Missione S - Portare gli uni i pesi degli altri, per .Astaroth e Griever_

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.Astaroth
view post Posted on 11/8/2018, 15:02 by: .Astaroth     +1   -1
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Un sibilo preannunciò il suo arrivo.
Gli era bastato attivare il jutsu spazio-temporale per macinare chilometri nel giro di un istante, così da tornare nel covo della fanciulla dalle ciocche dorate. Prima ancora d'atterrare, afferrò al volo il kunai sul quale era impresso il sigillo di richiamo, estraendolo dalla superficie in cui era stato conficcato. Non appena le pieghe della veste nera che lo avvolgeva si furono placate, il giovane poté scrutare, da dietro le lenti scure che aveva indossato per tenere nascosti i suoi preziosi occhi, la crepa formatasi sul Muro dei Kanji. Sembrava proprio che Mira avesse spostato l'ubicazione del pugnale, rimuovendolo dal tavolo in cui il jonin della Foglia l'aveva lasciato; adesso, di fronte al suo sguardo serio, il nome di Namida appariva scheggiato, per sempre sfigurato. Era come se quel momento coronasse quella che era forse stata la decisione più sofferta che avesse mai preso. Finché l'occasione propizia non fosse giunta, l'eredità di Fuyuki e della Lacrima Cremisi sarebbe rimasta sepolta fra le ceneri di Yason Mori, per permettere agli artigli della giustizia di strappare, lentamente, la maschera di menzogne che copriva il vero volto di Konoha.
Sistemò meglio la sciarpa intorno al volto e strinse il nodo della bandana nera (priva della placca metallica sulla quale era stato inciso il vessillo del villaggio) che portava in fronte, poi si scrollò di dosso la polvere, mentre il rumore sordo di alcuni passi si levava dietro di lui.

- Ma guarda, il moccioso ha deciso di fare sul serio. Non dirmi che...

- Per quanto ne sai, Kakumei, lo shinobi conosciuto come Hyuga Fuyuki ha perso la vita. Divorato dalle fiamme di una città ormai ridotta in cenere, divenuto polvere a sua volta insieme alle convinzioni che aveva.
Chi hai davanti agirà sotto il nome di Seikai.


Erano trascorsi solo sette giorni da quando, proprio davanti a quella parete, Fuyuki aveva messo a nudo le proprie emozioni, vedendosi tradito dalle persone per le quali aveva sempre avuto una cieca devozione, eppure, nelle parole del giovane, Kakumei avrebbe potuto percepire una ritrovata, quanto matura, consapevolezza. Era proprio vero, lo Hyuga aveva perso tutto, ma al tempo stesso, spogliandosi di quelle credenze che lo avevano illuso, egli era rimasto vestito della sua unica e vera corazza: il desiderio di proteggere la sua famiglia e la sua gente, anche a costo di perdere la vita nell'intento. E nel fuoco che ardeva nella sua voce ferma, tanto quanto nel profondo significato del nome che aveva scelto come maschera (正解 Seikai, Giustizia), la spia di Kirinaki avrebbe potuto riconoscere la fame di libertà che aveva saziato la gola asciutta dello shinobi. Sorrise per un istante, compiaciuto dal risultato che aveva ottenuto semplicemente pizzicando le corde giuste, per poi tornare serio.
In fin dei conti, se il jonin era lì, non era certo per discutere di quanto aveva deciso di compiere nei confronti del consiglio della Foglia - anche se, a giudicare dalle precauzioni prese, poteva sicuramente farsi un'idea. No, c'erano sicuramente questioni più importanti... e, ahimè, erano strettamente collegate a quanto successo a Yason Mori, là dove la Nebbia Piangente aveva lasciato una traccia indelebile.

- Tra le nostre celle, si trova Kawarimi, una potente kunoichi che ha prestato servizio per il Ninja Dorato. Da lei abbiamo scoperto che Kai sembra essere ancora in vita, ma non riusciamo ad ottenere più di questo. Quella puttana è stata addestrata bene, non c'è da stupirsi... è probabile che preferisca morire, anziché tradire chi ha saputo diffondere un cancro nella sua debole mente.

Di fronte a quella notizia, Fuyuki rimase come pietrificato. Da quando la minaccia di Watashi era stata estirpata, del Ninja Dorato si era persa ogni traccia. Molti lo avevano considerato morto e, malgrado la stessa Akane Uchiha non avesse mai creduto a quelle voci, lo shinobi dagli occhi perlacei aveva sempre sperato ch'ella si sbagliasse, lasciandosi cullare da quel pensiero come un bambino fa quando non vuole accettare la verità. Eppure, anche se non era più il ragazzino inesperto ch'era rimasto sbalordito dalla potenza di Kai, quel nome era ancora in grado di suscitare forti emozioni nel suo cuore. Se non paura, quantomeno il preoccupato rispetto di chi sa di avere a che fare con un nemico potente - in fondo, la stessa sensazione che aveva sperimentato affrontando Jagura prima e Hyou, in seguito. Ovviamente, una simile informazione lasciava adito ad infinite congetture, alcune delle quali potevano vedere lui stesso come principale creatore del Reuma. Insomma, nessuna strada poteva essere scartata prima di essere realmente percorsa... e l'unica persona che poteva indirizzare i loro passi verso una precisa pista pareva essere quella Kawarimi, le cui urla impregnate di disperazione riuscivano a raggiungerli anche lì.

- Portami da lei.

Non che volesse avere l'ardire di poter risolvere la situazione con uno schiocco di dita, ma indubbiamente, fra coloro che avevano modo di calpestare il marmo del covo, lui era il più indicato per quel genere di lavoro. Non era più un ANBU in servizio da anni ormai, ma in certi campi era assai difficile perdere la mano, specie per chi aveva capito che, nella maggior parte dei casi, le informazioni erano più letali di alcune tecniche ninja.
Comunque, Kakumei non se lo fece ripetere e lesto fece strada al nuovo arrivato attraverso androni che egli aveva ormai imparato a conoscere, conducendolo infine verso le segrete che lo avevano ospitato, quando aveva involontariamente rischiato di uccidere chi, dopotutto, gli aveva salvato la vita. In una cella illuminata solo dalla fioca luce di una candela, Fuyuki trovò ad attenderlo Mira e Naum. La prigioniera invece svettava proprio dietro il possente aguzzino, insozzata di sangue e dall'aspetto non troppo diverso da quello di uno straccio. In un primo momento, il giovane provò a ricordare se l'avesse mai vista prima di allora, ma dovette concludere che, se anche così fosse stato, sarebbe stato pressoché impossibile ricondurre quel viso maciullato ad un volto noto.

"Da quanto ho capito, la stanno interrogando da una settimana... a giudicare dalle sue condizioni, però, sembra quasi che questa donna si trovi qui da diversi mesi."
Non si trattava solo dell'olezzo di sangue o degli aloni di piscio e feci che le impregnavano i vestiti, calando lungo le cosce nude. No, lo sguardo di Kawarimi era ormai rassegnato all'idea di perire in quel posto sudicio e dimenticato dal mondo - e solitamente, almeno nei primi giorni, le vittime di torture si aggrappavano sempre alla vana speranza di rivedere la luce del sole. In ogni caso, Fuyuki avrebbe soffocato in gola quei pensieri, limitandosi a cercare lo sguardo vitreo di Mira. Sarebbe bastato un cenno come saluto, in fin dei conti entrambi erano abbastanza maturi da infischiarsene di certi convenevoli, così come delle buone maniere.

- Lieto di aver ricevuto un trattamento più umano rispetto a questa donna. Ad onore del vero, non so come avrei agito, al tuo posto.

Si permise di scherzare, nel tentativo di alleviare la tensione con un po' di sano sarcasmo. A quel punto, stappò la fiaschetta ricevuta in dono da Kenshin-sensei, concedendosi un goccio di shochu per riscaldare la gola, prima di procedere. Per ciò che lo avrebbe atteso a breve, un po' di alcool era fondamentale a predisporre lo stomaco per sopportare odori ben più sgradevoli.

- Kakumei mi ha messo al corrente della situazione. Non ha ancora parlato, vero?

 
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