Classe #33 - La classe dei bottoni, per HazonII e Doma

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view post Posted on 11/9/2018, 20:53     +1   -1
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The Almighty Shitlord

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Il sole splende alto su Kumo, ciò che ne resta.
Un villaggio sovente avvolto da grida, esternazioni caotiche di vita ora giace in ginocchio, ridotto in macerie dalla furia di Son Goku, di quel bijuu che ha auto la forza di uccidere anche la Rakage, la guida del villaggio.
Eppure nonostante i volti scuri, il silenzio mesto che avvolge i casolari ridotti in macerie a tratti ancor fumanti, la vita prosegue.
Molte sono le persone che senza bisogno di richieste sono corse in strada ad aiutare il prossimo, a seppellire i morti e rimuovere pezzi di legno e pietra dalle strade principali così da renderle percorribili, così da consentire alla vita di tornar seppur tiidamente a fluire poiché la nuvola, Kumo, non orirà finché anche solo un ninja porteà quel coprifronte e questa non è una litania che viene ripetuta strada per strada e giorno per giorno ma piuttosto un messaggio che trapela dalle azioni e dalla determinazione, ed entrambi potrebbero far ben sperare.
E' mattina presto, e nonostante la città sia ormai ridotta in macerie gli studenti di un'accademia di cui sono sopravissute a malapna un paio d'aule erano già stati radunati in quelle piccole aule per sostenere la prova scritta per divenire Genin, a cui regolarmente sarebbe seguita una prova pratica che, se positiva, avrebbe ad entrambi donato la carica di Genin. Lo scritto era giusto durto una singola ora ed adesso un nutrito gruppo di ragazzetti dal viso più o meno sporco dalle polveri, all'aiuto che regolarmente veniva dato al villaggio, si trovava all'esterno in uno spiazzo polveroso largo circa 30 metri. Ragazzi di tutte le età, bambini, adolescenti e persino adulti sostavano in quel luogo, si raccontavano, in attesa dei risultati o di comunicazioni che sarebbero giunte dai sensei ancora all'interno dell'aula.
Tra di essi si sarebbe notata una ragazzina di capelli grigi e dalla pelle mulatta, gli occhi grandi e azzurri ricolmi di speranza su un volto piegato in una espressione rattrististata, come avesse voluto dare di più.
Il baccano tutt'attorno è notevole, eppure finalmente agli studentisarà possibile fare la reciproca conoscenza.

//GDROFF:
Ok partiamo, muovetevi pure come preferite giocando che avete appena sostenuto l'esame scritto e appunto attedete che il maesto vi dica qualcosa, avete libertà assoluta di role.
Per dubbi o domande sentitevi liberi di contattarmi quando volete, bun divertimento!
Edit: si unisce anche Quentin James




Edited by yolomasterlol - 19/9/2018, 23:07
 
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view post Posted on 13/9/2018, 15:21     +1   -1
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CITAZIONE
Parlato Akira

Erano successe tante di quelle cose in tempi recenti che Akira non sapeva nemmeno dove iniziare per contarle. Kumo era stata rasa al suolo, per dirne una, e di questo lui non ne era minimamente compiaciuto; si sa, quando la tua casa viene schiacciata dal piede di un mostro di potenza sproporzionatamente elevata il minimo sindacale è provare quella giusta sensazione di lieve inconvenienza. Grazie a tutti gli dei di cielo e terra, però, nessuno delle sua famiglia era stato colpito da un improvviso caso di morte, cosa non esattamente scontata quando si considera che su quattro persone tre erano Shinobi, ergo gente impegnata in prima linea in quel tipo di circostanza; se fosse successo loro qualcosa di brutto, Akira non avrebbe saputo come reagire, poiché nonostante i continui conflitti che aveva con loro amava i suoi genitori e la sorella dal profondo dell'anima.
Fortunatamente era andato tutto relativamente bene, nessuno che lui riteneva personalmente importante si era fatto male, ad eccezione della Raikage, ma ehi, nessuno è perfetto e un altro Raikage si sarebbe trovato in un lampo, considerando che la gente che abitava il villaggio era all'incirca viva.
E così fu che, in un villaggio devastato e con i suoi abitanti moralmente provati, proseguì il percorso accademico del ragazzo dai capelli rossi. Erano stati giorni faticosi, dopotutto ognuno a modo suo doveva impegnarsi per aiutare il prossimo in un grande sforzo di patriottico altruismo, e anche lui doveva ammettere di non essere indifferente al richiamo della sicurezza nazionale: c'era una forza che poteva trovarsi nella tragedia e un senso di appartenenza che univa coloro che soffrivano lo stesso dolore, Akira non ne era nemmeno consapevole ma tutto quell'insieme di strane circostanze non avevano fatto altro che rafforzare in maniera inconscia il suo desiderio di andare fino in fondo con la sua attuale occupazione, di riuscire finalmente ad ottenere il tanto agognato titolo di Genin della Nuvola. Non che fosse facile.
La parte scritta era una noia terribile, se non altro per il fatto che Akira doveva effettivamente mettere impegno in qualcosa che detestava con tutto il cuore, ossia studiare; non poteva farci nulla, stare col culo buttato su una sedia a leggere cose scritte su un pezzo di carta non era per nulla il suo modo di passare una giornata ideale, e, siccome aveva la netta tendenza a non fare cose che non gli piacevano, c'era un problema di fondo. Eppure stavolta ci mise un minimo d'impegno, studiando per un tempo che lui stesso riteneva accettabile, perché anche una persona terribilmente pigra come lui capiva dell'importanza del momento, o meglio, la sua fu più una fredda constatazione dei fatti: se non avesse passato l'esame alla prima botta gli sarebbe certamente passata la voglia di riprovarci, considerando che il prospetto di marcire sui banchi dell'Accademia per un altro lungo periodo di tempo non era poi così allettante, e lui stesso cominciava a farsi abbastanza adulto da capire che avrebbe dovuto prendersi qualche responsabilità, prima o poi, ed essere bocciato sarebbe stato un inconveniente bello grosso.
E dunque il fatidico giorno era arrivato, e l'esame scritto era stato regolarmente sostenuto. Akira non era la più fiduciosa delle persone, soprattutto quando andava a toccare la sua poca tendenza all'impegno, ma stavolta era sufficientemente certo di non aver fatto eccessivi macelli; conosceva buona parte delle risposte, e per quelle che non conosceva sapeva abbastanza da andare per esclusione, tutto sommato quindi era convinto di aver fatto un lavoro almeno discreto. Non ci avrebbe messo la mano sul fuoco in ogni caso, sapeva bene che il succo della sua performance in quell'esame sarebbe stata la pratica, dunque si sarebbe accontentato di un punteggio passabile allo scritto per poi puntare tutto sul resto.
Non era solo a sostenerlo, anzi, c'erano fin troppe persone per i suoi gusti in quel cortile polveroso. Akira si ergeva con indosso una comoda e marziale tuta nera e bianca, che per contrasto rendeva i suoi capelli rossi, per l'occasione tenuta in una lunga treccia dietro le spalle, ancora più evidenti. Stava ciondolando in un angolo, mordicchiando nervosamente una caramella alla menta dopo l'altra; era il suo vizio, quando cominciava a farsi prendere dall'ansia afferrava il suo dolciume preferito e cominciava a divorarne a ripetizione finché non si calmava, in previsione dell'occasione ne aveva portati un sacchetto intero ma, anche dopo essere arrivato quasi a metà, l'ansia non faceva cenno a disperdersi.
Mentre stava per infilarsi in bocca un'altra caramella, il suo sguardo cadde su una delle studentesse che erano nel cortile e che stava per conto suo: era di carnagione scura, cosa comune a Kumo, e dai capelli grigi, anch'essa cosa comune, tuttavia quegli occhioni azzurri erano ben degni di nota. Lo colpì principalmente per la tristezza e la malinconia che emetteva il suo sguardo, che l'avvolgeva come una sorta di mesta aura; ad Akira non piacque per niente, non riuscì a spiegarsi il motivo ma si sentiva un groppo allo stomaco a guardarla, per amor del cielo, quella ragazzetta gli stava facendo venire voglia di piangere! Era probabilmente tutta la tensione accumulatasi dall'attacco del mostro fino a quel momento, ma che diavolo! I suoi denti fecero a pezzi la caramella, che fu ingoiata immediatamente, prima che Akira stesso cominciasse a fare un passo dopo l'altro verso la ragazza. Gli aveva messo un terribile disagio addosso, probabilmente senza nemmeno rendersene conto, e lui avrebbe fatto qualcosa al riguardo.
Oi.
Una volta giunto in prossimità della ragazza fu lesto a richiamarne l'attenzione nel modo meno scortese che conosceva; perché poi stava facendo questo? Darsi tanto sbattimento per quello che un'estranea stava passando? Boh, in tutta onestà non lo sapeva nemmeno, non gli piaceva semplicemente che fosse triste in quel momento e dunque aveva deciso di agire, poiché questo era Akira: estremo menefreghismo, ma anche atti di insospettabile sensibilità quando gli girava bene.
Non hai un'aria allegra. Tieni, quando sono giù mangio queste e mi calmano, magari con te è lo stesso.
Akira le tese il sacchetto di plastica che conteneva ancora una buona metà dei confetti alla menta, grandi quanto una falange, oltre che gli involucri scartati di quelli che lui stesso aveva già mangiato; provvide a spostarne un po', in modo che l'altra potesse prenderne una senza farsi strada tra le cartacce. Che la ragazza avesse accettato la sua offerta o meno, Akira avrebbe continuato a parlare con tutta la poca delicatezza che lo contraddistingueva.
Non conosco le tue circostanze, non sono affari miei dopotutto, però ho visto che sei triste e non mi piace; pensa che a breve ci sarà il momento della verità, prova a concentrarti sull'esame e su tutti i modi in cui puoi passarlo, fa simulazioni di possibili scenari nella tua mente, non lo so, qualsiasi cosa possa distrarti anche solo per un momento. E sì, non è per nulla affar mio, sei libera di fare le facce che vuoi, però spero che darti un istante di sollievo possa aiutare per... tutto.
Concluse il discorso facendo le spallucce, quasi a voler togliere importanza a quello che aveva detto, ma dopotutto Akira stesso non aveva troppe speranze su reazioni positive della tizia: era arrivato con la delicatezza di pugno sui denti e aveva detto esattamente quello che pensava senza trattenersi, era legittimo che la ragazza sbroccasse e iniziasse ad insultarlo, ma anche quello gli andava bene considerando che la rabbia era produttiva e lui stesso non aveva nulla da fare in attesa dei sensei, poteva anche fare in modo che la ragazza sfogasse un po' d'ira.
Per amor del cielo, quei maledetti esaminatori quanto tempo ci stavano mettendo!
 
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Quentin James
view post Posted on 20/9/2018, 18:27     +1   -1




Quella mattina, tutte le cose successe nell'ultimo periodo, non avevano alcun valore. Questo, ovviamente, non era il sentimento comune di tutti gli abitanti del villaggio che anche quest'oggi sarebbero stati in maggioranza impegnati nelle opere di ricostruzione della loro abitazione, del loro vicinato, delle strutture più importanti: In poche parole di quella che tutti consideravano casa loro, Kumo.
Era così però che la pensava un gruppo di ragazzi, pochi ma buoni, come si suol dire, che oggi si apprestavano a sostenere il loro esame per diventare ufficialmente shinobi, Genin per la precisione. Il primo passo verso la vita militare, con tutto ciò che ne consegue, per dei ragazzi che da poco avevano superato i 2 lustri di vita.
Pochi perché molti dei loro compagni di accademia erano rimasti uccisi negli eventi che accaduti in precedenza, pochi perché alcuni dopo aver assaporato il sapore della guerra che arrivava come un fulmine a ciel sereno sulle loro case avevano messo da parte quello che sembrava un sogno di infanzia, per vivere una vita sicuramente meno emozionante ma magari qualche decennio più longeva.

Questo pensiero, non era passato neanche per l'anticamera del cervello del giovane Razan che oggi dopo una notte passata con il sonno più leggero del solito, un eufemismo per dire che effettivamente non aveva dormito affatto, si era recato in accademia per svolgere la prima parte dell'esame: Un test scritto.
Affascinante, come nonostante il ragazzo si preparasse da tutta la vita a quel singolo giorno, anzi a quelle poche ore l'ansia e l'eccitazione gli avevano giocato un brutto tiro la sera prima e non era per niente riuscito a dormire. Paradossalmente nei giorni dell'apocalisse, relativamente parlando, che ha colpito il suo villaggio si sentiva più tranquillo, nonostante suo padre e la maggior parte della gente del suo clan fosse in prima linea a rischiare la vita e che aveva addirittura ucciso la Raikage, un lutto che difficilmente Kumo supererà indenne. Razan non sapeva il motivo di quella notte insonne, visto che era la prima volta che gli capitava, era sempre stato molto tranquillo e sicuro di passare quell'esame che per lui era una pura e semplice formalità, visto che si sentiva già uno shinobi. Tuttavia, non sapeva neanche che nonostante si allenasse da quando era poco più che un infante, sentire l'ansia da prestazione è una cosa normale alla prima vera uscita, nonostante le ore di allenamento a casa.
//OFF: If you know what i mean. :ahguru:

Comunque, la prima metà dell'esame era oramai passata e anche l'ansia dato che tutto era filato liscio.
Beh, almeno Razan pensava di essere andato alla grande poi stava al suo esaminatore decidere se questa fosse la realtà dei fatti oppure no.
Tra gli altri, Razan aveva notato un giovane vestito di una strana tuta bianca e nera che masticava rumorosamente delle caramelle ed una
ragazzina dallo sguardo triste e dai particolari occhi azzurri. Sentì empatia per la giovane dato che anche lui si distingueva dal resto degli abitanti di Kumo per il colore degli occhi: Un verde pallido che di certo spiccava sulla sua carnagione scura e non era di certo usuale al villaggio della nuvola, un regalo di sua madre, ma per lui questi dettagli, non erano assolutamente rilevanti.
L'empatia comunque si trasformò in commiserazione quando davanti ai suoi occhi il giovane che era vestito in modo strano si avvicinò alla ragazza in un goffo tentativo di risollevarle il morale.
Siccome non voleva impicciarsi e neanche farsi notare dai due, tornò a fissare il vuoto e ad attendere con ansia il momento in cui avrebbe potuto finalmente stringere tra le mani il suo coprifronte. Sentiva già di meritarselo da qualche tempo ed ora era molto impaziente. In realtà si stava anche domandando come in un giorno così importante il suo compagno di accademia avesse la voglia e lo spirito di mettersi a fare il don giovanni con un'altra esaminanda. Ma effettivamente, ognuno stempera la tensione a modo suo.


//OFF: Primo post della mia vita. Siate buoni con me :flower:
 
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view post Posted on 7/10/2018, 19:46     +1   -1
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Persino in quel luogo reso quasi desolato dalla devastazione l'umanità, il reciproco prestarsi aiuto, contribuisce a donare ciò che persino Son Goku non è riuscito a portar via: la speranza.
E mentre il docente ancora non si palesa, quella ragazzina si volta verso Akira. E' spaventata in un certo modo, insicura delle proprie capacità eppure timidamente va a prendere quella caramella datogli dal ragazzo di Kumo. Deglutisce, si prende il suo tempo, incerta.

gra..grazie

Timida, la voce quasi il pigolare di un pulcino, infine prendendo quel dolciume e portandolo alla bocca. Gli occhi rimangono sulla figura del proprio interlocutore
ed infine la bocca si spalanca, il viso baciato dal sole che batte su Kumogakure.

cosa...ne pensi dello scritto?

Domanda quindi, curiosa. E così manco fosse il primo sassolino che avvia una valanga, progressivamente comincerà a diffondersi un vociare sempre più marcato tutt'attorno agli studenti: chi adesso si decide a suggerire le proprie risposte come migliori, altri che prendono a disperarsi o confrontarsi riguardo le stesse che abbraccerà progressivamente tanto Razan quanto Akira.
Quel momento tuttavia è destinato a terminare, nello specifico quelle voci prendono a zittirsi nel momento stesso in cui infine si palesa il loro insegnante, Shizo.
Il chuunin in questione è ormai un adulto con poco più di 30 inverni sulle spalle, corti capelli biondi brizzolati ed una folta barba chiara incorniciano quel volto mulatto. Il corpo massiccio e muscoloso coperto da un paio di pantaloni bluasti aderenti ed il giubbotto da chuunin bianco privo di maniche, a lasciar chiaramente ad intravvedere le nerborute braccia. Sorride il sensei, che giunge tirandosi dietro ben sei slittini slittini grossi a sufficienza da ospitare due studenti, le mani serrate attorno a tre paia di redini legate dal lato opposto a un complessivo di dodici maiali da traino, due per slittino ligneo.
Ogni veicolo è completamente di legno e dotato di quattro ruote, lo spazio del pilota è sufficientemente ampio per ospitare qualcuno che tenga le redini ed un secondo che possa ad esso aggrapparsi ad esso oppure sdraiarsi sulla struttura allungata e rettangolare che collega lo spazio adibito al pilota alle bestie, i maiali sono neri e grossi, forti a sufficienza ed evidentemente addestrati, tanto che a malapena grugniscono.

Sarò onesto con voi ragazzi, non tutti voi hanno passato la prova scritta

Comincia a dire con voce quasi divertita, soffermandosi innanzi ai futuri shinobi, a circa tre metri da loro.

tuttavia, non sarò ad impedirvi di farvi rivalere con la prova pratica, che varrà due terzi del punteggio

Informa, infine lasciando le redini per terra, qualche grugnito che anticipa il successivo muovere del capo dei porci al suolo, alla ricerca di cibo da trangugiare.

Quindi datevi una svegliata, e dimostratemi che siete degni di indossare il coprifronte di Kumo nel modo migliore: agendo finché non vi spaccate la schiena e quindi continuare ancora!

Esclama, poco dopo andando ad indicare con un cenno del capo i resti in rovina delle mura cittadine, distanti a circa un paio di km dall'Accademia, un labirinto di case a frapporsi fra gli studenti ed il loro obiettivo, che tuttavia dovrebbero ben conoscere.

Il vostro compito sarà quello, formate delle coppie e preso uno slittino, di muovervi verso le mura e sgomberarle dalle macerie, prendete quante più rovine e riportatele qua, siete autorizzati a fare più viaggi ed a disturbarvi nel corso della gara, perchè vinceranno coloro che riporteranno il maggior numero di macerie possibile

Che ci sia un solo vincitore o sia presente una "soglia" oltre la quale tutti passeranno? non è dato saperlo.

Potete cominciare

Annuncia, lasciando dunque agli studenti il tempo per organizzarsi e muoversi: è tempo di scegliere le coppie e partire.

GDROFF: HazonII non avendo postato entro la scorsa settimana è considerato escluso dalla classe.
_Doma: ho notato nel tuo scritto alcuni problemi, ad esempio dei periodi di cui non riesco a comprendere il significato come il seguente "Akira si ergeva con indosso una comoda e marziale tuta nera e bianca, che per contrasto rendeva i suoi capelli rossi". Il mio consiglio è di provare a scrivere meno e rileggere quanto produci, per evitare o di suonare ridondante o per distrazione comporre periodi privi di senso logico.
Quentin James: meno off nel corso di post e cerca di approfondire i pensieri e l'introspezione del personaggio in generale, non solo di farla intuire da reazioni esterne.
Per il resto state andando entrambi alla grande!
GDRON
 
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Quentin James
view post Posted on 8/10/2018, 01:29     +1   -1




Mentre il giovanissimo Yotsuki se ne stava seduto a ponderare sull'esito del suo esame e ripeteva i calcoli delle sue risposte nella sua mente grattandosi la testa con la mano mentre contava. Una abitudine tutta sua questa, che aiutava il ragazzo a concentrarsi a sua detta. Tutt'intorno a lui il resto degli studenti continuava a chiacchierare tra di loro scambiandosi opinioni sull'esito dell'esame.

Tuttavia, da bravo secchione qual'era il candidato shinobi se ne era rimasto in disparte rispetto alla classe, in fondo, Razan preferiva così, non gli interessava conoscere le risposte degli altri ed era abbastanza sicuro di essere preparato a dovere per quell'esame, anzi a dirla tutta si sentiva più intelligente e preparato del resto degli studenti, solo che gli insegnamenti passati dal suo clan gli avevano sempre impedito di esternare questo pensiero: La fiducia nei compagni d'arme era un requisito fondamentale per un soldato, poiché collaborare con altri shinobi era d'obbligo per tutti i ninja.

"Un soldato da solo, non valeva niente e quando si fa parte di un team se un membro fallisce tutto il team fallisce. Se il team fallisce Kumo fallisce e per uno Yotsuki questo sarebbe imperdonabile, il villaggio è come un terzo genitore per i membri del clan. Non si tradisce la fiducia concessa da un padre o una madre ancora meno si tradisce quella concessa dal villaggio."

Questa, in soldoni, era la via del ninja per gli Yotsuki e così anche per Razan.
Uno potrebbe dire che inimicarsi tutti i futuri compagni di team andando in giro a pavoneggiarsi di essere il migliore era un buon modo per dirigersi al fallimento, già dalla prima missione. O forse anche prima di partire per una missione... Questo, l'adolescente lo sapeva perfettamente e quindi si teneva per se il suo pensiero. Certo, avrebbe dato il massimo comunque e preteso lo stesso dai suoi compagni, in caso contrario non si sarebbe fatto problemi a inimicarseli, per dirla con un eufemismo.

Comunque, la mattina si era inoltrata nella seconda metà del suo trascorrere mentre il vociare proseguiva e il giovane aveva ripetuto per la settima volta tutti i calcoli del test scritto prima di tirare un sospiro in segno di un maggiore relax mentale.
In lontananza si sentiva poco nitidamente il proseguire dei lavori di ricostruzione del villaggio a ritmi serrati, ogni abitante in grado di lavorare dava una mano alla ricostruzione.
D'un tratto mentre lo sguardo del giovane Razan si era perso nel cercare di riconoscere gli uomini e le donne indaffarati coi lavori di ricostruzione, nell'intento di passare qualche minuto in più mentre attendeva i risultati della prova scritta che ormai tardavano ad arrivare, il suono che sembrava lontano si fece più forte, come se non fosse più il ritmo di sottofondo di quella giornata ma bensì la melodia principale. Questo scosse lo Yotsuki dal suo momentaneo allontanamento mentale e lo riportò alla realtà del giorno: Il suo esame genin. Non solo il suo effettivamente, ma l'ego del ragazzo aveva bisogno di costante nutrimento. si accorse che il brusio si era fermato di colpo e tutti si erano voltati a fissare il loro maestro di accademia. Un giovane chuunin dai capelli e dalla folta barba bionda, che comunque aveva più del doppio dell'età dei suoi esaminandi. Si potrebbe effettivamente obiettare che con i tempi che corrono a Kumo il fatto di raggiungere i 30 anni di età ed essere ancora in posizione verticale e non in una cassa di mogano qualche piede sotto terra sia un traguardo invidiabile. Ma il pensiero di Razan era più che altro occupato a risolvere un importante dilemma esistenziale: Perché il loro sensei si portava dietro delle slitte trainate da dei maiali?
Forse il sensei aveva organizzato una grigliata per festeggiare la promozione dei suoi ragazzi e quei maiali erano il piatto principale? Improbabile, ma per un momento lo Yotsuki ci aveva sperato. L'altra cosa che aveva ardentemente sperato e che gli causò un lungo brivido alla schiena era che il suo sensei non li avesse reputati così scarsi allo scritto da farli confrontare con dei maiali, a quel punto sarebbe diventato lo zimbello del clan, del villaggio e forse anche del Paese del fulmine. Pensiero alquanto stupido si direbbe, se non fosse che questa cosa dei maiali aveva davvero colto alla sprovvista il ragazzo che non sapevo davvero cosa diavolo pensare.
Questa dubbio gli rimbalzò in testa per i successivi 30 secondi che portarono il maestro nella posizione dalla quale iniziò il suo discorso agli allievi.
Nel momento in cui la voce del sensei tuonò con tono serio, avverso alla sua faccia sorridente, Razan raccolse tutta la sua energia per concentrarsi e distogliere gli occhi da pesce lesso, per rimanere in tema zoologico, dalle bestie che il sensei si era portato dietro.
Sembravano deliziosi, ma dalle prime parole che uscirono dalla bocca di Shizo si capiva che la grigliata era improbabile ed il confronto contro i maiali un po' meno...

Per fortuna non era questo il giorno in cui la reputazione degli Yotsuki sarebbe andata in pasto ai porci, la spiegazione di quello che sarebbe stato l'evento con funzione di prova pratica per gli studenti consisteva nell'aiutare nei lavori di costruzione per le mura del villaggio poco distanti dall'accademia ninja, in modo però poco convenzionale se così si può dire.
Razan immediatamente realizzò la genialità del test proposto dal sensei che metteva alla prova sia le loro abilità da shinobi, sia dava la possibilità ai ragazzi di rendersi utili nei lavori, nonché di dare un valore al loro attaccamento allo sfortunato corpo del Villaggio della nuvola, lacerato da un attacco incontenibile. Unica pecca di questo geniale progetto del sensei, almeno secondo la visione di Razan era che la prova era progettata per coppie: Il suo voto finale sarebbe dipeso anche dalla capacità di un altro individuo. Le imprecazioni verso il nulla o le divinità, come più aggrada farsi, che passarono nella sua mente in pochi secondi, le lasceremo come esercizio per casa ai lettori.

Tuttavia l'istinto, un sesto senso molto sviluppato negli shinobi anche così giovani, scalciò come un mulo e portò l'esaminando a voltarsi verso la coppia di studenti che aveva udito parlare tra di loro solo qualche minuto prima con tono molto rilassato. L'abbigliamento di lui e gli occhi di lei lo avevano colpito abbastanza da averli ricordati immediatamente quando nella sua mente si era palesata la più importante domanda del giorno:

"Come cucinerei quel maiale?"



No, la domanda non era questa, cioè si, Razan si era chiesto anche quello, ma ai fini dell'esame, la domanda che contava era:

"Ed ora io con chi faccio l'esame?"



Senza rendersi conto, che proprio perché era già una coppia di studenti formata, non faceva al caso suo. Purtroppo si rendeva conto suo malgrado, che non aveva molti amici in accademia dato il suo carattere e che le erbe per condire il maialino arrosto non fanno parte della dotazione standard dei ninja, come ardentemente desiderava in quel momento...


//OFF: Spiego una cosa, siccome non penso che il mio personaggio si sarebbe intromesso tra i 2 che erano già li a parlare, aspetto che _DOMA faccia la prima mossa e decida se vuole ruolare con noi due in coppia o se vuole che formiamo coppie con 2 NPC per l'esame.

Edited by Quentin James - 8/10/2018, 16:13
 
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view post Posted on 23/11/2018, 21:22     +1   -1
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Il brusio tutt'attorno agli aspiranti genin era notevole, quasi nessuno di loro sapesse con certezza chi scegliere per una prova così a tratti ridicola eppure importante per il proprio paese, la propria terra. Sgomberare la strada per poter ricostruire, assumere su di sé una parte del carico che gravava su ogni famiglia di Kumo. Questo era in fondo il segreto di divenire shinobi, mascherata come una semplice corsa di maiali ed una gara a chi prendeva le macerie più grandi. Perché si sa, talvolta i giovani hanno bisogno di essere spronati in maniera particolare e questo chiunque avesse ordito quell'esame lo sapeva bene.
Un brusio che non accennava a smettere, tanto che infine.

Ma la volete smettere? Non vi ho chiesto con chi intende sposarvi ragazzi, vi ho detto di scegliere il vostro compagno per la prova

Sbotta infine l'insegnante, un cipiglio deciso e vagamente arrabbiato nell'andare a fare quella puntualizzazione. Ecco che poco dopo prende ad indicare a caso una studentessa, giovane, la stessa che sino a poco prima discorreva con Akira.

Tu con lui

Indicando un giovane studente sull'estrema destra rispetto all'insegnante, una operazione di assegnazione casuale, che vedrà progressivamente i diversi ragazzi fare squadra per puro volere del caso.

Tu con lui

E così dicendo addita Razan ed un ragazzino tozzo, grassottello e leggermente più basso rispetto allo Yotsuki. La pelle mulatta, un paio di occhi scuri come la notte e capelli di una colorazione grigiastra, particolare combinazione genetica la sua. Il ragazzino in questione si muove quindi verso Razan, mangiucchiando una merendina e...

*CHOMP* Koshiro, piacere...hai idea di come batterli?

Domanda, a metà tra il preoccupato e lo stanco, come se anche solo parlare sputacchiando semi di sesamo dappertutto fosse una forma di attività agonistica.
Razan dunque avrà a disposizione un compagno ed uno slittino tirato da un maiale che sembra identico a quello dei suoi rivali. La strada avanti a sé per giungere alle mura è composta da un primo rettilineo leggermente in discesa e quindi da una brusca curva a destra che, secondo la propria memoria, dovrebbe infine condurli in una larga piazza circolare con cinque uscite, la cui seconda dalla propria destra dovrebbe infine condurli alle mura. Va da sé che la strada in principio sia larga a sufficienza anche da far passare tutti contemporaneamente, e che tuttavia, nell'ultimo pezzo, si restringa consentendo il passaggio massimo a due carretti per volta. Chi sarà il vincitore?

GDROFF: Doma per non aver risposto è escluso dalla classe. Giocati pure la tattica che preferisci e gioca la partenza e il tentativo di arrivare alle mura. Considera che nel primo pezzo sicuramente ti staranno addosso ma saranno relativamente pacifici. Allo stesso modo puoi usare Koshiro come meglio credi sul carro.



 
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