Un salto nel Buio, Shitsuki Agiwara - Autogestita #6

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view post Posted on 30/8/2018, 17:03     +1   -1
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Artificial Flower's Lullaby

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Il passaggio da figlia di Jashin a Figlia di Jashin fu qualcosa di strano e straniante. Da una parte, Shitsuki sentiva quel cambiamento come naturale, perché voluto dal suo Signore, quindi lo accettava con gioia. I veri fedeli attorno a lei si abituarono presto al suo nuovo aspetto, e se già la rispettavano, presto si passò all'adorazione vera e propria.
Dall'altra parte, i suoi amici più stretti e la sua famiglia non si capacitavano realmente della cosa.
Com'era possibile che la loro Tsuki, la piccola di casa, l'esaltata e amorevole ragazzina che avevano cresciuto con affetto fosse diventata un simbolo sacro?
Le vie di Jashin sono infinite. E fra queste vie si trovavano anche quei momenti un po' buffi in cui Shitsuki sedeva a tavola con tutta la famiglia e passava il sale a suo padre usando la coda. Ormai Shintou era abituato a uscire di casa la mattina e trovarsi la fila di persone che attendevano sua moglie. Lui poi avrebbe avuto la stessa trafila fuori dall'ufficio, con gente che lo cercava per altri motivi... Casa Agiwara aveva finito per essere la sede di due fra le personalità più importanti del Santuario, e questo senza che nessuno dei due lo avesse davvero voluto.
Come già detto, le vie di Jashin sono infinite.

Capì però che tutta quella gente che le verseggiava sotto la finestra al mattino non era così lusinghiera e piacevole come inizialmente pensava. Shintou, bontà sua, aveva il sonno pesante e se ne curava relativamente, ma dopo una settimana di cori e salmi alle sette del mattino, Shitsuki decise che ne aveva avuto abbastanza.

«Fratelli e sorelle, vi prego di non venire a cercarmi a casa. Non è il luogo adatto dove ricevervi, e non vorrei mai mancare di rispetto alle vostre richieste.»
Lo annunciò a messa, un sabato pomeriggio, quando sapeva che ci sarebbe stato tutto il villaggio o quasi.
«Per questo motivo, riceverò qua nel tempio. Così saprete anche se sono presente, e non dovrete attendere più del dovuto.»

Qualcuno obiettò sul fatto che il tempio doveva essere a disposizione di chi pregava, e la risposta fu: costruiamo un altro tempio.
Dopo un consulto con la Lama Rossa, che conosceva lo stato delle finanze del Santuario e l'effettiva possibilità di realizzazione dell'opera, venne deciso di limitare la costruzione a una cappella, un'ala extra del tempio che la Figlia di Jashin potesse occupare, e dove i fedeli potessero portare offerte e petizioni.

Si diede inizio ai lavori. Shitsuki stessa volle collaborare, malgrado la protesta dei più ferventi. Non doveva abbassarsi a certi lavori, lei doveva pensare a cose divine!
La risposta? Una risata amichevole.

«Sono Figlia di Jashin, ma sono anche vostra sorella, figlia di Royo Agiwara. E questa è casa mia. Lasciate che collabori a renderla più bella.»

Sì, nonostante l'aspetto divino e l'accresciuto delirio di onnipotenza, lei si considerava ancora, almeno in parte, Shitsuki. I suoi impegni giornalieri erano cambiati, ma continuava a pregare, ad allenarsi, a curare la casa e il giardino, ad andare a pranzo dai suoi genitori e le sue sorelle almeno due volte a settimana.
Gli allenamenti, però, erano diventati più intensi. Non più solo falce e chakra... C'era qualcos'altro da approfondire ora, e quel qualcos'altro era il Buio.

«Non sono sicuro di sapere come aiutarti, Shitsuki-chan.»
Era andata dal Priore a chiedere consiglio, ma l'anziano nonno non si era mostrato sicuro di sé come al solito. Inginocchiata di fronte a lui, la ragazza sperava in una risposta facile e una guida sicura, ma scoprì che la faccenda era molto più complessa di quanto pensasse.
«Il mondo di Jashin è qualcosa che nessuno ha mai compreso appieno... E puoi immaginare perché. Abbiamo studiato a fondo, ma abbiamo notato che ogni volta c'è qualche... Differenza. Come se il potere si adattasse alla persona, e se da una parte questo è segno dell'amore di Nostro Signore, che ci accoglie nelle nostre imperfezioni... Dall'altra, rende i casi come il tuo difficili da etichettare.»

Shitsuki sospirò, agitando la coda da sotto il bordo dello yukata.

«Intendete dire che non sapete che genere di potere possiedo?»
«Non proprio. Lo chiamiamo Yokusei, il Buio... Non guardarmi così, Yamamoto non ha mai brillato per fantasia nei nomi.»
L'espressione della ragazza era infatti un po' perplessa, forse delusa dalla semplicità di quel battesimo. «Ma il Buio... Dovrebbe essere qualcosa ad appannaggio di Jashin e delle sue Figlie. Un'entità che tu hai già detto di aver controllato, dico bene?»

Annuì. Ricordava, nel delirio di quella missione di salvataggio di Blu, i tentacoli oscuri piegarsi al suo volere. Rammentava la sensazione di potere data dal controllare l'intero universo, universo in cui lei, Shintou ed Eiji erano stati rinchiusi.

«Potrei fare una cosa simile? Potrei davvero avere un tale potere?»

Il Priore sorrise benigno, allungando una mano per accarezzarle la guancia.

«Non devi chiederlo a me, bambina mia. Chiedilo a te stessa. Sei diventata molto più di quanto avrei sperato...» Ci fu un attimo di esitazione. Gli occhi, infossati nelle rughe dei secoli, parevano tradire un sentimento di infelicità per quel destino che era toccato alla sua nipote più giovane. Ma forse era semplicemente un gioco di luci del riflesso delle candele, e durò appena un istante. «...Ora devi fare buon uso di quanto ti è stato concesso. Solo tu però puoi sapere quali sono i tuoi limiti, e sono sicuro che, coi tuoi tempi, andrai ben oltre i limiti della tua immaginazione.»

Incoraggiata dal nonno, Shitsuki si era quindi posizionata in cortile, dove di solito lei e Shintou si allenavano quando non avevano voglia di condividere il campo di allenamento. L'erba era appiattita dai tanti passi che avevano percorso, e più di un albero aveva sofferto di qualche colpo impreciso. Oltre il basso muretto a nord si estendeva il lago, che veniva fatto confluire in un canale più piccolo nel quale nuotavano carpe colorate e, d'estate, gracidavano le rane.
Era inverno però, e c'era il silenzio di una mattina nevosa infranto solo dai suoi passi.

"Forza Shitsuki... Vediamo di combinare qualcosa di buono."

Faceva freddo, il suo yukata era pesante ma non così tanto da schermarla dal gelo invernale. I drammi di Fukagizu erano ancora lontani, e il pensiero di partire sarebbe arrivato molto più tardi. In quel momento, lei doveva solo cercare in se stessa quel potere che Blu le aveva permesso di usare con tanta semplicità.

«Padre mio, signore onnipotente, ti prego di vegliare su questa tua umile figlia e guidarla nel suo percorso.»

Una preghiera era d'obbligo, ma poi impastò il chakra. Una luce azzurra si palesò attorno alle sue mani, ed era il suo chakra normale, quello che aveva imparato a padroneggiare in Accademia.
No, doveva andare più a fondo.
Intensificò gli sforzi. Acqua e Fuoco si alternarono portando la neve attorno ai suoi piedi a sciogliersi, mentre emanava calore nel tentativo di sondare i misteri dell'energia che le scorreva dentro.
Si sforzò così tanto che le venne un capogiro e cadde in ginocchio.

"No... Non va bene. Non è chakra, non posso sperare si comporti come chakra. Diamine..."

Era frustrata. Non che fosse abituata ad avere le cose che le funzionavano subito, anzi... Da quando Shintou era diventato suo maestro, la fatica si era moltiplicata in maniera esponenziale.
La infastidiva comunque non sapere da che parte girarsi, però. Tentò ancora per un paio d'ore, ma riuscì solo a sciogliere altra neve e a rischiare di svenire. Decise quindi di interrompere per quel momento, e si prese una pausa andando a fare due passi.

Si trovò quasi senza rendersene conto al Tempio. La cappella in suo onore procedeva bene, la struttura di base era stata costruita e mancavano solo gli abbellimenti, le pareti decorate e il mobilio. Vi entrò, non trovando nessuno che vi lavorava. In effetti era quasi ora di cena, era sensato che gli artigiani fossero rientrati a casa.

Si sedette per terra, sulla terra battuta e calpestata dai lavoratori, e congiunse le mani come quando meditava.
Se non poteva affidarsi al chakra, doveva guardare oltre. Il Buio era parte di sé, del suo nuovo corpo, del suo nuovo Io... Ma dov'era?

"Aiutami, Blu... Sorella... Aiutami a capire."

Respirò a fondo, rilassò le spalle, chinò appena la testa in avanti sotto il peso delle corna. Pian piano, con l'approfondimento della concentrazione, il freddo si fece sempre meno fastidioso. Non sentiva più la stoffa dello yukata contro la pelle, aveva una consapevolezza vaga di Chinuri dietro di sé, o del terreno gelido sotto il sedere. Inspirava per abitudine e non per necessità, a occhi chiusi, abbandonando sempre di più la propria coscienza.
Finché tutto non divenne buio.

Riaprì gli occhi con stupore. Era già passato tutto quel tempo? Sembrava notte fonda, talmente fonda che non si vedeva nulla.
No, un momento. Al Tempio brillava sempre qualche torcia, e lei c'era letteralmente di fianco. Che fossero tutte spente? Impossibile.
No, quel buio era diverso. Più denso e compatto. Quello era...

«Yokusei.»

Provò ad alzarsi in piedi e si rese conto che faceva fatica. Il Buio ancora non la accettava, o forse lei non accettava il Buio. Inspirò ed espirò lentamente: l'aria era secca come in una giornata d'estate, eppure sembrava notte fonda, quando ci si aspetterebbe umidità.

«Io...» Aprì e chiuse le mani, poi distese le braccia. «Io appartengo a questo posto.»
Lo disse con fermezza, guardando l'oscurità come se dovesse convincerla.
«Il Buio è il mio elemento, e io lo piegherò al mio volere!»

Strinse la mano, ma non accadde nulla. Riprovò, e sentì come un leggerissimo strappo, più mentale che fisico. Sì, c'era un collegamento, c'era qualcosa!
E c'era anche qualcuno.
Le apparve chiaro come il giorno, un punto di luce nel nero infinito.

«Chi sei? Vieni avanti!» ordinò con impeto, e si girò per identificare la presenza nel suo Buio.
Dalle tenebre emerse un gatto. Il pelo bianco era chiazzato sulle zampe, le orecchie e parte del dorso, in maniera irregolare quasi un pittore avesse agitato il pennello dopo averlo intinto in un colore tigrato. Dalle dimensioni pareva adulto, e gli mancava un occhio, il destro per la precisione.

Meaow?

Il miagolio era sottile e pigolante, l'occhio giallo spalancato in un'espressione di infelice stupore. Si guardava attorno, nervoso e teso.

«Aspetta, ma io ti ho già visto.»

Si inginocchiò, più vicina al gatto che però non si azzardò ad avvicinarsi. Shitsuki non aveva mai avuto fortuna con gli animali... Forse perché li aveva sempre visti come fonte di cibo, o potenziali sacrifici.

«Sei Tobi! Di solito stai dietro il Tempio... Che accidenti ci fai qui?»

A differenza della ragazza, c'era chi amava gli animali e si occupava degli occasionali randagi che bivaccavano lì. Erano pochi, soprattutto paragonati ad altri templi cittadini che tra corvi, gatti e cani nutrivano un piccolo esercito. Ma aveva riconosciuto il gatto dall'occhio mancante, e la domanda era... Perché proprio lui era lì?

Meaaaaaow!

Il lamento era straziante. Il povero micio era tremendamente a disagio in quell'ambiente, e non gli si poteva dar torto. Si avvicinò a Shitsuki girandole attorno e miagolando ancora, rivolgendo l'unico occhio all'ambiente attorno a sé.

«Umh... Vuoi uscire? Ma perché sei qui, ti ha inviato Jashin? Blu?»

Tentò quei nomi, ma senza successo. Il miagolio persisteva, un richiamo disperato di aiuto. Shitsuki sospirò, guardandosi attorno e vedendo solo tenebra.
Doveva uscire da lì anche lei, dopotutto.

"Okay... Vediamo... Quel contatto di prima, devo ritrovarlo. Sì... Ecco. Okay, ci sono!"

Inspirò a fondo. Il Buio era come un fumo nero e compatto, denso ma anche impalpabile allo stesso tempo. Doveva ritirarlo dentro di sé, farlo scomparire e riallacciare i due mondi che aveva separato.
Al primo tentativo le sembrò di tirare una carta da parati troppo ostinata. Insistette, aggrappandosi a quei minuscoli stralci che offrivano appiglio mentale, e tirò più forte.
Tobi miagolò, e le sembrò un incoraggiamento.
Finalmente riuscì a disperdere il Buio. Le costò una gran fatica, e una fitta fastidiosa alle tempie vicino alla base delle corna. Quando ce la fece, però, si accorse che tutto il villaggio o quasi si era radunato attorno al tempio.

"Shitsuki-sama!"
"È tornata!"
"È emersa dalle tenebre! Sia lodato Jashin!"

Confusa, si guardò attorno sbattendo le palpebre per riabituarsi alla luce. Sua madre corse in avanti, seguita più lentamente da Chigawa che scuoteva la testa e sospirava.

«Piccola mia, stai bene? Hanno detto che sei entrata qui, ed è apparsa l'oscurità che ti ha inghiottito!»
Cuore di mamma. Malgrado la figlia fosse diventata oggetto di culto, sarebbe sempre rimasta la sua bambina. Sua sorella rise, indicando la zona attorno a sé e la folla rumoreggiante.

«Era tipo un muro e nessuno poteva entrare. Roba tosta, Tsuki-chan! Cos'era?»

Ricambiò l'abbraccio di sua madre, ma distrattamente. Stava ancora pensando al Buio, a cosa rappresentasse, e all'esperienza appena vissuta.

«I miei... Nuovi poteri, direi. Parte di essi. E nessuno poteva entrare, davvero?»

Meaoww!!

Tobi si strusciò contro la sua caviglia, facendo le fusa.

«Lui c'è entrato, però. L'ho trovato dentro il Buio.»
«Il gatto orbo? Ah boh, non guardare me... Sai che non sono granché amante degli animali.»


Rassicurò il resto del villaggio, che confortato dalle sue parole riprese le proprie faccende. A quanto pare, era stata in grado di ricreare quella specie di gabbia nera in cui aveva ucciso quell'uomo, il Nara che aveva abusato della Figlia di Jashin.
Ora doveva solo imparare a muoversi nello Yokusei.
Sorrise, mentre si chinava a prendere in braccio Tobi, che dopo un iniziale momento di rigidità si fece sollevare.

«Tu verrai con me. Sento che mi sarai utile. E finalmente Shintou avrà il suo maledetto gatto e magari smetterà di inseguire tutti quelli che vede...»

Con un gatto fra le braccia e la testa piena di pensieri, si diresse verso casa.

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view post Posted on 30/8/2018, 17:53     +1   -1
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Eccoci qua. L'addestramento c'è ed è bello, il role è ottimo, la scrittura praticamente impeccabile. Il massimo che sono riuscito a trovare sono state due ripetizioni e forse una parola usata in un modo in cui io non l'avrei fatto, ma da qui a parlare di errori c'è un mare. Ti spettano 500 punti exp e puoi andare con Jashin
 
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