| Una deviazione verso l'alto dello sguardo scuro alle sue prime parole: un'ottima scusa quella che gli viene offerta per liquidare rapidamente quella conversazione scomoda. Superficiale e sopratutto inutile ai fini della propria salute eppure fastidiosa, perché è difficile anche solo descrivere come potrebbe sentirsi adesso, con quel demone, senza risultare inutilmente complesso.
Non ci avevo pensato
Ammette alla fine, liquidando in uno sbuffo il consiglio di quella salvo poco dopo aggiungervi un cenno del capo, a mò di semplice ringraziamento.
Grazie del consiglio
Conclude, tornando quindi ad ascoltarne le parole riguardo le spade, il loro significato. Una visione così superficiale a suo modo, che liquida come idealismo quella che per lui è una semplice realtà. Stringe i pugni e sente il proprio cuore battere a mille dentro il petto, quasi facesse fatica anche solo a non urlarle in faccia. Un bisogno quasi disperato, che nasce tanto da quei discorsi quanto dalla frustrazione di ciò che prova e di cui non può fare parola. Il suo piccolo grande segreto, che da solo potrebbe annichilire l'intero villaggio. Sente il cuore pulsare e così gli occhi del lupo tornano ad accendersi in quella scura foresta smorta che altro non è se non la sua anima. Un campo di nulla dove non si è mai premurato di seminare qualcosa. Vuoto. Terreno fertile per demoni, pulsioni, mostri.
Mi sono espresso male...in realtà, per quanto suoni assurdo, le mie parole sono pratiche
Pronuncia quella prima frase in un sospiro, come gli venisse tremendamente difficile anche solo parlare. Un passo dietro l'altro si avvicina al quartiere Yoton, eppure la sua attenzione rimane focalizzata sulla propria interlocutrice.
Non è una questione di eroismo ma di fiducia: la fuga delle spade davanti allo straniero ha fatto perdere completamente la fiducia dei cittadini nelle stesse, e ciò che un tempo era un simbolo è diventato qualcosa da dimenticare, da lasciae in secondo piano, così come ha provato a fare Hogo, espressione della paura che ancora molti nutrono nei confronti di chi brandisce una delle Sette, nonostante esse siano votate alla loro difesa
Spiega, una pausa durante la quale socchiude gli occhi, deglutisce.
Al contrario, se fossero morti difendendo Kiri, essa sarebbe potuta rinascere assieme alle spade ed anzi col desiderio di vendicarle piuttosto che dimenticarle, e con esse, forse, non ci sarebbero stati gli attriti interni che hanno portato ad un cambio di regime. Alla fine, cosa è un villaggio senza fiducia, speranza? Qualunque forma di resistenza e volontà di rinascita non si basa forse su questo?
Commenta fornendo il proprio punto di vista, bloccandosi nel camminare nel momento in cui ode la conclusione di Urako, quell'eccetera, per lui è come una pugnalata. Menefreghismo o disillusione? Difficile credere che una persona capace di tirar fuori simili ragionamenti se ne freghi delle spade quanto del villaggio, e allora come farle comprendere ciò che dice, come convincerla della concretezza di quell'idealismo, è solo il fulcro attorno al quale sviluppare il proprio discorso. Sospira, e nel mentre il lupo ringhia, scatti a vuoto della mascella quasi volesse azzannare Urako stessa attraverso la propria mente.
Pezzo...di ferro?
Qualunque discorso davanti a quelle parole viene messo in secondo piano. Un pezzo di ferro. Niente di diverso dalla katana che ha comprato il primo giorno dopo la promozione in Accademia.
Lascia che le faccia comprendere quanto sbaglia
Un invito, allettante, eppure per il momento ancora resiste, limitandosi a tornare con lo sguardo sulla propria interlocutrice. La osserva con attenzione, i lineamenti del volto mentre pronuncia quelle opinioni, infine, spalancando la bocca a propria volta.
Non è un male essere concreti, permette di analizzare con maggior oggettività le situazioni...tuttavia io credo che l'idealismo sia il motore necessario di ogni essere umano, nel bene o nel male
Le palpebre si serrano sulle iridi e così prende un ampio respiro. Ogni parola che pronuncia, con la Kubikiri a pulsare nella propria mente, nel proprio cuore, è agonia. Eppure resiste, per ora. Deve.
Dopotutto, senza ideali, come si potrebbe pensare di voler raggiungere dei risultati concreti? Se ci si lascia trasportare dalla marea...certo, sarebbe più facile giustificare i propri fallimenti, tuttavia ogni azione senza ideale non diventa altro se non un pigro tentativo a raggiungere qualcosa per cui non si ha il coraggio di mettersi in gioco...almeno per come la vedo io
Propone poco dopo, scuotendo quindi il capo.
E' vero, il declino di Kiri non era imputabile solo a loro...tuttavia, non è forse vero che chi ha maggiori responsabilità deve assumersi anche maggiori colpe?
Dopotutto, non è forse il capitano l'ultimo ad abbandonare la nave in procinto di affondare nei flutti dopo un incidente? Cosa renderebbe diversi gli spadaccini per Kiri in questo caso?
Non ti devi scusare, ti ho chiesto di parlare liberamente, grazie per non esserti trattenuta
Dei ringraziamenti che ancora fluiscono quasi fosse un respiro smorzato, un morto che sta tirando le cuoia e che tuttavia, miracolosamente, è ancora lì in piedi. Gli occhi si sgranano nel sentire le parole riguardo l'amministrazione di Hayate, cogliendo forse qualcosa che stoni, che non gli piaccia e che non voglia udire, e che tuttavia potrebbe rivelarsi estremamente interessante se approfondito.
Cosa te lo fa pensare?
Non chiede chiarimenti diretti ma piuttosto cerca di mantenere un tono tranquillo, approfondire la questione semplicemente con calma. Ed infine, sentendo le ultime domande sulle spade non può far altro che fermarsi del tutto.
fallo
La destra che sale a stringere l'impugnatura della propria lama e la schiena si raddrizza all'improvviso: sembrava un morente, eppure nel momento stesso in cui estrae la pesante lama lo fa con una naturalezza ed una fluidità tale da sembrare quasi quella sia un prolungamento del proprio braccio.
Sto dicendo Urako, che ogni spada è disegnata per uccidere, ma in un modo particolare, ed ogni modo reca con sé uno stile, ogni stile modella l'uomo e da vita alla leggenda
E così dicendo in primo luogo punta direttamente la spada avanti a sé, salvo poco dopo porre la sinistra sul piatto della lama e dunque girandola, puntando al suo busto la punta affilata e il manico verso...Urako.
Credo che sia difficile per te capire esattamente cosa significhi impugnare una delle sette, ed allo stesso modo, credo che impugnandola capiresti molto meglio di qualunque spiegazione io possa fornirti
Una pausa. Sa bene che per una persona come lei forse questo è l'unico modo di farsi capire. L'unico per immedesimarsi nel ruolo, nel comprenderne il peso.
Ma ti avverto che potrebbe essere spiacevole...se credi sia solo un pezzo di ferro
Rimane silente, attendendo eventualmente che la ragazza prenda quella lama. All'ultima domanda il capo si inclina verso il basso e dunque poco dopo prende parola. Indegno, davvero è pronto a ritenersi tale? E per chi? Sono domande a cui effettivamente non si è mai dato compiuta risposta. Semplici, innocenti se vogliamo eppure nulla di più complicato potrebbe piovergli addosso ora. Perchè lui è un indegno, agli occhi di sé stesso ancor prima che di chiunque altro. Ma il punto non è questo, la vera domanda è: è davvero pronto a dirglielo?
Momochi Ki, Momochi Ilya
No non lo è, per questo sceglie la via più semplice per rispondere, che potrebbe anche farlo passare per un cretino, una finzione alla quale qualcosa gli dice che la kunoichi crederebbe senza farsi troppe domande.
La Kubikiri è sempre appartenuta a ninja potenti provenienti da famiglie potenti e temute, ed io chi sono? Figlio di nessuno, una assoluta macchietta, una goccia nel fiume che è la storia del nostro paese...chi sono io per definirmi degno di raccogliere una eredità così controversa come quella della mia spada?
Domanda poco dopo, manco si aspettasse davvero che lei rispondesse.
Voglio credere che un tempo tutti siano stati indegni, e che a mio modo potrei riscoprirmi valente agli occhi di chi mi circonda, di chi con le sue idee e voce contribuisce a definirmi
Scuotendo quindi il capo sul finire. Una risposta carina per essere bellamente inventata su due piedi. Congratulazioni cazzone.
Tuttavia, è difficile collocarsi come erede di tali figure, ai miei occhi potrei apparire come un giovane apprendista, agli occhi altrui come un detestabile psicopatico alla ricerca della frenesia omicida dei Momochi, quindi immagino che la mia domanda sia duplice: se da un lato sono indegno, sono sicuro davvero di volerlo essere? E se invece volessi essere un Diavolo diverso, mi verrà permesso di esserlo? L'essere indegni passa attraverso molte tappe, ma principalmente dalla visione altrui
Un che di vagamente ironico, la spada ancora lì. In attesa la ragazza la impugni, o la rifiuti.
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