L'Epurazione del cacciatore di demoni, Quest Bijuu per And - Kokuo (metà positiva)

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view post Posted on 7/9/2018, 14:50     +1   -1
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A questo punto Eiji non capiva se la controparte lo stesse palesemente prendendo per il culo o meno. Possibile che non si rendesse conto che le persone, possedute o meno, avrebbero combattuto per difendere il loro diritto alla vita? Quello che stava facendo non era altro che un gigantesco omicidio di massa, atto a colpire chiunque entrasse nel suo raggio d'azione. Un genocidio degli abitanti del Fulmine. Imperdonabile sotto ogni punto di vista. Il tutto non si riduceva soltanto al fatto che stesse attentando alla vita dei suoi fratelli, avrebbe pensato lo stesso se quella fosse stata "la settimana del Fuoco, oppure dell'Acqua" e così via. Era solito punire con la morte le persone che commettevano atti anche meno impuri di questo. Figuriamoci ad immaginare cosa stesse provando il ragazzo in quel momento nel sentire le parole di quella bestia. Stuprare? Nemmeno nella morte potevano trovare la pace? Era furibondo. Avrebbe attaccato quell'essere anche all'istante se non fosse stato per il piano che si stava sforzando di portare a termine. Fremeva dentro. Continuava ad immaginarsi scene in cui la testa di quella persona volava a terra dopo essere stata soggetta ad innumerevoli torture. Godeva nell'immaginarsi il profumo ed il gusto del suo sangue, sangue che avrebbe reso giustizia a tutte le povere vittime da lui mietute. Inutile dire che questo non le avrebbe riportate in vita, ma almeno il loro carnefice avrebbe avuto quello che meritava. Pareva Hiro fosse già entrato in contatto con demoni di vario genere. Effettivamente quella frase era riferita a Watashi. Internamente si rilassò un poco, consapevole del fatto che non fosse ancora stato scoperto, o almeno così sperava. In ogni caso sorrise, con quel classico sorriso di circostanza di chi avrebbe molto da dire ma tace, cercando di far finta di nulla. Chi gli aveva dato il diritto di essere giudice, giuria e boia? Bhe, la stessa cosa si potrebbe dire per Eiji direte voi. Chi gli aveva dato il permesso di mietere vittime colpevoli, senza un processo o qualcosa del genere? Nessuno. Effettivamente in questo erano simili, ma era evidente che le motivazioni che spingevano le loro mani erano differenti, come anche la loro sete di sangue. Per quanto il chunin fosse votato allo stesso, riusciva ad accontentarsi delle poche vittime che mieteva. Hiro, d'altro canto, pareva non essere mai sazio, in tutti i sensi. Avrebbe, quindi, lasciato cadere il discorso rinchiudendosi per qualche minuti nei suoi pensieri. Strano ma vero, questa volta il silenzio aleggiava attorno ad Eiji. Non una parola da parte dl ragazzo, non più. Quindi continuarono a camminare e, grazie a qualche sotterfugio che non ci è ancora dato conoscere, riuscirono a cogliere di sorpresa persino un Anbu della Nuvola. La cosa stupì ampiamente il ragazzo, anche se nel vederlo si sentì leggermente rassicurato. Tutto sarebbe stato più semplice ora. Avrebbero metto al tappeto quel vecchio in meno che non si dica, prendendosi il resto della giornata per spassarsela a sue spese o almeno questo era quello che pensava prima di attaccare. Infatti, non conoscendo le sue capacità, decise di puntare immediatamente all'uccisione dello stesso. Non si sarebbe divertito come sperava, ma chissà, magari avrebbe trovato qualche altro modo per farlo.

Il combattimento iniziò repentinamente. Dal canto suo il ragazzo non aveva alcuna intenzione di vedere un suo confratello abbattuto, per questo non perse molto tempo ed entrò in azione. Appena vide un'apertura le sue falci si mossero come serpenti per arrivare dove quell'uomo non si sarebbe aspettato. Davvero sperava che il tutto si rivelasse così semplice? Non lo sapeva nemmeno lui, però diciamo che l'idea non gli faceva affatto schifo. Hiro però si dimostrò molto più capace di quanto Eiji non sperasse. Con una manovra piuttosto elegante riuscì ad evitare le falci facendo si che le stesse finissero nella stessa traiettoria dell'Anbu. Per poco non fu proprio Eiji e togliere la vita al suo compaesano. Per quanto le tre falci avessero già iniziato a virare dopo aver constatato l'inutilità di quel colpo, vennero allontanate maggiormente da una strana onda d'urto. Che il suo fratello fosse un utilizzatore del Magnetismo? Possibile. Ovviamente non poteva esserne certo, ma il tutto lasciava pensare proprio questo. In ogni caso la battaglia era soltanto all'inizio, ma presto sarebbe finta nel modo peggiore.

Il tutto accadde in una frazione di secondo. Eiji non riuscì a fare nulla e tanto meno le sue falci. Inutile dire che la sua staticità era anche dettata da un'implicita fiducia verso quella maschera da gatto. Se era davvero un Anbu doveva pur possedere qualche qualità particolare. Doveva essere sopra la media. Eppure venne spazzato via in un battito di ciglia. Non ci fu contromossa. Hiro prima colpì il fianco, poi il braccio, la caviglia e in fine gli trafisse il volto. Esterrefatto, ad Eiji non rimase altro da fare che guardare il sangue del suo fratello schizzare in ogni dove. L'odio negli occhi del ragazzo era qualcosa di vivo. Osservava la scena passando dal cadavere al suo carnefice e, volta dopo volta, la sua espressione si faceva sempre più truce. Cosa aveva fatto? Cosa aveva osato fare? Aveva colpito Kumo. Aveva colpito il sangue del suo sangue. Non lo avrebbe perdonato, mai e poi mai. Avrebbe spillato fino all'ultima goccia di linfa vitale dal suo cadavere fatto a pezzettini, traducendo quella bestia nel più grande sacrificio a Jashin mai fatto da lui.

Aveva ignorato le sue parole e lo stava facendo anche in quel momento. Non stava nemmeno ascoltando quello che il mostro stava cercando di dirgli. Quale eroe? Dove? Il fatto che avesse fatto fuori un Anbu di Kumo con quella facilità, però, la diceva lunga sulle capacità di quella persona. Cosa avrebbe dovuto fare adesso? Dare sfogo a tutta la sua rabbia sperando che quella fosse sufficiente a garantirgli la vittoria, oppure cercare man forte dagli altri Anbu un zona. Non dovevano essere molto lontani, anzi, probabilmente avevano assistito alla scena. Se la sentiva davvero, però, di rischiare la vita di altri confratelli? Non ne era affatto certo.
- Incredibile... - Quella dovrebbe essere l'élite di Kumo... - The fuck... Siamo sicuri che quel... -

Poi successe qualcosa che lo scosse incredibilmente. Qualcosa che non sentiva da quando era entrato in studio per comunicare la sua condizione al Consiglio. Una voce si manifestò dentro di lui. Tutte le falci si zittirono, sovrastate da quella di una quarta presenza. Era lui. Ne riconobbe immediatamente il tono. Come dimenticarlo, dopotutto ne avevano passate di cotte e di crude. Kokuoh era tornato a farsi sentire finalmente. Questa volta, però, pareva essere del tutto spaventato. Era vicino, molto, quasi come se gli stesse parlando direttamente dalla sua testa. Gli diceva qualcosa... Qualcosa che ad Eiji non era neanche passata per l'anticamera del cervello. - Scappare?! - Davvero stava chiedendo a lui, Eiji Imai, di sottrarsi ad uno scontro? Aveva affrontato al massimo delle sue capacità ninja che sicuramente si sarebbero dimostrati anche più capaci di questo vecchiacchio. Aveva perso, ovviamente, ma questo non aveva fatto altro che accrescere le sue capacità. Se era pur vero che i suoi passati avversari non colpivano con l'intento di uccidere, era altrettanto vero che Eiji non aveva paura della morte. Era diventato immortale per poter realizzare i suoi sogni, non per evitare una fine che prima o poi avrebbe colto chiunque. Lui voleva tutto, voleva il mondo. Vederlo invecchia e mutare, andando a tessere le trame che avrebbero segnato la storia dello stesso. Per questo aveva bisogno di tempo. Il potere, invece, lo avrebbe usato per proteggere quello che per lui era caro. Quello che nel suo cuore non avrebbe mai potuto trovare un sostituto. -

Scappare? Hai visto cosa ha fatto al mio Fratello?! Come puoi chiedermi questo?! Non posso perdonare quel mostro. - Fece una piccola pausa, continuando a puntare lo sguardo verso il carnefice davanti a lui che, probabilmente, aspettava una risposta. Avrebbe aspettato ancora, c'era una questione che prima andava risolta. - Di cosa hai paura?! Bro... The fuck?! Quella bestia sta dando la caccia a te e quindi a me! Nel farlo sta uccidendo migliaia di innocenti. Come puoi chiedermi di voltare le spalle e andare via?! - Continuava ad attendere una risposta nella speranza che sarebbe arrivata. - Quando mi hai risparmiato la prima volta, lo hai fatto per chiudere il cerchio di uccisioni senza senso, per evitare di essere cacciato ancora per crimini insensati. Per vivere libero! E' il momento di mettere davvero fine alla cosa. Facciamo fuori questa bestia assieme e prendiamoci la libertà che tanto brami. Non ho intenzione di scappare per sopravvivere. Vivere e sopravvivere sono due cose del tutto differenti e io voglio VIVERE. Se davvero hai paura che il mio potere non basti, allora concedimi parte del tuo come mi promisi. C'MON BRO! LET'S SHOW THIS CUNT WHAT WE CAN DO! - Immobile, circondato da facete e falci con la guardia alzata. Non restava altro da fare che sperare che Kokuoh rispondesse al suo appello, comprendendo le sue motivazioni.

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view post Posted on 9/9/2018, 16:25     +1   -1
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Lo stava facendo davvero, era lì a pregare un demone codato di donargli la forza necessaria per vendicare quella gente innocente, il tutto davanti ad un mostro con la spada che avrebbe potuto farlo a pezzi schioccando le dita. No, come non detto, Eiji non era per niente furbo. A ogni modo, al ragazzo fu risposto con un silenzio tombale, niente più parole, niente più aiuti, se veramente era stato Kokuo a parlargli, questa volta non lo fece. Il cacciatore scosse a quel punto il capo ridendosela e afferrando per il collo lo Jashinista gli strinse la gola con un forza impressionante. Eiji poté sentire mancargli il fiato, il dolore all’esofago e, per quanto non potesse morire, poteva provare il terrore di avere davanti colui che aveva già mietuto migliaia di vittime. Avvicinò i suoi occhi di ghiaccio verso quelli del Chunin e parlò a bassa voce, con un tono più serio e spaventoso rispetto a quello che aveva avuto qualche secondo prima:

Hiro – Sento la puzza di corruzione da qui…

Lo scaraventò qualche metro più indietro e impugnò con due mani la sua spada. Lo voleva colpire, era pronto a farlo, si capiva da quel suo sguardo assetato di sangue, bramoso di “pulizia” e di vita presa a chi aveva perso la brillantezza della purezza che solo lui poteva ridare al suo spirito. Qualcosa però lo bloccava, il suo essere preciso e metodico stava interferendo con i suoi desideri più profondi. Prima che potesse prendere una decisione inoltre, in lontananza ad Est fu attirato da qualcosa che riteneva ben più interessante. Si voltò verso quella direzione come se potesse ascoltare meglio qualsiasi informazione gli fosse arrivata e imprecò. Osservò nuovamente il ragazzo al suolo puntandogli contro lo spadone e gli concesse alcune parole, un onore che gli abitanti di quel villaggio non avevano di certo avuto.

Hiro – Dovrai soffrire ancora un po’ moccioso perché devo prima occuparmi di chi fa parte di questo paese, ma tranquillo…

I suoi occhi erano fermi, glaciali, fissi su Eiji, pronti a squartarlo vivo e a banchettare con la sua anima.

Hiro – Non mi dimenticherò di te.

Fece un paio di passi indietro, poi si voltò nuovamente verso Est pronto a intercettare qualsiasi cosa avesse percepito. Che si trattasse degli altri due anbu o eventualmente di altri superstiti, sarebbero morti da lì a poco se fosse andato e questo Eiji doveva ormai averlo capito.
 
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A che pro manifestarsi per poi zittirsi nuovamente? Per qualche motivo la bestia si era fatta viva per poi scomparire come aveva sempre fatto in quel periodo? Se davvero aveva paura la cosa migliore da fare era allearsi con colui che aveva scelto come ospite. Erano in due, anzi in cinque. Con il potere di Jashin e quello del Bijuu nessuno sarebbe stato alla loro altezza, nessuno. Nemmeno quel vecchiaccio che aveva messo fine alla vita di quel Anbu con così tanta facilità. Non gli aveva risposto, era sparito nuovamente riprendendo a correre o chissà che altro. Eppure c'era. Era lì. Vedeva quello che stava accadendo, sentiva le parole pronunciate da quella bestia. Possibile che non avesse la minima intenzione di cancellare quell'essere dalla faccia della terra? Si era dimostrato più che propenso a cancellare Eiji e i suoi compagni Jashinisti ai tempi, anche se non avevano fatto nulla per minacciarlo. Lui ci aveva provato, doveva farlo. Non era sicuro che quello fosse un avversario alla sua portata, ma era certo che avrebbe dato il massimo per fermare la sa avanzata in quel villaggio ormai desolato. Se era davvero troppo debole per affrontarlo, Kokuoh non avrebbe dovuto fare altro che dargli una mano. Glielo aveva anticipato, no? Sarebbe stato uno scambio equivalente. Un ospite per del potere. Cosa sarebbe successo alla bestia se, per chissà quale ragione arcana, Eiji avesse perso la vita? Poteva davvero permettersi di avere paura? Inoltre, se davvero era consapevole di quello che stava avvenendo fuori, perché spingerlo proprio a scappare. Hiro era praticamente ovunque. Era ormai chiaro che non c'era via di fuga una volta entrati nel suo raggio d'azione che si estendeva per chissà quanti chilometri. Non poteva fuggire neanche se avesse voluto. Lo aveva attaccato, ormai era certo di essere entrato ufficialmente nella sua lista nera delle purificazioni. Insomma. In tutto e per tutto, Kokouh non lo stava aiutando in alcun modo. Avrebbero dovuto chiarire questa cosa una volta usciti da quella situazione, perché ovviamente ne sarebbero usciti. Non restava altro da fare che sconfiggere quella bestia con le sue forze, dimostrando che Kumo e i suoi abitanti non erano giocattoli, ma bensì persone. Persone a cui lui teneva, che lo avevano accettato e che lui aveva promesso di proteggere.

Nel silenzio tombale che Eiji ricevette come risposta, qualcosa si mosse. Dall'esterno però, era il cacciatore che cercava di afferrarlo. Le falci erano pronte e scattati, non appena videro il suo braccio stendersi verso il collo del Chunin si mossero. Cercarono di intercettarlo con l'intento di reciderlo di netto, ma vennero respinte da qualcosa. Tutto quello che Eiji vide fu una specie di barriera o onda di energia nera che le repulse facendole indietreggiare e lasciando campo libero a quella bestia. Il collo di Eiji venne afferrato poco sopra la cicatrice che ne copriva più della metà del diametro. Se era pur vero che quell'essere si stava dimostrando non solo fortissimo, ma addirittura intoccabile, era anche vero che la concezione di dolore del ragazzo era molto distorta. Da quando Jashin lo aveva accolto non aveva mai provato alcun tipo di dolore, solo il Buio aveva risvegliato in lui quella sensazione. Questa volta non fu diversa dalle altre. Il respiro venne a mancare, ma quello che doveva essere dolore all'esofago non si tramutò in altro che piacere. Godimento per colui che per ogni ferita subita diventava più forte di prima. Ancora ed ancora, inesorabilmente. C'era però qualcosa a contrastare quel senso di piacere che provava nel avere il collo stretto in tale tenaglia. Qualcosa che probabilmente non aveva mai provato in vita sua, almeno non consciamente. Aveva tremato davanti ai Bijuu. Era stato sorpreso dal Gedo. Tutte queste situazioni non gli avevano insegnato una cosa fondamentale, la paura. Cos'era la paura? Cosa succedeva quando la stessa prendeva il sopravvento? In che modo si poteva arginare? Fino ad allora la stessa era sempre stata sovrastata dalla sua curiosità. Persino davanti a Kokuoh. Perché? Perché a quei tempi non aveva alcuna intenzione di opporsi al Bijuu. Per lui era soltanto una possibilità come un'altra di conoscere qualcosa di leggendario e inverosimile. Questa volta era differente. Hiro era la sua preda. Doveva fermarlo perché così gli era stato richiesto, eppure davanti a quegli occhi si sentì spaesato, si sentì... Come dire... Impotente. Come se tutti i sacrifici fatti per ottenere il potere, tutte le prove superate per arrivare a quel maledettissimo villaggio fossero state vane. Davvero esisteva qualcuno di così mostruoso?

Quando sentì la voce di quella persona tutto si spense e il ragazzo iniziò a farsi migliaia di domande. Perché quel consiglio da parte di Kokuoh? Perché non gli aveva risposto? Che temesse persino che i loro poteri combinati non fossero sufficienti per fronteggiarlo? Cosa avrebbe dovuto fare lui in quel momento? Fino ad un secondo prima era pronto a sacrificare tutto per tenere quell'essere in quel luogo, eppure adesso si sentiva privo di qualsiasi energia. Prosciugato ed immobile. Sconfitto nell'animo anche se ancora sano nel corpo. Poteva accettare di non essere abbastanza potente per fronteggiare il Gedo e gli dei scesi in terra. Ma quella persona. Quel Hiro. Come? Com'era possibile che dopo tutta la strada fatta non fosse ancora in grado di guardarlo dall'alto in basso? Era giovane e inesperto, ma fino a quel momento era sempre uscito a testa alta da ogni situazione. Perché in quel momento? Perché durante la sua missione? Perché proprio quando ormai aveva un Bijuu dentro al suo corpo? Proprio adesso doveva rendersi conto di cosa fosse, effettivamente, la paura?

Quando le falci vennero respinte ed Eiji riuscì ad osservare quello sguardo da vicino, comprese il divario di forze che intercorreva fra i due. Non era un allenamento con Shintou o Kinji, questa volta la sua controparte era intenzionata a farlo fuori. Non ci sarebbe stata alcuna lezione, alcun lieto fine. Non sentì nemmeno il colpo che venne prodotto dal suo impatto con il terreno. Non c'era più piacere, solo il nulla. Rimase a terra quasi inerme, mentre le sue falci ancora pronte alla difesa continuavano a stargli attorno. Qualcosa però turbava anche loro.
- Che ti succede cretino? In piedi, abbiamo una battaglia da combattere! - Eiji... Non mi dirai che... - Hai... Hai paura bro?! - Nessuna delle tre poteva credere alla situazione. Lui, Eiji Imai che più e più volte si era dimostrato del tutto estraneo alla cosa, per la prima volta era in preda alla paura. Non poteva morire, ma una volta mangiato di lui non sarebbe rimasto più nulla. Non voleva essere stuprato quando ancora era cosciente per sentirlo. Non voleva assaporare il piacere che avrebbe provato dai morsi di quell'essere. Non voleva che quella fine toccasse anche a lui. Eppure sapeva benissimo di non poter fare nulla per opporsi alla stessa. - I... I... Quegli occhi... Io... Non sono abbastanza... - Non riusciva nemmeno a formulare una frase completa nella sua mente. Le falci continuavano a essere in posizione, ma era chiaro che il loro spirito era piegato dal fatto che lo stesso utilizzatore fosse in preda al panico. Osservò quella spada consapevole che presto sarebbe stata conficcata dentro il suo corpo. Consapevole che ne avrebbe tratto piacere e consapevole che la controparte si sarebbe accorta che qualcosa in lui non andava. Che fine orribile gli avrebbe fatto fare? Quanto piacere avrebbe dovuto provare è prima di sparire del tutto dal mondo che avrebbe voluto vivere per chissà quante ere? Non riusciva a pensare ad altro. Da prima, concentrato sulle migliaia di torture che avrebbe inflitto a Hiro, la situazione si era del tutto ribaltata.

Qualcosa distraeva il così detto eroe. Non era più concentrato sul Chunin come in precedenza. Lo percepiva mentre sentiva le sue membra tremare in preda a quella che ormai aveva accettato essere paura. Nel suo sguardo non c'era nulla. Non più il rosso delle fiamme della battaglia. Non più il verde vivo di colui che ama la vita e tutto quello che ne deriva. Era vuoto. Aspettare? Ancora? No. Non voleva. Il solo immaginare tutto quello che avrebbe subito lo straziava più di quanto non si sarebbe mai aspettato. Era incredibilmente strano per lui. Come se, effettivamente, nella sua mente stesse pregando la controparte di fare in fretta. Non voleva più vivere in quello stato. Non voleva più dover sopportare quella cosa che la gente definiva paura, terrore. Non faceva per lui. Non era da Eiji. Eppure anche lui era umano. Pieno di sentimenti sogni e speranze. Comprendere che gli stessi non si sarebbero mai realizzati per qualcuno come quel vecchio faceva male. Molto. Troppo. Rimase in silenzio con gli occhi sgranati, in perda al terrore, osservando la figura del suo carnefice che si voltava e prendeva il largo. Cosa stava succedendo? Perché lo stava abbandonando? Che avesse ragione? Forse le sue vittime erano davvero grate quando poneva fine alle loro sofferenze? Sofferenze che per lui non sarebbero state tali, ma che lo avrebbero segnato per il resto della sua breve esistenza.

Si raggomitolo su se stesso, tremante e impotente. Gli occhi erano enormi e terrorizzati, mentre i palmi delle mani andavano a coprirli per la vergogna. Sì, si vergognava di se stesso. Di quello che stava provando e del fatto che, ancora una volta, non si era dimostrato abbastanza potente. A differenza delle altre volte, però, era quasi sicuro di non averci nemmeno provato. Era questo che si provava a maturare? Questo che si provava quando ci si rendeva conto che la propria fine non era poi così, lontana? Cosa avrebbero detto i suoi genitori? Suo nonno? Aveva sacrificato i loro ricordi per ottenere l'immortalità, eppure stava per buttare via tutto quello che era scaturito da quel sacrificio. Iniziò a piangere lacrime che mai aveva piano prima di allora. Attorno a lui le falci ne percepivano la disperazione.
- Ragazzo... - Eiji... - Bro... - Nessuna di loro sapeva cosa dire o cosa fare. Persino Ichigo non insisteva come suo solito nell'insultarlo. Sentivano quello che sentiva lui, provavano quello che provava lui e, proprio per questo, comprendevano i suoi sentimenti. - Bro... Let's go... Non è una battaglia che possiamo vincere... - Sanmaru ha ragione... Fatti forza... - Dobbiamo... Sc... Scapp... Scappare... - Lo infastidiva terribilmente dire quella parola. Lui che si riteneva il più grande guerriero fra quelle tre falci e, in fin dei conti, non aveva torto. Tutte avevano cambiato punto di vista, soprattutto Sanmaru. Dall'essere quello più entusiasta per la battaglia imminente, adesso spingeva perché il ragazzo cercasse in posto sicuro in cui rifugiarsi.

Eiiji rimase seduto per qualche secondo, dondolandosi e continuando a crogiolarsi nella sua paura. Nel sentire le parole delle falci qualcosa si smosse. Si mise a quattro zampe, iniziando a gattonare questo chissà quale via di fuga. Il tutto però non durò molto. Le lacrime continuavano a sgorgare e presto lui venne piegato dal suo stesso pianto. La fronte impattò con il terreno mentre, con la coda dell'occhio, vide il cadavere del suo confratello immerso nel sangue.
-

PerchéPerchéPerchéPerchéPerchéPerchéPerché



PERCHÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ?!



Perché a me?! Perché io?! What is this?! Cosa sarebbe questa eh?! Paura?! Paura?! Questa sarebbe paura?! Terrore?! Cosa dovrei farmene eh?! DITEMI A COSA SERVE?! - Come detto. Non aveva paura della morte, none era quello il suo problema. Il pensiero di perdere tutto lo straziava. Il pensiero delle tortore che avrebbe subito e di cui avrebbe goduto lo schifava. Piangeva e sbatteva i pugni e la fronte contro il terreno, ancora e ancora. Continuava. Il sangue iniziò ad uscire dalle sue mani e dalla sua fronte ma a lui non importava. Non c'era dolore. Non c'era piacere. Solo lui in preda al terrore ed alla rabbia derivando dalla sensazione dello stesso. Non poteva accettarlo e non riusciva a spiegarselo. -

AAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH



Si rizzò sulle ginocchia gridando contro il cielo dove Washi osservava la scena esterrefatto anche lui per la svolta inaspettata. Non disse nulla, non intervenne. Non avrebbe saputo cosa dire. Però si decise a fare qualcosa, ovvero seguire l'uomo che aveva ridotto così il suo evocatore dall'alto, dove era più al sicuro, guardandosi bene dal farsi troppo vicino allo stesso. Non saprei quantificare quanto tempo Eiji passò a lamentarsi e piangersi addosso ma, eventualmente, si sarebbe alzato a fatica e barcollando si sarebbe diretto nella direzione opposta rispetto a quella di colui che una volta considerava la sua preda. Il volto distorto dal dolore nel provare un qualcosa di mai provato prima che lo stava attanagliando dalle viscere. Era davvero questa la fine che il destino aveva in serbo per lui?

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view post Posted on 10/9/2018, 16:35     +1   -1
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Era al suolo, sconfitto, distrutto, e per la prima volta impaurito. L'aveva forse provata altre volte, in altre misure, in certe circostanze, la paura, ma mai in quel modo, vedendola così da vicino. Gli occhi di ghiaccio del cacciatore gli avevano parlato, Eiji poté leggere in essi le grida delle persone uccise, il terrore nel volto squarciato del suo confratello, la possibilità che la sua famiglia, il suo villaggio, venisse decimato allo stesso modo. Il Raikage era potente, i Jonin erano tanti a Kumo ma chi poteva dirgli che sarebbero riusciti a fermarlo? Sembrava intoccabile, sembrava un Dio, o... un demone. Il ragazzo rimase da solo, con le sue falci, in una disperazione che lo avrebbe in breve portato all'autodistruzione. Lui era al sicuro quella settimana, era un ninja dell'Acqua, ma se Hiro avesse scoperto la verità? Se beccando e interrogando gli anbu in qualche maniera fosse riuscito a scoprire la verità? Se avesse scoperto del Bijuu? Forse gli avrebbe destinato un destino perfino peggiore, e per lui che non poteva morire sarebbe stata una dannazione eterna. Quel mostro era un uomo, un semplice uomo, eppure nessuno riusciva a sfiorarlo, era onnisciente, e quella maledetta spada sembrava tagliare la carne come fosse burro. Ciò che lo rendeva un nemico terribile non era però soltanto la sua forza ma anche la sua motivazione: non si sarebbe fermato, in nessun caso, finché ogni singola anima "corrotta" di quel paese non fosse stata Epurata. Il Chunin sembrava destinato a rimanere lì, in balia del vento e del tempo, degli eventi, attendendo la sua fine. Dove poteva andare? Quel cacciatore l'avrebbe trovato ovunque no? Quindi rimase fermo per un po', per poi allontanarsi incerto e debolmente verso una strada, una qualsiasi, basta che si allontanasse dal percorso preso da Hiro. Contava solo questo adesso, fuggire, scappare per paura, per istinto, per ragione. Eppure c'era qualcos'altro, doveva esserci, doveva dare senso a ciò che aveva detto Kokuo. Il motivo per cui aveva parlato, ma ancora di più il motivo per cui non aveva detto altro. La ragione era tutto, era la chiave di quella storia, di quella fuga, di quel momento tra lacrime e brividi. Dunque venne nuovamente fuori, lentamente, come una tartaruga che esce dal guscio quando fuori è sicuro, come un bambino che imbocca solo sentieri illuminati. Eiji lo percepì ma stavolta in maniera diversa, sentì sulla sua pelle un calore che interagiva direttamente con la sua anima: vide i suoi peli drizzarsi, il freddo svanire, il terrore dissiparsi e una sensazione familiare che lo avvolse come un abbraccio. Kokuo era lì, intorno a lui e dentro di lui, e lo coprì con il suo manto e le sue code. In due si era più sicuri, e il panico stava svanendo...

Adesso... adesso andrà bene. I suoi occhi, i suoi occhi li hai visti? Lui è un vero demone, lui è il male. Scappa Eiji, non possiamo affrontarlo, non così. Non si può sempre combattere...



Aveva finalmente parlato, quando si rese conto che fosse sicuro. Non avrebbe comunque detto molto altro, non era il caso e comunque non sembrava molto loquace in quella circostanza. Eiji però una cosa poteva adesso capirla, l'aveva provata su se stesso e aveva sentito i sentimenti e le emozioni del demone con cui condivideva lo spirito: Kokuo era terrorizzato. Il ragazzo doveva adesso fare qualcosa ma non poteva contato sul prezioso aiuto del suo "alleato", non così, non affrontando apertamente quel dispensatore di morte e sangue. Doveva cominciare da capo, che cosa poteva dire di sapere sul suo nemico?
 
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Washi

Kokuo


Lentamente si alzò in piedi. Barcollando si diresse nella direzione opposta rispetto a quella del suo carnefice. Nella sua mente sapeva bene quello che Hiro era andato a fare. Sicuramente era stato attirato da coloro che, per questa settimana, erano state designate come le sue vittime. Gli Anbu erano in pericolo e Eiji non poteva fare nulla per dare loro manforte. Troppo debole, troppo impaurito. Non avrebbe nemmeno potuto seguire la controparte dato che se ne sarebbe resa conto in un secondo. Non restava altro che seguire il consiglio di Kokuoh, la fuga era l'unica opzione. Nulla che il ragazzo potesse fare. Il demone al suo interno non parlava, quasi si rifiutava di dargli alcun tipo di aiuto. Il suo potere da solo, sfortunatamente, non era abbastanza per soverchiare un nemico di tale portata. In che pasticcio si era cacciato? Possibile che una semplice missione per un Chunin si potesse rivelare così tanto complessa e mortale? Fino ad ora aveva intrapreso altre B, ma nessuna di quelle lo aveva messo così alle strette. Mai in vita sua aveva pensato di voltare le spalle a tutto e tutti e fuggire, andare il più lontano possibile imparando a convivere con il rimorso di aver abbandonato quello che aveva promesso di proteggere. Eppure quella volta era differente, quella volta lo stava effettivamente facendo. Stava voltando le spalle ai suoi confratelli in pericolo per salvare la sua pellaccia immortale da tutto quello che Hiro gli avrebbe fatto. Ancora disgustato dall'idea di essere mangiato e stuprato, rimanendo cosciente e vigile per godere di quella situazione così paradossale. Nonostante questo, nonostante il suo incedere, sapeva benissimo che quella non era la vita che voleva. Una vita votata alla fuga. Una vita sempre alla ricerca di un porto sicuro, nell'attesa di essere scoperto e ricominciare a correre per avere salva la pelle. Hiro non lo avrebbe dimenticato, così aveva detto, quindi lui non avrebbe mai avuto scampo. Forse con la vecchiaia, ecco, forse quella avrebbe potuto sconfiggere quella bestia assetata di Epurazioni. Lui, però, aveva tutta quella pazienza? Tutta quella forza di volontà per scappare dal Fulmine e correre tra le braccia di chissà quale poveretto? Se per caso lo avesse raggiunto al Santuario o al Monte dei Rapaci? Sarebbe scappato anche allora? Avrebbe lasciato indietro ogni briciola di quello che per lui era più caro per puro egoismo misto a paura? No. Non era fattibile. Non era accettabile. Eppure era troppo scosso e terrorizzato per poter pensare ad un piano a mente lucida. Procedeva incerto e stanco, quando finalmente una voce tornò a farsi sentire. Assieme a lei questa volta giunse anche una certa percezione piacevole. Calore. Tepore che andava distendere i suoi nervi e allontanare la paura che ancora lo stava tenendo prigioniero. Kokuoh era tornato e stava cercando di riportare Eiji con i piedi per terra, richiamandolo alla ragione e dissipando quel maledetto terrore. Quel dolce abbraccio che mai si sarebbe aspettato di ricevere dal Bijuu lo toccò nel profondo. Poco a poco, poté sentire i suoi sensi tornare normali, come lo scorrere dei suoi pensieri. Stava tornando ad essere lo stesso Eiji di sempre, ma diverso dal precedente. Questa volta conosceva la paura. Conosceva il dolore che derivava dalla stessa, il sentimento d'impotenza e inadeguatezza. L'impossibilità di ribellarsi da un destino che pare già essere scritto. Conosceva tutto questo e molto altro ancora. Fu allora che gli vennero in mente le parole di suo nonno. Non saprebbe dire quando gliele disse, ma solo in quel momento ne comprese il significato. - Il vero uomo non è quello che non ha paura di nulla, il vero uomo è quello che accetta le proprie paure e le supera a testa alta. - Fino ad allora non aveva mai provato quella fantomatica paura. Per lui quelle erano sempre state massime con poso significato. Comprese, finalmente, che vivere voleva dire aveva paura di qualcosa, ma solo le persone forti, solo i veri uomini sono in grado di andare avanti nonostante questo. Come avrebbe fatto? Come avrebbe superato e sua paura di quell'uomo? Di quel demone? Ancora non lo sapeva, ma una soluzione doveva esserci.

Fu lui ad andare in silenzio stampa adesso. Riacquistando il controllo di se stesso poté accorgersi che il suo sensitivo era ancora attivo. Riusciva a percepire quell'energia tutt'attorno a lui e, fortunatamente, era quasi come se ne scorgesse la fine. Si stava allontanando e, se davvero voleva parlare chiaro, doveva farlo fuori da quel campo d'azione. Non che fosse sicuro che il tutto sarebbe giunto alle orecchie di Hiro, ma meglio prevenire che curare. Procedette con passo più svelto man mano che riacquistava lucidità. Non ci volle molto prima di trovarsi in una zona sicura, dove presumibilmente niente e nessuno l'avrebbero disturbato. Prese una piccola pausa piegandosi sulle ginocchia e fiatando sonoramente. I battiti del suo cuore erano ancora accelerati, ma con l'andare del tempo tornarono ad essere quelli di sempre. Nella sua mente, comunque, si annidava ancora l'immagine di quegli occhi glaciali e pieni di morte. Non se li sarebbe scordati per molto, molto tempo. Non si era dimenticato delle parole dette dal Bijuu. Tutto sarebbe andato bene, tutto sarebbe andato meglio adesso che si erano allontanati dal mostro. Dal vero demone. Furono proprio quei suoi discorsi a trasmetterli i sentimenti che Kokuoh stava provando. Era terrorizzato da Hiro. Non avrebbe saputo dire perché, ma persino una bestia codata temeva quella persona. Erano proprio a cavallo. Fino ad allora non aveva mai visto un Bijuu in preda al terrore, ma anche quella sensazione stava svanendo, chiaro segno che il Gobi iniziava a sentirsi più al sicuro. Finalmente il ragazzo si decise a parlare, riprendendo a camminare con passo spedito sempre nella medesima direzione.
- Perché sei così spaventato, lo conosci forse?! - Ma non ottenne risposta. Che il suo compare fosse tornato silente? Difficile dirlo, ma in quel momento avrebbero avuto più tempo per parlare, o almeno provarci. - Hai detto che non possiamo affrontarlo, non così... So tell me, come si sconfigge un demone? - Secondo tentativo. Contava sul fatto che anche il Gobi volesse sopravvivere, volesse restare con la persona che aveva scelto, la stessa che lo aveva protetto in passato. La stessa che aveva risparmiato da una vita di vuoto e solitudine. - Un demone non si affronta. Non si deve sempre combattere. Scappa! - Il medesimo consiglio datogli non molto prima. Eiji faticava a capire. Non molto tempo addietro Kokuoh aveva espresso la sua volontà di correre libero, certo di non essere braccato da umani di alcun genere. Allora perché in quel momento si rifiutava persino di combattere per la libertà che tanto bramava? Possibile che Hiro fosse così terribile ed Eiji nemmeno se ne accorgesse? - I know bro... I know... Capisco che tu sia spaventato, ma sono sicuro che quell'essere continuerà ad inseguirci all'infinito se non facciamo qualcosa... Non voglio passare il resto della mia vita immortale a scappare braccato da qualcuno... o qualcosa... I'm sure that U know what I mean, visto che provavi lo stesso tempo fa… - Fece una piccola pausa, cercando di capire se il Gobi era intenzionato a parlare o meno. - Non c'è davvero alcun modo attraverso cui tu possa darmi una mano? C'mon bro... - Nuovamente silenzio. Solo una cosa venne percepita dal ragazzo in quel particolare momento. Angoscia mista a paura. Era Kokuoh. Per quanto si sentisse leggermente più tranquillo, dentro di lui aleggiavano ancora quei sentimenti di terrore.

Non sapendo bene che pesci pigliare alzò per qualche secondo lo sguardo al cielo. Se non fosse stato per quel Hiro, quella si sarebbe potuta definire una bella giornata. Una cosa, però, lo turbò un poco.
- Where the fuck is Washi...!? - Mentre tu eri a terra, lui ha deciso di seguire quel matto. L'ho percepito con il sensitivo, anche se tu eri troppo distratto... - Lo sguardo di Eiji si fece immediatamente preoccupato. Se anche il rapace si fosse fatto male non se lo sarebbe mai perdonato. C'era già stata una vittima tra le loro fila, anche se la fortuna aveva voluto che la sua vita non fosse andata persa, non ce ne sarebbe stata una seconda. Quindi compose rapidamente i sigilli e richiamò la creatura da chissà dove. Quando ricomparve Washi pareva piuttosto contrariato e sconvolto. - WASHI! The fuck man?! Se ti avesse visto? Se ti avesse colpito io... Io... - Ha fatto fuori anche un secondo Anbu. Un massacro in piena regola, non ha nemmeno sudato... - Quasi bisbigliava, con la testa leggermente china verso il basso. - Solo uno? E il terzo? Non c'era anche un terzo Anbu? - No, non ho visto nessun terzo Anbu... Ma non penso che se dovesse incontrare quel mostro durerebbe molto. Piuttosto... Cosa è successo prima, eri come... Spaventato... - Eiji abbassò leggermente il capo stringendo con forza entrambi i pugni. Arrabbiato ed amareggiato da se stesso e dalla penoso sfoggio di se stesso che aveva dato. - That's right bro... Avevo paura... Ho paura... Ma dobbiamo fare qualcosa. - Fare qualcosa? Bro! What the fuck?! Un avversario come quello non fa per noi... - Già... Non siamo abbastanza potenti... - Anche le falci avevano iniziato a condividere quella che era l'idea del quarto ospite. Sembrava proprio che la fuga fosse l'unica opzione.

Lui continuava a camminare pensieroso, stando attento a non percepire nulla di strano col suo sensitivo. Per quanto fosse ormai certo di essere fuori dal suo range, la prudenza non era mai troppa. Pensava e pensava al modo in cui potesse sconfiggere la controparte. Pareva essere onnisciente, oltretutto si muoveva in modo tale da non essere percepito. Era persino riuscito a cogliere di sorpresa un Anbu. Oltre alle grandi capacità fisiche, presentava anche una specie di barriera d'energia che lo proteggeva dagli attacchi frontali. Solo una volta si era, effettivamente, sprecato a schivare, quando era stato attaccato alle spalle. Possibile che quella sua strana barriera fosse qualcosa di attivabile solo alla vista del colpo stesso? Forse non era in grado di proteggersi da attacchi a sorpresa. In tal caso tale potere forse era racchiuso nei suoi occhi. Ricapitolando. Non poteva essere attaccato direttamente e non poteva essere colto alla sprovvista per via delle sue capacità. Eiji, dal canto suo, non era abbastanza forte da fronteggiarlo in uno scontro uno contro uno. La situazione non era delle migliori, eppure il ragazzo non si dava per vinto. Avrebbe trovato una soluzione e avrebbe debellato la sua paura. Poi gli venne l'idea.
- Got it! - Ma tornò silente. Perché? Beh, avrebbe comunicato solo mentalmente quelle che erano le sue idee. Non che non volesse rendere partecipe il povero Washi, ma non poteva rischiare neanche che la controparte leggesse il suo labiale. - Tu andrai a chiamare i soccorsi. Quando sarà il momento te ne accorgerai. - Fu tutto quello che disse al pennuto che, in tutta risposta, alzò il sopracciglio destro. Ma i pennuti hanno le sopracciglia? Non penso, vabbé avete capito. - LISTEN UP BROS! Ci sono molte persone che direbbero che anche io sono un demone, dopotutto ciò che sono non è ben visto dalla massa. Forse potremmo sfruttare il tutto a nostro vantaggio. Ho un piano. - Fece una piccola pausa in modo tale da constatare che l'attenzione di tutti fosse focalizzata su quello che lui stava per dire. Era un'idea del tutto folle, ma non aveva altro al momento. - Lo attirerò utilizzando una scusa del tutto plausibile ai suoi occhi, ovvero che mi sono reso conto di essere posseduto da una sorta di demone. Metterò su un bel teatrino dove lo pregherò di liberarmi da questa maledizione epurandomi. Gli chiederò di colpirmi al cuore per poi estrarre la spada e lasciarmi godere gli ultimi attimi della mia vita libero da quel demone, solo allora potrò essere veramente epurato. Un vero eroe non rinnegherebbe mai ad una povera vittima un ultimo desiderio. That's only the beginning. Mentre lui mi trafiggerà io graffierò le sue braccia e prenderò una goccia di sangue. Fingendomi agonizzante e simulando la mia liberazione dal demone, berrò il sangue e traccerò il circolo. Allora e solo allora voi tre uscirete fuori nuovamente e mi taglierete la testa di netto. Tutte voi, nessuna esclusa. Io sopravvivrò, avrò giusto bisogno di una ricucita, ma lui perderà la testa e, se tutto va secondo i piani, la vita. Non ci sarà bisogno di combattere... Non ci sarà bisogno di colpirlo, giocheremo d'astuzia. - Questa era la sua idea. Un po' pazza. Al limite dell'umano. Lui aveva oltrepassato quel limite molto tempo fa, nessuno oltre a un Jashinista avrebbe potuto concepire qualcosa di altrettanto folle pensando che potesse funzionare. Ed era vero. Una goccia e tutto sarebbe finito. Il sangue era la chiave. Colpirlo senza colpirlo. Fingersi grato e in preda all'estasi della liberazione, quando invece non si stava facendo altro che fingere. - E' un piano da malati! E se quel tipo dovesse sopravvivere? Non ci hai pensato? - Non conosciamo tutte le sue capacità... - Yeah bro! That's insane! - I know... I know... Beh, se dovesse sopravvivere non vedo cosa potrebbe fare senza testa... Quando si gioca d'azzardo, o si gioca duro oppure non si gioca affatto. - Questa volta se perdi, rinuncerai a tutto quello che hai... U know that?! - La tua vita, i tuoi amici... I tuoi sogni... - Sure but... Non potrei realizzarli comunque braccato da quell'essere e... oltretutto... come potrei vivere una vita infinita sapendo di aver abbandonato la mia casa nelle mani di un mostro? - Beh... Non vedo altre alternative... Facciamolo.

Il supporto delle falci gli scaldò il cuore. Sorrise consapevole di non essere solo in quella battaglia disperata. Non aveva finito comunque. C'era ancora una parte che andava delineata. - Avrei bisogno di un favore da parte tua però Kokuoh, dovresti rendere il tuo chakra più percettibile per poi farlo scomparire poco a poco. Dirò che ti sto tenendo sotto controllo e, probabilmente, aggiungerò qualche insulto nei tuoi confronti... Non offenderti please... - Ovviamente. Nessuno era esente da quel piano. Tutti avevano una parte fondamentale da giocare per fermare quella bestia e riconquistare la libertà. - Vuoi dire a un cacciatore di demoni che hai un demone dentro di te? Tu sei pazzo. - Inutile dire che effettivamente il cercotero non aveva tutti i torti. - Non eri tu che volevi essere libero? Volevi correre senza preoccuparti degli umani? Se hai un piano migliore, oppure hai voglia di aiutarmi in qualche altro modo sono tutto orecchie... Al momento non mi pare di avere molte altre opzioni... - Fece una piccola pausa sospirando. - Se è davvero così potente da non poter essere attaccato o sorpreso, non penso ci sarà un piano B. I donnow bro... - Umano? Ma lo hai visto? Quello non ha niente di umano... Comunque non servirà il mio aiuto, basterà che tu gli dica di essere di Kumo suppongo e vorrà già distruggerti. - U're right... Probably... - Quindi era deciso. Eiji si sarebbe decapitato per portare via la testa ad Hiro. Cosa potrebbe andare storto? Cit.

Non restava altro da fare che trovare il luogo adatto. Proseguendo nel boschetto che si ergeva non lontano dal villaggio, Eiji entrò in quella che pareva essere una radura alquanto spaziosa. L'erba era relativamente alta, abbastanza da coprire i suoi movimenti ed i disegni che avrebbe fatto a terra con il sangue. Tutto attorno vi erano alberi. Li lo avrebbe visto arrivare. Una volta attraversata la linea di alberi non ci sarebbe stato nulla con cui coprirsi. Nessun'ombra. Nessun cespuglio. Solo verde che si sarebbe esteso per molto. Quindi si avvicinò alla corteccia di un albero e, grazie alla tecnica atta ad imprimere sigilli vi scrisse sopra.
-

Hiro ho bisogno di te…



Scrisse sul primo, utilizzando la grafia più scomposta che potesse partorire.

Fai presto...



Quindi si posizionò al centro della radura con lo sguardo puntato verso la direzione da cui era venuto. Sperava solo che l'eroe mantenesse la sua promessa e giungesse. Il pensiero di dover rivedere quello sguardo accendeva nuovamente la paura dentro al suo corpo. Questa volta, però, avrebbe mantenuto il sangue freddo. Se c'era una cosa che lo spaventava più di Hiro, era perdere quello che di più caro aveva al mondo, la sua Libertà. L'aveva offerta anche a Jashin come tributo, ma questi si era rifiutato di prenderla. Non avrebbe certo passato il resto della sua esistenza a fuggire solo per dover scappare da un vecchio pazzo. Sigillò nuovamente le falci all'interno del suo corpo, sarebbero dovute saltare fuori solo sul finale. Non voleva certo che la controparte si sentisse minacciata. Washi, dal canto suo, tornò in cielo, in attesa di chissà quale momento. Avrebbe messo fine a tutto in quel frangente e sarebbe andato avanti con la sua vita.

<attivazione/passiva> - Sensitivo - [Liv 1: 52/60]

<fuuinjutsu> - Sigillo di Incisione - (costo: NA) (eff: variabile)

<tecnica> - Tecnica del Richiamo - [Chk: dipende dall'evocazione]

Washi al momento è solo alto in cielo.


-GdrOff- Edit Autorizzato. Dialoghi con Kokuoh concordati con il master. -GdrOn-


Edited by 'nD - 29/9/2018, 20:56
 
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view post Posted on 18/9/2018, 18:15     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Aveva parlato, aveva deciso, folle, rischioso e mortale che fosse quel piano, Eiji era arrivato a una conclusione dopo aver superato quella terribile angoscia. Diede a tutti le dovute disposizioni: Washi andò a chiamare i soccorsi mentre le tre falci e Kokuo stesso avrebbero dovuto recitare una parte insieme al regista di quel teatrino. Il loro nemico era "Hiro", un eroe, e amava ripeterselo e forse anche sentirselo dire e dunque il giovane Jashinista pensò bene di sfruttare quel dettaglio a suo favore, cercando di far leva sui sentimenti megalomani del cacciatore per provare a condurlo dritto in una trappola. L'unico problema di quel piano era la totalità del fattore caso e fortuna: Hiro avrebbe dovuto attaccarlo corpo a corpo, in maniera tale che Eiji potesse graffiarlo per prenderne un po' di sangue. Hiro doveva colpirlo dandogli modo di tracciare al suolo il sigillo di Jashin, Hiro non doveva massacrarlo tanto velocemente da impedirgli di agire in modo abbastanza lucido da compiere ogni passo di quella sequenza di azioni in maniera impeccabile. Il dolore in quella casistica non lo spaventava, anzi, Jashin gli avrebbe concesso di goderne, ma era solo una delle torture che un cacciatore di demoni avrebbe potuto fare a un portatore. Fino a quel momento Hiro aveva dimostrato uno spietato e macabro modus operandi con chi aveva avuto a che fare con i demoni anche alla lontana, anzi, solo alla lontana considerando che quel preciso villaggio non era mai stato attaccato direttamente da un Bijuu. Il che era inquietante, in che modo avrebbe attaccato chi invece "corrotto" lo era veramente? La reazione alla scoperta di avere dinnanzi a sé il contenitore di un mostro con le code poteva essere incontrollabile. Non importava più ormai, Eiji aveva tracciato al suolo quelle scritte, aveva già pensato e ripensato a che cosa dire, a come agire, pronto a perdere letteralmente la testa. Passarono alcuni minuti, che in breve divennero mezz'ora, mutata quindi in un'ora e mezza. Hiro non arrivava, facendo trascorrere ancora tempo nell'ansia e nell'angoscia di aver sbagliato qualcosa, di aver tralasciato altro, e nel frattempo il sole faceva il suo corso incontrando il confine con i monti del Fulmine, tingendo il cielo di arancione e le nubi di sangue. Eiji era ancora lì, con le sue falci, con il suo piano, con determinazione mista a paura e proprio quando il silenzio più agghiacciante colse quei confini tra villaggio e selva, si espanse per l'area un fischiettio, una canzone, quella canzone. Il Chunin non ebbe il tempo di reagire che finalmente vide un'ombra in lontananza che trascinava una spada: era lui, era Hiro, con un'aria stanca e compassata che tornò però a illuminarsi non appena vide il giovane Jashinista dietro a quelle scritte incise sul terreno.

Hiro - Ti ho cercato per tutto il villaggio dopo aver liberato l'altro Anbu di Kumo, credevo che il pennuto sopra di me ti avesse avvisato, sarei tornato a breve.

E lo fece, Eiji mise in scena il piano preparato, insultò Kokuo, gli diede la colpa per le più svariate cose, simulò l'amarezza, il rimpianto, il senso di colpa e soprattutto il desiderio di venire liberato. Quasi pregò quel carnefice di porre fine alle sue sofferenze, ed era pronto a lasciarsi purificare da chi era un vero Eroe. Hiro non rideva più, il suo sguardo divenne serio, i suoi occhi gelidi, e la sua mano strinse l'elsa della spada con forza, come avesse paura di perdere la presa. Era immobile davanti a Eiji, in silenzio, con aria sorpresa e con un velo di tensione. Trascorsero alcuni secondi di stallo, i più lunghi e snervanti della storia, poi l'eroe parlò e tutto finì in un battito di ciglia.

Hiro - Fottuti demoni.

In un lampo violaceo e un fendente fulmineo, Eiji vide la terra girare e poi il proprio corpo, come potesse osservarsi da lontano. Non era diventato uno spirito o simili, lo capì quando percepì il suolo arrivargli sul volto e poi roteando riuscì a focalizzare lo sguardo su ciò che rimaneva di sé, un Eiji ancora in piedi per qualche secondo, prima di crollare senza testa. Il suo piano era riuscito, in parte, era stato decapitato, a tagliargli la testa però era stato il cacciatore di demoni. Sentì poi i suoi passi e la sua mano afferrargli i capelli:

Hiro - Ti metterò insieme a quella puttana di Wat... ma che cazzo?!

Hiro vide la testa della sua vittima con gli occhi aperti, ancora viva e sveglia, poi subì un bagliore di energia, una forza carica di chakra elementale che esplose e che finalmente concesse ad Eiji di svenire e abbandonare la consapevolezza di essere stato massacrato in quel modo. A quel punto il buio.

~ ~

??? - Ehi, ti sei svegliato finalmente. Ehi, idiota!

Gli tirarono una pietra, Eiji la sentì picchiare contro la propria testa e così si destò definitivamente da quel sonno ristoratore. Non riuscì a dire cosa fosse successo, le ultime immagini che poteva raccontare lo ritraevano senza testa e tra le mani di un maniaco omicida, killer e folle stupratore di cadaveri. Nel luogo in cui riaprì gli occhi però non si sentivano fischiettii né si percepivano strane fonti di chakra come dentro al villaggio. Ce n'era solo una insieme a lui, una potente senz'altro e poco familiare. Non riusciva a muoversi, poteva giusto muovere gli occhi da una parte all'altra ma davanti a sé vi era solo un fuoco e la sagoma di una persona.

??? - Che cosa doveva essere quella sceneggiata, eh? Lo avevo detto al Consiglio che era una puttanata, tu e quel fottuto demone con le code che hai su per il culo. Siamo spacciati...
 
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view post Posted on 21/9/2018, 01:23     +1   -1
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Legenda.

Ichigo

Niko

Sanmaru

Washi

Kokuo


Il piano era qualcosa di completamente particolare, forse anche oltre quelle che potevano essere le normali usanze degli immortali. Però quanti di loro potevano dire di essere stati talmente sfigati da trovarsi contro questo Hiro? Probabilmente pochi, se non nessuno. Non aveva alternative se non cercare di sfruttare il dono che gli era stato fatto da un dio, sperando che il potere divino bastasse. Non c'erano certezze. Non c’erano capi saldi. Tutto quello che restava al ragazzo era la speranza che il suo piano andasse a buon fine. Se solo fosse riuscito ad ingannarlo, se solo fosse riuscito a prendere quel sangue tutto sarebbe finito. Quel cacciatore era particolare, molto, ma non poteva certo essere immortale, giusto? Soprattutto, non poteva essere un adepto di Jashin o avrebbe riconosciuto subito la forma di quelle strane falci che Eiji si portava dietro. C'era solo una cosa che lo turbava un minimo. Kokuoh si era riferito a lui con termini parecchio inusuali. Lo aveva chiamato demone più e più volte. Che quella sottospecie di malato mentale fosse veramente qualcosa che trascendeva il semplice essere umano? Eppure le sue fattezze erano in tutto e per tutto quelle di una persona comune. La cosa che però lasciava più interdetto il giovane era la paura del suo Bijuu. Non si era piegato davanti a tre immortali, uno di loro anche molto forte, e nemmeno davanti agli eserciti di più di sei nazioni messe assieme. Non si era arreso davanti a quella bestia che pareva indistruttibile, quando la loro vita dipendeva dalla collaborazione di lui e del suo passaggio. Tutta quella paura, tutto quel terrore. Non aveva alcun senso. Le bestie codate non si erano piegate davanti ai più grandi ninja di tutto il continente, che Hiro li surclassasse? Se davvero era così, se davvero era un passo avanti a tutti, allora Eiji era veramente nei guai. Una ragione in più per cercare di giocare d'astuzia, sfruttando il potere di cui poteva fare vanto. - Hey Kokuoh... Ma quando parli di demone... Intendi proprio demone?! - Chiese a bruciapelo mentre la sua attesa iniziava. Non percepiva ancora nulla grazie al sensitivo, chiaro segno che la controparte fosse abbastanza distante da lui. Sarebbe arrivato, ovviamente, la sua onniscienza lo avrebbe condotto dritto in una trappola bella e buona.

Quindi attese da solo in quella radura, con il volatile che volteggiava alto nel cielo sopra la sua testa. Le falci erano state sigillate nuovamente dentro il suo corpo e Kokuoh era tornato silente. Insomma, nulla disturbava il ragazzo e lo scorrere dei suoi pensieri. A tratti, lievi folate di vento scompigliavano i suoi capelli provocando fruscii tra le fronde. Ogni volta era un colpo al cuore. Si aspettava di vederlo spuntare da un momento all'altro. Se l'anbu era veramente caduto in così poco tempo, allora Hiro non avrebbe tardato. Non riusciva a pensare a nulla. Ogni pensiero lo riportava sempre al volto di quella persona, ai suoi occhi. Quel cacciatore sarebbe potuto diventare l'ultimo avversario da lui affrontato, colui che avrebbe cancellato del tutto le sue ambizioni e i suoi sogni. Non voleva che quella ipotesi, quell'incubo diventasse realtà. Si sarebbe aggrappato ad ogni granello di speranza per cercare di non vacillare quando sarebbe arrivato il momento. L'unica cosa che poteva fare era ripetersi mentalmente quelle che sarebbero state le parole da lui usate. Immaginandosi Hiro che lo osservava esterrefatto e grato per la sua resa e la sua volontà di essere purificato. Sarebbe andata veramente in questo modo? Chi poteva dirlo? Nelle sue più rosse fantasie il tutto si sarebbe rivelato piuttosto semplice, il problema era l'imprevedibilità della controparte.

Il tempo passava e lui continuava a non percepire nulla. Nessun movimento, nessuna forza o presenza di chakra. Possibile che la controparte fosse stata sconfitta? Non credeva che quella possibilità fosse effettivamente da prendere in considerazione. Eppure qualcosa di sbagliato doveva esserci. Se davvero il suo campo d'azione si spostava con lui, gli sarebbe bastato tornare sui suoi passi per percepire il ragazzo. Magari spostandosi leggermente più verso i confini del villaggio. Era certo di non aver messo così tanta strada fra lui e la fonte della sua paura. Continuava ad aspettare, tanto che la cosa venne quasi a noia. C'erano due sole possibilità, una era quella appena descritta, ovvero la dipartita di Hiro, l'altra era che il suo campo d'azione funzionasse in un modo differente dal previsto. Che avesse bisogno di un determinato periodo di tempo per riattivarsi dopo essersi esaurito? Non lo credeva possibile. Una tecnica del genere avrebbe certamente prosciugato le forze del suo utilizzatore in un batter d'occhio. Hiro era abbastanza fresco e forte da poter sconfiggere due Anbu di Kumo senza colpo ferire. Non aveva preso in considerazione il fatto che quel campo potesse essere fisso. Nonostante questo, quando aveva lasciato il villaggio aveva potuto constatare che il perimetro dello stesso si estendeva lungo i confini del centro abitato. L'ipotesi di aver frainteso l'utilizzo di quell'arma c'era e stava diventando sempre più forte. Non poteva essere sicuro di nulla ormai, l'unica cosa certa era che la controparte stava tardando parecchio. Che lo stesse semplicemente ignorando perché quella era la "Settimana del Fulmine"? Improbabile. Lo aveva attaccato alle spalle, si era mostrato ostile e se ancora era tutto intero per raccontarlo lo doveva solo al povero Anbu malcapitato. Effettivamente non rivelare la sua origine si era rivelata una giocata vincente, ma a questo punto non sarebbe contato più molto. Continuava ad attendere cambiando posizione di tanto in tanto. Incrociando le braccia prima, portandole entrambe dietro la nuca poi. Insomma, per quanto fosse piuttosto teso, cercava di illudere se stesso dissimulando una finta tranquillità. Decise di sedersi per terra ad osservare il cielo mentre cercava un modo per far passare il tempo. Il sensitivo sempre pronto a percepire anche solo il minimo spostamento nella forza di chakra nelle vicinanze.

Poi qualcosa accadde. Percepì una presenza e scattò immediatamente in piedi andando a puntare lo sguardo verso la direzione della stessa. Assieme a questa percezione fece capolino anche un fischiettio. La canzoncina di Hiro. Era lui, non c'era più alcun dubbio. Improvvisamente la paura tornò a bussare alla sua porta. Gli occhi del cacciatore tornarono a guardarlo come prima e lui si rivide impotente davanti al suo carnefice. Come sarebbe andata a finire? Sarebbe riuscito nel suo intento? Si fece forza mentre le sue gambe tremavano leggermente, quasi senza che lui se ne rendesse conto. Deglutì sonoramente mentre la figura del vecchio stanco si faceva largo tra il verde. Eccolo con quel suo spadone. Finalmente era arrivato il momento della verità.
- Ti... Ti stavo aspettando... - La sua voce tremava. Difficile dire se per finzione o per paura, ma bisognava ammettere che il terrore che quell'uomo gli incuteva stava giocando a suo vantaggio. - I need U! Ho bisogno dell'aiuto di un eroe! - Lo guardava con le lacrime agli occhi. Come se si fosse reso effettivamente conto che qualcosa dentro di lui non andava. Che la sua vita non fosse più vita, che la sua vita non fosse più sua. - I... I... Ho qualcosa che non va...! - Fece una piccola pausa, giusto per creare un po' di tensione. - Ho qualcosa dentro... Qualcosa che non riesco sempre a controllare! - Battendosi la destrorsa sul petto, nello specifico sul cuore. - E' da quando è successo quel casino... Quell'esplosione... Dentro di me ho qualcosa che nessun altro possiede. Lo sento parlare... Mi schiaccia, mi opprime... Ho un demone dentro e non riesco più a controllarlo! - Ormai le lacrime avevano bagnato le sue guance. La sua recita, mista alla paura stava dando i frutti sperati, o almeno questo era quello che credeva. - Mi ha tolto la libertà! Mi controlla e io non riesco a farci nulla! Lo odio, odio tutto questo... TI PREGO LIBERAMI! LIBERAMI ADESSO CHE SONO ANCORA ME STESSO, PRIMA CHE TORNI A PRENDERE IL CONTROLLO! - E allargò le braccia, come a dichiarare la sua resa incondizionata, l'accettazione della sua fine. La voglia e il bisogno di essere epurato una volta per tutte, risanato. - Colpiscimi al cuore dove lui alberga! Un solo affondo... Poi lasciami godere dei miei ultimi istanti di vita da uomo libero... DA UOMO PURO! - Mentre parlava, accompagnava il tutto con gesti e movenze atte ad enfatizzare il concetto, mentre le lacrime si facevano sempre più copiose. - Please... Questo è il mio ultimo desiderio... -

Le falci tacevano. Kokuoh era latitante. Washi osservava attento. Era solo ma non lo era davvero. Due parole. Nulla più di questo. Quella fottuta merdaccia demoniaca di Hiro non abboccò alla sua esca. O meglio, magari lo fece, ma non rispettò le sue ultime volontà. Un taglio netto, una sensazione di piacere. Qualcosa che non aveva mai provato prima. Si sentì improvvisamente leggero. Come se potesse effettivamente librarsi nell'aria come un rapace. C'era qualcosa di strano in tutto quello. Era come se i suoi occhi continuassero a vedere il circondario girare, ancora e ancora. Tutto il suo corpo era sparito. Tutti i nervi tesi per quel piano al limite dell'umano. Non c'era nulla se non quella strana sensazione di piacevole fresco al collo. Poi ecco. Finalmente arrivò in contatto con il terreno e il suo roteare si fermò. Poggiato sulla guancia destra, i suoi occhi videro qualcosa che non si sarebbero aspettati di vedere, non ancora almeno. Eiji era ancora in piedi. Eiji era a terra. Due parti distinte, corpo e testa. Le sue membra crollarono su se stesse dopo qualche secondo e, in quel momento, il ragazzo realizzò quello che era appena accaduto. I suoi occhi si sgranarono in preda al terrore e all'agonia. Aveva fallito. Hiro. Quella bestia si era rifiutata di esaudire il suo ultimo desiderio. Ma che eroe di merda devi essere per fare una cosa del genere, dico io?! Non c'era più nulla che potesse fare. Sarebbe stato sveglio, sempre cosciente e vigile, sentendo tutte le torture che quel vecchio gli avrebbe inferto. Ne avrebbe goduto e ne sarebbe stato schifato. Non c'era più alcuna via di fuga da quello che lo attendeva. Le falci non avrebbero potuto più fare nulla. Kokuoh tanto meno. Washi osservava la scena, incredulo. Non riusciva a comprendere se quello fosse il segnale per andare a chiamare i rinforzi, ma qualcosa gli diceva che il piano fosse andato storto. La storia di Eiji Imai si sarebbe conclusa di lì a breve.

Lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi mentre il ragazzo non sapeva cosa dire. Questa volta non c'era paura, non c'era finzione, solo rimpianto. Sarebbe morto con talmente tanti piani, talmente tanti sogni nel cassetto. Non credeva possibile che la sua fine fosse veramente giunta. Non era poi così vecchio, anzi, un sedicenne forse diciassettenne. Ok. Ho perso il conto dei suoi anni, contenti? Tanto cazzevenefrega? Primo, è immortale. Secondo sta per crepare. Quindi sentì i passi della controparte mentre si facevano sempre più vicini. Non riusciva a vederlo da quella posizione, ma sapeva che stava puntando dritto alla sua testa. Cosa fare? Cosa dire? Non c'era alcuna arma segreta, alcun piano B. Tutto quello che poteva fare era sfogarsi. Venne afferrato e sentì le parole dette da Hiro, cogliendo un vado riferimento a Watashi. Metterlo assieme a lui? Non avrebbe saputo dire in che modo la cosa fosse possibile, ma al momento non gli interessava poi così tanto.

Prese fiato mentre la sua testa veniva ruotata dalla mano del suo carnefice. Finalmente lo vide nuovamente in volto mentre lo osservava esterrefatto. Non aveva davvero compreso quale fosse la vera natura del ninja a cui aveva appena tagliato la testa. Sfortunatamente, non c'era alcuna manovra che Eiji potesse fare per sfruttare tale sorpresa. Tutto quello che restava da fare era alleggerirsi l'animo. Continuare a tartassare quella sottospecie di malato mentale, facendogli venire il peggior mal di testa della sua macabra vita.


NO!



Esordì improvvisamente senza che la controparte potesse dire o fare nulla, non ancora almeno.

NON AVRAI ANCORA MOLTO DA FISCHIETTARE! ALTRI ARRIVERANNO... PIÙ FORTI DI ME... VERRAI UCCISO PER TUTTO IL MALE CHE HAI FATTO AI MIEI FRATELLI E A ME! U'LL PAY FUCKER! CONTINUERÒ A CAGARE IL CAZ...



Una luce abbagliante investì il dinamico duo che stava amabilmente conversando in mezzo a quella strana radura. Eiji non vide più nulla. Un bianco accecante riempì i suoi occhi in modo non troppo gradevole a dire il vero. Pian piano che quel bagliore cresceva di intensità, il Chunin poteva sentire i suoi sensi venire meno. Stava lentamente abbandonando quel posto per lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo, svenuto in seguito all'esplosione.






Tutto attorno a lui c'era tenebra. Nessun immagine. Nessuna voce a tenergli compagnia. Era fisso in un posto, ma quel posto non aveva una vera e propria locazione. Sembrava quasi di essere tornati nel Buio di Jashin. Che stava succedendo? Perché non c'era nulla? Perché non sentiva nulla? Che fine avevano fatto le sue falci? E Kokuoh? Stava bene? Era ancora terrorizzato? Non sapeva cosa fare, non sapeva cosa dire. Nemmeno Hiro compariva più all'orizzonte. Cercò di muoversi ma non ottenne alcun risultato. - Oh... Right... Sono solo una testa... - Leggermente abbattuto dalla notizia non troppo nuova. Qualcosa però cominciò a cambiare. Un'improvvisa folata di vento comparve dal nulla più assoluto spingendolo verso chissà quale direzione. La sua testa cominciò a rotolare. Collo, testa, collo, testa. Dalla tenebra iniziarono a sorgere alcune immagini che si palesavano davanti a lui mentre continuava a girare. Le vedeva prima dritte, poi capovolte e così via. La prima cosa che vide furono proprio le porte di Kumo, aperte e ancora integre. Ad attenderlo sotto le stese c'erano tre figure del tutto famigliari. I suoi genitori e suo nonno lo chiamavano sorridenti, invitandolo a raggiungerli. Lui però non poteva, non aveva controllo sull'incedere della sua testa. Rolin Rolin Rolin. Subito dopo i genitori toccò ad altre persone conosciute all'interno del villaggio. Lo osservavano rotolare senza dire nulla, come se lo stessero lasciando effettivamente al suo destino. Fra tutti vi erano Mameko, Shun e Ying. Rolin Rolin Rolin. Fu la volta del Santuario. Lo riconobbe da lontano, mentre la sua testa continuava a capovolgere tutto quello che gli si parava davanti. Anche questa volta vide volti famigliari. Shitsuki e Shintou. Sembravano pregare, come se stessero ricordando, Eiji affidandolo al solo dio che dominava quelle terre. Rolin Rolin Rolin. Il monte dei rapaci. Oh, bellissimo quello. Sfortunatamente non si trovava sulle pendici dello stesso, ma semplicemente rivedeva le persone che lo abitavano e le evocazioni che avevano collaborato con lui. Kinji non mancò di presenziare. Rolin Rolin Rolin. Ultimo, ma non per importanza, comparvero i suoi compagni più fidati, quelli con cui condivideva mente e cuore. Le tre falci che si agitavano, come sperdute, sembrava quasi che non potessero vederlo. Dietro di loro c'era Kokuoh rannicchiato, quasi tremante, ancora visibilmente terrorizzato. Rolin Rolin Rolin. La sua breve storia gli scorreva davanti agli occhi mentre nel mondo reale chissà che stava accadendo. Nel vedere tutto questo non riusciva capire cosa dovesse provare. Rimorso? Felicità? Era felice di aver vissuto quella vita, ma allo stesso tempo era triste per il fatto che dovesse abbandonarla così presto. Intanto lui continuava a rotolare e le immagini si facevano sempre più lontane. Com'era venuto, tornò nella tenebra più buia, dove niente e nessuno avrebbe potuto raggiungerlo. Rolin Rolin Rolin.

*Spegni pure la song che non ci azzecca più una cippa.*



Una voce ruppe la pace di quell'oscurità. Si era quasi abituato alla stessa, come se avesse accettato l'idea di poter essere morto senza aver sofferto, o goduto, poi così tanto. Sentì un leggero piacere sulla fronte, come se qualcuno avesse provato a tirargli un sassolino o simili. I suoi occhi finalmente iniziarono ad aprirsi. Attorno a lui non vedeva poi tanto. C'era un fuoco ed una sagoma misteriosa dietro lo stesso. Il suo sensitivo, però, gli suggeriva che la stessa non fosse quella di Hiro. Erano differenti, per quanto anche quella fosse potente. Tirò un sospiro di sollievo mentre cercò di tirarsi su, in modo da vedere meglio la controparte che, a rigor di logica, lo aveva salvato. Non ci riuscì. - Sono ancora solo una testa... Shit… - Già, le cose non erano cambiate poi così tanto da quando se n'era reso conto nel suo sogno di pocanzi. Il suo corpo... Il suo corpo...! - THE FUCK?! Dove sta tutto il resto di me?! - Avrebbe mosso la testa a destra ed a sinistra però alcuni problemi tecnici glielo impedivano. Lol. Si sforzava però, quasi cercava di saltare con quel poco che gli restava. - E Hiro?! Quanto cazzo ci ha messo quello a trovarmi? Non era onnisciente?! Sarebbe bastato così poco… Una sola goccia… Why am I never lucky?! - Parlava da solo. Yep. Diciamo che il non aver ritrovato la figura di quel cosiddetto eroe al suo risveglio lo aveva abbastanza tranquillizzato. In compenso restava il fatto che non sapesse che fine avesse fatto il suo corpo. Insomma, mai un secondo di pace. Quindi fu la controparte a prendere la parola. Finalmente il ragazzo era abbastanza sveglio da poter prestare la dovuta attenzione alla stessa. Dalle sue parole comprese che doveva trattarsi di un ninja di Kumo, con tutta probabilità il terzo Anbu, l'unico rimasto in vita. - Una trappola, mi pare piuttosto chiaro... Anyways... Le cose mi sono sfuggite di mano... - Quindi face una piccola pausa, abbassando leggermente il capo. Ah, no. - Già che c'eri potevi dire al Consiglio di affidarmi una missione più umana... Quel mostro è intoccabile... - Più umana. Detto da una testa parlante. Ok. Comunque nel ricordare Hiro si fece leggermente più affranto. La sua impossibilità di fare alcunché non aveva fatto altro che aumentare ora che era privo del suo corpo. - By the way... Deduco che tu sia uno degli Anbu incaricati di seguirmi... Dovrei stringerti la mano, sperando di averne alcuna una... Thanks Bro! - Quindi cercò di trovare le iridi della controparte attraverso la danza di quel fuocherello. - Now listen... Qual'è il piano?

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Washi al momento è solo alto in cielo.

 
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view post Posted on 26/9/2018, 00:02     +1   -1
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Solo una testa, possibile? Non per un umano, non per il pensiero comune, ma per un adepto di Jashin, che godeva della sua benedizione, lo era assolutamente. E così era, Eiji non aveva più il corpo, Hiro gli aveva tranciato la testa di netto e chissà che cosa aveva fatto con ciò che probabilmente a lui era rimasto. In ogni caso, la parte più importante, il cervello e dunque la ragione, era stata portata in salvo da quell'entità, quella figura che a quel punto si era alzata lasciandosi illuminare dal fuoco, facendo scintillare il simbolo sul coprifronte tenuto legato al braccio. Non vi erano altri dubbi, era il terzo Anbu, l'unico sopravvissuto tra quelli mandati per garantire che il cinque code non impazzisse insieme al suo portatore, finito però sulla strada di una furia omicida.

Anbu - No, non è onnisciente, se lo fosse stato saremmo già tutti morti non credi? Quando sei stato mandato a indagare sugli avvenimenti di Natami, tre di noi sono stati scelti per fare da taciti vigilanti sulla tua persona. Sia chiaro, nessuno di noi aveva interesse nel seguire un Chunin del Fulmine, ma ovviamente la missione era verificare che la convivenza con il Bijuu non creasse particolari problemi. Non credevano che l'autore dei massacri fosse un essere così potente, così... ripugnante, la nostra doveva soltanto essere un'azione passiva, un controllo a distanza da terminare poi con il nostro rapporto.

La sua voce era fiera ma tremante, dava l'idea di essere un glorioso Anbu di Kumo e del suo paese, un degno ninja portatore di abilità segrete, di chissà quante informazioni prese sul campo ed esperienza, ma in quella circostanza era timoroso, parlava con tono basso e cercando di non inquadrare gli occhi di quella testa con cui si era in modo assurdo trovato a conversare. Era finito in quella situazione contro quel nemico formidabile, adesso doveva trovare una maniera per uscirne.

Anbu - Quando sceglie il prossimo villaggio da "Epurare", come gli piace descrivere le schifezze che compie, utilizza un qualche tipo di tecnica di sigillo per creare un perimetro dentro il quale la sua abilità da sensitivo si amplifica a livelli inumani. Diventa come una Divinità, riesce a percepire qualsiasi fonte di vita, qualsiasi chakra "corrotto" da quelli che lui definisce demoni e dunque comincia a massacrare chiunque si trovi dentro quel quadrato di confinamento, come una quarantena. Io e un altro Anbu lo avevamo capito, avevano trovato anche degli strumenti che usava come ripetitori di chakra che interagiscono con questi strani sigilli, erano posti agli angoli del villaggio ed avevano sicuramente a che fare con questa abilità. Il problema era che l'epicentro dell'energia di questi ripetitori proveniva da dentro il perimetro per cui per cercare di contrastarli bisognava entrare e quindi rendersi bersagli. Sono rimasto solo io in questo modo e non siamo riusciti a danneggiare nemmeno uno dei ripetitori...

Il ninja aveva parlato con la testa bassa e il viso amareggiato, ormai scoperto dalla maschera a forma di aquila che contraddistingueva la sua figura animale da Anbu. Poi alzò lo sguardo osservando la testa poggiata di Eiji e scosse il capo mal celando un sorriso, più di rassegnazione che altro.

Anbu - Merda... sto parlando con una testa mozzata, pur dovessi sopravvivere finirei la carriera in una clinica.

Eiji però era vivo e vegeto, lucido, e aveva anche avuto la forza di parlare e straparlare in quella circostanza, nonostante fosse solo una testa e nonostante il resto del corpo probabilmente era già stato stuprato e divorato da Hiro.

Anbu - Siamo a un punto morto Eiji, sono nascosto qui, con la tua fottuta testa e con il rammarico di aver accettato questo incarico, non che avessi poi troppa scelta...

Ci pensò ancora un po', poi si decise a chiedere il parere di chi nonostante tutto aveva avuto il coraggio di affrontare quel mostro da solo, con una strategia che per quanto stravagante e folle suggeriva un certo coraggio.

Anbu - Allora, Testa, che cosa hai scoperto di lui oltre al suo essere "Intoccabile"?

Nel frattempo, distante, da qualche parte in quel paese o forse oltre, di certo non in una camera di lusso o ben trattata, delle anime erano in contrasto, sentimenti ed emozioni si stavano scontrando cercando di far emergere la predominante mentre qualcosa di più profondo cresceva tra voci e battute per cercare di ripristinare l'ordine e dare un certo contegno alla situazione ridicola che si stava formando. Era il subconscio di Eiji forse, o la sua forza di volontà celata oltre l'immortalità di Jashin e l'infinito chakra del cinque code, tutte cose nascoste tra un'uscita in inglese e l'altra. In ogni caso quello che potremmo considerare l'Es di Eiji si era diviso in tre senza più un cervello a decretarne il comportamento, forse adesso guidato da un Io che finalmente poteva alzare la testa e governare quell'animo costantemente in tumulto:

Kokuo - E' per il rispetto che questo mostro ha per le entità superiori che siamo ancora vivi. Ho cercato in ogni modo di avvisare Eiji, di fargli capire che una battaglia persa in partenza non va combattuta, non in quel modo così stupido. Non... non ha dimostrato coscienza, non ha dimostrato merito. Mi ha difeso in passato, diverse volte, ma non ho mai visto nei suoi occhi ciò che realmente deve far agire il suo corpo e la sua mente davanti a un pericolo: la paura. Quando ha combattuto per salvarmi non si è mai sentito davvero in pericolo, non ha mai compreso ciò che IO stavo provando in quella situazione... beh, adesso è solo e ciò che di me è rimasto con lui, non riuscirà a salvarlo.

Il Bijuu stava parlando con loro, proprio con le tre falci di Eiji che in qualche modo, pur senza l'emotività diretta del loro "compagno" riuscivano a parlare e pensare. Erano legate a un chakra, a un'anima e non era quella di Eiji stavolta, ma una più ampia, divisa in cinque fuochi, cinque elementi diversi.

Kokuo - Siate liberi dai vincoli che vi legano al vostro generatore e aprite gli occhi, lasciate guidarvi da questa forza e tornate a vivere.

Tre luci si illuminarono nell'oscurità, la stessa da cui proveniva la voce del cinque code. Tre fasci luminosi e poi solo buio, tre colori e il resto nulla.

||Puoi ruolare anche le tre falci, come un eco di ciò che le legava a Eiji||
 
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view post Posted on 29/9/2018, 17:59     +1   -1
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Legenda.

Ichigo

Niko

Sanmaru

Washi

Kokuo


Erano rimasti in due, anzi uno e un quarto. Sfortunatamente in quelle condizioni Eiji non poteva essere molto utile, anche se restava il fatto che la benedizione di Jashin fosse ancora su di lui. Che potesse ancora bere sangue e compiere il rito? Bah. Diciamo che il primo problema lo avrebbe riscontrato nel tracciare il sigillo vista la sua scarsa capacità di muoversi in quella determinata situazione. Tutto quello che poteva fare era sperare che il suo corpo fosse ancora integro per ricongiungersi allo stesso. Allora avrebbe potuto provare a combattere quell'essere in qualche altro modo. Per il momento non gli restava altro che fare da sostenitore, spingendo il suo salvatore a fare il meglio che poteva. Lo vide finalmente, con quel coprifronte scintillante, lo stesso che lui aveva nascosto nella sua sacca per celare la sua provenienza. Era davvero un ninja di Kumo, era davvero uno degli Anbu, l'ultimo rimasto di quelli alle sue costole. Un leggero sorriso comparve sul suo volto. Non essere solo, anche se in compagnia di un estraneo, gli faceva piacere, sopratutto dato il silenzio che aleggiava attorno a lui. Non c'erano falci, non c'era bijuu. Erano tutti spariti assieme all'altra parte del suo corpo. Ascoltò tutto quello che la controparte aveva da dire. Molte di quelle cose le sapeva già, vuoi per intuito vuoi per informazioni avute dallo stesso Hiro. Quello che lo sorprese di più fu il sapere che, effettivamente, quella bestia non era onnisciente, almeno non completamente. - I see... Avevo iniziato a dubitare delle sue capacità quando mi aveva fatto attendere così tanto in quella radura. Se fosse stato davvero onnisciente non ci avrebbe messo molto a trovarmi... - Tutto era chiaro. Non Aveva sbagliato nulla allora, semplicemente non aveva colto le vere basi del potere della controparte. Per questo aveva dovuto attendere così tanto. Per questo sembrava quasi che quel cacciatore non volesse farsi vivo. Ripensando a quello che aveva appena sentito, i suoi occhi si illuminarono per un secondo. - Maybe... Se è così forse abbiamo una possibilità! - Si era fatto immediatamente più solare. Non aveva abbandonato la sua essenza nemmeno adesso che era solo una semplice testa. Pur essendo praticamente inerme, poteva ancora sperare e poteva ancora aiutare in qualche modo il suo salvatore.

Tralasciò completamente il fatto che quei tre fossero venuti in quel luogo per lui. Immaginava di essere seguito, almeno per le strade di Kumo e, soprattutto, lo stesso Hiro gli aveva detto che quegli Anbu erano alle sue calcagna. Non c'era bisogno di alcuna spiegazione, almeno non in quel momento. Si concentrò su quello che credeva di sapere della sua preda, si fa per dire. Cercò di assimilare al meglio la spiegazione del suo salvatore, comprendendo il funzionamento dell'onniscienza di Hiro. Quindi era un campo fisso, era possibile spezzarlo e, soprattutto, non era qualcosa che si spostava con il fantomatico eroe. Sorrise nuovamente. Forse erano davvero in una posizione tale da poter cercare di infierire sulle controparte. Rimanevano alcuna mille incognite a riguardo, ma la speranza non era perduta, non del tutto almeno. Poi quel commento da quella che ormai era una semplice faccia di un ninja di Kumo. Non si stava più celando dietro alla maschera di animale. Chissà che non si fossero già incontrati per le strade della nuvola, dopotutto il mondo era piccolo. Sfortunatamente Eiji non riusciva ancora a coglierne bene i tratti, il che comunque non era una priorità al momento.
- Tu finirai in clinica? Bitch please... Se quello si mangia il mio corpo io finirò sullo scaffale di qualcuno. Ammesso e non concesso che usciamo vivi da questa situazione. - Il suo tono di voce era del tutto serio, anche le sue parole potevano non sembrarlo. Dopotutto che fine avrebbe potuto fare una testa immortale? Bah, speriamo di non arrivare mai a scoprirlo e andiamo avanti con il post. - Non che io mi stia particolarmente divertendo... Penso si veda... - Abbassando lo sguardo e poi rialzandolo, come a voler osservare da piedi a busto il corpo che ormai non aveva più.

Insomma. Quante cazzo di lamentele per uno che aveva ancora la testa sulle spalle. Non che Eiji potesse essere definito propriamente tranquillo. Era preoccupato per il suo corpo ma, soprattutto, per coloro che lo abitavano. Le tre falci e Kokuoh erano in balia di un mostro del genere. Cosa sarebbe accaduto se il suo corpo fosse stato divorato con loro al suo interno? Sarebbero morti tutti? Scomparsi per sempre? Non poteva pensarci. Non poteva. Dopotutto quelli erano i suoi amici, parte della sua famiglia. Magari Kokuoh era appena entrato a farne parte, ma per lui era già come un fratello. Avrebbe rinunciato al suo corpo più che volentieri se questo avrebbe potuto garantire la salvezza dei suo compagni. Avrebbe rimpianto le sue membra per sempre, ma almeno quella mancanza sarebbe stata mitigata dalla consapevolezza di aver salvato loro la pelle.
-

Well... Diciamo che di lui non si sa poi così tanto... Gira di villaggio in villaggio ad epurare tutti, ma questo penso tu lo sappia già... Non è onnisciente come credevo e questo è un gran punto a nostro favore. Ovviamente è fortissimo fisicamente e molto preparato alla lotta... U don't say... - Fece una piccola pausa, rifiatando i polmoni che ormai non aveva più. - Quando dico intoccabile, intendo letteralmente. L'unica volta che l'ho attaccato direttamente, ha scacciato le mie falci con chissà quale strana barriera di energia... Era scura... Quasi nera... Insomma strana. Solo quando ho cercato di coglierlo di sorpresa ha dovuto, effettivamente, schivare il colpo. Presumo che possa usare quella barriera solo se vede effettivamente il colpo partire. Quindi un attacco frontale. - Pensò un secondo a altre informazioni che potessero risultare utili. - Tu stesso mi hai rivelato che non è onnisciente, ma c'è una cosa strana riguardo a lui. La prima volta che abbiamo colto di sorpresa uno degli Anbu, si è messo a fischiettare, come se non si preoccupasse di essere sentito. Quella potrebbe essere una strana tecnica che utilizza per passare inosservato dentro il suo campo di azione. - Ultimo, ma non ultimo, c'era un qualcosa che aleggiava nella sua mente da un po'. Alcune parole che Kokuoh aveva ripetuto un po' troppe volte perché fossero casuali. - One last thing... Kokuoh ha definito Hiro demone, più e più volte. Non ne sono sicuro, ma potrebbe anche darsi che quel mostro non sia umano. Dopotutto non ho mai visto Kokuoh così spaventato, nemmeno più grandi ninja del continente avevano sottomesso i Bijuu... Perché un semplice cacciatore dovrebbe intimorirli così tanto? I donnow man... - Questo era quanto. Certezze non ne aveva poi così tante, ma almeno qualche informazione utile era riuscito a darla. Come si sarebbero mossi adesso? Dal canto suo era abbastanza sicuro che l'Anbu fosse parecchio più esperto di lui, oltretutto non avrebbe potuto prendere e partire nemmeno volendo. Non rimaneva che aspettare che la controparte dicesse qualcosa. - Anyways... se lo cogliamo di sorpresa, forse avremo una possibilità per farlo fuori una volta per tutte...




Ma cambiamo scenario, dopotutto le migliori storie si svolgono su più piani differenti. La nostra non fa eccezione, quindi sedetevi comodi che stiamo per continuare. Se era pur vero che l'Es di Eiji era separato senza più un capo a cui far riferimento, dire che sarebbe stato facile controllare le tre falci non rispecchiava il vero. Per quanto fossero parti dello stesso Eiji ed estensioni della sua personalità, erano tutte e tre indipendenti. Pensavano con la loro testa. Agivano con la loro volontà. Spesso collaboravano con il ragazzo, ma decidevano spontaneamente se farlo o meno. Le falci, tornate silenti e quasi dormienti. Iniziarono a percepire un leggero tepore, come un chakra caldo e incredibilmente potente che andava ad animarle. Non ci volle molto a comprendere che non si trattava affatto di Eiji. No, oltre ad essere molto più potente di quello del ragazzo, quel chakra era anche molto più ordinato, come separato in cinque gradi pilastri. Non risultava estraneo, anche se il contatto con lo stesso era stato raro. I tre spiriti dormienti tornarono ad aprire gli occhi nel limbo che rappresentava il sigillo di Eiji. Erano dentro al suo corpo e qualcuno le stava animando, qualcuno che avevano accolto da poco. Kokuoh. Le parole della bestia fluirono dentro il corpo delle tre Kusarigama e queste tornarono, effettivamente, vigili e pronte al dialogo. Sentendo quello che Kokuoh disse, però, non si poteva certo dire che fossero soddisfatte. - Molto comodo... Lasciarci da soli a combattere quel mostro mentre tu te la facevi addosso per poi comparire dal nulla, affermando di non essere mai stato capito e blablabla. - Il primo a parlare fu proprio il fratello maggiore, Ichigo, il più brusco dei tre, nonché il più severo. - Perché proprio adesso? Adesso che Eiji non è più con noi? Non ti fidavi forse di lui? - Niko. La più equilibrata. Le sue parole erano dette con toni molto più pacati, non voleva indisporre la controparte in alcun modo. - MAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN! Dove sta Eiji?! Già mi manca... Senza di lui sono come... Vuoto... - Sanmaru era il fratello minore, ma era anche la prima falce ad essere arrivata al fianco di Eiji. Era molto affezionato al ragazzo, molto più delle altre due.

A dire il vero mi dispiace un po' per Kokuoh. Magari era abituato ad essere circondato da umani aggressivi, piuttosto che accondiscendenti. Una sola caratteristica accomunava quei due gruppi, il timore nei confronti del Bijuu. Le falci però erano differenti. Non avevano nulla da perdere. Per quanto rispettassero il potere, non avevano alcun interesse nel trattare quel Bijuu meglio di quanto non trattassero Eiji.
- Cercato di fargli capire? Hai solo continuato a incitarlo a scappare. Ogni volta che ti chiedeva qualcosa, ogni volta che ti chiedeva una mano tu non c'eri. - Era infastidito e non faceva molto per nasconderlo. Nonostante tutto cercava di mantenere la calma, evitando di sbraitare come quando Eiji gli faceva perdere le staffe. - Ichigo calmati, avrà avuto le sue ragioni... - Eh certo... Adesso sono io a dovermi calmare. Questo prende, occupa il nostro corpo senza chiedere niente e poi si lamenta pure. Ma dimmi, signor Bijuu, visto che ti lamenti tanto di non essere compreso, hai mai provato a comprendere Eiji? Conosci la sua storia? Sai qualcosa di lui? Alla fine sei tu quello che ha occupato il suo corpo non il contrario, se c'è qualcuno che deve adattarsi quello sei tu. - Secco e diretto come sempre. Niente peli sulla lingua, anche se di lingua non c'era nemmeno l'ombra. - He is right bro... Eiji è qualcuno su cui puoi sempre contare! Non lascia mai indietro nessuno e si fa carico di ogni cosa. Ha sacrificato tutto per ottenere quella briciola di potere e adesso sta cercando di coltivare quello che ha per diventare più forte... - Fece una piccola pausa. Se c'era qualcuno in grado di parlare di Eiji era proprio Sanmaru. - It's true... E' un tipo avventato che combatte sull'onda dell'entusiasmo. Non si ferma molto a pensare e affronta i problemi a viso aperto... è...un cretino Un cretino. Un cretino.- Sì, ma è il nostro cretino. Lui non scappa dalle avversità. Lui non perde mai, o vince o impara. Non puoi piegarlo semplicemente dimostrando di essere più forte di lui. È sempre gentile e sorridente, va d'accordo con tutti e combatte per quello che ritiene giusto... - Insomma, la sagra del complimento, o quasi. C'era appunto da dire che Sanmaru era quello che più si avvicinava ad Eiji come affinità di anima, ma a grandi linee tutti la pensavano più o meno come lui. - Pur essendosi reso conto di non poter sconfiggere quel mostro ha cercato di farlo perché... Perché ha molti sogni da realizzare e molte cose da fare e da vedere. Molte persone da proteggere. Davvero credevi che avrebbe rinunciato a tutto questo solo perché tu gli dicevi di scappare? Quando devi essere egoista per pensarlo? - Era la prima volta che Sanmaru si lasciava andare a commenti del genere. Persino i suoi fratelli erano visibilmente sorpresi da queste uscite del minore. - Stava combattendo anche per te, U know?! Da quando vi siete incontrati non c'è stato giorno in cui non abbia pensato a te e a come far capire alla gente che la convivenza con voi era possibile. Avrebbe voluto portare davanti al mondo il vostro esempio per dimostrarlo guadagnandovi... guadagnandoti... la libertà. E quando è arrivato il momento tu cosa hai fatto? Ti sei rinchiuso nel tuo angolino a piangere e l'hai abbandonato. CODARDO. - Sanmaru adesso calmati... Dai... - Il tono di voce del più giovane si era fatto molto affranto, era quasi come se stesse piangendo la lontananza dal suo compagno. Quindi Sanmaru si zittì, lasciando spazio alle altre due. - Non hai idea di cosa leghi le falci al loro utilizzatore. Non sarai certo tu a decidere quando il nostro legame sarà spezzato. - In ogni caso... Presumo tu abbia bisogno di qualcosa se ci hai risvegliate. - Quello che ha detto Sanmaru è vero, Eiji è un cretino che spesso agisce senza pensare alle conseguenze. Però noi preferiamo un cretino che combatte per quello in cui crede, piuttosto che un codardo che fugge senza nemmeno provarci... - Fece una piccola pausa. Tutte e tre erano silenti. Tutte e tre erano concordi. - Tu hai bisogno del nostro aiuto e noi ti aiuteremo ma... - Ma quando tutto questo sarà finito... - Quando sarà finito andremo a riprenderci il nostro Eiji.

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Washi al momento è solo alto in cielo.

 
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view post Posted on 30/9/2018, 18:01     +1   -1
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L'Anbu ascoltò con grande interesse le informazioni di Eiji, che per quanto avesse rischiato di rimanerci secco nella maniera più folle possibile, aveva raccolto materiale utile per poter provare a combattere quella bestia. Si era ridotto a una testa, questo era innegabile, ma dimostrava coraggio e determinazione, e margine di miglioramento se guidato nel modo giusto. L'uomo incrociò le braccia riflettendo soprattutto su quanto avesse sentito sulla barriera e sul fischiettio, entrambi elementi che non potevano essere sottovalutati considerando con chi avessero a che fare. Sulla questione Epurazione ci era già passato, arrivando alla conclusione che quei massacri fossero una qualche sorta di malata ossessione verso chi era stato contaminato dal passaggio dei "Demoni". Poi quell'ultimo dettaglio, forse il più importante, che Kokuo stesso aveva suggerito al giovane per incitarlo a scappare più che a combattere: la natura di Hiro, che cose si celasse realmente sotto quella pelle umana.

Anbu - Un demone eh? Sì, lo sospettavo.

Ci pensò ancora un po', forse stava solo decidendo se affidare a un giovane incontrollabile come Eiji determinate informazioni ma vista la situazione, e considerando che del ragazzo fedele a Jashin restava solo una testa, non poteva essere una decisione così sbagliata:

Anbu - Ho motivo di pensare che quell'uomo, questo "Hiro", sia un sopravvissuto della guerra contro Watashi. Era un guerriero che al tempo aveva partecipato a numerosi stermini di quei mostri e anche di gente contaminata dalla sua corruzione. Sai, Watashi e la sua progenie erano contagiosi, il loro male a contatto con il sangue faceva sviluppare una sorta di morbo, come un flagello, che si estendeva per il tuo corpo e ti rendeva suo schiavo. Hiro era stato ingaggiato dall'Alleanza come sicario per distruggere i villaggi contaminati senza lasciarne traccia, dal primo all'ultimo civile, che si trattasse di bambini o donne, anziani o giovani. Tutti, nel modo più assoluto, venivano trucidati. Ovviamente godeva dell'anonimato, nessuno sapeva di lui e anzi veniva considerato un eroe dai piani alti per essere stato disposto a sacrificare la sua umanità per la causa comune, per il bene del continente.

Parlava come se avesse davanti agli occhi le immagini di cui parlava, mal riuscendo a celare un velo di malinconia e tristezza nel riportare a galla quelle atrocità, verità che sarebbero rimaste macchie indelebili nelle coscienze di coloro che si erano caricati sulle spalle la vita dei superstiti, e dell'intera nazione ninja.

Anbu - Non mi sorprenderebbe dunque che sia finito lui stesso corrotto, e che veda questi demoni codati come il male assoluto. Da un certo punto di vista è vero, è un eroe, ma la sua concezione di questo si è distolta, adesso... è soltanto un pazzo.

Un pazzo che uccideva civili corrotti per un bene superiore. Il vero mostro era chi brandiva la spada o chi aveva dato l'ordine? Rimaneva il fatto che la mente di quell'uomo, di un guerriero un tempo glorioso e rispettato, era stata probabilmente deviata dalla progenie del Dio oscuro che aveva accettato di combattere da solo.

Anbu - Per il resto Eiji, hai dato informazioni utili. Anch'io sospettavo del suo fischiettio, quella maledetta canzone che preannuncia morte e massacri. A questo punto non possiamo che prepararci considerandola un'arma, mettendo dei tappi alle orecchie o qualcosa del genere, dovrei avere qualcosa di utile a riguardo. C'è un'altra cosa di vitale importanza però ed è il Biju, se Hiro riesce a mettere le mani sul suo spirito in qualche maniera siamo tutti in un mare di guai, hai visto che cosa sono capaci di fare e pensarlo corrotto da ciò che rimane di Watashi sarebbe catastrofico. Dobbiamo recuperare il tuo corpo e ho bisogno del tuo aiuto per questo.

Si avvicinò verso la testa del ragazzo e la prese tra le mani con cautela, senza farla sbattere da una parte all'altra. In quel piano i ruoli erano presto detti: Eiji era la "testa" e l'Anbu il braccio.

Anbu - Ho bisogno della tuo sesto senso, sei un ottimo sensitivo giusto? Ho motivo di pensare che Hiro si nasconda tra i monti a Nord e deve aver creato uno dei suoi perimetri di onniscienza. Dobbiamo trovare i ripetitori di chakra e distruggerli.

~ ~ ~ ~

Le falci si dimostrarono subito per ciò che erano sempre state: particolari personalità vicine ad Eiji e che mai avrebbero abbandonato chi ritenevano un loro fratello. Kokuo ascoltò quelle tre voci senza rispondere, le lasciò sfogare, le lasciò sputare tutto ciò che pensavano di lui e della situazione senza aggiungere nemmeno una parola. Ognuna delle tre aveva le sue ragioni e tutte e tre in qualche modo concordavano: come poteva un bestia codata che si era rintanata in un angolo in preda al panico sperare di guidarle meglio di chi lo aveva fatto fino a quel momento? Eiji era cocciuto, avventato ma aveva mostrato coraggio, aveva provato ad affrontare Hiro mentre Kokuo taceva, aveva rischiato di fare una fine peggiore della morte mentre il demone a cinque code osservava senza dare aiuto, mentre le falci venivano sbattute da un'energia oscura. Come poteva quella bestia sperare di avere il loro rispetto? Beh, Kokuo ne aveva un'idea.
L'energia illimitata del cinque code esplose e le falci percepirono l'area mischiarsi di fuoco, vento, elettricità, come fosse vittima di un tifone incontrollabile che avrebbe piegato anche il più ferreo degli animi, che avrebbe assorbito anche lo spirito più determinato.


Kokuo - Non si ferma molto a pensare, combatte sull'onda dell'entusiasmo... e io l'ho solo... incitato a scappare? Quello stupido ragazzino ha sempre e solo agito di impulso, ha sempre e solo provato a farsi ammazzare facendosi forza della sua immortalità. Io non ho intenzione di riportarvi da lui, non ho la MINIMA intenzione di affidare la mia forza a chi saprebbe sprecarla nel giro di un istante. Credete forse che con il mio chakra avrebbe battuto un demone come quello? Sarebbe stato capace di uccidersi e lasciare me in balia di...

Una pausa, si fermò al pensiero di poter essere vittima di un chakra così oscuro, di una corruzione tanto infima come quella che aveva dentro di sé Hiro. Kokuo non si stava nascondendo per pura e semplice paura, non era timore di un possibile avversario potente che l'aveva costretto ad agire in quel modo. Era la consapevolezza che lo aveva fatto tremare, la coscienza di chi era il loro avversario.

Kokuo - Chi non è pronto a evitare un combattimento, se evitabile o inevitabilmente compromesso, non è pronto a ricevere la mia forza e la mia mente. Eiji è un ninja degno di rispetto, che ha già aiutato me e voi e per questo ho provato a fidarmi del suo giudizio la prima volta ma...

Il chakra si placò e l'ambiente buio tornò tacito, lasciando che le ultime parole del Biju risuonassero chiare alle tre falci. Non era arrabbiato, forse deluso più che altro, ma senz'altro preoccupato per ciò che li attendeva da lì a poco.

Kokuo - Dovete fidarvi di me, non di chi vi porterebbe in bocca alla morte. Che sia un fratello, un amico o chiunque altro.

Poi un fischiettio saturò l'area e il rimbombo di alcuni passi preannunciarono l'arrivo di chi avevano ormai imparato a conoscere troppo bene.

Hiro - Bene bene, è tempo di pulizia... Demone.
 
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view post Posted on 30/9/2018, 21:39     +1   -1
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Legenda.

Ichigo

Niko

Sanmaru

Washi

Kokuo


Parlava a e parlava, cercando di dare tutte le informazioni utili al suo compagno. Non era nemmeno sicuro che tutto quello che diceva corrispondesse al vero, però non poteva esimersi dall'esprimere anche il più misero dei suoi dubbi. Ogni cosa, tutto quello che aveva notato. Impossibile sapere se quello che stava dicendo sarebbe stato utile, com'era impossibile sapere quante cose si era perso per strada, quanti indizi. Avrebbe giurato di essere stato abbastanza attento al mostro mentre lo accompagnava in giro per il villaggio, eppure si era lasciato sfuggire il fatto che il campo fosse fisso. Chissà quante altre cose erano passate inosservate ai suoi occhi forse non così esperti. Domane inutili, domande senza valore. Quel che era stato fatto non poteva più essere cambiato, però i due avrebbero potuto impegnarsi per fare in modo che l'avanzata di quel mostro non continuasse. Inutile dire che vedere la controparte così attenta gli faceva molto piacere. Nonostante fosse un Anbu, sembrava prendere molto sul serio le parole di quella che ormai era una misera testa poggiata a terra. Dal canto suo Eiji non poteva fare a meno di sperare che quel suo compagno fosse più forte di lui, come anche più forte degli altri due che lo avevano preceduto. Non conosceva nulla di lui, ma queste non erano le circostanze adatte per fare conversazione. Una cosa, però, gli premeva sapere. Se davvero doveva fare squadra con lui fronteggiando persino un demone, doveva almeno conoscere il nome di colui che avrebbe coperto le sue spalle. Si fa per dire, prima dovevano ritrovarle quelle spalle. - Anyways bro, non conosco nemmeno il tuo nome. Io sono Eiji Imai! - Ovviamente presumeva che la controparte già conoscesse il suo, però l'educazione gli imponeva di presentarsi al meglio. Se avesse avuto ancora le braccia l'avrebbe salutato con il consueto pugno, ma quelli sarebbero stati convenevoli da rimandare.

Constatare che l'ipotesi del demone non fosse così impossibile non gli fece affatto piacere. Il suo sguardo si fece leggermente incredulo quando l'Anbu gli rivelò di aver già pensato che Hiro potesse non essere un semplice uomo. Non che cambiasse qualcosa, andava fermato in ogni caso, ma diciamo che avere a che fare con una persona comune si sarebbe rivelato sicuramente più semplice. Se davvero quello strano eroe trascendeva i confini dell'umanità stessa, chissà cosa era in grado di fare. Chissà quali poteri ancora celava dentro di se, in attesa di un avversario abbastanza forte per palesarli. La guerra contro Watashi. Sentendo quelle parole gli tornarono in mente alcune cose dette dal cacciatore. Aveva nominato Watashi in più occasioni. Sfortunatamente Eiji non aveva preso parte a quegli eventi, non aveva alcun tipo di esperienza negli stessi se non quella per sentito dire. I suoi genitori erano ninja e, con tutta probabilità, avevano partecipato a quella grande guerra, eppure lui non ne sapeva poi così tanto. Aveva letto molto a riguardo, come riguardo tutto quello che trattava il mitico o il fantastico, tralasciando il fatto che Watashi non era un'invenzione. Non aveva alcuna idea sul come si potesse mettere fine alla vita di coloro che venivano corrotti. Che bastasse un semplice colpo? Magari al cuore o simili? Oppure c'era bisogno di qualcosa di superiore?
- I see... - Disse con fare pensieroso mentre la sua mente viaggiava lontano, cercando di aggrapparsi al ricordo di tutto quello che sapeva a riguardo. Quindi, con tutta probabilità, il loro avversario era una specie di eroe di guerra, incaricato di ripulire il mondo dalla corruzione di quel dio. Tutto iniziava ad avere un senso. Ecco il motivo per cui Hiro si dimostrava così fissato con l'epurazione. Ciò che aveva fatto lo stava tormentando, mentre la sua mente era stata corrotta da chissà quale male, magari lo stesso che cercava di debellare. Il Chunin nemmeno si azzardava a giudicare quell'uomo e coloro che avevano dato l'ordine. Riusciva perfettamente a mettersi nei loro panni, se davvero non c'era modo di convivere, quella non poteva che essere l'unica soluzione plausibile. Che tristezza. Quel poveretto aveva sacrificato la sua stessa umanità per compiere un dovere così importante. Di lui cosa restava? Nulla, nemmeno il ricordo. Solo un guscio ripieno di pazzia e tormentato dalle sue colpe, se così si potevano definire, passate. - Quasi mi dispiace per lui... se non avesse fatto fuori così tanti innocenti potrei anche pensare di provare pietà nei suoi confronti... Combattere tutta la vita un male, per poi diventare parte dello stesso... That's so sad... Comunque ha nominato Watashi diverse volte mentre ero con lui. Tutto sembra tornare. - Il pensiero di fare la fine di quel vecchio lo abbatteva, come il ricordo di quelle scene abbatteva l'Anbu. Insomma, il clima non era proprio dei migliori all'interno di qualunque posto fossero.

Eppure non era il momento di mettersi nei panni di quel carnefice. Ormai c'era poco da fare. Non c'era nulla da salvare in quell'essere e anche se ci fosse stato, Eiji non aveva alcuna intenzione di provare. Il passato era passato, il presente stava gridando aiuto e loro avrebbero risposto. Quindi anche l'Anbu si dimostrò concorde con le supposizioni fatte dal ragazzo. Per quanto non potessero esserne certi, quel fischiettio si sarebbe potuta rivelare un'arma fatale. Non potevano sottovalutarla, non in un momento così delicato.
- Really? Aveva pensato di procurarmi qualcosa per le orecchie nella foresta, ma non avevo trovato nulla di ottimale. Qualche ghianda, nulla che potesse davvero coprire il suono... - Già, alla fine dei conti non era poi così stupido, forse era solo troppo povero per permettersi tutti gli equipaggiamenti necessari. Facciamo un cinque per mille al fondo equip di Eiji. Un like una preghiera. Tornando seri, non si poteva certo dire che l'Anbu fosse uno sprovveduto. Effettivamente anche Eiji era preoccupato per i suoi compagni, ma alla luce delle nuove informazioni ottenute il suo grado di preoccupazione era visibilmente aumentato. Se davvero quel mostro avesse messo mano su Kokuoh, la sua potenza avrebbe raggiunto picchi incredibili, forse ineguagliabili. Che fosse questo ciò che spaventava la bestia? Non tanto Hiro quanto la corruzione di cui era portatore? Non poteva esserne certo, l'unica cosa sicura era che non restava poi molto tempo.

Venne sollevato dal compagno. Inutile dire che la cosa gli fece alquanto strano. Non era ancora così tanto abituato ad essere una semplice testa, sopratutto non era abituato ad essere alla mercé di chiunque. Si sentiva indifeso e piccolo, ma allo stesso tempo la sua determinazione non vacillava. Non potevano lasciare quell'essere a piede libero. Per quanto l'idea di vederlo per ancora una volta lo spaventasse parecchio, non si sarebbe arreso. Non aveva nemmeno più un corpo con cui tremare. Insomma, ormai la paura non poteva più fermarlo. Gneeek.
- Certo che sei super preparato eh... Come fai a sapere tutte queste cose?! - Non solo riguardo alle abilità del ragazzo, ma anche riguardo il passato del loro bersaglio e la sua posizione attuale. - Anyways bro! No problem, lascia fare a me! Farò tutto quello che posso per farti avere successo! Devo avvertirti però, l'ultima volta il suo perimetro si estendeva oltre le mie capacità sensitive. Se riusciamo a scovarlo da fuori non dovrebbero esserci problemi, ma una volta entrati le mie abilità non saranno più così utili. Quel campo disturba il mio sensitivo, non avrò più una visione chiara di lui o dei suoi spostamenti... - Meglio mettere subito le carte in tavola, in modo che anche il suo compagno fosse pronto ad eventuali imprevisti. - Well.. No time to waste! Les't fuckin' go!




Era vero. Alla fine dei conti le falci erano affini ad Eiji sotto molti punti di vista, ma sarebbe davvero bastato poco per guadagnarsi il loro rispetto, soprattutto quello di Ichigo e Niko. Loro erano le compagno di un ninja più capace di Eiji, più forte e preparato. Il ragazzo gliele aveva sottratte dopo alcune peripezie nella dimensione di Jashin, il Buio. A differenza di Sanmaru, loro conoscevano il ragazzo da poco tempo. Una cosa però apprezzavano di lui, la sua risolutezza a non darsi mai per vinto. Se solo Kokuoh avesse alzato un dito. Se solo avesse dimostrato di voler davvero far parte di quel gruppo, di voler davvero collaborare, loro l'avrebbero seguito senza fiatare. Eppure non lo aveva fatto. Si era rivelato un codardo privo di spina dorsale. Privo della voglia di combattere adatta per realizzare i propri obiettivi. Eiji era più debole della bestia codata, certamente, ma nello spirito valeva mille volte lei. Il Bijuu incassò tutto in silenzio, quasi come se stesse davvero cercando di capire il punto di vista di coloro cui aveva occupato il corpo. Non era così, non ancora almeno. Una forza potentissima pervase tutta l'aria andando a travolgere le tre malcapitate. Era una battaglia incredibile. Da un lato un bijuu, un dio sceso in terra ricolmo di potere, dall'altro tre falci. Non comuni falci, manifestazioni immortali di anime, capaci di intendere e di volere e, come tali, benedette da Jashin. Non erano semplici esseri umani, così banali da poter essere piegati immediatamente, ma non erano nemmeno abbastanza forti da contrastare quell'essere. Per quanto provassero, le Kusarigama non riuscivano nemmeno a pensare. Non c'era modo d'interrompere quel chakra e, con esso, il flusso delle parole di Kokuoh. Parole che, però, fu lui stesso ad interrompere. Ennesimo errore. Non solo non dimostrava coraggio in battaglia, ma non riusciva nemmeno a parlare del suo possibile avversario. Una grande tristezza, soprattutto per un animo guerriero come quello di Ichigo. Finalmente il chakra si placò e, con esso, arrivarono le ultime parole della bestia. La testardaggine delle falci, però, era tanta. Non poteva certo sperare di aver l'ultima parola così facilmente. - Nemmeno riesci a parlare del tuo nemico… adesso capisco perché non sei riuscito a combatterlo. - Ichigo fu il primo a riprendersi. Il suo tono di voce era stanco, quasi ansimava, ma non si arrendeva. - Mi spiace dirtelo, ma non hai capito perché Eiji ha fatto quello che ha fatto... - Se persino Niko si schierava, allora c'era davvero qualcosa di sbagliato nelle parole della bestia. - The fuck?! Che male ci sarebbe a farsi forte dei propri doni? Senza il tuo chakra cosa saresti? Cosa varresti?! - Me un colpo da parte di Niko lo fece smettere. Stava per parlare troppo, deviando il discorso. - Lui ha fatto quello che ha fatto perché ha molte cose, molte persone da proteggere. La sua casa, il suo villaggio, la sua famiglia, noi... Tu... Avrà anche agito in modo impulsivo, ma il suo piano non era poi così male. Rischioso certo, ma avrebbe anche potuto funzionare. Era disperato... Sapeva di non poterlo sconfiggere ma sentiva di doverlo fermare. Per se stesso e per tutto quello che ha di più caro. Ma ovviamente come potresti capirlo tu? Che pensi solo a te stesso. Abbandonando lui hai abbandonato anche noi. - Tutto vero. Il suo silenzio aveva segnato la fine non solo del ragazzo, ma anche delle sue compagne. - Tu forse non ti ricordi, ma noi c'eravamo al vostro primo incontro, quando ti lamentavi e dicevi di voler essere libero. Forse lui non sarà in grado di evitare scontri persi in partenza se questi hanno un significato per lui, ma tu non hai la forza di combattere per realizzare i tuoi sogni. Non sei affatto migliore di un semplice ragazzino. - Niko non sapeva più da che parte girarsi. Da un lato concordava con loro. Dall'altro non voleva contrariare una potenza come quella del cinque code. Una cosa, però, l'aveva infastidita, una frase. - Ti pregherei di badare bene da quello che dici. Noi non prendiamo ordini da te come non li prendevamo da Eiji. Collaboravamo con lui perché eravamo suoi compagni, non suoi servi. Non paragonarci a sguatteri. Non sarai tu a decidere cosa faremo quando tutto questo sarà finito. - Pacata ma risoluta. Diciamo che Kokuoh aveva trovato pane per i suoi denti. - <u>No. No. No. - Non possiamo fidarci di qualcuno che ci ha già abbandonato una volta. - Fece una piccola pausa. - Ma ti ho già detto che collaboreremo con te e ti presteremo il nostro potere, almeno per questa volta. - Prestare il proprio potere ad un essere come un Bijuu? Yep. Sono molto fiere come falci e hanno anche due palle di metallo enormi. Deal with it. Poi quel rumore. Quel fischiettio che instillava terrore in chiunque lo sentisse. Stava arrivando. La sua voce era vicina, troppo. - Now what? Vedi di muoverti a fare qualcosa, non ho intenzione di venire mangiato perché tu devi fartela addosso. Let's fuckin' go

<attivazione/passiva> - Sensitivo - [Liv 1: 52/60]

Washi al momento è solo alto in cielo.

 
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view post Posted on 8/10/2018, 11:11     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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La storia del cacciatore di demoni e del giovane Jinchuuriki si era divisa su due fronti. La natura immortale del ragazzo era riuscita ad aggrapparsi all'impossibile per continuare a rimanere sulla scia di chi sembrava invincibile, imbattibile, intoccabile. Eppure, scavando all'indietro nella sua storia, conoscendo i suoi percorsi, era chiaro come in principio, così come tutti, era stato un semplice umano. Eroe contro Eroe, vecchio contro giovane, Watashi contro Jashin, in un mondo in cui gli Dei spadroneggiavano indisturbati cercando di calare sul continente il proprio dominio a scapito di chi si fosse opposto. In quel contesto paradossale, in cui nella Terra degli uomini vivevano come tali essere supremi, si ponevano i Bijuu, demoni codati a metà tra quelle due parti antitetiche che risvegliatisi avrebbero per sempre cambiato la storia mondiale. Un occhio si aprì nel buio, contornato da energie di colore diverse che si andavano a mischiare l'un l'altra formando un arcobaleno inquietante di colori. Acqua, fuoco, terra, aria, in un turbine che vorticando stava generando un unico elemento a cui tutti gli altri si sarebbero dovuti piegare. Un potere senza debolezze e con ogni forza, che prendeva l'esperienza di chi l'aveva generato e lo plasmava a piacimento, per dominare i tempi. Hiro era lì, in piedi e immobile ad osservare il corpo crocifisso di Eiji senza testa, sistemato in un altare colmo di simboli, candele, rune, sigilli, a completare quello che sembrava essere un qualche strano e malato rituale. Il cacciatore di demoni non si limitava a epurare e cancellare l'esistenza dei "mostri", o il loro passaggio, lui era un eroe perché si assumeva il peso delle disgrazie altrui e, come era già successo con Watashi, si sarebbe cibato della forza di Kokuo.
Quell'elemento però, quell'unione singolare della diversità, sembrava ancora poter combattere e resistere alla potenza del suo nemico sebbene in quel corpo senza più la mente, il cinque code non riusciva più a essere Libero. L'energia proveniva dal corpo del Chunin e Hiro era serio come poche volte era successo in quella storia. Afferrò la spada alle spalle e la conficcò sul suolo disegnato, al centro di quello che sembrava un occhio di colore viola.


Hiro - Ormai non c'è male che io non possegga, non c'è cosa che io non possa purificare e voi Demoni dovete solo chinarvi.

La spada si illuminò e suoi occhi divennero neri, sulla sua testa sembrò di vedere due escrescenze e le sue mani cominciarono a tremare. Faccia a faccia con l'ennesimo demone, con l'ennesimo signore oscuro da dover distruggere e assorbire.

Hiro - E' la tua fine, mostro.

E lì Kokuo aprì i suoi occhi mostrando al carnefice il terrore dei Bijuu, la forza di quelle entità codate risvegliatisi sotto a un cielo che di corruzione ne aveva già conosciuta troppa. Tra il desiderio di libertà e la paura di poter essere sottomesso, la creatura espanse allora la sua energia, ma non per fiducia, non per merito, solo per la propria sopravvivenza lontana dall'oscurità di ciò che rimaneva di quel Dio Maligno sconfitto dall'Alleanza a dal Ninja Dorato ormai diversi anni prima.

~ ~ ~ ~

La testa di Eiji e Anui, così l'Anbu aveva detto di chiamarsi, erano ormai giunti nei pressi del confinato campo di onniscienza del loro nemico. Si trovavano al confine di un'insenatura tra le montagne a Nord del Paese del Fulmine, lì dove il continente ninja incontrava le terre di territori sconosciuti. Seguendo la percezione e l'abilità sensoriale dello Jashinista i due erano riusciti a tenersi lontani dal campo di energia di Hiro ma, per evitare di essere immediatamente visti, avevano ben pensato di rimanerne al momento fuori e al sicuro. Anui aveva detto che i quattro ripetitori di chakra che il cacciatore utilizzava per alimentare quel campo di forza si trovavano qualche metro dentro al perimetro, il che rendeva il tentare di distruggerli un'impresa.

Anui - Se tu avessi ancora il tuo corpo potremmo dividerci, che situazione assurda.

Più che a Eiji sembrava di star parlando tra sé e sé. Il Chunin si trovava legato alla cintola del compagno, con la possibilità di guardare intorno a sé solo quando tra un salto e l'altro la testa era effettivamente girata verso la strada. A ogni modo, sembrava davvero impossibile individuare e distruggere quei sigilli senza farsi individuare e in questo caso dovevano valutare se ne valeva la pena. L'ultima volta che lo Jashinista aveva sfidato faccia a faccia quel mostro era finita in tragedia. Prima che potessero mettersi d'accordo in qualche modo però, un flash davanti agli occhi di Eiji gli mostrò che cosa stava subendo il suo corpo: Hiro, le sue parole, la camera rituale, i sigilli e soprattutto la voce di Kokuo chiara e limpida nella sua testa.

Kokuo - Siete uguali: impulsivi, stupidi, guidati da Irruenza. Mi libererò da tutto questo.



~ ~ ~ ~

La spada stretta tra le mani, due corna mostruosa sulla testa, il viso scolpito da una sofferenza intrinseca. Per terra invece il marchio di quell'occhio viola si era acceso, reagendo all'energia oscura di quella spada maledetta. Fu a quel punto che gli occhi del teschio sull'elsa divennero rossi, pronti ad assorbire l'anima della sua prossima vittima. Eiji però era lì, poteva muovere le dita, i piedi e sentiva tre presenze con lui, i suoi tre compagni che fino alla fine gli erano rimasti accanto.

Kokuo - Usa i miei occhi, e dopo sparite.



Non aveva la testa, non poteva parlare, ciò che stava vedendo era un dono di Kokuo, uno dei pochi che si era meritato ai suoi occhi, una concessione da parte di chi in quella circostanza voleva soltanto sopravvivere. Hiro provò a resistere a quella forza e non osò attendere oltre: lo puntò con un affondo dritto al cuore.
 
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view post Posted on 11/10/2018, 21:01     +1   -1
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Insomma. In questa quest stiamo trattando argomenti fin troppo elevati. Dei, altri dei, ancora dei, demoni che camminano sulla terra come se nulla fosse. Uomini diventati demoni dopo aver interagito con demoni mandati sulla terra da altri dei. Insomma, un gran mal di testa per tutti tranne per Eiji. Direte voi, come potrebbe avere male alla testa, se la testa non l'ha più? Ottima osservazione, ma io farò finta di non averla sentita e andrò avanti con la narrazione, sperando che la Rowling non ci denunci per esserci avvicinati troppo a "Nick quasi senza testa". In generale, bisognava ammettere che il ragazzo fosse capitato in qualcosa che andava ben oltre le sue possibilità. Per quanto nemmeno lui fosse più umano sotto molti punti di vista, il suo potere non era certo paragonabile a quello di un vero demonio. Ovviamente dentro il suo corpo aveva un Bijuu, il quale avrebbe dovuto aiutare abbastanza quando si trattava di deletare cose dalla faccia della terra. Ma appunto, avrebbe, il problema era proprio che non lo aveva fatto nel modo più assoluto. Ovviamente non aveva compreso nulla dalla chiacchierata con le falci. Forse era davvero impossibile ragionare con qualcuno di così incredibilmente potente, o di così assurdamente spaventato. Restava il fatto che le parole delle tre non avevano minimamente scalfito le sue convinzioni e questo, ad essere sinceri, era abbastanza fastidioso. Che entrambe le parti stessero sostenendo il proprio pensiero quasi come se avessero una benda sugli occhi e sulle orecchie? Possibile, anzi del tutto vero, ma restava il fatto che l'evidenza era una ed una sola. Erano in trappola, stavano per morire per mano di un mostro e Kokuoh non aveva fatto nulla. Poteva lamentarsi quanto voleva, lagnarsi di quanto Eiji fosse irrazionale o di quanto le falci non lo comprendessero, ma la verità era quella. Povera stella, alla fine lui voleva solo scappare per il resto della sua vita. Bella libertà quella, direi la forma più alta della stessa. Avevano due caratteri diversi, il Bijuu e colui che lo conteneva, ma questo non voleva dire che non avrebbero trovato mai un punto d'incontro. Forse ci sarebbe voluto più tempo del previsto, ma Eiji non era tipo da portare rancore o simili. Anzi, avendo compreso le origini del loro nemico, nella sua mente aveva iniziato a dispiacersi per quello che aveva fatto. Per quanto non considerasse una fuga un'opzione valida, non si era fermato a cercare di comprendere le ragioni del suo compagno... O forse lo aveva fatto, ma il Bijuu si era rifiutato di rispondere. Chissà, non ho voglia di rileggere, accontentatevi.

Stava di fatto che, finalmente, la bestia pareva essersi destata dal suo sonno. Che avesse davvero deciso di combattere le sue paure per ottenere quella benedettissima libertà che tanto agognava? Si sperava davvero che fosse così, altrimenti da senza testa, Eiji sarebbe passato ad essere senza corpo. Non che adesso ne avesse uno, ma dettagli. Comunque le falci iniziarono a percepire qualcosa. Elementi. Ovunque, Un potere elementale che andava oltre tutto quello che avevano sperimentato fino ad allora. Era davvero ciò di cui era capace quel nuovo compagno? E si era trattenuto per quale motivo? Visto quanto aveva rotto le scatole, ormai le falci avevano iniziato a pensare che non fosse poi così potente come credevano. Eppure quel potere sembrava quasi in grado di surclassare qualsiasi cosa. Improvvisamente le tre anime iniziarono a sentirsi più sicure, più pronte. Qualcosa stava accadendo, qualcosa che avrebbe stravolto le sorti di quello scontro. Quell'energia si stava concentrando sempre di più, arrivando a formare un potere del tutto perfetto e superiore a qualsiasi influenza elementale. Eppure non è ancora arrivato il momento, dovrete aspettare ancora un po' per vedere il tutto effettivamente in azione.

Mentre tutto questo avveniva, Hiro stava rivelando il suo vero volto. Un demone come tanti, come Eiji ne aveva già visti e sconfitti. Un demone molto più forte di quello affrontato in passato, ma comunque non impossibile da piegare. Quella frase, quelle parole. Ironico che andasse in giro ad epurare la gente dallo stesso male che lui rappresentava. Non era diverso da ciò che andava cacciando, ma abbiamo già chiarito come e quando quel poveretto avesse perso la retta via. Era il momento del faccia a faccia. Demone contro demone. Libertà contro prigionia. Luce contro oscurità. Il Bijuu finalmente manifestò quel potere anche a colui il quale stava cercando di renderlo prigioniero. Schiavo. Lo aveva spinto al limite e, finalmente, l'istinto di conservazione di quella bestia si era risvegliato. Le falci erano silenti. Pronte nel loro limbo, mentre l'energia di quella bestia s'infondeva dentro di loro fornendo nuova forza e vigore.





Anui. Questo era il nome del suo salvare, del fratello che era stato coinvolto in tutta quella strana storia. Un Anbu della Nuvola che, malauguratamente, aveva accettato l'incarico sbagliato, non che avesse alcuna scelta in ogni caso. Chissà quante e stava tirando mentalmente, mentre procedeva con la testa del ragazzo legata alla cintola. Per quanto riguardava Eiji, si poteva definire completamente concentrato. Tutto quello che poteva fare era percepire per lui e, proprio per questo, stava dando tutto se stesso per farlo al meglio. Occhi chiusi, labbra serrate. Non c'era essere vivente di passaggio che non passasse al setaccio. Persino gli animali non erano esuli dalla sua analisi. Concentrato come non era mai stato prima di allora, come forse non sarebbe più stato in vita sua. Finalmente lo vide, mentalmente percepì quello che doveva essere un lato del perimetro di quel campo di morte. - Stop! - Fu tutto quello che disse al compagno, mentre cercava di aumentare al massimo la sua percezione per individuare il loro bersaglio. Ma quale? Hiro o i ripetitori utilizzati per creare quel campo? Entrambi a dire il vero. Erano sicuramente situati al'interno di quel perimetro e, al momento, per loro non c'era alcuna possibilità di farsi avanti. Li avrebbe semplicemente piegati, uno contro uno e un quarto. Non c'era alcun modo per loro di introdursi dentro a quell’area senza destare l'attenzione di quella bestia. Non ancora almeno. Non rispose alla frase del suo confratello, stava effettivamente pensando ad un modo per eludere Hiro. Niente. Sapeva benissimo che dentro a quel campo non ci sarebbe stato scampo, anche se si chiedeva come quel vecchio alla locanda avesse fatto a sopravvivere. Ancora nulla. Passavano secondi, che sembravano minuti, ore.

In tutto questo Washi che fine aveva fatto? Per via dell'esplosione non era riuscito a seguire la testa di Eiji, rimanendo soltanto a guardare Hiro mentre si caricava il corpo del ragazzo in spalla per poi dirigersi verso chissà dove. Lo aveva seguito, osservandolo dall'alto dei cieli senza la certezza di poter essere percepito o meno. Tutto quello che sapeva, era che ad una altezza come quella non poteva che essere al sicuro. Lo vide mentre procedeva verso Nord, fra le montagne. Lo vide anche accamparsi per poi iniziare a fare qualcosa con degli strani sigilli che parevano essere posti come a voler formare un quadrato. Non comprese a cosa essi servissero, ma sicuramente a nulla di buono. Mentre Eiji ed il suo compagno si avvicinavano al perimetro, i suoi occhi acuti videro quello che pareva essere un ninja di Kumo a giudicare da vesti e coprifronte. Ci volle qualche secondo prima che effettivamente riconoscesse ciò che quel misterioso ninja portava alla cintola.
- Ma dimmi te com'è conciato. - Lesto iniziò a sorvolare la loro posizione, accertandosi che la sua vista non lo stesse ingannando. Era Eiji, o meglio la sua testa. Essendo a conoscenza di quali fossero i poteri del ragazzo, non aveva dubbi riguardo al fatto che fosse vivo. Quindi si decise a planare verso la loro posizione, avvicinandosi e rivelandosi. - Eiji! Stai bene, ragazzo? - Sentendo quelle parole, Eiji non poté fare a meno di aprire gli occhi andando a cercare il volatile con lo sguardo. - Washi?! WASHI! Sei tu? Dove sei, fatti vedere! - Sfortunatamente la sua particolare condizione non gli permetteva di rivolgere lo sguardo dove voleva. Toccò quindi al pennuto posizionarsi davanti alla testa parlante, non ignorando comunque il salvatore della stessa. - Bel lavoro prima, comunque. - Disse rivolto ad Anui mentre si abbassava arrivando all'altezza di Eiji. - Washi! Nice to see yà bro! Hai seguito quel pazzo fino a questo posto? - Si, è venuto qui con la tua carcassa e ha iniziato a fare qualcosa di strano, come piazzare sigilli disegnando un quadrato nella zona. Alla fine si è ritirato in chissà cosa, ma non ho cercato di avvicinarmi troppo. Sapevo che saresti venuto. - And here I am! Anyways... Hai detto sigilli? Sapresti indicarsi la posizione di quello più vicino? E' grazie a quelli se lui era onnisciente. - Quindi il pennuto comprese. Comprese come faceva quell'essere a muoversi in quel modo. Come faceva a rintracciare chiunque dovunque. Comprese anche che, con tutta probabilità, era stato percepito anche lui. Forse Hiro avrebbe visto l'allontanarsi del pennuto come un sollievo, o forse avrebbe alzato la guardia. Washi non era certo una minaccia per lui. Sfortunatamente il nibbio non sapeva che quel mostro aveva ben altro a cui pensare in quel momento. Detto questo, pensò immediatamente che non ci fosse tempo da perdere e si alzò in volo. - Certo, da quella parte... - Ma proprio quando stavano per scoprire la posizione del loro obiettivo qualcosa accadde. La voce di Kokuoh risuonò nella testa del Chunin e, improvvisamente, i suoi occhi non videro più il panorama a cui era abituato.




Ci mise qualche secondo a mettere a fuoco la situazione. La sua testa era altrove, ancora con l'Anbu e Washi, eppure i suoi occhi stavano assistendo a qualcosa di mostruoso. Davanti a lui si ergeva un demone simile a quello che aveva affrontato tempo prima assieme a Shun. L'unica differenza era la quantità di potere che lo stesso emanava, potere che, però, era mitigato da qualcosa. Anche lui era pervaso da una strana energia. Qualcosa di famigliare ma di mai sperimentato. Era Kokuoh. Il suo potere, lo stava prestando al ragazzo. Finalmente si era deciso a fare qualcosa di effettivamente utile. Questa, però, non fu la prima cosa che il ragazzo pensò sentendo la voce della bestia. - Kokuoh?! Sei tu?! - Sentiva quasi l'eco delle sue stesse parole, come se fosse in una specie di limbo. Trasportato chissà dove grazie all'immenso potere di quella bestia. - I'm sorry bro! Non mi sono fermato a pensare a te, a quello che stavi provando. Non capivo perché fossi così spaventato. But now... Now I know... L'oscurità che Hiro porta nel cuore è terrificante, come terrificanti sono i demoni con cui è entrato in contatto. He must be stopped.... - Si domandò, subito dopo, se anche Anui e Washi potessero ancora sentire le sue parole. Non poteva saperlo, ma tentare non lo avrebbe certo danneggiato. - Washi, Anui. Se potete sentirmi, sono con il mio corpo adesso. Io terrò a bada Hiro per un po'. Voi entrate e distruggete il sigillo, raggiungetemi il prima possibile... - Il pennuto non comprese immediatamente, ma non si fece troppe domande. Cose strane accadevano da un po’ di tempo a questa parte, non gli restava altro che fidarsi delle parole del suo evocatore. Effettivamente, non avrebbero avuto occasione migliore di quella per cogliere di sorpresa la controparte. Per quanto dovessero comunque immergersi nel suo campo d'azione, il demone sarebbe stato distratto da Eiji e da quello che si stava preparando a fare con l'aiuto di tutti i suoi compagni.

Ma come, come avrebbe potuto tenere a bada un qualcosa di così mostruosamente forte. Lui che era già senza testa. Lui che era crocifisso grazie a delle corte e poteva vedere solo quello che il Bijuu gli concedeva di vedere. Come? Non lo sapeva, ma era sicuro che il potere di Kokuoh sarebbe tornato estremamente utile. Poteva muovere il corpo, lo sentiva nuovamente suo, poteva anche percepire le falci, anche se non era sicuro che loro potessero percepire lui. I suoi occhi vedevano Hiro, un Hiro diverso da prima, quasi spaventato dal potere che la carcassa del ragazzo stava emanando. Non c'era più tempo, doveva agire adesso, sperando di riuscire effettivamente a fare qualcosa. Strinse i pugni, cercando di raccogliere dentro di se tutto quel potere e farlo proprio. Poi successe. La metà destra del suo corpo si fece più umida, quasi fosse rivestita da un leggero strato di acqua che, però, non andava a bagnare direttamente la pelle del ragazzo o le sue vesti. Le metà sinistra, invece, sembrò quasi essere avvolta da polvere che andò rapidamente a tramutarsi in terra e poi in roccia. Le corde vennero sarebbero state spezzate con estrema facilità. Sulla destra piccoli proiettili acquatici avrebbero fatto la stessa a pezzettini, sulla sinistra invece, il rivestimento roccioso del braccio del ragazzo sarebbe diventato troppo grande per essere contenuto. Discorso similare per le gambe ovviamente. Questa volta non c'era spazio per gli errori, non c'era spazio per il masochismo e per i piani al limite del mortale. Non gli avrebbe permesso di colpirlo ancora. Non gli avrebbe portato via anche il cuore. Quella spada aveva qualcosa di strano, qualcosa che non piaceva al ragazzo. Sentiva come se dietro alla stessa si celasse il trucco utilizzato da quella bestia per risucchiare il potere demoniaco dalle persone. Quindi le sue mani si sarebbero andare a congiungere sui lati della lama che stava per trafiggerlo con il solo scopo di fermare la sua avanzata. Ovviamente il tutto non si sarebbe limitato ad un semplice intercetto da parte del ragazzo. Grazie ai potere elementali, una volta che le due mani fossero entrate in contatto con la lama, l'acqua e la terra avrebbero iniziato a fluire sulla stessa mescolandosi e dando vita a dello strano fango. Questo avrebbe iniziato a procedere verso l'elsa dell'arma, solidificandosi incredibilmente passo dopo passo. Come se non bastasse, giusto per essere più sicuri, uno strano roccioso andò a formarsi sopra il cuore della carcassa, a protezione dello stesso.

Mancava qualcosa però, alla festa non erano state invitate le tre anime che accompagnavano Eiji ormai da tempo. Si manifestarono letteralmente con fulmini e saette. Un esplosione di fiamme annunciò l'avvento di Sanmaru, che si manifestò dal braccio destro completamente avvolto dalle lingue di fuoco. Le stesse avrebbero iniziato a vorticare attorno alle braccia del nemico comprendo il vero obiettivo della lama incandescente, ovvero recidere di netto i due arti che ancora stavano reggendo la spada. Avrebbe lasciato due moncherini avvolti da delle fiamme. Dal lato sinistro invece, fece la sua comparsa Ichigo, annunciato a sua volta dal ruggente rumore di tuoni che si abbattono contro il terreno. Avvolto da una corrette di fulmini incredibilmente fitta, quest'ultimo si sarebbe diretto verso il bersaglio speculare rispetto all'affondo di Hiro, ovvero il cuore della bestia. Cercando, quindi, di conficcarsi nel petto dello stesso andando a riempirlo di scariche elettriche dall'incredibile voltaggio. Meno rumorosa, ma sicuramente appariscente, arrivò anche Niko. Accompagnata da folate di vento dall'incredibile forza, la falce sarebbe passata da sotto le gambe del ragazzo. Presentava anche lei una rivestitura elementale, anche se molto più composta delle altre due. Il vento di era adattato alla forma della stessa aumentando le dimensioni delle lame, nonché la pericolosità del suo filo. Gli obiettivi della kusarigama sarebbero stati gli arti inferiori, le gambe di Hiro, senza le quali non avrebbe più potuto saltellare a destra e a sinistra. Un attacco a sorpresa da più fronti, atto a colpire più punti e disabilitare la sua mobilità grazie anche al fango che avrebbe continuato a scorrere e solidificarsi verso le mani e l'elsa di quella bestia. Che i giochi abbiano fottutamente inizio.


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Washi sta andando verso il sigillo, sperando che Anui lo segua.

 
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view post Posted on 18/10/2018, 23:34     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Le mani di Eiji, unite al potere degli elementi di Kokuo, riuscirono a bloccare la spada di Hiro esattamente come aveva sperato il ragazzo: nel momento in cui i palmi si chiusero ad incastrare la lama un'onda d'urto devastante investì la camera travolgendo quello che si trovava lì dentro, alzando l'altare, il tovagliato, e tutti gli strumenti che il cacciatore aveva o avrebbe usato per completare il rituale sullo Jashinista. Hiro alzò a quel punto lo sguardo quasi incredulo, osservando la propria arma arrestarsi di fronte alla forza di un ragazzo così giovane e dal suo punto di vista ingenuo: combattere il proprio liberatore per favorire la crescita di un demone in corpo era una follia e lui poteva saperlo. Aveva accettato di prendersi carico del male di tutti coloro che uccideva per rimanere quindi l'unico corrotto al mondo, per poter piangere se stesso e la propria vita e poter infine scomparire nell'oscurità di un'anima totalmente compromessa. I suoi occhi però, ormai rossi come il sangue, tornarono feroci e quando le falci partirono all'attacco una barriera di energia le respinse nuovamente, come era già successo in precedenza, e in aggiunta concentrò una quantità tale di chakra nelle proprie mani da distruggere il fango solidificato che aveva preso possesso dell'elsa. Quel particolare strato venne così fatto esplodere e Hiro balzò all'indietro fendendo l'aria con la spada, per poi conficcarla al terreno e lasciare che il teschio che si trovava alla base della lama respirasse una forza violacea.

Hiro - Perché insisti? perché opponi ancora resistenza?

Strinse l'elsa con la sinistra e la sua mano venne avvolta da un'energia oscura che gli risalì fino al braccio. La parte pervasa dall'energia sembrò mutare fino ad assomigliare sempre di più all'aspetto demoniaco di una bestia, ma prima che potesse tornare all'attacco percepì qualcosa, ed Eiji lo vide voltare lo sguardo attraverso gli occhi di Kokuo. Ne era sicuro, era una scena che aveva già vissuto quando il cacciatore gli aveva finalmente concesso la possibilità di provare... terrore.
Fuori da quella struttura, non troppo lontano, Anui e la testa di Eiji stavano seguendo Washi attraverso i monti del Nord, arrivando fino a un'insenatura tra di essa che dava su un profondo crepaccio. Fu proprio in quel momento che i cumulonembi nel cielo vennero trafitti da fulmini e rombi di tuono che riecheggiarono fino a Kumo, con lampi che illuminarono il paesaggio naturale scavato nella roccia e infine, si alzò la nebbia con l'arrivo della pioggia.


Anui - Eccolo...

L'Anbu balzò da un'altura scendendo una decina di metri e davanti a sé vide quella che sembrava una sorta di lancia conficcata nel terreno, al centro di un simbolo.

Hiro li vide in quella posizione, percependoli a distanza, fermi ad osservare uno dei quattro angoli del perimetro dentro cui poteva elevarsi a Dio e si trovò a dover decidere in fretta chi dovesse il suo avversario nell'immediato. Kokuo gli risparmiò la scelta, staccando una "mano di chakra" dal corpo di Eiji che provò a colpirlo ma che si ritrovò soltanto ad infrangersi al suolo, distruggendo ciò che era rimasto del casolare dentro cui si trovavano. Hiro aveva schivato nuovamente ma stavolta contrattaccò roteando la spada e fulmineo mirò alla coscia dell'avversario. L'armatura di pietra che aveva avvolto il corpo del Chunin riuscì però a respingere l'attacco e Hiro si ritrovò nuovamente con gli occhi sgranati, incredulo per quello che era appena successo.


Intanto gli elementi continuavano a mischiarsi, la forza incolore e informe stava crescendo e tutto il Nord poteva adesso sentirla. Era la forza del demone codato, era l'ira e la paura di chi non aveva più scelta, di chi non poteva più scappare, e il Chunin poteva sentire la forza scorrergli nelle vene, la potenza del Bijuu mischiarsi finalmente al suo chakra, poteva osservare se stesso diventare invincibile. Eppure dentro di sé sentiva ancora una strana sensazione, qualcosa di sgradevole e che in qualche modo, per qualche ragione, rendeva la figura di quel nemico ancora insormontabile.

E intanto la prima lancia era stata distrutta.
 
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view post Posted on 20/10/2018, 16:33     +1   -1
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Legenda.

Ichigo

Niko

Sanmaru

Washi

Kokuo


Quando i palmi del ragazzo impattarono con la spada, una forte onda d'urto si espanse per tutto il circondario. Per quanto la testa di Eiji non fosse in loco per percepirne la portata, quello che vide attraverso gli occhi di Kokuoh lo lasciò esterrefatto. Era piuttosto convinto di non averci messo tutta questa potenza distruttiva. Non credeva nemmeno di esserne dotato. La spiegazione era una e una sola, i poteri del Bijuu stavano amplificando le sue capacità in maniera incredibile. Per quanto ormai avesse compreso le motivazioni che lo avevano spinto a non combattere, si stupiva ancora del fatto che avesse con se tutto questo potere. Avrebbero potuto affrontarlo molto prima, evitando che due dei suoi compaesani finissero uccisi da quell'essere immondo. Per quanto i poteri del cinque code continuassero a fluire in lui, vi era ancora una strana sensazione ad attanagliare i suoi pensieri. Era come se fosse cresciuto, come se tutto quello che riguardava se stesso e le sue potenzialità fosse stato amplificato. Eppure non era sufficiente. Non bastava ancora per poter essere certo di poter sopraffare il nemico odierno. Non poteva certo perdersi troppo in pensieri inutili. La battaglia stava per impazzare e lui doveva essere concentrato mente e corpo, si fa per dire.

I suoi attacchi comparvero fulminei e devastanti, accompagnati dalle più disparate manifestazioni meteorologiche ed elementali. Rimpiangeva davvero il fatto di non poter essere veramente lì e godere di tutto quello. A constatare di persona quanto potessero essere grandi i poteri del demone che lo accompagnava. Avrebbe sicuramente imparato ad apprezzarlo di più e anche Kokuoh avrebbe fatto lo stesso. Era diversi, ovviamente, ma questo non voleva dire che non avrebbero mai trovato un punto d'incontro. La fiducia era tutto, la fiducia era la chiave. Aveva già fatto molto per quel demone eppure sapeva di non poter pretendere che lui si fidasse ciecamente. Ci avrebbe lavorato e avrebbe trovato un modo per superare la barriera della diffidenza. Il mostro che aveva davanti agli occhi, però, non si sarebbe fatto sconfiggere così facilmente. Non solo respinse i suoi attacchi con la fantomatica barriera, ma riuscì persino a liberare la sua lama dalla morsa di quel fango ormai diventato solida roccia. Nulla. Non era stato colto di sorpresa. I suoi occhi avevano visto gli attacchi e avevano risposto con la barriera, ammesso e non concesso che le supposizioni del ragazzo fossero correte. Come avrebbe potuto sconfiggerlo? Come avrebbe fatto a scalfire quella che pareva essere una difesa del tutto impenetrabile? Non aveva la più pallida idea. In più era abbastanza sicuro che le sue falci non sentissero la sua voce, considerando il fatto che non avevano risposto a nessuno dei suoi appelli. Era solo, o meglio, erano in due. Lui e colui che gli stava cedendo la sua forza. Per quanto era sicuro che Kokuoh avrebbe trasmetto la sua volontà alle kusarigama, avrebbe preferito far sapere loro che non erano sole. Che a combattere c'era anche lui, pur essendo effettivamente lontano.

Appena quella bestia si fece relativamente indietro, il ragazzo riuscì ad osservarne meglio le fattezze. Era figo, da un certo punto di vista, dopotutto lui era sempre stato affascinato da questo genere di cose, ma raccapricciante allo stesso tempo. Il solo pensiero che quella bestia potesse raggiungere Kumo indisturbata e distruggerla da cima a fondo lo devastava. Non lo avrebbe permesso, non si sarebbe arreso. Avrebbe combattuto contro la sua paura e si sarebbe sollevato al di sopra della stessa. Avrebbe schiacciato quel demone, dimostrando che di demone ce n'era uno solo ed era Lui. Ascoltò le sue parole ma non risposte, non avrebbe avuto senso. Non aveva intenzione di sprecare fiato con qualcuno che sicuramente non avrebbe capito. In tutta risposta, si formò un piccolo corso di acqua e terra ascensionale che saliva fino la suo collo. Iniziò a formarsi del fango sullo stesso e, poco a poco, apparve quella che poteva essere definita in tutto e per tutto una testa. Una riproduzione del capo di Eiji. Il fango si solidificò e, finalmente, arrivò la risposta del nostro ragazzo. Il braccio destro si sollevò e il dito meglio con lui. Fanculo. Fanculo a lui, a tutto quello che credeva essere giusto. Alla sua causa, alle sue disgrazie. Fanculo a tutto quello che gli aveva fatto passare. Fanculo e basta. Ma vi chiederete voi, a cosa servirà mai quella riproduzione della testa del ragazzo? Nulla. Era solo fango modellato. Anche fosse andata in mille pezzettini non sarebbe cambiato niente. Gli occhi che permettevano lui di vedere erano sempre quelli del pentacoda.

Poi lo vide iniziare a cambiare forma per l'ennesima volta. Quello che gli parve di cogliere, però, fu che il potere che stava accrescendo le capacità di Hiro provenisse direttamente dalla spada. La stringeva sempre con forza e non si separava mai dalla stessa. Da quando si era trasformato quella sembrava aver preso vita e, sempre secondo le sue supposizioni, utilizzava proprio quella per assorbire il potere demoniaco. Che avesse scovato uno dei suoi punti deboli? Non poteva saperlo, non con sicurezza almeno, ma tentare non avrebbe fatto altro che bene.
- Kokuoh pay attention... Non vorrei sbagliarmi, ma sembra che il potere demoniaco derivi proprio da quella spada. Se riuscissimo a separarlo dalla stessa forse avremmo qualche possibilità... - Sperava che la controparte rispondesse con qualche considerazione. Dopotutto, se aveva capito che Hiro non era del tutto umano, lo doveva proprio alle parole che Kokuoh gli aveva rivolto. Sì, non era stato poi così chiaro ad essere sinceri, ma bisognava sapersi accontentare.

Ma proprio quando la battaglia sembrava essere tornata nel vivo, ecco Hiro portare lo sguardo verso chissà dove. Stava vedendo qualcosa, stava percependo qualcuno e Eiji sapeva bene chi. Era entrato nel campo. La sua testa aveva ancora attivo il sensitivo e percepiva benissimo il disturbo che quell'area di chakra provocava in lui. Washi stava guidando l'Anbu verso il ripetitore più vicino. Erano in pericolo. Ormai quel demone sapeva della loro presenza, probabilmente conosceva anche il loro piano. Avrebbe potuto aggiungerli in qualsiasi momento.
- He knows! Ragazzi, svelti, ormai conosce la vostra posizione! - Washi colse immediatamente le parole del ragazzo e, senza replicare, iniziò a sbattere le ali con più veemenza, sfruttando meglio le strane correnti che si erano formate. Da quando Eiji aveva scatenato il potere di Kokuoh, era come se il tempo stesso fosse mutato. Cumuli di nuvole lambivano il cielo, illuminati soltanto da fulmini passeggeri. Un forte vento si era levato. A tratti caldo e tratti gelido. Nebbia e pioggia. Nulla che lasciasse presupporre un lieto fine insomma. Finalmente Anui vide quello che era il suo bersaglio principale. Una lancia. Una semplice lancia. Non avrebbe perso tempo avvicinandosi alla stessa con dei rapidi balzi. La estrasse dal suolo e la spezzò, distruggendo il primo di quattro ripetitori. Eiji non percepì questo grosso cambiamento. Il disturbo nel suo sensitivo era diminuito, ma il campo era ancora in piedi. Dovevano sbrigarsi e procedere verso il secondo. - Meno uno! Ma non è finita, non basta! Verso il prossimo più vicino Washi, c’mon bro! - Ricevuto! Seguimi! - Disse il rapace rivolgendosi al compagno improvvisato. Senza perdere neanche un secondo, senza considerare quella pioggia e quella nebbia. I suoi occhi erano precisi e aguzzi. Sapeva bene dove condurre Anui e conosceva il sentiero più breve per raggiungere la loro meta. Questione di secondi, al massimo di minuti.

In tutto questo Hiro era distratto. Incerto su quale fosse la mossa migliore. Eliminare quelli che stavano attentando al suo potere o concentrarsi sulla minaccia più incombente. Eiji si rivide. A terra, distrutto e spaventato. Abbattuto nell'animo e nel corpo. Affranto per la perdita del compaesano e consapevole di non poter fare nulla per cambiare la sorte degli altri. Per un secondo, il terrore tornò a bussare alla sua porta ricordandogli quello di cui era capace Hiro. Quel suo sguardo, quella sua potenza. Fortunatamente ci pensò Kokuoh a rimediare a questo secondo di esitazione. Quel colpo creato dal nulla e composto da puro chakra andò ad infrangersi contro la struttura, schivato da Hiro che, però, non si era ritrovato ad utilizzare la barriera. Non lo aveva visto, non abbastanza presto almeno. Questo non faceva altro che accrescere le sue certezze e le sue speranze. Doveva trovare il modo di coglierlo di sorpresa, sottraendogli quella strana spada.


Non ti distrarre bastardo! Sono io il tuo avversario!



Nel vedere quello che la bestia che portava in corpo aveva appena fatto, Eiji ritrovò le forze, scollandosi di dosso quella paura. Il contrattacco di Hiro non tardò ad arrivare. Cercò di puntare alla coscia del ragazzo, ma Eiji era pronto. Il rivestimento di acqua e roccia che lo ricopriva era malleabile e solido. Si muoveva velocissimo, adattandosi al colpo che Eiji stava per ricevere, per poi annullarlo. Scorreva come l'acqua e resisteva come la roccia. Anche se il colpo venne respinto con relativa facilità, c'era qualcosa di estremamente strano in tutto quello che stava accadendo. Sentiva il potere scorrere nelle sue vene, cresceva sempre di più in maniera esponenziale. Sapeva che era opera di Kokuoh e per questo non poteva fare altro che essere grato, ma qualcosa non andava. Percepiva ancora Hiro come lontano. Non raggiungibile. Non eliminabile. Un avversario il cui livello era troppo alto per essere eguagliato e superato. Non sapeva da cosa derivasse quella sensazione, ma poteva averne una vaga idea. Kokuoh era ancora spaventato. La paura di quelle tenebre continuava ad opprimere il cuore della bestia. - I know bro... I know... - Mormorò con fare pacifico. - Come ci si sente quando tutto sembra perduto, quando non si ha più scelta e sembra che tutto quello che fai non sia abbastanza. Quando il terrore sembra troppo forte per essere sopraffatto... - Fece una piccola pausa, mentre i suoi occhi continuavano ad osservare la figura esterrefatta di quel carnefice. - I understand... L'ho provato anche io ma... Ma non posso lasciarmi configgere dal terrore e non dovresti farlo nemmeno tu. Non sei solo in queste battaglia. Sconfiggeremo questo mostro assieme e potremo vivere libri e felici come ci meritiamo. - Non disse altro e, dopo quel discorso che durò una manciata di secondi, caricò. Le tre falci avrebbero cercato di circumnavigare la figura del demone, andando a colpirlo dietro la schiena. Niko sulla nuca e Sanmaru e Ichigo all'altezza dei fianchi. Ma quella non sarebbe stata altro che una trappola, uno specchietto per le allodole. Il vero obiettivo del ragazzo non era altro che la spada. Fonte di potere o meno, disarmando Hiro questi sarebbe stato certamente meno pericoloso. Avrebbe cerato di avvicinarsi alla lama della stessa, sfiorandola con la destrorsa ricoperta di acqua. Il succo sarebbe stato l'interazione di quel elemento con quello che rivestiva Ichigo, il fulmine. Avrebbe lasciato un canale privo di terra abbastanza ambio da far scorrere scariche elettriche per il suo corpo. Una volta toccata la lama, l'acqua elettrificata sarebbe entrata in contatto con il metallo permettendogli di fulminarlo mentre il liquido, scorrendo, avrebbe reso la presa sull'elsa meno salda. Se il tutto fosse andato a buon fine, la mancina rivestita da uno spesso strano roccioso si sarebbe chiusa in un pugno, diretto verso il volto demoniaco di quella bestia. Una cosa era certa. Che la sua fosse andata a buon fine o meno, non avrebbe permesso a quel mostro di abbandonare il campo di battaglia. Non questa volta. Anui e Washi avevano un compito importante da svolgere ed Eiji non avrebbe permesso che anche loro facessero una brutta fine.
<attivazione/passiva> - Sensitivo - [Liv 1: 52/60]

Washi sta andando verso il secondo sigillo più vicino, sperando che Anui lo segua.

 
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