L'ebbro e il portafortuna, Libera con le nostre 2e pg, quel brontolone di Shukaku (Jinchu Jibril) e quel noiosone di Chomei (Jinchu gaeshi)

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view post Posted on 23/12/2018, 16:41     +1   -1
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Era un periodo particolarmente tranquillo, gli allenamenti si susseguivano regolarmente e riempivano per buona parte le sue giornate, ma oltre a quello non c'era nulla di serio da segnalare.
L'altra nota positiva era anche che sembrava conseguire dei miglioramenti con Shukaku e se in precedenza bastava un no nulla per fargli saltare i cinque minuti - o peggio a farlo scattare nei giorni di luna piena - adesso si limitava piuttosto a commenti irritati nella sua testa.

Avrebbe voluto tanto andare a prendere a calci quel demonio in abito rosso, specie ora che aveva un alleato tanto potente con il quale condividere l'esistenza, ma preferì continuare ad allenarsi prima.
Non poteva permettersi errori e rimaneva il problema delle fasi lunari, una cosa della quale si era fatta il callo ormai, come per l'insonnia, e Kami se era difficile farlo stare buono in quei giorni, nei casi peggiori districandosi in continui tentativi di dissuadere il tasso attraverso le parole, sempre nella sua testa, affermazioni logiche accompagnate da elogi e riverenze per ingraziarselo e placare le sue ire, rarissimamente anche dimostrazioni di volontà ferrea... il più delle volte seguite da minacce o punizioni da parte di Shukaku.
Quella notte la luna era a buon punto della sua fase di novilunio, restava solo un mezzo cerchio a dare una chiara luce a quegli allenamenti, estenuanti anche per quel giorno.

Lo strisciare all'indietro dei piedi contro il suolo segnò l'atterraggio della Jinton, che aveva arrestato forzatamente quel brusco volo, sollevando un polverone.


"Maledizione..."
imprecò a denti stretti la ragazza, ansante, tenendosi la spalla dolente per quell'ultimo attacco.

"Troppo vicini!"

Fu il commentino innervosito del Tasso, che aveva individuato il problema al pari della sua ospite.
Le iridi color paglierino si puntarono contro quelle della bambina, chiaro segno di sfida, perché per una questione d'orgoglio avrebbe continuato anche in quelle condizioni senza chiedere una pausa da quell'allenamento - che era stato protratto da chissà quante ore ormai - come sempre, altrimenti chi lo sentiva poi a lui?




CITAZIONE
Un inizio molto sciallo direi. xD
 
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view post Posted on 25/12/2018, 09:23     +1   -1
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"Tutte le famiglie felici si assomigliano, ma ogni famiglia infelice è infelice a modo suo."



Potevano definirsi famiglia?
Le famiglie non le scegli, ti ci ritrovi dentro. Ci rimani per necessità e per affetto, perché alla fine ti rendi conto che non è così male come le alternative.
I due universi costituiti dalle Jinchuuriki e dal loro Bijuu potevano costituirsi famiglie?
L'unica risposta certa era una: Rei e Masaru non si somigliavano per niente.

"Ya~hoo! Centro!"
"Bel colpo, Cho-cho."
"Ottimo tempismo ragazze."


Masaru era finita troppo vicina, ed era entrata nel range di una sua tecnica. Nulla di deflagrante, per una volta... Ma sufficiente a farla indietreggiare di una buona manciata di metri.

Rei atterrò con grazia, sbattendo le sue sette ali di fibre che l'avevano tenuta sospesa fino a quel momento. Non era il primo allenamento che le due Jinchuuriki svolgevano assieme, e di sicuro non sarebbe nemmeno stato l'ultimo. Ogni giorno la loro sintonia migliorava, e soprattutto potevano sperimentare al meglio, aiutandosi e consigliandosi l'un l'altra, quella nuova unione che era diventata la loro vita.

Il divario tra le forze delle due a volte era più evidente, altre nemmeno percepito. Choumei insisteva col fatto che loro fossero superiori per numero, per capacità e per via del fatto che suo fratello Shukaku era, semplicemente, un rozzo violento incapace di qualsiasi strategia un minimo elaborata. Nijuusan invece faceva notare che loro erano tre contro due e avevano la sua amata Hacchan, e chi avrebbe potuto contrastare una tale potenza?
Fra i tre, come sempre, Juuhachi si limitava a ricordare che loro avevano ricevuto un addestramento da Anbu che a Masaru non era stato concesso. E il giusto maestro, e le esperienze vissute, erano un discrimine che non andava ignorato.

Rei gettò uno sguardo al cielo. Il tramonto era ormai un ricordo, e stavano proseguendo alla luce delle torce che gli Anbu di controllo stavano reggendo. Anbu che probabilmente si annoiavano all'inverosimile, dietro le loro maschere impassibili; da quante ore stavano monitorando l'allenamento?

La cosa più importante però erano le condizioni delle due kunoichi. Gli occhi eterocromi della bambina delle fibre puntarono a quelli della sua compagna d'allenamenti, e le piacque quel che lesse: stanchezza, dolore, ma determinazione a non mollare. Era esausta ma avrebbe continuato, se ce ne fosse stato bisogno.

Forte del suo grado superiore, Rei annuì.

«Basta così per oggi, Masaru-san.»

DhsebLb


 
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view post Posted on 25/12/2018, 18:11     +1   -1
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"Se sei diverso da me, fratello,
lungi dall’offendermi, tu mi arricchisci."

Sentì lei il disappunto del suo Cercoterio alle parole della più piccola, dato che avrebbe voluto almeno render loro la pariglia prima di fermarsi. Fu per questo che non ottemperò subito la ragazza e solo dopo pochi istanti si drizzò in tutta la sua statura.

"Paura che facciamo sul serio?"
le chiese retorica, sfoggiando un mezzo sorriso ironico, non tanto per provocarla quanto piuttosto per non mostrarsi debole.

Le sue iridi persero colore, la sclera tornò bianca ed ogni singolo fregio bluastro svanì come riassorbito dalla sua pelle.
La composizione stessa con cui erano formati i disegni poteva dare al di fuori un'idea chiara dell'equilibrio che c'era tra la Takeda e Shukaku, per esempio le attuali linee, più delicate e precise, erano segno di sintonia tra le due forze.

"Tanto me la lego al dito questa."

Non prendertela, Shukaku-sama, del resto anche noi gli abbiamo dato filo da torcere, affermò Masaru con una soddisfazione condivisa da entrambi, nonostante lui ebbe emesso un brontolio.

Uno strisciare metallico e la viverna venne rimessa al suo posto nel fodero, dunque la Jinton, tornata seria come se non avesse mai fatto quella battutina, si sedette a terra e prese ad armeggiare con il suo rotolo, tirandone fuori oggetti essenziali per le cure mediche che avrebbe dovuto eseguire su di sé.
Si tolse la giacca e si scoprì dalle bende la spalla opposta a dove si trovava il sigillo, quella destra, che non era neppure l'unica parte ad aver subito attacchi in quei giorni.
Una pessima ferita, indubbiamente, ma non era abbastanza da frenare la Jinchuuriki più grande: aveva subito decisamente di peggio.




CITAZIONE
Piccola parentesi, raramente è lei a fare il primo passo se non desti il suo interesse, anche perché deve mettersi a medicare la ferita, però può conversare tranquillamente dato che è parecchio esperta in materia, anche se non ha tecniche mediche.
Inoltre se avevi in mente una discussione dove parlano di cose molto personali non credo gradirà parlarne davanti agli anbu. xD
 
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view post Posted on 28/12/2018, 12:04     +1   -1
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A forza di frequentare persone ironiche e sarcastiche -primi fra tutti gli Sfregiati- Rei aveva imparato a riconoscere le battute, e a volte anche a farne. Ma erano eventi più unici che rari, perché la piccola Anbu non sembrava essere affine all'elemento dell'umorismo. La domanda ironica di Masaru, infatti, rimbalzò su un volto impassibile che annuiva lentamente.

«Sì. E non voglio rischiare di doverti riportare a Iwa in spalla, o che entrambe rimaniamo ferite in maniera grave.»

Non metteva in dubbio le capacità dell'altra, anzi: stava iniziando ad avere un'idea di quanto letale e pericolosa potesse diventare l'accoppiata Masaru-Shukaku, e suo compito era anche quello di contenerne il potere esplosivo, quando non c'era bisogno di attivarlo.

Osservò i disegni neri sulla pelle della donna ritirarsi, lasciando posto al colore naturale. Una spalla era ferita, non in maniera grave ma di sicuro andava trattata. La Takeda però sembrava padrona della situazione, quindi Rei si limitò ad avvicinarsi con passo tranquillo.
Vestiva la sua divisa da allenamento, che sostituiva la mantellina viola a un semplice completo canottiera e pantaloncini blu scuro, senza fronzoli né decorazioni. Le bende con cui era arrivata erano state quasi del tutto bruciate, strappate o rimosse, e gli arti della ragazzina mostravano i segni delle torture subite in anni da cavia. Cicatrici, bruciature, cuciture, amputazioni, tutte visibili come incisioni più scure sulla pelle altrimenti molto pallida.

Rei recuperò dalla sua borsa, che aveva lasciato nei pressi di uno degli Anbu di guardia, un rotolo di bende nuove.

«Inu, penso possiate andare ora» fece all'Anbu con la maschera da cane. «Per oggi abbiamo finito, adesso ci risistemiamo e torniamo al villaggio.»

Lo Shinobi fissò Rei con la sua maschera imperscrutabile. Avevano lo stesso grado, ma la bambina di fibre godeva di una fiducia da parte della Tsuchikage che le faceva spesso guadagnare quei grammi di rispetto in più di cui altri colleghi non potevano godere. In situazioni come queste, tornavano molto utili.

Il gruppo di guardiani quindi accettò l'invito a levarsi di torno. Lasciarono alle due Jinchuuriki un paio di torce e rientrarono verso Iwa.

«Ti serve una mano, con quella spalla?» chiese, una volta rimaste sole, mentre si avvicinava di nuovo alla collega.

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view post Posted on 30/12/2018, 17:38     +1   -1
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Dalla ferita fuoriuscirono una o due gocce di sangue e bruciava a contatto con la garza intrisa di disinfettante.
Un lieve inarcamento delle sopracciglia fu l'unica reazione visibile della ragazza, che si tolse anche la maglia, così da poter tagliare via le vecchie bende attorno alla zona lesa.
Proprio come adesso Masaru poteva osservare alla luce delle fiaccole le particolarità nel corpo della bambina, così anche Rei avrebbe potuto notare la maledizione che affliggeva il suo corpo.

Nel frattempo, la domanda della collega fu inaspettata, tanto che Masaru sollevò lo sguardo dalle bende che stava per applicare e verso la suddetta.
Neutrale in apparenza, in realtà stava ponderando su quella possibilità dato che muovere il braccio era fastidiosamente doloroso, anche se non era certa che il Tasso ne sarebbe stato lieto.


"Potrei arrangiarmi comunque, ma se vuoi..."
affermò sorridendo appena. Per una volta il suo coinquilino se ne sarebbe dovuto fare una ragione.

 
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view post Posted on 3/1/2019, 14:50     +1   -1
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Rei non amava il contatto fisico, né ricevuto né dato. Tuttavia era in grado di mettere da parte le sue preferenze e i suoi disagi, se ce n'era bisogno, specialmente se la situazione era tranquilla e lo consentiva.
Quella particolare situazione, nello specifico, era estremamente tranquilla; alla bambina di Fibre sarebbe solo convenuto, se Masaru avesse accettato il suo aiuto per bendarsi e tornare a Iwa. Sarebbero rientrate più velocemente al villaggio, e avrebbero rafforzato il rapporto tra di loro.

Annuì quindi, e si avvicinò all'altra per prestarle aiuto con le bende. A bendarsi era brava, su quello c'era poco da recriminare.
Visto che era così piccola di statura, non le servì chinarsi per raggiungere la spalla della donna seduta. Aspettò che lei le dicesse di cosa aveva bisogno, e le passasse eventuali unguenti o fasciature.

«Più ci penso, più trovo davvero ironico il fatto che io e te abbiamo incontrato due Bijuu a piede libero... E quegli stessi Bijuu siano ora dentro di noi.»

Anche fare conversazione serviva a rinsaldare i rapporti, glielo avevano spiegato e aveva notato che era effettivamente vero.

«Come ve la state vivendo, tu e Shukaku, questa cosa?»

Lo chiese con voce gentile, includendo anche il Tasso sebbene senza onorifici né altro. Il Sette Code dentro di lei aveva detto peste e corna del fratello, quindi non le veniva naturale affibbiargli qualcosa di altisonante o lusinghiero.

DhsebLb


 
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view post Posted on 12/1/2019, 16:45     +1   -1
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L'unguento che le aveva passato non le fece stringere i denti com'era successo con il disinfettante, dato che solo quest'ultimo conteneva alcol.
La piccola sapeva il fatto suo, come sempre: per essere la prima volta che glielo faceva non aveva riscontrato difficoltà nel passarle la pomata, pur avendo anche quella parte del corpo colpita dalla sua maledizione, tanto sofisticata da riuscire a riprodurre persino le cicatrici che aveva il suo corpo normale.
Neppure con i bendaggi scherzava e, a dirla tutta, si sarebbe sorpresa del contrario la Jinton. Le manine infatti si muovevano con gesti agili e sicuri a coprire striscia dopo striscia la parte che lei stessa le aveva lesionato.

Ci fu un mutuo silenzio, che non era dovuto a sgradevoli imbarazzi o gelide minacce, ma ad una pura e semplice placidità tra le due in quel momento.
Poi, inaspettatamente la più piccola prese parola, esternando la sua perplessità sul fatto che entrambe condividevano lo stesso destino di Jinchuuriki, e la Takeda non poté fare a meno, ancora una volta, di sollevare le iridi argentee dal lavoro che stava svolgendo l'altra per puntargliele contro.
Uno sguardo intenso e le sopracciglia lievemente aggrottate tradirono l'espressione neutra, manifestando disagio e incertezza alla sua domanda, una di quelle alle quali rispondere non era mai facile.


"È molto... ambigua,"
esordì quieta dopo un momento d'esitazione.

Normalmente non avrebbe detto nulla di particolarmente rilevante, ma ormai era da parecchio che si trovavano a collaborare assieme, oltretutto stavano sulla stessa barca - più o meno - e avere qualcuno con cui parlarne era qualcosa di cui sentiva il bisogno.
Non che Hisoshi fosse un elemento poco valido per quello scopo, semplicemente non avrebbe potuto capire in modo diretto tale questione.


"Non dubito tu sappia già a cosa mi riferisco,"
continuò pensierosa, con una punta di amarezza nelle sue affermazioni, "inizialmente ero intollerante a condividere ogni parte di me con un essere che mi era così ostile e con un potere tanto distruttivo. E lui... voleva solo usarmi.
Non che la cosa fosse tanto diversa da parte mia all'inizio, ad esser sincera,"
affermò con amara ironia, facendo una pausa per lasciarle assimilare le informazioni.

Difficile percepire con chiarezza cosa stesse provando il Tasso per quelle parole, ma non disse nulla e lei lo lasciò stare, distogliendo lo sguardo dalle mani agili della bambina e verso l'orizzonte.


"Adesso abbiamo trovato il nostro equilibrio e in qualche modo riusciamo a convivere, anche se... all'infuori delle fasi lunari, in certi momenti sembra che lui non mi veda più solo come uno strumento che gli appartiene, poi però ritratta. Non so più cosa pensare,"
ammise infine, senza nascondere la sua perplessità in merito.

"Oh, non sapevo potessi pensare! Keh!"

Ironizzò l'Ichibi e lei, che sollevò gli occhi al cielo, poté solo intuire il perché di quella frecciatina improvvisa.

 
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view post Posted on 20/1/2019, 22:02     +1   -1
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Sapeva che le differenze erano troppe per poter sperare in un parere compatibile, ma nonostante tutto erano comunque due kunoichi di Iwa; inoltre, Masaru era l'unica altra persona che stava vivendo un'esperienza simile, e parlarne poteva solo essere produttivo.

"Beh... Siamo tutti partiti col piede sbagliato, vedo. Anche se di sicuro Shukaku sarà stato molto più fastidioso e dispotico."
"Tu sei stato carinissimo Cho-cho!"


Fu un momento caldo, sebbene un po' malinconico, visto che Nijuusan non poteva sapere quanto tempo avessero passato insieme solo Choumei e Juuhachi, chiusi in quell'illusione. L'espressione della bambina di fibre si distese leggermente.

«Capisco... Anche noi all'inizio abbiamo fatto fatica a trovare un equilibrio. Choumei non si fidava, e noi nemmeno... Ma d'altronde, eri presente anche tu quando lo abbiamo incontrato a Fukagizu. Eravamo nemici... E improvvisamente ci siamo ritrovati a condividere lo stesso corpo.»

Però Rei era composta da due anime; questo le aveva reso le cose molto più semplici, sotto tanti punti di vista.

«Però mi pare di capire che sia comunque un essere molto meno... Accomodante, se capisci cosa intendo. Più rigoroso.»

"Più ottuso e arrivista, ed egocentrico come sempre, altroché."
"Choumei... Avanti, per Masaru sarà già abbastanza dura così..."


Finì intanto di bendare e sistemare la collega, staccandosi da lei con un cenno della testa, per segnalarle che aveva finito il lavoro.

«E la questione delle fasi lunari... Mi hai detto che hai problemi col sonno, giusto?»

DhsebLb


 
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view post Posted on 22/1/2019, 00:46     +1   -1
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Sollevò ironicamente un sopracciglio al sentire menzionare Fukagizu ma non disse nulla, poiché non volle interromperla. Le sfuggì un mezzo sbuffo ilare quando notò come la collega cercava di non risultare offensiva verso Shukaku.

"Oh sì,"
rispose con un tono altrettanto ironico, ed eloquente, "fin troppo rigoroso."

"Sempre."

Brontolò lui, mettendosi ulteriormente a proprio agio dentro di lei.

La Takeda osservò alla luce delle fiaccole le bende nuove che le aveva applicato la collega, non una striscia fuori posto, non una striscia larga o stretta: decisamente un bel lavoro, sul quale indugiò anche tastando delicata con la mano. Poi sollevo lo sguardo sulla bambina, in apparenza neutrale come sempre.


"Grazie,"
disse con gentilezza, semplice e diretta.

Ecco. Altro argomento poco piacevole e che le fece distogliere lo sguardo, riflettendoci. Eppure...


"Le fasi lunari non hanno influsso sul mio orologio biologico, se è questo che intendi,"
spiegò pazientemente, con lo stesso tono di chi spiegava la propria routine lavorativa, mentre si rivestiva e rimetteva a posto il suo equipaggiamento, "semplicemente, da quando io e lui siamo insieme esso ha smesso di ticchettare ed è perennemente fermo sulle ore di veglia. Cosa che ovviamente ha i suoi pregi... e i suoi difetti."

Già, era cosciente delle conseguenze psichiche che avrebbe avuto nel lungo periodo una simile mancanza, ma del resto lo sapeva anche quando aveva deciso di stare con lui, quindi a che pro lamentarsene? C'era dunque un'aspra consapevolezza della sua condizione, ma ad essa si mescolava un atteggiamento accondiscendente.
Le diede tempo di assimilare le informazioni - certa che sarebbe venuta a saperlo comunque lavorando e combattendo assieme a lei - finendo di mettere a posto senza fretta, prima di continuare.


"Le fasi lunari invece condizionano unicamente il suo carattere, che viene accentuato oppure appianato a seconda del periodo, in un ciclo senza fine,"
e gli occhi tornarono verso la piccola, enigmatici inizialmente, al pari dell'inflessione vocale.

Una breve occhiata alla luna e lo sguardo si rassenerò, sfociando quasi in un sorriso:
"e in questi giorni non c'è ragione di preoccuparsi."

"Questo lo dici tu. Kehehehehehehe."

Commentò lui con un tono da bambino capriccioso.

Nel frattempo, gli occhi cinerei di lei indugiarono su quanto era visibile sul corpo della piccina: non era un giudicare il suo, ma piuttosto un voler capire.


"E te invece?"
le domandò d'improvviso, indicando con lo sguardo i segni delle torture, prima di guardarla dritta negli occhi, "È per quello che porti le bende?"

 
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view post Posted on 24/1/2019, 11:21     +1   -1
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Rispose con un cenno del capo ai ringraziamenti, niente di più e niente di meno.
In piedi, con le mani comodamente intrecciate dietro la schiena, ascoltò con interesse la questione delle fasi lunari, e di come influenzavano il carattere di Shukaku, come le maree... Di sabbia, in questo caso. Da un punto di vista strettamente scientifico era un dettaglio affascinante, ma sicuramente non doveva essere piacevole da vivere, per nessuno.

«Mmh... Nemmeno noi dormiamo, ma la situazione almeno è stabile, e non dipende da fattori esterni. Ovviamente, in caso di pericolo o stress Choumei è più... Protettivo, ma credo che lui e Shukaku abbiano ben poco in comune da questo punto di vista.»

"Tsk! Siamo fratelli, ma è come se non lo fossimo. Ti pare che io somigli a quel cumulo di polvere incarognito?"
"Andiamo, Cho-cho, lasciami essere cortese."
"Mpf!"
"Tanto lo sappiamo che sei il migliorissimo in assolutissimo!"
"Mh. Ecco."


Mentre appianava queste divergenze, notò che gli occhi della Takeda stavano studiando il suo corpo. Non era la prima che lo faceva, non sarebbe stata l'ultima, ma Rei continuava a non trovarla piacevole come sensazione. Si obbligò a fare finta di nulla, consapevole che non era qualcosa che potesse davvero evitare, quando girava senza bende o altre coperture.
Quindi, quando le fece quelle domande, semplicemente rispose di sì con la testa.

«È più facile lavorare con gli altri e farsi rispettare, se non ispiri in loro un senso di disgusto... O di pietà.»

Si passò una mano sul braccio, lì dove i segni di un'amputazione erano scuri e staccavano dall'incarnato pallido della bambina.

«Io non ci faccio più caso, ma... Preferisco rendere la vita più facile per tutti. Per noi e per chi ci guarda. Inoltre...»

Sbuffò appena, stringendosi nelle spalle.

«C'è chi pensa che sia ferita, quando sono bendata. Quindi ci sottovaluta, e la cosa gioca a nostro favore.»

Alternava spesso tra singolare e plurale, ma sarebbe toccato a Masaru decidere che significato avesse quel vezzo linguistico.

«Sai, sono curiosa di una cosa, se posso chiedervelo. Conosco i motivi per cui Choumei ha accettato di restare e aiutarci a proteggere Iwa... Ma Shukaku? Cosa lo motiva?»

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view post Posted on 27/1/2019, 00:26     +1   -1
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Percepì un leggero fastidio da parte del suo Cercoterio, ma cercò di non farci troppo caso.

"Mpf! Infatti sono molto meglio di quella libellula avvolta dalla stagnola. Noi siamo migliori."

Non disse nulla, semplicemente lo ignorò, anche perché era concentrata a sentire la risposta della bambina, che dai suoi gesti le sembrò provare imbarazzo. Doveva aver toccato un nervo dolente, ma non se ne sorprese.

"Quelli che ti considerano un mostro,"
disse d'improvviso, dopo la sua ultima affermazione, adesso quella infastidita era lei, al punto che il suo sguardo si fece serio, "non hanno compreso il vero significato del termine. Ne ho conosciuti tanti di mostri, Rei, e tu non mi ricordi nessuno di loro."

Perché l'aveva detto? Per gentilezza? Per un sentimento platonico verso di lei? Per pietà?
No. Perché era vero e perché lei stessa per un periodo della sua infanzia era stata considerata in egual modo, seppur per motivi differenti.
Già, in qualche modo quella bambina tanto precoce le ricordava vagamente sé stessa, solo con delle differenze nell'apparenza, nel tipo di abilità e nel fisico, e nella presenza di un'integrità morale solida. Erano simili per volontà ferrea e desiderio di migliorare, eppure erano al tempo stesso incredibilmente diverse.

La piccola Jinchuuriki la osservò per un momento, prima di mostrare un leggero sorriso ed annuire in approvazione.

"Già. Per questo ho imparato a fregiarmi di quel titolo."


I muscoli del viso della più grande si distesero e l'espressione tornò calma e neutra, eccetto per un mezzo sorrisetto compiaciuto che mostrò brevemente.
Era consapevole di come venisse definita in giro: Bakemono. Proprio per questo non si era stupita nell'osservare quel che a parole non aveva detto.
Ed il suo modo di riferirsi a sé stessa, a quello ormai non ci badava neanche più, dato che lei per prima stava acquisendo lo stesso vezzo, dovendo citare anche Shukaku davanti a chi ne era al corrente.

Ancora una volta, non si aspettò la domanda che seguì e dovette prendersi un momento per riflettere sulla risposta più adeguata - o forse per capire lei stessa le reali motivazioni del Tasso - tenendo le mani ferme sul rotolo che era quasi del tutto arrotolato e fissando l'altra a lungo oltre le lenti, con sguardo intelligibile. Per un attimo fu persino restia a parlarne, ma alla fine pensò che era abbastanza da idioti nel lungo termine.

"Istinto."
disse placidamente e con una lentezza calcolata, finendo di chiudere quegli ultimi centimetri del suo rotolo, "istinto di sopravvivenza ed esasperazione. Penso sia semplicemente stanco di ritrovarsi in situazioni come quella di Fukagizu, e dopo le mie esperienze non posso dargli torto."

Sospirò stancamente, mettendosi in una posizione più comoda. Sì, percepiva qualcosa da lui. Cosa? Impossibile da dire con certezza.

"Sai che non è del tutto esatto..."

Brontolò alla sua consorte, quieta, il Monocoda.

 
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Mostri. Un argomento che Rei sentiva piuttosto vicino alla sua persona, per vari e variegati motivi. Era passata dalla sofferenza, al rifiuto, all'accettazione e infine al vanto. Bakemono era un soprannome che aveva imparato ad apprezzare, dopo che gli Sfregiati l'avevano accolta come una di loro. Un mostro fra i mostri, e quindi una persona assolutamente normale.

Una persona che a quanto pare era brava a fare domande scomode, che obbligavano l'interlocutore -Masaru, in questo caso- a interrogarsi e riflettere prima di rispondere adeguatamente.

Una risposta che stupì la bambina delle Fibre, al punto tale che il suo visetto impassibile si tinse di tutti i colori della perplessità.

«Davvero? Non me lo sarei aspettata... Ma è anche vero che non ho avuto mai modo di conoscerlo nel senso stretto, visto che l'unico incontro è stato a Kozan e... Beh, qualunque entità al suo posto avrebbe reagito in maniera violenta.»

Ora che ospitava un Bijuu dentro di sé, era in grado di provare non tanto empatia per la specie, quanto un grado più elevato di comprensione.
Solo che quella stessa comprensione non pareva toccare Choumei, che trovava il tutto troppo... Insolito.

"Non ce la sta raccontando giusta."
"No? Cosa te lo fa pensare?"
"Perché ci starebbe dicendo una bugia?"
"Perché si vergogna della verità, forse... Ma non ha senso, anche questa "verità" non mi torna. Shukaku non avrebbe mai ammesso di aver ceduto alla paura, né lo avrebbe fatto ammettere alla sua ospite."
"Beh, vabbè, saranno affari loro alla fine, no? Se sono contenti loro e fanno contenta Chiye-sama..."
"Fatemici parlare, su. È tanto che non scambio due chiacchiere col mio fratellino ritardato."
"Non parte nel migliore dei modi la conversazione se vai con queste premesse, però."


Chiude quindi gli occhi, mentre avveniva quello spostamento di volontà, appena percettibile dal mondo esterno.
Risultò lampante però nell'istante in cui sollevò di nuovo le palpebre, e guardò Masaru con un'espressione che Rei non avrebbe mai avuto. Un accenno di sogghigno sprezzante, per un attimo, e l'aria fiera di chi sa di star parlando con qualcuno di inferiore a lui.
La voce era sempre quella della ragazzina, ma aveva assunto un tono più profondo e metallico, oltre che una sfumatura decisamente più fredda e meno umana.

«Esasperazione, Shukaku? Seriamente? Ti sei fatto più tenero nel corso dei secoli... Fratello.»

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view post Posted on 31/1/2019, 11:51     +1   -1
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In un primo momento stava per rispondere alla bambina, ma dovette fermarsi ancor prima di poter dire alcunché, nel comprendere sotto la luce della fiaccola il reale motivo dietro quel cambiamento avvenuto. E se prima era molto più a suo agio in presenza della ragazzina, adesso si era fatta più guardinga, riconoscendo quel tono e, incredibile a dirsi, persino quel tipo di sguardo.
Un sentimento reciproco si instaurò tra mortale e kami, al palesarsi diretto di quella presenza: uno perché lo mal tollerava a prescindere, l'altra per l'inconveniente accaduto tra i due all'interno della Statua. Fu per questo che venne spontaneo per Masaru fissarlo, senza disturbarsi di celare un certo astio.


"Neppure io ho avuto modo di conoscere il Settecode a fondo, Rei."
affermò la Jinton, inclinando la testa su un lato. C'era un'inflessione nel suo tono che lasciava intuire il volerlo sfidare, oltre alla sufficienza presente in quel sorrisetto che poco aveva di gentile, ma erano sentimenti rivolti unicamente all'altro Bijuu, non alla sua ospite.

"Lascia fare a me."

Adesso Shukaku era stato punzecchiato e, seppur soddisfatto del carattere che la sua ospite mostrò verso il fratello, voleva togliersi lo sfizio di insultarlo personalmente.

Non si disturbò neanche di chiudere le palpebre, lei - poco lieta della piega che stava prendendo quella discussione - quindi si tolse gli occhiali e lasciò semplicemente fluire il chakra tossico del gigante dentro di sé.
Al contrario del fratello, ben più subdolo, il Tasso preferiva mostrare gli attributi, proprio per questo la sua entrata in scena fu molto più marcata fisicamente di quella di Chomei: il giallo tinse a macchia d'olio quelle iridi prive di colore - e in quel momento finanche di quel poco di calore umano che era rimasto in lei - modificando persino le pupille, e la sclera annerita accentuò l'impressione tetra che potevano dare gli occhi della sua consorte, già cerchiati come risposta naturale del corpo all'imperitura privazione del sonno.

Al tempo stesso la pelle della ragazza si macchiò nuovamente di quei disegni, presenti molto prima, e dal petto, più che dalla gola, risalì un suono gutturale, vibrante e lento.
Fastidio era la causa di quel verso, che incrinò persino il sorrisetto scaltro. E se normalmente il suo aspetto risultava cupo, da quel momento prese sfumature più oscure, rendendola simile ai mostri a cui lei stessa accennò poc'anzi.


"Vedo che non hai perso il vizio di travisare le mie parole, idiota."


Il fatto che c'era la voce di lei a fare da contorno, seppur addolcendo parzialmente quella inumana e profonda di lui, non faceva altro che evidenziare i toni da lui utilizzati, per esempio il sarcasmo e l'insofferenza in quell'affermazione.
Si alzò in piedi, avvicinandosi di pochi passi e con aria da prepotente alla piccola, prima di continuare, così da avere la soddisfazione di guardarlo dall'alto in basso.


"Per noi non ci sarebbero problemi a picchiarti e andarcene anche adesso, se vuoi una dimostrazione!
Ma a noi ci fa comodo Iwa, la Tsuchikage vuole che catturiamo, spiamo ed uccidiamo altri umani e in cambio chiede protezione e ci facilita enormemente alcune cose..."


Sfoggiò come di consuetudine quelle che attualmente erano zanne, in un sorriso famelico, ignorando la consorte che lo chiamava cautamente.

"Per esempio nella caccia a quei bastardi, e non venirci a dire che non vuoi anche tu il loro sangue.
E sentiamo, tu perché saresti rimasto qui, idiota?"



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Adovoh.
 
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view post Posted on 9/2/2019, 12:47     +1   -1
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Artificial Flower's Lullaby

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~So what if you can see the darkest side of me?
No one would ever change this animal I have become.



I lunghi capelli verdi di Rei erano stati legati in una treccia, in modo che non infastidissero la bambina durante l'allenamento. Questa però si sciolse, a causa del chakra che attraversò le fibre che li componevano, liberando il nodo e portando la chioma fluente a dividersi in sette ciocche, ondeggianti dietro la schiena della piccola Chuunin.

«E tu non hai perso il vizio di sparare sentenze più grosse di te solo per riempirti la bocca, Shukaku.»

Non si fece irritare dalle provocazioni del fratello. Lo conosceva da secoli, e da secoli sapeva di essergli superiore. Non per una questione di potere, ma di semplice capacità di ragionamento: Choumei vedeva se stesso come una creatura di ragionamento e intelletto, mentre il fratello era puro istinto distruttivo e bestiale.
Quindi poteva berciare e insultarlo quanto voleva: si sarebbe fatto scivolare tutto addosso come rugiada del mattino.

«Puoi cantartela quanto vuoi, ma se anche, per un caso miracoloso, riuscissi a sconfiggerci e andartene sapresti bene di aver messo la tua ospite in un pericolo da cui nemmeno tu puoi proteggerla.
E lei ti serve. Come ti serve Iwa, come ti serve quella protezione di cui parli e di cui anche tu stai godendo.»


Non gliela raccontava, no. E dentro, Nijuusan e Juuhachi ascoltavano in silenzio, lasciando libero accesso a Choumei in quel confronto effettivamente interessante, perché utile a portare informazioni preziose.

«Ti riferisci a Taisei e Kyo Dan? Ovvio, che voglio il loro sangue, e quello di tutti coloro che hanno pensato di poter avere la meglio su di noi e intrappolarci come bestie comuni... Ma non è per questo che sono rimasto.»

Alzò la testa con un gesto sprezzante, guardando però dal basso gli occhi di Masaru ora tinti dei colori di Shukaku.

«Per tutti questi secoli abbiamo scelto gli alleati sbagliati. Corpi fragili... Che invecchiano... Organizzazioni basate sul voler distruggere quelle che già ci sono e che hanno il potere maggiore.
Sono stanco di trovarmi dalla parte del perdente. Ho avuto modo di affrontare direttamente la Tsuchikage, quando eravamo prigionieri di quella... Statua... E ho visto l'efficacia e la prontezza con cui le sue truppe rispondono.»


Portò le mani dietro la schiena, gonfiando il petto con fierezza.

«E ho avuto la fortuna di trovare spazio dentro un'ospite perfetta. Non solo abbiamo metodi simili di ragionamento, ma è un vessillo perfettamente adatto al mio potere. Rei è forte già di suo, per gli standard umani, e non parlo solo della sua Kekkei Genkai...»

Si interruppe. L'espressione della bambina si fece vacua, e Masaru avrebbe potuto indovinare che stava avvenendo una conversazione interna, in quel momento.

"Non dirle di noi."
"Non voglio che altri pensino che possiamo separarci. Non voglio mai più separarmi da te, Hacchan!"
"E non succederà. Ma non possiamo fidarci di Shukaku. E Masaru... È legata a lui."


Dopo qualche secondo, la bambina di Fibre scosse la testa e riprese a parlare.

«Quello che sto cercando di dirti, mio ottuso fratellino, è che rispetto la mia ospite e le sue capacità. Ogni parte rafforza l'altra. Al momento, proteggere Rei e Iwa è il modo più sicuro che ho per riguadagnare il mio potere e conservare questa libertà che, lo sai meglio di me... Non avrei, altrove.»

Il tono era serio, non più arrogante e supponente come prima. Non stava sfottendo Shukaku, stava cercando di farlo ragionare e portarlo a vedere la sua visione (ovviamente corretta) della situazione: avevano bisogno delle loro ospiti, e tenerle vive e al sicuro era il modo migliore per tenere al sicuro loro stessi.

DhsebLb


 
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view post Posted on 9/2/2019, 18:37     +1   -1
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Lo ascoltava Shukaku, e più lo ascoltava e più il sorriso che mostrava attraverso i lineamenti della consorte mutava in una smorfia irritata - quest'ultima, al contrario, aveva bene inteso le sue parole e volle osservare la reazione del coniuge, rimasta sorpresa da come Chomei stesse cercando di darle una mano a rabbonirlo.
Come al solito, la parlantina di Mister Saccente era urticante per lui e gli faceva prudere le zampe, adesso chiuse a pugno.

Riuscire a sconfiggerli per un caso miracoloso?...

Lui non poteva proteggerla!?

OTTUSO!?

"Shukaku-sama..."

Lo avvertì lei pacata. Ma nulla, la polvere che componeva parte del suo corpo fremette a pari modo del terreno sotto di loro, il quale cominciò a mutare e scomporsi, fino a divenire della stessa consistenza della sabbia.

"Anche la MIA ospite è perfetta!"
ruggì piccato dall'ostentazione del fratello come se lui fosse il migliore e potesse avere solo lui il meglio, indicando sé stesso e la sua consorte, il suo trofeo, con il pollice sinistro mentre avanzava di un passo, ignorando la sua lei mentre sbraitava in faccia a quel puzzone di suo fratello, pernistinto e per necessità di avere l'ultima parola, ma - come al solito - senza appicciare opportunamente il cervello, nonostante gli avvertimenti della ragazza.

"Condividiamo delle abilità che sono affini, è intelligente, ha una resistenza mentale elevata e la sua altissima capacità di combattimento è stata solo bloccata da un sigillo che abbiamo tutta l'intenzione di annullare, ma puoi stare certo che siamo forti!! Siamo perfetti noi due!"
- se solo avessero potuto vederla, avrebbero osservato Masaru massaggiarsi le tempie ad occhi chiusi, cercando di non perdere anche lei la calma dopo che quel babbeo aveva appena rivelato quel suo problema di fondo. A quel punto non si sarebbe sorpresa di eventuali domande inopportune.

"Bene, gli hai dato filo da torcere, sei stato bravo, adesso torn-"

"E sappi che sono perfettamente in grado di proteggerla da qualsiasi cosa IO, stupido farfallone con i glitter!" la interruppe lui, avvicinandosi pericolosamente, finché non si ritrovò faccia a faccia con la piccola, sorridendole al pari di un predatore - ovviamente dovendo abbassare lo sguardo per fissarla - "siamo più che capaci di battervi anche ADESSO!!"

Un secondo ruggito accompagnò il suo gesto, il suo voler afferrare per la collottola quella bambina e sollevarla di peso.
E qualsiasi cosa fosse avvenuta dopo, a meno di un attacco, ci avrebbe pensato Masaru a tenerlo a freno desiderando preservare il suo corpo da altre ferite o contusioni inutili, perché se anche era lui a manovrarlo, gli attacchi fisici il suo spirito li avrebbe sentiti tutti.




CITAZIONE
Per me possiamo anche continuare, qualche legnata non gli fa male di certo a lui, visto il topic.
E sì, ci sta questo problemino che quando è irritato parla un po' troppo pur di avere ragione. Come i bimbi di due anni. xD


Edited by ~ErudaJibriru - 9/2/2019, 19:45
 
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