Esame autogestito #14.1 "ANBU vs Nukenin", Shikirama Senju e Yukio Yamanaka

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Garth36
view post Posted on 7/8/2018, 03:45     +1   -1




CITAZIONE
pensato narrato "parlato"

Shikirama aprì gli occhi. A giudicare dall’oscurità che dominava la sua camera da letto, il sole non doveva essere ancora sorto. Del resto, il giovanotto in questione non era solito alzarsi tardi: la sessione di meditazione (che aveva luogo in mezzo al bosco o presso uno degli altarini posizionati attorno all’albero sacro) e la passeggiata mattutina erano parte integrante della sua routine giornaliera. Non solo evitava il più possibile il rischio di essere disturbato e distratto da qualcuno, ma riusciva così a ritagliarsi un po' di tempo per crogiolarsi nel crepuscolo senza dover tener conto dei fastidiosissimi raggi solari che, durante il giorno, sembravano volessero inseguirlo dovunque andasse, quasi avessero qualche sorta di astio nei suoi confronti.

Ad ogni modo, quello era anche un giorno particolare. Era arrivato il momento di mettere a frutto gli anni di studio ed allenamento che lo avevano tenuto occupato all’accademia ninja di Konoha. L’esame per diventare genin era il primo passo lungo l’ignoto sentiero che il giovane Senju aveva deciso di percorrere. Sarebbe potuto diventare uno shinobi in tutto e per tutto, un protettore del villaggio con la facoltà di poter girovagare verso paesi lontani, proprio come, a suo tempo, fece suo padre. Ma i suoi obiettivi erano diversi: la vita monastica aveva del fascino, ma non faceva per lui. Voleva avere un ruolo più attivo, cercando di agire personalmente per risolvere i problemi del clan e, di conseguenza, del paese.

Il dodicenne si girò prono con la faccia immersa nel cuscino. Il sonno stava rallentando il suo flusso di pensieri, che per ovvie ragioni cominciava a farsi via via sempre più trafficato. Dipinse uno scenario in cui il maestro lo bocciava, subito dopo si ritrovò a ripassare mentalmente le tecniche e le nozioni apprese recentemente. Un pensiero andò poi a tutti i ninja coinvolti negli eventi degli ultimi mesi, ed infine tornava di nuovo a preoccuparsi del fatto che forse avrebbe potuto studiare di più; non sapeva darsi pace, e la notte precedente non era stato diverso.

E’ ora di alzarsi Shikirama, preoccuparsi non servirà a nulla… Del resto domani, a quest’ora, sarà tutto finito. Tra un anno probabilmente riderai di tutta questa situazione, tra 20 nemmeno ti ricorderai di questa mattinata…

Con un goffo movimento il giovane riuscì a mettersi prima seduto, poi in piedi. Ciondolando a destra e sinistra si diresse verso il bagno con l’intenzione di farsi una breve doccia.
L’acqua che scorreva sulla sua pelle riuscì a rilassarlo lievemente, ma è solo girando la manopola della temperatura in senso antiorario che il suo cervello riuscì finalmente a svegliarsi del tutto. Si asciugò dell’acqua gelida che lo aveva ricoperto, si vestì silenziosamente (i suoi genitori stavano ancora riposando), portò alla nuca il copricapo che abitualmente indossava ed uscì di casa, controllando accuratamente di non aver dimenticato nulla.

Iniziò la discesa dell’albero dimora del clan Senju. Mentre si faceva largo tra alcuni rami che scendevano formando una specie di scala a chiocciola, i passi del giovanotto risaltavano nel silenzio generale di quella parte del villaggio. Alcuni uccelli cinguettavano lontani, ma il suono che si propagava veniva presto disperso dalla mole di vegetazione, non permettendo di capire da che direzione provenisse. Gli insetti che avrebbero dovuto brulicare un paesaggio del genere erano invece meno presenti di quanto ci si potesse immaginare, probabilmente a causa della presenza di persone e costruzioni; erano per la maggior parte visibili attorno alle poche lanterne che segnalavano gli ingressi ad alcune delle abitazioni più nascoste. Tutto, insomma, era uguale ad un qualunque altro giorno.

Shikirama, arrivato alle radici dell’albero, notò come alcuni flebili fasci di luce solare iniziavano a farsi largo tra gli strati più alti della foresta. Decise di continuare il cammino verso uno stagno piuttosto vicino, luogo tranquillo dove, sotto la supervisione del padre, era riuscito ad utilizzare l’arte dell’acqua per la prima volta. Erano passati alcuni mesi, ma lo ricordava ancora come uno dei momenti più eccitanti di tutta la sua vita. Ma non era giunto lì per ricordare la spensieratezza di quegli istanti: oggi doveva dare quell’importantissimo esame, e doveva arrivare calmo e preparato… o così almeno idealmente.

Come farò a passare l’esame quando sono riuscito ad utilizzare il suiton solo poco tempo fa? Ci sono ragazzi che hanno già padroneggiato le arti segrete dei propri clan, mentre io ho a malapena saggiato le basi… E se non bastasse? Se non fossi ancora pronto a diventare genin?

Era vero, il giovane non era ancora riuscito a manifestare la possibilità di controllare il Mokuton, la leggendaria kekkei genkai del clan Senju. Alcuni membri non potevano farne utilizzo, ma la maggior parte di chi ci riusciva doveva, generalmente, aspettare l’età adolescenziale ed allenarsi per parecchio tempo prima di saper utilizzare anche soltanto la più semplice delle tecniche. Ma questo non gli importava, Shikirama era ormai perso in un labirinto di pensieri negativi.

Anche dall’esterno la sua preoccupazione era facilmente percepibile: invece di iniziare il suo solito mantra che avrebbe dovuto precedere la meditazione, stava semplicemente fermo, in piedi di fronte allo stagno, con lo sguardo basso dritto ad osservare il vuoto.
Così, per 10 minuti. Poi, all’improvviso, il discorso di incoraggiamento affrontato il giorno prima coi genitori fece capolino nella sua fragile mente. Le esatte parole non erano ciò su cui si stava concentrando, ma il messaggio ricevuto era forte e chiaro: loro credevano in lui e gli auguravano di poter affrontare quella prima prova senza rimorsi, sapendo di aver combattuto per far avverare i propri sogni. Un attimo di lucidità fu tutto ciò che gli bastò. Il dodicenne respirò profondamente, facendosi investire dalla fresca aria che aleggiava lì, così in profondità nel verde. Si sedette sulle ginocchia ed unì i palmi delle mani; silenziosamente iniziò a pregare affinché potesse ricevere la forza necessaria per affrontare quella giornata. Sempre senza rumore, continuò svuotando la mente e stando fermo, impassibile, cercando soltanto di percepire la natura che lo stava circondando per quelli che dovevano essere stati almeno altri 20-30 minuti.


La giornata era ormai iniziata per la maggior parte degli abitanti di Konoha, e l’ambiente pareva più vivo che mai. C’era chi stava andando al lavoro e chi stava aprendo la propria bancarella a lato della strada. Shikirama, invece, aveva appena varcato la soglia del villaggio vero e proprio e si stava incamminando verso l’accademia.
Era in anticipo, ma questo gli avrebbe permesso di ripassare qualche nozione e, in generale, di non farsi prendere dall’ansia per essere in ritardo. Il tempo passato a meditare era stato un toccasana, era finalmente conscio di potercela fare e la maggior parte delle preoccupazioni erano state disperse. Poi, ad un tratto, lo studente ninja si fermò. Una fitta allo stomaco lo colpì, cogliendolo di sorpresa. Non era dolore, nemmeno un crampo, sembrava qualcosa di più fastidioso e pesante. Come se un lamento lungo e malinconico avesse preso forma corporea.

Dannazione… ero così preso dall’esame e dai miei pensieri che mi sono completamente scordato di passare a salutare i miei e di… FARE COLAZIONE!

Era questo il temporaneo nuovo problema di Shikirama. Faceva parte di uno dei più rinomati e famosi clan di Konoha, ma alla fine era pur sempre un qualunque distratto ragazzino. Se voleva affrontare la prova al massimo delle proprie capacità, avrebbe dovuto fare il pieno di energie e fermarsi da qualche parte. Per evitare di perdere tempo la sua scelta ricadde su un negozio vicino: una bettola specializzata in Takoyaki che doveva essere operativa da qualche decina di minuti.
Entrò, ordinò una porzione con extra pesce affumicato e non poté non notare uno dei suoi compagni di classe, Denbe Akimichi, intento nel divorare diversi piatti di polpette. Lo salutò con un cenno, anche se in realtà non ci aveva parlato più di due o tre volte.
Non che fosse diverso con i suoi altri compagni, ma vedere una faccia conosciuta fuori dall’ambiente scolastico faceva sempre piacere. L’erede Senju non era né asociale né spaventato dalle persone, ma ultimamente non passava molto tempo con i suoi coetanei; piuttosto finiva sempre per tornare a casa dopo il termine delle lezioni per poter assistere alle cerimonie sciamaniche del villaggio. Di conseguenza, non poteva dire di aver legato con alcun compagno dell’accademia in particolare. Era forse anche per questo motivo che l’idea di iniziare un percorso nuovo lo elettrizzava così tanto. Ma forse, oggi, le cose sarebbero potute cambiare.

Finito il pasto e recuperata una lattina di una bibita gasata ad una delle molte vending machine lì presenti, Shikirama riprese a camminare. Senza nemmeno accorgersene era arrivato di fronte alla porta dell’aula designata come luogo in cui avrebbe dovuto affrontare l’esame scritto. Deglutì, con un movimento esitante riuscì ad aprirla ed infine fece un passo in avanti.

La classe era leggermente più grande rispetto a quella in cui era abituato avere lezione. Aveva i soliti banchi uniti che salivano in altezza allontanandosi da cattedra e lavagna. Fuori, una leggera brezza faceva muovere flebilmente i rami degli alberi presenti nel cortile. Lo studente accennò un saluto ed andò a sedersi in uno dei molti spazi liberi della fila superiore.
Dopo essersi seduto, mosse la mano verso la sacca che portava legata alla cinta. Tirò fuori uno dei libri contenenti annotazioni sulle lezioni precedenti e cominciò a ripassare. Ad ogni persona che varcava la soglia dell’aula, egli alzava lo sguardo cercando di ricordarsi i tratti caratteristici dei propri compagni. Sarebbe stato normale conoscere le abilità di persone con cui si ha lavorato e studiato per 3 anni, però effettivamente non ci aveva badato troppo durante le sessioni di pratica.

Dopo circa una quarantina di minuti la classe era al completo. Su altri 11 compagni, quelli che saltavano all’occhio per qualche tratto caratteristico erano forse 4 o 5, degli altri non ricordava troppo.
C’erano Zashi Aburame, secchione della classe ovviamente seduto in prima fila, uno degli studenti più promettenti che, nonostante le sembianze stereotipiche da studioso gracilino, doveva essere anche uno dei più atletici.
Denbe Akimichi, il giovanotto incontrato quella stessa mattina, era uno dei più svogliati ed impacciati ma era anche uno tra i più solari, sempre pronto a spronare gli altri a giocare e far festa. Apparentemente la paura dell’esame stava frenando la sua solita indole chiassosa.
Yukio Yamanaka era invece un “nuovo” acquisto, era più grande degli altri di due anni, si era infatti unito a loro qualche mese prima. Aveva uno sguardo particolarmente bizzarro, sembrava spesso guardare nel vuoto e, come se non bastasse, giravano numerose voci sul suo conto: alcuni dicevano che fosse stato in terapia per una qualche malattia mentale, altri avevano sentito dire di come avesse avuto dei problemi da piccolo e quindi non fosse riuscito ad entrare in accademia, altri ancora pensavano avesse ucciso un suo parente.
Sayumi Hyuga, appartenente all’omonimo clan, era una ragazza che spiccava per carisma e abilità ma di cui non conosceva molto, se non che era già riuscita ad ottenere il suo Byakugan.

L’aria tesa presente in aula in quel momento era palpabile. Tutti stavano attendendo l’entrata dell’esaminatore; erano stati avvisati precedentemente che il loro professore non sarebbe stato lì per valutarli per qualche motivo non di loro interesse. La domanda che tutti si stavano ovviamente ponendo era “chi sarà a metterci alla prova?”, e la risposta non tardò ad arrivare.

La porta venne sbattuta con forza e dallo stipite un uomo enorme fece il suo ingresso. Era alto, sicuramente più di 2 metri, portava dei capelli biondi nascosti da una bandana legata sulla fronte e un gran paio di baffi a manubrio. Doveva avere un’età compresa tra i 40 ed i 50 anni che però portava particolarmente bene. Saltavano all’occhio i suoi enormi muscoli e la grossa catena metallica che portava al collo.



A sospendere il fiato della classe fu però l’ingresso di un enorme cane lupo dal pelo lungo e scuro, il cui sguardo glaciale faceva accapponare la pelle.
Dopo essere entrato andò subito a sedersi di fianco al presunto esaminatore. Messo in quella posizione doveva essere persino più alto di Shikirama. Improvvisamente il gigante biondo tuonò, urlando talmente forte che le finestre presero a vibrare.

Esaminatore (?): "Buongiorno a tutti branco di mammolette, il mio nome è Tamuramaro Inuzuka, e questo è il mio fidato compagno d’arme Baruto. Viste le circostanze particolari che stiamo vivendo in questi mesi, sono stato assegnato a voi per far passare solo il meglio del meglio. È un momento di crisi, dove si combatte ogni giorno mettendo a repentaglio la propria vita, e Konoha ha bisogno solo di gente capace. Niente poppanti, niente rammolliti. Abbiamo bisogno di ninja pronti a tutto! E chi potrebbe selezionare dei futuri shinobi se non un veterano abituato al campo di battaglia? Bene partiamo subito con la selezione, andiamo fuori e diamo inizio all’esame pratico. Vi avviso subito, niente scherzi e niente chiacchiericcio, altrimenti vi ritroverete fuori da qua in… DIMMI TUTTO, TU, CON GLI OCCHIALI, CHE C’E’?"

In quel momento un braccio si alzò, segno che uno degli studenti doveva avere un qualche tipo di domanda. Era, ovviamente, Zashi Aburame il secchione. Stava sudando copiosamente ma evidentemente il suo senso da studente petulante aveva vinto contro la paura che quell’omone emanava:

Zashi
: "S-sissignore, avrei una do-domanda… ma non dovremmo svolgere l’esame scritto prima di quello pratico? Lo trova a pagina 73 della guida per l’esam-"

L’energumeno ruotò gli occhi senza nemmeno cercare di nascondere il fastidio che quella domanda doveva avergli dato. Estrasse una piccola pergamena dall’astuccio che portava sul fianco ed evocò una pila di fogli, che poggiò sulla cattedra.

"Ah, tutte queste formalità da quattro soldi, stavo per scordarmene. Ecco a voi il vostro primo test dunque. Le regole sono semplici, una crocetta corretta a domanda, niente annotazioni e niente domande durante il test. Se fallirete la parte scritta ovviamente ci saranno delle conseguenze. Avrete 8 minuti esatti, a partire da quando sarò uscito da questa stanza."

Shikirama (come, del resto, buona parte degli altri studenti) strabuzzò gli occhi, lasciando percepire la sua incredulità di fronte a tale affermazione con un “Cosa?” pronunciato sottovoce.
L’esaminatore non tardò ad avviarsi verso l’uscita, seguito dal suo fido compagno peloso.
Zashi, fremente per la situazione, alzò nuovamente la mano, urlando però in contemporanea che da regolamento il professore avrebbe dovuto sorvegliarli e rimanere in classe. Un sonoro suono prodotto dalla porta, chiusa con violenza, fece eco tra i muri che li circondavano. Erano rimasti soli.

Molti allievi cominciarono a guardarsi tra di loro, interrogandosi su cosa avrebbero dovuto fare. Visto che a nessuno era stato detto di consegnare i fogli, venne presto a crearsi un ammasso di ragazzi che, spingendo e urtando i propri vicini, iniziò a confrontarsi su quali fossero le domande e se ci fossero differenze tra gli scritti. Il giovane Senju cominciò ad irritarsi a causa del frastuono che si stava venendo a formare, ma decise che era meglio affrettarsi perché 8 minuti erano un lasso di tempo veramente breve. Scese la breve scalinata ed acchiappò uno dei preziosissimi pezzi di carta. Le domande erano relativamente semplici ma, ancora meglio, erano poche: solo 8.

Bene, quasi 1 al minuto, e non paiono nemmeno troppo difficili. Forse il professore vuole controllare se siamo disposti a barare o qualcosa di simile. Potrebbe essersi nascosto con una tecnica o magari ci starà spiando con una telecamera. Meglio non fare azioni azzardate.

Ogni test pareva uguale all’altro, ragion per cui alcuni degli studenti cominciarono a confrontarsi animatamente su quale potesse essere la crocetta corretta. Shikirama tornò al suo posto e preferì arrangiarsi, prendendosi tutto il tempo necessario per controllare le risposte almeno tre volte.
Al termine del tempo limite Tamuramaro e Baruto, seguiti da un fortissimo odore di sigaro, rientrarono in una classe che era tornata nel silenzio più totale. La quiete venne presto interrotta dal vocione del professore.

"BENE, ora, come stavo dicendo, potremo dare inizio all’esame pratico. Seguitemi, raggiungeremo le porte sud del villaggio e lì vi spiegherò tutto quello che ci sarà da sapere. In marcia… Oh giusto, lasciatemi pure i test scritti. "

Tutti i pretendenti al titolo di genin lasciarono la stanza poggiando il test compilato sulla cattedra. Assieme presero a fare la stessa strada che pochi minuti prima aveva percorso il nostro Shikirama, il quale si mise a conversare con Shino, un anonimo compagno dall’aria solitaria che l’aveva approcciato. Cominciarono ad ipotizzare i possibili scenari che si sarebbero trovati di fronte una volta arrivati ai confini del villaggio. Forse il loro esaminatore aveva preparato qualcosa di speciale in quella zona, oppure avrebbero trovato un campo aperto in cui affrontarsi e mostrare la propria perizia nelle tecniche imparate in accademia. Erano queste le tesi più accreditate, ma l’avrebbero scoperto con certezza soltanto una volta arrivati a destinazione.
Mentre camminava, il Senju prese ad osservare gli altri suoi compagni per capire se fosse l’unico ad essere leggermente ansioso riguardo al test che avrebbero dovuto passare. Del resto, la teoria era stata fin troppo facile, doveva esserci qualcosa sotto. Ignorò Shino per tutta la seconda metà del percorso, stando zitto e cercando di controllare i pensieri che stavano riprendendo a scorrere caotici nella sua mente.
Varcati i portoni della foglia, il gruppo capitanato da Tamuramaro si raccolse in un cerchio per ascoltare le eventuali regole della prova pratica.

"Bene bene, diamo inizio alla parte divertente della giornata. Visto che siete 12 dovrò intanto dividervi in due gruppi da 6. Verrete poi divisi ulteriormente in 4 gruppi da 3, ed accompagnati da me e Baruto in due zone distinte della foresta sacra di Konoha…"

Shikirama sobbalzò, non riuscendo a nascondere un lieve sorriso che gli si dipinse sul volto.

La prova verrà tenuta qua, tra questi alberi? Dev’essere il mio giorno fortunato, conosco ogni angolo di questa zona!

"… 6 di voi dovranno interpretare due gruppi di Nukenin, pronti ad ottenere i segreti del villaggio. Gli altri 6 due gruppi di ANBU, pronti a fermare questi ninja senza onore. Riceverete presto una pergamena contenente istruzioni e una rozza mappa della zona in cui dovrete agire. Per velocizzare le cose e per evitare storie, ho già formato i gruppi, iniziate dunque a dividervi. Forza! Abbiamo Zashi Aburame con… "

Il nostro aspirante genin rimase tranquillo. Alla fine, doveva affrontare quello che sembrava essere un combattimento a gruppi con tanto di interpretazione di ruolo, metodo efficace per valutare le capacità dei vari studenti ed al contempo migliorare la sinergia ed il lavoro di squadra.

"… Yukio Yamanaka, Denbe Akimichi e Shikirama Senju. Spostatevi verso di là" -disse indicando un albero a pochi metri di distanza– "Bene, ora che abbiamo completato la divisione, è caldamente consigliata l’elezione di un capo gruppo. Ovviamente dovrete agire seguendo una tattica che possa andare bene a tutti ma, come sul campo di battaglia, potrebbero nascere scenari inaspettati che necessiteranno decisioni lampo, da prendere sul momento. E ricordatevi che siete già sotto esame, io osserverò ogni vostra singola mossa. Il tempo dei giochi è finito."

Shikirama non sapeva cosa pensare. Era stato assegnato al gruppo di Denbe e Yukio: il primo, per quanto fosse gioioso e pieno di vita, non sembrava un compagno su cui si poteva fare affidamento; il secondo era semplicemente bizzarro e apparentemente pieno di problemi. Era anche vero che il divario di abilità tra gli studenti non doveva essere abissale, ma finire con qualcuno come Sayumi Hyuga sarebbe stato decisamente più confortante… anche perché il Senju era il primo a non essere convinto delle proprie abilità, sperava di poter seguire uno dei compagni più dinamici fornendo supporto e fungendo da spalla.

Mentre i 3 neo-compagni di squadra si stavano raggruppando, poterono notare come Tamuramaro poggiò una mano sulla schiena del proprio compagno Bàruto. Eseguì alcuni sigilli con l’ausilio dell’altra mano libera e fece comparire un’altra copia di sé e del segugio. Ogni gruppetto venne approcciato da una delle 4 figure; nel caso del gruppo Senju/Yamanaka/Akimichi si trattava di uno dei due Baruto. I tre poterono notare come stesse stringendo tra le fauci una pergamena, che venne prontamente fatta ruzzolare al suolo non appena il cane li raggiunse.

Baruto: "Bene mammolette, alcune premesse e poi potremo avventurarci verso il punto di partenza."

U-un cane parlante? Ma che diavolo…

L’incredulità derivata da quella voce ringhiosa apparve dipinta sui volti di tutti gli studenti che stavano sentendo quelle parole. Non era comune, infatti, ascoltare uno dei compagni del clan Inuzuka parlare. Si diceva che soltanto alcuni di essi (solitamente i più saggi ed anziani) potessero parlare la stessa lingua degli umani; doveva essere, quindi, la prima volta per tutti i presenti.

"Voi farete parte del gruppo nukenin, dovrete cercare di rubare una pergamena in un tempietto nella zona designata e portarla di nuovo al punto di partenza, il tutto entro un’ora. Chi riuscirà a tornare, passerà l’esame. La squadra ANBU che dovrete affrontare partirà da un punto differente, sapranno soltanto che dovranno difendere la pergamena e sostanzialmente dovranno impedirvi di compiere la missione. Io, ovviamente, vi osserverò da lontano. Ora iniziate pure ad organizzarvi, scegliete questo capo squadra e tra 15 minuti inizieremo a muoverci."

Era interessante notare come nonostante l’esame scritto fosse durato soltanto 8 minuti, ora erano stati dati loro ben 15 minuti per prepararsi. Avrebbero dovuto decidere una qualche strategia? Shikirama non era granchè ferrato su queste cose, quindi sperava che gli altri due suoi compagni riuscissero a prendere in mano la situazione. Specialmente per quanto riguardava la faccenda del capo squadra. Iniziò a dire la sua lo Yamanaka, rivolgendosi dapprima verso il nulla, poi girandosi verso gli altri studenti.

Yukio: "Sta zitto! No, non voglio fare io il capo... uhm, voglio dire... non vorrei essere io il leader, se possibile. Vi conosco appena, e non so nulla dei nostri avversari"

Poi seguì l’Akimichi, aggiungendo che nemmeno lui avrebbe voluto prendere le redini della situazione. Disse di essere goffo e di non voler prendersi questa responsabilità, condendo il tutto con elogi nei confronti degli altri due presenti. Ovviamente, tra una parola e l’altra, non poteva non ingurgitare quantità industriali di patatine.
Shikirama iniziò a sudare freddo, se nessuno voleva fare da leader, come avrebbero fatto?

Shikirama: "Bhè, nemmeno io sono tagliato per guidare un gruppo di ninja… non ho ricevuto l’addestramento necessario e penso di essere molto meno abile di voi. Però conosco la zona abbastanza bene, la sede del mio clan è relativamente vicina, sarò volentieri il vostro braccio destro!"

I 3 discussero per alcuni minuti, senza trovare una concreta soluzione. Alla fine, venne deciso che avrebbero giocato a morra: il perdente sarebbe stato il capo gruppo.

Vi prego kami, non fatemi perdere. Sarebbe una responsabilità troppo grande, fate vincere Yukio, per il bene del gruppo!

Le richieste di Shikirama vennero bellamente ignorate, fu infatti lui a vincere, con il compiacimento degli altri due suoi compagni. Si passò una mano tra i capelli, grattandosi la base del capo per il nervoso, poi si sedette sul terreno polveroso cercando di acquistare nuovamente compostezza. Del resto, era solo un esame genin, niente di pericoloso, non avrebbe avuto vite altrui sulla coscienza. Inoltre, non era detto che sarebbero accadute situazioni impreviste, il suo ruolo sarebbe potuto essere del tutto irrilevante. Sì, ne era certo. Avrebbero recuperato quella pergamena e i risultati non potevano che essere positivi.

I tre aprirono il rotolo che si erano trovati di fronte. Al suo interno le istruzioni ricalcavano le parole di Bàruto; sotto vi era invece una mappa stilizzata con la strada e la direzione per raggiungere il tempio designato.
Allo scadere dei 15 minuti vennero accompagnati nel cuore della foresta dal segugio. Raggiunto il punto di partenza, questi si dileguò, non prima di aver fissato una bandiera al suolo e di averli avvertiti che il tempo limite era di 1 ora esatta. L’esame poteva iniziare.

Il piano prevedeva l’avvicinarsi all’obiettivo il prima possibile. Non sapevano dove e quando gli ANBU sarebbero comparsi, ma se fossero arrivati primi alla pergamena avrebbero potuto dileguarsi velocemente e, ovviamente, non avrebbero lasciato il tempo di preparare trappole agli avversari. Piano che avrebbe potuto avere un senso, se non fosse che Denbe, intento a mangiarsi gli snack portati da casa, non riusciva a mantenere il passo degli altri due futuri shinobi.

Dannazione, sapevo che non saremmo stati così rapidi, ma di questo passo finiremo per essere in netto svantaggio…

Nonostante gli incoraggiamenti di Shikirama, il gruppo non riusciva a mantenersi coeso correndo al contempo ad un passo costante. Per ovvi motivi, lui era quello che sapeva muoversi meglio tra rami e alberi, ma lasciare indietro i propri compagni pareva inutile e rischioso. Dovettero fermarsi più volte per far riprendere fiato al compagno, rimanendo sull’attenti nel caso qualche ANBU avversario volesse attaccarli in quell’attimo di debolezza.

Finalmente, seguendo le istruzioni contenute nella mappa, dovevano essere quasi arrivati all’obiettivo. Ci avevano impiegato poco più che 20 minuti: gli avversari dovevano essere sicuramente nei paraggi, magari si erano già preparati tendendo qualche trappola. Il leader chiese agli altri due cosa pensassero della situazione, cercando di delineare una strategia prima di agire. In quell’istante quattro kunai cominciarono a volare nella loro direzione. Erano stati presi alla sprovvista e non erano riusciti a capire il punto d’origine dell’attacco, così repentino che l’unica opzione era utilizzare la tecnica della sostituzione

Uso la sostituzione come tecnica:
CITAZIONE
<tecnica> - Sostituzione - [Stm -4/6/8/11][Max 2 volte ad incontro]
"Il ninja si sostituisce con un tronco o oggetti che trova nelle vicinanze. Questa tecnica si può utilizzare come:
Attivazione: dimezza il danno certo subito dall'attacco appena difeso.
Tecnica: conferisce un bonus a def/vel/res Base pari al parametro stesso. E' chakrabile e potenziabile con attivazioni, tonici o simili.

Tecnica difensiva: 31(Def) + 31(tecnica) + 55(Chk utilizzato) = 117
Stamina: 72 - 4(tecnica) - 3(Chk utilizzato) = 65

Considero l'attacco del kunai minore di 117, quindi riesco a difendere con successo.


Shikirama evitò il colpo sostituendosi con un ramo caduto sottostante. Si fiondò subito dietro una zona coperta da un tronco avvizzito. Non riuscì a seguire i movimenti dei suoi compagni, ma lo Yamanaka pareva essere incolume. Denbe, invece, era riuscito ad evitare i colpi gettandosi in avanti, attivando al contempo una trappola precedentemente piazzata dagli avversari. Una corda gli era stata legata al piede sinistro, sollevandolo da terra e lasciandolo penzolante ad un’altezza di cinque metri. Dovevano evitare che l’Akimichi finisse KO; in quella posizione, però, sarebbero stati troppo vulnerabili. Cosa fare?

Siamo già in svantaggio ancora prima di iniziare. Dovremmo prima capire la posizione degli avversari e liberare Akimichi, ma la cosa migliore sarebbe coordinarmi con Yukio, a questo punto… forse…

Shikirama era insicuro delle proprie capacità, ma doveva agire in fretta oppure se la sarebbero passata piuttosto brutta in uno scontro due contro tre. Con uno scatto cambiò copertura, muovendosi abbastanza vicino a Yukio da poter parlare con lui.
Una voce fastidiosa quanto familiare emerse da dietro uno degli alberi che davano sulla radura contenente il tempio bersaglio.

"Ha! Siete caduti nella mia trappola, proprio come avevo calcolato! E’ stato fin troppo semplice, attaccare dandovi l’opportunità di scappare soltanto verso quella corda è stato geniale, del resto è una tattica semplice quanto efficac…"

Mentre Zashi Aburame, pieno di sé per aver sviluppato quel piano, parlava come al suo solito vantandosi del suo operato, Shikirama e Yukio ebbero tutto il tempo per confrontarsi e decidere come agire. Nessuno dei due pareva particolarmente convinto, ma del resto una mossa doveva essere fatta, non importava se potesse essere la migliore o meno. Le capacità sensoriali dello Yamanaka permisero loro di capire che avevano di fronte soltanto due shinobi. Il terzo doveva trovarsi più distante, forse a guadia del tempio stesso. In base a queste informazioni, decisero che Shikirama avrebbe cercato di guadagnare tempo, difendendo Denbe e cercando di attirare l’attenzione di Zashi e del suo compare. Yukio sarebbe invece corso verso il tempio, cercando di ottenere la pergamena e cercando di evitare il terzo ANBU grazie alle proprie capacità. Shikirama fece un respiro profondo, contò fino a 3 cominciando ad impastare il chakra ed infine uscì allo scoperto utilizzando una delle tecniche imparate da suo padre.

Attacco della mia relativa specializzazione. Uso:
CITAZIONE
<ninjutsu elementale a lungo raggio> - 水 - Suiton: Tentacolo Marino - [Chk: 45/95][Int: +60/105] "Manipolando una discreta quantità d'acqua, al ninja è possibile modellare un tentacolo che andrà lentamente ad abbattersi contro il nemico. Se l'attacco viene eluso, l'acqua si infrangerà sul terreno, creando un'onda che andrà ad intralciare l'avversario, indebolendo il suo successivo attacco di 20/35."

Int: 58(Int) + 60(tecnica) + 7(Specializzazione)= 125
Stamina: 65-2(Chk utilizzato)= 63


Una debole colonna d’acqua uscì dal terreno sottostante, andando ad abbattersi contro l’ipotetica posizione dei due falsi ANBU, poco oltre il povero Denbe, intento a dimenarsi senza però riuscire a tagliare la corda che lo stava imprigionando. Contemporaneamente Yukio fece un balzo verso destra, scomparendo tra i fitti rami che li circondavano.

Zashi si zittì immediatamente, andando a ripararsi per evitare l’attacco lanciatogli contro. Approfittando di quel momento, Shikirama provò a lanciare un kunai in direzione della corda con cui Denbe era stato legato, il colpo però mancò l’obiettivo. Per simulare la presenza del proprio compagno, il Senju unì la tecnica della moltiplicazione a quella della trasformazione, facendo intravedere la figura di Yukio di tanto in tanto. Iniziò così una schermaglia nella quale venivano lanciati kunai e shuriken dalle rispettive posizioni di sicurezza. L’insperienza e il timore di quei ninja novizi era palese: cercavano di colpirsi l’un l’altro senza però prendere rischi, cercando soltanto di attaccare dalla posizione più sicura possibile e, di fatto, perdendo un sacco di tempo. La situazione di stallo riprese a muoversi quando il clone con le fattezze dello Yamanaka venne colpito, sparendo in una coltre di fumo.

Dannazione, ora Zashi capirà sicuramente il nostro trucchetto, o al limite penserà che Yukio abbia intenzione di prenderli di sorpresa. Devo agire, subito!

Shikirama diede il tutto per tutto e si lanciò in avanti, mirando nuovamente alla corda con cui Denbe era stato intrappolato. Lanciò un ennesimo kunai, tranciando il sostegno e liberando il suo amico da quella presa malefica. L’Akimichi, però, non reagì come si sarebbe aspettato. Anzi, non reagì proprio, cadendo pesantemente su uno strato di foglie, rami e terriccio. Si sentì solo un lamento con parole come “gira tutto”, “fame” e poco più.
Shikirama, incredulo, tentò di trovare un nuovo nascondiglio ma venne intercettato da uno sei suoi avversari che apparentemente era capace di utilizzare l’arte del vento. Per controbattere alle lame fatte d’aria che gli erano state lanciate contro, utilizzò nuovamente il Suiton, componendo i sigilli appena in tempo per manifestare la propria tecnica difensiva.

Uso la tecnica difensiva (con relativi consumi):
CITAZIONE
<ninjutsu elementale> - 水 - Suiton: Ventaglio Acquatico - [Chk: 45][Def/Res: 70] "Il ninja sfrutta l'acqua presente sotto il terreno, facendola schizzare fuori da esso come un'onda. Facendo ciò, si difenderà più efficacemente dagli attacchi con armi da lancio, la cui traiettoria verrà notevolmente deviata, garantendo un bonus difensivo di 15."

Res: 31 + 70(tecnica) + 4(specializzazione)= 105
Stamina: 63 - 2(Chk utilizzato) = 61


Una debole ondata d’acqua proveniente dal terreno umido si frappose tra i contendenti, rendendo inutile la fuuton avversaria. Ancora una volta ne uscì incolume, ma Zashi, ormai conscio del fatto che potevano sfruttare la superiorità numerica, si lanciò subito in un corpo a corpo frenetico, menando fendenti a destra e sinistra con il proprio kunai. Shikirama cercò di indietreggiare, parando alcuni dei suoi colpi mentre si spostava sempre più indietro. Finì con le spalle al muro, bloccato da un tronco che si frapponeva tra lui e la libertà. Zashi cercò di colpirlo con la propria arma, di tutta risposta il dodicenne erede del Mokuton cercò di mettere più forza possibile in un salto che, teoricamente, avrebbe portato lo scontro ad alta quota, evitando al contempo l’attacco.

Eseguo un elusione su un attacco semplice armato:
CITAZIONE
Elusione semplice (chakrata)

Attacco avversario: 96
Elusione: 31(Vel) + 55(Chk utilizzato) + 6(bonus vs attacco ravvicinato)= 92
Residuo: 96-92=4
Assorbimento: 4 - 6(Def/5) = 0
Danno certo= 0

Stamina: 61 - 3(Chk utilizzato)= 58


Il fendente riuscì soltanto a strappare parte del tessuto dei pantaloni di Shikirama che, fortunatamente, raggiunse i rami più alti incolume.
Ormai stanco di tutto quel combattere non sapeva più cosa inventarsi. Se solo avesse provato a puntare uno degli avversari, l’altro sarebbe intervenuto mettendolo al tappeto. Scappare avrebbe implicato lasciare Denbe a sé stesso e fallire la prova. Doveva solo sperare che Yukio riuscisse a prendere la pergamena ed aiutarli con un diversivo. Sarebbero poi fuggiti e tutto sarebbe andato perfettamente… sempre che il loro compagno Akimichi riuscisse a riprendersi ovviamente.

Un altro sibilo ed un altro shuriken che si conficcò a pochi centimetri da Shikirama.
Per ora l’unica soluzione era correre e sfruttare il terreno che conosceva: doveva balzare di ramo in ramo aspettando il momento giusto per contrattaccare, momento che si presentò pochi minuti dopo.
Brandendo uno dei pochi kunai rimastigli e sperando che Zashi non si aspettasse un attacco così diretto, il giovanotto dai capelli ocra cambiò improvvisamente ritmo di corsa e, facendo leva su un ramo particolarmente grosso, si lanciò sull’inseguitore. Preso alla sprovvista, questi non riuscì a difendersi adeguatamente e finì per utilizzare un braccio come scudo.
Si aprì una lieve ma bruciante ferita, e per lo shock l’Aburame perse l’equilibrio, finendo gambe all’aria urlante e dolorante. Shikirama rimase impressionato da quello che aveva fatto, ma non in senso positivo. Voleva ottenere la promozione, ma effettivamente forse si era spinto troppo oltre se aveva dovuto ferire un suo compagno di classe. Sapeva di non star più giocando, però le circostanze non erano certo quelle di una missione vera e propria. Scese giù per accertarsi delle condizioni di Zashi, quando improvvisamente sentì una forza far pressione sulla sua spalla ed un taglio piuttosto doloroso comparve al posto del solito simbolo del Clan Senju ricamato sui suoi vestiti.

Subisco una ferita da taglio con 30 danni certi:

Salute: 180 - 30 = 150

PF da taglio: 30/5=6
Ferita da taglio di 6° grado: (da 1 a 10 PF)

CITAZIONE
Malus a Forza pari ai PF

For: 31 - 6(PF)=25

CITAZIONE
Consumo ulteriore di Stamina e Salute aggiunto pari ai PF per turno

Stamina "nel mio turno": 58 - 6 = 52
Salute "nel mio turno": 150 - 6 = 144


Il compagno del suo avversario era intervenuto sfruttando quel momento di insicurezza.
Shikirama balzò all’indietro per lasciare più spazio possibile tra sé ed i suoi avversari. Atterrando il ginocchio sinistro cedette: la frenesia di quei momenti e la stanchezza accumulata iniziavano a farsi sentire. Premendo sulla ferita con il braccio ancora sano, tentò di rallentare il sanguinamento. La spalla pulsava e il suo volto era deturpato da una smorfia di dolore.
“Maledizione, e così il mio esame genin dovrebbe finire qui?” pensò. Zashi riuscì a riprendersi, rimettendosi in piedi e stringendo anche lui la ferita ricevuta. Lacrime di rabbia e dolore gli avevano rigato la faccia, ma non riuscì a trattenere un sorriso non appena si rese conto di aver messo alle corde il falso nukenin. Fece un cenno al compagno, chiedendogli di preparare le corde. Volevano probabilmente bloccarlo per poi andare in cerca del terzo nemico che, non avendoli attaccati di sorpresa, erano certi si fosse diretto verso il tempio.

"Veloce, veloce! Dobbiamo sbrigarci e correre da Zamasu, non è troppo abile nei combattimenti, senza aiuto non riuscirà sicuramente a contrastare l’esperienza di Yukio!"

A guardia della pergamena, infatti, avevano posizionato Zamasu, uno studentello ingenuo quanto fannullone. Speravano di sopraffare gli avversari utilizzando alcune trappole, e come ultima spiaggia si sarebbero ritirati coperti proprio da Zamasu stesso.

Non appena vide Zashi muoversi verso di lui, Shikirama tentò di comporre i sigilli per sfruttare una genjutsu che, sulla carta, avrebbe dovuto rallentare i propri avversari. Il tentativo fu vano, perché venne immediatamente interrotto dal compagno del secchione, che lo placcò bloccandolo a terra. Ogni tentativo di divincolarsi fu reso nullo da quella ferita che gli stava assorbendo, a poco a poco, ogni briciolo di forza.

È finita dunque, non posso fare più nulla. Evidentemente non sono pronto ad uno scontro vero e proprio, azioni come queste sono pane quotidiano per un vero shinobi, riconosco di non essere all’altezza…

Zashi era ad un passo da lui, quando all’improvviso si sentì un fruscio seguito da un rumore di rami spezzati.
Una terza figura si mosse veloce e piombò sullo studente che stava bloccando Shikirama, calciandolo poco più in là sfruttando il momento guadagnato dal salto che doveva aver fatto dall’alto. Subito dopo aggredì Zashi stesso, colpendolo con un diretto allo stomaco e spingendolo via.

Era Yukio, di ritorno dalla propria missione. I suoi occhi parevano muoversi guizzando più rapidamente del solito, ma nonostante avesse quell’aria quasi maniacale, Shikirama era ben felice di vederlo.
Lo Yamanaka, forse preso da una scarica adrenalinica, si lanciò contro il disorientato Zashi con una furia quasi animalesca. Lo colpì nuovamente con un pugno ed estrasse dal borsello uno dei suoi spiedi metallici. Stette a fissare gli occhi del proprio avversario per un paio di secondi, poi caricò in avanti mirando al collo con il proprio strumento ninja. Shikirama strabuzzò gli occhi per l’assurdità di quella scena: non conosceva il suo compagno granché bene, ma gli era sempre parso una persona tranquilla e contenuta. Ora si stava gettando su Zashi, inerme per lo spavento, quasi con l’intento di uccidere.

Il tutto sarebbe finito nella peggiore delle situazioni se non fosse stato per Baruto, rimasto nascosto per tutto questo tempo, intento ad osservare e valutare ogni partecipante all’esame. Il cane, infatti, con un movimento fulmineo riuscì a frapporsi tra i contendenti, facendoli arretrare di qualche passo.

"E’ abbastanza" -ringhiò l’enorme segugio con aria severa- "Calmatevi un attimo e ricomponetevi, ho visto fin troppo. L’esame finisce qua. Verrete presto accompagnati in infermeria, i risultati delle vostre performance verranno comunicati questa sera. Non preoccupatevi di Zamasu o Denbe, un mio clone si occuperà di loro. Non ho altro da aggiungere, andiamo."

La scena fu intensa quanto veloce. Tutto accadde in un battito di ciglia, e Shikirama rimase semplicemente pietrificato. Cosa voleva dire tutto questo? E la pergamena? La missione aveva avuto un esito negativo, o Yukio era riuscito nel suo intento? Evidentemente le stesse domande cominciarono a sbocciare nelle menti di tutti i presenti, ma il tono con cui il cane lupo aveva parlato faceva intendere che non era quello il momento delle domande. Intimoriti, i quattro ninja si misero in marcia. Non una parola volò durante il tragitto, tutti erano presi dai propri pensieri, come se ognuno di loro si sentisse colpevole di qualcosa.

// OFF GDR

Intanto scusate la lunghezza del post, speravo di cavarmela con la metà dei caratteri ma le situazioni si sono praticamente scritte da sole. Ho tagliato alcune cosette (penso si capisca che la parte finale sia stata un pò velocizzata) ma non preoccupatevi, ci saranno delle spiegazioni durante l'eventuale consegna del coprifronte. Altre aggiunte ed altri dettagli verranno poi introdotti nelle ruolate libere future che ho già in mente. Del resto ho messo volontariamente una storia scarna nella scheda del pg.

Gli eventi di questa sessione autogestita avvengono in contemporanea alla sessione che Pell96 posterà entro qualche giorno. Io offro il punto di vista del mio pg, lui quello del suo (Yukio).

Per quanto riguarda i calcoli, per semplicità ho sottratto soltanto la Stamina utilizzata dalle tecniche richieste da esame, Shikirama sarebbe ovviamente ben più stanco, e le mosse varie sarebbero state di più.
 
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Pell96
view post Posted on 11/8/2018, 22:15     +1   -1




"Parlato" (Yukio, voci interiori, voci di PNG coinvolti in un dialogo sono in grassetto).
In blu le parti (principalmente dialogo dell'esaminatore) riportate uguali a quelle nel post di Garth.

Nota: le voci che Yukio sente (inclusa quella di Ryu), benchè in grassetto, non sono mai espresse ad alta voce.
Le sue risposte alle voci, a meno di errori miei, saranno in grassetto solo se espresse vocalmente, anche se sotto voce o borbottando. La scelta di formattare voci immaginarie come il dialogo normale è fatta per rispecchiare la percezione di Yukio, per il quale è difficile distinguerle dalla realtà.


Yukio apre gli occhi, sudato. La paura di non riuscire a dormire l’ha tenuto sveglio tutta la notte. O almeno, così crede. Ma è meno stanco del previsto. Le coperte sono sgusciate via da sotto il materasso circondandolo ed avvolgendolo come in un bozzolo, la faccia immersa nel cuscino: il tutto sprofondato in una macchia scura nella sua memoria.
Mamma ha preparato la colazione, due mele e del latte.
“Oggi ti ho preparato due mele, è un giorno speciale”, dice.
Sorride e il suo sorriso ha trasmette abbastanza fiducia da bastare anche per Yukio. Due anni fa, ricorda, le cose erano molto diverse. Era stato costretto a rinunciare all’esame, come a molte altre cose; a rinunciare, in effetti, a vivere, per un tempo che gli era sembrato infinito. Sempre Mamma aveva avuto fiducia, e aveva sorriso anche nell’ora più buia.
“Non sapevo che i poppanti potessero diventare Genin.”
“Oh, piantala Ryu!” dice Yukio alla ciotola del latte.
Mamma, che sta pulendo i resti della cena di ieri, resta immobile per un istante – uno solo.
“Scusa”, le dice Yukio, a mezza voce e senza averne motivo.
“Che cos’ha detto?” chiede lei, sempre sorridendo.
Si comporta con Ryu come farebbe con un normale amico di suo figlio, o con un cugino un po’ dispettoso.
“Niente, niente… il solito Ryu di sempre”, taglia corto Yukio.

È molto presto: come sempre, la paura di arrivare in ritardo finirà per farlo arrivare in netto anticipo. Ma non importa. Le strade silenziose e i raggi tiepidi del sole che filtrano tra le bancarelle in pieno allestimento, la muta animosità dei commercianti, lo ripagano dell’inferno di solitudine immeritata che lo attende alle porte dell’Accademia.
“È meglio muoversi la mattina presto. È più difficile che riescano a pedinarti, con le strade ancora vuote”, dice qualcuno.
Yukio si guarda intorno – tanto per essere sicuro.
“Credi di essere pronto, ragazzino?” è la voce di Ryu, seguita da un lungo respiro.
Un soffio di fumo. “Devo ammettere che anche io ero parecchio stupido, alla tua età...”
“Guarda che ho già quattordici anni”, risponde Yukio.
Ryu non sembra ascoltarlo.
“Se pensi di essere pronto sei un illuso. Il mio esame… Lo ricordo ancora, non potevo crederci!”, continua lui. “Sto sognando a occhi aperti, mi dicevo, non può essere che stia accadendo davvero!”
Questi discorsi spaventano Yukio. Ne è cosciente - il suo terapista gliel’ha spiegato. Cerca di essere razionale.
“Ogni shinobi del villaggio ha passato questo esame. Anche mio padre. Sicuramente erano spaventati anche loro...” e poi, dopo un secondo “In effetti se l’ha passato uno come te, Ryu, non dovrei avere problemi”.
Ryu resta in silenzio, ma dal riflesso di una pozzanghera – un ultimo residuo della notte piovosa – lo osserva il barlume di due file di denti bianchi, deformate in un ghigno crudele.

Pensava che sarebbe stato il primo ad entrare nell’aula, ma trova la porta aperta. All’interno, appollaiata dietro un banco della prima fila, riconosce la sagoma sottile e agitata di Zashi Aburame. È tra i pochi compagni di cui ricorda il nome, ed uno dei pochi che gli hanno rivolto parola nel corso degli ultimi due mesi, da quando si è unito alla loro classe. Anche oggi non fa eccezione.
“Hey Yukio!” esclama, balzando in piedi ed allungando un braccio per stringergli la mano.
“Ti senti preparato? Beh, sicuramente sì, per te sarà un gioco da ragazzi” continua.
Ha la buona abitudine di rispondersi da solo, il che risparmia a Yukio un sacco di sforzo.
“Specialmente per l’esame pratico… insomma, ho sentito che può essere qualsiasi cosa! Almeno per lo scritto mi è bastato studiare una dozzina di libri, e dovrei essere abbastanza sicuro…”
Yukio annuisce, distratto. Ha l’impressione che Zashi gli rivolga parola solo perché è più vecchio, credendolo di conseguenza più esperto o capace, e sperando quindi di poterlo sfruttare a proprio favore.
Quanto si sbaglia! A quattordici anni Yukio non ha ancora avuto modo di imparare nessuna delle tecniche del suo Clan – una capacità che Zashi, invece, non manca di mettere in mostra ogni volta che se ne presenta l’occasione.
Non può che sorridere al pensiero, e alla voce di Ryu che ricopre quella dell’Aburame con una lista di insulti e imprecazioni.
Va a sedersi in fondo all’aula, il più lontano possibile da Zashi. La sua capacità di controllare gli insetti lo rende naturalmente portato per lo spionaggio: vedere, ascoltare chiunque dall’ombra, per mezzo degli occhi poliedrici di una mosca o dalla tana che uno scarafaggio si è costruito dentro un muro. Yukio preferisce tenerlo sotto controllo.

Presto anche gli altri studenti iniziano ad entrare, uno ad uno o più raramente a coppie. Sono in dodici. Tra di essi si riconoscono i germogli dei più potenti clan di Konoha. L’Akimichi salta subito all’occhio, con la sua risata simile che come un tuono scuote tutto il suo corpo, alto e robusto come una montagna. Circondato da un piccolo gruppetto, appare assolutamente rilassato. Dall’insieme di mezze frasi che riesce a sentire, sembra che stia raccontando dell’esame Genin di suo fratello maggiore: in particolare dei problemi intestinali che deve avergli causato, la tensione e tutto il resto. Il gruppetto scoppia a ridere, e nell’ilarità generale il volto più grosso e più rosso e più allegro è come sempre quello dell’Akimichi. Man mano che l’esame si avvicina, però, perfino lui si fa silenzioso, e seduto al suo posto sfoglia freneticamente una pila di libri.
Lo stesso fa il giovane Senju, forse con più compostezza. Yukio crede che si tratti di un Senju, pur non essendone sicuro: è un tipo silenzioso, che ama starsene per conto proprio, e non l’ha mai visto usare le proprie abilità di Clan. Tutto sommato la cosa lo rende simpatico ai suoi occhi – sicuramente più di Zashi.
Sempre che non stia nascondendo qualcosa, ovviamente…
“Beh, non saluti nemmeno la tua fidanzatina?” ridacchia Ryu.
Yukio si volta meccanicamente verso Himari Nara. È seduta un paio di banchi più avanti, e gli sorride agitando la mano.
Per una volta la colpa dell’imbarazzo non è sua, ma di sua madre. Non appena ha saputo che la ragazza era in classe con lui non ha perso tempo a ricordargli che “Conosco i suoi genitori da un secolo! Sai, tuo padre era amico del suo già dai tempi dell’Accademia!” e ovviamente “È una così brava ragazza, la vedo spesso quando li vado a trovare. Devo dire che per essere una Nara sembra molto diligente… l’ultima volta mi ha perfino chiesto come stavi”.
Yukio risponde imbarazzato al saluto e si volta subito da un’altra parte, arrossendo più di quanto sarebbe pronto ad ammettere.
“Bravo bambino...”
“Oh, sta zitto!” Esclama Yukio.
Rendendosi conto di aver parlato ad alta voce si guarda intorno. Cerca di sorridere, di ignorare gli sguardi di chi l’ha sentito. Piega la testa verso la finestra, appoggiandosi con un gomito sul banco, sussurra mentre finge di guardare all’esterno.
“Giuro che in un modo o nell’altro te la farò pagare, razza di…”

Non fa in tempo a finire la frase. La porta di legno sbatte contro il muro con violenza, lasciando spazio alla mole imponente di colui che non può essere che l’esaminatore.
La cornice della porta lo contiene a malapena; deve piegare la testa per non sbatterla, tanto è alto, e le sue spalle colossali sfiorano i due stipiti di legno chiaro. I lunghi capelli biondi sembrano tutto fuorché naturali, così come i grandi baffi a manubrio che gli adornano il volto. Gli occhi di ghiaccio del colosso percorono la stanza in un’unica, lenta passata, e non serve altro per far piombare il silenzio più totale. Dietro di lui si manifesta un cane dalla stazza altrettanto eccezionale, i cui occhi gareggiano con quelli del padrone per freddezza e voracità. Maestoso, l’animale si siede ai piedi della lavagna senza bisogno di ricevere indicazioni, osservando la classe come un pastore il proprio branco di pecore.

"Buongiorno a tutti branco di mammolette, il mio nome è Tamuramaro Inuzuka, e questo è il mio fidato compagno d’armi Baruto. Viste le circostanze particolari che stiamo vivendo in questi mesi, sono stato assegnato a voi per far passare solo il meglio del meglio. È un momento di crisi, dove si combatte ogni giorno mettendo a repentaglio la propria vita, e Konoha ha bisogno solo di gente capace. Niente poppanti, niente rammolliti. Abbiamo bisogno di ninja pronti a tutto! E chi potrebbe selezionare dei futuri shinobi se non un veterano abituato al campo di battaglia? Bene partiamo subito con la selezione, andiamo fuori e diamo inizio all’esame pratico. Vi avviso subito, niente scherzi e niente chiacchiericcio, altrimenti vi ritroverete fuori da qua in… DIMMI TUTTO, TU, CON GLI OCCHIALI, CHE C’E’? "

Yukio è sorpreso alla vista della mano alzata di Zashi.
"S-sissignore, avrei una do-domanda… ma non dovremmo svolgere l’esame scritto prima di quello pratico? Lo trova a pagina 73 della guida per l’esam-"

“E quello sarebbe il primo della classe? Tanto studio per poi farsi sbranare prima ancora di aver cominciato… ” lo sbeffeggia Ryu.
Fra tutti i suoi compagni, non avrebbe mai pensato di vedere nell’Aburame il più coraggioso.
L’esaminatore sembra interdetto. Con un sospiro visibilmente seccato, estrae una penna – che nelle sue mani appare ridicolmente piccola – ed una manciata di fogli stropicciati.
Uno di questi deve contenere il regolamento d’esame, che evidentemente non si è preso la briga di impararsi.

"Ah, tutte queste formalità da quattro soldi, stavo per scordarmene. Ecco a voi il vostro primo test dunque. Le regole sono semplici, una crocetta corretta a domanda, niente annotazioni e niente domande durante il test. Se fallirete la parte scritta ovviamente ci saranno delle conseguenze. Avrete 8 minuti esatti, a partire da quando sarò uscito da questa stanza."

Yukio capisce a malapena le parole dell’esaminatore. Vedendolo lasciare la stanza rimane di sasso, come molti altri studenti. Subito le teste iniziano a voltarsi ed un montare di sussurri prende a scorrere tra le file. “Che cosa sta facendo?” “Può davvero andarsene così?”. Himari si volta e lo guarda dal basso, come aspettandosi spiegazioni. Yukio scuote le spalle. In prima fila Zashi sta avendo un collasso nervoso, si è alzato per cercare di fermare l’esaminatore che in tutta risposta gli ha sbattuto la porta in faccia: se ne stà in piedi, ora, coi pugni serrati per la frustrazione, e se non fosse così lontano Yukio giurerebbe di aver visto una lacrima scendersi dalla guancia.
Nel frattempo i fogli sono rimasti intoccati sulla scrivania. Gli studenti si lanciano a prenderli, tornando al loro posto e mettendosi a compilare il questionario in fretta e furia, alcuni anche consultandosi con i vicini.
Yukio è immobilizzato davanti al suo foglio. La cosa puzza di bruciato, e lui non ha alcuna intenzione di scottarsi.
“Lasciano la stanza e poi sorvegliano gli studenti per vedere chi imbroglia” dice una voce. “Sicuramente qualche Aburame ha piazzato delle spie tra i banchi… O all’aperto, nascoste tra gli alberi del cortile”
Yukio aguzza la vista e percorre con lo sguardo ogni angolo, controlla il ripiano sotto il suo banco e il soffitto, poi tenta di distinguere qualche cosa tra le fronde, dietro i grandi vetri della finestra.

“Mancano solo 4 minuti!” sente gridare l’Akimichi.
La sua voce lo riporta alla realtà e l’orologio appeso alla parete conferma le sue paure. Sospira. Ripensa alla terapia. Libera la mente dalle voci che lo tormentano. Spingile fuori, insieme all’aria, svuotando cuore e polmoni. Inizia a leggere il compito: sono solo 8 domande, piuttosto semplici e tutte a crocette.
Subito si mette al lavoro, controllando ogni respiro ed avvertendo il battito cardiaco farsi più calmo; il suo spirito scosso fino a poco prima dalle onde irregolari e violente della tachicardia naviga ora dolcemente, su un mare calmo che lo sorregge tra i caratteri delle domande. Ryu si rende perfino utile su una domanda riguardante la storia di Kiri, in cui Yukio era indeciso tra due risposte possibili.
Il primo a consegnare è ovviamente Zashi, che già al quinto minuto si alza tutto contento ed appoggia il foglio sulla cattedra. Yukio deve correre lungo tutto il corridoio per fare in tempo, consegnando per ultimo. Pochi secondi dopo lo scadere del tempo, l’aula è di nuovo scossa dalla comparsa in scena di Tamuramaro e dal suono della sua voce tonante:

"BENE, ora, come stavo dicendo, potremo dare inizio all’esame pratico. Seguitemi, raggiungeremo le porte sud del villaggio e lì vi spiegherò tutto quello che ci sarà da sapere. In marcia… Oh giusto, lasciatemi pure i test scritti."

L’esaminatore li guida fino alle porte dalla città. Gli studenti lo seguono in silenzio per la maggior parte del tempo, ripensando alle risposte date allo scritto ed ipotizzando cosa li aspetterà nella prossima sezione. Yukio non riesce a togliersi di testa l’idea che qualcuno possa averli osservati, per vedere se avrebbero imbrogliato. Possibile che un esaminatore si comporti in modo così irresponsabile?
Forse – e questa è l’ipotesi che teme di più – Zashi ha fatto bene a correggere Tamuramaro. Forse le domande allo scritto erano così semplici perchè l’intera aveva lo scopo di verificare la loro conoscenza del regolamento, a testare la volontà di opporsi ad un’ingiustizia e a far valere le regole dell’Accademia.

"Bene bene, diamo inizio alla parte divertente della giornata. "

Esclama l’esaminatore, con le mani sui fianchi, una volta raggiunte le porte.

"Sei di voi dovranno interpretare due gruppi di Nukenin, pronti ad ottenere i segreti del villaggio. Gli altri 6 due gruppi di ANBU, pronti a fermare questi ninja senza onore. Riceverete presto una pergamena contenente istruzioni e una rozza mappa della zona in cui dovrete agire. Per velocizzare le cose e per evitare storie, ho già formato i gruppi, iniziate dunque a dividervi."


Segue l'elenco dei gruppi. Yukio riesce a malapena ad ascoltare la cantilena di nomi, finchè il suono del suo non lo riporta alla realtà.

"...Yukio Yamanaka, Denbe Akimichi e Shikirama Senju. Spostatevi verso di là
dice indicando un albero a pochi metri di distanza. Bene, ora che abbiamo completato la divisione, è caldamente consigliata l’elezione di un capo gruppo. Ovviamente dovrete agire seguendo una tattica che possa andare bene a tutti ma, come sul campo di battaglia, potrebbero nascere scenari inaspettati che necessiteranno decisioni lampo, da prendere sul momento. E ricordatevi che siete già sotto esame, io osserverò ogni vostra singola mossa. Il tempo dei giochi è finito. "


A Yukio la cosa non piace per niente. Già da tempo il villaggio è blindato, nessuno può entrare o uscire e circolano storie che vedono l’Hokage intenta a sorvegliare di persona le foreste circostanti. Dovrà davvero battersi contro i suoi compagni? Gli altri membri del suo team non gli sembrano particolarmente promettenti… non avrebbe mai pensato di dirlo, ma rimpiange di non essere in squadra con Zashi.
Denbe in particolare sembra fin troppo impegnato ad ingozzarsi di patatine.
I tre ragazzi si riuniscono in disparte, presentandosi ed iniziando a discutere mentre l’esaminatore crea dei cloni di sè stesso e del proprio cane. Uno dei cani li raggiunge, con una pergamena in bocca. Yukio non può fare a meno di fare un mezzo passo indietro quando la belva spalanca la bocca.

Bene mammolette, alcune premesse e poi potremo avventurarci verso il punto di partenza.

Come gli altri anche Yukio è sbalordito. Solo dopo qualche secondo si ricorda di aver sentito parlare di questa abilità… Sì, dev’essere stato suo padre. Oltre al padre di Himari, aveva lavorato per anni con un Inuzuka.
“Se ogni ninja di Konoha avesse un decimo del coraggio che hanno gli Inuzuka”, spiegava, nel mezzo di uno dei suoi racconti, “questa guerra sarebbe già finita.”
Da piccolo Yukio adorava sentirsi raccontare storie di missioni e avventure, nascosto sotto le coperte da quel poco di luce lunare che filtrava dalla finestra di camera sua.
“E se ogni Inuzuka avesse un decimo del coraggio che ha il suo animale, gente come me potrebbe dedicarsi al giardinaggio a tempo pieno!”

Voi farete parte del gruppo nukenin, dovrete cercare di rubare una pergamena in un tempietto nella zona designata e portarla di nuovo al punto di partenza, il tutto entro un’ora. Chi riuscirà a tornare, passerà l’esame. La squadra ANBU che dovrete affrontare partirà da un punto differente, sapranno soltanto che dovranno difendere la pergamena e sostanzialmente dovranno impedirvi di compiere la missione. Io, ovviamente, vi osserverò da lontano. Ora iniziate pure ad organizzarvi, scegliete questo capo squadra e tra 15 minuti inizieremo a muoverci.



I tre si guardano imbarazzati. L’unico suono è lo scrocchiare delle patatine nella bocca dell’Akimichi.
“Beh? Il piccolo shinobi ha paura di prendersi qualche responsabilità?” lo punzecchia Ryu.
Suo padre avrebbe voluto che prendesse lui le redini del gruppo, che organizzasse una strategia e si facesse valere sul campo – questo Ryu lo sà fin troppo bene. Ma… un nodo allo stomaco lo immobilizza.
"Sta' zitto! No, non voglio fare io il capo!" esclama, afferrandosi la testa con entrambe le mani.
Come al solito, realizza troppo tardi di aver parlato ad alta voce.
“Uhm, voglio dire... non vorrei essere io il leader, se possibile. Vi conosco appena, e non so nulla dei nostri avversari." Sente il suono della propria voce come se non gli appartenesse, mentre il cervello cerca di mettere assieme un pensiero che sembri quantomeno coerente.
Fortunatamente l’Akimichi lo interrompe, dichiarando che anche lui non se la sente di stare al comando.

"Bhè, nemmeno io sono tagliato per guidare un gruppo di ninja… non ho ricevuto l’addestramento necessario e penso di essere molto meno abile di voi. Però conosco la zona abbastanza bene, la sede del mio clan è relativamente vicina, sarò volentieri il vostro braccio destro!”

Quindi si tratta davvero di un Senju. Buono a sapersi, pensa Yukio. Ma il problema di scegliere un capo rimane. Come suggerito anche dall’esaminatore, un gruppo di tre novellini ha ben poche possibilità di fare alcunchè se non è in grado di coordinarsi almeno un minimo.
Inevitabilmente la cosa si risolve a morra. Yukio non pensa nemmeno a che cosa giocare: deve concentrarsi ed appellarsi a tutta la sua forza di volontà, sforzarsi di respirare lentamente e a fondo, per ignorare i versi di gallina e le risate di Ryu. Per qualche motivo oggi è riuscito ad essere più insopportabile del solito… come se l’esame non fosse già abbastanza stressante!
Fortunatamente a vincere è Shikirama, e Yukio può concedersi un sospiro di sollievo.
Aprendo il rotolo portato da Bàruto vi trovano una mappa stilizzata della foresta, con indicata la posizione del loro obiettivo. Non gli resta che seguire l’animale parlante, che fissa una bandierina a terra non appena raggiungono il punto di partenza.

“Bene la prova pratica ha ufficialmente inizio. Avete esattamente un’ora a vostra disposizione.“


I tre si mettono subito in movimento. È difficile star dietro a Shikirama, che si muove perfettamente a suo agio tra le fronde. Pochi minuti e Yukio ha già il fiatone; se non altro, a questa velocità hanno buone probabilità di raggiungere l’obiettivo prima degli ANBU – il che significa niente trappole, e la possibilità di acquisire una maggiore conoscenza del campo di battaglia prima che essa abbia inizio.
“Uff… ragazzi!”
Il grido dell’Akimichi infrange le sue speranze di successo. Yukio si volta per cercarlo ma vede solo un muro di vegetazione. Dovranno aspettare quasi un minuto perché il compagno riesca a raggiungerli, ed è evidente che se vogliono restare uniti dovranno sacrificare la velocità in modo drastico per adattarsi al suo passo. Un sacrificio che Shikirama sembra determinato a fare, ed al quale si sottopone anche Yukio.

Le sue paure purtroppo si rivelano presto fondate.
Non hanno nemmeno raggiunto l’obiettivo che già il grido di allarme del Senju, in testa al gruppo, li avvisa dell’imboscata. Una raffica di kunai spuntati dalla vegetazione sibila minacciosa nell’aria intorno agli studenti.
Yukio riesce a difendersi solo perchè i primi non puntano a lui; ha fatto in tempo a concentrare il chackra prima della seconda raffica.

Yukio usa Sostituzione come tecnica:
CITAZIONE
<tecnica/attivazione> - Sostituzione - [Stm -4/6/8/11] [Max 2 volte ad incontro] "Il ninja si sostituisce con un tronco o oggetti che trova nelle vicinanze. Questa tecnica si può utilizzare come:
- Attivazione: dimezza il danno certo subito dall'attacco appena difeso.
- Tecnica: conferisce un bonus a def/vel/res Base pari al parametro stesso. E' chakrabile e potenziabile con attivazioni, tonici o simili.
Durante l'azione può essere utilizzata solamente in una delle due varianti sopra citate; contro attacchi a Raggio Totale non sarà possibile utilizzare la Sostituzione come attivazione, ma solo come tecnica."

Tecnica difensiva: 31(Def) + 31(tecnica) + 52(Chk utilizzato) = 104
Stamina: 68 - 4(tecnica) - 3(Chk utilizzato) = 61
Considero la difesa come avente successo.


“Ma sono impazziti! Per poco non ci ammazzano”, strilla Ryu.
Yukio è in bilico tra le fronde di un grosso albero. Qualche metro più in basso un grosso ramo cade a terra con tre pugnali conficcati nella corteccia. In qualche modo Denbe si è ritrovato a testa in giù, appeso con una corda ad un albero poco più avanti.
“Aaah! Aiuto!” grida. Agita le mani e il corpo avanti e indietro, sbattendo ripetutamente contro il tronco.
Gli ANBU sono arrivati primi, c’era da aspettarselo. Ma anche loro non ci hanno messo più di venti minuti; il fatto che in così poco tempo gli avversari abbiano saputo prepararsi in modo così efficace gli fa venire un pessimo presentimento, presto materializzato da una voce gracchiante:

“Ha! Siete caduti nella mia trappola, proprio come avevo calcolato! E’ stato fin troppo semplice, attaccare dandovi l’opportunità di scappare soltanto verso quella corda è stato geniale, del resto è una tattica semplice quanto efficac…”

La sagoma di Zashi emerge da un cespuglio come quella di un lupo affamato, a pochi passi dalla sua prima (sostanziosa) preda.
“Giuro che lo ammazzo quel maledetto!” continua Ryu, dandosi ad una cascata di imprecazioni riguardanti la famiglia dell’Aburame.
Distratto dalla sua furia incontrollata, Yukio si accorge solo ora che Shikirama è ora al suo fianco. Si sente un po’ in colpa per non aver pensato neanche per un secondo alla salute del suo compagno.
“Dove sono?” chiede Shikirama.
Yukio torna in sè e chiude gli occhi, concentrandosi per alcuni secondi mentre Zashi continua con la ramanzina. Nel buio, un brivido gli percorre la spina dorsale ed un milione di corde invisibili, tese come ragnatele, si diffondono intorno a lui.
Uso l'abilità sensitivo come attiva. Visto che non abbiamo turni e che non è richiesta dall'esame, ignoro il punto di vista numerico.

Lo percepisce chiaramente. Avverte il chakra di Zashi come un forte bruciore nel petto; poi quello di Denbe, più limitato ma in preda al panico, un fiume tumultuoso. Un altro avversario si sta muovendo silenziosamente a qualche decina di metri. Yukio indica la posizione al suo compagno.
“Qualcuno sta cercando di aggirarci” sussurra “Percepisco solo lui e Zashi, qui. Devono aver lasciato qualcuno a guardia del tempio”.

“Va' avanti, io cercherò di guadagnare tempo”, dice Shikirama, iniziando a chiamare a raccolta il proprio chackra “...e di salvare la pelle a Denbe, se possibile”.

Yukio scompare tra la vegetazione, trascinandosi dietro per qualche metro il rimasuglio di una percezione leggera: l’addensarsi del chakra del suo compagno di squadra.
Non ci mette molto a raggiungere il tempio. Nascosto tra gli alberi sorge in perfetta armonia con essi, da essi stessi costruito e protetto come il più giovane elemento di un Clan. Davanti all’ingresso, uno studente di cui non ricorda il nome, piegato su se stesso, ansima vistosamente con le mani sulle ginocchia e la fronte grondante di sudore. Non solo non ha pensato di nascondersi, ma non sembra nemmeno che si sia accorto della sua presenza.
“È il tuo giorno fortunato amico! Quello è Zamasu, non te lo ricordi? Ogni volta che usa la tecnica dell’harem si trasforma in una specie di pinguino coi baffi”.
Yukio si sente sollevato. L’esaminatore deve aver cercato di bilanciare le squadre mettendo lo studente peggiore assieme al migliore della classe. Con un po’ più di tempo a disposizione, ne è certo, sarebbe in grado di intrufolarsi nel tempio senza nemmeno farsi vedere; ma il pensiero dei suoi compagni abbandonati alle trappole (e ai monologhi) di Zashi lo fa uscire allo scoperto. Si lancia di corsa contro lo studente, che finalmente si accorge della sua presenza e gli lancia contro un kunai. Yukio lo schiva senza troppi problemi, riportando solo un lieve graffio alla spalla destra.

Yukio esegue una elusione semplice:
Attacco avversario: 96
Elusione: 31 (Vel) + 52 (Chakra utilizzato) + 6 (Vel/5) = 89
Residuo = 7
Danno Certo = 7 – 6 (Def/5) = 1

Stamina = 61 – 3 (utilizzo Chk) = 58
Salute = 180 - 1 = 179


È ormai a pochi passi da lui e nei suoi occhi legge la paura di un bambino abbandonato a sè stesso.
“Non credo abbia scelto lui di rimanere da solo a guardia dell’obiettivo”, gli legge nel pensiero Ryu.
“A giudicare da quanto è stanco e spaventato, credo proprio che Zashi l’abbia abbandonato per non perdere tempo”.
Questo non cambia le cose. Zamasu è l’ultimo ostacolo che lo separa dal titolo di shinobi, la forza invisibile che porta avanti le lancette dell’orologio: ad ogni secondo il rischio che Denbe e Shikirama soccombano agli ANBU si fa più reale.
Yukio concentra il chakra attorno a sè mentre carica a testa bassa, avvertendolo fluire attraverso il suo corpo e prendere consistenza nella sua bocca, dal quale fuoriesce sottoforma di proiettili d’acqua sparati ad alta velocità verso l’avversario.
CITAZIONE
<ninjutsu elementale a lungo raggio> - - Suiton: Proiettili d'Acqua - [Chk: 50][Int: +55] "Impastando il chakra nella bocca e sputandolo fuori, il ninja emette una serie di proiettili d'acqua, piccoli ma letali. Il difensore avrà più facilità a fuggire che a difendersi: in caso di difesa con una tecnica, il bonus della tecnica usata verrà diminuito di 1/4; in caso di Res+Chk, la Res sarà diminuita di 1/6."

Consumo 50 Chk
Attacco = 61 (Int) + 55 (Tecnica) + 7 (Specializzazione) = 123
Stamina = 58 – 3 (utilizzo Chk) = 55


In preda al panico, Zamasu prova a parare il colpo: un grave errore, visto che notoriamente questa tecnica è più facile da schivare che da assorbire. Finisce a pancia all’aria sull’erba, ferito.
Yukio si interrompe spaventato dall’effetto del proprio attacco, che lo studente ha subito quasi per intero. Davanti a lui non c’è un ANBU, realizza, ma un ragazzino di due anni più piccolo, abbandonato nel bel mezzo della foresta il giorno del suo esame Genin.
Yukio abbassa la mano con cui impugna lo spiedo.
“Ma che fai, sei diventato scemo?” urla Ryu.
Ma è troppo tardi. Spinto dalla disperazione, un tonico di rabbia e frustrazione che l’ha reso più scattante di una tigre, Zamasu ha estratto un kunai che teneva legato alla gamba e, dal basso, si è lanciato in avanti menando un fendente alla coscia di Yukio.

Yukio subisce ferita da taglio con 30 danni certi:
Salute: 179 - 30 = 149
Ferita da taglio: 30/5=6
CITAZIONE
Ferita da taglio di 6° grado: (da 1 a 10 PF)
Malus a Forza pari ai PF
Consumo ulteriore di Stamina e Salute aggiunto pari ai PF per turno

For: 31 – 6(PF) = 25
(nel mio turno)
Stamina = 55 - 6 = 49
Salute = 149 - 6 = 143


Distratto dai suoi pensieri il giovane non fa in tempo a difendersi, può solo osservare il proprio sangue colare a fiotti sull’avversario e poi tirargli un calcio che segue più lo scrosciare rabbioso dell’istinto che il flusso misurato di una qualche tecnica ninja. Colpisce Zamasu alla spalla, buttandolo nuovamente a terra e facendogli scappare il pugnale di mano. Senza perdere altro tempo corre all’interno.
È a questo punto che il dolore lo raggiunge, più forte man mano che l’adrenalina abbandona il suo sistema nervoso. Il cuore gli martella nelle tempie e la sua vista si fa offuscata, gli occhi bagnati dal sudore e forse da qualche lacrima.
All’ingresso lo attende un rotolo etichettato “Esame Genin”, alto più di un metro e più spesso della sua gamba. Yukio se lo carica in spalla prima di correre dolorosamente all’aperto.
Con la coda dell’occhio vede Zamasu seduto a terra, a testa bassa, che si tiene la spalla con una mano. Il pensiero dei suoi compagni di squadra lo mantiene in piedi.
“Veloce, corri!” dicono le voci “Non c’è tempo! Non c’è tempo!” e il dolore si fa sempre più intenso, non ha il coraggio di abbassare lo sguardo per vedere quanto sangue ha già perso. Si è fasciato? Non lo ricorda.
Forse ha inconsciamente seguito il richiamo del chakra. Forse si ricordava la strada, o forse è stato fortunato. Non saprebbe dirlo, ma dopo un tempo che è sembrato infinito è riuscito a raggiungere i suoi compagni.
Denbe è disteso a terra, apparentemente privo di sensi. Alcuni metri più avanti Zashi si sta avvicinando a Shikirama, trattenuto a terra dal terzo ANBU. Il suo haori scuro zuppo di quello che non può essere altro che sangue.
“Maledetti, sono in due contro uno!” protesta Ryu.
Il pensiero ritorna immediatamente alla ferita che lui stesso ha inflitto al giovane Zamasu; quel dipinto che in fretta e furia si è fatto mentre abbandonava il tempio si riempie di tutti i colori del fallimento, il dolore di quella figura piegata su se stessa.
“Ed è tutta colpa loro”, dice qualcuno, “Di quello stronzo di Zashi che l’ha lasciato da solo.”
“Zashi che si è divertito a torturare i tuoi compagni.”
“Ti ha sempre odiato, Zashi, non hai forse sentito?”
“Non hai notato che si prende gioco di te?”
“Ti tiene d’occhio con i suoi maledetti insetti!”
“Ti odia, ti odia, ti odia!”
Le voci sono dappertutto, sorgono tutto intorno a lui come un milione di tronchi invisibili, oscurando il cielo e lasciandolo nell’ombra più totale dove – intrappolato in una notte stretta come una bara – l’unica luna che splende ha l’aspetto di una falce; è un sorriso dai denti affilati come la punta del suo spiedo.
“Muori!” urlano le voci, così che Yukio non debba nemmeno sprecare fiato.
Si lancia su Yashi, lo butta a terra, tenendolo fermo con il proprio peso.
“Muori!”
Non può che fare da spettatore al proprio riflesso nelle pupille terrorizzate dell’Aburame mentre si accinge a piantargli uno spiedo nella carotide.

Ma dei nuovi denti prendono forma, più grandi e più reali, frapponendosi tra Yukio e Zashi. È il cane Baruto, che con un ringhio lo fa arretrare
"E’ abbastanza" ringhia l’enorme segugio con aria severa "Calmatevi un attimo e ricomponetevi, ho visto fin troppo. L’esame finisce qua. Verrete presto accompagnati in infermeria, i risultati delle vostre performance verranno comunicati questa sera. Non preoccupatevi di Zamasu o Denbe, un mio clone si occuperà di loro. Non ho altro da aggiungere, andiamo."

Un silenzio pesante cade su tutti loro. I corpi stanchi e malridotti degli studenti esigono il loro tributo: hanno appena il tempo di controllare l’entità delle ferite, fasciarsi alla bell’e meglio, prima di incamminarsi nuovamente verso il villaggio.
Ciascuno di loro ha avuto modo, forse per la prima volta, di provare che cosa sia la vita sul campo di battaglia; ma più di tutto di vedere con i propri occhi, illuminata dai raggi speculari di un dolore provocato e subito allo stesso modo, il profilo spigoloso del teschio che si cela sotto al tanto desiderato coprifronte.

Effettuo i calcoli per l'uso di una tecnica difensiva in Gdr: OFF
CITAZIONE
<ninjutsu elementale> - - Suiton: Ventaglio Acquatico - [Chk: 45][Def/Res: 70] "Il ninja sfrutta l'acqua presente sotto il terreno, facendola schizzare fuori da esso come un'onda. Facendo ciò, si difenderà più efficacemente dagli attacchi con armi da lancio, la cui traiettoria verrà notevolmente deviata, garantendo un bonus difensivo di 15."

Def = 31 + 70 (tecnica) + 4 (specializzazione) = 105
Stamina = 49 – 4 (Chk tecnica) = 45


Chiedo scudo anche io per la lunghezza della role (e per i tempi più lunghi).
Come Garth, ho ignorato le parti numeriche non strettamente necessarie all'esame.
 
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view post Posted on 14/8/2018, 13:45     +1   -1
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Complimenti ad entrambi per la promozione.
Garth con la media del 9.8 e Pell con la media del 9.5 [X]

Adesso potete procedere come segue:

CITAZIONE
Promozione: A prescindere dalla media finale assegnata il premio per la promozione sarà di 500 exp totali e quanto ne consegue dal passaggio di rango a Genin


- Ottenuta la promozione il giocatore Deve fare obbligatoriamente un post dove dice che vengono esposti i risultati e dove riceve il coprifronte o, per i Liberi, una sequenza dove verifica l'effettiva conoscenza delle sue capacità.

Chi lo desidera prima di richiedere la prima Missione D o la prima Quest Clan, può approfondire il background nel topic stesso o ad esempio in una role nella propria Residenza o con un topic a se stante in sezione "Nel villaggio".
 
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Garth36
view post Posted on 15/8/2018, 11:58     +1   -1




CITAZIONE
pensato narrato "parlato"

Il gruppetto di studenti, come accennato, venne accompagnato in infermeria. Appena varcata la soglia dell'ingresso vennero accolti da una ragazzina giovane e sorridente, con una cascata di capelli biondi che gli scendeva fino in fondo alla schiena. Era l'infermiera incaricata di prendersi cura di tutti i ragazzini che avevano ricevuto ferite.
Fece sedere i presenti sulle sedie presenti al centro della sala d'aspetto, avvisandoli che sarebbero stati chiamati per una visita uno ad uno, intimando loro di avere pazienza. A cure ultimate avrebbero potuto ascoltare l'esito dell'esame Genin direttamente dalla bocca dell'istruttore.

Shikirama, intanto, era riuscito a calmarsi. La camminata fatta durante il viaggio di ritorno era stata utile anche per questo, nel silenzio generale era riuscito a riordinare i propri pensieri e togliersi quella sensazione di disagio di dosso.
Alla fine si era comportato bene, era riuscito ad agire a mente quasi lucida, utilizzando le tecniche imparate in maniera sufficiente da rallentare due suoi compagni. Non aveva di certo esagerato come aveva fatto Yukio.
Quella non era guerra. Era una semplice prova, nulla di piu'. Nel caso fosse andata male, avrebbero sempre potuto aspettare un po'. Non c'era bisogno di esagerare così tanto... non in quel contesto perlomeno.
Poi Shikirama pensò alle voci sullo Yamanaka, oltre al fatto che aveva dovuto aspettare ben 2 anni più degli altri per poter partecipare all'esame.
Il Senju alzò lievemente il capo, osservando il suo "compagno Nukenin" seduto poco più in là. Cominciò a scrutarlo per capire cosa gli stesse passando per la testa.

Forse... forse si sente solo stufo di aspettare, di guardare gli altri andare avanti mentre lui è bloccato qua, assieme a noi. Non conosco la sua storia, ma potrebbe essere. Eppure lo sguardo di Zashi era puro terrore. Per quanto non lo sopporti, è un mio -anzi no- un NOSTRO compagno. O forse era tutto premeditato... del resto il clan Yamanaka è famoso per le loro abilità sensitive e mentali; già, si era accorto di Baruto e sapeva che sarebbe intervenuto. Del resto 2 anni di attesa significano 2 anni di esperienza in più.

Il dodicenne sorrise e riportò il proprio sguardo verso il pavimento.
Non sapeva davvero cosa aspettarsi o cosa pensare, voleva soltanto che il tempo si mettesse a scorrere più velocemente. Voleva capire, avere i risultati. Scalare l'albero immortale quella sera e poter dire ai suoi genitori che ce l'aveva fatta, che era riuscito a diventare uno shinobi in tutto e per tutto. Fu pensando a quell'immagine che il sorriso si tramutò in un'espressione corrucciata. I pensieri negativi furono però interrotti dalla graziosa voce dell'infermiera, che lo aveva chiamato a sè. Lo studente si alzò e camminò nello studio proprio davanti a lui.

Era una stanza arredata semplicemente, con il solito lettino posto dietro un pareo di bamboo, una scrivania circondata da 3 sedie, vari strumenti medici e alcune mappe anatomiche che rappresentavano le vie del chakra alle pareti. Il famoso "odore di sterile" pervase le narici dello studente, che andò a sedersi su invito della giovane ragazza che li aveva accolti poco prima. La bella infermiera iniziò subito a disinfettare la ferita più vistosa sul corpo del ragazzo, non tardando a confortarlo sull'esame e su come, a detta degli insegnanti, sembravano una classe promettente.
Man mano che procedeva con le procedure mediche, sempre con un sorriso, spiegava quello che stava facendo in ogni minimo particolare. Dalla normale disinfezione all'utilizzo dell'Ijutsu, lei non smetteva mai di parlare, facendo di tanto in tanto qualche domanda al giovane paziente per tenerlo occupato.

Abbiamo interpretato ANBU e nukenin, ma c'è anche chi lavora dietro le quinte, o direttamente sul campo di battaglia come medico... presumo che molte di queste persone abbiano assistito a scene così spaventose che... bhè, non posso immaginarlo. Ma io? Che fine farò?

Bhè, prima di tutto doveva riuscire a diventare un genin, poi ci avrebbe potuto pensare con calma.
Sospirò avvilito, ma fu in quell'istante che si accorse di aver finito visita e cura.
Ringraziò la giovane kunoichi medica, che di tutta risposta gli indicò un'aula dell'accademia in cui Tamuramaro si sarebbe presentato quando tutti sarebbero stati ricuciti.

Shikirama giunse sul posto come quarto membro del gruppo. Non si degnò nemmeno di interessarsi agli altri; non per cattiveria quanto per i pensieri che stava cercando di placare costantemente. Lentamente si avvicinò alla finestra da cui si potevano ammirare molte delle costruzioni del villaggio. Rimase lì, fermo a guardare il vuoto, sistemandosi l'haori di bamboo di tanto in tanto.
Ogni 4/5 minuti un nuovo compagno li raggiungeva, e quando i 9 "superstiti" furono riuniti (ovviamente mancava anche Denbe) l'esaminatore sbloccò la serratura dell'aula designata e li fece accomodare.

All'interno Baruto, in tutta la sua maestosità, se ne stava fermo a lato della cattedra sulla quale poggiavano 6 (la metà di tutti gli studenti di quella classe) coprifronti con sù inciso il simbolo della foglia.

L'Inuzuka, con la solita espressione severa, iniziò a parlare, o meglio, ad urlare:

Diamo un taglio a tutte queste formalità, non vi dovrei nessuna spiegazione visto che, per me, è tutto una perdita di tempo. Ma viste le circostanze, vi dirò come stanno le cose. La prova era ovviamente un pretesto per vedere le vostre capacità. Vedervi lavorare sul campo è una priorità di chi vi supervisionerà nei vostri primi giorni da genin, ma vista la scarsità di personale non è detto che ci sarà sempre qualcuno lì presente per voi.
Comunque, ovviamente questo scenario è ben lontano dalla "guerra vera", ma è stato un inizio. Alcuni di voi l'hanno presa fin troppo seriamente; altri se la sono spassata non dandoci il giusto peso... e sono quest'ultimi a fallire. Dovete rendervi conto che non stiamo giocando, ci sono vite in ballo, non possiamo andarci leggeri. NON POSSIAMO ANDARCI LEG-GE-RI.
-tuonò, randomicamente, l'istruttore- Ehm ehm. Dunque, il recuperare le pergamene ed il bloccare i nukenin è stato solo un pretesto. Io e Baruto vi abbiamo osservati con attenzione ed abbiamo preso la nostra decisione. Congratulazioni a chi ha passato l'esame, i fortunati sono: ...

Sei nomi vennero pronunciati. Sei nomi che avrebbero potuto vantare il rango di "Genin". Sei nomi tra i quali compariva anche Shikirama.
La tensione aveva mandato in tilt il cervello del ragazzino, che non si preoccupò nemmeno di ascoltare chi altri era stato promosso.

Per gli altri, lavorate sodo e ritentate, non è la fine del mondo, dovete solo essere pronti.
Forza dunque, a nessuno importa delle congratulazioni. Prendete il vostro coprifronte e andate a farvi una doccia, puzzate da cani!


Tamuramaro disperse la piccola folla di ragazzini, parte dei quali uscì dall'aula in lacrime.
Shikirama, invece, era estasiato. Strinse la placca metallica di Konoha tra le mani, tremando. Non ci poteva credere. Poteva realmente scalare il grande albero del clan Senju e vantarsi del proprio status, proprio come aveva immaginato.
 
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Pell96
view post Posted on 15/8/2018, 20:20     +1   -1




Un viaggio di durata indefinita. Le strade del villaggio, ora gremite di gente, allungate oltre ogni limite ed in tutte le direzioni dal silenzio del gruppo di studenti, il suono dei loro passi sulle pietre chiare. A collegarli con il resto del mondo una rete di sguardi curiosi verso quella parata di ragazzini zoppicanti in trionfo alle spalle del gigantesco Tamuramaro, come la parodia di una parata militare
Arrivare all'infermeria è solo una questione di passaggio tra due modalità dell'attesa: il movimento e l'immobilità, dal profumo vivace dalle bettole dei ristoratori ambulanti a quello asettico e adombrato di morte dell'ospedale. Yukio aspetta con pazienza il suo turno.

L'infermiera prova a farlo parlare – senza troppo successo. La mente di Yukio è ferma all'esame, agli accadimenti della mattinata. Nella sequenza di eventi via via più definiti man mano che l'adrenalina abbandona il suo sistema nervoso vede una versione di sè che fa difficoltà a riconoscere. Gli occhi terrorizzati di Zashi, più di tutto, e il senso di disperazione nel corpo steso a terra di Zamasu. Quella scelta pericolosa – una scommessa – ora come allora gli appare come qualcosa di cui è stato spettatore, e non attore. Che abbia davvero esagerato? E questa esagerazione, da sola, sarà sufficiente a compromettere il suo esame?

Uscito dall'infermeria si sente già molto meglio. Nonostante il dolore della ferita sia nettamente diminuito, però, avverte ancora un senso di debolezza e vertigine dovuto alla perdita di sangue. L'aula in cui gli studenti otterrano i loro risultati gli si materializza attorno come in un sogno, semivuota. Riconosce il volto del suo caposquadra, Shikirama. Si è comportato mirabilmente durante l'esame, mantenendo il sangue freddo e mettendosi in prima linea per difendere il suo compagno in difficoltà. Yukio vorrebbe poter vantare le stesse azioni.

Gli torna alla mente la guerra. Le parole che suo padre ha usato per descriverla sono l'unico modo in cui il ragazzo l'ha vissuta: come in uno specchio. Gli anni di combattimenti contro Watashi hanno portato alla luce in molti shinobi sintomi di trauma più o meno intensi, collegati al periodo di attività sul campo di battaglia. Tra i pochi combattenti che furono costretti a battersi per anni senza tregua, questo fenomeno raggiungeva percentuali molto alte; sopravvissuti alla morte di decine di amici compagni avevano quasi tutti sviluppato una qualche forma di disturbo psichiatrico. Gli unici esclusi, sorprendentemente, erano proprio gli psicotici.
Che la guerra e i suoi orrori siano un inferno nel quale solo i mostri e i pazzi possano sentirsi a proprio agio? Se davvero ha superato l'esame, pensa Yukio, potrebbe scoprirlo molto presto. Ma davvero vuole seguire le orme paterne e usare le proprie abilità come combattente? Anche a questa domanda non è in grado di dare risposta.
"Te la sei cavata bene, là fuori" lo interrompe la voce di Ryu. "Fare ciò che va fatto: è questo che ti renderà grande. Mio nonno lo diceva sempre..."
Yukio vorrebbe ribattere, ma non sa come. C'è qualcosa in queste parole che non lo convince per niente. Ma prima che abbia tempo di formulare i suoi pensieri l'esaminatore inizia a gridare:

Diamo un taglio a tutte queste formalità, non vi dovrei nessuna spiegazione visto che, per me, è tutto una perdita di tempo. Ma viste le circostanze, vi dirò come stanno le cose. La prova era ovviamente un pretesto per vedere le vostre capacità. Vedervi lavorare sul campo è una priorità di chi vi supervisionerà nei vostri primi giorni da genin, ma vista la scarsità di personale non è detto che ci sarà sempre qualcuno lì presente per voi.
Comunque, ovviamente questo scenario è ben lontano dalla "guerra vera", ma è stato un inizio. Alcuni di voi l'hanno presa fin troppo seriamente; altri se la sono spassata non dandoci il giusto peso... e sono quest'ultimi a fallire. Dovete rendervi conto che non stiamo giocando, ci sono vite in ballo, non possiamo andarci leggeri. NON POSSIAMO ANDARCI LEG-GE-RI.

Ehm ehm. Dunque, il recuperare le pergamene ed il bloccare i nukenin è stato solo un pretesto. Io e Baruto vi abbiamo osservati con attenzione ed abbiamo preso la nostra decisione. Congratulazioni a chi ha passato l'esame, i fortunati sono...


Il cuore gli martella nel petto e nelle tempie. I pochi secondi necessari ad elencare quei sei nomi non sembrano finire mai: il suo è l'ultimo, pronunciato con lentezza dall'esaminatore che alza lo sguardo un secondo per guardarlo negli occhi. O è soltanto la sua immaginazione?

Per gli altri, lavorate sodo e ritentate, non è la fine del mondo, dovete solo essere pronti.
Forza dunque, a nessuno importa delle congratulazioni. Prendete il vostro coprifronte e andate a farvi una doccia, puzzate da cani!


"Te l'ho detto che te la sei cavata bene!" ride di gusto Ryu. Il suono metallico di un accendino rivela che si sta accendendo una sigaretta, per festeggiare.
"Te l'ho detto che se ce l'hai fatta tu, può farcela chiunque" sussurra Yukio, divertito, mentre esce dall'Accademia.
Il suo futuro da Genin potrà anche essere tappezzato di ostacoli, dolore e difficoltà, ma questi primi minuti con il coprifronte addosso sono tra i più felici della sua vita.
 
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