終わり Owari - Un nuovo inizio... o la fine di tutto.

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view post Posted on 31/7/2018, 10:23     +1   -1
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Eremo dei Mustelidi.
9 gennaio 249, ore 9:21.

Fu strano ritrovarsi dopo così tanto tempo in quei corridoi bui, illuminati soltanto dalla fioca luce emanata da alcune candele. Con passi lenti e cadenzati, ripercorse le fondamenta della bianca torre - là dove, per mezzo dell'Hiraishin, si era materializzato - fino a macinare gli ultimi metri lungo l'androne che conduceva alla sala del Sommo. Lì, come aveva previsto, trovò ad attenderlo non solo il saggio e potente Mujinahen, ma anche i custodi dei segreti del chakra naturale. Fuyu lo guardò con fare curioso, cercando di comprendere cosa stesse passando nella mente dell'eremita; Aki invece sembrava sdegnata, come suo solito, quasi come se volesse rimproverare lo Hyuga per la sua lunga assenza. All'appello, ovviamente, non poteva mancare l'imponente Fukuizuna, l'unica ad aver realmente visto quanto fosse accaduto al giovane. Fu proprio lei a guardarlo con più preoccupazione, seguendo con gli occhi ogni spostamento faticoso e lento dello shinobi, sapendo bene a cosa fosse dovuta la sua debolezza. Non appena egli fu uscito dalla penombra, fu la donnola a spezzare il silenzio.

- Sanno già tutto. - confessò, riferendosi chiaramente a quanto accaduto con il sigillo imposto da Akane.

- Immaginavo, Fukuizuna-chan. Spero che, almeno, la notizia non sia uscita da queste mura. - rispose lui, arrestando il proprio cammino e incrociando lo sguardo della sorella.

Questa non dimenticò di lanciargli un'occhiata traboccante di dubbi e, seppur non comprendendo quali fossero le motivazioni dietro quella frase, si limitò ad annuire, abbassando il capo in segno di assenso. A quel punto, il jonin di Konoha portò alla bocca la fiaschetta ricevuta in dono da Kenshin-sensei, concedendosi un sorso di shochu. Mandarlo giù fu difficile, non solo per la stanchezza che aveva addosso, ma anche a causa della consapevolezza di ciò che avrebbero affrontato a breve, in quella stessa sala. Dopo aver pulito le labbra col dorso della mano, passò in rassegna con lo sguardo ognuno dei presenti. Si fermò su Mujinahen, il quale, dentro di sé, aveva già iniziato a nutrire dubbi, sospetti e preoccupazioni. Forse aveva già previsto quel destino, nello stesso momento in cui aveva percepito il seme della sofferenza e del rimorso insinuarsi nel cuore di Fuyuki, dopo il trattamento ricevuto ad Akane. E in quel momento, non aveva nemmeno bisogno di osservare l'orrenda cicatrice che quel marchio aveva lasciato nel suo spirito. No, i suoi occhi rossi e ancora umidi erano decisamente più eloquenti.

Se le cose stanno così, quanto sto per dirvi non dovrà essere discusso con nessun altro.

Iniziò mettendo subito in chiaro una cosa: non poteva tornare a Konoha, non con il rischio di essere individuato come anomalia e consegnato alle autorità. Una volta catturato, avrebbe anche potuto dire la verità, ammettendo di aver voluto rimuovere il sigillo per conquistare la fiducia di Mira e continuare a cercare Kirinaki, ma in quanti avrebbero creduto nella sua buona fede? No, non poteva più permettersi il lusso di riporre fiducia nelle istituzioni, men che meno nell'Hokage, colei che con il suo stesso chakra aveva spezzato ogni loro promessa e tradito chi aveva sempre creduto in lei. Da quella premessa, giunse poi alla proposta che aveva metabolizzato in quelle ore. Le reazioni ad essa, tuttavia, furono le più disparate.

Quindi dovremmo farti credere... morto?

Inutile dire che, immediatamente, la dirompente Aki aveva subito bocciato quell'idea, etichettandola come folle e priva di alcun fondamento. Fukuizuna e Mujinahen non avevano ancora aperto bocca, mentre il placido Fuyu si schierò invece come favorevole alla proposta ideata dal giovane shinobi.

- Cerca di capire, zuccona. Fuyuki è pur sempre un ninja al servizio della Foglia. Anche se le sue permanenze fuori dal villaggio possono non avere scadenza, per via della sua particolare missione, sarebbe quantomeno sospetto vederlo sparire nel nulla, senza ricevere nemmeno uno straccio di rapporto su quanto fatto. - rispose con calma alla sorella, nascondendo il muso dietro la zampa anteriore con fare pensieroso - Oltretutto, il non omettere informazioni faceva parte di quel maledetto contratto.

- Chi è che hai chiamato zuccona? Io ti uccido, stronzo. - fu la risposta del furetto dal pelo arancione, la quale sembrava aver messo da parte la questione più importante soltanto per non calare da testa di fronte alle provocazioni del fratello.

- Vedete di darci un taglio, maledizione! Qui non stiamo scherzando. - intervenne così Fukuizuna, quasi ringhiando per richiamare all'ordine le due evocazioni indisciplinate.

A quel punto, soltanto il sommo non aveva detto la sua. Di fronte ai pareri positivi di Fuyu e Fukuizuna e all'espressione contrariata di Aki, l'anziano Mujinahen pareva quasi intenzionato a non esprimersi, lasciando che la sua vera opinione rimanesse celata dall'espressione preoccupata e indecisa che aveva in viso. Si sistemò sullo scranno, facendo suonare i campanelli legati sul pomo del suo bastone, prima di prendere parola.

- Credo che tu sappia su chi ricadrebbe il peso di tutto questo, Fuyuki-chan. Ci stai chiedendo di mentire anche a lei... sei consapevole di ciò che rischieresti? - si limitò a domandare questo, rimettendo all'eremita la necessità di rispondere.

- So bene cosa significa, Mujinahen-sama. Troppe volte le ho nascosto la verità, per proteggerla... e pur sapendo che, anche questa volta, lo farei per il suo bene e per quello dei nostri figli, so che potrebbe non perdonarmi qualora dovesse scoprire la verità per conto suo.

Si riferiva ovviamente a Chiaki, la fanciulla che da sempre aveva condiviso con lui il peso delle sue scelte, aiutandolo nel compito di ingannare il mondo intero indossando le nuvole rosse. Lui, di contro, aveva sempre cercato di tenerla lontana dai guai e dalle preoccupazioni, inizialmente nascondendo la sua appartenenza ad Alba, poi offrendo di concedere la sua vita in cambio di quella di Aiko senza nemmeno consultarla... e per ultima, ma non meno importante, la volta in cui le aveva taciuto il suo stato di salute, soltanto per non vederla consumarsi alla ricerca di una cura per la sua malattia. Ogni volta, tuttavia, lei era stata sempre lì, al suo fianco, pronta a fargli capire quanto avesse avuto torto. In quel momento chiunque avrebbe detto che Fuyuki era incapace di imparare dai suoi errori, eppure lui era certo di star agendo nel giusto - pur rischiando, ancora una volta, di rovinare il suo rapporto con la fanciulla. Tuttavia, il jonin era già distrutto all'idea di non essere riuscito a proteggerla, quando il chakra di Akane aveva penetrato anche la sua pelle, esponendola ad un rischio enorme. Non poteva rischiare di peggiorare le cose mettendola al corrente dei suoi piani; no, anche lei avrebbe dovuto credere nella sua morte, specie finché avesse avuto addosso quell'orrendo marchio. Ne andava non solo del suo bene, ma anche di quello di Aiko e Amane.

- ... ma io la amo. Se per salvarla dovessi conquistare il suo odio, così sia.

Una smorfia simile ad un sorriso si fece largo sul viso di Mujinahen, il quale aveva visto con i suoi stessi occhi durante lo scontro con Zoren l'affetto che il ragazzo provava per la fanciulla, mentre la stessa Aki sembrò distendere i nervi nel percepire quanto difficile e sofferta fosse la strada che Fuyuki stava percorrendo. Fingersi morto significava sì avere libertà di agire senza destare sospetti agli occhi del consiglio, ma al tempo stesso includeva la necessità di tagliare ogni tipo di legame con chi sarebbe rimasto all'oscuro di tutto, fino al momento propizio... e ciò, per un padre, significava rischiare di non rivedere più né sua moglie, né i suoi adorati bambini.

- Ma tu, 'yuki-chan... tu sei il nostro eremita. - commentò Aki, con un tono che non sembrava appartenerle, tanto che lo stesso Fuyu rimase a bocca aperta.

- Eremita... cos'è Aki, se non una parola? - le rispose, avvicinandosi a lei e rivolgendole un sorriso pieno di fiducia, sebbene fosse ancora dilaniato dal dolore - Io ero, sono e sarò sempre vostro fratello. Chiaki è pronta a prendere il mio posto da tempo, ormai. Non è stata forse lei a proteggervi, mentre ero in coma? Inoltre, da eremita, sarei soltanto un egoista a non pensare al futuro dell'eremo. Questo posto ha bisogno di una guida sicura e duratura. Darò il massimo, per stanare Kirinaki e proteggere la mia famiglia... ma nelle mie condizioni, contro nemici così spietati, non sarà facile uscirne indenne.

- Sarai sempre la nostra guida, Fuyuki-chan, finché avrai la forza di impugnare Namida. Ormai da tempo, però, la stessa Chiaki è un punto fondamentale per il nostro popolo. In fin dei conti, è pur sempre la custode del Seishin no Tsuri. Hai ragione, lei è l'unica che può prendere il tuo posto, ma ricorda sempre chi siamo. Non esiste una vera guida, né sottoposti, per chi non ha gerarchie. E se anche Chiaki non dovesse accettare le tue menzogne, un giorno, resterete sempre una cosa sola. Dopotutto, è dal vostro amore che è stata generata la vita, ciò che alimenta la nostra comunità.

Di fronte a quelle parole, seppur stanco, Fuyuki non poté che sorridere. Strinse a sé la sciarpa che aveva ricevuto in dono da Chiaki per il suo compleanno, cercando in quelle trame di stoffa ormai logore il suo profumo lontano. Per compensare la mancanza di Kamatari e Okojo, il suo vero migliore amico, le creature presenti si avvicinarono al ragazzo, chiudendolo in un caldo abbraccio. Se era vero che, sparendo dalla circolazione, avrebbe protetto Chiaki e i bambini anche a costo di non rivederli, qualora fosse morto, al tempo stesso non avrebbe mai perso il supporto e la piena fiducia dei fratelli che avrebbero condiviso insieme a lui quel fardello. Anche Akane, un tempo, aveva fatto lo stesso con il suo segreto, ma loro... loro non lo avrebbero tradito mai. E fu propria quella consapevolezza a liberare una lacrima, dopo tutta l'amarezza accumulata.

Avete ragione.
Noi siamo una famiglia.

EkNWK

Eremo dei Mustelidi.
16 gennaio 249, ore 14:03.

Dopo aver stretto bene le bende lungo l'intero braccio sinistro, si avvicinò alla scrivania presente nell'unica sala d'addestramento nascosta nelle viscere della bianca torre. La sua fronte era rigata dal sudore, le sue membra invece pervase da un dolore continuo; imparare a convivere con le condizioni imposte dalla cicatrice spirituale era stato tutt'altro che semplice - specie considerando che, dopo sette giorni d'intenso allenamento, Fuyuki aveva soltanto realizzato che forse mai avrebbe potuto riacquistare la prestanza fisica avuta prima della rottura del sigillo. I suoi movimenti erano tornati ad essere più veloci, ma ognuno di essi provocava non poca sofferenza e fatica, alla quale, ahimè, era divenuto più vulnerabile. Sebbene conoscesse ogni segreto della lama che brandiva, la velocità dei suoi fendenti era calata parecchio, così come la loro precisione. Le tecniche che riusciva a tollerare meglio erano quelle che adoperavano le armi dalla distanza, in quanto, non prevedendo scatti repentini delle gambe, erano più facili da reggere per il suo fisico. Per fortuna le riserve di chakra sembravano intatte, sebbene la fatica, a lungo andare, lo avesse spesso condotto a soccombere ai conati di vomito. In quello stato, sicuramente, non avrebbe mai avuto alcuna chance contro i Quattro Guerrieri di Yason Mori... eppure, testardo com'era, lo Hyuga era convinto di poter presto tornare in pista. In fin dei conti, la prestanza fisica era sì importante, ma non essenziale; se aveva vinto ogni scontro fino a quel momento era soltanto grazie al suo cervello e quello, per fortuna, sarebbe rimasto suo alleato sino alla fine.
Sul tavolo, comunque, trovò il diario che narrava le avventure che aveva affrontato come shinobi, sia da solo che in compagnia della sua amata. Osservò la copertina, la quale riportava il titolo "Il diario dello shinobi e di una ragazza sbadata", e con fare quasi nostalgico lo sfogliò fino a raggiungere l'ultima pagina. Fu lì, che i suoi occhi si posarono su quanto aveva scritto diversi mesi prima, quando aveva fatto la conoscenza dei genin che erano poi diventati membri effettivi del team Fuyuki, la squadra tre della Foglia. [X]

CITAZIONE

Un nuovo inizio.
Dopo un punto, spesso si sceglie di andare a capo. Si cambia pagina, si abbandona quel che ci precede per pensare unicamente al seguito. Eppure, pur trovandomi di fronte ad un punto, non riesco a farlo. La mente fruga tra vecchi ricordi, il cuore rimane ancorato ai pilastri che mi hanno sempre sostenuto. Chiaki, i miei figli, i miei fratelli... Konoha. So che la morte di Ryu Yotsuki, così come il nostro ritorno, rappresenta un punto nelle nostre vite, tuttavia qualcosa mi turba. Forse è la speranza che si tratti di una virgola, o magari la stessa paura che, dopo un libro di successo, tormenta lo scrittore mentre da vita al capitolo successivo. Ed io non l'avrei mai immaginato... un seguito così.


Nel leggere quelle parole, sentì come un sussulto. Era incredibile, comprendere come dopotutto il suo cuore si fosse ritrovato in subbuglio, dopo quanto accaduto per opera di Akane e del consiglio di Konoha. Fu allora che, con occhi seri e mano tremante, impugnò la stessa penna con la quale aveva inciso quei pensieri sulla carta, preparandosi a completare quanto iniziato quel giorno.

CITAZIONE

... o la fine di tutto.
Finalmente, ho realizzato di non poter andare a capo. La morte della Pantera avrebbe dovuto, effettivamente, rappresentare un punto nella mia vita e, di conseguenza, il ritorno a casa sarebbe stato un paragrafo perfetto, per ricominciare. Non potrà esserci nessun capitolo successivo, per la semplice ragione che il precedente non si è ancora concluso. Siamo stati traditi. Sono stato un idiota a credere nella lealtà che provavo per il Sandaime, nel fatto che le nostre azioni, seppur difficili da comprendere, sarebbero state riconosciute da chi, invece, di esse aveva beneficiato senza muovere un dito. Ho perso il conto di ciò che ho perso, sacrificandomi per il bene della mia nazione. Il mio braccio sinistro, in fondo, racconta da sé la mia storia. Le dita annerite ricordano i giorni in cui ho realizzato quanto importante fosse dare tutto per il bene dei propri compagni e fratelli, mentre l'orrenda cicatrice ed ustione lasciata dal marchio sarà sempre lì, pronta a ricordarmi che, malgrado tutto, gli altri non saranno pronti a fare lo stesso per me.
Tuttavia, non importa. Se ho deciso di lasciare la Foglia, cinque anni fa, è stato per il desiderio di garantire un futuro sereno alla mia gente. Se ho deciso di uccidere mia sorella Ayame, durante la guerra che ha devastato Kumo e l'intera Allenza, è stato soltanto per evitare che altre decine dei miei compagni morissero. Non lo ho fatto né per il consiglio... né per Akane. E proprio per questa ragione, non ho intenzione di permettere a quei bastardi di sputare sul mio sudore, sul mio sangue, sulle difficoltà che la mia famiglia ha dovuto affrontare, mentre loro ignoravano la minaccia di Kai, nascondevano la verità sulla fuga di Ryu Yotsuki, raccontando menzogne su come fosse servito per catturare i ribelli... o, peggio ancora, rendendo l'intero villaggio ridicolo di fronte al continente degli shinobi, permettendo ad una viscida serpe di sedere al tavolo delle decisioni.

Se morirò contro Kai e Kirinaki a causa delle mie pietose condizioni, lo farò sapendo di aver protetto le persone a cui tengo e il mio popolo. Ma se ciò non dovesse accadere, sulla mia stessa vita giuro che non permetterò più a questo sporco teatrino di continuare. Sono tanti, forse troppi i nomi di chi mi sta a cuore, tra le fila del nostro esercito. Hyuga Chiaki, Yamanaka Yukiko, Uchiha Fujitaka, Namikaze Hay Lin, Akimichi Naho, Aburame Shura, Senju Ryunosuke. Ognuno di loro è pronto a dare la vita per la nostra casa e la nostra gente... ma nessuno di loro merita di morire come una pedina a disposizione del divertimento e dei piani dei vertici del villaggio. No, ne ho la certezza. Un consiglio che mette in pericolo la vita dei suoi soldati più fedeli, concedendo invece grazie e onori a chi ha distrutto la pace nella nostra epoca, è un consiglio corrotto. Lei... lei sapeva tutto. Poteva ordinarmi di fare un passo indietro, ma non lo ha fatto. Poteva chiedermi di operare altrove anziché fungere da spia all'interno di Alba, ma non l'ha fatto. Poteva mantenere la promessa di proteggere i miei figli, ma non l'ha fatto. Poteva zittire le voci del consiglio, ma non ha voluto. No, avranno anche potuto dire qualsiasi cosa, ma il chakra che avrebbe potuto uccidermi e che ha squarciato il mio spirito appartiene a lei.

Oh, la ricordo ancora, la frase che ci veniva inculcata fino allo sfinimento, in accademia. "Le istituzioni sono le radici del villaggio e sorreggono l'intero sistema in tutte le sue diramazioni. Ogni residente appartiene a queste estensioni, è una foglia, e come tale è di vitale importanza per la sopravvivenza dell'insieme". Forse un tempo era davvero così, ma oggi... tutto ciò è solo una stronzata. Alle radici non importa un cazzo se le foglie cadono o se l'albero muore. Le radici... queste radici sono il cancro che tormenta Konoha. Devo eliminarle, prima che la malattia intacchi la sopravvivenza della mia gente... e da lì, ricostruire quelle stesse radici, più solide e sane.
Sono quasi morto, per colpa delle persone che, quel giorno, sedevano al tavolo del mio processo. Mujinahen-sama non ha saputo dirmi molto su quanto accaduto al mondo a causa dei Bijuu, so solo che Chiaki sta bene... ma se anche questa guerra dovesse finire, se anche Kirinaki dovesse essere distrutta per sempre, lei sarà sempre in pericolo, finché avrà addosso quel marchio. No, nessuno di loro avrà mai il mio perdono. Quel maledetto sigillo è un'icona di crudeltà e follia, rappresenta chiaramente il volere di una guida di infischiarsene delle sorti dei suoi sottoposti. Perdonami, Chiaki, perché non meritavi questa sorte. E sebbene io abbia sempre cercato di proteggerti... in questo momento, mi sento colpevole tanto quanto loro.

Sabaku no Keiichi, chiamato anche Shinigami (死神). Non lo conosco personalmente, ma di lui so ciò che sa chiunque. È stato Yondaime Kazekage prima e portavoce del Suono nel punire la Nebbia per la sua insolenza. La gente lo descrive come una divinità, ma io l'ho visto. Ero di fronte a lui e, malgrado mi sia sembrato simile ad un maiale, il suo sguardo non mi ha ucciso. È un uomo, tanto quanto me, e come tale può sanguinare e morire. E dovrà farlo, perché finché avrà modo di sedere a quel tavolo il villaggio rischierà di aizzare l'ira delle altre potenze, quella di Kiri in particolar modo.
Sachiyo e Hisashi, gli anziani saggi. Si dice che un tempo siano stati fieri ninja e che abbiano servito bene la nostra nazione, ma l'età deve aver annebbiato il loro giudizio e i loro valori. Uccidere loro equivale solo ad anticipare l'inevitabile. Sono ormai vecchi e a nulla servirà il respiratore che tiene ancora in vita quell'idiota di uno shinobi decrepito.
Yamanaka Hachi, il braccio destro del Sandaime. Si tratta di uno shinobi con capacità sensoriali fuori dal comune e, come medico, è secondo solo al maestro Seikatsu. Credevo che, leggendo la mia mente, non potesse avere alcun dubbio sulla mia lealtà al villaggio. Mi sbagliavo. Malgrado sia uno dei ninja più carismatici secondo l'opinione pubblica, non ha fatto nulla per impedire che io e Chiaki fossimo marchiati, rendendosi colpevole lui stesso di tale crimine. Pertanto, mi impegnerò a far sì che del suo viso ipocrita non resti che sangue e carne maciullata e che il popolo lo veda soltanto per ciò che è davvero.
Hyuga Nahoko e Kobayashi Shinichi, conosciuti anche come Kūgā (クーガー) e Inu (犬). Sono stati miei fidati compagni, quando ero un ANBU al servizio della Foglia. Credevo che tutto ciò che avevamo trascorso insieme bastasse e che la mia confessione, sotto l'effetto dello Shinjitsu no Fuuin, potesse perlomeno rassicurare loro. Così non è stato. Mi sono chiesto quale espressione avessero quel giorno, dietro le loro preziose maschere di porcellana, ma adesso non ha importanza. Le vedrò comunque, quando esaleranno l'ultimo respiro.

Ed infine, lei. Uchiha Akane, la kunoichi nota come Konoha no Yōkai (木ノ葉の妖怪). La donna che, come un perfetto idiota, ho ritenuto essere mia amica. Sono stato un ingenuo a fidarmi di lei, a cadere nella tela che lei stessa aveva cucito con le menzogne uscite dalla sua bocca. Ho protetto suo figlio, ottenendo in cambio un marchio su mia moglie e il terrore di vedere il futuro di Aiko e Amane divorato dalle fiamme. Mi sono chiesto come avesse fatto a non considerare l'eventualità di una fatalità, della possibilità che il sigillo mi uccidesse anche contro il mio volere. La verità era semplice... ero io a non volerla vedere. Lei non tiene a me, non più di quanto tiene ad ogni altro shinobi della Foglia, a questo punto. Mi ha tradito, mi ha pugnalato alle spalle non appena si è resa conto di come la mia utilità, nella lotta contro Akatsuki, si fosse esaurita con la morte di Hyou. Non cerco nemmeno di immaginare cosa avrà provato, quando le ho confidato il mio dolore per la morte di Ayame. Sapeva bene quanto io tenessi a lei e al nostro villaggio, ma non ha esitato ad incidere il suo chakra sul mio corpo, né a rinchiudermi in una gabbia priva di sbarre. La sua mente è perversa, le sue capacità sicuramente fuori dal comune.
Non posso sconfiggerla, non allo stato attuale. Sono debole e non conosco nulla riguardo le sue tecniche segrete. Per questo motivo, devo ad ogni costo mettere le mani sui misteri dello sharingan. Credo di sapere come riuscirci ed è importante farlo, perché questo è un tassello fondamentale. Senza, sono cieco di fronte alla sua potenza, vulnerabile contro qualsiasi tipo di azione. Ho già affrontato quegli occhi, più di una volta, ma non posso peccare di arroganza e credere di sapere tutto ciò che c'è da conoscere. E anche senza la sua doujutsu, sicuramente avrà a disposizione un arsenale di jutsu che non immaginerei nemmeno nei miei sogni più reconditi. No, non posso rischiare uno scontro diretto. Non adesso.

Tuttavia, anche lei, come tutti gli altri... dovrà morire. Non posso permettere alla nostalgia di avere la meglio sulla ragione, non questa volta. Lei era disposta a vedermi soccombere, era pronta a reggere il peso della scelta che aveva fatto, seppur tremenda. In questo non sarò da meno e, pertanto, dovrò eliminare chiunque rappresenti un ostacolo per la distruzione delle radici di Konoha, che sia stato o meno seduto a quel tavolo poco importa. Per anni, ho sofferto come un cane per combattere nell'ombra, mettendo a repentaglio tutto ciò che avevo di più caro, provando sulla mia pelle il dolore causato dal sacrificare me stesso per il bene della mia gente.

È giunta l'ora che anche loro provino la stessa, maledetta, sensazione.


Si ritrovò, qualche ora dopo, sulla cima della bianca torre. Dalla sommità della scalinata, nascosto nell'ombra di uno degli stipiti della struttura, osservò la pace e la serenità che regnavano in quel luogo, casa sua. Nascondendo le lacrime dietro il fumo della sua sigaretta, Fuyuki asciugò il volto umido sulla stoffa della sua sciarpa nera. Fissò con aria nostalgica il bracciale creato dai capelli della sua amata, l'anello di legno ch'era il simbolo della loro unione e il disegno che aveva ricevuto in dono dai suoi bambini, dove la sua famiglia, inclusi Yin e Yang, erano raffigurati mentre si tenevano dolcemente per mano. Come aveva detto a Chiaki quel giorno [X], avrebbe per sempre portato con sé il loro ricordo. Quant'era dura, per un padre, convivere con la consapevolezza che forse non avrebbe mai più rivisto i loro volti. Asciugando i lucciconi, però, non poté far altro che ritrovare forza proprio grazie a quel pensiero. Avrebbe fatto tutto ciò ch'era in suo potere per riuscire ad abbracciarli ancora una volta, prima che fosse troppo tardi e avrebbe dato la vita pur di garantire loro il futuro che meritavano davvero. A quel punto, la sofferenza nei suoi occhi fu rimpiazzata da qualcosa di ben diverso, dalla volontà di non arrendersi seppur piegato e dalla determinazione di andare avanti su quel sentiero impervio, a prescindere dal risultato che avrebbe conseguito. Kakumei aveva ragione. Non avrebbe avuto sete di vendetta, ma di giustizia, nei confronti di chi lo aveva privato non solo della dignità di uomo e soldato, ma anche dei sogni e delle sicurezze che un genitore ha nei riguardi della sua prole. E anche con abiti logori e con una smorfia impregnata di dolore e collera impressa nel volto, Fuyuki Hyuga avrebbe continuato a lottare. Fino alla morte.

Pagherete, per ciò che ci avete fatto.

Poi si voltò, scomparendo di nuovo nelle viscere della torre, pronto a divenire il fantasma che, per l'ultima volta, avrebbe abbracciato le ombre per conquistare il suo obiettivo.



A4qrbOG

È questo l'ultimo post di Fuyuki come eremita... ed era anche ora.
Karen91, appena Chiaki sarà libera al presente, verrà richiamata all'eremo con il Kuchiyose inverso. Potrai postare direttamente qui. A quel punto ruolerò io stesso i mustelidi, così da permettere un passaggio di consegne fatto come si deve, in modo che il PG venga a sapere quanto è stato scritto sopra e nominata successore di Fuyuki, quindi proclamata nuovo eremita.

Nel momento in cui tu dovessi accettare in ON, diventerai di fatto responsabile OFF dell'eremo - con tutto ciò che ne consegue, quest di Firma e cazzi vari. Ovviamente, per coerenza on, la katana rimarrà in mano di Fuyuki finché non morirà, Chiaki di suo ha l'arco che hai già ruolato in game. Come già accadeva in precedenza, avrai libertà di prendere decisioni sul futuro dell'eremo - e anche qui, per coerenza, chiedo solo di avere a mia volta la possibilità di ruolare certe "decisioni" e strategie con i mustelidi che sono a conoscenza della verità, anche all'oscuro (i soli Mujinahen, Fukuizuna, Aki e Fuyu). Diventando eremita, sarai a tutti gli effetti OFF padrona dell'eremo, ma sarà importante mantenere - almeno finché non arriverà il momento giusto - la coerenza di quanto ruolato: seppur sia difficile, nessuno di loro svelerà mai a Chiaki il segreto di Fuyuki, non finché non si sarà rivelato lui stesso (o finché non sarà Chiaki, in altro modo, a scoprire la cosa).
Se invece Chiaki dovesse rifiutare, continuerò a "gestire" i mustelidi finché non si troverà sensatamente un nuovo successore in game.

Questo lo dico solo come disclaimer, il resto dei dettagli lo vedremo in game, quando posterai qui con Chiaki.
 
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