"Tutte le famiglie felici si assomigliano, ma ogni famiglia infelice è infelice a modo suo."
Potevano definirsi famiglia?
Le famiglie non le scegli, ti ci ritrovi dentro. Ci rimani per necessità e per affetto, perché alla fine ti rendi conto che non è così male come le alternative.
I due universi costituiti dalle Jinchuuriki e dal loro Bijuu potevano costituirsi famiglie?
L'unica risposta certa era una: Rei e Masaru non si somigliavano per niente.
"Ya~hoo! Centro!"
"Bel colpo, Cho-cho."
"Ottimo tempismo ragazze."Masaru era finita troppo vicina, ed era entrata nel range di una sua tecnica. Nulla di deflagrante, per una volta... Ma sufficiente a farla indietreggiare di una buona manciata di metri.
Rei atterrò con grazia, sbattendo le sue sette ali di fibre che l'avevano tenuta sospesa fino a quel momento. Non era il primo allenamento che le due Jinchuuriki svolgevano assieme, e di sicuro non sarebbe nemmeno stato l'ultimo. Ogni giorno la loro sintonia migliorava, e soprattutto potevano sperimentare al meglio, aiutandosi e consigliandosi l'un l'altra, quella nuova unione che era diventata la loro vita.
Il divario tra le forze delle due a volte era più evidente, altre nemmeno percepito. Choumei insisteva col fatto che loro fossero superiori per numero, per capacità e per via del fatto che suo fratello Shukaku era, semplicemente, un rozzo violento incapace di qualsiasi strategia un minimo elaborata. Nijuusan invece faceva notare che loro erano tre contro due e avevano la sua amata Hacchan, e chi avrebbe potuto contrastare una tale potenza?
Fra i tre, come sempre, Juuhachi si limitava a ricordare che loro avevano ricevuto un addestramento da Anbu che a Masaru non era stato concesso. E il giusto maestro, e le esperienze vissute, erano un discrimine che non andava ignorato.
Rei gettò uno sguardo al cielo. Il tramonto era ormai un ricordo, e stavano proseguendo alla luce delle torce che gli Anbu di controllo stavano reggendo. Anbu che probabilmente si annoiavano all'inverosimile, dietro le loro maschere impassibili; da quante ore stavano monitorando l'allenamento?
La cosa più importante però erano le condizioni delle due kunoichi. Gli occhi eterocromi della bambina delle fibre puntarono a quelli della sua compagna d'allenamenti, e le piacque quel che lesse: stanchezza, dolore, ma determinazione a non mollare. Era esausta ma avrebbe continuato, se ce ne fosse stato bisogno.
Forte del suo grado superiore, Rei annuì.
«Basta così per oggi, Masaru-san.»