.
Un'omicidio, brutale e senza pietà. Arata riusciva a percepirlo dai suoi occhi ancora spalancati, uno sguardo congelato nel tempo, come una finestra che dava verso un'orribile paesaggio devastato dalla guerra.

Era la prima volta che il ragazzo vide una persona morta. Non vi era shock, non vi era paura. Il giovane era semplicemente sorpreso. La sua mente non poteva far altro che paragonare le varie ferite dell'uomo, con le innumerevoli carcasse di animali con cui aveva lavorato in passato nel ristorante del nonno.
Nonostante fossero più rozzi e meno precisi, tutti quei tagli erano estremamente simili ma al contempo estremamente diversi.

Arata sentiva dentro di sé una strana sensazione di incongruenza e familiarità, e la cosa lo disturbava parecchio.

"È ancora viva,"

Fu l'urlo del compagno a far ritornare ai suoi sensi il ragazzo.
La mente del giovane ci mise alcuni secondi prima di digerire il significato di quelle parole, ma una volta comprese, Arata si voltò immediatamente verso Ichiro.

L'altro individuo, la donna, era ancora viva.
I due ninja si scambiarono un rapido sguardo.

Nonostante tutto quello che era successo, il volto di Arata continuava a essere freddo. Tuttavia vi era una strana luce nei suoi occhi.
Rabbia, disdegno, ribrezzo, malinconia, innumerevoli emozioni potevano essere percepite nel suo sguardo composto.

"la porto in ospedale."

Arata annuì con il capo.

"...Io continuo a inseguire i sospetti."

Il ragazzo si voltò verso la direzione dove le due figure erano scappate, fece qualche passo per poi fermarsi di nuovo.

"Sta attento Ichiro. Cerca di salvare la sua vita, ma non perdere di vista i tuoi dintorni."

Una volta avvertito il compagno, Arata si mise a correre.
Il ragazzo non se ne accorse, ma la sua mano stava stringendo l'impugnatura della sua spada.

_____________________________



Arata stava correndo a grande velocità nell'ombra degli edifici. Non ci volle molte prima che raggiunse uno dei sospettati.
L'uomo era solo e il suo volto era coperto da una maschera.
La velocità con cui si muoveva era sorprendente, nonostante ciò il ragazzo sentiva di potergli stare dietro.

Tuttavia Arata non era così stupido da iniziare un'inseguimento senza alcun piano, in fondo vi erano almeno due sospettati, e di fronte a lui si trovava solo uno.
Senza perdere di vista l'uomo, Arata iniziò a salire lungo muro di un'edificio, ovviamente cercando sempre di stare nelle zone d'ombra in modo tale da non essere avvistato.

Una volta salito nei tetti, il ragazzo avrebbe continuato a inseguire l'uomo sfruttando la fitta pioggia come un velo per nascondersi.
Arata inoltre, per essere sicuro di non essere notato, coprì la suola delle sue scarpe di chakra, sia come metodo per non cadere che come metodo per evitare di creare schizzi quando il piede affondava nell'acqua.

Il giovane era abbastanza sorpresa di come si stava muovendo.
Dentro di sé sentiva un'impulso che gli continuava a dire di attaccare il nemico e portarlo immediatamente alla giustizia, esso era un sentimento nato dal shock che percepì nel vedere lo stato delle due vittime.

Ma nonostante ciò la sua parte razionale stava riuscendo a mantenere un forte controllo, ed era esattamente questo che lo sorprendeva.

"A quanto pare non è solo il mio aspetto esteriore ad essere freddo."

Arata non lo sapeva, ma la sua vera natura era molto differente da quello che pensava di essere.
 
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view post Posted on 16/3/2019, 19:28     +1   -1
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a pioggia continuava a scendere incessante, le gocce che riuscivano a superare le fronde della boscaglia si scontravano in modo più impetuoso contro le due figure che correvano.
Il numero di passi affrettati, che con quei suoni umidicci nella terra bagnata spezzavano il costante scrosciare, era un segno che dell'altro sembrava non esserci più traccia.

D'improvviso egli uscì dalla strada principale, illuminata dalla calda luce delle lanterne ad olio, e si addentrò in una stradina ben più buia, avrebbe dovuto trovare uno stratagemma per poter vedere meglio.
Una volta trovata la soluzione, avrebbe ben presto visto la stradina concludersi, al posto del terreno continuava l'acqua, affacciatosi al bordo, avrebbe osservato un ampio spazio irregolare che indicava chiaramente la presenza di un lago; numerosi sempreverdi si stagliavano in alto, circondandolo con la loro presenza, cupa in quella notte, e specchiandosi nelle acque sulle quali riflessi erano deformati dalla pioggia.



Della figura nessuna traccia, nulla che possa anche solo indicare la sua presenza o la direzione intrapresa. Pochi istanti, poi il crack di un rametto, un suono che veniva dall'alto, e di lì a poco si sarebbe palesato l'uomo che stava inseguendo fino a poco prima.



CITAZIONE
Scusami il ritardo, sono piena di studio. Role libero.
 
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view post Posted on 25/3/2019, 18:59     +1   -1




Parlato Arata ! Pensato Arata

La pioggia continuava a sbattere sull'impermeabile del ragazzo. Per quanto il vestito fosse efficace, il ninja non poteva far a meno di percepire il freddo trasmesso da ogni singola goccia.

"Non mi piace per niente l'idea di correre sui tetti quando piove così tanto."

Arata si lascio sfuggire un piccolo lamento.
Il ragazzo stava continuando a inseguire il sospettato, erano ormai passati un paio di minuti sin dall'inizio dell'inseguimento, ma a quanto pare l'uomo non si era ancora accorto di lui.

O almeno questo era quello che pensava.
Infatti il criminale, come se non stesse facendo altro che aspettare questo suo pensiero, uscì improvvisamente dalla strada principale per addentrarsi in un vicolo senza luce.
Arata rimase un attimo sorpreso, ma non perse molto tempo e si lanciò dietro di lui.
Il posto era estremamente buio e, per quanto Arata sapesse quanto poteva essere pericolosa la situazione, vi si addentrò lo stesso.

"Meglio stare vicino al muro, così avrò meno punti scoperti."

Il giovane ninja utilizzò la tecnica della trasparenza, giusto per essere più sicuro.
Una volta oltrepassato il vicolo Arata si ritrovò di fronte a un lago, ma del sospettato non c'era alcuna traccia.
Il ragazzo diede un'occhiata nei suoi dintorni, un grosso numero di sempreverdi circondava l'enorme massa d'acqua.

"Non può essere andato lontano, questo luogo in fondo non dà verso alcuna strada o edificio... aspetta-"
*crack*

Il rumore di un rametto che si spezzava entrò nelle orecchie di Arata, e una volta che il suo cervello registrò l'accaduto, il ragazzo scattò in avanti verso lo specchio d'acqua.

"E' impossibile che il sospettato sia riuscito a scappare in così poco tempo, e dato che questo posto non porta a nessuna strada, questo vuol dire solo una cosa!"

Il suo chakra ricoprì la suola delle sue scarpe e, dopo aver fatto piroetta a mezz'aria, il giovane atterrò sul lago con il suo volto diretto l'origine del suono.
Di fronte a lui, nel punto dove stava pochi secondi prima, si trovava un'uomo incappucciato.
Era lo stesso individuo che poco fa stava inseguendo.

I pensieri di Arata si erano rivelati corretti. Il ninja a questo punto sapeva che le parole non avrebbero funzionato, ma nonostante ciò cerco lo stesso di avvertire il sospettato.

"Alza le mani e stai fermo dove sei! Sei sospettato di omicidio!"

Nel raro caso in cui l'uomo lo avesse ascoltato, il ragazzo avrebbe estratto la sua katana per poi avvicinarsi con cautela verso l'uomo.
Se invece il sospettato non avesse avuto intenzione di ascoltare l'avvertimento del ninja, Arata lo avrebbe attaccato.

Il ninja avrebbe composto rapidamente dei sigilli e, come se l'acqua nei suoi dintorni stesse rispondendo al suo volere, ogni goccia di pioggia avrebbe avvolto il suo braccio per poi estendersi in un lungo tentacolo verso il criminale.
Il ninja avrebbe puntato verso le ginocchia dell'uomo nel tentativo di immobilizzarlo, in caso l'attacco avesse avuto successo Arata avrebbe sfoderato la sua katana per poi scattare verso l'uomo nel tentativo di renderlo innocuo.

Nel caso invece il sospettato fosse riuscito a schivare la tecnica, allora Arata avrebbe lanciato un kunai come diversivo, per poi avvicinarsi verso l'uomo e, dopo aver esteso la lunghezza della sua katana con il suo chakra, avrebbe tentato di lacerarli i polsi o le gambe.

Il tutto sarebbe accaduto nel giro di pochi secondi.

Scusa il ritardo, ero un pochino occupato
 
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view post Posted on 3/4/2019, 20:03     +1   -1
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Molto bene, peccato che non ho mai parlato di un muro, ma di boscaglia che si infittisce. Né tantomeno di un cappuccio, ma di una maschera.
Lol.


E
la lama dell'uomo colpì il nulla, poiché il giovane si era scostato, ed egli atterrò agilmente sul terreno fertile. La pioggia era cessata, la tensione però restava.
Gli stava dando ordini il moccioso? Sul serio?
Beh, davvero un peccato che non gli avrebbe dato il tempo di finire. Il tentacolo marino guizzò verso di lui, avviluppandosi con successo attorno a un tronchetto di legno, mentre il vero nemico si lanciava all'attacco dalla destra di Arata con due katane in entrambe le mani ed una alla bocca.

Le lame di entrambi cozzarono brutalmente, riecheggiando nell'aria con un suono metallico, emettendo scintille che illuminarono i loro volti, illuminarono gli occhi viola fissi su di lui, privi di alcuna emozione, dell'uomo, misero in luce quella maschera nera dalle fattezze feline.



D'un tratto, proprio quando i due furono sul punto di liberarsi da quello stallo, qualcosa vibrò nell'aria di fronte a loro e un altro bagliore scintillò dal nulla, una luce che si sarebbe espansa in un batter d'occhi, sino a divenire tanto forte da illuminare a giorno tutto il lago, così vigorosa e pulsante da far male agli occhi.

Nel frattempo il ragazzo si sarebbe sentito strano, non avrebbe sentito dolore alcuno, ma solo una sensazione di debolezza improvvisa che lo avrebbe colpito come un fiume in piena.
Avrebbe intravisto che la stessa sorte era toccata anche al suo avversario, ma qualsiasi cosa avesse tentato, non avrebbe potuto altro che lasciarsi annegare in quell'abbraccio di pura luce, perdendo conoscenza e cadendo nell'oblio di un sonno privo di sogni.



Okay. Da qui in poi comincia la vera missione.
Fermati pure a quando stai per svegliarti (solo riacquisire i sensi e sentire una voce distante, nient'altro).

Per i valutatori: ci siamo accordati per un post entro ed ogni due settimane. Gli metto la scadenza solo a titolo indicativo.
Va da sé che avendo fatto io di una settimana non influisce sul tempo a disposizione del giovine.

Scadenza: 17/04
 
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Mr. Exp
view post Posted on 16/4/2019, 22:03     +1   -1




Parlato Arata | Pensato Arata

L'uomo ignorò le parole di Arata. Ovviamente quest'ultimo non era sorpreso di questo sviluppo, anzi, se lo aspettava.
A questo proposito, il ragazzo lanciò verso il sospettato un tentacolo marino, ma proprio quando la tecnica sembrava aver colpito l'uomo, esso svanì lasciando al suo posto un tronco.

"Sostituzione?"

Arata riconobbe subito la tecnica, in fondo era una delle più basilari ed essenziali del repertorio di ogni ninja.
Tuttavia quella semplice informazione era abbastanza per dare un idea al ragazzo delle abilità dell'uomo.
In fondo se utilizzava tecniche, il sospettato doveva aver ottenuto un addestramento ninja e, dato che il ragazzo era solo un Genin, le possibilità che il criminale fosse più debole di Arata erano davvero poche.

Dopo aver rapidamente valutato l'avversario, il giovane si diede un veloce sguardo intorno in cerca del nemico, finendo per per riuscire notare l'uomo che stava balzando verso di lui impugnando multiple lame.

"3 Katane? Nessun ninja al livello Genin sarebbe capace di manovrarne così tante."

Arata cerco di parare i fendenti, in modo tale da deviare la traiettoria dei colpi e ottenere una breve finestra di tempo per colpire l'apertura che si sarebbe generata.
Tuttavia, il momento in cui il metallo delle loro lame si toccò, il giovane riuscì a percepire un forte peso essere trasmesso verso le sue braccia.

Senza pensare troppo, Arata cambiò l'angolazione della katana, in modo tale da riuscire a ricevere meglio il colpo, ma nonostante questa sua abile risposta, la forza dietro il fendente riuscì lo stesso a spostare il ragazzo qualche passo indietro.
Arata riuscì a malapena a parare il colpo.

"Dovrò cercare di dare il meglio di me se voglio sperare di vincere!"

La situazione in cui si ritrovava non era una delle migliore, tuttavia il fatto che fosse stato capace di valutare correttamente le abilità del misterioso individuo, era un qualcosa che gli dava un po' di soddisfazione.

Arata cercò di rispondere con un attacco a sua volta, ma prima che potesse ricoverare la sua postura, il criminale lo assalì con un'altra serie di colpi.
Il giovane ninja cercò disperatamente di parare e schivare. Ogni volta che le loro lame si incontravano una scintilla finiva per illuminare i vari corpi d'acqua, generando così uno strano spettacolo di luci.

Fu proprio grazie allo sfregarsi dei loro metalli, che Arata riuscì a vedere meglio la maschera dell'uomo.
Un felino nero, o almeno questo era quello che il ragazzo pensava di star vedendo.

"Quella maschera è stranamente simile a quelle Anbu."

Tuttavia il giovane non aveva tempo per pensare a certi dettagli, la sua situazione era troppo grave per concedergli quel lusso.

"Ho bisogno di ottenere un po' di distanza per stabilizzare la mia postura."

Arata stava venendo messo alle strette dalla incessante serie di colpi dell'uomo, tuttavia ad ogni scontro delle loro lame, il giovane si stava piano piano abituando al ritmo dell'avversario.

Il ninja stava aspettando un'opportunità per svoltare la situazione, e solo dopo qualche minuto di intensa scherma il sospettato avrebbe concesso ad Arata una breve finestra di fuga per indietreggiare.

"*Pant Pant*"

Il ragazzo era esausto, ma nonostante il respiro affannoso, Arata corresse la sua postura senza mai perdere di vista l'uomo mascherato.

I due individui si sarebbero osservati per qualche secondo, per poi scattare uno verso l'altro.
Ma proprio quando arrivarono a pochi passi di distanza una forte luce apparì dal nulla, finendo per illuminare l'intero lago e accecare i due spadaccini.

Arata venne sorpreso da quell'improvviso sviluppo, finendo per fermare il suo attacco e fare un balzo indietro.
Tuttavia, il momento stesso in cui i suoi piedi toccarono la superficie del lago, il giovane sentì le sue ginocchia cedere al peso del suo corpo.

"!?"

Una strana sensazione di stanchezza lo stava invadendo e, per quanto stesse cercando di resistere, il ragazzo finì per svenire.

"Gen...jutsu?"

La sua coscienza lo stava abbandonando, ma poco prima di perdere i sensi, Arata notò con la coda dell'occhio il suo avversario soccombere al suo stesso destino.
 
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view post Posted on 20/4/2019, 20:48     +1   -1
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Cambio di tempo verbale, mi son rotta di usare il passato.



A
ssurdo, semplicemente assurdo. Da che prima stava a darsele di santa ragione con quel brutto ceffo, ecco che vengono entrambi messi al tappeto da un'apparizione mistica, manco avessero inalato dell'oppio.
Ma sapete cos'è ancora più assurdo? Il suo risveglio.

Oh sì, si sveglia eccome Arata, sicuramente stordito e con un terribile malessere, ma ancora vivo e in salute, e la prima cosa che può notare è che non si trova più nel folto della selva. No, si trova sopra un divano assai scomodo, che si trova dentro un salotto senza finestre - dall'aspetto rozzo e illuminato da una lampadina che penzola dal soffitto - che si trova dentro una struttura a lui sconosciuta, con due uomini sconosciuti e dall'aria poco simpatica. Cicatrici ovunque, un occhio di vetro, sguardo cagnesco o indifferente, aria di vissuto e un'aura poco gentile. Sì, decisamente hanno una brutta faccia, una di quelle da prendere a calci.
Oh porca vacca, l'avevano preso? Oh che guaio! Che fare adesso? Come fuggire? Sarebbe sicuramente stato interrogato o anche solo torturato, prima di venire fatto fuori! Povero piccolo genin, qual tragico destino, alla sua prima missione...
Però qualquadra non cosa. Non dovrebbe esser così che funziona, avrebbero dovuto ammazzarlo da subito e finirla lì, e invece se lo son portato dietro e adesso se ne sta lì, indisturbato e privo di catene, e quei due stanno belli tranquilli a giocarsela a briscola - un gioco che hanno imparato da qualche parte - come se non rappresentasse una minaccia. È caduto il mondo per caso? È sotto l'effetto di qualche strana sostanza o sta sognando?



"Ehi, guardate chi si è svegliato," esclama il più robusto dei due con un ghigno sarcastico, quando si volta ad osservarlo con l'occhio sano, "alla buon'ora bell'addormentato!"

"Farti mettere al tappeto da un moccioso,"
lo schernisce l'altro, scuotendo la testa, "dico io, ti sei rincitrullito per caso, Imei?"

A4J35WP

Ma lui non si chiama Imei, che cavolo! Però... trattarlo con tanta confidenza, chiamarlo per nome... e la loro discussione. E ora che glielo fanno notare si sarebbe sicuramente sentito diverso, se non l'ha già notato da prima. Quello e la maschera nera che stava sul comò lì vicino l'avrebbero sicuramente aiutato a fare due più due. E se non basta, c'è sempre lo specchio in bagno.




CITAZIONE
Post libero.
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